Resoconto integrale del dibattito dell'aula. I documenti allegati sono reperibili nel link "iter atto".

Oggetto del Consiglio n. 2127 del 20 settembre 2006 - Resoconto

OGGETTO N. 2127/XII - Richiesta di dimissioni di un componente la Commissione paritetica. (Reiezione di mozione)

Mozione

Ricordata l'importanza che riveste la Commissione paritetica, di cui all'articolo 48bis dello Statuto Speciale per la Valle d'Aosta, introdotto dall'articolo 3 della L. Cost. n. 2/1993, per la definizione di problemi riguardanti l'esercizio delle competenze riconosciute dalle norme costituzionali alla Regione Autonoma Valle d'Aosta;

Considerato che allo stato attuale sono numerosi sia i dossier già esaminati e definiti dalla precedente Commissione paritetica e che devono ancora essere approvati, sia dossier su materie importanti che dovrebbero essere ancora istruiti ed esaminati non appena la prossima Commissione sarà ricomposta nella sua interezza;

Preso atto che sono stati recentemente nominati i tre membri di rappresentanza del Governo nella Commissione paritetica e che anche i membri di parte regionale dovrebbero essere rinominati;

Preso atto altresì che tra gli attuali componenti di parte regionale in sede di Commissione paritetica c'è anche l'ex Senatore Augusto Rollandin, che era stato nominato dal Consiglio regionale il 26 ottobre 2005, proprio in virtù della sua carica istituzionale;

Il Consiglio regionale

Ritiene

che l'ex senatore Augusto Rollandin non possa più svolgere la sua funzione di rappresentante della Regione all'interno della Commissione paritetica, essendo venuto meno il suo ruolo di Senatore;

Chiede pertanto

all'ex Senatore Augusto Rollandin, se non l'avesse ancora fatto, di presentare le sue dimissioni dalla Commissione paritetica;

Impegna

Il Presidente del Consiglio e il Presidente della Regione a trasmettere all'interessato tale mozione e ad attivare al più presto l'iter procedurale per la nomina di nuovi componenti di parte regionale in seno alla Commissione paritetica.

F.to: Squarzino Secondina - Bortot - Venturella

Presidente - La parola alla Consigliera Squarzino Secondina.

Squarzino (Arc-VA) - Venerdì scorso, durante la presentazione della convenzione sullo Statuto, il Presidente Caveri ci aveva ricordato che la Commissione paritetica si riunirà il 26 ottobre... da una verifica effettuata il 26 settembre, ma non è un problema... questo per dire che la Commissione paritetica dovrà cominciare a lavorare. È stata rinnovata nella parte ministeriale e dovrà incominciare a lavorare perché è una Commissione che svolge un ruolo importante. È un ruolo importante che è un pò fra il tecnico e il politico, come ricordava l'allora Presidente Viérin Dino: "la fonction de cette Commission est non seulement à donner application à un Statut, mais à harmoniser la législation de l'Etat aux nécessités spécifiques du Val d'Aoste". A partire dal 1993, anno della sua istituzione, con l'introduzione dell'articolo 48bis si sono chiarite le modalità di questa Commissione e le caratteristiche dei componenti di parte regionale hanno oscillato fra tali 2 caratteristiche, accentuando di volta in volta più l'aspetto tecnico o l'aspetto politico a seconda delle circostanze. Nel 1993 i primi 3 rappresentanti della Regione erano 3 tecnici, nel 1996 un tecnico si dimette - l'allora Valerio Onida perché era diventato giudice della Corte costituzionale - e viene sostituito da un politico. L'allora Presidente Dino Viérin spiega: "il y a de grandes questions concernant l'application de notre Statut, ces grandes questions vont être examinées, alors se fait possible d'avoir un lien plus politique entre la Région et cette Commission. Nous avons donc pris la décision de proposer au Conseil de nommer un représentant politique au sein de cette Commission". Dato che il legame che lui vedeva utile in quel momento era l'unione con il Consiglio, chiedeva che fosse "un représentant de l'Assemblée", perché "per rispetto del Governo..." - diceva - "...non voglio che sia uno del Governo, altrimenti, nel caso in cui la Commissione decide certe cose e poi il Consiglio non le approva, mette in difficoltà il Governo". Nel 1996 c'è un politico che interviene e il politico eletto è l'allora Consigliere Ilario Lanivi. Nel 1998 c'è una nuova legislatura, il Consigliere Lanivi non è più eletto, viene sostituito con un altro membro che deve "représenter le Conseil à l'intérieur de la Commission" ed è Bavastro, anche lui Consigliere regionale non più eletto. Addirittura quindi qui si sostituisce un ex Consigliere che non poteva più mantenere i rapporti con il Consiglio con un altro ex Consigliere dando come unica giustificazione il fatto che si è ritenuto opportuno fare così. "J'ai parlé de raisons d'opportunité, une raison d'opportunité qui nous amène à proposer cette candidature, donc nous maintenons cette candidature, anche se il Consiglio non era così d'accordo. Nel 2002 ci sono le dimissioni di Bavastro, un Consigliere tecnico purtroppo muore, quindi la Commissione non è più nelle sue competenze, si torna di nuovo a 3 tecnici. Nel 2003 sono di nuovo i 3 tecnici che vengono riconfermati, nel 2005, pochi mesi fa si torna a privilegiare il politico con delle motivazioni che sono espresse con molta chiarezza (anche se uno può non condividerle).

Il Presidente Caveri ha detto:

"chi mi conosce sa che sono molti anni che ritengo che nella rappresentanza della Commissione paritetica, come sempre è avvenuto nelle Commissioni paritetiche più efficaci, vale a dire quelle di Trento e Bolzano, uno dei membri di nomina regionale debba coincidere con uno dei Parlamentari valdostani. Ritengo che questa sia da parte della rappresentanza Parlamentare della Valle d'Aosta un'assunzione di responsabilità del tutto analoga al fatto che nelle Commissioni paritetiche di Trento e Bolzano siedono da molti anni rappresentanti di partiti autonomisti".

E si dà una spiegazione logica, ovvero si ritiene che in una triangolazione ideale fra Regione, rappresentanza parlamentare e rappresentanti dello Stato si crei un clima di maggior efficacia per i risultati che si intendono ottenere.

Perché ho fatto questo "excursus"? Per far vedere come non esiste un unico criterio con cui sono scelti i membri della Commissione paritetica, ma è il Consiglio che di volta in volta sceglie orientandosi o più sul tecnico, o più sul politico e individua in quel momento storico cosa è più utile. Noi allora prendiamo atto, non sto dicendo in questo momento che il nostro gruppo sostiene tale ipotesi, ma prendiamo atto che in questo momento, quindi lavoriamo all'interno di tale ipotesi che è stata votata dal Consiglio, siamo in una fase più politica, cioè una fase in cui si considera importante non più il rappresentante del Consiglio dentro la Paritetica, ma il rappresentante del Parlamento dentro la Paritetica. Il Consiglio, fra l'altro, aveva accolto la proposta che il Presidente Caveri aveva fatto e qui, permettetemi una parentesi, l'aveva accolta seppure con un po' di difficoltà; non dimentichiamo che alla prima votazione l'allora Senatore Rollandin ha avuto 15 voti, in seconda votazione ha avuto 22 voti, fra l'altro è il voto più basso che ha ottenuto un eletto dal Consiglio nella Paritetica in tutti questi anni. Se andate a vedere i voti che hanno ottenuto sia i tecnici che i politici in questi anni, vedete che tutti hanno avuto più di 22 voti. Dicevo, il Consiglio ha accettato nella sua maggioranza questa linea politica e non ho sentito finora da parte del Governo o di chiunque affermare che bisogna cambiare criteri in questo momento. Ripeto: è una valutazione che uno può condividere o no, ma è un dato di fatto che così è stato deciso dal Consiglio. Forse qualcuno non si è accorto che dopo il 9 e 10 aprile Rollandin non è più Senatore; è diventato, dal punto di vista della rappresentanza istituzionale, un semplice cittadino, cui è stato affidato un compito importante all'interno di un'impresa economica, che svolge ruoli di grande responsabilità nel settore economico della Valle, ma non svolge più un ruolo istituzionale, non è più in Parlamento. Quella triangolazione ideale che il Presidente della Regione aveva indicato come condizione in questo momento ottimale per far lavorare la Commissione paritetica, per far sì che questa producesse qualcosa per la Valle non esiste più. In questo momento i membri della Commissione paritetica secondo la logica della triangolazione, che consente l'efficacia del lavoro della Commissione, non rappresentano più questa logica. La Commissione paritetica non risponde più a quel requisito che doveva rendere più efficace il lavoro della Commissione. Se questo Consiglio vuole rispettare le condizioni di efficienza poste dallo stesso Presidente, occorrerebbe ripristinare nella triangolazione l'elemento rappresentato dal Parlamento e quindi un Parlamentare. Il Consiglio aveva aderito alla proposta del Presidente proprio motivandolo con questo elemento della triangolazione, per cui coincidevano triangolazione ed efficacia della Commissione, votando Rollandin in quanto Senatore; venuta meno la funzione la stessa votazione del Consiglio è svuotata di significato, perché il Consiglio aveva votato il Senatore Rollandin, non il cittadino Rollandin che è un'altra cosa. Ora Rollandin è tornato a svolgere il ruolo di cittadino, che è un ruolo importantissimo - non è che voglia sminuire il ruolo di cittadino, i diritti di cittadinanza sono diritti importanti per cui vale la pena di lottare e di lavorare, di verificare che siano rispettati -, ma in questo caso non è lo "status" di cittadino che consente a Rollandin di mantenere questa triangolazione che è stata pensata, voluta, votata, decisa dal Consiglio.

Credo che il Consiglio finita la stagione estiva... probabilmente qualcuno si è dimenticato di dare le dimissioni... a fronte di un dato nuovo, prende atto di questo dato nuovo ed esprime la sua opinione, ricorda all'ex Senatore che sarebbe opportuno presentare le dimissioni se non lo avesse ancora fatto, perché, quando si svolge un ruolo e si è eletti in quel ruolo, se poi per motivi vari non si è più riconfermati in quel ruolo, ciascuno di noi, non avendo più quella caratteristica istituzionale, si dimetterebbe da quel ruolo, correttamente. Abbiamo visto qui delle cose molto più semplici fra i Consiglieri: un Consigliere che aveva un ruolo all'interno della maggioranza ad un certo punto dice: "no, non mi riconosco più questo ruolo all'interno di questo partito, per cui mi dimetto dal ruolo che avevo come membro di quel partito, di cui adesso non faccio più parte". Sono piccole cose, tutti i giorni chiediamo queste coerenze e siamo anche noi attenti al rapporto istituzionale, alla funzione che ogni persona svolge all'interno delle istituzioni. Il Consiglio ricorda all'ex Senatore che sarebbe opportuno presentare le dimissioni se non lo avesse ancora fatto, perché il Consiglio ha dato il suo voto al Senatore Rollandin, non al cittadino Rollandin. A questo punto diciamo: se la logica prevalente in questo Consiglio è sempre quella politica della triangolazione, allora logica vorrebbe che fosse sostituito con un altro Parlamentare; se questa non è la logica, allora discutiamo in Consiglio altre logiche e provvediamo diversamente: questo dice la nostra mozione.

Presidente - Dichiaro chiusa la discussione generale.

La parola al Presidente della Regione, Caveri.

Caveri (UV) - Mi ha fatto piacere che la collega Squarzino abbia rievocato l'importanza della Commissione paritetica. Proprio in occasione della conferenza del Prof. Onida, insieme a lui, abbiamo tracciato alcune delle caratteristiche peculiari dello Statuto di autonomia della Valle d'Aosta e forse quello che differenziava molto nella modellistica lo Statuto di autonomia della Valle d'Aosta del 1948 era la possibilità diretta da parte del Consiglio - lo abbiamo fatto in tante materie, penso negli anni '50 a tutta la materia concernente gli istituti professionali regionali - di trasferirsi direttamente potere e competenze attraverso leggi regionali che poi nel meccanismo di controllo del Presidente della Commissione di Coordinamento sortivano un'assoluta originalità del modello valdostano, privo cioè di quelle norme di attuazione previste per le altre autonomie speciali. Questo disegno, mirabile perché dava una maggiore centralità al Consiglio, si è modificato con una nota sentenza dell'inizio degli anni '60, quando anche la Valle d'Aosta si è trovata nell'obbligo di avere delle norme di attuazione dello Statuto pur in assenza di una Commissione paritetica stabile stabilita dallo stesso Statuto di autonomia. Ora, questo "vulnus" era stato superato a metà degli anni '70 con la nascita di una Commissione paritetica, che la collega non ha evocato, per cui ha evocato solo una serie di esperti a partire dall'inizio degli anni '90, ma bisogna dare merito anche a quelli precedenti. Abbiamo avuto anche degli illustrissimi presenti nella Commissione paritetica, ricordo alla fine degli anni '70 il Senatore Bassanini, e quelle Paritetiche sortirono fra la fine degli anni '70 e gli anni '80 un pacchetto di norme di attuazione molto rilevanti molte delle quali sono ancora alla base dell'ordinamento valdostano.

Nel 1993 invece si scelse, con soddisfazione, con una formula assai originale, perché più moderna degli altri Statuti di autonomia, la nascita di questa Commissione paritetica che assume notevoli responsabilità perché riguarda non solo le competenze derivanti dallo Statuto di autonomia, ma anche, come ricordava la Consigliera Squarzino, questa particolarità dell'armonizzazione dell'ordinamento valdostano, o meglio, delle norme legislative dello Stato alla particolarità dell'ordinamento valdostano. Questo vuol dire che lo spettro di fronte al quale si trova la Paritetica è molto ampio, cioè molte materie estranee all'ordinamento valdostano possono trovare delle ragioni di armonizzazione, quindi riteniamo che la Commissione paritetica assuma un ruolo politico di forte peso. Questo è a maggior ragione valido dopo stagioni di grande rallentamento, va detto che la presenza del Senatore Rollandin nell'ultima fase della scorsa legislatura ha sortito una norma di attuazione importante: quella riguardante la norma di attuazione sulla sanità e anche quella sulla previdenza di due norme di attuazione, ma anche quella sulla Motorizzazione civile che non è ancora andata al Consiglio dei ministri. Vi fu quindi un impulso positivo nell'ultima fase della legislatura dopo una stagnazione molto grave per alcuni anni. Ricordo che nella fase precedente venne approvata solo la norma di attuazione concernente la questione del foro erariale.

Soprattutto, al di là della questione dei nomi, che è sempre stimolante, va detto che la Commissione paritetica ha negli anni subito delle trasformazioni e delle prassi che non condividiamo: non esiste un segretariato comune Regione-Stato, tanto che la convocazione del 26 settembre è stata firmata solo dal Ministro e noi riteniamo che non sia legittimo. Perché è una Commissione mista, la segreteria giace presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, mentre riteniamo che anche il segretariato tecnico debba essere misto, riteniamo che vi debba essere una rotazione rapida nelle presidenze, cosa che non è avvenuta per molti anni. Il Ministro La Loggia aveva non rispettato un patto che era stato stipulato in passato, tanto che tutti i Presidenti alla fine della scorsa legislatura e di questa si sono affannati nello scrivere allo Stato per ripristinare delle regole e chi parla con alcuni membri autorevoli della Paritetica come il Dott. Barbagallo sa che contestiamo una serie di prassi come quella che le norme di attuazione possono giacere su una specie di "binario morto" fra l'approvazione della Commissione paritetica e l'approvazione del Consiglio dei Ministri, con l'intollerabile scelta di una repulsione, di un ritorno indietro della norma di attuazione all'attenzione dei Capi Gabinetto che fanno parte del pre-Consiglio dei Ministri. Speriamo che tutta una serie di "incrostazioni" e di mal funzionamenti della Paritetica possano venir meno e si possa aprire una nuova stagione per una cospicua produzione di norme di attuazione, rese sempre più necessarie se l'impostazione di questa legge finanziaria sarà quella di accettare da parte della Valle d'Aosta una riflessione sul proprio ordinamento finanziario e sui propri trasferimenti. Qualche ragionamento sull'ottenimento di deleghe in più potrebbe essere anche politicamente rilevante, ho già ricordato all'inizio la Motorizzazione civile che è già pronta, il Catasto che è indispensabile; potrebbe essere interessante riflettere sul trasferimento dell'ANAS (come avvenuto a Trento e a Bolzano); abbiamo norme di attuazione rilevanti nel settore ferroviario: oggi non abbiamo ancora le competenze amministrative in materia di ferrovia. Insomma ci sono "cose solide" che devono essere trasferite e anche problemi antichi che devono essere posti all'attenzione della Commissione paritetica: ricordo la norma di attuazione sul Parco nazionale del Gran Paradiso, la norma di attuazione che consente una piena operatività della Fondazione musicale, una norma di attuazione altrettanto importante finita in una specie di "palude stigia": la norma di attuazione sul settore energetico, cioè c'è un pacchetto di norme di attuazione che hanno bisogno di essere attuate fino a quando - a Statuto di autonomia immodificabile - i meccanismi previsti dal titolo V della Costituzione consentono, attraverso norme di attuazione, di attualizzare lo Statuto di autonomia a Statuto di autonomia invariato. Naturalmente la mia tesi è che dobbiamo, più in fretta possibile, dar corso ai meccanismi di riforma statutaria, come rilevato dal Prof. Onida nella sua conferenza, ma intanto le norme di attuazione sono importanti.

Chi deve far parte della Commissione paritetica? La mia tesi è stata espressa. Naturalmente abbisogna anche di discussioni politiche, perché l'eventuale presenza di Parlamentari nella Commissione paritetica deve anche partire dal presupposto di un'affinità rispetto agli indirizzi. I membri della Commissione paritetica agiscono con vincolo di mandato, cioè sono i rappresentanti della Regione Valle d'Aosta e del suo Governo e dell'espressione maggioritaria del Consiglio. Non è cioè che i membri della Commissione paritetica agiscono in quanto persone singole, che possono avere una strategia propria nella discussione sulle norme di attuazione allo Statuto. Così non potrebbe essere, perché, così come i membri dello Stato assumono gli indirizzi da parte del Governo centrale, i membri di parte regionale assumono dalle istituzioni valdostane quei comportamenti che portano l'espressione di un certo voto. Senza nulla discutere sulla lealtà istituzionale dei Parlamentari di turno, quindi è ovvio che sui temi cardine che devono essere trattati nella Commissione paritetica è necessario che esista un "feeling" e un'unitarietà di visione. Cito una norma di attuazione che sta particolarmente a cuore al sottoscritto e che vede nella collega Squarzino un aspetto critico: quella della piena regionalizzazione del settore scolastico; la ritengo una norma che va discussa con i sindacati e con tutti, ma che alla fine deve far sì - e lo stesso vale per il settore della sanità, e lo stesso Ministro Padoa Schioppa è rimasto stupito del fatto che non ce l'abbiamo ancora - che i centri di spesa come sanità e come scuola siano sotto il controllo di chi paga, quindi non avere questa "remotizzazione" per cui l'ARAN tratta un contratto per la sanità e un contratto per la scuola di cui noi siamo pienamente responsabili come ufficiali pagatori, ma nessuno di noi partecipa alla contrattazione, come invece avverrebbe legittimamente anche con l'ARRS di tipo regionale.

Tecnico o politico? Qui il "busillis" è interessante perché il Governo nelle scelte che ha fatto è fra coloro che sono sospesi, perché come definire il Prof. Louvin? Un eminente tecnico dell'Università di Cosenza o un autorevole esponente degli "Arancioni"? Questo è un interrogativo interessante. Il Governo l'ha presentata come una nomina di tipo tecnico assieme ad altri 2 professori universitari. Ci resta il vago sospetto che sia stata una scelta politica, cioè che si sia scelto esplicitamente di mettere nella Commissione paritetica un esponente antagonista del Governo regionale, quindi è una scelta politica del "Governo Prodi". Non si può far finta che viviamo in una specie di mondo ideale, dove uno mette lo spolverino del professore e diventa "professur", poi dall'altra si mette una cappa arancione e diventa esponente di spicco dell'opposizione politica in Valle d'Aosta. Come dire, "parenti serpenti", oltretutto perché non c'è niente di peggio dei convertiti, cioè quelli che, lasciando uno schieramento politico, ne scelgono un altro e passano il tempo a seminare cose grame sul loro passato medesimo non rendendosi conto che mettere nel ventilatore una sostanza organica finisce per far sì che si viene noi stessi sporcati da una serie di cambi di posizione rispetto al proprio passato. Tecnico o politico quindi è una cosa abbastanza difficile da dire.

Sulla posizione del cittadino Rollandin, noi eravamo in una fase di passaggio per quel che riguardava le 3 nomine governative, le 3 nomine regionali sono in questo momento non soggette a un cambiamento. Sulla questione dell'opportunità del Dott. Rollandin di rassegnare le dimissioni, questo è un tema politico importante; credo che vi sarà tutta la possibilità di porselo, sospendo qui il mio giudizio nel dire di non accettare la mozione, perché ritengo che tale argomento debba tener conto della singolarità del momento che stiamo vivendo.

La Commissione paritetica deve essere ricomposta il 26 settembre, con la nomina del Presidente questo è un passaggio significativo perché da molto tempo i Presidenti rivendicano la Presidenza regionale della Commissione paritetica, perché è troppo tempo che la Commissione paritetica è retta da rappresentanti di nomina statale. È vero poi che c'è stata una stagione di "Forza Italia" in cui hanno scelto degli esponenti locali, anche lì con una scelta politica, ma credo che la riunione del 26 sia importante perché si costituisce la Commissione paritetica e si va verso la nomina del nuovo Presidente in capo alla Regione. In tale fase, mantenendo la questione politica indeterminata - e questo dovrà essere certamente oggetto di una riflessione -, ritengo che questo sarebbe un momento inopportuno per effettuare quanto si richiede. Non si capisce poi con quale procedura, perché sarebbe una specie di sfiducia che resterebbe in capo all'interessato, che dovrebbe porre le proprie dimissioni partendo dal presupposto che non possiamo costringere nessuno. Sarebbe un momento inopportuno anche per una questione temporale, perché l'eventuale venir meno di un membro della Paritetica impedirebbe la riunione del 26 e sappiamo che le procedure di nomina sono lunghe, non tanto per la nomina all'interno del Consiglio, questione che nel tempo si è fatta con grande rapidità, ma perché bisognerebbe giungere alla nomina attraverso un decreto ministeriale e sappiamo che i tempi di pubblicazione dei decreti ministeriali sono di mesi e questo porterebbe alla paralisi.

Non credo di aver convinto la collega Squarzino, ma questa è la tesi che oggi esprimo nel confermare il fatto che ci auguriamo che si apra una nuova stagione per la Commissione paritetica, altrimenti la Regione sceglierà rispetto, al funzionamento di questo organo costituzionale, una strada diversa da quella finora prescelta, cioè apriremo un contenzioso costituzionale, perché non si può concepire che una serie di comportamenti, come è avvenuto in passato, possano rallentare lo sviluppo dinamico dell'autonomia valdostana.

Presidente - La parola al Consigliere Sandri.

Sandri (GV-DS-PSE) - Per dichiarare un voto di astensione sulla mozione, perché, a nostro parere, è un'iniziativa che pone un problema importante, ma dà delle soluzioni sbilanciate, per cui era più interessante, al posto di personalizzare il problema - anche se c'è un problema di personalità in questo caso -, farne un'analisi più approfondita. Farò solo 2 piccole e rapide riflessioni. Ci eravamo convinti, quando facevamo parte della maggioranza, che era giusto mettere un Parlamentare della Valle d'Aosta nella Commissione paritetica per mantenere più forti i legami fra le varie istituzioni che difendono la Regione. Ora c'è una palese contraddizione rispetto all'atteggiamento che ha adesso presentato il Presidente Caveri, perché non si può non prendere atto che oggi esiste un sistema di coabitazione nei confronti dei nostri rapporti con lo Stato, perché la maggioranza esistente in questo Consiglio non è la maggioranza che ha espresso legittimamente i Parlamentari che rappresentano la Valle d'Aosta, sono 2 maggioranze diverse. Questo non è grave, la coabitazione in Francia ha funzionato per tanti anni con Mitterrand e con Chirac, credo si debba tener conto che è giusto che un Parlamentare sia nella Commissione paritetica, che abbia un "engagement" rispetto a quanto deciso, ma che questo "engagement" sia deciso insieme, fra maggioranza regionale, Governo regionale e i Parlamentari che hanno altrettanta legittimità del Governo o del Consiglio. Penso che cominciare a ragionare in termini di coabitazione sia meglio che continuare ad andare avanti sempre con lo stesso metro del mandato al di sopra di tutto.

Il secondo dato è che si sta rischiando una crisi della Commissione paritetica e sono d'accordo con il Presidente quando pone l'accento sul rischio che questo strumento diventi monco. Dobbiamo dire che vi sono due elementi di instabilità: uno, quello della scelta del Governo del Prof. Louvin, che sicuramente è un elemento negativo, lo abbiamo detto la scorsa legislatura prendendo atto delle 3 nomine valdostane da parte dello Stato, non possiamo non ripeterlo in questa legislatura quando ce n'è una di una parte diversa, ma che è una scelta scorretta e doppiamente scorretta proprio per la doppia veste su cui si è voluto giocare: quella di tecnico e quella di politico. Un criterio di instabilità lo pone anche il fatto che chi era rappresentato lì come Parlamentare oggi Parlamentare non lo è più, quindi è cessato il motivo della sua esistenza in quanto membro della Commissione paritetica. Non so se c'è lo stesso problema che ha Louvin di tecnico politico, non so se è lì come Presidente di un "aereoclub", piuttosto che come Presidente di una compagnia di gestione di impianti idroelettrici, quale sia in questo momento il "cappello" che serve all'interno della Commissione paritetica, ma di certo è un momento di delegittimazione della potenza e della forza della nostra autonomia. Sono 2 elementi di instabilità che devono essere rimossi, ma è evidente che la rimozione non può essere che a partire da un senso di responsabilità di queste 2 persone, che ovviamente si devono dimettere tutte e 2. Per questo motivo credo sia un invito che il Consiglio può mandare anche senza scriverlo, perché è nostro interesse che la Paritetica lavori al meglio al servizio della nostra autonomia e della Valle d'Aosta.

Presidente - La parola alla Consigliera Squarzino Secondina, per la replica.

Squarzino (Arc-VA) - Credo che il Presidente sia stato buon profeta, nel senso di prefigurare che le sue argomentazioni non avrebbero convinto né la sottoscritta, né il nostro gruppo, ma questo fa parte del confronto dialettico giusto, cioè c'è un momento in cui ciascuno presenta nel modo più serio possibile le proprie argomentazioni, mette sul tavolo tutte le carte che ha, l'altro fa altrettanto e ci si confronta rispetto ai fini che si vogliono ottenere. Su tutta una serie di considerazioni fatte dal Presidente sull'importanza della Commissione paritetica credo che si condivida questo: è importante, deve assumere un ruolo di responsabilità. Che l'allora Senatore Rollandin avesse lavorato bene nessuno lo ha messo in rilievo, noi prendiamo atto che ha svolto egregiamente il suo lavoro. Vogliamo scriverlo sulla mozione se proprio questo può essere utile? Il problema non è questo. È vero che esistono tutti i problemi di modalità di operare e qui credo che maggioranza ed opposizione saranno unanimi nel portare avanti, condividendole e conoscendole prima, le richieste per cambiare le modalità operative e per far sì che questo strumento sia efficace. Vede, Presidente, è lei che ha individuato come elemento di efficacia il fatto che vi sia questo rapporto fra Regione, Parlamento e Stato, allora io capisco che vi possa essere la difficoltà in questo momento di dialogare fra elementi diversi di questa triangolazione, però non possiamo annullare tale difficoltà mantenendo tutto come se questa difficoltà non vi fosse. Il Consiglio non può dire: "ci sono delle difficoltà, ma non ne teniamo conto, agiamo come se non ci fossero, abbiamo imboccato una strada, abbiamo messo l'uomo giusto al posto giusto e andiamo avanti". Lei allora mi deve dire che il criterio è un altro. Se lei mi dice: "come criterio cerchiamo un cittadino che sia capace di lavorare in modo egregio, che abbia certi attributi che gli consentono di portare in tempi brevi alla decisione", va bene, allora quel cittadino è adatto, ma lei deve cambiare i criteri di efficienza, li ha dati lei, non la sottoscritta; fra l'altro, noi non abbiamo neanche condiviso, abbiamo votato contro quei criteri! Abbiamo però accettato la logica che c'era sotto la sua proposta: una logica che ha una sua coerenza, ma questa logica va portata avanti! Non si può dire: "abbiamo pensato così, ma adesso è importante che lavorino subito, altrimenti le cose si bloccano"! Fra l'altro, fossi un membro della Commissione paritetica, mi chiederei: come mai questa persona, che è stata eletta come Senatore, che fino all'altro ieri come Senatore aveva un peso importante adesso non lo è più? Significa che sono cambiati i criteri di efficacia e di efficienza, che è cambiata la Regione? C'è qualcosa che indebolisce la stessa Commissione di parte regionale, perché ci sono 2 persone tecniche e una che non si sa bene più che ruolo svolga, se non quello di essere un "residuo" della legislazione precedente. È come se si fosse trascinata e nel trascinamento c'è qualcuno che rimane ancora per la strada! Non ha senso anche dal punto di vista della serietà di questa Commissione, non possiamo giocare così con questa Commissione, inizialmente le diamo importanza e poi è indifferente chi rappresenta la Regione, non solo, ma è uno strascico, un qualcosa che è rimasto per volontà politica per la strada.

Vi è anche un elemento che non è del tutto esatto nelle affermazioni del Presidente. Il Presidente sa benissimo che le materie in cui il Consiglio ha potere di nomina ha anche potere di revoca. Il Consiglio allora può decidere tranquillamente e dire: "preso atto che il nostro rappresentante, che è la persona eletta da noi, non può più svolgere per dati oggettivi il ruolo importante di collegamento fra Consiglio, Regione e Parlamento, noi nominiamo al suo posto un'altra persona". Il Consigliere Lanivi non ha mai dato le sue dimissioni, è stato sostituito senza che avesse dato le sue dimissioni; aveva finito il suo ruolo come Consigliere, era stato nominato come Consigliere del Consiglio, la legislatura successiva non è stato rieletto, diciamo che era decaduto automaticamente, non c'è stato bisogno delle dimissioni per rieleggere al suo posto un'altra persona. Il Consiglio ha potere di nomina, ma anche di revoca e questo lo sa benissimo il Presidente e anche l'Assemblea lo sa; non possiamo dire: "dobbiamo aspettare che dia le dimissioni!". In nome di che cosa? Lui non le dà, perché non è corretto e, se lui non fosse corretto e non le desse fino a fine anno, noi dobbiamo rinunciare a questo collegamento importante? Insomma, questa decisione non ha alcuna logica dietro!

Capisco che questo sia un problema che interessa una serie di questioni, capisco che non ne abbiate discusso ancora al vostro interno, però non possiamo far finta che il problema non esista e non possiamo dire: "all'improvviso abbiamo saputo che questa Commissione si riunisce fra pochi giorni, non possiamo non eleggere il Presidente". Il Presidente è eletto da un membro che per sua natura è sfiduciato dall'elettorato valdostano e che spero sarà sostituito, quindi anche l'elezione del Presidente è fatta da parte di chi poi non ha la "statura istituzionale" per partecipare a quella Commissione. È chiaro che chi ha la maggioranza decide, abbiamo visto in molti casi che qui, come altrove, molte volte le norme di etica e di rispetto politico, di rispetto dei ruoli istituzionali cambia a seconda del numero della maggioranza; abbiamo visto che il più delle volte sono i numeri che decidono qual è la cosa giusta da fare, al di là della fondatezza dei comportamenti. Probabilmente quindi anche questa volta il Consiglio farà così.

Chiediamo che per una volta ogni Consigliere possa esprimersi tranquillamente in base alla propria coscienza, quindi chiediamo il voto segreto.

Presidente - Per richiedere il voto segreto bisogna essere in 5, quindi ci vuole qualcun altro che sostiene la vostra richiesta.

La parola al Consigliere Tibaldi, per dichiarazione di voto.

Tibaldi (CdL) - Proviamo un certo imbarazzo nell'affrontare la mozione, perché i proponenti, in particolare conosciamo chi ha illustrato il documento come una persona che si è sempre dedicata a problemi sociali, a diritti civili, a rappresentanza popolare, a concetti nobili della politica, infatti la collega Squarzino ha contraddistinto la sua presenza politica anche in questo Consiglio per la difesa di determinati diritti. Devo dire che siamo rimasti frastornati nel sentire alcune argomentazioni da lei oggi proposte, dove il semplice cittadino viene considerato sotto un certo punto di vista, cioè essere un semplice cittadino non dà più titolo per appartenere a certi consessi. Nella prima impegnativa di questa mozione il cittadino Rollandin - ma per noi si potrebbe chiamare Tizio, Caio o Sempronio, poco importa - non può più fare una determinata cosa, perché è venuto meno un suo ruolo che lo qualificava. Prima considerazione che facciamo: questo non sta scritto da alcuna parte, non esiste una legge che dice che deve esserci un Parlamentare o meno a svolgere un certo ruolo; quello che è stato deciso è frutto di una scelta politica, questo è stato ribadito dal Presidente Caveri. È stato detto dal Presidente della Regione qualche mese fa, quando veniva nominato Rollandin, che ci voleva un Parlamentare, cioè il Presidente Caveri ha fissato un criterio e noi siamo stati l'unico gruppo consiliare che ha rifiutato quel criterio, perché abbiamo sottolineato fin dall'inizio l'incompatibilità dei ruoli. Era quanto mai inopportuno che o il Senatore Rollandin all'epoca, o il Deputato Collé partecipassero ai lavori di quella Commissione. Oggi, dal nostro punto di vista, va bene, non c'è più un Parlamentare, potrebbe essere paradossalmente accolta, ma a noi spaventa questo concetto premiante, dirigistico, dittatoriale della politica che, se uno non ha un certo ruolo, non può partecipare, ha l'onta di essere un cittadino; eppure lei è una promotrice di una tornata referendaria che è in corso d'opera in Valle d'Aosta con una raccolta firme... perché un cittadino non può partecipare? Non potrebbe partecipare qualunque cittadino che è al di fuori di quest'aula?

Il Presidente Caveri ha introdotto un criterio che abbiamo rifiutato e che continuiamo a rifiutare, egli oggi ha aggiunto un altro particolare non di poco conto, ovvero i membri della Commissione paritetica agiscono con vincolo di mandato. Vi sono allora tutta una somma di criteri non codificati, ma che vanno ad assecondare delle comode scelte politiche, che vengono inseriti "con il contagocce" a seconda dei momenti e delle circostanze che si presentano. Presidente Caveri, lei auspica una nuova stagione per la Commissione paritetica, i cui lavori sono convocati il 26 settembre: da un lato, c'è questo auspicio; d'altro canto, si va avanti a colpi di maglio partitico, perché alle cosiddette "competenze giuridiche" eccelse che anche lei ha citato oggi si stanno sostituendo logiche partitiche dove i nomi vengono scelti dalle segreterie. Il nome di Louvin, ad esempio, quale membro di parte statale nella Paritetica è una scelta politica fatta dal "Governo Prodi", collega Sandri, anche da quella componente diessina che oggi sembra quasi disconoscere. Lei ha detto: "Louvin dovrebbe dimettersi", ma lo ha messo il "Governo Prodi", non lo abbiamo messo noi nella Commissione paritetica! Questo ci fa capire che la stagione delle competenze giuridiche è archiviata a danno dell'ordinamento valdostano e che siamo entrati nella fase della guerra partitica. Penso che questo vada a detrimento dell'auspicio formulato dal Presidente Caveri, che personalmente mi sento di condividere, e l'esigenza del nostro Statuto di essere aggiornato e di essere coordinato con norme di attuazione attuali e che diano dinamismo al nostro ordinamento giuridico.

Non credo, collega Squarzino, che si voglia nobilitare questa mozione con il ruolo senatoriale... non c'è più e di conseguenza non possiamo mantenere tale candidatura; sarà una scelta politica se il criterio del Presidente Caveri permane ad inserire un Perrin o un Nicco all'interno di questo... sarà una valutazione politica di tale maggioranza di dare un certo indirizzo sulla nomina futura dell'eventuale sostituto di Rollandin ma, così come è formulata questa mozione, sembra quasi che sia una ragione personalistica quella che ha ispirato la scrittura di questo testo. Se conti ci sono da regolare, il regolamento dei conti fatelo in altra sede, non possiamo ogni volta venir qui e trovare una mozione su Rollandin, perché Presidente di "CVA" o perché ricopre altri ruoli! Cercate di spogliarvi di questa "sindrome" e ragionate in termini istituzionali più nobili, come voi della Sinistra ci insegnate non solo da questi banchi, ma anche da quelli di Roma.

Presidente - La parola al Consigliere Bortot.

Bortot (Arc-VA) - Pensavo che al rientro dalle ferie fossimo tutti più riposati, trovo invece una certa stanchezza nell'argomentare cose che è difficile argomentare, trovo soprattutto paradossale che per una volta che un Governo nazionale nomina un Valdostano nella Commissione paritetica per discutere questioni inerenti ai problemi della Valle d'Aosta vi sia una specie di sollevazione, "mescolando il sacro con il profano". Louvin può essere antipatico o simpatico, ma penso che dovremmo giudicarlo per quel che farà, ma non che non sia in grado di reggere la rappresentanza dello Stato italiano in questa Commissione. Si è mescolato il gioco, siccome non ci sono argomenti... io c'ero... si è detto Rollandin deve assolutamente andare lì perché è Senatore. Rollandin non deve essere bocciato dai Consiglieri del nostro gruppo, Rollandin è stato bocciato dalla popolazione valdostana che non lo ha più eletto e in quanto cittadino gode di tutti i diritti civili per ricoprire tutte le cariche di questo mondo, tanto che è stato chiamato a dirigere "CVA". Non sto dicendo che debba dare le dimissioni - con le manie di onnipotenza che ha questo Signore, ci mancherebbe altro che ci togliesse da tale imbarazzo! -, ma etica politica presupporrebbe che il Governo e il Consiglio potessero decidere, venuto meno il motivo per cui è stato nominato in Paritetica, di nominare un'altra persona, qualsiasi cittadino esso sia, collega Tibaldi. In sostanza torniamo al fatto che abbiamo un Governo che è stato messo in piedi per vincere le elezioni, non le ha vinte e continua a governare giustificandosi con il fatto che c'è tanto lavoro da fare e adesso che la Commissione è convocata non si può nominarne un altro perché un decreto del Governo di nomina richiederebbe chissà quali tempi! Veramente mi sembrano argomentazioni pretestuose, ma è evidente che c'è un filo conduttore in questa logica. Se il Governo regionale non dà le dimissioni perché è stato sconfitto alle politiche avendo messo in piedi un Governo per vincere le politiche, evidentemente gli atti conseguenti fanno il pari: perché mai Rollandin dovrebbe dare le dimissioni o dovrebbe essere sostituito nella Paritetica? La Paritetica si riunisce, abbiamo sentito l'elenco dei problemi che la Paritetica ha di fronte, ci mancherebbe altro che potessimo perdere 2 o 3 mesi per nominare un altro cittadino della Valle d'Aosta all'interno di questa Commissione! Queste argomentazioni, Presidente Caveri, lei che è una persona con un certo livello di capacità... mi dispiace, ma oggi ha avuto un po' di "defaillance", perché le sue argomentazioni non stanno in piedi, tanto meno l'appoggio che stranamente in questa occasione è arrivato anche dal gruppo "Forza Italia".

Presidente - La parola al Consigliere Sandri.

Sandri (GV-DS-PSE) - Solo per dire che il nostro gruppo appoggia la richiesta di votazione a scrutinio segreto del gruppo "Arcobaleno".

Presidente - La parola al Consigliere Frassy.

Frassy (CdL) - Non pensavamo che su questa mozione ci potesse essere un dibattito così accalorato, però riteniamo che forse sia opportuno reintervenire in tale dibattito per evitare che la confusione che sta caratterizzando questa seconda parte della legislatura possa aumentare dopo la discussione odierna, caro Consigliere Bortot. Non so - secondo te - a chi ci appoggiamo o chi dovremmo appoggiare, ma l'appoggio - così definito - del gruppo "Forza Italia" è semplicemente la coerenza con cui il nostro gruppo normalmente segue le strade che imbocca. Come ha ricordato il collega Tibaldi, noi avevamo contestato quel motivo politico che il Presidente Caveri aveva prospettato alla sua maggioranza probabilmente per far "digerire" quella candidatura che aveva bisogno di una motivazione politica in più per essere assimilata dalla maggioranza stessa.

Qual è l'operazione che non ci piace di questa mozione? È che voi, per andare a colpire un obiettivo politico e dunque per fare una battaglia politica, mettete in piedi un "fumus" che, se dovesse essere accolto nel documento, andrebbe a creare un pericoloso precedente rispetto al rapporto fra politica e cittadini. Forse non ve ne siete resi conto, ma avete messo la politica su un piedistallo creando una cesura rispetto alla figura del cittadino che non riveste ruoli politici. I problemi di coerenza politica del Presidente Caveri, il problema di coerenza politica della maggioranza di ieri, di oggi e forse di domani sono problemi della maggioranza. Noi mai e poi mai ci saremmo immaginati di dover intervenire per la seconda volta a fare un intervento, che qualcuno dice di appoggio. Io l'avvocato di Rollandin pensavo di non farlo mai, invece certe volte ci troviamo in queste situazioni paradossali! Sono questioni di principio, che hanno come elemento portante e per noi prevalente il principio di libertà e purtroppo la Sinistra ha il vizio che la libertà la usa in dosi diverse a seconda di chi siano i beneficiari di tali libertà; di conseguenza, se le persone sono gradite, la libertà è massima, se le persone sono meno gradite, la libertà inizia a restringersi come un vestito che abbia subito un lavaggio sbagliato. Ecco per quale motivo non ci sentiamo di condividere questa vostra logica, perché voi avete preso per buone delle motivazioni che non mi sembra abbiate condiviso nella data qui richiamata del 26 ottobre 2005, perché in quella occasione - coerentemente con la battaglia "ad personam" contro Rollandin - non votaste quella candidatura, oggi voi andate invece a sostenere la filosofia della maggioranza che il 26 ottobre 2005 non avevate sposato e, non avendo sposato quella filosofia allora, non ha senso sposarla ora.

Ciò detto, tutte le nomine fatte da questa maggioranza e da quelle che l'hanno preceduta, hanno trovato il nostro voto contrario, ma un voto contrario su quella che era una valutazione politica, su quel rapporto fiduciario che caratterizza i membri della Paritetica rispetto al Governo in carica. Sicuramente perciò il componente di parte regionale Rollandin, così come gli altri componenti di parte regionale non godono della nostra fiducia politica, perché non gliela abbiamo data nel momento in cui sono stati presentati come candidati. Ritirare fuori questa vicenda ci sembra creare un precedente politico, che va ad incidere in maniera preoccupante su quel principio di libertà che non dovrebbe essere sottoposto a condizionamenti di parte politica, motivo per cui ci asterremo su tale documento.

Presidente - La parola alla Consigliera Squarzino Secondina, per dichiarazione di voto.

Squarzino (Arc-VA) - Solo due precisazioni doverose: prima, come ha ricordato il collega Frassy, come gruppo noi avevamo criticato il cambiamento di criteri dal tecnico al politico, quando il 26 ottobre 2005 è stato portato in quest'aula; seconda: come ho detto più volte stamani, ho chiarito che non entravo nel merito del criterio politico adottato dal Presidente Caveri e accettato dalla maggioranza di questo Consiglio nell'ottobre 2005, l'oggetto oggi non era: individuiamo i criteri in base ai quali scegliamo i membri di parte regionale. Il mio ragionamento era: preso atto che la maggioranza di questo Consiglio aveva votato quella persona in quanto Senatore, per un criterio di efficienza, di coerenza, di un rapporto importante, in base ad una valutazione che ho detto più volte opinabile, però era una valutazione chiara, chiedevo conto di come oggi quel criterio di coerenza, di triangolazione, di efficienza possa essere ancora rispettato. Non si tratta di libertà, ogni cittadino è libero di fare quello che vuole, ma non è che un cittadino possa entrare e sedersi in questo Consiglio perché è libero! Ci sarà qualcuno che dice: "no, caro cittadino, per entrare in questo Consesso devi passare questa serie di "filtri"". Qui non si ha nulla contro il cittadino Rollandin, che è libero di fare quel che vuole, ma non è libero dal punto di vista deontologico di occupare un ruolo che non è più suo; solo questo.

Presidente - Pongo in votazione la mozione per votazione segreta:

Consiglieri presenti: 31

Votanti: 18

Favorevoli: 5

Contrari: 13

Astenuti: 13

Il Consiglio non approva.