Trascrizione informale del dibattito dell'aula

Oggetto del Consiglio n. 209 del 29 luglio 1972 - Resoconto

OGGETTO N. 209/72 - Legge regionale concernente: "Provvidenze per il miglioramento e l'incremento delle produzioni agricole pregiate - Modificazioni alla legge regionale 25 febbraio 1964, n. 2".

Maquignaz (D.P.) - È un progetto di legge che era stato inviato nel gennaio '71 a Bruxelles e di cui adesso è arrivato il parere favorevole. Il provvedimento intende aumentare dal trentatré al cinquanta percento il contributo per i nuovi impianti dei vigneti, dal quindici al venticinque percento le spese per il riordino dei vigneti esistenti.

Per quanto riguarda, invece, le superfici maggiori superiori a tremila metri è previsto di ammettere a contributo anche le spese per tutti i movimenti di terra che si rendono necessari. Abbiamo visto il lavoro che è stato effettuato dai canonici della Scuola di Agricoltura sopra Aosta e ci sembra una soluzione da tenere conto. Mi pare che sia proprio utile anche per il fatto che, sistemando opportunamente i terreni, c'è la possibilità di utilizzare meglio le macchine agricole. Quindi, abbiamo cercato per le superfici, come dicevo prima, superiori ai tremila metri, di ammettere a contributo anche queste spese per i movimenti di terra.

Si prevede pure il contributo del cinquanta per cento per quanto riguarda l'impianto e per... che si riferisce alla produzione delle patate da semina. Noi sappiamo che dobbiamo prendere le patate da semina fuori Valle e non sempre siamo soddisfatti delle qualità che ci arrivano, perciò, se noi potessimo avere degli agricoltori che intendono fare queste produzioni di patate da semina, potremo avere maggiori garanzie con delle varietà più sicure e più controllabili.

A nostro avviso potrebbe essere una soluzione. Anche se, in questo momento, non abbiamo delle domande in tal senso ma penso che con il provvedimento approvato potremmo invogliare proprio gli agricoltori a fare queste coltivazioni. Vorrei solo aggiungere che le modificazioni che sono state proposte in sede di Commissione dell'Agricoltura sono già inserite nel testo di legge.

Bancod (U.V.) - Credo che questo sia un giusto riconoscimento che dà finalmente un po' più di ossigeno a una categoria che, praticamente, conosce solo sacrifici ma che, nel complesso della nostra economia, ha una importanza primaria. Attualmente vi sono molti progetti di impianti e vari lavori di vigneti o altro fermi a causa dei forti aumenti sia della manodopera che dei materiali; bisognerebbe, quindi, sbloccare questa situazione rivedendo anche i progetti che non si sono potuti realizzare. Gli aumenti proposti sono buoni a condizione, però, che la somma ammessa sia valutata sul reale costo sia dei materiali che della manodopera, non come veniva fatto prima che stabilivamo un prezzo e poi in effetti era tutto un altro. L'ammontare di tremila lire al metro quadrato per ottener il contributo, a mio avviso, bisognerebbe, sembrerebbe eccessivo, poiché lascerebbe fuori piccoli agricoltori.

Fosson (U.V.) - Je serai très court parce que, pratiquement, il a déjà expliqué l'Assesseur Maquignaz, mais je voudrais expliquer un instant les variations que nous avons portées comme Commission Agriculture. Nous avons examiné à fond les différentes questions qui nous ont été soumises; ici il s'agit encore d'une modification à la loi du '62 et il y a des modifications à la loi du '62 avec l'élévation de certains pourcentages avec l'élimination de certaines autres questions mais, en tout cas, à l'article 1 - il sera l'Assesseur qu'il pourra donner réponse à ce qui demandait le Conseiller Bancod - nous avons voulu ajouter les murs de soutient, parce que nous sommes partis de ce principe, nous admis, nous avions discuté s'il était bien de mettre le trois mille mètres ou les deux mille cinq cent, qui soit bien clair que les trois mille mètres et deux mille cinq cent entrent en jeu pour avoir une contribution supérieure; c'est-à-dire pour avoir aussi les dépenses de ceux qui sont les mouvements de terre. Parce que, sans quoi même s'il ta une partie inférieure aux trois mille mètres, on donne quand même une contribution pour tout ce qui est l'implantation des vignobles; mais la question des trois mille mètres puis, en tous cas, l'Assesseur pourra le rectifier la question des trois mille mètres, qu'on avait même proposé de le réduire à deux mille cinq cent mètres, mais nous avons pas fait une question sur ceci, il s'agit des mouvements de terre, parce que, s'il est possible de remanier certaines parcelles comme a été fait dans certains cas, effectivement avec des machines d'une certaine puissance, on crée des parcelles plus rentables, que pas d'autres petites parcelles. Mais, tout de même, comme dans certaines zones de la Vallée où la pente est très forte, ceci est possible de le faire et, alors, il serait avantagé vis-à-vis de ces autres positions de la Vallée où il y a toutes terrasses et que, dans certains cas, si la pente n'est pas trop raide, on peut éliminer éventuellement une certaine partie du mur et faire une parcelle seule avec des mouvements de terre et faire un grand mur au fond; tandis que, dans d'autres endroits et, si nous prenons plusieurs zones de la basse Vallée ou nous prenons la zone haute de l'Enver, une zone, dans quelque partie, de torrette ou de quoi, pratiquement les mur de terrassement comme a été fait déjà dans les anciens temps, il faut encore les faire si on veut pouvoir cultiver la vigne dans ces zones, si la pente est trop raide. Et alors, voilà que nous avons voulu inclure, et la Commission a été unanime de mettre compris les murs de soutien quand ils sont nécessaires parce que, tout de même, nous ne pouvons pas faire des modifications à une loi, ou penser à une loi qui soit taxative, quand elle ne peut pas être appliquée dans toutes les parties de la Vallée.

Voilà, ceci c'est la première question. Nous l'avons discutée, nous sommes restées d'accord, l'Assesseur il est parfaitement d'accord.

Et puis il y a une petite différence sur la question des pépinières, où nous avons retenu de faire une différence, et nous venait proposé un pourcentage unique pour les pépinières. Nous avons retenu de baisser légèrement le pourcentage quand la pépinière est conduite individuellement et, au lieu d'augmenter le pourcentage quand la pépinière est d'un consorce, d'une coopérative ou d'organisation reconnue de façon ici, aussi il y ait une certaine poussée vers la coopération.

Voilà, ceux-ci sont les choses qui nous avons discuté, que nous avons proposé comme changement et ont été accueillies. Donc, nous sommes favorables.

Montesano (P.S.D.I.) - La parola al Consigliere Tonino.

Tonino (P.C.I.) - Io sono favorevole a questo provvedimento, però ho anch'io delle obiezioni da fare per quanto riguarda il contributo previsto per l'impiantamento di vigneti non inferiori ai tremila metri quadrati, perché è difficile trovare un proprietario che voglia ampliare il suo vigneto e che abbai una consistenza di terreno così, ai confini dei vigneti già esistenti.

Ora, vorrei chiedere all'Assessore se è possibile più proprietari assieme che formano tremila... se è possibile, questo allora è risolto.

Maquignaz (D.P.) - Io vorrei solo precisare questo: che l'articolo 1, e l'aveva già anche detto il Vice Presidente Fosson, per quanto riguarda il nuovo impianto non pone nessun limite di superficie. Per quanto riguarda il contributo del cinquanta per cento, non c'è nessun limite. I tremila metri li abbiamo fissati e stabiliti solo per quei lavori di movimento di terra dove questo è possibile naturalmente con l'aggiunta proposta in Commissione "compresi i muri di terrazzamento ove necessari". Questo si riferisce solo ai grossi lavori di modificazione del terreno per consentire una migliore utilizzazione.

Quindi, avendo inserito anche "compresi i muri di terrazzamento" abbiamo ritenuto opportuno di mantenere i tremila metri, tanto più che questo è possibile, i tremila metri, costituito da uno o più appezzamenti anche non contigui e, per di più, non solo del privato, ma anche mettendosi insieme alcuni proprietari.

Quindi, mi pare che non ci siano difficoltà a questo riguardo.

Per quanto riguarda, invece, le osservazioni fatte dal Consigliere Bancod, sono d'accordo sulla prima parte, cioè la spesa ammissibile.

Mi rendo conto che la spesa ammissibile va aggiornata tenendo conto dei reali costi e noi certe volte ci trovavamo un po' ancorati, invece, a quei massimali che, invece, a mio avviso dobbiamo modificarli e adeguarli a quelli che sono effettivamente i costi.

Quindi, concordo sulla prima osservazione; per la seconda parte dei tremila metri, credo di aver chiarito che non ci sono equivoci. Quindi, pregherei di mantenere quella superficie.

Manganoni (P.C.I.) - Non entro in discussione sui vigneti, con cui concordo, sulla frutticultura, vorrei attirare l'attenzione dell'Assessore su un fatto.

Io ho visitato l'Emilia e il Trentino-Alto Adige, dove vi è una coltivazione di frutta razionale, con dei mezzi meccanici, vaporizzatori, per la raccolta della frutta, che noi a parte che neanche immaginiamo, ma non sarebbe possibile attuare da noi, perché i terreni sono pendenti.

Allora, conviene a noi incoraggiare, invogliare lo sviluppo dei frutteti, quando sappiamo poi le conseguenze?

Noi vediamo la fine che fa la frutta. Lasciamo perdere l'anno scorso che non ce n'era, ma negli anni in cui c'è una certa produzione, che poi in primavera noi vediamo nelle concimaie, girando nei paesi dove vi è la produzione di frutta, ci sono più mele marce che non concime, che non letame, pardon.

Allora, è questo l'interrogativo che io mi ponevo. Mentre per la questione della vigna, della viticultura, ma la questione della frutticoltura, ci conviene a noi incoraggiarli, invogliarli e poi dopo, quando hanno affrontato tutte queste spese, questo lavoro, ecc., e poi succede come nel passato che non riescono a venderli?

Io essendo un po' perplesso su questo, è una domanda che volevo porre all'Assessore.

Bordon (D.C.) - Io vorrei anche, eventualmente, fare un po' di polemica su questa legge, però cerco di evitarla per non essere proprio quello che dà fuoco alle polveri e che guarda questa atmosfera così serena e, quindi, continuiamo pure su questa strada.

Molte cose io avrei voluto aggiungere e, forse, anche criticare a porto, su questa legge. Ma per esempio, l'osservazione fatta adesso adesso dal Consigliere Manganoni, che era una di quelle che ci siamo poste, non ci preoccupano, perché noi siamo del parere che non invogliamo nessuno con questo. C'è sulla carta questo provvedimento, ma noi vediamo, giustamente come dicevi tu prima, che le piantagioni di mele, in modo particolare in questo momento, trovano delle difficoltà ad andare avanti, perché ne troviamo tante di marce nei letamai. Ne troviamo tante di marce nei letamai, perché non c'è più nessuno che possa venirle a curare, perché difficoltà di potatura, sempre per motivi di manodopera, credo che su questo acconsenti, perché non è questione di polemica, è questione di realtà. Triste realtà, ma non basta. Oltre alle difficoltà di potatura, e parliamo per esperienza, perché quattro piante in case le abbiamo tutti, oltre alle difficoltà di potatura, bisogna trovare un elemento che abbia una certa conoscenza, e io penso che molti dei nostri agricoltori ce l'hanno, ma se noi la vogliamo fare su una scala un po' larga che sia rentable, a un certo momento bisognerebbe avere effettivamente anche uno che ci aiuti. Ma c'è un altro problema, quello di dare i liquidi, di dare i disinfettanti, ecc. Adesso mi sfugge il nome, in questo momento, quindi tutte osservazioni che io so che voi conoscete meglio di me, e tutte queste cose le avete prese in considerazione. Quindi, io penso che questa legge, che ha del buono, indubbiamente, guai se non fosse così e migliorativa; quindi noi, anche come coltivatori diretti, penso, con Albaney la stessa cosa, lo approviamo al cento per cento. Tutto quello che migliora, tutto quello che vien fuori, io mi permetto, e questa è un'osservazione che ha già fatto anche Manganoni, ma l'ho fatta prima io il 14 luglio, se non sbaglio, una sommessa protesta all'amico Maquignaz, perché io non avrei mandato questo alla CEE prima di aver sentito il Consiglio. Perché questa proposta di legge tu l'hai mandata via direttamente, mi sembra prima che il Consiglio venisse interessato, tant'è che viene portato oggi. Ora, io ho sentito ieri una lunga discussione fatta su determinate proposte, se non sbaglio che sono passate alla Commissione, ecc. E non è una questione di discussione, però, francamente, uno adesso volesse fare delle osservazioni, questo progetto di legge è andato alla CEE. Adesso la CEE ha già richiesto un sacco di notizie, gli si diceva... però, noi oggi volessimo fare delle modificazioni a questa legge, probabilmente andremmo a ritardare l'iter di questa legge perché, così come l'abbiamo mandata, come l'hanno mandata, là la stanno esaminando; apporteranno le dovute correzioni e, quindi, tanto vale aspettare e vediamo quello che viene, con l'augurio che sia approvata così. E nel caso poi che ci fossero delle aggiunte da fare, vuol dire che questo lo abbiamo già e poi porteremo avanti altre discussioni. Però a me sembra che sarebbe stato bene, sempre che io non sia in torto, e che non me lo ricordi, perché molte volte le lacune ci sono, ma a me sembra che questa legge essendoci stata portata oggi, ed essendo stata mandata prima, io avrei voluti prima la discussione in Consiglio, poi averla mandata alla CEE.

Io penso che l'Assessore mi si giustificherà facilmente perché avrà i suoi motivi, giusti perché se non, in caso contrario, sarebbe anche una mancanza di rispetto verso il Consiglio.

Montesano (P.S.D.I.) - Nessun altro intervento?

La parola all'Assessore Maquignaz.

Maquignaz (D.P.) - Vorrei tranquillizzare il Consigliere Magnanoni, circa i problemi della frutticultura.

Ci pensano già i regolamenti comunitari.

Al marzo del 1973, nessun intervento sarà più possibile per il settore della frutticoltura, quindi noi ci siamo battuti per avere l'approvazione della legge; però sappiamo che, effettivamente per il problema della frutticoltura, a parte il fatto che avevamo pochissime domande fino adesso, perché noi abbiamo voluto salvare il provvedimento perché è la viticoltura che ci stava a cuore.

Quindi, l'abbiamo conservato così, abbiamo accettato anche le osservazioni; però era il problema della viticoltura, quello dei vivai, e quello delle patate da semina, era quello il problema. Le ragioni per cui abbiamo cercato di difendere il provvedimento così come era stato presentato.

Però, le norme comunitarie sono chiare e, quando sono approvate dagli Stati membri, sono legge, e quindi lì non possiamo sfuggire a questo problema. Anche se ci siamo battuti sempre per avere delle norme differenziate per le zone di montagna, e questo discorso mi pare che adesso è stato recepito, comunque non ci sono ancora direttive in tal senso ma verranno prese quanto prima. Quindi, noi ci battiamo presso la Comunità economica europea per avere delle norme differenziate per le zone di montagna; comunque, non possiamo andare contro le direttive in corso in quanto che è legge, quando è approvata da tutti gli stati membri.

Per quanto riguarda, invece, il problema sollevato da Bordon sull'opportunità di inviare il provvedimento a Bruxelles dopo l'esame del Consiglio, è quanto noi avevamo fatto prima, solo che siamo stati richiamati all'ordine perché, naturalmente, le disposizioni comunitarie sono diverse. L'articolo 3 del Trattato di Roma: "alla Commissione sono comunicati, in tempo utile perché presenti le sue osservazioni, i progetti" - non le leggi - "i progetti diretti a istituire o modificare gli aiuti; se ritiene che un progetto non sia compatibile con il Mercato comune a norma dell'articolo 92 la Commissione inizia senza indugio la procedura prevista dal paragrafo precedente, lo Stato membro interessato non può dare esecuzione alle misure progettate prima di tale procedura".

Abbiamo avuto una lettera, un richiamo, dove naturalmente ci si fa presente che la Corte Costituzionale, con sentenza numero 49 del 4 aprile 1963, pronunciando su un ricorso della Regione siciliana relativo all'impugnatura da parte del Commissario dello Stato di una legge regionale siciliana, ha avuto occasione di dichiarare il principio, da valere in via generale, che le Regioni sono tenute ad osservare le prescrizioni sostanziali e formali contenute nel Trattato di Roma istituito dalla Comunità economica europea che stabilisce testualmente: "alla Commissione sono comunicati, in tempo utile perché presenti le sue osservazioni, i progetti" - sottolineato - "diretti a istituire modificazioni di aiuti".

"Per evitare, ed in caso di inosservanza, che i rappresentanti dello Stato siano costretti ad impugnare i provvedimenti legislativi contrastanti con gli obblighi internazionali, si richiama l'attenzione della signoria vostra illustrissima sulla necessità di osservare il sopracitato Trattato di Roma pregando di attenersi particolarmente all'obbligo della comunicazione preventiva alla CEE in modo tempestivo, appena cioè siano presentati i disegni o proposte di legge che contengono norme previste dal Trattato di Roma".

Quindi, se noi prima passavamo al Consiglio i progetti, oggi non è più consentito. Possiamo farlo, nessuno ci impedisce, però naturalmente la prassi da seguire è questa.

Bordon (D.C.) - Non è tanto una discussione di stato, perché fa ridere; quindi, soltanto io chiedo questo: questo progetto, in altre parole, che va benissimo, perché quello che è stato fatto fate pure! La discussione mia verte su questo: noi questo progetto che abbiamo mandato alla CEE, chi l'ha tirato giù questo progetto? Chi l'ha redatto? Chi lo ha studiato? L'Assessore mi risponde la Giunta e, probabilmente, è passato alla Commissione agricoltura. Ecco, la mia osservazione è solo su questo; io ritengo che anche il progetto, o meglio non anche, il progetto debba essere discusso in Consiglio, perché quando domani io debba discutere in Consiglio la legge, perché è già ritornato il progetto laggiù, altro discorso, ma io trovo non giusto che il Consiglio sia tagliato fuori dalla discussione del progetto. Perché mi sembra - posso sbagliare - mi sembra che, arrivati a un certo momento, il Consiglio venga messo di fronte ad una decisione già presa dalla CEE. Presa su che cosa? Su un progetto presentato dalla Giunta e dalla Commissione.

Ora, io tutto il rispetto per la Giunta, tutto il rispetto per la Commissione che, tanto più dovrebbe rappresentare quasi tutto il Consiglio. Però, siccome la Commissione ha solo parere consultivo, io ritengo che il progetto dovrebbe essere portato in Consiglio.

Ripeto: se questo può creare delle difficoltà, naturalmente ci dobbiamo rinunciare per forza; ma io ritengo che il progetto possa, perché io non mando un disegno oggi di legge approvato dal Consiglio, ma bensì un progetto. Quindi, il progetto che la Giunta e la Commissione hanno studiato viene portato in Consiglio, il Consiglio esprime il suo parere. Oggi come oggi, noi volessimo fare delle osservazioni, forse non è il caso, non le possiamo più fare perché sì, perché tanto che cosa serve di fare delle modifiche oggi quando poi domani, mandando questo progetto modificato difformemente di quello che ha esaminato la CEE, non possiamo andare avanti più, bisogna aspettare quello che viene?

Ora, io chiedo proprio questo: se ci sono delle difficoltà, come giustamente tu hai prospettato, che sono importanti, dirimenti di fronte ad una decisione della CEE benissimo; ma se no io chiederei che il progetto venga portato in Consiglio in casi simili.

Maquignaz (D.P.) - Non è mica vero che non possiamo più apportare alcuna modificazione, lo prova il fatto che la Commissione dell'agricoltura ha suggerito delle modificazioni che noi abbiamo accolto e in Consiglio si possono fare tutte le osservazioni. Se il provvedimento viene cambiato sostanzialmente, allora deve necessariamente ritornare a Bruxelles. Se, invece, sono delle piccole modificazioni, perché il parere di Bruxelles è quello che questo intervento non deve contrastare con le norme comunitarie; stabilito che questo provvedimento non contrasta, e ce lo hanno detto, le piccole modificazioni le possiamo fare e noi non lo mandiamo mica a Bruxelles per il fatto che abbiamo modificato alcune percentuali.

Quindi, non è che siamo legati, cioè, la prassi da seguire è questa, lo sappiamo che è quella di mandare preventivamente, per sapere se questo provvedimento è ammissibile o meno. Per quanto riguarda invece le piccole modificazioni le possiamo sempre apportare.

Montesano (P.S.D.I.) - Cari signori, eh no, non si può continuare così.

Bordon (D.C.) - ... è questione di comprensione sulle modifiche che tu ritieni sostanziali o no, grazie.

Montesano (P.S.D.I.) - Guardate cari Consiglieri, cari colleghi, ci sono ancora, dobbiamo arrivare alla meta che è il numero 46. Quindi, perciò, siccome hanno espresso parecchi l'intenzione di chiudere il Consiglio anche andando avanti un po' nelle ore antimeridiane, quindi io raccomando a tutti un po' le considerazioni.

Passiamo alla votazione della legge.

Articolo 1: il Consiglio approva;

Articolo 2: il Consiglio approva;

Articolo 3: il Consiglio approva;

Articolo 4: il Consiglio approva.

Votazione a scrutinio segreto. Risultato della votazione: presenti 27, votanti 27, maggioranza 14, favorevoli 24, contrari 3. Il Consiglio approva.