Oggetto del Consiglio n. 2194 del 6 ottobre 2006 - Resoconto
OGGETTO N. 2194/XII - Approvazione della mozione: "Problematiche concernenti i flussi di immigrati nella nostra Regione".
Mozione
Premesso che:
- il Governo Prodi ha annunciato la riapertura delle quote dei flussi d'ingresso per l'anno 2006, prevedendo l'arrivo nel nostro Paese di altri 350 mila immigrati;
- l'incremento continuo della popolazione extracomunitaria in Valle d'Aosta desta l'attenzione e la preoccupazione di numerosi cittadini residenti;
ciò premesso
il Consiglio regionale della Valle d'Aosta
Impegna
il Presidente della Regione:
1) ad attivarsi affinché, nell'assegnazione delle residenze a cittadini extracomunitari, i singoli Comuni valdostani applichino puntualmente e rigorosamente tutte le norme vigenti in materia, procedendo a controlli periodici dei componenti che dimorano nelle singole unità abitative, onde evitare sovraffollamenti o condizioni igienico-sanitarie precarie ed illecite;
2) a verificare periodicamente, attraverso gli organi competenti, le effettive condizioni di regolare permanenza nella nostra regione di coloro che possiedono un permesso di soggiorno temporaneo;
3) a riconsiderare, nell'ambito delle indicazioni previsionali che periodicamente la Regione trasmette alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, la sostenibilità di ulteriori flussi di immigrati nel territorio regionale nel triennio 2007-2009 in rapporto alla reale capacità di assorbimento del nostro tessuto sociale e produttivo.
F.to: Tibaldi - Frassy - Lattanzi
Presidente - La parola al Consigliere Tibaldi.
Tibaldi (CdL) - Come abbiamo scritto in premessa di questa mozione, il "Governo Prodi" ha annunciato, sin dall'indomani del suo insediamento, la riapertura delle quote dei flussi di ingresso per il 2006, prevedendo l'arrivo nel nostro Paese di altri 350mila immigrati. Il provvedimento è stato per ora solo annunciato, non ci risulta ancora adottato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri. È naturale che questo nuovo flusso di immigrati verrà poi distribuito territorialmente in tutte le Regioni italiane, fra queste anche la nostra Regione, che sta registrando un incremento continuo della popolazione extracomunitaria e i dati sono quanto mai significativi; vorrei citarveli: nel 1992 vennero censiti 460 immigrati in Valle d'Aosta - il dato è stato fornito dal Centro comunale extracomunitari di Aosta -; nel dicembre 2005 abbiamo 4.200 cittadini extracomunitari che sono stati censiti, vuol dire che in 13 anni la cifra si è decuplicata. Orbene, sono cifre che non ci possono lasciare indifferenti; naturalmente queste persone che vengono a vivere nei nostri Comuni devono avere lavoro, abitazioni, servizi sociali, devono integrarsi con la comunità residente da sempre in Valle d'Aosta.
Con questa mozione vogliamo sollecitare l'attenzione del Consiglio e, in particolare, del Presidente Caveri, che svolge anche le funzioni prefettizie, che è bene governare il territorio, ma è altrettanto bene sorvegliare la comunità. Abbiamo visto che in questi anni la comunità valdostana ha sempre dimostrato generosità, solidarietà, interesse nei confronti di questi nuovi arrivi; sappiamo che in Valle d'Aosta sono stati organizzati corsi di integrazione, ci sono state manifestazioni di solidarietà, è stato addirittura creato un giornale per permettere questa integrazione culturale e linguistica fra le varie nazionalità che dimorano in Valle d'Aosta e i Valdostani: questo giornale si chiama "Métissage". Si parlava, l'anno scorso - leggevo su un articolo di un importante settimanale valdostano -, di fare una cittadella musulmana ad Aosta. Sono tutte proposte che indubbiamente tengono in considerazione le tradizioni delle varie nazionalità presenti nella nostra Regione, però creano anche la preoccupazione della popolazione valdostana.
Conosciamo in particolare la situazione di alcuni Comuni che vedono una presenza elevata di soggetti extracomunitari, in prevalenza magrebini. Saranno forse agevolati dal fatto che la nostra Regione è anche francofona, di conseguenza Tunisini, Algerini e Marocchini hanno una facilità di comunicazione che agevola la loro venuta nelle nostre montagne. Sappiamo che la loro presenza rappresenta anche una soluzione in termini di mano d'opera, perché molte aziende si rivolgono alla mano d'opera straniera, probabilmente anche per ragioni di convenienza, ma anche perché spesso alcune attività, i Valdostani, non si sentono più di svolgerle. Uso questo termine forse un po' eufemistico, ma non tanti anni fa ricordo che il premio per la miglior fontina venne vinto da un casaro di provenienza albanese, e sappiamo che Albanesi e Marocchini sono quelli che più vengono impiegati nei nostri alpeggi.
Vorremmo subito sgombrare il campo da quella che può essere una facile interpretazione di questa mozione, che peraltro è scritta con un tenore moderato: vuole affrontare una problematica che non può essere sottovalutata o ignorata, vuole affrontare un argomento che sovente viene considerato da qualcuno come un tabù, in quanto non è opportuno affrontarlo in contesti pubblici o in Consiglio regionale, che ha naturalmente l'importante funzione di indirizzo politico. Abbiamo suggerito alcune proposte perché queste sono il frutto di alcuni ragionamenti e alcune constatazioni che abbiamo fatto sul territorio.
Non è ammissibile riconoscere, oggi, la residenza e, domani, la cittadinanza a queste persone che vengono in Valle d'Aosta abbagliate da qualche specchietto, come quello della cittadinanza facile entro 5 anni, magari di una pensione facile, come leggevo recentemente su un quotidiano, anche per coloro che non hanno mai versato contributi, ma che hanno un'anzianità d'età ancorché abbiamo nazionalità diversa da quella italiana; sono persone che hanno un'assistenza sanitaria e sociale, anche se clandestine, grazie agli enti di solidarietà che ci sono sul territorio. Non vorremmo dimenticare che c'è anche la comunità residente e c'è una comunità residente che desidera indubbiamente aiutare queste persone, ma pretende che l'integrazione non sia solo a senso unico, cioè della comunità residente nei confronti di costoro, ma che ci sia anche uno spirito di reciprocità. Non possiamo permettere che queste persone vivano magari in abitazioni precarie da un punto di vista igienico-sanitario, conosco delle situazioni nel mio paese che destano non poca preoccupazione, ma anche in altri paesi, dove famiglie di 10-15 persone ammassano i materassi il mattino in verticale su una parete e la notte vanno a dormire tutti insieme, con i proprietari di queste abitazioni che chiedono pigioni tutt'altro che irrisorie. Non possiamo permetterci di avere della gente che viene in Valle d'Aosta, se non c'è una garanzia fondamentale che ha chiesto anche la "legge Bossi-Fini", ovvero la presenza di un'attività lavorativa; molte di queste persone lavorano regolarmente presso aziende o come ambulanti, ma di altrettante persone non sappiamo che attività svolgono!
Chiediamo attenzione - e concludo - a livello politico a questo Consiglio, a livello di ordine pubblico al Presidente, affinché ci sia un'osservanza puntuale e metodica delle norme per l'assegnazione delle residenze; non residenze incontrollate, dove basta una richiesta o un sopralluogo formale, ma dove alla fine si perde di vista la situazione, e dove un nucleo di 2 o 3 persone diventa poi un centro di affollamento e esce dal controllo della normativa in materia! Vogliamo evitare condizioni di vita disumane, quindi sovraffollamenti in unità abitative che non sono assolutamente adeguate per la residenza; vogliamo che ci sia una verifica periodica delle condizioni di regolare permanenza nella nostra Regione da parte delle autorità competenti, in particolare che questa verifica sia rivolta nei confronti di coloro che posseggono un permesso di soggiorno temporaneo. La temporaneità non significa definitività, di conseguenza vogliamo che le autorità presenti possano svolgere, con un controllo continuo e periodico, l'esistenza dei requisiti richiesti dalla legge.
L'indicazione politica che riteniamo altrettanto importante, in vista del futuro flusso annunciato dal "Governo Prodi" - di cui non sappiamo quanto sia opportuno, naturalmente noi abbiamo un punto di vista piuttosto critico in merito... -, è poi che nella ripartizione delle quote regionali, visto che il Presidente della Regione ha la capacità di sostenere questo nuovo flusso che arriva nella nostra Regione, di assorbire questa gente da un punto di vista sociale ed economico, ci siano delle indicazioni più restrittive. Non possiamo accogliere tutti, accogliamo le persone alle quali siamo in grado di garantire dignitosamente la dimora nella nostra Regione e il lavoro: questo va a vantaggio della nostra comunità del benessere di coloro che arriveranno, ma soprattutto di quel livello di sicurezza e di integrazione che tutti quanti auspichiamo.
Si dà atto che dalle ore 17,06 riassume la presidenza il Presidente Perron.
Presidente - La parola al Presidente della Regione, Caveri.
Caveri (UV) - Il tema è di grandissima attualità. Noi presenteremo, il 15 novembre, al Consiglio territoriale per l'immigrazione, un'indagine che abbiamo svolto sotto 2 profili: da un lato, chiarire l'impatto e il profilo attuale dell'immigrazione nella nostra Regione; dall'altro di valutare il volume dei flussi futuri di immigrazione attraverso uno specifico modello previsionale commisurabile al fabbisogno. È uno studio molto serio e approfondito, ve ne do qualche "aperçu" perché credo che possa essere utile per il dibattito.
In Valle d'Aosta, dal 1992 alla fine del 2005, il numero di possessori di regolari permessi di soggiorno è passato da 1.594 a 2.642. Ciò implica un incremento medio annuo di circa 160 unità. La crescita si evidenzia con una notevole accelerazione negli ultimi anni, soprattutto in ragione delle regolarizzazioni, ma i primi dati relativi al 2005 denoterebbero un arresto di tale crescita. Quindi diciamo che c'è un'impressione psicologica a cui sembrerebbero non corrispondere le realtà fattuali. La presenza straniera in Italia è, al momento attuale, valutata pari al 4,8% della popolazione totale, mentre in Valle d'Aosta si attesta al 4%. Anche guardando i residenti, il peso della popolazione straniera nella nostra Regione risulta inferiore al dato dell'Italia. In sostanza, questa è una peculiarità.
Un'altra caratteristica del quadro attuale dell'immigrazione riguarda il fatto che gran parte del flusso migratorio che si indirizza nella nostra Regione, lo fa con l'obiettivo di eleggere la Valle d'Aosta luogo di residenza permanente. Abbiamo poi immaginato il futuro dell'immigrazione e devo dire che abbiamo fabbricato diversi scenari. Possiamo dire, in sintesi, che tanto più elevato sarà il tasso di crescita dell'occupazione, tanto maggiore sarà il fabbisogno di immigrati, dovendo semplificare. Non vorrei anticipare esageratamente lo studio, perché mi sembra corretto presentarlo prima al tavolo che ce lo aveva richiesto, cioè il Consiglio territoriale per l'immigrazione.
Vorrei invece venire al contenuto della mozione. È una mozione che considero molto pacata, anche perché va detto che là dove si dice: "l'attenzione e la preoccupazione di numerosi cittadini residenti", diciamo la verità. Non è una considerazione xenofoba o razzista, ma è la considerazione che effettivamente chiunque di noi, anche la persona più accogliente - come personalmente mi considero - ha una certa preoccupazione. Devo dire che la ragione di questo studio era quella di uscire dalle leggende metropolitane, dalle preoccupazioni di pelle, nel senso di sensibilità immediata. Quante volte abbiamo sentito dire che in certi giorni, in Piazza Chanoux: "vedo solo immigrati extracomunitari, si vedono sempre più ragazze o signore velate che percorrono la città, vediamo che oggi il 13% dei bambini che nascono in Valle d'Aosta nascono da famiglie extracomunitarie...". Questi sono fatti che cambieranno molto e una cosa interessantissima dello studio è il fatto che siamo di fronte a un calo della natalità, che si è instaurato alla metà degli anni '60 in Valle d'Aosta, a partire dall'inizio degli anni '80 c'è stato un progressivo calo dell'entrata della popolazione in età lavorativa che è stato accompagnato da un tendenziale aumento dell'uscita definitiva dall'occupazione. Ci sono quindi dei problemi strutturali che personalmente ho ritenuto di dover studiare, perché dobbiamo capire come sarà la Valle d'Aosta nel 2015, nel 2020, nel 2050. Solo così possiamo programmare il futuro!
Il punto 1) della mozione è rivolto agli enti locali e credo che sia una sollecitazione giusta, favorevole agli immigrati, perché devono essere combattuti questi fenomeni di sovraffollamento e di condizioni igienico-sanitarie precarie che colpiscono gli extracomunitari. Il 2° punto, gli organi competenti sono in questo caso le Forze dell'ordine, la Polizia di Stato, e qui devo dire che l'Ufficio immigrazione della Questura di Aosta sottopone a monitoraggio costante le posizioni degli stranieri che soggiornano in Valle d'Aosta per i periodi di tempo limitato, verificando l'effettivo esodo dal territorio nazionale alla scadenza del titolo di soggiorno, sia attraverso riscontri cartacei - titolo di soggiorno restituito in uscita alla Polizia di frontiera - che attivando controlli mirati a partire dal domicilio in Italia dichiarato dallo straniero all'inizio del soggiorno. Potrei dire che le misure previste al punto 2 già vengono svolte, ma non credo ci sia niente di male a ribadirlo.
Per quanto riguarda il punto 3, collegamento flussi di immigrati, capacità di assorbimento del tessuto sociale e produttivo, è l'obiettivo che la Giunta cerca di perseguire e che abbiamo iniziato ad affrontare con la ricerca effettuata dall'Agenzia del lavoro di cui le ho parlato, e poi nell'ambito del Comitato territoriale per l'immigrazione, con l'incarico affidato con deliberazione n. 2241/2006 per la predisposizione di un progetto di legge regionale concernente l'accoglienza, l'integrazione e la politica dei diritti-doveri dei cittadini stranieri immigrati in Valle d'Aosta. Per questa ragione credo che non ci sia alcuna preoccupazione da parte nostra ad accogliere le sollecitazioni presenti nella mozione.
Président - Est-ce qu'il y a d'autres collègues qui souhaitent intervenir?
Je ferme la discussion générale.
La parole à la Conseillère Squarzino Secondina, pour déclaration de vote.
Squarzino (Arc-VA) - Abbiamo ascoltato con attenzione sia l'illustrazione, sia la risposta del Presidente. Qui mi sembra che le promesse e le risposte del Presidente e gli atti che il Presidente ha illustrato, e che sono in via di attuazione, sono condivisibili. Qui, però, l'impegno va oltre queste cose, nel senso che intanto dice di riconsiderare la sostenibilità dei flussi, ma questa è una cosa che viene fatta sempre, non viene fatta solo in base a questo. E poi c'è un'altra cosa che qui è molto punitiva come impostazione: qui si dice che bisogna procedere a controlli periodici dei componenti che dimorano nelle singole unità abitative, onde evitare sovraffollamenti, condizioni igienico-sanitarie precarie e illecite, come se i responsabili di queste condizioni precarie fossero gli immigrati, che non trovano altra abitazione, e non fossero invece gli affittuari, i proprietari. Allora qui penalizziamo le persone che hanno trovato questa situazione di precarietà e non ci preoccupiamo di andare a vedere chi specula sulla povertà di questa gente e sui loro bisogni.
Crediamo che questa mozione sia a senso unico e abbia un senso punitivo. Tutte le cose positive che il Presidente Caveri ha detto qui non appaiono, non c'è un elemento di positività, di riconoscimento del valore di queste persone. Noi abbiamo più di 700 badanti in Valle d'Aosta, i nostri "mayens" sono tutti in mano agli immigrati, e noi ci preoccupiamo di regolare il flusso! Queste sono persone che hanno un'importanza positiva nello sviluppo della nostra Regione, questo avrebbe dovuto essere messo se vogliamo veramente affrontare il problema dell'immigrazione nei suoi vari aspetti... valorizziamoli!
Quali sono gli impegni? Andiamo a vedere che i Comuni non facciano dei favoritismi nei confronti degli immigrati; andiamo a vedere se ci sono degli immigrati che sono costretti a vivere in situazioni igieniche precarie, non importa che il proprietario faccia queste cose, l'importante è dare la multa o intervenire per impedire agli immigrati di vivere in quelle situazioni. Secondo: anche qui la verifica continua, cioè tutta la mozione è impostata su un atteggiamento di punizione, di controllo, di difesa. Sappiamo - lo ha detto il Presidente - che sono una ricchezza... perché queste cose non vengono dette? O diciamo che queste sono una ricchezza nostra e, come tale, vogliamo valorizzarle al massimo e siamo preoccupati che certe situazioni non si creino, quindi controlleremo per quanto riguarda il mondo degli affitti e della casa, chi specula su queste cose, prima cosa; secondo, vediamo che abbiamo bisogno di loro se vogliamo il nostro sviluppo, le nostre famiglie hanno bisogno di queste persone... provate a togliere all'improvviso 700 badanti dalla Valle d'Aosta...
(commenti in aula fuori microfono)
... attenzione, non c'è il riconoscimento, è questo che contesto, non c'è alcun riconoscimento dell'importanza, del valore che queste persone hanno, tutta la mozione ha un tono negativo!
Noi non ci riconosciamo in questa impostazione, perché secondo noi l'immigrato, nel momento in cui arriva da noi, lavora, contribuisce alla nostra ricchezza, è una risorsa aggiuntiva, una risorsa preziosa, e non posso avere un atteggiamento solo punitivo e di controllo nei suoi confronti! Ripeto: se la mozione fosse stata fatta sulla base delle indicazioni del Presidente, lì c'è tutto un discorso di positività: positività per quanto riguarda il lavoro e per quanto riguarda l'inversione dell'indice demografico negativo che abbiamo, positività sul fatto che queste sono persone che accettano di rimanere in Valle d'Aosta, cioè non è gente che va e viene per cui non sai bene con chi hai a che fare, ma è gente che sta qui, che ha la famiglia, che vuole inserirsi in questa comunità dove ha trovato lavoro e accoglienza, questo è positivo! Mettiamo insieme tutti questi aspetti positivi, dopodiché possiamo anche dire: "va bene, c'è un controllo da fare, cerchiamo di farlo, come si sta già facendo", ma così non possiamo votare questa mozione!
Président - Je soumets au vote la motion:
Conseillers présents: 30
Votants: 29
Pour: 24
Contre: 5
Abstentions: 1 (Rini)
Le Conseil approuve.