Oggetto del Consiglio n. 2310 del 23 novembre 2006 - Resoconto
OGGETTO N. 2310/XII - Disegno di legge: "Interventi della Regione autonoma Valle d'Aosta a sostegno della previdenza complementare ed integrativa e di iniziative di natura assistenziale".
Articolo 1
(Finalità e oggetto)
1. In attuazione del combinato disposto degli articoli 3, comma primo, lettere h) ed i), della legge costituzionale 26 febbraio 1948, n. 4 (Statuto speciale per la Valle d'Aosta), 117, comma terzo, della Costituzione, e 10 della legge costituzionale 18 ottobre 2001, n. 3 (Modifiche al titolo V della parte seconda della Costituzione), e nel rispetto di quanto stabilito dai decreti legislativi 28 dicembre 1989, n. 430 (Norme di attuazione dello statuto speciale per la regione Valle d'Aosta in materia di previdenza ed assicurazioni sociali), come modificato dal decreto legislativo 24 aprile 2006, n. 197 (Norme di attuazione dello statuto speciale della regione autonoma Valle d'Aosta/Vallée d'Aoste in materia di previdenza complementare), e 24 aprile 2006, n. 208 (Norme di attuazione dello statuto speciale della regione autonoma Valle d'Aosta/Vallée d'Aoste in materia di contributi per la copertura di oneri sanitari ed assistenziali), la Regione, con la presente legge, si propone di fornire maggiore sicurezza economica e benessere alle persone fisiche che risiedono nella regione o che ivi esercitano la loro attività lavorativa e professionale come dipendenti, pubblici o privati, ovvero in forma autonoma.
2. Per le finalità di cui al comma 1, la Regione interviene promuovendo e tutelando:
a) l'adesione a forme pensionistiche complementari;
b) l'adesione a ogni altro strumento previdenziale a favore delle persone fisiche prive di coperture pensionistiche complementari;
c) iniziative di natura assistenziale.
3. In conformità a quanto previsto dalla normativa statale vigente, la Regione può, inoltre, promuovere e istituire forme pensionistiche complementari a base territoriale regionale.
Articolo 2
(Coinvolgimento delle parti sociali)
1. Al fine di assicurare il pieno perseguimento delle finalità di cui alla presente legge, la Regione garantisce e rende attiva la partecipazione degli organismi associativi e di rappresentanza dei lavoratori e dei datori di lavoro operanti nel territorio regionale.
Articolo 3
(Attuazione)
1. Per l'attuazione delle finalità di cui alla presente legge, la Regione si avvale di Servizi previdenziali Valle d'Aosta S.p.A., costituita ai sensi dell'articolo 3, comma 2, della legge regionale 26 giugno 1997, n. 22 (Interventi per promuovere e sostenere i fondi pensione a base territoriale regionale), di seguito denominata Società, la quale è tenuta ad operare con la diligenza del mandatario.
2. I rapporti tra la Regione e la Società sono regolati da appositi disciplinari, approvati con deliberazione della Giunta regionale.
3. Le forme pensionistiche complementari a base territoriale regionale possono avvalersi direttamente, sulla base dei criteri stabiliti con deliberazione della Giunta regionale, dei servizi forniti dalla Società.
Articolo 4
(Soggetti aderenti alle forme pensionistiche complementari a base territoriale regionale)
1. Alle forme pensionistiche complementari a base territoriale regionale possono aderire:
a) coloro che risiedono nella regione o che ivi esercitano la loro attività lavorativa e professionale come dipendenti pubblici o privati, ovvero in forma autonoma, nonché i dipendenti di imprese che operano nel territorio regionale con unità operative stabili o che hanno sede legale nel territorio regionale;
b) il personale ispettivo, dirigente, docente ed educativo delle istituzioni scolastiche ed educative della regione;
c) il personale dipendente dall'Azienda regionale sanitaria USL della Valle d'Aosta;
d) i dipendenti statali e delle altre pubbliche amministrazioni operanti nel territorio regionale, secondo quanto previsto dalla relativa disciplina contrattuale.
2. In conformità ai principi di cui all'articolo 1, comma 2, lettera e), numeri 2), 3) e 4), della legge 23 agosto 2004, n. 243 (Norme in materia pensionistica e deleghe al Governo nel settore della previdenza pubblica, per il sostegno alla previdenza complementare e all'occupazione stabile e per il riordino degli enti di previdenza ed assistenza obbligatoria), ed in attuazione dell'articolo 8, comma 7, lettere a), b), numeri 1) e 2), e c), del decreto legislativo 5 dicembre 2005, n. 252 (Disciplina delle forme pensionistiche complementari), alle forme pensionistiche complementari a base territoriale regionale possono altresì aderire coloro che esplicitamente o tacitamente vi conferiscono il trattamento di fine rapporto o che aderiscono ad altri fondi pensione.
Articolo 5
(Interventi)
1. Per le finalità di cui alla presente legge, gli interventi regionali sono attuati in conformità ai seguenti principi:
a) devono essere destinati a fronteggiare le situazioni economiche e sociali più svantaggiate;
b) non possono superare, per ciascun soggetto beneficiario, una soglia massima;
c) deve essere tenuta in particolare considerazione la sussistenza di temporanee o permanenti situazioni di svantaggio, sia per quanto attiene alla posizione occupazionale dei beneficiari o degli appartenenti al loro nucleo familiare, sia per quanto attiene all'esistenza di motivate necessità assistenziali all'interno dei nuclei familiari medesimi.
2. Gli interventi regionali sono diretti a fornire:
a) garanzie agli iscritti in ordine alla salvaguardia del montante accumulato prima del pensionamento, nonché alla certezza dell'erogazione delle prestazioni previdenziali;
b) incentivi a sostegno dei versamenti contributivi a favore dei soggetti che si trovino in particolari situazioni di bisogno o difficoltà;
c) servizi amministrativi, contabili e logistici essenziali a costi ridotti;
d) incentivi di natura assistenziale a favore dei soggetti che si trovino in particolari situazioni di bisogno o difficoltà, anche mediante la garanzia di servizi amministrativi, contabili e logistici essenziali a costi ridotti.
3. La Giunta regionale è, altresì, autorizzata ad assumere, nei limiti delle risorse finanziarie disponibili, ogni ulteriore iniziativa atta a garantire sostegno, sotto il profilo amministrativo, contabile e logistico, alle persone fisiche che aderiscono alle forme pensionistiche complementari a base territoriale regionale.
Articolo 6
(Beneficiari degli interventi)
1. La Regione, per il tramite della Società, realizza gli interventi di cui all'articolo 5, comma 2, lettere a), b) e c), in favore di coloro che aderiscono ai fondi pensione di cui all'articolo 3 del decreto legislativo 21 aprile 1993, n. 124 (Disciplina delle forme pensionistiche complementari, a norma dell'articolo 3, comma 1, lettera v), della legge 23 ottobre 1992, n. 421), o alle forme pensionistiche complementari di cui all'articolo 3, comma 1, lettere a), b), c), d), e), f) e g), del d.lgs. 252/2005, o ad altri strumenti previdenziali costituiti a favore delle persone fisiche prive di coperture pensionistiche complementari e che, anche alternativamente:
a) risiedono nel territorio regionale;
b) nel territorio regionale esercitano in via prevalente la propria attività lavorativa e professionale;
c) sono dipendenti di imprese con unità operative stabili nel territorio regionale.
2. Gli interventi di cui all'articolo 5, comma 2, lettera d), da realizzarsi anche per il tramite della Società, sono destinati a favore di tutti coloro che risiedono nel territorio regionale.
Articolo 7
(Fondo di dotazione)
1. La Giunta regionale è autorizzata a costituire, nell'anno 2006, presso la Società, un apposito fondo di dotazione la cui consistenza iniziale è determinata in euro 3.000.000.
2. Le risorse del fondo e le rendite derivanti dal loro investimento operato dalla Società devono essere destinate:
a) al finanziamento degli interventi di cui all'articolo 5;
b) al pagamento degli oneri derivanti dalle attività svolte dalla Società per il perseguimento delle finalità di cui alla presente legge;
c) al pagamento di qualsiasi onere necessario al perseguimento delle finalità di cui alla presente legge.
3. Per gli anni successivi, il fondo è alimentato da eventuali stanziamenti appositamente iscritti nel bilancio regionale.
Articolo 8
(Rinvio)
1. La Giunta regionale, con proprie deliberazioni, definisce:
a) i criteri, le modalità di attuazione e l'oggetto specifico degli interventi di cui all'articolo 5, anche con riferimento agli ulteriori requisiti dei beneficiari dei medesimi;
b) ogni altro aspetto concernente il perseguimento delle finalità di cui alla presente legge.
2. Le deliberazioni di cui al comma 1 sono pubblicate nel Bollettino ufficiale della Regione.
Articolo 9
(Disposizioni finanziarie)
1. L'onere derivante dall'applicazione della presente legge è determinato in euro 3.000.000 per l'anno 2006.
2. L'onere di cui al comma 1 trova copertura nello stato di previsione della spesa del bilancio della Regione per l'anno finanziario 2006 e di quello pluriennale 2006/2008 nell'obiettivo programmatico 2.1.4.02. (Partecipazioni azionarie e conferimenti) e vi si provvede mediante riduzione di pari importo dello stanziamento iscritto al capitolo 69000 (Fondo globale per il finanziamento di spese correnti), dell'obiettivo programmatico 3.1. (Fondi globali) a valere sull'accantonamento previsto nell'allegato n. 1 al bilancio di previsione della Regione per l'anno 2006 e di quello pluriennale per gli anni 2006/2008 codice A.4. (Interventi a sostegno della previdenza complementare ed integrativa e di iniziative di natura assistenziale).
3. Per l'applicazione della presente legge, la Giunta regionale è autorizzata ad apportare, con propria deliberazione, su proposta dell'assessore regionale competente in materia di bilancio, le occorrenti variazioni di bilancio.
4. A decorrere dall'anno 2007, l'eventuale onere annuo a carico della Regione è determinato con legge finanziaria, ai sensi dell'articolo 19 della legge regionale 27 dicembre 1989, n. 90 (Norme in materia di bilancio e di contabilità generale della Regione Autonoma Valle d'Aosta).
Président - La parole au rapporteur, le Conseiller Vicquéry.
Vicquéry (UV) - Par la "réforme Dini" des retraites obligatoires - la loi n° 335/1995 -, qui s'était avérée nécessaire pour faire face aux nouvelles dynamiques démographiques (c'est-à-dire la baisse des naissances et l'allongement progressif de la vie humaine), un nouveau système de calcul des retraites a été introduit: le système rétributif est remplacé par le système contributif (c'est-à-dire montant des pensions égal au montant des cotisations) qui comportera une importante réduction du montant des pensions futures (il a été estimé qu'après 2020 la pension moyenne sera égale à environ 50% du salaire moyen perçu au cours de la vie active). Pour faire face à cette situation, la législation nationale prévoit des mesures visant à permettre la constitution de fonds de pension destinés à compléter les retraites obligatoires - décret législatif n° 124/1993 - financés par: d'un côté, les cotisations à la charge des employeurs et des travailleurs (en règle générale 1% + 1% ou plus du salaire brut) plus le versement de l'indemnité de départ (c'est-à-dire le TFR, "trattamento di fine rapporto"). À partir de ce moment-là les fonds de pension complémentaire ont cessé d'être uniquement une affaire pour les assurances et les banques pour devenir une question d'intérêt collectif à laquelle les administrations publiques ont commencé à consacrer leur attention pour éviter de devoir faire face dans le futur à un inévitable accroissement des coûts sociaux et économiques. La création d'un fonds de pension complémentaire limitant l'importante réduction du montant de la pension de base perçue par les générations futures permettra, en principe, d'éviter l'apparition de "nouveaux pauvres" qui devraient être pris en charge par les collectivités publiques et qui ne pourraient alimenter le système fiscal et la consommation.
Le décret législatif n° 252/2005 (c'est-à-dire le "décret Maroni") a réorganisé et réformé les dispositions en matière de fonds de pension complémentaire pour les travailleurs du secteur privé et a établi, entre autres, pour les travailleurs qui ne sont pas encore inscrits à des fonds de pension complémentaire un nouveau système de versement de l'indemnité de départ (TFR) aux fonds de pension (de façon volontaire ou par accord tacite) à compter du 1er janvier 2008, mais le décret loi 13 novembre 2006 n° 279 de l'État prévoit d'ailleurs d'avancer la mise en place de ce système au 1er janvier 2007.
Pour ce qui est du contexte régional, en Vallée d'Aoste, le processus de création d'un système régional de fonds de pension complémentaire a été engagé par la loi régionale n° 22/1997. En application de cette loi: la Région a été chargée de la promotion, du soutien et de la protection des fonds de pension régionaux et des dispositions ont été adoptées pour réglementer le fonctionnement des organes chargés de la gestion des fonds régionaux et les modalités d'adhésion auxdits fonds; la société à participation régionale "Servizi previdenziali VDA S.p.A." a été créée pour soutenir la création des fonds régionaux et pour fournir, quant à leur gestion, des conseils et une assistance administrative et comptable.
À l'heure actuelle, en Vallée d'Aoste, en sus des 2 fonds de pension d'entreprise préexistants - celui des salariés du Casino et le Fonds de pension relatif à l'indemnité pour l'enseignement du français perçue par les enseignants des écoles maternelles et élémentaires - et après un long processus de constitution et de mise en conformité avec la législation en vigueur, les fonds régionaux suivants sont devenus opérationnels: le premier c'est une caisse professionnelle, le "Fonds de cessation de fonctions du personnel de la Région autonome Vallée d'Aoste" (FCS), qui compte presque 2.550 adhérents et a un patrimoine de 58 millions d'euros; le deuxième c'est un fonds de retraite territorial, le "Fonds de pension complémentaire pour les salariés de la Région autonome Vallée d'Aoste" (FOPADIVA), destiné aux salariés du secteur public et privé, qui compte actuellement quelque 1.700 adhérents et a un patrimoine d'environ 2 millions d'euros. Au cours de l'année 2007 les 2 fonds ont l'intention d'engager un processus de fusion qui portera à la constitution d'un fonds régional unique pour tous les salariés du secteur public et privé afin d'assurer une plus grande efficacité de celui-ci et de réaliser des économies de gestion.
Quels sont les objectifs du projet de loi régionale n° 130? Au cours de ces dernières années le cadre de référence général s'est considérablement modifié, surtout suite à l'entrée en vigueur des décrets législatifs n° 197 du 24 avril 2006 et n° 208 de la même date, portant dispositions d'application du Statut. Avec la proposition de loi régionale examinée l'on entend mettre en place avant tout de nouveaux instruments réglementaires, organisationnels et financiers pour soutenir le système régional de pension complémentaire dans le nouveau contexte et pour rendre les fonds régionaux compétitifs avec les fonds professionnels nationaux; deuxièmement, une structure capable de garantir le développement du système régional de pension complémentaire dans ce nouveau contexte. L'élaboration d'un projet orienté en ce sens n'a été possible qu'après l'analyse de certains points fondamentaux tels que: le rôle fondamental de la Région pour ce qui est du soutien et de la garantie des fonds de retraite territoriaux; le soutien des structures organisationnelles et des professionnels œuvrant déjà sur le territoire; la pension complémentaire en tant qu'instrument fondamental de stabilisation socio-économique du système valdôtain: en effet, bien que comportant des frais pour la Région, elle pourra atténuer les effets des réformes des régimes de pension de base encore en vigueur; le maintien sur le territoire des ressources financières provenant des cotisations et de la contribution du TFR aux fonds de retraite.Le texte de cette proposition, intentionnellement générale vu la richesse de la réglementation de référence, qui a renvoyé la définition des questions concernant l'application et les détails aux futurs actes administratifs du Gouvernement régional, a développé les points suivants: la formalisation du besoin d'assurer une plus grande sécurité économique et un meilleur bien-être aux citoyens et aux travailleurs valdôtains grâce à la création d'instruments dans le domaine de la pension et de l'assistance; la nécessité d'œuvrer, dans une matière qui touche tout le système régional, par le biais des processus décisionnels dont toutes les parties sociales seraient protagonistes; le développement et la consolidation des formes de retraite complémentaires ayant une base territoriale régionale et l'augmentation du nombre de personnes pouvant y adhérer; l'introduction de mesures financières régionales destinées à tous ceux qui adhèrent aux formes de retraite supplémentaire et complémentaire et visant à soutenir les personnes les plus défavorisées; l'introduction de mesures régionales destinées à réaliser des initiatives dans le domaine de l'assistance en faveur des résidents en Vallée d'Aoste; enfin, la garantie de services à coût réduit en faveur des inscrits aux fonds.
Si l'on considère que, pour ce qui concerne la situation démographique valdôtaine, en 2050 quelques 2.600 décès sont prévus par rapport à environ 2.000 naissances, il est certainement urgent d'intervenir pour assurer un avenir aux jeunes générations tant du point de vue des retraites que de l'assistance sanitaire. Voilà toute l'importance du projet de loi qu'on vient d'examiner.
Si dà atto che dalle ore 15,59 presiede il Vicepresidente Lanièce.
Presidente - Dichiaro aperta la discussione generale.
La parola al Consigliere Frassy.
Frassy (CdL) - L'argomento che ci apprestiamo a discutere è sicuramente un argomento di grande attualità ed è un tema proiettato nel futuro, nel senso che ormai è in maniera concorde considerata importante la previdenza integrativa rispetto alla previdenza obbligatoria, normalmente conosciuta come la previdenza erogata dall'INPS. La Regione Valle d'Aosta per la seconda volta si affaccia su questo importante settore con una norma che dovrebbe dare completamento alla legge n. 22/1997: quella che istituì la "Servizi previdenziali S.p.a.", che fino ad oggi ha avuto un ruolo parziale rispetto alle previsioni contenute nel testo di legge e a più riprese abbiamo avuto modo di contestare l'utilità della "Servizi previdenziali" perché ritenevamo che la formulazione contenuta in quel disegno di legge fosse una formulazione che non andava nella direzione auspicata, ossia si costituiva una società di capitali che partiva con un handicap, una società di capitali che doveva occuparsi anche della previdenza integrativa in quel concetto di rendere competitiva la previdenza integrativa... e partiva con un handicap che era quello di poter percepire dei contributi dall'Amministrazione regionale sino a una certa percentuale di quello che poteva essere il suo disavanzo. Si andavano perciò a creare i presupposti per una gestione, se non inefficiente, sicuramente inefficace dal punto di vista dell'economia gestionale.
Dal 1997 ad oggi si sono susseguite una serie di norme dello Stato e buon ultimo il decreto legislativo che lo scorso anno ha dato attuazione a quelle norme che riguardano la previdenza integrativa nella nostra Regione. Ho ascoltato con attenzione la relazione del collega Vicquéry, ho letto con attenzione il testo licenziato dalla Giunta e ho letto con altrettanta attenzione il testo modificato in Commissione e devo dire che la sensazione che ne traggo e che esprimo in discussione generale è che stiamo parlando di cose diverse, perché l'impostazione uscita dalla Giunta come disegno di legge e la relazione del collega Vicquéry fanno riferimento a un altro scenario e non è lo scenario per il quale ci apprestiamo ad esprimere un voto, perché? Perché bisogna vedere anzitutto cosa ci dice la norma di attuazione, ossia il decreto legislativo n. 430/1989, modificato con l'introduzione dell'articolo 1bis avvenuta lo scorso anno: tale norma dice che la Regione favorisce l'accesso alla previdenza, questa penso sia un'affermazione di principio condivisibile, il problema è che si tratta poi di dare dei contenuti a tale affermazione di principio. Il comma 1 prosegue dicendo come si attua questo principio di favorire l'accesso alla previdenza, ovvero promuovendo la costituzione e il funzionamento di appositi fondi pensione o stipulando apposite convenzioni con fondi che siano già esistenti. Mi sembra un quadro abbastanza chiaro. Viene ulteriormente specificato nel prosieguo dell'articolo 1 bis e l'articolo 2 dice che la Regione disciplina il funzionamento dei fondi a carattere regionale e poi nei successivi 2 commi, 3 e 4, si dice che questi fondi a carattere regionale possono avvalersi dei servizi forniti da strutture di supporto che la Regione abbia voluto mettere in piedi, poi dice chi può aderire ai fondi pensione. Oggi perciò ci troviamo in prima lettura a dare applicazione a quel comma 2, che dice che la Regione disciplina il funzionamento dei fondi e poi ci troviamo a dare attuazione a quel principio di favorire l'accesso alla previdenza promuovendo la costituzione o stipulando apposite convenzioni: questo dice la norma di attuazione e questo in parte, Assessore, diceva il disegno di legge uscito dalla Giunta.
Non so cosa sia successo in Commissione, ma è successo qualcosa che ha stravolto completamente lo spirito del disegno di legge approvato dalla Giunta e che mi porta a dire che ha messo in piedi un articolato che è in contrasto con la previsione dell'articolo 1 bis e ritengo anche in violazione con tutta una serie di altre norme. Quali sono gli aspetti più strani di questa vicenda? Gli aspetti più strani sono che il disegno di legge licenziato dalla Giunta individuava i soggetti, i quali, in base alla norma di attuazione che ho letto prima, non potevano che essere i fondi, cioè la Regione doveva fare una serie di attività e di regolamentazione nei confronti dei fondi. Il disegno di legge va in Commissione e vediamo che non sono più i fondi ad essere i beneficiari di queste norme di regolamentazione, ma lo diventano i soggetti che aderiscono ai fondi stessi. Quella che doveva essere una norma finalizzata a far funzionare i fondi diventa una norma finalizzata ad incentivare i singoli soggetti ad aderire ai fondi. Leggo all'articolo 1, comma 2, che la Regione interviene promuovendo l'adesione a forme pensionistiche, mentre andando avanti nella lettura dell'articolo 1 - mi riferisco al comma 3 - la Regione addirittura istituisce dei fondi e mi sembra, Assessore, che la Regione debba o promuovere la costituzione, che è concetto diverso rispetto al concetto diretto di istituire, perché promuovo una costituzione di fondi nel senso che creo i presupposti affinché si possano costituire i fondi, mentre io li costituisco e di conseguenza entro direttamente nella gestione dei fondi. Questo impianto "bislacco" che è stato messo in piedi dalla revisione della Commissione arriva poi al suo apice negli interventi regolamentati dall'articolo 5, comma 3, dove diceva la Giunta che il sostegno sotto il profilo amministrativo-contabile era rivolto alle forme pensionistiche e le forme pensionistiche non potevano che essere i fondi pensioni stessi. La Commissione modifica tale passaggio e dice che il sostegno sotto il profilo amministrativo, contabile e logistico è alle persone fisiche che aderiscono alle forme pensionistiche. Mi domando allora come è possibile dare un sostegno anzitutto amministrativo, contabile e logistico alle persone fisiche, cioè non capisco quale sia il senso pratico di questa affermazione, al di là del fatto che sposta il soggetto beneficiario dalle forme pensionistiche ai singoli individui.
Pensiamo perciò che, volendo usare una definizione di tipo scolastico, il disegno di legge così come rimodulato nel testo di Commissione è fuori tema rispetto alle norme di riferimento nazionale, norme di attuazione comprese, ma è fuori tema rispetto all'impostazione che la Giunta gli aveva conferito all'atto del licenziamento del disegno di legge n. 130. Assessore, perciò, dopo aver sentito la relazione del collega Vicquéry - che peraltro mi sembra sia stato relatore attento al disegno licenziato dalla Giunta e non a quello licenziato dalla Commissione -, vorremmo capire come si concilia questo stravolgimento dell'impianto rispetto alla volontà espressa in Giunta, ma soprattutto rispetto ai limiti ai quali noi ci dobbiamo attenere dalla norma di attuazione approvata la scorsa primavera. Le dico ancora, Assessore, che nell'ambito dei chiarimenti che secondo me è necessario fornire su questo testo di legge... che ci piacerebbe capire nel concreto che tipo di azioni ipotizzate di "mettere in piedi" quando fate riferimento al sostegno alle persone fisiche, perché l'unica supposizione che siamo riusciti a fare in tale definizione è che voi "mettiate una mano" alla cassa pubblica e compartecipiate nel finanziare le quote individuali di adesione ai fondi pensione. Se così fosse, penso che verrebbe meno il motivo stesso della previsione normativa d'incentivare invece i fondi a crescere nella loro struttura e nella loro articolazione e non a finanziare l'adesione individuale ai fondi stessi. Penso che queste siano delle questioni che vadano chiarite prima di poter esprimere un giudizio definitivo, che sarà anche in questo caso vincolato agli emendamenti che abbiamo presentato sul disegno di legge.
Presidente - La parola alla Consigliera Squarzino Secondina.
Squarzino (Arc-VA) - Due cose velocemente solo sul metodo, in quanto sui contenuti interverrà eventualmente il collega Bortot. Dall'intervento fatto dal collega Frassy sembra che la Commissione abbia lavorato su questo disegno di legge, lo abbia discusso e poi lo abbia stravolto. Stia tranquillo, collega Frassy, la II Commissione non ha lavorato su tale disegno di legge, ha solo detto "sì" agli emendamenti che l'Assessore è venuto a presentare. In Commissione questo provvedimento, pur così importante, in un'unica seduta è stato illustrato, emendato, votato; la sottoscritta non è membro della II Commissione, ma in genere partecipa, proprio per capire come vanno le cose... può darsi che fosse così, era una delle prime riunioni della II Commissione, dopo un mese e mezzo, 2 mesi che non si riuniva, per cui c'era il lavoro arretrato, la sottoscritta aveva chiesto che fossero auditi anche i sindacati, le forze imprenditoriali, perché questo disegno di legge comunque riguarda i lavoratori ed era importante avere anche il supporto di chi li rappresenta, come poteva essere interessante avere anche il parere delle forze imprenditoriali per capire come si colloca tale disegno di legge all'interno delle varie azioni che vengono fatte in Valle. Questa mia richiesta non ha avuto alcuna risposta o, meglio, ha avuto risposta negativa. È stato detto di no alla richiesta di approfondimento. Allora non è che questi temi non debbano essere affrontati anche con le parti sociali, nel senso che il Governo si è preoccupato di farlo nel Patto con lo sviluppo, ha presentato le indicazioni già a giugno, ne ha discusso ancora a settembre; allora c'è la volontà da parte del Governo di dialogare con le parti sociali almeno, ma al Consiglio e ai Consiglieri non è consentito e questo lo trovo molto grave. Se avessimo ascoltato le parti sociali, forse avremmo avuto una serie di indicazioni con cui eventualmente anche emendare la legge, perché i sindacati hanno mandato dei documenti al Governo - non alla Commissione - in cui hanno spiegato una posizione abbastanza articolata, nel senso che chiedevano, da un lato, di distinguere all'interno di questa legge la funzione più assistenziale che c'è; dall'altro, quella previdenziale, non solo, ma chiedevano anche di essere presenti laddove vengono prese delle decisioni che riguardano anche le modalità con cui vengono poi gestiti questi fondi o anche operate tutte quelle procedure e quegli interventi che riguardano il sostegno. È vero che c'è un articolo nella legge in cui si parla di coinvolgimento delle parti sociali, ma in che modo la Regione garantisce e rende attiva la partecipazione degli organismi associativi di rappresentanza dei lavoratori e dei datori di lavoro operanti nel territorio regionale? Dove, in che modo, in quale contesto, con quale peso specifico delle loro proposte?
Ancora: avevamo chiesto in Commissione di avere dei dati ulteriori, cioè ci siamo detti: nel momento in cui la Regione intende attivare questi fondi previdenziali a "tutto raggio", in modo tale che possa partecipare la quasi totalità dei soggetti operanti in Valle... ci sono i dipendenti pubblici, ci sono i privati, ci sono dipendenti di imprese che operano in Valle o che hanno sede legale nel territorio regionale, c'è il personale della scuola, c'è il personale dell'USL, i dipendenti statali... quindi c'è una grandissima quantità di futuri soggetti interessati a questi fondi. Noi abbiamo chiesto se erano state fatte delle indagini di mercato, delle previsioni, cioè volevamo capire quale massa critica è necessaria affinché sia garantita una redditività a questo tipo di fondo. Mi è stato detto che potevo andare sul sito della FOPADIVA in cui avrei avuto tutti i dati. Io sono andata a vedere, sì, qui ci sono i numeri, cioè in questo momento mi dice il numero degli aderenti, ma non un calcolo di quale entità deve raggiungere questo fondo, perché diventi effettivamente utile. Mi chiedo allora: sì, è vero, più noi aumentiamo il fondo più diamo la possibilità di crescere, ma se non individuiamo anche un ambito preciso di quale potrebbe essere la redditività del fondo in base al numero di coloro che partecipano, credo che anche noi facciamo un'operazione "alla cieca". O l'Assessorato sa quello che fa, ha tutti questi dati e allora deve darli anche al Consiglio, oppure non li ha e allora è veramente grave che tali dati non ci siano o non sia stata fatta una proiezione per capire. La cosa positiva che qui viene individuata, perché non è tutto negativo, è il fatto che si cerca di dare a questo fondo anche una funzione assistenziale; secondo me, è uno strumento che può servire laddove ci sono delle realtà che hanno bisogno, ma non è chiaro dove vengono presi i fondi per far fronte a queste esigenze assistenziali; quindi tutta questa parte non è ben precisata.
C'è un'ultima osservazione che vorrei fare ed è su come vengono gestiti questi fondi. Mi è stato detto che si farà un appalto, anche se andiamo nel sito della FOPADIVA dove si parla della gestione finanziaria... dice che dà le indicazioni, il fondo è stato strutturato il 20% monetario, 60% obbligazionario, il 20% azionario in modo da avere la possibilità di diversificare meglio le risorse. Posso capire che i privati facciano tutte le loro speculazioni: per guadagnare si fa di tutto e di più ma, quando c'è un ente pubblico che entra in gioco sul mercato, a nostro avviso dovrebbe darsi delle regole più etiche. Ricordo che già quando a livello di Ufficio di Presidenza si era affrontata la questione del Fondo per l'assegno vitalizio dei Consiglieri - e anche lì bisogna affidarlo a qualcuno - la preoccupazione che avevo espressa riguardava chi gestiva questi fondi, il tipo di controllo che veniva effettuato sulla gestione degli stessi. Questi fondi allora serviranno a finanziare industrie che fanno armi? Serviranno a finanziare...
(interruzione del Presidente della Regione, fuori microfono)
... no, no... lei può anche grattarsi i capelli, ma nel momento in cui si ricorre a un gestore di questi fondi, o tale gestore impegna tutti i fondi in Valle d'Aosta, ma questo non è possibile... allora vorrei capire quali sono attualmente i fondi che vengono utilizzati nella nostra Regione, quanti trovano riscontro in Valle d'Aosta e servono al suo sviluppo, quanti vengono investiti altrove e, in particolare, in quali settori. Quando faccio un investimento, mi chiedono in quali settori voglio investire e mi fanno una proposta e, di fronte a certe proposte - ad esempio, il settore farmaceutico -, io ho detto "no", oppure nel settore che opera in industrie del terzo mondo... io non voglio investire in quel settore perché non voglio che con i miei soldi si contribuisca a mantenere industrie nel terzo mondo che utilizzano sistemi poco ortodossi di lavoro e non voglio neanche che i miei fondi personali siano impegnati in certi tipi di ricerche mediche di cui non so bene la finalità. Faccio degli esempi a livello personale, ma vorrei che, rispetto a questi fondi - che sono fondi di tutti, fondi che noi sosteniamo -, vi fosse chiarezza sulle finalità.
Presidente - La parola al Consigliere Cesal.
Cesal (UV) - I 2 interventi che mi hanno preceduto sono esattamente contrapposti: un intervento puntuale quello del collega Frassy, un intervento più generale su questioni di merito quello della collega Squarzino. Eviterei di riprendere le sue considerazioni circa l'eventuale eticità delle destinazioni, si tratta di un fondo che deve dare dei rendimenti finanziari, possiamo cercare di evitare di destinare delle risorse a sostenere delle attività che in qualche modo vanno... però bene o male dobbiamo cercare con questa iniziativa di sostenere il sistema pensionistico del nostro Paese che, pur nella sua bontà e nella sua universalità, presenta delle notevoli anomalie, difficoltà a reggersi in piedi proprio perché vi è l'incapacità da parte del ceto politico di affrontare una sua riforma complessiva, strutturale, che dovrebbe avere il buon senso di partire da un presupposto: quello dell'incremento dell'età media dei cittadini. L'età media dei cittadini si è notevolmente alzata negli ultimi decenni e l'intero sistema è sbilanciato a favore delle attuali generazioni... quelli che raggiungono l'età pensionabile in questo momento - io sono uno di quelli - rispetto alle generazioni future che dovrebbero godere di tale provvidenza in un futuro magari neanche troppo lontano... perché abbiamo degli studi che ci dicono che da qui al 2020 il nostro sistema pensionistico sicuramente esploderà se non interverranno dei correttivi di tipo strutturale. La provvidenza complementare cerca di dare una risposta a questo disequilibrio, indicando le varie possibilità alternative, volontarie per creare e realizzare una propria linea pensionistica complementare a quella pubblica. Il tema ha suscitato un ampio dibattito in tutto il Paese, con l'introduzione del sistema della provvidenza complementare il nostro sistema si avvicina sempre più a un sistema pensionistico previdenziale più moderno e adatto al sistema di vita attuale, più europeo se vogliamo. Ci troviamo di fronte a delle innovazioni che interessano una molteplicità di persone, di lavoratori, ma anche di aziende che hanno a cuore il loro futuro. Questo sistema della previdenza complementare cerca di garantire ai lavoratori mezzi adeguati di vita nel momento in cui si possono verificare nel corso della vita di ognuno di noi degli elementi spesso negativi e traumatici che causano la diminuzione della capacità di lavoro e soprattutto la capacità di produrre reddito, quali malattie, vecchiaia, invalidità... Il ricorso alle forme di previdenza complementare cerca di incentivare il lavoratore a costruirsi un proprio sistema in grado di garantire la copertura previdenziale ad ogni singola persona. È ovvio che più la combinazione fra previdenza pubblica e complementare sarà equilibrata, maggiori saranno le probabilità per ogni singolo cittadino di mantenere il proprio livello di reddito il più vicino possibile al reddito del momento del pensionamento. Il collega Vicquéry diceva giustamente che si prevede a breve termine che la pensione corrisponderà al 50% circa del reddito del lavoratore al momento del pensionamento. I vari fondi pensionistici della previdenza complementare sono di vario tipo, alcuni sono istituiti con accordi collettivi, vengono definiti fondi chiusi e comprendono varie categorie contrattuali; vi sono anche dei fondi territoriali aperti a cui possono accedere tutti quei lavoratori per i quali non siano operanti fondi negoziali o fondi chiusi. I fondi sono finanziati poi da risorse ritenute ai singoli lavoratori o ritenute anche ai datori di lavoro. Le prestazioni pensionistiche sono diverse, oltre alla classica pensione o alla rendita, e richiedono che allo scattare dell'età pensionabile siano stati versati almeno 5 anni di contribuzione; si può comunque ottenere una liquidazione in conto capitale oppure il riscatto dei fondi versati nel caso in cui non si fosse maturato il diritto a percepire una rendita o una pensione.
L'iniziativa presentata dal Governo regionale ha una sola funzione: quella di incentivare l'adesione a questi fondi, con degli interventi anche da parte dell'ente pubblico per fornire sempre maggiore sicurezza economica, benessere a tutte quelle persone fisiche che risiedono in questa Regione o che qui lavorano, esercitano la propria professione... È importante sapere che con tale provvedimento la Regione tutela l'adesione a forme pensionistiche complementari o a qualsiasi altro strumento previdenziale a favore di persone prive di copertura pensionistica, addirittura ci sono dei fondi che prevedono la possibilità alle casalinghe di aderire a un fondo pensione per andare a costituirsi una rendita futura. Sono coinvolti in questo disegno di legge tutti quegli organismi associativi di rappresentanza dei lavoratori e dei datori di lavoro operanti in tale territorio, avvalendosi poi di strumenti che abbiamo già a disposizione - si è parlato del Fondo cessazione del servizio regionale, la FOPADIVA - che dovrebbero diventare un unico strumento negli anni futuri e ancora la "Servizi previdenziali S.p.a.", che è un organismo già costituito nel passato. Con questa iniziativa si tende a fronteggiare quelle situazioni anche economiche e sociali più svantaggiate in un limite di soglia minima, che dovrà essere definito successivamente, e l'intervento della Regione tende soprattutto a garantire a tutti gli iscritti la salvaguardia del montante accumulato e la certezza dell'erogazione della prestazione. Non si tratta di un'operazione "alla cieca", come diceva la collega Squarzino: si tratta di un incentivo a sostegno di una forma di previdenza integrativa che può garantire ai lavoratori un futuro più sereno.
Vi è un altro aspetto magari meno nobile che ritengo però uno dei più importanti: quello di mantenere sul territorio delle masse finanziarie derivanti da queste contribuzioni e che potrebbero andare a finire da altre parti. Abbiamo la necessità di mantenere questa disponibilità finanziaria sul nostro territorio, cercare di impiegarla per delle iniziative che poi hanno delle ricadute da un punto di vista sociale ed economico sul nostro territorio e poterle utilizzare come volano di sviluppo dell'economia valdostana. Si tratta di un aspetto che non deve essere sottovalutato, che deve essere considerato attentamente in sede di discussione di questo provvedimento legislativo. Un provvedimento positivo - mi sento di affermarlo con tranquillità - che va nella giusta direzione, che, come tutte le iniziative può avere dei limiti o delle possibilità di miglioramento, si tratta di vederle e discuterle serenamente e di confrontarsi anche su questo tema, ma credo che la filosofia di fondo sia una filosofia positiva e che vada sostenuta ed incentivata.
Presidente - La parola al Consigliere Bortot.
Bortot (Arc-VA) - Richiamo il Consiglio a una maggiore consapevolezza, nel senso che discutiamo di denaro che non è nostro e vorrei fare una piccola cronistoria dell'INPS. Se c'è una cosa buona che ha fatto il Fascismo, è stata l'INPS. L'INPS in 70 anni ha permesso di garantire la pensione, poca o tanta, a tutta una serie di categorie che storicamente hanno versato pochi contributi, rifacciamoci ai decenni trascorsi: parlo di agricoltori, di commercianti, di artigiani, poi c'è il capitolo dell'assistenza: parlo della cassa integrazione, della disoccupazione, dell'invalidità. Mi sembra che qui dentro non vi sia consapevolezza dell'obbrobrio che andiamo ad approvare. Abbiamo perso la memoria della solidarietà fra categorie e generazioni e abbiamo perso la memoria, nel senso che, se si giustifica tutto questo provvedimento per il fatto che si riducono i lavoratori che versano contributi, evidentemente ha una logica tutta tale impostazione. Il numero di persone che verseranno contributi però si ridurrà ulteriormente, perché abbiamo uno sviluppo tecnologico dove le macchine creano sempre più ricchezza e non l'uomo. Le pensioni, la solidarietà, la sicurezza e il benessere vanno garantite ai cittadini dalla ricchezza prodotta in un Paese, sfido chiunque a dire che oggi, alla data odierna, produciamo meno ricchezza di 50 anni fa! Oggi produciamo più ricchezza di 50 anni fa, allora mi spiegate perché l'ente pubblico, che siamo noi, non è in grado di garantire una pensione decente ai cittadini di questa Regione? Evidentemente c'è un vizio di fondo, si crea ricchezza che va solo in una certa direzione...
(interruzione del Consigliere Lattanzi, fuori microfono)
... conosco bene, se qualcuno è dentro i fondi pensione, figuriamoci se è d'accordo con le cose che dico! Consigliere Lattanzi, stavolta ti chiedo per favore, so benissimo di cosa parlo... qui stiamo giustificando il fatto che il benessere di questo Paese, la solidarietà va a finire a livello di fondi pensione che verranno gestiti dandoli in mano ai gestori, che garantiranno i migliori rendimenti...
Lattanzi (fuori microfono) - ... magari!
Bortot (Arc-VA) - ... magari, sì, però i gestori che garantiscono i migliori rendimenti, ed entro nel merito, da quando in qua si produce ricchezza senza lavoro? Oppure si produce ricchezza con il lavoro pagato male di qualcun altro? Oppure si produce ricchezza investendo per garantire migliori rendimenti in società quotate in borsa che - e faccio riferimento a quanto diceva prima la collega - disboscano, industrie chimiche, industrie della guerra? E allora ogni giorno qui dentro ci contraddiciamo rispetto a quello che vorremmo fare e a quello che sta succedendo in tutto il mondo in termini di guerra, cambiamenti climatici, perché i rendimenti maggiori non stanno a guardare se il denaro è buono o cattivo, il denaro guarda il denaro, quindi versando nei nostri fondi senza definirli e metterci dei paletti, o mandando dei soldi nei fondi etici contribuiamo alla disparità sociale esistente in questo pianeta... sì, poi faremo qualche elemosina nei confronti del terzo mondo! Questa è la prima considerazione.
Seconda considerazione: credo che tutti noi qui dentro non siamo nati ricchi, avremo qualche fratello o genitore che è stato lavoratore, salvo qualche eccezione per fortuna loro, ma il trattamento di fine rapporto, la liquidazione, dove finiva? Nella "Montefibre", alla "Ilssa Viola" o alla "Cogne"; dove finiva? Qualche decennio fa chi faceva 35 anni dentro la "Cogne" si comprava l'alloggetto. Si è ridotto poi e si è tolta la contingenza dal trattamento di fine rapporto ed è diminuito. In sostanza oggi si perpetua uno scippo, nel senso che il trattamento di fine rapporto di lavoro, che è denaro che non c'entra niente con il diritto ad avere una pensione, che è denaro guadagnato dai lavoratori, con il silenzio assenso... che è una di quelle nefandezze più colossali di questo Paese, e lo abbiamo anche scritto perché qui viene chiamato esplicitamente o tacitamente... andremo a scippare il trattamento di fine rapporto maturato a quei lavoratori che volutamente non saranno informati che possono optare! Il silenzio assenso è un obbrobrio per cui il trattamento di fine rapporto maturato dal sottoscritto, se non sto attento a quello che succede, automaticamente mi viene trasferito sui fondi...
Marguerettaz (fuori microfono) - ... all'INPS...
Bortot (Arc-VA) -...non viene trasferito all'INPS...
Marguerettaz (fuori microfono) - ... sì, la proposta del Presidente Prodi...
Bortot (Arc-VA) -... la proposta del Presidente Prodi intanto non è ancora passata e speriamo che passi, ma il trattamento di fine rapporto è una "fetta" di 19 milioni di euro e con una parte delle organizzazioni sindacali d'accordo voglio vedere quanto va all'INPS con il silenzio assenso! Perlomeno quindi questa legge dovrebbe prevedere che i dipendenti che vogliono optare per un'opzione o l'altra siamo perlomeno informati, perché noi veicoliamo lo scippo del TFR sui fondi senza informare i lavoratori!
Per quanto riguarda l'impostazione generale, riservandomi poi di entrare nel merito degli articoli, andiamo a perpetuare, spendendo denaro pubblico, una legge che convoglierà tanti soldi in fondi che il Consiglio regionale non sarà in grado di gestire, sarà data una delega in bianco ai gestori per fare di questi soldi quello che vogliono e quello che vogliono è quello che vuole chi consegna il denaro: che questi soldi rendano! Se poi tali soldi devono rendere, non è che stiamo lì a "guardare per il sottile" in che direzione vanno, in quale mercato azionario o obbligazionario, ma qualcuno con questi giochetti si è "apparato" metà Argentina e un sacco di Paesi del sud-est asiatico e del sud America, questa sarebbe la civiltà occidentale che dovremmo esportare in tutto il mondo?
Altra cosa, un sacco di fondi pensioni sono falliti, ma non sono falliti un secolo fa: "l'ENRON" è fallita nel 2000-2001, il Fondo pensioni dei ferrovieri inglesi è fallito 2 anni fa, naturalmente i giornali non ci hanno detto niente, si è venuto a sapere per caso "fra le righe". Nella misura in cui i nostri soldi o quelli di chi aderirà andrà in un fondo che fallirà, è la Regione che garantisce? Noi cioè andremo a garantire le rendite di pensione su fondi gestiti in modo privato con tutta la discrezionalità di questo mondo, per cui se il fondo andrà fallito la Regione, quindi la collettività dovrà intervenire a sopperire come sono stati gestiti male e come sono stati persi tali soldi. Ditemi un po' poi: quando il fondo è privato e deve garantire i migliori indici di rendimento, dove prenderemo i soldi per la solidarietà? Chi ha bisogno, la povertà, i diritti dove andranno a finire? Il gestore sarà bravo che ci darà un po' di soldi per fare un po' di solidarietà e io che ho versato un po' di soldi nel fondo vado lì e dico: "ma con quale diritto tu prendi i miei soldi per darli ai poveri, o creare una struttura, o intervenire nei confronti di un ospedale o di un'assistenza sanitaria?". Mi sembra che qui dentro su questa cosa non sia tanto una questione di malafede, ma ci sia un'inconsapevolezza della portata della legge che andiamo ad approvare, aggravata dal fatto che i fondi in Valle d'Aosta e la società di gestione l'abbiamo già costituita qualche anno fa e adesso andiamo a rifinanziare questa cosa con 3.000 euro. Nel frattempo da quando è nata, dal 1° marzo 1999, questa società di gestione ci ha già "cuccato" 1.651.000 euro (3 miliardi di lire); sono capace anch'io a gestire i fondi in modo privato con un ente pubblico che ripiana i debiti o mi dà i soldi della gestione! Cosa c'è che non va, Presidente?
Presidente - ... solo i toni, può parlare senza urlare? Grazie.
Bortot (Arc-VA) - ... posso andare avanti nonostante le bestialità? Penso sia un diritto qui dentro dire bestialità, però preferisco le mie bestialità per non confondermi con i progetti o le idee del Presidente o di chi in questo momento sta seduto da quella parte dei banchi. Lei sta dalla parte di coloro che pensa che le pensioni, la sanità, lo stato sociale deve essere garantito dal risparmio, dalle ladronerie, dalle ruberie e se qualcuno...
Caveri (fuori microfono) - ... starei un po' calmo però...
Bortot (Arc-VA) - ... ha cominciato lei, Presidente... ah, no gli sprechi, non mi ricordavo più i viaggi in elicottero che si potrebbero fare in ape... non parlo di ruberie, parlo di sprechi.
Ripeto: anche se ho "perso il filo", stiamo approvando una legge che dovrebbe perlomeno essere sospesa e il Consiglio regionale deve tornare a rifletterci facendo delle audizioni con i soggetti che non sono stati chiamati ad esprimersi. Stiamo facendo un obbrobrio, ci ritroveremo fuori da qui a riparlarne e soprattutto, se si vuol fare, almeno la dignità di presentarsi davanti a coloro ai quali chiediamo di mettere qui dentro il TFR o i loro risparmi, andandogli a dire quali sono le opzioni: una è questa legge, le altre opzioni sono quelle di sostegno all'INPS, rifinanziare tale istituto e tornare a una struttura che permetta la solidarietà di tutti i lavoratori e di tutte le categorie per tutto il Paese!
Presidente - La parola al Consigliere Lattanzi.
Lattanzi (CdL) - Presidente, mi fa l'invito a me. Io sono passionario, ma non riesco ad arrivare ai livelli del Consigliere Bortot... da quando è arrivato lui, mi ha tolto la "palma" del passionario in questo Consiglio. Vorrei riportare un po' di ragionevolezza, anche perché ascoltare l'amico - posso chiamarti amico?, perché ho una forma di rispetto nei confronti del Consigliere Bortot mista ad affetto - a dirgli compagno non ce la faccio, mio padre era un compagno, basta uno in famiglia...
Squarzino (fuori microfono) - ... quello con cui condividi il pane...
Lattanzi (CdL) - ... quello con cui condivido il pane, un pezzo di pane nero e due pezzi di salsiccia... torniamo al Consiglio regionale.
Certo che a sentirti, Consigliere Bortot, non ci si stupisce che l'Unione sovietica sia fallita! È evidente che il tuo pensiero è in antitesi a qualunque forma di ragionevolezza patrimoniale, finanziaria, hai confuso la globalizzazione con i fondi etici, con i fondi pensione, l'unica cosa giusta che hai detto è che l'INPS è stata distrutta, hai dimenticato di dire che l'avete distrutta voi, perché sono i sindacati che hanno lottato con tutti i Governi democristiani per andare a prendere i soldi dei contributi dei lavoratori e li hanno usati per tenere in piedi la "FIAT" quando facevate le battaglie per finanziare la cassa integrazione e i soldi dei contributi dei pensionati futuri sono stati dilapidati dai sindacati per tenere in piedi la cassa integrazione continua. Si affrontavano le crisi industriali di questo Paese, prendendo i soldi dei contributi previdenziali per finanziare il breve e oggi non ci sono più soldi! Questa è la drammatica realtà e te la do in cifre. Oggi abbiamo un tasso di percentuale sull'ultimo reddito con l'ultima riforma previdenziale che parte dal presupposto che i lavoratori lavoreranno fino a 60 anni, con 35 anni di contributi, e i dipendenti privati non porteranno a casa da qui a 10 anni non più del 67% dell'ultimo stipendio, una cifra che drammaticamente si ridurrà con il sistema pensionistico italiano INPS al 48% nel 2050: questo per effetto di tutti quegli elementi che il Consigliere Cesal ci ricordava, cioè l'invecchiamento del nostro Paese, che è un sintomo di benessere che al tempo stesso provoca un aumento del numero dei pensionati rispetto al numero dei lavoratori. Oggi siamo al 67% dell'ultimo stipendio, arriveremo entro il 2050 al 48% dell'ultimo stipendio, quindi si è posta la questione per i dipendenti privati. I dipendenti pubblici partono con il 68% dell'ultimo stipendio oggi, arriveranno anche loro al 48,1% nel 2050. Per gli autonomi è già più grave la situazione perché ad oggi sono al 64% dei loro ultimi redditi, qui però c'è il concetto dei redditi dichiarati, quindi si potrebbe disquisire sull'evasione... per arrivare al 2050 al 29% degli ultimi redditi dichiarati. È quindi evidente che c'è una situazione che spinge lo Stato italiano e anche la nostra Regione a farsi promotrice di un concetto di complementarietà al sistema previdenziale nazionale che non sta in piedi. Qual è l'unica risorsa che si può andare a gestire per creare un secondo pilastro di previdenza complementare? Sono le vecchie famose liquidazioni...
Bortot (fuori microfono) - ... l'abbiamo chiesto ai lavoratori?
Lattanzi (CdL) - ... ma i lavoratori mi pare siano rappresentati dai sindacati, i sindacati mi pare che abbiano firmato a livello nazionale degli accordi per la costituzione di una previdenza complementare, Consigliere Bortot, se tu non ti senti rappresentato dai sindacati, non è un problema mio, è un problema tuo!
L'unica risorsa economica e finanziaria per costruire il pilastro complementare alla previdenza pubblica sono i trattamenti fine rapporto, i famigerati TFR, di cui si sta tanto discutendo. Naturalmente a livello statale vi è la disquisizione chi costruirà questi fondi comunitari, soprattutto chi li gestirà, dove andranno a finire i soldi, non mi pare stupefacente in termini di marijuana che la Regione si immagini di farsi promotrice di un sistema complementare, che inviti i dipendenti a pianificare l'investimento del loro TFR per costruirsi l'opportunità di un secondo pilastro previdenziale, che vada ad integrare quel 40-50% di redditi che verranno a mancare nel momento in cui si andrà in quiescenza: questo non mi sembra tanto stupefacente o scandaloso. Quello che semmai dovremmo discutere con ragionevolezza e un minimo di cognizione è dove andranno a finire quei contributi TFR, parte che rimarranno agli imprenditori, parte andranno all'INPS, parte dovranno essere convogliati nei fondi complementari privati, quindi la Regione si muove perché parte dei TFR dei Valdostani rimangano in Valle d'Aosta: questa mi sembra una questione bella da discutere. Voi lascereste i vostri contributi in mano a un fondo complementare valdostano che investe in attività valdostane? Questo mi sembra un bel tema, caro Consigliere Cesal? Avrei dei dubbi, perché ai miei clienti in questi giorni sto consigliando di mettere i loro risparmi in tutto il mondo, dirgli di metterli nelle aziende valdostane può essere bello sotto l'aspetto ideologico, ma non so se i tuoi soldi tu li hai investiti nel mercato valdostano o se li hai messi in tutto il mondo. Tu li hai messi in immobili, in Valle d'Aosta le cose funzionano, ma se uno deve andare a mettere i propri contributi previdenziali, la disquisizione diventa interessante. Con questo non sto dicendo che sono contrario alla costituzione di un fondo complementare regionale, sto dicendo che dobbiamo fare molta attenzione, perché stiamo parlando di soldi che entrano adesso per 20-30... e che per allora ci devono essere. Questo vuol dire che dovranno essere investiti in attività economiche, perché, Consigliere Bortot - prendine atto! - le attività pubbliche non vanno, le attività economiche vuol dire il PIL mondiale, quindi mettere i risparmi nelle attività economiche mondiali perché solo nella diversificazione nel lungo periodo c'è l'abbattimento del rischio di perdere i propri risparmi. Questo è il concetto: diversificare e allungare i tempi. Non sto sostenendo una tesi politica: sto sostenendo una tesi economica. È quindi giusto che la Regione con questa legge promuova l'istituzione di fondi complementari che vadano a gestire parte di TFR o di contributi volontari che i cittadini privati e pubblici avranno l'incentivo anche fiscale a...? La risposta è affermativa.
Io sarei assolutamente d'accordo su tale disegno di legge se non vi fosse il fatto che questa Regione non si limita a promuovere, ma vuole anche istituire, controllare dei fondi e vuole anche gestire quei contributi e lì la questione diventa più delicata, ma non perché non mi fido degli attuali amministratori, ma perché stiamo parlando di mettere le risorse dei prossimi 30 anni e di amministrarle con delle persone di nomina fiduciaria politica, con attività economiche che dovranno essere indirizzate in termini politici e quindi con tutte quelle "storture" che la politica - apro una parentesi: casinò - si porta dietro, dimostrando che non è capace, né in grado di gestire e prima arriveremo a privatizzare quelle gestioni economiche meglio sarà per i lavoratori e per il mercato.
Vi è poi una terza forma: quella privata, che anche qui lo Stato con la nuova finanziaria andrà ad incentivare e speriamo veramente, non in maniera fantomatica, e che anche la Regione in alcune parti di questo articolato pare sostenere, mi riferisco alle attività di "terzo pilastro"... che il privato cittadino, avendo costituito con i contributi obbligatori l'INPS, avendo determinato un fondo complementare con una parte o tutto il TFR, possa costruirsi una terza forma: quella privata, individuale. Questa è la realtà, non c'entrano i bambini che lavorano i palloni della "Nike" a 2 € al giorno, perché quello è un concetto di globalizzazione su cui potremmo aprire un dibattito. Tu dimostrerai le "storture" della globalizzazione e io ti dimostrerò con i dati come la globalizzazione stia facendo mangiare delle persone. Tu dici sfruttandole? Io ti dico allora che anche mio padre è stato sfruttato, ad 8 anni lavorava, ma lui, come tutti gli altri che a 8 anni o a 10 anni lavoravano, permettono a noi oggi di fare i Signori, d'iniziare a lavorare a 30 anni!
(interruzione del Consigliere Bortot, fuori microfono)
... è sempre stato così: i figli delle famiglie povere vanno a lavorare prima dei figli delle famiglie ricche! Se mia figlia può permettersi di iniziare a lavorare a 27 anni, dopo l'università, è perché c'è stata la generazione precedente - e anch'io darò il mio contributo - che le permette di studiare fino a 27 anni, perché, se non avessi una lira, andrebbe a lavorare fin dalla quinta elementare! Tu stai parlando delle "storture" delle rendite finanziarie, posso essere d'accordo sulle "storture" della finanza fine a sé stessa, ma io parlo di economia e di aziende. Credo sia accettabile che un'amministrazione pubblica e la politica si facciano carico di promuovere la costituzione di fondi complementari. Ripeto: mi pare più preoccupante se questa promozione va oltre e va addirittura in Valle d'Aosta ad istituire i fondi che la stessa Amministrazione regionale vorrà gestire, creando di fatto un'altra piccola INPS! Questo è il tema: abbiamo dato i nostri contributi per 20 anni all'INPS a Roma e abbiamo scoperto che non prenderemo la pensione, allora ci facciamo quella complementare, ce la gestirà la Regione, fra 20 anni non vorrei scoprire che anche la Regione, ente pubblico, attraverso i fondi complementari si è "mangiata" i miei contributi, perché ha gestito quei fondi finanziando aziende amiche, piuttosto che aziende "collassate", vedi bassa Valle, chiaro il concetto? Preferirei che il mio TFR andasse investito con gestori che abbiano competenze professionali nell'attività di gestione di fondi pensioni - apro una parentesi: la mia azienda non ha mai partecipato ad alcun appalto in Valle d'Aosta, né mai ci parteciperà, tanto per essere chiari che non promuovo alcun tipo di "lobby" a favore di nessuno -, sarebbe opportuno che quei fondi venissero gestiti in economia di mercato e non come il casinò, perché se i fondi complementari verranno gestiti con burocrati dell'Amministrazione regionale di nomina politica, che finanzieranno aziende in difficoltà, amici della politica, quei fondi fra 20 non ci saranno esattamente come l'INPS, quindi stiamo costruendo l'INPS 2. Siccome ha già fallito quel concetto e quel sistema, non vorrei che fallisse anche questo. Credo che possiamo sostenere la promozione di fondi complementari, l'istituzione dei fondi... e la gestione degli stessi da parte dell'Amministrazione regionale è più complicata.
Si dà atto che il Consigliere Rini non partecipa alla votazione dell'oggetto.
Presidente - La parola all'Assessore al bilancio, finanze, programmazione e partecipazioni regionali, Marguerettaz.
Marguerettaz (UV) - Ritengo sia il caso d'intervenire. Pensavo di intervenire a conclusione, ma mi trovo costretto ad intervenire perché mi sembra di stare a discutere in un ambiente dove le cose che dobbiamo condividere non sono le stesse. Credo che questo testo di legge abbia scatenato una serie di sentimenti legittimi, una serie di pensieri che non contesto, ma che sono completamente "campati per aria"! Non siamo obbligati ad intervenire su tutti gli argomenti o su ogni argomento dire delle cose che poi sconcertano coloro che dovessero venire a seguire i lavori del Consiglio regionale. La revisione del sistema pensionistico è stata la necessità sia per il sistema pensionistico INPS, così come per le casse di previdenza dei liberi professionisti o qualsiasi altra forma che nel passato ha avuto un significato nell'introduzione del "welfare"; per farvi un esempio, la Cassa dei dottori commercialisti alla quale aderisco... in 2 anni di pensione coloro che si pensionavano "mangiavano" tutto quello che avevano versato in tutta la loro vita lavorativa, perché il meccanismo, che il relatore ha detto molto bene, era un criterio che non era contributivo, ma retributivo, quindi si parametravano le pensioni non guardando quali fossero le disponibilità, ma in virtù delle aspettative delle ultime remunerazioni. Questo discorso è destinato alla bancarotta soprattutto nel momento in cui si invertono le linee demografiche, ovvero quando prevalgono i pensionati rispetto alle persone attive; quindi è stata una necessità.
Quando lei mi dice: "ma quanta ricchezza si produceva in passato e quanta se ne produce oggi", Consigliere Bortot, le chiedo: ma le necessità che lei ha oggi sono le stesse di quelle di una volta? Quanto mangia di più? Quanto costa di più? Non faccia il demagogo, nella sua semplificazione si renda conto che il mondo è cambiato perché la ricchezza prodotta oggi paragonata a quella di una volta mi pare sia un esempio che stona. Probabilmente qualcuno di voi nella foga si è immaginato di avere un ruolo che non ha; oggi non interveniamo nell'istituzione di fondi di previdenza, è già tutto fatto e disciplinato. Noi abbiamo dei fondi di previdenza complementare che possono essere su base nazionale, possono essere territoriali, possono essere aperti o chiusi, quindi abbiamo una situazione che correttamente parte dalla "riforma Dini". All'interno di questo quadro stiamo facendo un pessimo servizio alla Comunità valdostana, perché non gli stiamo dando le informazioni che devono essere date. Il silenzio assenso di cui lei parlava, Consigliere Bortot, è un meccanismo che non va a mutare assolutamente nulla. Abbiamo una riforma previdenziale che, se passerà la finanziaria, partirà dal 1° gennaio 2007; se non passerà la finanziaria, partirà dal 1° gennaio 2008, quindi è solo una questione temporale, ma il disegno è già costruito, dove le possibilità sono 3: o i fondi diventano i destinatari del nostro TFR, sto parlando dei fondi negoziali, contrattuali, cioè quelli che il sindacato e i datori di lavoro hanno identificato dove veicolare, quindi possono essere i fondi nazionali, i fondi di natura territoriale, o se c'è una contrattazione a livello aziendale, i fondi che il datore di lavoro e le maestranze hanno individuato con un contratto integrativo aziendale e lì possiamo far veicolare i nostri accantonamenti; l'altra possibilità che era stata individuata era quella di mantenere lo "status quo", ovvero di destinare il TFR all'azienda, quindi dare la possibilità all'azienda che il lavoratore riteneva meritevole di gestire i fondi; la novità che ha introdotto la finanziaria del Presidente Prodi, che ha introdotto "sub conditione", è quella di dire: "se non fai l'opzione, il silenzio assenso, anziché andare al fondo negoziale o nazionale o territoriale, va all'INPS, quindi ritorna". È chiaro che questo lo critico dal punto di vista contabile, è stato messo come un'entrata, anziché un debito; quindi qui c'è un "mostro" dal punto di vista contabile, ma non voglio infierire su una finanziaria che "fa acqua" ma, dal punto di vista della destinazione, nulla è cambiato. Consiglieri Bortot e Squarzino, ma vi rendete conto di quello che avete detto? Avete introdotto la banca etica, avete introdotto lo sfruttamento, ma di cosa parlate?
(interruzione del Consigliere Bortot, fuori microfono)
... mi faccia parlare! Lei che testo di legge ha visto? Era una pausa caffè lunga quella che avete fatto! Oggi non stiamo parlando dei fondi, tanto per dirle, lei che ha un contatto continuo con i sindacati, lo statuto dei fondi dice cosa bisogna fare, sono i lavoratori che dicono cosa devono fare... lo statuto del FOPADIVA... ma documentatevi! Quando c'è l'articolo 14... c'è scritto: "investimenti e gestione delle risorse", non è la legge regionale che lo dice! Aggiornatevi prima di parlare!
La cosa qui è chiara, non che lo dice la legge regionale, lo dice il FOPADIVA...
Presidente - ... Assessore, non urli anche lei, grazie...
Marguerettaz (UV) - ... ha ragione, mi scuso per il tono di voce, ma abbiate pazienza, mi si "torcono le budella"! Qui dice: "la gestione finanziaria deve essere fatta dal fondo mediante convenzione con i soggetti gestori", ma è il soggetto gestore di cui all'articolo 6, decreto legislativo n. 124/1993, siete in ritardo di 13 anni, sono 13 anni che hanno individuato chi gestisce, quali sono i profili, c'è un meccanismo che è scritto! Vi è l'accantonamento al fondo, vi è una banca depositaria che deve avere dei requisiti, vi deve essere un gestore e voi mi introducete dei concetti che "fanno acqua"! Ma un po' di rispetto anche per chi scrive le leggi, voi ci prendete in giro! Credere che con una legge regionale si possa cambiare la destinazione? Quello non è così e soprattutto, per parlare in sintonia con quello che lei ha detto, se trovate un fondo, non raggiungete i numeri perché siete "quattro gatti" ma, da questo punto di vista, andate a dire che gli investimenti li fate sul commercio equo e solidale e che non ve ne frega niente di avere una redditività, che voi i vostri risparmi li date per pagare il cacao di quelle "fazende" che sono coerenti con tutti gli statuti possibili immaginabili! Signori miei, il lavoratore va tutelato, allora avete un bivio dove porvi: o con il vostro fondo mantenete il bene universale, o fate gli interessi dei lavoratori che aderiscono al fondo, poi andate a spiegarglielo voi ai lavoratori che per appianare tutte le ingiustizie del pianeta hanno perso la liquidazione, ma glielo andate a dire voi! Il legislatore ha fatto un altro percorso, ha detto: "io per garantire il lavoratore individuo dei gestori e individuo una banca depositaria, individuo un criterio" e noi oggi non interveniamo su questo, noi abbiamo semplicemente detto una cosa diversa: abbiamo detto che con la creazione dei fondi territoriali manteniamo le masse finanziarie in fondi territoriali, ma il gestore ovviamente farà tutti gli investimenti del caso...
(interruzione del Consigliere Lattanzi, fuori microfono)
... ben vengano! Ma se vi fosse stato un fondo territoriale, nel momento in cui abbiamo acquistato il ramo di azienda "ENEL", avrebbe potuto investire? Dico di sì...
Lattanzi (fuori microfono) - ... mi faccia un esempio delle altre opportunità che avrebbe fatto... l'unico in 15 anni che avete cercato di investire...
Frassy (fuori microfono) - ... mi faccia un altro esempio...
Marguerettaz (UV) - ... abbia pazienza, non sono a "Rischiatutto", fai l'esempio... non farlo... cerco di circostanziare una discussione che sia coerente con il testo di legge che abbiamo. Ogni fondo ha una particolarità, colleghi, che il fondo dovrà trovare un'approvazione al COVIP, perché non è che qualsiasi fondo può scrivere tutte le stupidaggini e viene approvato, c'è un ente che controlla e, se voi andate ad introdurre degli elementi che non tutelano il lavoratore, non ci sarà l'approvazione, quindi tranquillizzatevi. Rispetto a questo impianto, sono stupito che si voglia evidenziare una serie di questioni di natura ideologica e non si voglia fare almeno... non dico dire bravo al Governo o alla maggioranza, ma dire che stiamo cercando di preoccuparci e di legiferare così come da anni sta chiedendo il COVIP... cioè alle Regioni d'intervenire nell'ambito del "welfare", perché il "welfare" è un problema importante e stanno cambiando le esigenze. Quelle che una volta erano esigenze codificate ovvero dei bisogni che erano di un certo tipo... il TFR poteva avere degli anticipi quando c'erano dei problemi sanitari, quando si comprava la prima casa si poteva chiedere l'anticipo, oggi le esigenze sono diverse, ci sono dei momenti nella vita delle persone che possono essere dei momenti di bisogno e io devo trovare delle nuove forme per intervenire e sostenere. Certe situazioni che possono anche non essere straordinarie, nel momento in cui ci sono delle famiglie che hanno i figli che vanno a scuola... dei momenti dove c'è un calo o un aumento dei bisogni, tutto questo è un argomento fortemente interessante, ma non è con posizioni protezionistiche e rigide che risolviamo il problema del "welfare"! Il problema del "welfare" va affrontato intanto "guardando in faccia la realtà", quindi comprendendo che le risorse che accantoniamo non saranno sufficienti per mantenere quel vecchio sistema pensionistico, per cui bisogna cercare di sostenere. Tale disegno di legge ha il merito di mettere in ordine una serie di attività che non vanno a ledere l'autonomia di ogni singolo fondo, ma vanno a introdurre degli elementi che vanno a sostenere i vari aderenti, le varie persone fisiche. Consigliere Frassy, devo dire la verità: questa contraddizione che lei vede nel testo di legge presentato ed emendato non c'è, l'articolo 6, che individua i beneficiari degli interventi, è molto chiaro, era chiaro prima e lo è adesso...
Frassy (fuori microfono) - ... non è più coerente con l'articolo 5...
Marguerettaz (UV) - ... è coerentissimo e non solo: ho mandato una lettera al COVIP il 20 ottobre, con la quale chiedo un incontro con tale organismo, annuncio di aver presentato un disegno di legge oggetto di valutazione nei prossimi mesi da parte del Consiglio - se vuole, le do una copia - e, proprio per leggerla, la Regione, con il provvedimento in oggetto si propone di creare le condizioni per l'adozione in Valle d'Aosta di interventi di diversa natura a favore delle persone fisiche, non dei fondi... e questo l'ho scritto in data 20 ottobre...
(interruzione del Consigliere Lattanzi, fuori microfono)
... la situazione che stiamo vivendo è una situazione abbastanza semplice, ovvero siamo partiti anche noi dalla "riforma Dini" in avanti, ma il vero problema dei fondi è che tutta una serie di aspettative alla fine non hanno avuto quel "appeal" necessario: sto parlando del successo dei fondi in termini di adesione. Vi ricordate l'enfasi con la quale erano stati annunciati? Era stata annunciata una serie di agevolazioni fiscali, tutte cose che poi nel tempo non hanno avuto seguito, ma il problema è sempre rimasto "sul tavolo", la previdenza tradizionale all'INPS ha avuto delle prestazioni che sono decrescenti e non abbiamo un supporto. È chiaro che in un momento di recessione dobbiamo anche fare un'altra valutazione: le risorse liquide disponibili da destinare non ci sono, quindi rischiamo di avere un cittadino che anche realizzando che quella è un'attività corretta non ha le disponibilità, quindi succede che destina le sue risorse nelle attività che sono più immediate e quelle che hanno un effetto dilazionato nel tempo rischiano di essere sacrificate rispetto alle altre. Da questo punto di vista, sapete bene che la gestione delle varie pratiche, l'informazione, il sostegno di tutto l'impianto merita di essere sufficientemente diffuso. Abbiamo la necessità di promuovere, quindi informare, di avere un sostegno dal punto di vista amministrativo, ogni cittadino con un fondo territoriale con una rete sufficientemente distribuita in Valle d'Aosta può accedere in più postazioni per avere il profilo della sua posizione, senza necessità di spostarsi a livello centrale per avere delle informazioni, perché il cittadino ha la necessità di avere un presidio rispetto a tutte queste attività. Sapete benissimo che ogni pratica, ogni posizione ha dei costi amministrativi e qualcuno ha detto che la piccola dimensione può avere delle diseconomie; intervenendo con un contributo al cittadino quelle diseconomie che possono essere portate dal ridotto numero... quindi capite che ci sono dei costi fissi che, ripartendoli su una base più ridotta, portano a un'incidenza individuale più elevata; se do un contributo per quel tipo di attività, comprimo il costo individuale e rendo competitivo il fondo territoriale rispetto agli altri fondi. Quella è una delle formule, nell'ambito del disegno di legge ci sono altri interventi e nell'ambito di tali interventi sottolineerei la possibilità di sostenere tutti quei lavoratori atipici, tutti coloro che hanno delle flessioni rispetto alla continuità di un contratto pubblico o privato, quindi poter intervenire per un lasso di tempo che è sicuramente interessante...
Squarzino (fuori microfono) - ... lo abbiamo sottolineato...
Marguerettaz (UV) - ... lo avete sottolineato, però mi pare che in tutto questo discorso non venga sufficientemente valorizzato. Così come questo fondo territoriale è destinato a tutti i soggetti che lavorano in Valle d'Aosta, che possono lavorare per imprese valdostane, per imprese che vengono da fuori, addirittura per i cittadini non residenti, ma che lavorano per delle... quindi abbiamo messo al centro di tale intervento la persona, non il fondo, perché era questo il ragionamento, cercando di sostenere i bisogni e le necessità di ogni singolo lavoratore. Intanto sul come lei capisce che abbiamo un rinvio nell'articolo 8... che ogni misura sarà individuata dalla Giunta regionale... e ho fatto l'esempio prima...
(nuova interruzione del Consigliere Lattanzi, fuori microfono)
... infatti, abbiamo una percentuale di adesione decisamente superiore rispetto a quella delle altre Regioni, ma proprio perché abbiamo destinato delle risorse per fare questa attività!
Squarzino (fuori microfono) - ... ma come numero...
Marguerettaz (UV) - ... i numeri già li abbiamo indicati in questo... hanno aderito 1.700 persone...
Squarzino (fuori microfono) - ... ma lo so...
Marguerettaz (UV) - ... allora, se lo sa, perché me lo richiede?
Cercando di dare un poco di merito a chi ha lavorato su un provvedimento, che è molto importante e che ha avuto il contributo probabilmente della persona più competente in materia italiana su tale materia: il Prof. Sandulli... che ha avuto parole di notevole plauso per questa iniziativa, indicandoci come Regione all'avanguardia, ma non all'avanguardia perché facciamo delle operazioni spregiudicate dal punto di vista finanziario, ma perché ci poniamo a cuore l'interesse dei lavoratori e dei cittadini, non delle finanziarie! Quando nella relazione qualcuno mi dice: "partecipare agli organi", ma cosa vogliono i sindacati: partecipare al "CdA" della "Servizi previdenziali"? No, perché, quando la collega Squarzino parla dei sindacati, sbaglia, perché non deve usare il plurale, ma deve dire il sindacato, quello che parla con lei, uno, ed è l'unico che all'interno del Patto per lo sviluppo ha avuto delle posizioni non particolarmente allineate. Anche lì noi abbiamo dato delle garanzie, c'era in relazione, basta leggere: "nell'organo amministrativo della società, in conformità al principio di cui all'articolo 2 di questa legge, verrà assicurata la rappresentanza degli organismi associativi dei lavoratori e dei datori di lavoro operanti sul territorio". La relazione quindi è un impegno che è stato assunto nel momento in cui abbiamo presentato la legge e non poteva che essere così, perché non andiamo a "sporcare" la legge parlando dell'organo di amministrazione della "Servizi previdenziali". Se questo era il significato, nella "Servizi previdenziali", proprio perché non c'è alcun tipo di attività che deve essere fatta a favore di Tizio o Caio, ma è una società che svolge dei servizi a favore dei cittadini e in convenzione con l'Amministrazione regionale...
Per quanto attiene questa legge, che è una legge evidentemente con contenuti generali e con delle linee guida, riteniamo di aver fatto un vero passo avanti e questo passo avanti lo dobbiamo anche al fatto di aver avuto la fortuna di aver visto l'approvazione di 2 norme di attuazione, quindi ringrazio i componenti della Commissione paritetica perché hanno dato finalmente una certezza al nostro ordinamento...
(commenti dei Consiglieri Frassy e Squarzino Secondina, fuori microfono)
... ho fatto un ringraziamento istituzionale, non volevo dargli un taglio politico, voi mi fate più "partigiano" di quello che sono, ho solo detto: "ringrazio la Commissione paritetica", poi andate a vedere i nomi, ma quello è affare vostro!
Dicevo, 2 norme di attuazione che sono citate nell'articolo 1, quindi abbiamo finalmente avuto una certezza: quella di poter indirizzare tutto il comparto della scuola e prima ancora il comparto della sanità ai fondi di previdenza territoriale e questo credo sia una cosa di grande livello, anche perché sapete che tale norma è una "giungla".
Oggi come oggi, se vi mettete, al di là delle enunciazioni di principio, a capire come e dove vengono accantonate le risorse dei pubblici dipendenti, voi fra l'INPDAP, fra contributi figurativi, impazzite e questo impazzimento, Consigliere Bortot, porta alla bancarotta, perché alla fine nessuno ha la sensazione di qual è l'accantonamento e di qual è il debito. Forse il Fondo di previdenza complementare è l'unica certezza che si avrà e prima riusciremo a gestire nell'ambito di questa previdenza complementare le risorse del lavoratore prima facciamo un vero servizio ai lavoratori. Non la voglio fare più lunga, mi scuso anche per i toni accorati, ma mi turbava vedere questa legge completamente travisata e completamente portata su binari che non c'entrano nulla. Tutte le altre cose sono già disciplinate dal legislatore statale, non c'entrano; se volete intervenire su altri argomenti, siete liberi di farlo, ma questa legge disciplina quanto di nostra competenza, quanto ci ha esortato a fare il COVIP e tutti gli organismi che si occupano di previdenza complementare e riteniamo di aver fatto un grande servizio ai cittadini, perché d'ora in poi con questo strumento forse si potranno evitare delle situazioni di povertà. La previsione di avere all'interno di questo disegno di legge un "volet" assistenziale non vuole confondere le 2 attività: una è la previdenza complementare e l'altra è quella assistenziale, che ha tutta la necessità di essere coordinata con gli altri, ma, quando si parla di accantonamento e quando si parla di destinazione di alcune parti delle disponibilità del lavoratore, ci possono essere dei "vasi comunicanti", quindi certe situazioni di disagio che meriterebbero un sostegno assistenziale possono essere preventivamente garantite da una previdenza corretta.
Presidente - La parola al Consigliere Bortot, per il secondo intervento.
Bortot (Arc-VA) - Non preoccupatevi, sarò brevissimo. Intanto ho scoperto che non serve a niente alzare i toni per convincere, con i toni alti non convinco nessuno qui dentro. Evidentemente Consigliere Lattanzi giustamente in questo caso è in conflitto di interessi, però abbiamo un'idea completamente diversa del mondo degli investimenti. Prima cosa: qui dentro si fa confusione con i risparmi...
(interruzione del Consigliere Lattanzi, fuori microfono)
... ho detto che abbiamo una visione completamente diversa del mondo...
Squarzino (fuori microfono) - ... no, un conflitto di idee...
Bortot (Arc-VA) - ... cosa ho detto?
Squarzino (fuori microfono) - ...di interessi ...
Bortot (Arc-VA) - ... conflitto di idee... scusate... l'età.
Primo: quali lavoratori vogliamo tutelare: valdostani, nazionali, europei o gli argentini, visto che con i fondi argentini i lavoratori sono andati tutti in bolletta? Secondo: stiamo facendo una confusione enorme fra i risparmi personali del Consigliere Bortot, o dell'Assessore Marguerettaz, o del Consigliere Lattanzi che possono indirizzarli dove vogliono a seconda dei principi etici che hanno, "caval donato" procura... o ricchezza procurata da terzi, qualcuno guarda in bocca e altri no... non stiamo facendo della morale. La proposta che i lavoratori debbano essere informati sugli indirizzi e sulle possibilità che hanno quindi mi sembra un principio di democrazia, il lavoratore è in grado di decidere cosa fare del proprio TFR, non si chiede il silenzio assenso: si chiede di informare i lavoratori dipendenti di dove possono mettere il loro TFR, questa mi sembra una regola di democrazia! Assessore, è dal 1999 che la Regione finanzia la società di servizi; se hanno aderito 1.700 lavoratori o dipendenti in 7-8 anni, vorrà dire che questa grande fiducia in tali fondi non c'è e mi sembra più che legittimo avere dei dubbi non tanto sulla gestione, quanto su come si gestisce, chi gestisce e quello che è successo a tanti lavoratori nel resto del mondo, dove sono andati a finire i loro fondi pensione, dimostra che c'è tanta gente nel mondo in "braghe di tela", questo non lo potete confutare!
Terza cosa: la Regione, e qui subentra il passaggio della persona privata di Bortot, che mette il suo TFR dove vuole, perché questo lo decide Bortot....
Marguerettaz (fuori microfono) - ... non lo decide Bortot, lo può mandare solo nei fondi negoziali ...
Bortot (Arc-VA) -... sì, ci sto arrivando. Lasciatemi finire. Bortot allora decide dove mettere i suoi soldi, Bortot Consigliere quando si spendono soldi della collettività richiede la trasparenza che non c'è, perché sono 5 anni che chiedo a chi gestisce la FOPADIVA in quali obbligazioni, in quali società azionarie, dove sono stati investiti, in quali comparti produttivi, in quale parte del mondo, non mi hanno mai risposto! Ho ricevuto 2 lettere di insulti dal Presidente del fondo e ce l'ho, "carta canta"! Bortot lavoratore può accontentarsi o meno delle risposte non date, Bortot Consigliere ha il diritto di sapere dove vanno investiti i suoi soldi, Bortot Consigliere ha il diritto-dovere di mettere dei paletti, perché nella misura in cui in questa direzione vanno dei soldi pubblici... mettere dei paletti... la trasparenza, la democrazia e la filiera: la filiera vuol dire che i paletti vanno messi affinché i soldi della Regione non vadano a procurare danni a terzi in altre parti del mondo.
Ultima cosa: non ci rendiamo neanche conto che bell'affarino fanno le grandi nostre imprese che paventano il libero mercato e chi ne ha più e di meno; primo, fino a 10 anni fa al lavoratore che chiedeva un acconto sulla propria liquidazione gli si diceva: "non si può toccare il TFR perché serve come autofinanziamento delle aziende, quindi, finché lei non si licenzia, non ha conti e non può toccare la liquidazione". A me, ma anche ad un'intera generazione è stato risposto che i soldi miei dei lavoratori, accantonati in un'azienda, non potevano essere presi in anticipo per la casa, la macchina, qualsiasi altra cosa, perché giustamente servivano da alto finanziamento dell'azienda. Improvvisamente - non parlo delle piccole aziende, qui c'è il trucco: parlo delle grandi aziende - scopriamo che sono disponibili a mollare il fondo, perché il pubblico, lo Stato, i Governi abbattono il tasso di interesse sui prestiti con le banche per coprire i "buchi" del fondo, poi scopriamo che contemporaneamente è sparito il cuneo fiscale...
(interruzione del Consigliere Lattanzi, fuori microfono)
... infatti, sto facendo anche un'autocritica: sto parlando di quello che viene a favore delle aziende, per restare sul mercato nel giro di pochi mesi... allora improvvisamente il cuneo fiscale, 70%, va alle aziende. Scopro poi che le aziende possono incentivare i lavoratori che hanno richiesto il TFR ad investirlo nella loro azienda, per cui abbiamo il cuneo fiscale, il denaro degli altri a tasso agevolato e alla fine rientra nell'azienda il TFR: niente male come operazione! Tutto questo perché non siamo in grado di "fare sistema", di fare degli investimenti e si continua a pretendere che le aziende stiano sul mercato internazionale solo abbattendo il costo del lavoro!
Quarta cosa: pretendere che i fondi sui quali noi investiamo dei soldi e mettiamo denaro pubblico siano etici non è uno "strafalcione"! I fondi etici rendono quanto gli altri, ma rendono di più perché vengono investiti sul sociale... è chiaro, Consigliere Lattanzi, è una concorrenza, adesso sì che sei in conflitto di interessi...
Lattanzi (fuori microfono) - ... no, no...
Bortot (Arc-VA) -... sto dicendo che i fondi etici, farò uno schema e vi porterò i dati, rendono dal punto di vista finanziario quanto gli altri, rendono perché si investe nell'ambiente - il risanamento ambientale -, rendono perché si investono nel sociale creando assistenza e agevolazione e attività nel sociale e rendono perché dove vengono investiti nel resto del mondo si dà pari dignità a tutti i lavoratori! Qui dentro a molti non interessa, a noi 3 e ad altri sono sicuro che interessa moltissimo, cioè che a me i miei soldi messi in un fondo mi rendano sulla pelle e sullo sfruttamento di qualcun altro dall'altra parte del mondo perché non lo vedo... poi qui si apre un dibattito, non è che pretendo di avere ragione.
Presidente - La parola al Consigliere Lattanzi, per il secondo intervento.
Lattanzi (CdL) - Spero di non tediare i colleghi, spero che si rendano conto che è un argomento importante anche per il futuro di questa Regione e per i tanti lavoratori che in questo momento stanno lavorando senza alcuna certezza del futuro pensionistico da qui a 20 anni. Consigliere Bortot, non voglio cercare di convincerti, perché mi diventa difficile, lo capisco, ci distanziano troppi valori e troppe culture, ma ti voglio dare una brutta notizia per quanto riguarda i fondi etici di cui tu parli, che a tuo dire hanno avuto rendimenti migliori dei fondi o comunque dei buoni rendimenti: una recente inchiesta ha scoperto che i soldi messi nei fondi etici andavano nello stesso posto dove andavano tutti gli altri, cioè sui mercati finanziari. A parte qualche piccolo fondo etico che investe in piccole aziende del sud America, i grandi fondi etici - sono andati a vedere i portafogli, i titoli - andavano esattamente laddove il mercato rende, cioè nei mercati economici e, quando parlo di "economici", non sto parlando del diavolo, ma parlo di aziende che danno lavoro a milioni di persone! Anche in Pakistan, anche in Argentina dove tu dici esserci lavoratori in mezzo a una strada perché i loro fondi sono spariti, ma non sono spariti per la legge del capitale, sono spariti per la legge dei cattivi capitalisti, che è cosa diversa. Nessuno sta sostenendo un sistema di cattivo capitalismo, si sta cercando di tenere in piedi l'unico sistema che fino ad oggi ha funzionato, che è il sistema economico capitale. Forse un futuro di "new age" ci vedrà tutti etici e tutti appagati, io lo auspico, ma per il momento l'unico sistema che dà ricchezza, che crea valore, che mette in tasca i soldi anche ai lavoratori del terzo mondo è il sistema capitalistico con tutte le sue strutture, ma non ti voglio convincere.
Quello che invece voglio dire, confrontandomi anche con l'Assessore sugli interventi che ci sono stati, è non che questa legge già predispone le destinazioni degli investimenti, perché ci sono gli statuti dei fondi che prevedono le destinazioni degli investimenti, ma rispondevo a un auspicio del collega Cesal, che diceva che questa cosa viene fatta per tenere qui i soldi; allora, un conto è che facciamo questa cosa per tenere qui l'amministrazione di quei soldi, con tutti i benefici finanziari e fiscali...
(interruzione del Consigliere Cesal, fuori microfono)
... adesso hai già cambiato idea, mi fa piacere che hai cambiato idea in 10 minuti, quindi un conto è che si costruiscono i fondi complementari che fiscalmente abbiano residenza in Valle d'Aosta, perché sappiamo tutti cosa questo significa, altro è che i contributi vengano, come giustamente non possono essere fatti, destinati se non laddove lo statuto dei fondi lo prevede.
Per quanto riguarda i prospetti FOPADIVA, Bortot lavoratore, sono pubblici, il fatto che non te li consegnino è una cosa illegale, te li devono consegnare. Se sei un contribuente, hai il diritto di sapere, anche prima di investire, il prospetto che illustra dove i soldi andranno a finire.
Assessore, uno dei punti incriminati di questa legge è il comma 3 dell'articolo 5, laddove lei ha tentato di spiegare - e ci è riuscito - qual è il ruolo che la Regione vuole giocare nella costruzione di tali fondi complementari. Quando lei sostiene che la Giunta regionale è altresì autorizzata ad assumere, nei limiti delle risorse finanziarie disponibili, ogni ulteriore iniziativa atta a garantire sostegno sotto il profilo amministrativo, contabile e logistico alle persone fisiche che aderiscono alle forme pensionistiche complementari... e questo si traduce nell'opportunità di sostenere il fondo fino a quando non raggiunge le masse di "break-even" di gestione? Ci può stare. Quando questo significa sostenere il fondo perché ha delle risorse per promuovere presso i lavoratori l'adesione? Ho qui i dati delle adesioni dei fondi territoriali, i dipendenti privati hanno diritto per il 13%, i dipendenti pubblici per il 2,2%, altri per il 19%, è chiaro che abbiamo la necessità d'informare i lavoratori che possono destinare una parte dei loro TFR alle forme complementari, in questo caso può essere FOPADIVA o altre, va bene promuovere il sostegno all'informazione. Quando lei dice che questo può arrivare anche al sostentamento della costruzione di una logistica per la distribuzione di tale fondo, significa immaginare una struttura di venditori, di agenti rappresentanti, di filiali sul territorio valdostano? Vuol dire dare le risorse affinché FOPADIVA diventi quello che può essere una qualunque assicurazione. C'è un piccolo particolare: che alcuna assicurazione riceve i contributi statali per tenere in piedi le proprie filiali. Se il FOPADIVA o le forme complementari si devono finanziare... in un certo periodo ci può essere il sostegno regionale, a promuovere l'adesione affinché si raggiungano i numeri e le masse sufficienti, affinché i fondi con la gestione di questi patrimoni stiano in piedi attraverso quegli utili, ma introdurre il concetto che la Regione sarà anche a sostegno della logistica significa decidere oggi che si costruirà una struttura che sarà sulle "croste" della Regione vita natural durante, perché a quel punto non ci sarà più l'esigenza da parte dei fondi di impegnarsi a far aderire i dipendenti privati e pubblici a questi fondi, perché tanto comunque vada alla fine dell'anno il bilancio lo copre la Regione! E queste forme di assistenzialismo regionale, da repubblica... non si fa che costruire un secondo INPS con il fittizio del privatistico, ma con tutte le strutture economiche, amministrative, finanziarie e logistiche di tipo regionale, cioè è la Regione che costruisce una struttura di questo tipo! E allora non starà in piedi perché le logiche non saranno quelle, ma saranno quelle di costruire una struttura dove i costi del personale ci saranno e la Regione pagherà a fine anno gli sbilanci e questo non va bene, perché ci stiamo condannando a dire, come abbiamo fatto con il casinò: "non preoccupatevi, fate pure case da gioco, tanto se fate i buchi, alla fine dell'anno l'azionista paga"! Questo non succederebbe se vi fosse un gestore privato, questo è il dramma, al di là di tutte le considerazioni sull'etica del capitalismo, Bortot, che posso anche condividere considerando le "storture" di un certo capitalismo. Io sono un capitalista sociale, quindi possiamo anche trovarci su certi ragionamenti, ma non posso condividere una condanna di un sistema quando l'alternativa non esiste. Se tu poi mi dici: noi siamo qui a rappresentare i lavoratori valdostani, quelli italiani, quelli argentini o quelli pakistani? Io ti posso dire: noi abbiamo un mandato oggi di decidere come verranno gestiti i contributi dei lavoratori valdostani. Ti dirò di più: io auspico nella direzione che ho in mente che questi contributi vengano investiti in economie che portino anche dei benefici in quei mondi, perché non c'è alternativa: o creiamo ricchezze, e quindi ci sono i soldi per mantenere un paese, o se non c'è ricchezza, non si mantiene nessuno, con la chiacchiera non si mantiene nessuno! Bisogna far lavorare la gente, produrre beni e servizi, vendere e creare valore, allora si hanno le ricchezze per aiutare il terzo mondo, ma senza i soldi del primo e del secondo mondo il terzo mondo è destinato a scomparire nella miseria e nella malattia.
Presidente - La parola al Consigliere Sandri.
Sandri (GV-DS-PSE) - Sul primo, secondo e terzo mondo sarebbe opportuno ogni tanto fare qualche riflessione, non a margine di una legge di questo genere, ma con il tempo per capire come vanno le cose. Per utilità delle riflessioni del collega Lattanzi, dirò che il terzo mondo in questo momento ha dei tassi di sviluppo che sono circa il triplo di quelli del nostro Paese e non so quanto di più di quelli della nostra Regione, per cui credo che sia una riflessione complessa dalla quale è difficile trarre delle conclusioni.
Sul merito di questo provvedimento di legge annuncio già il voto di astensione del nostro gruppo sulla base di motivazioni di forma. Non ci è piaciuto assolutamente il modo in cui è stato gestito il lavoro di Commissione, non si fa così su argomenti così importanti e non ripeto cose già dette da altri colleghi... e anche su questioni di contenuto. Abbiamo qualche perplessità non sulla filosofia di fondo che condividiamo, ma su alcuni risultati su cui abbiamo potuto fare qualche osservazione. FOPADIVA fino al 2005 ha avuto un certo tipo di gestione che ha dato dei risultati ottimi o eccellenti, sicuramente superiori a quelli del TFR; da quando è cambiata gestione, come è stato evidenziato anche da una nota rivista di finanze e di mercato che è pubblicata settimanalmente nel nostro Paese, le "performance" di FOPADIVA sono scese sotto quelle del TFR. Sull'efficienza di queste scelte quindi credo che qualche riflessione ci debba essere, così come sulle riflessioni di tale fondo, perché questo probabilmente, tenuto conto che fondi che funzionano a livello nazionale hanno delle dimensioni centinaia o migliaia di volte superiori in termini di fondi amministrati, consentirebbe di avere maggiore efficacia e capacità di spuntare un maggiore rendimento. Non che si voglia passare tutti i fondi a un fondo nazionale, ma forse trovare delle forme di collaborazione con fondi più grandi per ottenerne i vantaggi di scala poteva essere una soluzione positiva. Queste sono le nostre perplessità, a fronte delle quali però diamo un giudizio positivo di tutto ciò che dà fastidio al collega Lattanzi, quindi lo do per scontato; l'intervento della Regione direttamente con questi 3 milioni in capo al 2006 e poi con la legge finanziaria ridefinire anno per anno è un dato positivo.
Collega Bortot, volevo fare una piccola riflessione e parlare in particolare delle vedove scozzesi: le vedove scozzesi sono proprietarie di uno dei più grossi fondi pensione che esistono al mondo, questo ha permesso a una serie di società della Gran Bretagna, e non solo, di diventare delle "public companies", cioè da società di proprietà di famiglie di capitalisti sono diventate delle società gestite da un capitale diffuso attraverso i fondi pensione. Le vedove scozzesi sono in questo senso molto abili nel comprare e vendere queste cose, quindi si è sminuita la forza del capitale economico, perché gli amministratori di tali società devono rendere conto non a una persona, ma a un enorme numero di persone, per cui è un'autolimitazione che i sistemi capitalistici vigenti nel mondo occidentale si sono ritrovati a furia di diventare grandi, perché le famiglie non riescono più a stare dietro a finanziare la crescita delle proprie industrie, quindi intervengono i fondi pensione. Secondo me, c'è da fare una riflessione su questo nuovo mondo, in cui il capitalismo non è più quello del 1948, ma è un capitalismo diverso e probabilmente questi meccanismi di regolazione che sono nati possono essere incentivati perché sempre più il controllo democratico possa intervenire anche su queste sedi. Mi permetto di prendere una bandiera che ha piantato il collega Bortot in quest'aula, perché è una bandiera che può essere recepita dalla Giunta: quella dell'investimento nei fondi etici. Nulla vieta che il gestore che sarà scelto per la gestione di questi fondi la prossima volta possa essere richiamato all'utilizzo di strumenti che abbiano determinate caratteristiche di eticità; questi sono tra l'altro dei canoni che sono previsti dalla normativa europea, si possono mettere tutta una serie di canoni, fra cui non investire in fabbriche di armi o cose del genere. Credo che questo potremmo prenderlo come un impegno per il futuro, in modo che i fondi dei Valdostani non vadano a produrre bombe che poi esplodano nel terzo mondo, così come a tutti noi credo non piaccia.
Presidente - Faccio presente che è stato depositato un emendamento a firma del Capogruppo della "CdL" e dell'Assessore Marguerettaz, che è stato accettato in base all'articolo 66, comma 4 del Regolamento, ovvero si trova in correlazione con l'emendamento presentato dalla "CdL" ed è finalizzato ad una migliore comprensione del testo. Se nessuno chiede più d'intervenire, dichiaro chiusa la discussione generale.
La parola al Presidente della Regione, Caveri.
Caveri (UV) - Quando abbiamo l'occasione di leggere il nostro Statuto speciale per la Valle d'Aosta, va detto che, per fortuna, questo testo, pur vecchio - risalente al 1948 - nei suoi aspetti fondamentali, finisce per essere, malgrado vi sia ormai un'ampia convergenza sulla necessità della sua modernizzazione, ancora una miniera ricca di pepite d'oro o, per usare un'immagine meno colorata, ricorda questo Statuto un insieme di possibilità che ci sono offerte come se si trattasse di messaggi in bottiglia che ci arrivano dalla discussione avvenuta nel periodo della Costituente. L'articolo 3, cioè le competenze integrative e attuative, prevede alla lettera h), previdenze e assicurazioni sociali. Questa previsione dello Statuto di autonomia è stata una delle previsioni disattese nel secondo dopoguerra, perché oggi siamo tutti favorevoli all'autonomia speciale, siamo tutti d'accordo sulla necessità di rafforzarla; non sempre, nel secondo dopoguerra, questo statuto è stato applicato nella sua completezza. Vorrei, quindi, dare atto che la legge che verrà approvata oggi, fa parte di un percorso volto a riattualizzare lo Statuto di autonomia e a riprendere nelle nostre mani almeno una parte di quel settore della previdenza, che, fino a pochi anni fa, ci era stato completamente negato. È stato un lavoro difficile, a partire dal 1992 ci sono state numerosissime leggi nelle quali sono stati inseriti degli emendamenti appositi per far tornare in vita questa previsione statutaria; è stato un lavoro interessante che ho vissuto anche personalmente, che ha sortito alla fine di questo iter l'approvazione della norma di attuazione dello Statuto 24 aprile 2006 in materia di previdenza complementare e che tiene conto di azioni importanti che Governi precedenti hanno attuato in una materia che risulterà essere preziosissima nei prossimi anni. A dire la verità, sono 2 norme di attuazione dello Statuto: una in materia di previdenza, l'altra in questa materia più vicina agli aspetti sociali e sanitari di cui si dà atto in tale normativa odierna.
Non vorrei quindi che le opzioni eventualmente migliorative, i dissidi spesso ideologici sulla visione diversa dei fondi ci neghino la grande soddisfazione di questa legge che viene sottoposta oggi al Consiglio in un mondo che cambierà profondamente e per il quale dobbiamo essere pronti. Vorrei ricordare come gli scenari demografici dell'ISTAT per il 2050 prevedano un forte cambiamento demografico della Valle d'Aosta, le stime ISTAT prevedono 125.249 Valdostani nel 2017 che scenderanno a 115.817 nel 2050. Esse prevedono un drastico cambiamento della struttura per classi di età, fra il 2000 e il 2050 il peso dei giovani (0-14 anni) scenderà progressivamente da un valore già estremamente basso di 12,8% a 10,4%, quello della popolazione in età lavorativa passerà da 68,3 a 54,4, mentre quello degli anziani salirà dal 18,9 al 35,2. Osserviamo anche che, sempre secondo queste previsioni, nel 2050 in Valle d'Aosta le persone con oltre 80 anni rappresenteranno il 15,4% della popolazione. Naturalmente a questo dobbiamo aggiungere, perché non ne abbiamo ancora un'esatta consapevolezza, che dobbiamo capire quanti saranno i bambini figli di genitori di provenienza extracomunitaria, oggi ci attestiamo attorno al 13% delle nascite in Valle, quindi un dato molto importante che cambierà le cose dal punto di vista demografico. Non lo dico con alcun commento, sappiamo perfettamente che la società del 2050 avrà una componente multirazziale molto più elevata di oggi, ma questo dato dell'invecchiamento della popolazione valdostana ci obbliga ad avere degli strumenti più moderni nel settore della previdenza e dell'assistenza sociale per l'utilizzo di questi fondi in un clima di assoluta sicurezza per i lavoratori, che già oggi possono monitorare, con una propria "password" sul computer, l'andamento dei propri risparmi messi nella previdenza complementare. Potranno fare la stessa cosa per quei fondi che potranno gestire per poter pagare la microcomunità nel 2050 o per poter pagare la badante che in qualche modo dovrà occuparsi di loro, perché questi dati sono dati che l'ISTAT ha elaborato senza tener conto di altre previsioni ben più catastrofiche da un certo punto di vista e ben più ottimistiche dall'altro punto di vista, nel senso che più probabilmente non solo avremo gli ottuagenari, ma i nonagenari - spero di sì perché nel 2050 avrò esattamente 90 anni! - che dovranno essere assistiti e, se immaginiamo che il "welfare" non sarà più in grado di fornire i servizi attuali, perché le norme creeranno situazioni di gravissima difficoltà, è chiaro che abbiamo questa "pepita d'oro" all'interno del nostro Statuto che significa una gestione oculata.
Quando sento il "peana" della gestione pubblica dei fondi, che invece hanno una regia pubblica, ma sono affidati a società che sanno investire il loro capitale come funziona ormai nei migliori Paesi europei, ma non cito il caso americano, cito il caso di tutti i Paesi della Scandinavia, dove questo sistema è una delle basi della convivenza sociale, trovo che sia convincente migliorare - e lo potremo fare perché non è che la nostra legislazione diventa immodificabile nel tempo - guardando anche altri aspetti, perché nel 2000 abbiamo fatto passare in Parlamento una norma nella finanziaria di allora che prevede anche un'ipotesi di gestione previdenziale, come avviene nella Regione siciliana, dell'insieme della previdenza, perché sappiamo perfettamente che la gestione da parte dell'INPDAP è una gestione disastrosa! Ne parlavamo in Commissione con la Consigliera Fontana, addirittura sono dei fantasmi quelli con i quali i lavoratori ormai parlano, altro che la trasparenza delle tabelle e dell'informazione che viene fatta "ad personam" ad ogni lavoratore dell'amministrazione che oggi fa parte di questi fondi. Non è allora che c'è il migliore dei mondi possibile e una specie di vampiro nei panni dell'Assessore Marguerettaz, che cerca di succhiare il denaro dai poveri dipendenti pubblici! Siamo qui a proporre delle soluzioni che disegnano una società nella quale le rendite che derivano dall'accantonamento di questi fondi sono enormemente migliori delle rendite oggi derivanti da una gestione esclusivamente pubblica, disastrosamente pubblica, di questi fondi. Se aggiungiamo, perché questo è un aspetto importante, dato che in questo ci sono battistrada, il Trentino Alto Adige e la Valle d'Aosta, l'accantonamento di somme che consentiranno di avere un livello di assistenza sociale alle persone molto anziane o handicappate, quando i loro genitori che oggi li accudiscono non ci saranno più, questo è un meccanismo essenziale!
Non vorrei che il dibattito su alcuni punti, di cui si è visto oggi, obnubilasse, soprattutto per i colleghi della stampa, un passaggio che suona come un passaggio storico, rispetto a un percorso di riacquisizione di una nostra competenza: previdenza e assicurazioni sociali, che abbiamo allargato al sociale, ai lavoratori in difficoltà, ai lavoratori atipici, all'insieme di persone che si possono trovare nella società in difficoltà perché hanno un figlio handicappato, o perché sono molto anziani e non sono in grado con i meccanismi attuali...
(interruzione del Consigliere Bortot, fuori microfono)
... ma come, tutte balle, Consigliere Bortot! Ma Consigliere Bortot, studia la legge quando devi intervenire in Consiglio regionale...
Squarzino (fuori microfono) - ... non sta parlando con te, sta parlando con me!
Caveri (UV) - ... ma dice balle! "Balle" in italiano è una cosa molto comprensibile, va bene. Mi sembrava che in Commissione si fosse capita la portata storica di questa norma, storica in senso buono di riacquisizione della competenza, poi, non discuto, ci sono persone molto più competenti di me come il collega Lattanzi che conosce questo settore come le sue tasche, ma il meccanismo che mettiamo in piedi è certamente migliorabile, è comunque un meccanismo virtuoso e positivo, che propone ai lavoratori della Valle d'Aosta... fra l'altro, faccio notare per la prima volta allargato anche al settore scolastico e con piena legittimazione del settore sanitario...
Bortot (fuori microfono) - ... chiesto dagli insegnanti...
Caveri (UV) - ... chiesto dagli insegnanti, ma noi siamo contenti, perché questa è la prima strada verso lo "status" giuridico pieno di dipendenti regionali, perché non è che si prende il buono e non si prende il cattivo; ma, al di là di quello, è evidente che ci troviamo di fronte a meccanismi importanti e credo che oggi dobbiamo dare atto alle molte persone, anche ai Governi precedenti, che dall'inizio degli anni '90 hanno lavorato su questo "dossier".
Presidente - Si passa all'esame dell'articolato. È stato dato parere favorevole dalla II Commissione a maggioranza, ovviamente si voterà il nuovo testo della II Commissione, sono stati presentati 6 emendamenti dal gruppo "CdL", un emendamento dall'Assessore Marguerettaz e un emendamento a firma dell'Assessore Marguerettaz e del Consigliere Frassy sostitutivo di un emendamento del gruppo "CdL".
All'articolo 1 vi sono gli emendamenti nn. 1, 2 e 3 del gruppo "CdL".
Emendamento
Articolo 1, comma 2, abrogare integralmente la lettera b).
Emendamento
Articolo 1, comma 2, abrogare integralmente la lettera c).
Emendamento
Articolo 1, comma 3, abrogare "e istituire".
La parola al Consigliere Frassy.
Frassy (CdL) - Per illustrare l'emendamento n. 1 e comunicare che gli emendamenti nn. 2 e 5 sono ritirati, perché, alla luce del dibattito e dei ragionamenti emersi dalla relazione dell'Assessore, li riteniamo superati.
Emendamento n. 1: l'articolo 1 nel comma 2 afferma che la Regione interviene per quanto riguarda la lettera a) tutelando "l'adesione a forme pensionistiche complementari"; sappiamo di cosa si parla e siamo convinti che siamo a tema; di conseguenza, siamo più che convinti che la lettera a) sia condivisibile, non altrettanto lo è la lettera b), perché qui si fa riferimento "a ogni altro strumento previdenziale a favore delle persone fisiche prive di coperture pensionistiche complementari". Nella migliore delle ipotesi la lettera b) è tautologica, perché va a ripetere i concetti della lettera a), motivo per cui, se così fosse, non avrebbe motivo di essere scritta.
Se invece non è ripetitiva della lettera a), ci deve spiegare - a quel punto potremmo anche ritirare l'emendamento - quali possono essere gli altri strumenti previdenziali; non vorremmo che si facesse un'apertura a quelle forme che non hanno la veste giuridica del fondo e tutte quelle garanzie che assistono questo tipo di veste giuridica e si apra a situazioni strane o originali, che potrebbero andare dai BOR a quant'altro la fantasia del legislatore può partorire. Immagino che chi ha scritto la legge avesse in mente qualcosa. Se ha la bontà di darci un'esemplificazione del concetto della lettera b), possiamo ritirare l'emendamento, altrimenti lo manteniamo.
Presidente - La parola all'Assessore al bilancio, finanze, programmazione e partecipazioni regionali, Marguerettaz.
Marguerettaz (UV) - Mi pare sia chiaro che questo tipo di previsione è a favore di qualsiasi strumento previdenziale per le persone fisiche prive di copertura pensionistica complementare, in sostanza nella prima c'è l'adesione a forme pensionistiche complementari, per quelli che non hanno una copertura pensionistica c'è la possibilità d'intervenire.
Presidente - La parola al Consigliere Frassy.
Frassy (CdL) - Prendiamo atto di questa spiegazione, che sicuramente dà una maggior chiarezza al contenuto della lettera b), di conseguenza ritiriamo l'emendamento.
Presidente - La parola al Consigliere Frassy sull'emendamento n. 3.
Frassy (CdL) - L'emendamento in questione chiede l'abrogazione del verbo "istituire", nel senso che riteniamo che la Regione debba e possa promuovere forme pensionistiche complementari come deriva dalle disposizioni statutarie e dalle norme di attuazione, ma reputiamo che non vi sia né una competenza, né un'opportunità politico-amministrativa nell'istituire delle forme pensionistiche complementari, nel senso che ravvediamo nel concetto d'istituire una partecipazione molto più diretta di quanto non sia la promozione di forme gestite da gente del mestiere.
Presidente - La parola all'Assessore al bilancio, finanze, programmazione e partecipazioni regionali, Marguerettaz.
Marguerettaz (UV) - Questo è né più, né meno quello che abbiamo fatto finora. Se lei prende lo statuto del FOPADIVA, troverà che la Regione insieme a tutti i sindacati ha istituito... perché dice: "in attuazione all'accordo istitutivo stipulato il 23 novembre 1998 fra Regione...", eccetera, ha istituito il fondo... poi lei può non essere d'accordo, ma è coerente con quello che abbiamo fatto finora.
Presidente - Gli emendamenti nn. 1 e 2 del gruppo "CdL" sono ritirati; pongo in votazione l'emendamento n. 3:
Consiglieri presenti e votanti: 29
Favorevoli: 3
Contrari: 26
Il Consiglio non approva.
Presidente - Pongo in votazione l'articolo 1:
Consiglieri presenti: 30
Votanti: 27
Favorevoli: 24
Contrari: 3
Astenuti: 3 (Ferraris, Fiou, Fontana Carmela)
Il Consiglio approva.
Presidente - Pongo in votazione l'articolo 2:
Consiglieri presenti: 29
Votanti e favorevoli: 27
Astenuti: 2 (Fiou, Fontana Carmela)
Il Consiglio approva.
Presidente - All'articolo 3 vi è l'emendamento n. 4 del gruppo "CdL", che recita:
Emendamento
Articolo 3, comma 2, sostituire "Giunta" con "Consiglio".
Tale emendamento è stato sostituito dal nuovo emendamento a firma dell'Assessore Marguerettaz e dal Capogruppo della "Casa delle Libertà"; ne do lettura:
Emendamento
L'emendamento n. 4 CdL è così sostituito:
"Art. 3, c. 2, aggiungere in fine: "previo parere della competente commissione consiliare"."
La parola all'Assessore al bilancio, finanze, programmazione e partecipazioni regionali, Marguerettaz.
Marguerettaz (UV) - Solo per dire che con questo emendamento il rapporto fra la Regione e la società, proprio perché non c'è nulla di occulto, per una questione di delegificazione era stato introdotto in competenza della Giunta, ma volendo condividere con il Consiglio e con chi volesse partecipare ai lavori della Commissione... l'emendamento che è stato definito con il collega Frassy dice: "deliberazione della Giunta regionale, previo parere della commissione", in modo da avere la maggiore collegialità possibile.
Presidente - Pongo in votazione il nuovo emendamento a firma dell'Assessore Marguerettaz e dal Capogruppo della "Casa delle Libertà" all'articolo 3:
Consiglieri presenti, votanti e favorevoli: 30
Il Consiglio approva all'unanimità.
Presidente - Pongo in votazione l'articolo 3 nel testo così emendato:
Articolo 3
(Attuazione)
1. Per l'attuazione delle finalità di cui alla presente legge, la Regione si avvale di Servizi previdenziali Valle d'Aosta S.p.A., costituita ai sensi dell'articolo 3, comma 2, della legge regionale 26 giugno 1997, n. 22 (Interventi per promuovere e sostenere i fondi pensione a base territoriale regionale), di seguito denominata Società, la quale è tenuta ad operare con la diligenza del mandatario.
2. I rapporti tra la Regione e la Società sono regolati da appositi disciplinari, approvati con deliberazione della Giunta regionale, previo parere della competente commissione consiliare.
3. Le forme pensionistiche complementari a base territoriale regionale possono avvalersi direttamente, sulla base dei criteri stabiliti con deliberazione della Giunta regionale, dei servizi forniti dalla Società.
Consiglieri presenti: 31
Votanti: 28
Favorevoli: 25
Contrari: 3
Astenuti: 3 (Ferraris, Fiou, Fontana Carmela)
Il Consiglio approva.
Presidente - Pongo in votazione l'articolo 4:
Consiglieri presenti: 31
Votanti: 28
Favorevoli: 25
Contrari: 3
Astenuti: 3 (Ferraris, Fiou, Fontana Carmela)
Il Consiglio approva.
Presidente - All'articolo 5 vi sono gli emendamenti nn. 5, 6 e 7 del gruppo "CdL"; ne do lettura:
Emendamento
Articolo 5, abrogare il comma 1.
Emendamento
Articolo 5, comma 2, abrogare le lettere a), b), d).
Emendamento
Articolo 5, comma 3, abrogare "alle persone fisiche che aderiscono".
L'emendamento n. 5 è stato ritirato, la parola al Consigliere Frassy sull'emendamento n. 6.
Frassy (CdL) - Questo emendamento si inserisce su quelle perplessità che avevamo colto fra il disegno che era stato varato dalla Giunta e quello rimodulato poi dalla Commissione. Non riusciamo a capire come materialmente potranno concretizzarsi gli interventi delle lettere di cui chiediamo l'abrogazione, in particolare quando dite: "gli interventi regionali sono diretti a fornire: a) garanzie agli iscritti in ordine alla salvaguardia del montante accumulato prima del pensionamento, nonché alla certezza dell'erogazione delle prestazioni previdenziali; b)..." - di cui chiediamo l'abrogazione - "... incentivi a sostegno dei versamenti contributivi a favore dei soggetti che si trovino in particolari situazioni di bisogno o difficoltà", per cui a qualcuno che non ha disponibilità viene assicurato il versamento al fondo da parte dell'Amministrazione. Se sono questi dei fondi complementari, sono dei fondi che dovrebbero inserirsi in quel concetto di previdenza complementare che è collegata a chi ha un'attività lavorativa e che di conseguenza dovrebbero funzionare con il meccanismo del funzionamento del TFR o similari, immaginiamo...
(interruzione dell'Assessore Marguerettaz, fuori microfono)
... non necessariamente... anche perché il comma 2 dovrebbe riguardare la previdenza complementare, perché, se andiamo a leggere, è nel comma 1 che si parla di persone svantaggiate, di situazioni particolari che dovrebbero riguardare il fronte assistenziale.
La lettera b), di cui chiediamo l'abrogazione, fa riferimento a quel concetto di garanzia di servizi amministrativi, contabili e logistici che non abbiamo capito come si concretizzino e se si concretizzano nell'apertura di sportelli, mi sembra che creino i presupposti di aggravio dei costi di gestione e non vadano a rendere maggiormente performanti le prestazioni, come invece è oggetto di preoccupazione alla lettera a), dove si fa riferimento alla garanzia di erogazione di prestazioni.
Riteniamo perciò che queste 3 lettere, per certi versi, vadano al di là delle norme di attuazione e abbiamo dei forti dubbi che siano delle norme sostenibili rispetto a tutta una serie di meccanismi che dovrebbero andare a tutelare una concorrenza fra i vari gestori, perché ci troveremmo di fronte a dei fondi che paradossalmente hanno e danno delle garanzie che non possono dare con le leggi di mercato. Se la norma di attuazione consente di promuovere la costituzione... e consente a certi fondi, quelli territoriali, di avvalersi dei servizi forniti, mi sembra che andare ad ipotizzare delle garanzie sulle prestazioni sia fare delle "previsioni al buio", Assessore! Come fa lei a prevedere da un punto di vista finanziario gli oneri su periodi lunghi, dicevano prima giustamente il collega Lattanzi e il Presidente Caveri: qui parliamo di orizzonti che sono a 20 anni nel termine più vicino a noi, ma possono essere a 30 o più anni, come facciamo allora ad ipotizzare interventi regionali che garantiscano la certezza dell'erogazione di queste prestazioni e che diano la salvaguardia del montante accumulato? Questa è la garanzia che ci deve dare il gestore: ecco perché dicevamo prima che non era ipotizzabile vincolare il gestore a fare scelte sui fondi etici, perché a quel punto non c'è più il gestore che risponde del risultato, ma è un gestore che sottostà a un "input" politico. Ci sembrava di aver capito che tutto volevate fare fuorché condizionare in termini politici i risultati della gestione; così come è formulato questo comma 2 nelle lettere di cui chiediamo l'abrogazione, c'è una pesante "zampata" della politica in una gestione che con la politica non dovrebbe avere nulla a che fare. Qui stiamo parlando di rendimenti, è paradossale che si possa ipotizzare in legge un rendimento quando il fondo, proprio perché sta sul mercato, non può dare delle garanzie al di là di quelle che sono le garanzie del gestore. Aggiungo poi che il problema del rendimento garantito è il problema dell'INPS, è questo il motivo per cui l'INPS è "saltata" nei suoi meccanismi e ha fatto dire al legislatore nazionale che bisognava inventarsi degli altri meccanismi, perché la garanzia di una certa resa sulla base non di quello che era stato versato, ma della retribuzione conseguita non era sostenibile, cioè, alla luce delle regole del mercato, non era sostenibile.
Siamo preoccupati perciò di questo meccanismo, preoccupati perché, se paradossalmente può essere una grossa "manna" per il lavoratore che dovesse aderire e crederci, pensiamo che rischi di essere un grosso grimaldello che possa un domani scardinare non più i conti dell'INPS, ma i conti della Regione Valle d'Aosta e di questo oggi fortemente ci preoccupiamo, anche perché quando mai questo meccanismo dovesse venire a verifica, ci arriva quando il danno è fatto: fra 20 o 30 anni! E allora l'Assessore Marguerettaz sarà ricordato come colui che ha creato i presupposti per il dissesto di una delle poche Regioni italiane che aveva i conti in ordine: questa è la nostra preoccupazione.
Presidente - La parola all'Assessore al bilancio, finanze, programmazione e partecipazioni regionali, Marguerettaz.
Marguerettaz (UV) - Proverei a rileggere con il collega Frassy il contenuto della lettera a): "garanzie agli iscritti in ordine alla salvaguardia del montante accumulato prima del pensionamento, nonché alla certezza dell'erogazione delle prestazioni previdenziali". Con questa lettura, combinata con la lettura della relazione, che dice: "garanzie agli iscritti in ordine alla salvaguardia del montante accumulato... prima del pensionamento obbligatorio...", ma questo lo andremo a definire, per esempio, per gli ultimi 2 o 3 anni, quindi questo intervento sarà un intervento che andremo a normare e che è un sostegno ad eventuali formule di degenerazione, quindi stiamo parlando di insolvenza del fondo pensione o liquidazione coatta. Ricordo per vostra informazione che è proprio in quella direzione che il COVIP ha invitato le Regioni a sostenere il sistema di previdenza complementare, quindi noi siamo certi di avere introdotto non una "cambiale in bianco", come avete voluto dire, perché non è in questi termini, ma è una garanzia supplementare che viene data qualora si manifestino determinate situazioni.
Per quanto attiene alla lettera b), sono "incentivi a sostegno dei versamenti contributivi a favore dei soggetti che si trovino in particolari situazioni di bisogno o difficoltà" e anche lì nella relazione avete esemplificato quali possono essere le situazioni di difficoltà. Basta che leggiate la relazione affinché abbiate chiaro il quadro di riferimento. Siamo quindi contrari a questo emendamento.
Presidente - La parola al Consigliere Lattanzi.
Lattanzi (CdL) - Assessore, se lei ci invita a leggere la relazione, vuol dire che non ha gli argomenti per sostenere il testo di legge. Il testo, senza andare a leggere la relazione che non sarà votata, ma sarà votata la legge, dice: "gli interventi regionali sono diretti a fornire garanzie agli iscritti in ordine alla salvaguardia del montante accumulato prima del pensionamento...", ma lei sa cosa sta creando? Il presupposto per cui i gestori, che invece da statuto devono garantire i rendimenti e le future prestazioni, saranno del tutto deresponsabilizzati, perché se il fondo lo mandano in fallimento, ci pensa la Regione ad intervenire...
Marguerettaz (fuori microfono) - ... cosa sta dicendo?
Lattanzi (CdL) - ... no, lei cosa sta dicendo! Infatti è talmente debole la sua argomentazione, che si è aggrappato a: "leggete la relazione". Guardi, non leggiamo la relazione, le diciamo che lei si sta assumendo una gravissima responsabilità, tale legge condannerà questa Amministrazione ad intervenire qualora i gestori non garantiscano loro, come dovrebbe essere per legge, le prestazioni finali agli iscritti e agli assicurati. Si rende conto? Lo statuto prevede che sia il gestore a garantire! In più aggiungo, lei dice: "ma se per caso il valore nominale non dovesse essere gli ultimi 2 o 3 anni, dopo 20 anni di investimento... quello ancora originale...", ma cosa sta dicendo? Ci sono forme di garanzia dei valori nominali contro assicurate, ci sono forme di gestione pensionistiche che ormai prevedono la garanzia dei contributi versati, oltre i rendimenti eventualmente realizzati, attraverso controassicurazioni! Assessore, ma cosa racconta, cosa impegna la Regione in una cosa di questo tipo! Piuttosto impegniamo i gestori a fare in modo che si controassicurino, pagando un premio, che i valori nominali dei contributi rimangano tali, almeno quelli! I rendimenti saranno frutto degli investimenti e ci saranno gli statuti a garantirlo, ma sono i gestori che devono garantire i patrimoni, non la Regione, ovvero: "se il mercato va male, ti metto i soldi", perché se il mercato va male e lei mette i soldi, chiudiamo anche "la baracca", non solo mettiamo via i "burattini"! Stiamo parlando di sostenere la previdenza complementare, vuol dire qualcosa che implementa l'esistente, cioè lo stato sociale, la minima sociale dell'INPS, stiamo costruendo una forma complementare.
Lei mi dice: "sosteniamo i versamenti contributivi anche dei soggetti che si trovano in particolari difficoltà economiche". È un bellissimo gesto di cuore visto che parliamo dei soldi di tutti, non dei suoi, ma le persone bisognose... e saranno in difficoltà, non avranno le risorse per accumulare i contributi complementari, ma avranno quelli legislativi solidali sociali dello Stato nazionale, non possiamo farci garanti anche della pensione complementare! Diamogli allora i soldi anche per il terzo pilastro: quello personale, così abbiamo completato il quadro...
Marguerettaz (fuori microfono) - ... l'intervento sociale...
Lattanzi (CdL) - ... ma ci sono già gli interventi sociali, è inutile che fate le leggi a sostegno degli affitti, delle case popolari, ma ci sono già! Ma quanto volete assistere questa gente! Ma non è che non si vuole, non è che siamo i cattivi dal cuore nero e voi siete i buonisti con i soldi degli altri: non ce n'è, non ce ne sarà! Mettetevelo in testa: siamo ricchi oggi perché stiamo creando un sistema di socialismo reale con i soldi che ci arrivano dallo Stato, ma il giorno che 100.000 abitanti dovranno vivere del loro, non ce ne sarà! È inutile che vogliate fare i buonisti, capisco che ora voi dovete fare i buoni con tutti, ma scrivere una cosa così vuol dire impegnare il bilancio della Regione, diceva il Presidente Caveri prima, e condivido, che da qui a 20-30 anni saranno cifre spaventose da integrare, insostenibili... e stiamo parlando di complementarietà, non di sociale, quella sociale ce l'abbiamo già tutti. Che poi sia insoddisfacente perché sarà la metà del reddito che andiamo a produrre, lo abbiamo capito ed è per quello che stiamo costruendo il fondo complementare, ma anche nel fondo complementare la Regione vuole intervenire a sostegno di eventuali ribassi di mercato dei capitali o a sostegno di quei contribuenti che non avranno i soldi per contribuire! È chiaro che se uno fa un lavoro a part-time avrà i minimi contributivi; cosa facciamo, integriamo per dargli anche la complementare? "C'est un beau geste, mais on ne peut pas!"
Lasciamo perdere il terzo comma, servizi amministrativi, contabili, logistici essenziali, costi ridotti, anche qui cosa volete fare: mettere in giro le agenzie della FOPADIVA per la Valle d'Aosta, metterci dentro gente e pagare anche il personale? Fate pure, ma con i soldi vostri, non con i soldi di tutti!
Presidente - Pongo in votazione l'emendamento n. 6 del gruppo "CdL":
Consiglieri presenti e votanti: 29
Favorevoli: 3
Contrari: 26
Il Consiglio non approva.
Presidente - La parola al Consigliere Frassy sull'emendamento n. 7.
Frassy (CdL) - Su questo argomento non mi dilungherò, perché ne avevamo già parlato in discussione generale e avevamo espresso la nostra perplessità al fatto che il sostegno amministrativo, contabile e logistico potesse essere dato non alle forme pensionistiche, come suggerisce la norma di attuazione e come correttamente interpretava il disegno di legge varato dalla Giunta, ma potesse essere dato, con la modifica introdotta dalla Commissione, alle persone fisiche che aderiscono. L'Assessore ha cercato di darci un'esemplificazione di questo tipo di sostegno amministrativo contabile e logistico dicendo: "apriremo sportelli in tutta la Valle". Il Presidente Caveri ha forse ignorato questo esempio e correttamente era proiettato nel futuro, nell'"internet", nel "web", nelle "password" di accesso, che consentissero comodamente di verificare la propria posizione. Assessore, tenga presente che il nostro emendamento riporta il comma 3 al testo varato dalla Giunta, che riteniamo sia un testo coerente con l'impianto della legge, con le norme di attuazione e soprattutto sia un testo gestibile dal punto di vista degli interventi. Come fate a dare il sostegno amministrativo contabile e logistico alle persone fisiche? Siamo curiosi di vederlo.
Presidente - Pongo in votazione l'emendamento n. 7 del gruppo "CdL":
Consiglieri presenti e votanti: 28
Favorevoli: 3
Contrari: 25
Il Consiglio non approva.
Presidente - Pongo in votazione l'articolo 5:
Consiglieri presenti e votanti: 29
Favorevoli: 26
Contrari: 3
Il Consiglio approva.
Presidente - Pongo in votazione l'articolo 6:
Consiglieri presenti: 30
Votanti e favorevoli: 27
Astenuti: 3 (Frassy, Lattanzi, Tibaldi)
Il Consiglio approva.
Presidente - La parola al Consigliere Frassy sull'articolo 7.
Frassy (CdL) - L'articolo 7, Assessore, che va letto insieme all'articolo 9 per l'identità delle cifre e l'identità dell'annualità di riferimento che è il 2006, ci pone alcuni dubbi e vorremmo che lei chiarisse i dubbi che andiamo esprimendo. Siamo a fine novembre, adesso lei ha presentato un articolo 9 bis di dichiarazione d'urgenza, ma tenendo conto dei tempi tecnici per mandare sul BUR la legge, possiamo dire che questa legge sarà operativa dal 1° dicembre, piuttosto che dal 29 novembre, questo è il momento temporale in cui si verificherà l'efficacia della legge, perciò tale legge nel 2006 ha una "coda" operativa che va da un massimo di 30 giorni a un minimo di 15 giorni, vacanze di Natale comprese, e c'è uno stanziamento più che significativo: 3 milioni di euro. Se andiamo a proiettare i 3 milioni di euro sul 2007, perché nel 2007 non mi sembra che lei faccia delle previsioni nella parte finanziaria, perché dice che si provvederà mediante riduzione di altri capitoli, perciò nel 2007-2008 permangono 3 milioni di euro? No? Questa è la domanda che le poniamo, perché se leggiamo la disposizione finanziaria, leggiamo che l'onere di cui al comma 1 trova copertura nello stato di previsione della spesa di bilancio per l'anno 2006 e di quello pluriennale 2006-2008, ma non parla né del 2007, né del 2008; normalmente le leggi hanno sempre una previsione triennale. Questa legge non ci sembra che abbia una previsione, perciò non vado avanti nel ragionamento per evitare di essere da lei censurato, però mi riservo una replica alla luce della sua risposta.
Presidente - La parola all'Assessore al bilancio, finanze, programmazione e partecipazioni regionali, Marguerettaz.
Marguerettaz (UV) - Abbiamo costituito un fondo di dotazione di 3 milioni di euro che viene trasferito alla società per il 2006 sul bilancio regionale per il 2006; quel fondo di dotazione viene gestito dalla società, gli interessi andranno ad incrementare il fondo stesso, gli impieghi del fondo verranno effettuati in sintonia con quanto indicato nell'articolo 3, ovvero con le disposizioni che definiremo fra Regione e società; quindi non è un 3 milioni a trascinamento: è una dotazione di un fondo di 3 milioni che verrà utilizzato in virtù degli accordi che verranno presi, quindi non troverà 3 + 3 + 3.
Presidente - La parola al Consigliere Frassy.
Frassy (CdL) - Lei ha confermato quello che andavamo dicendo, nel senso che non c'è una previsione definita negli impegni di bilancio per gli anni a venire. Vi è allora un passaggio che non è molto chiaro in questa vicenda e che, secondo noi, sarebbe bene approfondire: questi soldi vanno a una S.p.a., la "Servizi previdenziali", che non è una società a totale partecipazione pubblica, ma una società copartecipata da Assocredito, un'associazione che raggruppa banche operanti in Valle d'Aosta. La "Servizi previdenziali S.p.a.", in virtù della legge del 1997, che l'ha costituita, consente a uno di questi soci: la Regione, di finanziare, cioè quello che normalmente accade nelle società di capitali è che i soci partecipano alle sottoscrizioni di capitali ai fini degli aumenti necessari per le azioni sociali, nella "Servizi previdenziali" c'è questo meccanismo atipico, che ci sono tanti soci, paradossalmente ci sono soci che hanno i soldi, che sono le banche, ma solo uno: la Regione Valle d'Aosta, paga e già questo è un meccanismo che non ci è mai piaciuto, perché, mettendo insieme i contributi che la "Servizi previdenziali" ha preso dalla Regione dal 1997 ad oggi, abbiamo superato il paio di miliardi di vecchie lire. Cosa succede oggi? Succede che noi approviamo la legge, la legge diventerà operativa ai primi di dicembre, la "Servizi previdenziali" mette a bilancio 3 milioni di euro e questi soldi, lei dice, verranno utilizzati, ma nel frattempo capitalizzeranno a beneficio di chi? Della S.p.a... va bene, del fondo, ma quale fondo?
Marguerettaz (fuori microfono) - ... incrementerà il fondo di dotazione...
Frassy (CdL) - ... ma il fondo di dotazione cos'è? È il fondo che gestisce la S.p.a....
Marguerettaz (fuori microfono) - ... che verrà utilizzato in virtù...
Frassy (CdL) - ... ho capito, ma in virtù di cosa?
Marguerettaz (fuori microfono) - ... di quello che abbiamo scritto...
Frassy (CdL) - ... perfetto. Oggi sappiamo che c'è un fondo: il FOPADIVA, che è quello più noto, ma che è noto anche per i problemi che ha dal punto di vista degli equilibri economici. Non vorremmo che dietro un'operazione che nei principi condividiamo... anche se ci sono alcuni aspetti che forse per la fretta non hanno colto nel segno nel dare attuazione a quei principi... non vorremmo che surrettiziamente con questi 3 milioni di euro si andasse a sanare la posizione di FOPADIVA: questo poi lo verifichiamo al di là delle sue rassicurazioni, perché, se così fosse, sarebbe un'operazione poco trasparente e poco pulita. Andremo allora a capire come e quando verranno impiegati i 3 milioni di euro che stasera consegniamo alla "Servizi previdenziali S.p.a.". Prendiamo atto che lei, seppure non lo abbia formalmente dichiarato, ha fatto ampi scuotimenti di capo per dire che non vanno a FOPADIVA. Sappiamo però che questa legge è vuota, tanto che abbiamo concordato - lei ha consentito - un emendamento che ci consente di capire il disciplinare fra "Servizi previdenziali" e Regione come verrà gestito. Abbiamo dei dubbi che da qui a Natale abbia il disciplinare pronto, sarà questione della prossima primavera...
Marguerettaz (fuori microfono) - ... trasferimento...
Frassy (CdL) - ... è qua che la voglio! Trasferire una cifra significativa come 3 milioni di euro, che vanno a valere sul bilancio 2006 per una legge che è operativa da metà dicembre 2006 in assenza dei disciplinari... ci chiediamo a chi e a cosa servono. Assessore La Torre, questi 3 milioni potevano essere gestiti fin da subito nel suo Assessorato, piuttosto che darli alla "Servizi previdenziali" per fare delle cose che non abbiamo ancora scritto. Lei, Assessore Marguerettaz, ride, ma il problema è serio, perché stiamo parlando di denari pubblici. Sappia che andremo a seguire la tracciabilità di questa movimentazione.
Presidente - Pongo in votazione l'articolo 7:
Consiglieri presenti: 31
Votanti: 28
Favorevoli: 22
Contrari: 6
Astenuti: 3 (Ferraris, Fiou, Fontana Carmela)
Il Consiglio approva.
Presidente - Pongo in votazione l'articolo 8:
Consiglieri presenti: 31
Votanti: 25
Favorevoli: 22
Contrari: 3
Astenuti: 6 (Ferraris, Fiou, Fontana Carmela, Frassy, Lattanzi, Tibaldi)
Il Consiglio approva.
Presidente - La parola alla Consigliera Squarzino Secondina sull'articolo 9.
Squarzino (Arc-VA) - Mi riferisco all'emendamento n. 4, modificato dall'Assessore, che abbiamo votato, in quanto siamo d'accordo che all'articolo 3 sia detto che i rapporti fra Regione e società sono regolati da disciplinari approvati da deliberazione di Giunta sentite le Commissioni. Anche qui credo, visto che l'articolo 8 - purtroppo lo abbiamo già votato - nelle proprie deliberazioni definisce dei criteri molto importanti, fra cui modalità di attuazione, perseguimento delle finalità di questa legge, allora non è stato messo in legge, ma credo che possiamo chiedere un impegno perché anche in questo caso la Giunta presenti in Commissione le deliberazioni prima che esse diventino operative.
Presidente - La parola al Presidente della Regione, Caveri.
Caveri (UV) - Mi rendo conto di essere "pallida" controfigura dell'Assessore competente, ma credo non vi sia difficoltà.
Presidente - La parola all'Assessore al bilancio, finanze, programmazione e partecipazioni regionali, Marguerettaz.
Marguerettaz (UV) - Questa è solo una questione di tecnica legislativa. Nell'articolo 3 discipliniamo i rapporti fra la Regione e la società, quindi in quel caso va, l'altro è un articolo che ha una sua autonomia e lì non c'è nessuna previsione... però rispetto a questo possiamo portarlo in Commissione affinché voi li possiate...
(interruzione della Consigliera Squarzino Secondina, fuori microfono)
... abbia pazienza, un conto è una disponibilità, un conto è una disposizione di legge, quindi quando verrò le farò il piacere di farle vedere quello che la legge non dovrebbe farle vedere.
Presidente - Pongo in votazione l'articolo 9:
Consiglieri presenti: 30
Votanti: 27
Favorevoli: 21
Contrari: 6
Astenuti: 3 (Ferraris, Fiou, Fontana Carmela)
Il Consiglio approva.
Presidente - È stato presentato da parte dell'Assessore Marguerettaz l'emendamento che istituisce l'articolo 9bis:
Emendamento
Dopo l'articolo 9, è aggiunto il seguente:
"Art. 9 bis
(Dichiarazione d'urgenza)
1. La presente legge è dichiarata urgente ai sensi dell'articolo 31, comma terzo, dello Statuto speciale per la Valle d'Aosta ed entrerà in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino ufficiale della Regione.".
La parola al Consigliere Frassy.
Frassy (CdL) - Volevo solo chiedere come mai sul nostro testo di legge non c'è l'articolo 10. L'articolo 9 bis lo inserisci normalmente se c'è l'articolo 10, altrimenti si chiama articolo 10, la legge che abbiamo noi finisce con l'articolo 9. Come tecnica legislativa, inserisci la numerazione intera... non inserisce l'articolo 9bis se finisce con il 9... dissentiamo.
Squarzino (fuori microfono) - ... poi diventerà il 10...
Marguerettaz (fuori microfono) - ...certo!
Frassy (CdL) - ... ma come diventa 10: se è 9 bis è 9 bis!
Caveri (fuori microfono) - ...nel coordinamento diventa 10.
Presidente - Pongo in votazione l'emendamento dell'Assessore Marguerettaz che istituisce l'articolo 9bis:
Consiglieri presenti: 31
Votanti: 25
Favorevoli: 22
Contrari: 3
Astenuti: 6 (Ferraris, Fiou, Fontana Carmela, Frassy, Lattanzi, Tibaldi)
Il Consiglio approva.
Presidente - La parola all'Assessore al bilancio, finanze, programmazione e partecipazioni regionali, Marguerettaz, per dichiarazione di voto.
Marguerettaz (UV) - Solo brevemente per ringraziare tutti coloro che hanno dato un contributo importante e gradito per questo provvedimento, in particolare il Presidente della Commissione e relatore, che ha sveltito un'attività che è un'attività di forte concertazione. Dal mese di giugno al Patto per lo sviluppo c'era già il testo definitivo, al mese di settembre sono arrivate tutte le osservazioni e dico "tutte" con questa enfasi, perché c'era una paginetta, tanto per dire, sulle cose scritte, ma tutti hanno avuto modo di contribuire in modo importante.
Ringrazio la "Servizi previdenziali", in particolare il suo Amministratore delegato, Dott. Distilli, e ringrazio il Prof. Sandulli, che ci hanno permesso di avere un confronto importante con Assoprevidenza, con COVIP, con tutto un sistema della previdenza che non ci pone al primo posto, perché al primo posto ci sono i nostri amici del Trentino con il sistema "Pensplan", che è un sistema all'avanguardia e a cui dobbiamo mirare, ma subito dopo il Trentino ci siamo noi. Crediamo quindi di aver proposto al Consiglio una legge che ha degli indirizzi di grande contenuto e che permetterà nei prossimi mesi di fare un'attività puntuale a favore dei lavoratori valdostani.
Ancora una precisazione rispetto alla tracciabilità del Consigliere Frassy: con questo provvedimento, una volta approvato, avremo modo di impegnare i fondi e non di trasferirli, quindi già qualche suo amico o collega di altri partiti fa confusione fra le liquidazioni, gli impegni sui fondi in gestione speciale, io posso fare una deliberazione di impegno...
Frassy (fuori microfono) - ... ha appena detto che vengono trasferiti...
Marguerettaz (UV) -... l'impegno è cosa diversa dalla liquidazione, l'impegno mi permette di non mandare questo in avanzo di amministrazione. Ho detto che senz'altro prima della fine dell'anno impegniamo, quando avremo la liquidità trasferiremo. Se abbiamo i soldi, lo faremo subito, ma questo è un provvedimento urgente, altrimenti i 3 milioni andavano in avanzo.
Presidente - La parola al Consigliere Frassy.
Frassy (CdL) - Molto brevemente, perché penso che la filosofia del nostro gruppo sia emersa dagli interventi, numerosi, che sono stati fatti sia in dibattito generale, sia puntualmente sugli emendamenti presentati. Condividiamo i principi perché condividiamo quanto il Presidente Caveri ha detto nel suo intervento: dopo un'attesa durata 60 anni o quasi, siamo arrivati a far fare un altro piccolo passo avanti al nostro Statuto e penso che la nostra parte politica questo merito lo voglia condividere rispetto al ruolo che abbiamo svolto durante la vigenza della precedente Commissione paritetica, che era stata attenta a tale problematica. I principi perciò sono principi da noi condivisi e sono principi che avremmo voluto condividere fino alla fine nella loro articolazione legislativa.
Dobbiamo peraltro evidenziare come alcuni dubbi, che abbiamo esposto durante questa lunga e puntuale discussione, abbiano evidenziato come gran parte di quei contenuti dovranno essere definiti nei disciplinari fra la Regione e la "Servizi previdenziali", disciplinari che siamo riusciti a riportare sotto il controllo del Consiglio attraverso il suo strumento di lavoro: le Commissioni, rispetto alla previsione di un passaggio in Giunta... e poi "chi l'ha vista l'ha vista". Su questo disegno di legge perciò avremo modo di tornare, ma l'articolo 5 secondo noi è la vera "bruttura" di tale provvedimento: quel voler garantire... interessante dal punto di vista del cittadino, ma forse insostenibile dal punto di vista del principio e dal punto di vista dell'Amministrazione... rendimenti e quant'altro.
Per l'insieme di tali ragioni, esprimiamo un voto di astensione, perché il disegno di legge come articolato non ci convince appieno, pur ribadendo il nostro fermo convincimento sulla validità di questo importante trasferimento di competenze che finalmente possiamo mettere in attuazione.
Presidente - La parola al Consigliere Bortot.
Bortot (Arc-VA) - Non voteremo questa legge, voteremo contro per un paio di motivazioni. Prima motivazione: vi è mancanza di trasparenza, di democrazia e d'informazione nei confronti di coloro che dovrebbero aderire ai fondi democraticamente e spontaneamente, invece possono altresì aderire coloro che esplicitamente o tacitamente... quindi questa è la regola del silenzio assenso, per cui dei lavoratori che non sono a conoscenza di tale disposizione di legge si vedono automaticamente trasferire il TFR sui fondi. Seconda motivazione: non si è voluto in nessun caso neppure prendere in considerazione i paletti per cui queste risorse finanziarie vengano gestite all'interno della finanza etica e abbiamo spiegato il motivo: per i rendimenti finanziari che non sono i più importanti... ma per questioni di risanamento ambientale che sono fondamentali, per questioni di rispetto di dignità dei lavoratori del resto del mondo, per rispetto dei principi con i quali deve attenersi il Consiglio regionale nel gestire denaro pubblico con principi morali ed etici e non speculativi. Terzo argomento: tutta la struttura è basata non sulla convinzione nei confronti dei lavoratori o di chi vuole aderire, ma è basata sull'incomprensione e sullo "specchietto delle allodole", per cui si attirano lavoratori ad aderire al fondo perché ampiamente sorretti e sostenuti con denaro e finanza pubblica, quindi in assoluta mancanza di trasparenza.
Presidente - La parola al Consigliere Salzone.
Salzone (SA) - Questo disegno di legge, inerente il sostegno della previdenza complementare, rappresenta un passaggio molto importante per tale legislatura, un disegno di legge che guarda in modo significativo alle generazioni future e che vuole salvaguardare anche i problemi delle fasce più deboli. Soddisfazione poi per aver ottenuto l'attuazione delle norme dello Statuto, che ci hanno consentito di legiferare in questa maniera, che fra l'altro si propone di assicurare maggiore sicurezza economica e benessere a tutti i lavoratori valdostani, tenendo conto che le recenti stime hanno dimostrato che dopo il 2020 la quantificazione della pensione scenderà sotto il 50% e addirittura sotto questa percentuale per le categorie più deboli come gli stagionali o i lavoratori a tempo determinato. L'obiettivo quindi è quello di creare un sistema locale di previdenza integrativa con l'intento di generare risorse finanziarie per attuare progetti di investimento sul territorio. Il presente disegno di legge rappresenta una risposta importante e moderna per le future generazioni e coerente con le linee programmatiche di questa maggioranza. Per tali brevi considerazioni dichiariamo il nostro voto favorevole al disegno di legge.
Presidente - Pongo in votazione il disegno di legge nel suo complesso:
Consiglieri presenti: 33
Votanti: 26
Favorevoli: 23
Contrari: 3
Astenuti: 7 (Ferraris, Fiou, Fontana Carmela, Frassy, Lattanzi, Sandri, Tibaldi)
Il Consiglio approva.