Oggetto del Consiglio n. 211 del 29 luglio 1972 - Resoconto
OGGETTO N. 211/72 - Legge regionale concernente: "Norme integrative e di attuazione, in Valle d'Aosta, della legge 30 dicembre 1971, n. 1204, sulla tutela delle lavoratrici madri".
Montesano (P.S.D.I.) - Questa proposta di legge di iniziativa del Gruppo della D.C. si può riferire all'oggetto n. 34, proposta dalla Giunta... (Voce: ritirato) ...Sì, ma io voglio sentire la dichiarazione in Consiglio... La dichiarazione che deve fare il rappresentante...
Bordon (D.C.) - Questa battuta del ritirato, che mi è già stata ripetuta, mi convince sempre di più che è necessario che si dica qualche cosa; cioè, che si dica che cosa: è logico, non forse come il Vice Presidente della Coltivatori diretti, che l'Assessore Albaney, a nome di Chamonin, abbia ritirato questo, perché qui appare chiaro e lampante la preoccupazione, ed è una pensata non so di chi, di voler sostituire a queste proposte che sono state mandate, che sono indubbiamente suscettibili di miglioramento e di variazioni. È stata proprio una pensata di qualcheduno che dice: l'essenziale è che spariscano queste e rimanga quella di proposta della Giunta.
A noi questo non preoccupa proprio niente, perché abbiamo sempre detto sin dall'inizio che non aveva nessuna importanza se la proposta era di Chamonin, della D.C., della Coltivatori diretti o della Giunta. L'interessante era soltanto che venisse fuori finalmente questo provvedimento, perché sulla valutazione in sé e per sé del provvedimento, giudicheranno quelli che ne beneficeranno certamente.
Ora, io non ho mai detto di ritirarlo, ho detto: io abbino. La confusione sarà fra il ritirare e abbinare; però, io non me ne faccio nessuna colpa di questo, perché chiamatela come volete, io ritengo che queste proposte, che noi abbiamo fatte qui, possiamo essere, per quanto ci concerne, e precisamente la 25 e la 26, che siano benissimo abbinate alla 34 e alla 37 perché, in fondo in fondo, quando noi esamineremo quelle della Giunta vediamo, se ci sono dei miglioramenti ne siamo ben lieti, perché non abbiamo nessuna intenzione di avere delle primogeniture, che sono ridicole in confronto alla sostanza del provvedimento.
Quindi, se Albaney ritiene di ritirarlo, perché d'altronde, fa parte della Giunta, io non ritengo di ritirare niente, ma di abbinarle. Concludendo nel dire che siamo perfettamente d'accordo sull'impostazione, se è più snella; se è meno snella; perché, per esempio, l'osservazione fatta da Albaney, sulla burocraticità delle mutue, beh, potrei anche non condividerlo, appunto, e poi sono anche stupito perché, se non sbaglio, tu sei addirittura Presidente dell'Epaca e, quindi, dovresti cercare di accelerare questa lentezza. Quindi, non facciamo della polemica quando non ce n'è bisogno. Quindi, io chiedo eventualmente che queste due proposte siano abbinate alle altre dopo e se ne parli; perché, ripeto, e qui non vorrei iniziare una polemica con Benzo, ma ho l'impressione che Benzo, siamo vissuti in Giunta tanto tempo insieme, e me lo vedo Benzo. Dice: noi la facciamo proposta di Giunta, eh no, sarebbe semplicemente ridicolo, perché se questa è la pensata, non credo, perché il cervello di Benzo dovrebbe arrivare a qualche cosa di più e, quindi, lo escludo. Ma se fosse una pensata, perché l'essenziale è venire avanti con questa soluzione, e se ce n'è una migliore di quella che è stata proposta, ma noi ne siamo ben lieti, nient'altro che questo.
Montesano (P.S.D.I.) - L'Assessore, che ha presentato a nome della Giunta la proposta n. 4, credo che si d'accordo nel fare la discussione assieme. La parola all'Assessore Benzo.
Benzo (D.P.) - Quanto dice Bordon è esatto. Nessuno, nessuno contesta in effetti la presentazione di questa legge, che è stata presentata nel novembre, passata direttamente alle Commissioni competenti. Dal novembre, purtroppo, è stata esaminata solamente venti giorno fa. Non dipende, quindi, dalla Giunta regionale se, nel frattempo, in campo nazionale è uscita una nuova legge.
Ecco il motivo per cui ci siamo preoccupati di adeguare questa legislazione a quella nazionale.
Era inutile fare una legge che prevedesse ottantamila lire di erogazione, quando la legge nazionale ne dà cinquanta.
Il disegno di legge di iniziativa dei Consiglieri della D.C. prevede la concessione di un assegno una tantum di ottantamila lire a favore delle lavoratrici agricole, madri residenti in Valle d'Aosta.
Il disegno di legge regionale di iniziativa della Giunta prevede l'erogazione di un'assistenza integrativa, di trentamila lire a favore, però, non solo delle lavoratrici agricole, ma anche a favore delle lavoratrici artigiane, e di piccole attività commerciali.
Tale riduzione dell'assegno, come dicevo prima, è giustificato dal fatto che, nel frattempo, è andata in vigore la legge il 30 dicembre 1971, legge nazionale n. 204, che prevede la corresponsione, a favore delle categorie di cui sopra, però tutte comprese, di un assegno di cinquantamila.
Tutto qui. Pertanto, ritengo che possa essere, appunto in questo caso, che l'abbinamento presupponga una possibilità di accettazione, come già il Consigliere Bordon aveva detto in sede di riunione di Commissione, per l'approvazione della legge che è più globale, e nello stesso tempo integra solamente il quantum.
Fosson (U.V.) - Io vorrei chiedere all'Assessore Benzo, io ritengo che sia, che la discussione sia da farsi abbinata.
Ma vedo anche la maggiore completezza di questa legge, come ha detto lui. Facciamo una cosa integrativa, ma lui ha detto: gli artigiani e i piccoli commercianti; però io dal testo della legge non deduco niente, piccoli commercianti e non ne deduco niente; e qui, praticamente, la cosa è di poco conto perché facciamo uno stanziamento di cinque milioni, invece, in un'altra legge facciamo uno stanziamento di centocinquanta milioni e vorrei sapere un po' cosa ne pensa Manganoni, che ha sempre sparato in quest'aula, quando diceva, parlava di commercianti che hanno le ville a San Pantaleon, una cosa e l'altra. Vorrei sapere se questi commercianti, che sono in quelle condizioni e non i piccoli commercianti, avranno poi diritto a questo assegno integrativo o anche a quelle altre che vedremo poi dopo, all'assistenza farmaceutica e tutto, perché d'accordo, siamo tutti per i miglioramenti sociali, una cosa e l'altra, ma io ritengo che bisognerebbe mettere un certo limite e, quindi, per il momento mi fermo. Vorrei sapere dall'Assessore che ha detto "piccoli commercianti", come li definisce e dove c'è questa dizione nella legge che possa garantire che sono i piccoli commercianti e non chi ha dei redditi molto forti.
Dolchi (P.C.I.) - Io vorrei solo sapere, può essere una mia, una mozione d'ordine se stiamo già discutendo le leggi abbinato o se l'abbinamento si intende quando discuteremo la legge 34 della Giunta.
Montesano (P.S.D.I.) - No, si discute già la legge abbinata... 25 e 34.
Dolchi (P.C.I.) - Quindi, l'Assessore Benzo ha già fatto la sua relazione. Va bene.
Benzo (D.P.) - Le legge è globale e allarga l'intervento; però è integrativa, essendo nel frattempo subentrata la legge nazionale, presuppone quindi che l'altra legge sia superata e sia ritirata. Mi pare ovvio.
Dolchi (P.C.I.) - Quindi abbiamo la legge nazionale, allora posso continuare?
Abbiamo la legge nazionale integrate per quanto riguarda le categorie previste all'articolo 2, cioè coltivatrici dirette e lavoratrici artigiane, lavoratrici esercenti attività commerciali, una maggiore erogazione di trentamila.
Quindi, per essere chiari, per avere la chiarezza necessaria per l'esame dei due provvedimenti, allora ci troviamo di fronte a una legge nazionale che attribuisce a tutte le lavoratrici dipendenti le cinquantamila lire e l'attuazione in Valle d'Aosta di un'integrazione, prevista dall'articolo 2, solamente per le coltivatrici dirette, artigiane e le esercenti attività commerciali.
Ha già detto il collega Fosson; la preoccupazione di fronte alla possibilità di definire piccole attività commerciali, cosa che nella legge non è stato precisato.
Noi riteniamo che esiste anche un'altra categoria di lavoratrici che non sono contemplate, che sono le lavoratrici casalinghe. Se noi riteniamo che, per questo intervento regionale, possono usufruire del beneficio coltivatrici dirette, quindi, in un certo qual modo, esercenti attività contadina, così come le artigiane, le lavoratrici attività commerciale, è chiaro che estendiamo notevolmente il concetto ispiratore delle lavoratrici dipendenti.
Noi siamo d'accordo sulla integrazione, però poniamo all'attenzione della Giunta e anticipiamo che sull'argomento faremo seguire una nostra iniziativa di legge. Poniamo all'attenzione della Giunta la possibilità di estendere anche alle casalinghe l'integrazione, cioè la concessione di un contributo, perché? Perché è chiaro, senza correre il rischio di dare il premio di natalità, però, se teniamo in considerazione il fatto che la lavoratrice casalinga svolge la sua attività nella casa fino alla vigilia del parto, ma che comunque abbandona questa attività nel corso della degenza alla maternità, perché oramai, è chiaro, è ovvio che non c'è più partoriente che non si rechi alla maternità, abbiamo di fatto, come per altre lavoratrici una aggravio dell'onere familiare, una diminuzione di quella che può essere l'apporto lavorativo di questa categoria.
Noi riteniamo, per usare parole povere, che la casalinga moglie di un operaio della Cogne che abbia già due figli e che abbia un terzo figlio, si trovi in condizioni più disagiate e che abbia, quindi, bisogno per la sua attività familiare di un aiuto, che non un'altra partoriente delle altre categorie che qui sono contemplate nella legge. Quindi, riservandoci di approfondire il problema con una particolare casistica, noi fin da adesso annunciamo, pur con il voto favorevole a questo provvedimento, previa risposta dell'Assessore su quanto riguarda le piccole attività commerciali, una proposta che allarghi, che estenda il beneficio di questa legge anche alle casalinghe.
Montesano (P.S.D.I.) - Consigliere Manganoni, lei ha rinunciato? No. Altri interventi? Consigliere Bordon.
Bordon (D.C.) - Io non ho rinunciato e non vorrei impegolarmi in una discussione che venga fuori con dei parametri sulla necessità della moglie dell'operaio della Cogne, o della moglie del coltivatore diretto, perché sono sempre paragoni che non sono simpatici. Le necessità sono quelle che sono.
Ora, noi abbiamo presentato, e non voglio neanche più che si parli della proposta della D.C. o non della D.C., dei Consiglieri, tutto il Consiglio, ha esaminato questa questione, ha portato avanti questo problema; e non sto a ripetervi quello che è stato scritto in presentazione di questa proposta di legge, perché sono cose pubbliche e notorie. Quindi, necessità di aiutare, noi abbiamo portato avanti il problema soltanto della Coltivatori diretti, proprio perché ci aspettavamo che sarebbe venuta fuori questa proposta del Consigliere Dolchi perché, se noi andiamo, come potevamo aspettarci che venisse fuori quella degli artigiani? E mi sembra che tutti e tre i casi siano da prendere in esame, gradualmente, come ha detto bene Dolchi perché, probabilmente, se si volessero fare dei paragoni, a noi sembrava che forse, avesse un diritto di priorità la coltivatrice diretta; un diritto di priorità in questo senso che, io penso, forse sto sbagliando perché, come ho detto prima, non mi voglio impelagare in questo perché poi vado fuori e mi trovo tutte le mogli degli operai della Cogne che mi possono anche assalire; ma la moglie dell'operaio della Cogne ha, secondo me, ha innanzi tutto da provvedere alla sua casa. Però il pubblico notorio, ripeto per la seconda volta che la moglie del contadino non ha solo da fare andare la baracca in casa, ma ha anche da fare andare avanti qualche volta i lavori in campagna.
Questa è la discussione.
Tanti anni or sono, parlando, e consentitemi questa parentesi, ma mi sembra che sia una cosa che ci tocca un po' tutti... una piccola piazzetta di un centro di villeggiatura, avevamo delle signore molto ben agghindate che criticavano come alle nostre donne, in un pochissimo lasso di anni, venissero con un sacco di rughe sul viso.
Ora, io dicevo che, mentre il contadino si alza magari alle cinque, alle quattro il mattino e si alza anche la moglie e il marito magari, l'illustre marito, come potremmo essere noi, fa il pisolino dalle dodici e trenta alle due e, molte volte, la moglie dalle dodici e trenta alle due deve tirare avanti, o arrivare a casa alle undici per fare il pranzo, poi preparare qualche cosa per la cena. Quindi, io ritengo che se dovessimo fare una priorità, dare una priorità, questo debba passare. Comunque, non è questo lo scopo che noi stiamo discutendo.
Noi abbiamo ritenuto che fosse valido, come siamo stati d'accordo tutti. Quindi, nessuna priorità. Una cosa che abbiamo preso in considerazione, che abbiamo cercato di mandare avanti al più presto, chiedendo ottantamila, è venuta fuori e ce l'aspettavamo l'integrazione delle cinquantamila dello Stato. Sarebbe stupido che dessimo noi le ottantamila. Come d'altronde, per rispondere a Dolchi, se non sbaglio, con la nuova legislatura che viene fuori, con i nuovi contributi che si pagano per le lavoratrici casalinghe, non so come si chiamano, a partire dal primo luglio, ci sono anche altre norme che potrebbero comprendere il puerperio, non lo so, lo vedrete voi, è competenza vostra.
Quindi, noi siamo d'accordo che vada avanti questo, con le ottantamila che erano state richieste, e mi sembra che tutti fossimo d'accordo su un certo, su una certa somma, perché qualsiasi impiegata, e lo abbiamo nei nostri uffici, e ne siamo lieti che siano aiutate in questo modo, ma prima del parto abbiamo un certo periodo, dopo il parto ne abbiamo un altro, poi c'è l'allattamento, ecc. invece, le contadine non ne avevano assolutamente.
Quindi, lieto che questo sia preso in esame per le contadine, se possibile per le artigiane, se sarà possibile per le casalinghe, per tutte le categorie che si trovano nelle stesse condizioni.
Naturalmente, sulla dinamica della concessione di questo contributo io non voglio neanche entrare.
Probabilmente lo abbiamo fatto un po' tutti, quando viene fuori il provvedimento, si dice: "vediamo un po' se ci può rendere qualche cosa politicamente". Lo abbiamo fatto tutti, lo diciamo con la massima sincerità; l'hanno fatto altri prima di noi, Benzo scuote la testa, non farlo due volte perché tanto nessuno ti crede, in quanto che noi sappiamo perfettamente che si cerca di portare, attraverso la Giunta, dire diamo il sussidio direttamente, l'interessante è soltanto questo, che, come diceva Albaney - e su questo non sono tutto d'accordo con lui e ne discuteremo eventualmente, amichevolmente, in altra sede - quando mi si dice per esempio la burocrazia attuale - e su questo io vorrei proprio una spiegazione - è molto più complessa, benissimo, se sarà vero questo bene, perché non mi si venga mica a dire che molte volte la burocrazia regionale per i contributi è molto celere, perché, se dovessimo fare delle elencazioni, per esempio, di contributi - e non voglio dire di quali Assessorati perché non è il momento - ma che qualcheduno pungesse vaghezza di sapere quali, possiamo venire anche a fare vedere che sono contributi che si aspettano da un anno, un anno e mezzo e io mi auguro che, con questa soluzione studiata dalla Giunta, sia certamente più celere e se non lo sarà ritorneremo in argomento.
Montesano (P.S.D.I.) - Io desidererei dal Consigliere Bordon conoscere, perché naturalmente si tratta di due leggi quasi simili, e si tratta di vedere di unificarle, perché non possiamo portare al voto due leggi che si discostano...
Bordon (D.C.) - Io penso, mi permetto Presidente, che quel ritirare invece di abbinare sia stato proprio un malinteso in senso buono; perché si capisce, noi arrivati a questo punto dovremmo dire: per questa legge c'era una proposta di ottantamila lire e le ottantamila sono rimaste in sostanza, perché qui se ne danno trentamila per integrare le altre cinquantamila. Poi, ad un certo momento, si sono inseriti gli artigiani per esempio, si sono fatte determinate modifiche che dovrebbero accelerare le liquidazioni di questi contributi, benissimo, noi siamo favorevoli e, allora, a questo punto, se ritenete che la vostra, essendo rimaste fisse le ottantamila lire, essendosi variate delle norme che noi chiedevamo credendo di ottenere un qualche cosa di più celere, noi non facciamo mica i capricci, vuol dire che, se eventualmente non sarà poi più celere, perché una certa lentezza la vedremo, la criticheremo, allora, e cercheremo di farla modificare.
Quindi, con questo, io penso di avere risposto che per me va bene quella che hanno presentata. Vada pure avanti quella perché ha assorbito la nostra. Quindi va benissimo, per noi, l'abbiamo detto prima, è la sostanza che interessa. Si capisce che noi parlavamo della Coltivatori diretti; oggi mi si parla anche degli artigiani, che cosa possiamo fare? Dovremmo dire no, discutiamo di questa, facciamo passare questa per la Coltivatori diretti e l'altra per gli artigiani. Non importa pure perché venga al più presto.
Albaney (M.A.V.) - Penso che col Consigliere Bordon ci sia stato un malinteso, io parlavo di lentezza non per quanto concerne la legge che stiamo esaminando, io parlavo di lentezza col sistema di testo di legge che noi avevano presentato, in quanto che, quindi non su questo qui, ma tu... (Voce del Consigliere Bordon)
Montesano (P.S.D.I.) - Non continuate le polemiche...
Albaney (M.A.V.) - No, sulla farmaceutica non avete presentato niente, io parlavo, non ci siamo capiti...
Andrione (U.V.) - Ne parlate fuori, per favore.
Albaney (M.A.V.) - No, parlavo di lentezza perché il sistema che noi avevamo predisposto sulla farmaceutica che così comportava? Comportava questo: la Regione dava cinquemila cinquecento lire pro capite.
Montesano (P.S.D.I.) - Sì, ma non è in argomento questo.
Albaney (M.A.V.) - Va beh, ma stavo spiegando.
Montesano (P.S.D.I.) - Ma ne parlate dopo, Albaney, scusi un po'.
Albaney (M.A.V.) - Va beh, glielo spiego poi.
Montesano (P.S.D.I.) - Scusi un po', stavamo parlando dei sussidi alle lavoratrici madri, che cosa c'entra?
Albaney (M.A.V.) - Era per chiarire.
Montesano (P.S.D.I.) - Lo chiarite dopo.
Albaney (M.A.V.) - Ritorno al progetto, io vorrei proporre all'Assessore, poiché l'articolo 6, la presente legge entrerà in vigore il quindicesimo giorno successivo a quello della sua pubblicazione, io vorrei proporre all'Assessore che un articolo, dato che la legge nazionale è andata in vigore il primo luglio 1972, anche questo delle trentamila lire vada in vigore dal primo luglio 1972 e, quindi, l'articolo potrebbe essere "i benefici di cui alla presente legge decorrono dal 1° luglio 1972".
Montesano (P.S.D.I.) - Io prima di tutto volevo, no, no, forse lo dice lei, era rimasto sospeso il capitolo da indicare: è 754 sull'allegato. La parola all'Assessore Benzo.
Benzo (D.P.) - Brevemente, per quanto riguarda le domande poste dal Consigliere Fosson, ribadisco innanzi tutto che la legge nazionale è uscita il 30 dicembre 1971, quindi non ne possiamo niente. Anzi, ben lieti che lo Stato ci abbia dato queste cinquantamila lire, quando era stata presentata questa. Ma non solo, ma la legge nazionale era, è già molto più estensiva di quella presentata dai Consiglieri della D.C. perché, appunto recita il titolo III della legge: "corresponsione di un assegno di natalità alle coltivatrici dirette, alle lavoratrici artigiane e alle lavoratrici esercenti attività commerciali". Quindi, signori, è una risposta che do direttamente anche al Consigliere Fosson.
Sono tutti quelli che sono assistiti dalla Cassa mutua commercianti, questo è pacifico, perché qui sarebbe forse opportuna una piccola precisazione ancora. Abbiamo tre categorie di lavoratori: i lavoratori dipendenti che hanno un loro sistema previdenziale, i lavoratori autonomi che sono soggetti a un certo nucleo di leggi e poi, per quanto diceva il Consigliere Dolchi, logicamente c'è la categoria delle casalinghe, che è ancora a sé stante. Però va approfondito lo studio perché necessita di una indagine approfondita; ha ben accennato a una casistica, perché bisognerà sapere quante sono. Mentre, per le esercenti attività di coltivatrici dirette, lavoratrici artigiane e attività commerciali, noi le conosciamo in quanto sono iscritte alle Casse mutue. Per le altre non abbiamo precisato; vorrà dire che, quando ci saranno questi dati, si potrà prendere anche in esame quel nuovo intervento anche a favore di questa categoria particolare.
Come ripeto, è la legge nazionale stessa che prevede; questa è una legge di integrazione e di adeguamento alla legge nazionale.
Fosson (U.V.) - La risposta che ha dato l'Assessore Benzo non mi soddisfa assolutamente perché, se la legge nazionale prevede di dare le cinquantamila lire a tutte quelle categorie, ha stabilito quelle categorie e buona notte. Noi facciamo un'integrazione, una liberalità che noi facciamo, un'integrazione, una liberalità che noi facciamo, mentre siamo perfettamente d'accordo di darle alle lavoratrici che sono delle coltivatrici, per tutte le ragioni che non sto a spiegare e che sono presenti a tutti noi; e siamo perfettamente d'accordo, siamo perfettamente d'accordo se dobbiamo classificare anche una parte degli artigiani a una parte dei commercianti. Ma io dico, e mi permetto di richiamare, che non è socialità o giustizia sociale quando noi diamo, integriamo con i fondi della Regione, a delle categorie che sono benestanti... Quindi, o c'è una differenza, in base al reddito, o cosa, allora è un conto; qui sono cinque milioni per questo cose, ma noi diamo l'assistenza farmaceutica così, indiscriminata a tutti e, quindi, daremo, e non voglio fare dei nomi, ma daremo ai fatti, daremo a tutti gli altri, daremo... sì, signori, perché sono esercenti attività artigiane, sono esercenti attività commerciali, non dipendenti da attività commerciali, e non sono piccoli, no signore, non c'è limite... (voce) ...che limite? Dove? No, ma come c'è un limite. No, praticamente, in base al reddito c'è un versamento e, quindi...
Ma, ad ogni modo, bisogna fare una distinzione, perché il reddito di due milioni, in aziende commerciali, intendeteci, è corrispondente a un reddito di dieci milioni per lavoro dipendente.
E, quindi, a un certo momento, per gli operai, gli operai della Cogne, una cosa e l'altra pagano fior di quattrini per avere l'assistenza farmaceutica e pagano anche loro una quota molto forte e gli altri; noi diamo una integrazione così, a titolo gratuito, per nostro conto.
Quindi, non parlo tanto di questo, perché mi riservo di vedere, ma certo che facciamo una questione giusta. Lo richiamo solo l'attenzione del Consiglio su questo, e poi si faccia pure quello che si vuole e buona notte.
È inutile poi, a un certo momento, di venire, sentire tuonare da parte fanno delle agevolazioni in un senso o nell'altro.
Balestri (P.S.I.) - Io volevo chiedere... precisato appunto per i commercianti l'appartenenza alla Cassa mutua, quale era il loro; però volevo fare anche un'altra considerazione, visto che si sta discutendo tanto su questo. Pensiamo che stiamo andando a destra e, quindi, si ritorna verso il vecchio regime che incrementare questi reparti è anche...
Benzo (D.P.) - Una veloce precisazione al Consigliere Fosson. Premesso che ho visto che preso atto della questione che la legge stessa prevede questo agganciamento alla Cassa mutua, però non condivido per niente quel suo concetto di socialità...
Montesano (P.S.D.I.) - Un po' di silenzio, per favore...
Benzo (D.P.) - In quanto sono due gli aspetti che investono una giustizia sociale distributiva: una è quella di dare a tutti i cittadini, indifferentemente, ciò che uno Stato civile può dare di erogazione di servizi; un altro conto è che tutti i cittadini paghino quanto devono pagare allo Stato, per avere questi servizi. Questo è il concetto di socialità.
Quindi, non mescoliamo le cose; per quanto riguarda, invece, la categoria proprio che li sottolinea, mi permetto di dire che, invece, riteniamo noi come Giunta che, proprio per l'alto numero del tipo di ambulanti che ci sono, ed è una categoria in cui le lavoratrici di questo settore veramente faticano e fanno una grossa fatica, e ce ne sono poi anche altre, è necessario avere questa globalità...
Montesano (P.S.D.I.) - Allora, considerate le dichiarazioni del Consigliere Bordon, si passa alla votazione dell'oggetto numero...
Lustrissy (D.P.) - Avevo chiesto la parola... Bisogna chiarire che è un problema di legge e mi permetto di chiarire in quanto la legge sta... l'Assessore Arbaney chiedeva che la legge entrasse in vigore retroattivamente. La legge non può entrare in vigore retroattivamente, ma entra in vigore dal giorno della pubblicazione.
Il provvedimento può avere efficacia retroattiva e allora si può, modificando un altro articolo, chiedere che il provvedimento abbia efficacia retroattiva, cioè la decorrenza del provvedimento nazionale.
Montesano (P.S.D.I.) - Adesso il concetto bisogna formularlo, bisogna inserirlo.
(voci)
Benzo (D.P.) - Al numero 2: alle coltivatrici dirette, alle lavoratrici artigiane, alle lavoratrici esercenti attività commerciali di cui, rispettivamente, alle leggi 22 novembre 1954, 28 dicembre 1956, 27 novembre 1960, residenti in Valle d'Aosta, è concesso, in caso di... aborto spontaneo... un assegno integrativo regionale, una volta tanto, nella misura di trentamila a partire dal 1° luglio 1972.
Montesano (P.S.D.I.) - La parola al Consigliere Savioz, al quale chiedo scusa perché io avevo saltato il suo nome, qui nell'elenco.
Savioz (P.C.I.) - I provvedimenti che sono previsti da questa legge qui, noi possiamo anche essere d'accordo su questa necessità di venire incontro alle lavoratrici madri casalinghe, cioè coltivatrici dirette, ecc. Però non va dimenticati che tutti questi provvedimenti spezzettati così, una volta per una categoria, una volta per un'altra categoria, un'altra volta per un'altra categoria, finiscono poi per fare delle discriminazioni. Tant'è vero che si dice, e vorrei chiarire a Bordon la questione: noi abbiamo sollevato la questione delle casalinghe e non intendiamo parlare di casalinghe mescolando la questione delle casalinghe con le persone di servizio, perché le nuove disposizioni governative dell'assicurazione, ecc., vanno a favore di quelle donne che prestano servizio a ora, o a giorni, o a settimane, o a mese, che prima non erano contemplate. Ma la casalinga, la vera casalinga non ha niente. Ecco il problema che si pone.
Quindi, il problema sollevato dal nostro capo Gruppo è un problema di giustizia, è un problema di socialità, e noi, naturalmente, non demorderemo da questa posizione perché, se vogliamo andare incontro a coloro che hanno bisogno, e allora, signori, dobbiamo esaminare attentamente anche il problema delle casalinghe. Però, certamente bisogna stare molto attenti e vedere quelli che sono i redditi della famiglia. Su questo punto qu credo che le assicurazioni date dall'Assessore chiudano un po' il problema sollevato, giustamente, dal nostro collega Fosson perché, se noi diamo l'assistenza a quei commercianti, io non vorrei neanche più parlare a quei commercianti, io dico alle persone che hanno un certo reddito, e le inglobo tutte dentro dal primo all'ultimo, non si deve dare l'assistenza con il denaro pubblico.
È logico: l'assistenza deve essere data a quelli che ne hanno veramente bisogno, a quelli che sono in condizioni di non poter sopperire da esse medesime alle necessità della vita, perché allora l'assistenza diventa un qualche cosa di più delle elemosine che facciamo fino a oggi, come sistema sociale; perché molte volte si parla di assistenza ma non è assistenza, è una misura di mendicità da parte di chi la riceve, e una misura di ingiustizia da parte di chi la dà.
Quindi, il problema che si pone per la nostra Regione, come per tutto il resto del nostro Paese, è quello di arrivare al dunque, su una questione così delicata. Quindi, io vado un po' fuori da quella che è la presentazione di questa legge, e avrei tanto voluto vedere finalmente un progetto che conglobasse un po' tutte le questioni, perché qui siamo ancora in via di creare delle altre discriminazioni, anche cercando di fare il bene, però non è una questione di soluzione. Ritorno ancora sul problema delle casalinghe e vorrei sentire una assicurazione in merito.
Benzo (D.P.) - Ho già espresso, Consigliere Savioz, rispondendo a Dolchi; l'assicurazione è questa. Certamente, anche questa è una categoria che va esaminata, ma approfondita mediante un'indagine perché, mentre per le altre categorie noi conosciamo esattamente il numero, perché sono collegate alle Casse mutue, in questo caso non abbiamo i dati e, quindi, approfondiremo la casistica.
Montesano (P.S.D.I.) - Allora si passa alla votazione articolo per articolo dell'oggetto n. 34. Guardi Consigliere Fosson, non si può intervenire più di due volte. La dichiarazione di voto, va bene.
Fosson (U.V.) - Io chiedo scusa ma a un certo momento, voglio fare una dichiarazione di voto. Perché mentre per una parte sono perfettamente d'accordo, quindi, io voterò a favore di questo provvedimento, però prendendo atto, particolarmente, che c'è un limite nell'erogazione. Qui è di poco conto, per questo articolo qui, è maggiore per l'altro, che 'è una limitazione di reddito per le altre due categorie. Pur riconoscendo che questa limitazione di reddito sposta il problema completamente verso le altre categorie ma, ad ogni modo, la legge, prendo atto che la legge nazionale, che io non conosco in questo momento, prendo atto delle dichiarazioni dell'Assessore che c'è un limite di reddito e, in base a questo, io voto a favore. Però restano chiare tutte le riserve che ho fatto prima perché sono, credo, fondate.
Montesano (P.S.D.I.) - Altre dichiarazioni? Non ce n'è.
Allora si passa alla votazione.
Articolo 1: il Consiglio approva.
Articolo 2: il Consiglio approva.
Articolo 3: il Consiglio approva.
Articolo 4: il Consiglio approva.
Articolo 5: il Consiglio approva.
Articolo 6: il Consiglio approva.
(voci)
Quindi, andiamo avanti per queste leggi qui, poi...
Oh, io vi annuncio che, per ragioni luttuose mie, nel pomeriggio io non ci sono; quindi, lascerò la presidenza al Vice Presidente Siggia.
Risultato della votazione: presenti: 28; votanti: 28; maggioranza: 15; favorevoli: 26, contrari: 2.
Il Consiglio approva.
Allora, si passa all'oggetto n. 26, la quale dovrebbe essere abbinata al 37.
Ecco, dia lettura.