Oggetto del Consiglio n. 1429 del 27 luglio 2005 - Resoconto
OGGETTO N. 1429/XII - Disegno di legge: "Disposizioni in materia di organizzazione e di personale scolastico. Modificazioni alla legge regionale 8 marzo 1993, n. 12 (Accertamento della piena conoscenza della lingua francese per il personale ispettivo, direttivo, docente ed educativo delle istituzioni scolastiche dipendenti dalla Regione)". (Reiezione di ordine del giorno)
CAPO I
DISPOSIZIONI GENERALI
Articolo 1
(Oggetto e finalità)
1. La presente legge, nel rispetto dello Statuto speciale e conformemente ai principi costituzionali e dell'ordinamento dell'Unione europea, individua gli strumenti e i percorsi per garantire agli alunni della scuola dell'infanzia, della scuola primaria e di quella secondaria di primo grado la formazione culturale e l'apprendimento secondo criteri e con obiettivi che mirano alla crescita culturale e psicologica delle giovani generazioni di cui debbono essere favoriti le conoscenze, le competenze, l'autonomia ed il senso di responsabilità.
2. La Regione e le istituzioni scolastiche assicurano l'effettiva fruizione dei livelli essenziali delle prestazioni inerenti al diritto-dovere all'istruzione ed operano per il loro progressivo innalzamento, anche in relazione alle specificità, alle tradizioni e ai valori culturali e linguistici propri della Valle d'Aosta e all'originalità espressa dal modello scolastico valdostano.
3. Ai sensi degli articoli 39 e 40 della legge costituzionale 26 febbraio 1948, n. 4 (Statuto speciale per la Valle d'Aosta), la scuola valdostana agevola ed assicura la tutela attiva e la valorizzazione delle specificità culturali e linguistiche presenti nella realtà regionale, in quanto componenti integranti dei più rilevanti movimenti culturali e di pensiero operanti sul continente europeo.
4. Il carattere bilingue della scuola valdostana costituisce la garanzia per lo sviluppo di un'educazione plurilingue, aperta alla cittadinanza europea e finalizzata anche al rispetto delle diversità culturali e linguistiche.
5. La Regione, nell'ambito della propria competenza, promuove la conoscenza della lingua e della cultura franco-provenzale.
6. Ai sensi dell'articolo 40bis della l. cost. 4/1948, introdotto dall'articolo 3 della legge costituzionale 23 settembre 1993, n. 2, l'insegnamento della lingua tedesca è assicurato nelle istituzioni scolastiche dei Comuni della valle del Lys individuati dalla legge regionale 19 agosto 1998, n. 47 (Salvaguardia delle caratteristiche e tradizioni linguistiche e culturali delle popolazioni walser della valle del Lys), come modificata dalla legge regionale 20 gennaio 2005, n. 1, in coerenza con le necessità locali.
7. Le scuole paritarie assicurano il perseguimento delle finalità della presente legge.
CAPO II
DISPOSIZIONI IN MATERIA DI ORGANIZZAZIONE SCOLASTICA
Articolo 2
(Attività educative e formative nella scuola dell'infanzia)
1. Nel rispetto delle finalità educative e formative della scuola dell'infanzia, possono iscriversi al primo anno le bambine e i bambini che compiano tre anni di età nell'anno solare di inizio dell'anno scolastico.
2. L'orario annuale della scuola dell'infanzia è determinato da un minimo di 1026 ore, nelle scuole in cui è presente un solo insegnante, ad un massimo di 1700 ore.
3. Per il perseguimento delle finalità educative e formative della scuola dell'infanzia, sono ricavati, all'interno dell'orario di insegnamento, spazi temporali da dedicare alla programmazione collegiale, da definire con le modalità di cui all'articolo 7, comma 1.
Articolo 3
(Attività educative e didattiche nella scuola primaria)
1. L'orario della scuola primaria è fissato in un totale annuo di 990 ore.
2. Per gli alunni le cui famiglie ne facciano formale richiesta all'atto dell'iscrizione, l'orario può comprendere il tempo dedicato alla mensa per un massimo di 231 ore annue, in aggiunta alle ore stabilite al comma 1.
3. Per la definizione della dotazione organica del personale docente della scuola primaria, si computano l'orario d'insegnamento per tutti gli alunni, quello per il tempo dedicato alla mensa di cui al comma 2, il monte ore per la contemporaneità dei docenti nelle classi e le necessità orarie derivanti dall'insegnamento della lingua inglese e dall'applicazione dell'articolo 1, comma 6.
Articolo 4
(Attività educative e didattiche nella scuola secondaria di primo grado)
1. L'orario annuale della scuola secondaria di primo grado è determinato da un minimo di 1056 ore ad un massimo di 1152 ore.
2. Per la definizione della dotazione organica del personale docente della scuola secondaria di primo grado, si tiene conto dell'orario di insegnamento di cui al comma 1 e delle necessità derivanti dall'applicazione dell'articolo 1, comma 6, fermo restando quanto stabilito dall'articolo 2 della legge regionale 22 agosto 1994, n. 53 (Norme per l'attuazione degli articoli 39 e 40 dello Statuto speciale nelle scuole secondarie di primo grado della Valle d'Aosta).
Articolo 5
(Innalzamento ed ampliamento dell'offerta formativa)
1. Per l'innalzamento dei livelli dell'offerta formativa nella scuola valdostana, le dotazioni organiche, complessiva e funzionale, sono definite dalla Giunta regionale, sulla base dei criteri stabiliti annualmente, sentite le organizzazioni sindacali scolastiche al fine di garantire la copertura del tempo mensa, la contemporaneità dei docenti, l'insegnamento della lingua inglese nella scuola primaria, la copertura delle supplenze brevi nella scuola dell'infanzia e del primo ciclo di istruzione, la realizzazione di particolari progetti di innovazione, secondo quanto stabilito dall'articolo 19 della legge regionale 26 luglio 2000, n. 19 (Autonomia delle istituzioni scolastiche), il funzionamento delle scuole nei comuni di montagna e la piena integrazione degli alunni diversamente abili e di quelli stranieri.
2. Eventuali ampliamenti dell'offerta formativa per lo svolgimento di attività aggiuntive di tipo facoltativo o opzionale possono essere realizzati ai sensi dell'articolo 17 della l.r. 19/2000.
Articolo 6
(Disposizioni per la continuità educativa ed il coordinamento didattico)
1. Nell'ambito del POF, le istituzioni scolastiche definiscono e adottano, nell'esercizio della loro autonomia e sulla base degli indirizzi impartiti dalla Giunta regionale, la documentazione inerente alla valutazione degli alunni e stabiliscono le modalità per la sua conservazione e trasmissione ai successivi gradi di scuola.
2. Le istituzioni scolastiche, nell'esercizio della loro autonomia, per garantire la piena realizzazione degli obiettivi stabiliti nel POF, possono individuare, tra i docenti, figure di coordinamento e di sistema, nel rispetto dei limiti fissati dal contratto collettivo di lavoro.
CAPO III
DISPOSIZIONI PER IL PERSONALE SCOLASTICO
Articolo 7
(Personale della scuola. Modificazioni alla legge regionale 8 marzo 1993, n. 12)
1. I contratti di lavoro stipulati con il personale docente, dirigente scolastico e dirigente tecnico tengono conto delle specificità dell'ordinamento scolastico della Valle d'Aosta e degli adattamenti dei programmi alle necessità locali di cui agli articoli 40 e 40bis della l. cost. 4/1948 e 28 della legge 16 maggio 1978, n. 196 (Norme di attuazione dello statuto speciale della Valle d'Aosta).
2. Le modalità di assunzione e di reclutamento ed i contratti di lavoro a tempo determinato del personale docente sono adattati alle specificità indicate al comma 1.
3. Le graduatorie regionali per l'assunzione del personale docente a tempo indeterminato e determinato sono formate in base alla normativa statale vigente, escludendo nell'attribuzione del punteggio, a partire dall'anno scolastico 2005/2006, quello previsto per la prestazione del servizio nelle scuole di ogni ordine e grado situate nei comuni di montagna, fatto salvo quanto previsto dalla legge 1° marzo 1957, n. 90 (Provvedimenti a favore della scuola elementare in montagna).
4. Le graduatorie dei concorsi per dirigente scolastico (articolo 18 del Decreto del Presidente della Regione n. 49 del 27 gennaio 2003 e articolo 19 del Decreto del Presidente della Regione n. 72 del 7 febbraio 2005) sono utilizzate fino ad esaurimento per la copertura, a tempo indeterminato, dei posti vacanti e disponibili anche in deroga alla determinazione dei posti a concorso di cui all'articolo 1 comma 2 dei Decreti sopraccitati.
5. All'articolo 1 della legge regionale 8 marzo 1993, n. 12 (Accertamento della piena conoscenza della lingua francese per il personale ispettivo, direttivo, docente ed educativo delle istituzioni scolastiche dipendenti dalla Regione), sono apportate le seguenti modificazioni:
a) al comma 3, dopo le parole: "la sua storia" sono inserite le seguenti: ", le specificità dell'ordinamento scolastico valdostano";
b) il comma 4 è sostituito dal seguente:
"4. Sono dispensati dall'accertamento i dirigenti scolastici, gli insegnanti e il personale educativo appartenenti ai ruoli regionali.";
c) dopo il comma 4, come modificato dalla lettera b), è aggiunto il seguente:
"4bis. Coloro che non hanno conseguito l'abilitazione all'insegnamento della lingua francese nella Regione Valle d'Aosta sono assoggettati all'accertamento di cui al comma 1, limitato a dimostrare la conoscenza delle caratteristiche culturali della comunità valdostana, del suo particolarismo linguistico, della sua storia, delle specificità dell'ordinamento scolastico valdostano e della configurazione geografica della regione.".
6. Al comma 4 dell'articolo 4 della l.r. 12/1993, è aggiunto, in fine, il seguente periodo: "Ai candidati che superano l'esame di cui all'articolo 1, comma 4bis, è rilasciata apposita certificazione.".
7. Le disposizioni di cui al comma 5, lettera c), non si applicano a coloro che, alla data di entrata in vigore della presente legge, risultano collocati nelle graduatorie permanenti regionali.
CAPO IV
DISPOSIZIONI FINALI
Articolo 8
(Disposizioni finanziarie)
1. L'onere derivante dall'applicazione degli articoli 3, comma 3, e 5, comma 1, è determinato in euro 460.000 per l'anno 2005, in euro 1.380.000 per l'anno 2006 e in euro 1.460.000 a decorrere dall'anno 2007.
2. L'onere di cui al comma 1 trova copertura nello stato di previsione della spesa del bilancio della Regione per l'anno finanziario 2005 e per il triennio 2005/2007 nell'obiettivo programmatico 1.2.2. (Personale direttivo e docente delle scuole regionali) e vi si provvede mediante utilizzo, per gli importi di cui al comma 1, degli stanziamenti iscritti nei medesimi bilanci nell'obiettivo programmatico 3.2. (Altri oneri non ripartibili) al capitolo 69300 (Quota interessi per ammortamento di mutui e prestiti da contrarre).
3. Per l'applicazione della presente legge, la Giunta regionale è autorizzata ad apportare, con propria deliberazione, su proposta dell'assessore regionale competente in materia di bilancio, le occorrenti variazioni di bilancio.
Articolo 9
(Dichiarazione d'urgenza)
1. La presente legge è dichiarata urgente ai sensi dell'articolo 31, comma terzo, dello Statuto speciale per la Valle d'Aosta ed entrerà in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino ufficiale della Regione.
Président - Je vous communique qu'on a reçu l'avis du Conseil permanent des collectivités locales sur le projet de loi n° 77, dont je fais immédiatement vous parvenir une copie.
La parole au rapporteur, le Conseiller Sandri.
Sandri (GV-DS-PSE) - Egregio Presidente, care colleghe e cari colleghi, il bene più prezioso di una comunità è la gioventù, sono le nostre ragazze e i nostri ragazzi, su cui riponiamo tutte le speranze perché il nostro sviluppo sociale e materiale si possa consolidare in futuro. È grazie alla formazione delle nuove generazioni che noi possiamo pensare di valorizzare tutte le risorse del territorio, sia quelle ambientali che quelle industriali, artigianali o turistiche, per rafforzare il benessere di cui oggi disponiamo, per renderlo duraturo, grazie alle conoscenze e alla capacità di superare i problemi di oggi e quelli di domani delle future generazioni.
Educazione e formazione sono i nostri obiettivi prioritari ed è quindi preminente la funzione del servizio scolastico. È importante ribadire qui come il nostro modello sia quello di una scuola pubblica, universale e gratuita, laica e di qualità, così come è andata a costruirsi nella nostra Regione nel corso degli ultimi decenni, anche grazie alla tutela e agli indirizzi dello Statuto speciale. Difendere questa peculiarità del sistema scolastico valdostano, in un momento in cui sul restante territorio nazionale avanzano i "venti" della privatizzazione, della scuola a doppio binario... io sono molto legato ad un libro in cui vi sono 2 personaggi... uno per Pierino il figlio del dottore e uno per Giuseppe il figlio dell'operaio, non vorremmo che si tornasse ad una scuola per Pierino e ad un'altra scuola per Giuseppe. Vogliamo che la scuola sia unica, universale, gratuita ed è importante che la nostra Regione mantenga l'unitarietà della propria scuola, aumenti la sua capacità di lotta all'esclusione e all'abbandono, valorizzi la specificità linguistica e culturale, non solo come forte legame con le proprie radici, ma anche come antidoto ad una globalizzazione che appare sempre più come un'uniformizzazione al ribasso. Un dato altrettanto importante della scuola unica, unitaria, generale è anche dare ai nostri ragazzi una piattaforma comune, in un mondo in cui le fonti di informazione sono così variegate, i mezzi di comunicazione di massa così articolati, si rischia che ogni persona faccia un proprio cammino personale totalmente slegato dal cammino degli altri. La scuola deve essere invece momento di sintesi di questa formazione, in modo che sia un terreno comune... riferimenti comuni culturali di competenze e di conoscenze dei nostri ragazzi.
Pare particolarmente significativo costatare che su questo importante progetto di legge le differenti articolazioni istituzionali della nostra Regione - Giunta, Commissione consiliare, Consiglio - abbiano saputo lavorare in pieno accordo per varare un testo il più possibile confacente alle attese della popolazione, siano essi le allieve e gli allievi, i genitori, il personale scolastico docente o quello non docente. Ognuno ha portato il suo contributo in una logica costruttiva, che è stata capace di attraversare tutti i gruppi consiliari, della maggioranza e della minoranza. Ne è nato un testo che rappresenta il primo importante tassello riorganizzativo del nostro sistema educativo, il primo passo verso la costruzione di un modello scolastico organico e coerente lungo tutto il percorso educativo, dalla scuola dell'infanzia alla secondaria di secondo grado, fino al sistema della formazione professionale e dell'educazione degli adulti. Questo disegno di legge ci pare in grado di precisare ancor meglio che in passato una scuola capace di raccogliere le sfide dei prossimi anni, assicurando certezze e qualità del lavoro agli operatori e, nel contempo, un'offerta formativa alle famiglie e agli alunni, in grado di rispondere alle nuove esigenze, nel rispetto dei nostri tradizionali valori.
È importante evidenziare che il disegno di legge recepisce integralmente l'accordo siglato tra l'Assessorato della cultura e le organizzazioni sindacali del 30 aprile 2004, in particolare:
- la valorizzazione della scuola dell'infanzia regionale, riconoscendo all'interno dell'orario di servizio degli insegnanti spazi riservati alla programmazione didattico-educativa;
- l'orario annuale, il tempo mensa e l'insegnamento curricolare della lingua inglese nella scuola primaria;
- nella scuola secondaria di primo grado la costituzione dell'organico secondo i parametri previsti dalla legge regionale n. 53/1994;
- per tutti i 3 ordini di scuola la formazione bilingue: aperta verso un contesto europeo; coerente nell'insieme del percorso formativo dello studente in una logica di continuità che tiene conto delle specifiche caratteristiche dei diversi livelli di scolarità; basata sulla ricchezza di esperienze realizzate, sulla valorizzazione dei processi innovativi che dagli anni '70 hanno caratterizzato la scuola valdostana e sul suo patrimonio di elaborazione e riflessione didattico-pedagogica.
Tra i principali contenuti innanzitutto si evidenzia la riconferma, con un parziale adeguamento, dell'attuale assetto organizzativo del servizio scolastico del primo grado di istruzione obbligatoria, nell'ottica di coordinamento con le innovazioni stabilite dalla legge n. 53 del 2003 - cosiddetta "riforma Moratti" - e dal decreto attuativo n. 59 del 19 febbraio 2004.
Dal lavoro del Governo regionale e della commissione competente è emersa la volontà di valorizzare la nostra autonomia, in particolare attuando le competenze previste dal DPR n. 861 del 31 ottobre 1975, articolo 1, comma 2, e pertanto, sulla base di criteri stabiliti in accordo con le organizzazioni sindacali scolastiche, annualmente la Giunta regionale stabilisce le dotazioni organiche, complessive e funzionali, nel più ampio rispetto delle specificità del nostro territorio. Ciò vuol dire che, non più legati a "standard" nazionali incompatibili con la nostra realtà, la Giunta regionale può definire "standard" di composizione delle classi, e quindi di organico, che tutelino la presenza dell'offerta formativa nelle località di montagna, come Cogne, Fontainemore o Gressoney, dove talvolta il numero degli alunni può essere inferiore agli "standard", ma in cui è necessario mantenere una continuità di presenza scolastica per tutelare popolazioni che con così forte attaccamento alla montagna sono residenti in quei territori. La Giunta regionale peraltro non è più obbligata a compensare tali scelte, accettando situazioni di sovraffollamento nelle scuole della Valle centrale ed in particolare in quelle della città di Aosta e delle località viciniori. Tali classi potranno pertanto avere anch'esse numeri ottimali per un buon rapporto tra insegnanti e allievi. È evidente che tutto questo porterà ad un aumento degli organici, ma è un prezzo che si pagherà volentieri non solo per confermare la qualità della scuola, ma anche per difendere le scuole di montagna, nonché le pari opportunità e i pari diritti dei ragazzi valdostani, indipendentemente dalla loro residenza. Il monte ore dei diversi gradi scolastici viene riconfermato in modo da consentire tutte le attività scolastiche e parascolastiche previste, nonché per tutelare le esperienze di tempo prolungato, così radicate nella nostra realtà.
Altro dato particolarmente significativo è l'esclusione all'articolo 7, comma 3, dell'attribuzione del punteggio previsto per la prestazione del servizio nelle scuole di ogni ordine e grado situate nei comuni di montagna, il cosiddetto "doppio punteggio", a partire dall'anno scolastico 2005-2006, ponendo fine ad incertezze e discriminazioni che hanno fortemente condizionato la compattezza del corpo insegnante regionale.
Un ultimo dato saliente da evidenziare in questa relazione è rappresentato dal V comma dello stesso articolo 7, laddove si prevede la conoscenza delle caratteristiche culturali della comunità valdostana, del suo particolarismo linguistico, della sua storia, della sua geografia e delle specificità dell'ordinamento scolastico valdostano per quegli abilitati in lingua francese provenienti da altre regioni. Si pone fine in questa maniera ad una discriminazione che ha fortemente penalizzato una parte del personale docente regionale e il livello qualitativo di insegnamento soprattutto ai fini dell'attuazione degli articoli 39 e 40 dello Statuto, in quanto gli abilitati provenienti da altre regioni non hanno sempre le conoscenze adeguate a garantire quella qualità di insegnamento sui temi più specifici della nostra realtà.
Affrontando l'esame più puntuale del disegno di legge, il capo I inquadra le finalità, con un forte richiamo ai principi costituzionali dell'Unione europea, dello Stato italiano e dello Statuto speciale della nostra Regione, nonché sottolinea gli obiettivi della formazione scolastica e cioè le conoscenze e competenze, l'autonomia e il senso di responsabilità. Inoltre vengono ribadite le specificità del sistema scolastico regionale, ponendo come obiettivo il progressivo innalzamento delle prestazioni inerenti al diritto-dovere all'istruzione. In questo senso mi consentirete di esprimere l'auspicio personale e del mio gruppo politico perché si arrivi celermente all'obbligatorietà dell'istruzione sino al compimento del 18 anno di età. Infine viene richiamata l'importanza dell'educazione bilingue sulla base delle competenze statutarie, arricchita dalla promozione della lingua e della cultura franco-provenzale e dell'insegnamento della lingua tedesca ai sensi dell'articolo 40bis del nostro Statuto. È forse questo l'unico punto in cui le condizioni oggettive non ci hanno consentito di raggiungere gli obiettivi proposti: siamo riusciti, infatti, a garantire l'insegnamento della lingua tedesca nelle istituzioni scolastiche dei Comuni della Valle del Lys di tradizione walser, mentre è evidente che, per tutelare questa minoranza, è indispensabile garantire l'insegnamento di tale lingua anche in tutte le istituzioni scolastiche di scuola secondaria di secondo grado, purtroppo non presenti in tale territorio, ma in cui ovviamente i ragazzi walser sono iscritti, senza poter usufruire di questa offerta formativa che consentirebbe la conoscenza completa della loro lingua madre. Tale mancanza appare maggiormente disdicevole perché impedisce agli altri alunni di poter prendere contatto con una lingua radicata da secoli nel nostro territorio, la lingua più parlata nella Comunità europea - 90 milioni su 400 milioni di abitanti -, una lingua importantissima a livello commerciale e turistico, in un'ottica di valorizzazione delle tante peculiarità della nostra comunità, come direbbero i Walser della nostra "Gemeinschaft". "Entschuldigung" (peccato)!
Il capo II determina l'orario annuale dei differenti ordini scolastici garantendo gli attuali livelli qualitativi e gli spazi temporali dedicati alla programmazione, per la scuola materna, per la contemporaneità e l'insegnamento delle lingue inglese e tedesca, per quanto riguarda la scuola primaria, e dell'applicazione degli articoli 39 e 40 dello Statuto speciale, per ciò che riguarda la scuola secondaria di primo grado. Come detto precedentemente, per l'innalzamento dei livelli dell'offerta formativa, la Giunta regionale è incaricata di definire annualmente le dotazioni organiche, complessive e funzionali, sulla base di criteri stabiliti sentite le organizzazioni sindacali scolastiche, al fine di tutelare la qualità e l'originalità del modello scolastico regionale ed in particolare la copertura del tempo mensa, la contemporaneità dei docenti, l'insegnamento dell'inglese, le supplenze brevi, i progetti di innovazione, il funzionamento delle scuole di montagna, l'integrazione dei diversamente abili e degli stranieri. Una norma particolare poi ribadisce la norma "quo ante", relativa all'iscrizione al primo anno della scuola materna, possibile solo per i bambini e le bambine che compiono i 3 anni nell'anno solare dell'inizio dell'anno scolastico e per quelli nati nel gennaio successivo a partire dal giorno successivo del loro compleanno. In questo senso annuncio insieme all'Assessore alla cultura la presentazione di alcuni emendamenti, che chiariscono questo punto ed altri, perché si è dovuto tener conto di una recentissima espressione della Corte Costituzionale, che ha dato un parere in materia.
Il capo III contiene importanti disposizioni per il personale scolastico, che, oltre a ribadire la specificità dei contratti di lavoro per il personale docente, dirigente scolastico e tecnico della nostra Regione, prevede precise modalità di assunzione ed in particolare prevede l'obbligatorietà dell'assoggettamento all'accertamento, scritto e orale, della conoscenza delle caratteristiche culturali, storiche linguistiche della nostra comunità per coloro che abbiano conseguito l'abilitazione all'insegnamento della lingua francese in altre regioni d'Italia, nonché, a partire dal prossimo anno scolastico, l'esclusione dell'attribuzione del doppio punteggio per chi presti servizio nelle scuole di montagna di ogni ordine e grado.
In sintesi l'attuazione di questa legge, oltre a dare risposte immediate a numerose esigenze del mondo della scuola, apre importanti possibilità di sviluppare un'organizzazione autonoma degli organici, contribuendo a una più alta qualità dell'offerta formativa attraverso una maggiore occupazione ed un maggior coinvolgimento dell'insegnante. A tal proposito penso si debba fare un'ampia riflessione e prevedere, già a partire dall'assestamento del bilancio del prossimo autunno, maggiori risorse finanziarie che non potrebbero essere meglio spese, perché finalizzate alla valorizzazione del patrimonio umano della nostra comunità.
Nel corso dell'iter di tale disegno di legge sono emerse alcune complesse situazioni di precariato, sia nella scuola primaria che in quella secondaria, e questa legge risponde solo parzialmente alla loro soluzione. La V Commissione consiliare ha preso l'impegno, in accordo con il Governo regionale, perché sia predisposto nei prossimi mesi un provvedimento che vada a sanare tali situazioni e che dia risposte alle aspettative della scuola secondaria di secondo grado, in merito alla quale sono in fase di emanazione i decreti nazionali. Noi speriamo che anche in questo particolare settore, di cui ricordiamo la nostra competenza primaria nel settore dell'istruzione professionale, forze sociali, Governo regionale e Consiglio della Valle sappiano raggiungere una sintesi altrettanto fruttiva di quella che stiamo qui approvando.
Infine, volevo illustrare un particolare passaggio, che abbiamo inserito come emendamento - gli altri li illustrerà l'Assessore -, per quanto riguarda l'utilizzo delle graduatorie dei concorsi riservati per il personale dirigente. Esistono 2 grossi filoni separati per quanto riguarda la dirigenza nella scuola: quelli riservati e quelli ordinari; vi era la necessità di evitare di dover ricorrere continuamente a concorsi per attribuire i posti di ruolo che fossero venuti a determinarsi, utilizzando invece le graduatorie già presenti, senza ledere ovviamente nessun tipo di diritto perché i posti disponibili per l'ordinario sono separati da questo tipo di filone. Era un modo di evitare di perdere tempo e soldi in continui concorsi e invece di dare delle certezze di prospettive per quanto riguarda questo piccolo settore. Abbiamo in questo senso utilizzato un emendamento che riproduce pari pari una norma già prevista dalla Provincia di Trento e che non ha avuto nessuna impugnativa da parte del Governo centrale.
Si dà atto che dalle ore 15,50 presiede il Vicepresidente Nicco.
Presidente - Dichiaro aperta la discussione generale che avverrà sul nuovo testo predisposto dalla V Commissione.
La parola alla Consigliera Squarzino Secondina.
Squarzino (Arc-VA) - Questa è sicuramente una legge attesa da molto tempo, da quando cioè sono state emanate le linee della "riforma Moratti" della scuola. È un provvedimento che è stato ostacolato all'interno della stessa maggioranza che sembrava non riuscisse trovare un accordo sugli obiettivi generali della legge, tanto da dover presentare in Consiglio una risoluzione per indicare i contenuti salienti della stessa. È una legge che ha dovuto aspettare oltre un anno e mezzo per tradurre in atti normativi gli accordi firmati tra la Sovrintendenza, l'Assessorato e i sindacati scuola e che ha avuto all'improvviso un'accelerazione in commissione, tanto che è stato espresso un parere senza che si fossero recepiti i necessari apporti: sia di un sindacato, non certamente secondario impegnato nel Congresso nazionale, sia delle sezioni orizzontali del Consiglio scolastico regionale - parere arrivato stamattina -, sia ancora del CELVA (parere arrivato in questo momento). È una legge che esce nel periodo più inopportuno, quando le scuole sono chiuse e non si possono organizzare incontri con gli stessi docenti, e che si presenta nella forma più inopportuna, il disegno di legge n. 77 infatti è composto da 2 normative totalmente diverse: la prima, comprendente i capi I e II, riguarda orari e organizzazione della scuola dell'infanzia primaria e secondaria di primo grado; la seconda, capo III, riguarda alcuni interventi sul personale - punteggio per le scuole di montagna, precari di francese, utilizzo delle graduatorie dei dirigenti - che nulla hanno a che fare con la questione di fondo della riforma. Risultato: la legge di riforma, che avrebbe dovuto delineare le caratteristiche della scuola valdostana da mantenere anche in presenza della "riforma Moratti" o che, come chiedeva la risoluzione votata dal Consiglio, doveva presentare il quadro complessivo del sistema scolastico, dalla materna alla formazione professionale, è diventata - permettetemelo - uno "sgorbio legislativo", fin dal suo titolo. Sfido chiunque a capire come un disegno di legge il cui titolo è imperniato sulla modifica della legge regionale n. 12/1993, che riguarda l'accertamento della piena conoscenza della lingua francese, contenga normative concernenti l'armonizzazione della "riforma Moratti" alla realtà valdostana.
È una legge che eppure ha avuto un iter laborioso. Fin dal marzo 2003, quando è stata emanata la legge delega sulla riforma del sistema scolastico italiano, in cui all'articolo 6 erano garantite le competenze delle Regioni a statuto speciale, in conformità ai rispettivi statuti, ci si è resi conto che occorreva pensare a come salvaguardare le competenze specifiche della Valle d'Aosta in materia scolastica. La Valle d'Aosta ha competenze ben specifiche derivanti dallo Statuto - articoli 39, 40, 40bis -, dalla riforma dell'articolo V della Costituzione, competenza che è essenzialmente concorrente, rientrando le linee generali dell'istruzione fra le norme di competenza statale. Queste competenze delineano uno spazio in cui è possibile agire autonomamente per quanto riguarda l'introduzione di materie, l'orario di docenti e alunni che sono funzionali al modello di scuola, l'organico, che deve prevedere tutte le risorse professionali necessarie perché si attui al meglio il processo di apprendimento degli alunni, di tutti gli alunni, anche di quelli che vivono in zone isolate nei comuni di montagna, anche dei diversamenti abili o degli extracomunitari. Tutte queste competenze andavano e vanno esercitate per mantenere l'attuale modello di scuola valdostana, che negli anni si è costruito attorno ad alcuni valori condivisi.
Bisogna ricordare questi valori condivisi su cui poggia il nostro sistema di scuola: innanzitutto l'attuazione degli articoli 39 e 40 dello Statuto in un'ottica di integrazione fra le diverse componenti della popolazione, l'attenzione alla persona "alunno" intesa come risorsa più importante per il futuro della comunità, di cui curare non solo i processi di apprendimento, ma anche la relazione con gli altri nell'educazione alla socialità, l'accoglienza del diversamente abile, del culturalmente diverso come motivo di integrazione, ma anche come mezzo di scambio e di reciproco arricchimento, attenzione al tempo scolastico inteso come spazio in cui poter distendere l'azione educativa così da offrire ulteriori esperienze di arricchimento culturale e sociale. Questo modello di scuola valdostana non poteva essere intaccato dalla nuova impostazione della "riforma Moratti", occorreva, da una parte, chiarire la volontà politica di non stravolgere tale modello, così come si è venuto a costituire negli anni attraverso l'organizzazione didattica ed educativa nella scuola dell'infanzia, nella scuola primaria, nella scuola media di primo grado; dall'altra, occorreva individuare gli spazi in cui agire dal punto di vista normativo a mano a mano che sarebbero stati emanati i vari decreti attuativi. Questo avrebbe potuto costituire un momento importante di riflessione, condiviso a tutti i livelli nella nostra scuola. Una riflessione sulla sua specificità, sul modo con cui finora si era tradotta la spinta innovativa, sui punti critici che richiedevano ulteriori ripensamenti o cambiamenti.
Questa poteva essere l'occasione per coinvolgere la scuola tutta in un processo di rinnovamento e di nuova programmazione. Sempre in questi anni la scuola in Valle ha saputo costruire un suo modello originale di risposta e di recepimento delle spinte ministeriali, partendo proprio dalla necessità di ripensare le proposte ministeriali alla luce delle richieste statutarie ed ogni volta la scuola ha saputo esprimere una risposta originale: penso all'innovazione didattica della scuola materna, costruita su un progetto di apprendimento precoce della lingua francese, il cui metodo è scaturito dalla sperimentazione quotidiana di materiali tarati e monitorati a livello universitario; penso alla scuola elementare il cui modulo 3 insegnanti per 2 classi è diventato occasione di nuova progettualità; penso alla scuola media che ha saputo rielaborare in modo originale il modello del tempo prolungato dando alla compresenza e ai progetti pluridisciplinari plurilingue individuali e di gruppo una valenza educativa di recupero e di valorizzazione delle capacità dei singoli alunni. In questi anni, tra l'altro, molto si è riflettuto, sperimentato, tentato, convalidato - o anche accantonato - rispetto all'insegnamento bilingue. Molti sono i tentativi riusciti, le esperienze che hanno avuto successo, molte le riflessioni su quanto è stato, o non è stato, fatto. Specie nella scuola dell'infanzia, primaria e secondaria di I° grado. Vi sono, rispetto a questi aspetti, fior fior di ricerche che la Valle d'Aosta ha voluto attuare proprio sull'attuazione del bilinguismo nei vari ordini di scuola. Questi dati devono diventare patrimonio comune di riflessione e di spunto per andare oltre, diversamente diventano solo un dato storico e un'acquisizione accademica.
Questa era l'occasione per fare il punto della situazione, per aprirsi alle nuove prospettive di insegnamento plurilingue, per studiare cosa significa convertire il proprio patrimonio bilingue secondo una prospettiva plurilingue e in un'ottica di apertura alle culture altrui, come ci chiede l'Europa. Alcuni richiami in questo senso sono venuti da convegni, anche recenti e anche organizzati in ambito unionista, ma il Governo regionale non è stato in grado di cogliere per ora questa grande sfida. La sfida era di fare dell'accidentata - intesa in senso filosofico: l'accidente, qualcosa che è successo, ma che poteva anche non succedere - "riforma Moratti" un'occasione per rinnovare la scuola, per riscoprirne il senso, al di là del ripetere in modo retorico parole come "autonomia", "bilinguismo", "rispetto dello Statuto", per fare della formazione un "pilier" di successo per questa Regione. Ci si è purtroppo limitati a ricordare in ogni occasione, in questo anno che è passato "la bontà... specificità del modello di scuola valdostana", modello che nel tempo si è consolidato in strutture, orari, organici, di cui i sindacati sono in qualche modo i garanti, essendone stati finora coautori attivi ed intelligenti, ed i sindacati hanno svolto, ancora una volta un lavoro egregio: si sono trovati - loro malgrado - ad occupare tutti gli spazi, dato il "vuoto pneumatico" della parte politica, sollecitando il politico, proponendo documenti, elencando i temi "clou" che andavano regolamentati quando a febbraio 2004 è stato emanato il decreto legislativo n. 59, con cui sono definite le norme generali relative alla scuola dell'infanzia e al primo ciclo dell'istruzione. Questa legge è soprattutto frutto del loro impegno, della loro riflessione, della loro volontà di agire per il mantenimento delle cose positive esistenti nella scuola valdostana.
Come nasce infatti questa legge? Ad aprile 2004 negli accordi tra sindacati ed Amministrazione vengono definiti in campo regionale gli ambiti in cui occorre intervenire con atti normativi per ripensare ad alcune caratteristiche della riforma secondo l'ottica del mantenimento del modello di scuola valdostana (vedasi la caratteristica della collegialità che deve imperniare anche la funzione di "tutor"; vedasi il valore educativo della scuola dell'infanzia, così come è stata voluta dall'Assessore Viglino, valore educativo che non poteva essere stravolto con l'immissione di bambini di 2 anni e mezzo, che richiedono assistenza più che formazione; vedasi l'organizzazione oraria funzionale alla compresenza e alla stesura di progetti interdisciplinari e bilingui, caratteristica della scuola primaria e secondaria di I° grado). Sulla base della falsa riga di questi accordi sindacali, viene predisposta una bozza nel marzo 2005, su cui sindacati e istituti di ricerca esprimono la loro valutazione. Ricordo che questa bozza non è mai stata fornita alle forze politiche presenti in Consiglio, che, come più volte sottolineato, l'hanno conosciuta tramite bollettini sindacali della scuola. A giugno di questo anno la Giunta licenzia un testo molto più "asciutto" rispetto al precedente: la Sovrintendente, Dott.ssa Cilea, l'ha definito "scheletrico". Sono state ridotte "all'osso" le norme essenziali che si ritrovano nel primo articolo, norme che condividiamo: l'affermazione della specificità della scuola in Valle d'Aosta la cui caratteristica essenziale è un bilinguismo italiano e francese, ma anche italiano e tedesco, aperto al plurilinguismo in un'ottica europea. Negli articoli 2, 3, 4 la definizione dell'orario ed organizzazione dei 3 livelli di scuola presi in considerazione, in cui si richiamano in legge l'orario attuale, l'organizzazione del lavoro complessivo e in cui si inserisce la compresenza e la programmazione anche alla scuola dell'infanzia. L'articolo 5 in cui viene chiarita la specificità e l'innalzamento delle opportunità formative che richiedono un innalzamento dei livelli di qualità; mantenere i livelli di qualità richiede norme particolari per definire gli organici dei docenti secondo criteri che recepiscono la contrattazione; non si poteva dire di meno.
Certamente questo disegno di legge andrà completato nel momento in cui si metterà mano agli adattamenti, alle particolarità linguistiche della Valle d'Aosta dei nuovi programmi della "riforma Moratti", quando cioè si dovranno precisare i contenuti delle diverse parti del programma e il loro peso specifico, ad esempio: quanta parte dell'orario scolastico sarà dedicata ai programmi ministeriali, quanta ai programmi regionali e quanta all'autonomia delle singole scuole. Noi auspichiamo che quella spinta innovativa che è finora mancata si manifesti nel momento in cui si dovranno definire i contenuti, gli obiettivi conoscitivi da raggiungere e costruire gli strumenti adeguati. Questo potrà avvenire solo se la scuola tutta -non solo i sindacati o alcuni gruppi tecnici - sarà chiamata a lavorare attorno ad un progetto che la scuola senta valido per gli alunni, stimolante per la professionalità dei docenti e rispondente alle attese delle famiglie e della società, di una società complessa interagente col mondo intero, come lo è l'attuale.
I criteri con cui si sono scelti i contenuti della legge sono evidentemente... come dice la stessa relazione al disegno di legge... "la necessità di dettare disposizioni sulla scuola dell'infanzia e su quella del primo ciclo di istruzione in armonia coi principi dettati dal decreto legislativo n. 59/2004", ma tale indicazione non trova traccia nel disegno di legge; eppure se non ci fosse stato l'evento, questo "accidente" come dicevo prima, della "riforma Moratti" non ci sarebbe stata la necessità di legiferare in materia di scuola. L'originalità del modello di scuola valdostana infatti è stato finora attuato tramite atti normativi, deliberazioni diversi e non avrebbe avuto bisogno di una nuova legge regionale se non vi fosse stata la necessità di definire questo modello, in armonia coi principi dettati dal decreto legislativo n. 59/2004 attuativi della legge n. 53/2003. Non capiamo perché non si voglia motivare con chiarezza sia nel titolo, sia nel primo articolo che tutta la legge è delineata in modo da poter rispondere, nel rispetto delle proprie competenze, alla "riforma Moratti". La legge infatti riprende quei punti della "riforma Moratti" su cui si vuole intervenire, dando per scontato che su quello che non è detto vale la legge nazionale (esami, passaggio da una classe all'altra, materie, eccetera). In tal senso noi presenteremo un emendamento insieme ad altri che illustreremo nel corso della discussione.
La seconda parte del provvedimento, cioè il capo III, affronta alcuni problemi reali che avrebbero potuto dar vita ad uno specifico disegno di legge indipendente da quello collegato alla "riforma Moratti". Noi condividiamo il fatto che si detti una norma chiara sulla definizione di "scuole di montagna" il cui servizio dovrebbe valere il doppio rispetto al servizio prestato alle altre scuole. Ricordiamo qui brevemente come una norma nazionale abbia esteso il concetto di scuola di montagna, valido fino all'anno scorso solo per le scuole elementari particolarmente disagiate - sono 4 o 5 in Valle d'Aosta -, a tutte le sedi scolastiche che si trovano ad un'altezza superiore ai 600 metri, creando in Valle d'Aosta grave sperequazione tra gli insegnanti che casualmente si trovano a operare in centri di 560 o di 620 metri di altezza, quindi molto vicini fra di loro. Capiamo anche il tentativo di limitare l'accesso di insegnanti di francese in Valle d'Aosta tramite l'introduzione di un esame specifico, finora non previsto. Dal punto di vista della legittimità della norma, forse possiamo avere alcuni dubbi, nel senso che si introduce un esame per accertare la conoscenza di contenuti all'interno di un esame che è stato previsto come "accertamento della piena conoscenza della lingua francese". Questo è un provvedimento che ha l'obiettivo di rispondere in parte ai problemi grossi del precariato. Non pensiamo che questo sia il modo più valido per rispondere ai problemi del precariato, può essere una piccola "pezza" messa lì. Questo provvedimento può avere un significato positivo: potrebbe servire a filtrare l'ingresso in Valle di docenti che non posseggono competenze linguistiche adeguate al livello richiesto nelle scuole della nostra regione. Il problema del precariato però esiste e può essere affrontato solo nel momento in cui, definendo con chiarezza l'organizzazione della scuola e delle sue esigenze, si può trovare una risposta.
La norma che riteniamo invece decisamente illegittima è quella contenuta nel comma 4 dell'articolo 7 laddove si inserisce la possibilità, non prevista nel momento dell'emanazione del bando, di utilizzare le graduatorie per l'assegnazione di posti in ruolo. È una norma illegittima perché retroattiva e perché lede i diritti di coloro che o stanno facendo o vorranno fare concorsi per accedere a tale categoria direttiva. A questo proposito credo non possa non essere preso seriamente in considerazione il parere espresso dall'Ufficio legislativo della Giunta in cui si dice che tale norma avrebbe un effetto retroattivo. "Appare dubbioso anche il fatto che la validità delle graduatorie così come proposta sembra essere a tempo indeterminato. Appare poco chiaro se le idonee graduatorie già approvate precedono i futuri vincitori del concorso bandito nel corrente anno" e via dicendo. Su questo tema torneremo nel momento della discussione del disegno di legge; anche a questo proposito presenteremo degli emendamenti.
In sintesi noi diciamo che siamo di fronte a 2 disegni di legge che vorremmo fossero separati proprio nei loro contenuti e nel loro titolo e in questo senso presentiamo degli emendamenti. Riconosciamo che tale testo recepisce i punti fondamentali dell'accordo firmato con i sindacati, anche se il ruolo dei sindacati non è riconosciuto pienamente nel disegno di legge all'articolo 5 e per questo presenteremo un emendamento. Denunciamo ancora il metodo con cui è stato esaminato e valutato il disegno di legge nelle commissioni, metodo che non è stato certamente fruttuoso perché, come si può evidenziare, l'azione di presentazione di emendamenti continua ancora in aula. Un disegno di legge che avrebbe dovuto essere un po' il fiore all'occhiello di questa Giunta autonomista, regionalista e progressista e che è diventato una quasi fedele trascrizione di accordi sindacali, senza il respiro politico-culturale che una riflessione sulla scuola avrebbe dovuto comportare, come d'altronde richiedeva la risoluzione votata in questo Consiglio.
Ordine del giorno
Il Consiglio regionale
Preso atto che il disegno di legge regionale n. 77, concernente l'organizzazione della scuola dell'infanzia, primaria e secondaria di primo grado, mira a garantire alla scuola materna regionale le caratteristiche qualitative che la contraddistinguono fin dalla sua istituzione e che sarebbero state messe in discussione, se si fosse chiesto a tale istituzione di svolgere una funzione assistenziale nei confronti di utenti di due anni e mezzo;
Ritenendo tuttavia che alle famiglie vada garantita la possibilità di poter accedere a servizi per la prima infanzia e ad averli gratuitamente nel caso della frequenza di bambini da due anni e mezzo a tre anni;
Impegna la Giunta affinché:
a) siano potenziati i servizi alla prima infanzia su tutto il territorio regionale;
b) siano avviati gli opportuni interventi affinché sia introdotta la gratuità di tali servizi per i bambini dai due anni e mezzo ai tre anni.
F.to: Squarzino Secondina - Riccarand - Curtaz
Presidente - La parola al Consigliere Comé.
Comé (SA) - La loi en discussion aujourd'hui s'avère la première étape d'un parcours entamé il y a plusieurs mois; dans le sillage de ce parcours elle a été l'objet de plusieurs débats du Conseil, et, comme vous le souvenez sans doute, elle nous a trouvés presque tous d'accord sur l'intention d'en faire une loi de qualité, étant donné la matière en question. Par le biais d'une résolution le Conseil a sollicité le Gouvernement régional pour présenter un projet de loi, accompagné par un projet de réforme globale de l'instruction valdôtaine, dans le but de préserver les niveaux attendus, tout en développant ultérieurement les perspectives futures.
Le sujet du débat d'aujourd'hui est un projet de loi qui traite également de dispositions en matière d'organisation et de personnel scolaire et des modifications à la loi n° 12 du 8 mars 1993. Permettez-moi de dire, toutefois, que je n'aperçois pas, du moins dans le titre de la loi, cette ample vision que nous voulions donner à la réforme... une ample vision que tout le monde souhaitait et que tout le monde semblait partager. Permettez-moi aussi d'ajouter que l'énoncé du titre n'est pas à la hauteur des ambitions déclarées par certains ou des atteintes exprimées par d'autres... d'ailleurs, lorsque nous faisons référence aux dispositions en matière d'organisation et de personnel, nous focalisons l'attention sur un aspect de l'école valdôtaine, mais nous perdons ainsi l'occasion d'énoncer déjà à partir de la formulation initiale notre volonté de porter une réflexion d'ensemble sur le système scolaire régional et d'atteindre une organisation plus enrichie de l'enseignement dans son ensemble. Il est vrai que le chapitre Ier, qui inclut les 7 alinéas de l'article 1er fait référence au Statut spécial de la Vallée d'Aoste, à la Constitution italienne, à l'Union européenne et il réaffirme le droit/devoir à l'instruction et à l'élévation progressive de son niveau tout en assurant la sauvegarde des particularismes culturels, notamment l'instruction plurilinguistique qui comprend, entre autres, le franco-provençal et l'allemand... il nous paraît toutefois que cette loi suive la logique d'un "jeu sur la défensive", aptitude de ceux qui craignent de perdre leurs garanties ou d'être attaqués, plutôt que de ceux qui profitent de la nécessité d'une réforme pour promouvoir avec courage et originalité un processus de renforcement et de révision de l'enseignement en Vallée d'Aoste dans son ensemble, et ceci indépendamment du scénario politique national.
La scuola valdostana ha avuto dagli anni '60 ad oggi modifiche che hanno interessato gli ordini di scuola e quindi hanno avuto modifiche in tempi e modalità diverse evidenziando uno scollamento sempre più evidente. La riforma avrebbe potuto permettere di dare una logica accoglienza alla nostra scuola, mantenendo dell'esistente tutto quello che è risultato valido e positivo, andando a modificare le parti che presentano delle difficoltà. Per quanto i principi espressi nelle finalità della legge siano condivisibili, pertanto essi ci appaiono poco incisivi, anche se siamo convinti che la scuola valdostana sia un sistema che già si esprime attraverso parametri qualitativamente alti, che tuttavia necessitano ora di una reinterpretazione anche in chiave di formazione europea.
Inoltre, esaminando la problematica della scuola valdostana, non si può lasciare fuori dal dibattito la realtà della scuola secondaria di secondo grado, ossia il sistema dei licei e della formazione professionale, è vero che mancano i decreti attuativi della legge n. 53, ma è anche vero che la Regione Valle d'Aosta, avendo potere primario in materia di istruzione e formazione professionale, potrebbe avviare un dibattito ed un confronto al suo interno anche su questo aspetto, ponendosi come "spazio pilota" per sperimentare soluzioni innovative ubbidendo tra l'altro ad una vocazione "regionalista" che tutti ci riconosciamo di "sfruttare la realtà dei piccoli numeri per fare innovazione". In questa sede dunque bisognerebbe avere un po' più di coraggio e di creatività, non limitandosi a salvaguardare l'esistente, ma scegliendo la strada dell'essere propositivi ed innovativi, piuttosto che essere poi costretti ad atteggiamenti difensivi di fronte alle leggi dello Stato.
Un'ultima considerazione di carattere specifico: ci sembra - fra l'altro, questo l'ho sentito sottolineare anche dalla collega Squarzino - che le modificazioni alla legge n. 12 del 1993, che costituiscono l'articolo 8 del disegno di legge, nel presente contesto siano fuori luogo (la collega Squarzino auspicava 2 testi di legge). Senza ora entrare nel merito delle disposizioni, riteniamo che esse avrebbero meritato una trattazione a parte, anche in questo caso più comprensiva di tutta la problematica, evitando quegli interventi di modifica che fanno riferimento a leggi precedenti. A nostro avviso, il problema dell'individuazione, assunzione e professionalità degli operatori della scuola meriterebbe una maggiore visibilità e dignità ed una trattazione più generale, sempre nella logica che debba essere l'organismo politico regionale il portavoce e l'artefice di linee di indirizzo di grande respiro e di procedure semplici, chiare e trasparenti per far crescere il sistema scolastico valdostano nella sua globalità e specificità.
Annuncio fin da adesso la presentazione di alcuni emendamenti che poi spiegherò; fra l'altro, ho visto che alcuni di essi sono stati presentati anche dall'Assessore e dal Governo, quindi presento alla Presidenza gli emendamenti del nostro gruppo.
Si dà atto che dalle ore 16,31 riassume la Presidenza il Presidente Perron.
Président - La parole au Conseiller Tibaldi.
Tibaldi (CdL) - A differenza dei colleghi che mi hanno preceduto, non mi sono preparato il compitino, ancorché si stia parlando di scuola, quindi farò alcune considerazioni a "vol d'oiseau" sulla base delle vicende di questi mesi che sono intercorse dal momento in cui è entrata in vigore la legge n. 53 - "riforma Moratti" - ad oggi. Facendo memoria storica, se uno ripercorre la rassegna stampa di qualche mese fa, esattamente all'indomani dell'entrata in vigore della riforma, pensa che la Valle d'Aosta sia entrata in guerra contro qualcuno. Si legge: "La "riforma Moratti" non sarà applicata"; "La Valle d'Aosta dice "no" alla "Moratti""; "La riforma dovrà essere adattata alle esigenze locali"; "Il francese resta in cattedra, sospesa l'attuazione della riforma"; "Gli insegnanti bocciano la riforma della "Moratti"", eccetera. Vi è tutta una rassegna stampa copiosa ed interessante, per chi vuole cimentarsi nella lettura ce n'è per tutti. Poco fa la collega Squarzino ha definito la "riforma Moratti" un accidente, utilizzando questa terminologia filosofica che mi ha anche colpito peraltro. Penso che, dal momento in cui è entrata in vigore la "riforma Moratti", gli accidenti dell'Assessore Charles si siano rivolti più contro i sindacati che non contro la "Moratti", perché l'Assessore è stato letteralmente assediato dal "corpus" sindacale locale. Innanzi a questi titoli roboanti che compaiono sui giornali e che sembrano dipingere una Regione che si ribella all'applicazione della "riforma Moratti", fino ad arrivare ad oggi, uno si chiede cosa sia successo nel frattempo. D'altronde sin dall'inizio l'Assessore era talmente sicuro di certe sue convinzioni - abbiamo anche visto pubblicare alcuni inserti pubblicitari su settimanali locali con la foto dell'Assessore che campeggiava e con la scritta "Inserzione pubblicitaria", a spiegazione della riforma e la sua attuabilità in Valle d'Aosta - che è costretto ad incaricare un consulente di supporto giuridico al Dipartimento della Sovrintendenza agli studi ed assegna un incarico a un Professore, un certo Rosario Ferrara, per la modica cifra di 30.000 euro, il quale ha svolto un compito e magari l'Assessore sarà più completo e dettagliato nell'informarci di cosa ha fatto questo Professore, nella cui premessa della deliberazione di incarico si legge però che la legge n. 53/2003 ha modificato in maniera significativa il sistema educativo di istruzione e formazione e ha fatto salve le competenze delle Regioni a statuto speciale. Meno male che vi è il riconoscimento di un punto fondamentale della riforma, ovvero che nulla è stato toccato a livello di autonomia statutaria in materia scolastica alla Valle d'Aosta. Prendiamo atto che perlomeno a livello deliberativo avete riconosciuto a "Letizia ciò che ha scritto Letizia". Questo è un primo passaggio che stride con i titoli roboanti di cui facevo cenno in esordio. Sono stati poi costituiti 2 distinti gruppi di lavoro affinché venisse avviato uno studio tecnico preparatorio all'attuazione della riforma in Valle: uno per la scuola materna ed elementare e l'altro per la scuola secondaria di I e II grado. Mi pare allora di capire che da una logica conflittuale di stato di assedio inizialmente dipinta da giornali, dall'Assessore e dai sindacati, si arrivi a una logica di maggior ragionevolezza: forse la riforma non è così "tranchante" nei confronti dell'ordinamento scolastico regionale, anzi fissa dei livelli essenziali di istruzione che sono validi in tutta la Nazione italiana e naturalmente riconosce alle autonomie differenziate come la nostra le conquiste negli anni riconosciute in termini di competenze.
Arriviamo poi al 10 marzo scorso. Il Consiglio regionale ha l'occasione di verificare qual è il primo prodotto di questi gruppi di lavoro, ovvero vengono elencate le linee direttrici della riforma del sistema scolastico regionale. Si parla cioè di riforma, la Val d'Aosta vuole adeguarsi alla "riforma Moratti" con una propria riforma locale. Anche qui abbiamo avuto l'occasione di dibattere sull'argomento, se uno scorre quelle 3-4 paginette - immagino una sintesi del lavoro svolto dai gruppi tecnici -, vede che vengono confermati dei concetti ovvi, cioè che l'autonomia valdostana viene salvaguardata in materia scolastica, che la Valle d'Aosta è tenuta a rispettare ciò che è stato fissato dallo Stato in termini di livelli essenziali di prestazioni, che si prevede la realizzazione di una legge regionale che si propone di trovare gli strumenti e le risorse utili alla crescita culturale e psicologica delle giovani generazioni. Si parla di franco-provenzale, di lingua germanica nei comuni walser e di principi di parità scolastica fra i diversi istituti privati e pubblici. Non ci pare che questi gruppi di lavoro alla fine "abbiano scoperto l'acqua calda", anzi è una sorta di sagra dell'ovvietà, che viene codificata in un documento che il Consiglio approva a maggioranza.
Sostanzialmente, secondo noi, la vera impronta non l'ha data la parte politica, ma la parte sindacale, quindi, se prima sentivo qualcuno elogiare i sindacati che hanno occupato tutti gli spazi lasciati vuoti dalla parte politica, devo dire che è giusta questa teoria; una teoria comprovata anche da quelle vicende che abbiamo vissuto in V Commissione durante le varie audizioni con le parti interessate e dove si capisce che sono i sindacati coloro che hanno scritto, elaborato e tagliato la norma regionale che oggi esaminiamo, secondo le loro volontà. La prima censura che facciamo quindi è qual è l'apporto politico, se la vostra missione era così ambiziosa da voler fare una riforma nella riforma. Possiamo dire che, da una parte, i sindacati hanno svolto il loro ruolo; dall'altra, voi ci sembrate i favolosi assenti di questo contesto.
Se poi si vuole parlare di riforma, e quindi utilizzare questo termine importante, ci piacerebbe leggere nel titolo anche il termine "riforma". Se uno va a leggere, il titolo di questa legge recita: "Disegno di legge regionale n. 77: "Disposizioni in materia di organizzazione e di personale scolastico..." - ed è una parte - "... Modificazioni alla legge regionale 8 marzo 1993 n. 12 (Accertamento della piena conoscenza della lingua francese per il personale ispettivo, direttivo, docente ed educativo delle istituzioni scolastiche dipendenti dalla Regione)" - ed è la seconda parte di norme. Qual è allora la parte riformatrice che avete apportato differente dalla norma nazionale? Primo: non può esserci, perché la norma nazionale vi dà ampia discrezionalità nel definire le norme che devono adattare la riforma alle esigenze e alle specificità dell'ordinamento scolastico valdostano; secondo: vi siete dimenticati di trattare della riforma. Gli stessi sindacati lo hanno evidenziato, anche nei loro periodici di informazione dicono: "ci piacerebbe vedere un riferimento alla legge n. 53/2003; se vale, come è stato detto all'inizio, il "no" alla "riforma Moratti", la Valle d'Aosta ha la sua autonomia e si dà le sue regole, abbiate il coraggio di dire dal titolo in avanti che voi state emendando la "riforma Moratti" per adeguarla alla realtà valdostana". L'articolo 1, comma 1, che fissa oggetto e finalità, fa riferimento in maniera molto generica ai principi costituzionali, allo Statuto speciale, all'ordinamento dell'Unione europea, nessun cenno alla legge n. 53, neppure il coraggio politico che faccia seguito alle dichiarazioni fatte a mezzo stampa di dire: "noi abbiamo il coraggio di modificarla"; perché non è necessario modificarla e, di fatto, è stato compiuto un grosso "revirement" rispetto alle affermazioni di qualche mese fa.
Procedendo, il disegno di legge n. 77 si compone di una decina di articoli: uno di essi è dedicato alla dichiarazione di urgenza e un altro alle disposizioni finanziarie. Anche qui possiamo dire che nella prima parte si vede la mano del sindacato, che ha rivendicato delle esigenze di carattere organizzativo, di armonia, di perfezionamento rispetto al passato e compone una serie di articoli che si snodano nei primi articoli di questa legge. In una parte di tali articoli cosa possiamo dire? A parte gli aspetti organizzativi, che sono quelli più salienti - la fissazione del monte ore, minimo e massimo nei singoli ordini e gradi delle scuole interessate -, vi è un'enunciazione di principi riconosciuti nella norma nazionale o in altre leggi regionali. Dicevo è una somma di ovvietà; prendiamo l'articolo 1, 2° comma, o 3° comma, o 4° comma... il comma 2 dell'articolo 1 dice: "la Regione e le istituzioni scolastiche assicurano l'effettiva fruizione dei livelli essenziali delle prestazioni inerenti al diritto-dovere all'istruzione...", questa è una ricopiatura di quello che è scritto nella "legge Moratti". Dov'è allora il contributo del legislatore regionale per esempio in questo comma? Il comma 3 dell'articolo 1 dice: "ai sensi degli articoli 39 e 40 della legge costituzionale 26 febbraio 1948, n. 4 (Statuto speciale per la Valle d'Aosta), la scuola valdostana agevola ed assicura la tutela attiva e la valorizzazione delle specificità culturali...", eccetera. Lapalisse, esatto, anche qui cosa c'è di nuovo rispetto al passato? Abbiamo confermato l'esistente. Al comma 4 si dice: "il carattere bilingue della scuola valdostana", non è una scoperta, penso che il gruppo di lavoro non sia arrivato a produrci queste norme, anche qui l'elemento novità ci sembra assolutamente scadente, per non dire assente. Vi sono poi delle previsioni programmatiche che sono tutte da inventare e che sono estremamente vaghe, ne abbiamo chiesto conto anche all'Assessore in commissione. Comma 5, articolo 1: "la Regione, nell'ambito della propria competenza, promuove la conoscenza della lingua e della cultura franco-provenzale". Cosa vuol dire? Come si promuove la conoscenza della lingua e della cultura franco-provenzale se non si dice come lo si vuole fare? Dove sta il contenuto di tale norma? Sfoglio le pagine seguenti di questa proposta di legge, ma non trovo nulla in merito. Lo chiedo all'Assessore in commissione: "dobbiamo riempire di contenuti il contenitore, ma scusate, siamo qui, è il momento di esaminare la legge, ci piacerebbe sapere come il franco-provenzale verrà promosso a livello scolastico e che tipo di competenza ha la Regione in materia". Risponde in V Commissione l'Ispettore Floris che sul tipo di competenza vi è incertezza, la risposta è più o meno testuale; bisogna vedere la legge n. 482/1999 e trarre delle interpretazioni che sono più ambigue che certe e questo è un altro esempio. Vi sono poi dei contenuti che sono rinviati a future decisioni, mi riferisco al comma 1 dell'articolo 6, dove si dice testualmente: "nell'ambito del POF, le istituzioni scolastiche definiscono e adottano, nell'esercizio della loro autonomia e sulla base degli indirizzi impartiti dalla Giunta regionale, la documentazione inerente alla valutazione degli alunni e stabiliscono le modalità per la sua conservazione e trasmissione ai successivi gradi di scuola", "definiscono e adottano... e sulla base degli indirizzi impartiti dalla Giunta...": quando, come, entro che termini, come vengono definiti? Anche qui è tutto rinviato a futuri atti dell'autorità amministrativa, che però non vengono assolutamente chiariti. Vi sono poi delle formulazioni che attengono più all'organizzazione scolastica, alla tutela del ruolo docente, che svolge un ruolo del tutto rispettabile e lodevole nell'ambito della scuola valdostana, ma che trascurano l'aspetto formativo ed educativo degli alunni in questa legge. Anche qui vorremmo sapere quali sono le tutele che la Giunta rivolge nei confronti di coloro che sono i destinatari, insieme ai docenti, delle norme esaminate, ovvero gli alunni e le loro famiglie.
Mi pare di capire che vi è stata molta attenzione nella redazione di questa legge alle pretese sindacali, che non sempre hanno rappresentato la volontà di tutto il "corpus" docente, anzi spesso hanno rappresentato delle volontà di singoli o anche egoistiche, ma è stata trascurata l'offerta formativa, la libertà discrezionale nella scelta dell'offerta formativa da parte delle famiglie. Uno dei principi fondamentali della "riforma Moratti" è quello di lasciare la libertà di scelta alle famiglie dell'indirizzo formativo ed educativo dei propri figli, secondo le vocazioni dei medesimi. Direi che è un principio liberale, che va a stravolgere l'assetto dirigistico della scuola italiana sin dal momento in cui ha avuto una disciplina normativa, dall'unificazione del Regno d'Italia fino ai giorni nostri. Questo principio liberale però va a collidere con le esigenze di stampo sindacale. In tale disegno di legge viene data esclusiva attenzione alle seconde e vengono trascurate le facoltà che si dovrebbero riconoscere agli alunni, in particolare ai genitori degli alunni. Non vorrei essere retorico, ma in questi giorni stiamo ospitando il Santo Padre e in un recente incontro il Papa ha incontrato il Presidente della Repubblica Ciampi, dove hanno parlato della laicità dello Stato italiano, senza escludere quello che è uno dei principi fondanti della nostra civiltà, ovvero la religione cattolica. Mi ha fatto piacere vedere che il Papa ha auspicato - ferma restando la competenza dello Stato a stabilire norme e programmi - che venisse rispettato il diritto dei genitori nella libera scelta educativa. Come genitore dico che tale libera scelta educativa in questa proposta di legge non la ravviso in quantità industriale, secondo me quasi manca del tutto. Capisco le esigenze dei docenti, le condivido anche, è necessario venire incontro alle necessità organizzative di una scuola moderna, che vada anche a fornire quelle risposte educative di istruzione e formative di cui necessitano i nostri giovani, ma vedo una grande trascuratezza nei confronti delle famiglie. Mi piacerebbe quindi avere una considerazione politica da parte dell'Assessore a questo riguardo, perché, a differenza della collega Squarzino, ritengo, con tutto il rispetto per i sindacati, che non abbiamo delegato i sindacati a scrivere tale legge. Se delegassimo i sindacati della scuola a scrivere una legge sulla scuola, dovremmo delegare i sindacati o i rappresentanti di altre organizzazioni a scrivere le altre leggi nelle rispettive materie: territorio, impresa, eccetera, e tanto varrebbe che vi fossero i rappresentanti del popolo eletti in questa Assemblea. Nel recepire le loro richieste mi piacerebbe sapere quanto avete sentito i rappresentanti delle famiglie in questa circostanza, quindi sul metodo abbiamo da fare tali sottolineature. Può darsi che il consulente che prima ho citato e i gruppi di lavoro che hanno lavorato abbiano anche avuto questa delicatezza nell'ascoltare tali rappresentanze; può darsi che ciò non sia avvenuto, magari l'Assessore sarà più puntuale nelle risposte che ci vorrà dare.
Direi che, se la Valle d'Aosta ha una competenza concorrente, anche ai sensi della riforma del titolo V della Costituzione in materia scolastica, sarebbe opportuno che avesse il coraggio di esplicitarla. In tal senso il nostro gruppo presenta un emendamento, che introduce il riferimento esplicito alla legge n. 53 nel comma 1 dell'articolo 1. Come peraltro vogliamo valorizzare una naturale funzione di indirizzo del Consiglio nella definizione degli indirizzi, quindi nell'ambito del piano dell'offerta formativa vorremmo che le istituzioni scolastiche avessero a riferimento degli indirizzi impartiti dal Consiglio e non dalla Giunta; fino a prova contraria, ci risulta che sia una funzione tipicamente politica dell'organo legislativo, non vorremmo abdicare a favore della Giunta, rinunciando a quelle che possono essere i nostri suggerimenti in materia.
Infine direi che l'unico aspetto che riteniamo veramente significativo è la risposta ad un'emergenza che è stata data: è relativa all'articolo 7 che dà una risposta a quella vicenda intricata della valutazione del servizio nelle scuole site in comuni montani, ai fini dell'inserimento nelle graduatorie permanenti. Questa norma, visto che a partire dall'anno scolastico prossimo vedrà un punteggio non più raddoppiato, riconduce a un criterio perequativo una situazione che prima era assolutamente trascurata. Da questo punto di vista, ribadiamo il nostro favore a tale intervento, che riteniamo l'unico effettivamente concreto. Nel fare queste osservazioni depositiamo 2 emendamenti e attendiamo le risposte alle considerazioni testè fatte.
Président - La parole au Conseiller Salzone.
Salzone (FA) - Possiamo senza dubbio affermare che il disegno di legge n. 77 approda in quest'aula dopo un lungo e per qualche verso travagliato iter. Il testo infatti ha subito una serie di modifiche, peraltro opportune, che hanno impegnato tutti gli operatori del settore. Al testo hanno collaborato esperti tecnici anche esterni, le commissioni consiliari, la V Commissione in modo particolare, che ha prodotto peraltro un testo emendato dopo aver audito un cospicuo numero di persone legate al mondo della scuola, compreso l'Assessore e il Sovrintendente. L'Assessore ha nominato durante l'iter 4 gruppi tecnici per ciascun grado scolastico, quindi questi gruppi hanno fornito proposte precise e anche interessanti. Il 30 aprile 2004 poi è stato sottoscritto un accordo con le organizzazioni sindacali della scuola sul tema della riforma ed è stato prodotto un testo che ha trovato larga convergenza di tutte le parti interessate. In questo contesto, contrariamente a quanto diceva un attimo fa il Consigliere Tibaldi, colgo l'occasione per segnalare come sia stato importante il confronto in particolar modo proprio con i sindacati di settore, che hanno dimostrato a mio avviso in tale occasione una vera professionalità e competenza in un dibattito a volte serrato, ma che ha arricchito anche la nostra conoscenza.
Diamo un giudizio sostanzialmente accettabile del disegno di legge, anche se avremmo voluto una vera riforma per la Valle d'Aosta. Riteniamo comunque indispensabile approvare la legge in modo da dare certezze giuridiche all'inizio del prossimo anno scolastico sia agli operatori del settore, sia alle famiglie, per evitare dubbi interpretativi sull'applicazione della "legge Moratti" in Valle d'Aosta. Vogliamo quindi evidenziare le cose che ci hanno convinto di più e quelle che ci lasciano perplessi. Fra i punti che riteniamo importanti vi è il mantenimento delle condizioni organizzative preesistenti alla riforma, che è la compresenza dei docenti nelle elementari, il tempo prolungato alla media, il tempo mensa educativo alle elementari, gli spazi temporali da dedicare alla programmazione collegiale nella scuola materna, il fatto che la scuola primaria promuove e valorizza la personalità degli alunni anche grazie all'attivazione di percorsi formativi individualizzati e personali; insomma un fatto positivo a nostro avviso è l'educazione in concorso con le famiglie e questa è una novità che ci pare vada assolutamente messa in rilievo. Altro fatto importante è l'esclusione del punteggio previsto per le prestazioni al servizio delle scuole situate nei comuni di montagna, ma questo è già stato spiegato e non mi addentrerò nel merito.
Fatta questa premessa, voglio sottolineare solo due aspetti: il primo è la poca chiarezza già all'articolo 1, crediamo che un riferimento alla "legge Moratti" andasse fatto, non possiamo negare che l'"architettura" del testo, la filosofia, lo spirito sia quello della "legge Moratti" e allora non era forse meglio dirlo? Non è forse meglio dire che le nostre competenze ci hanno permesso di fare, sì, un buon adattamento, ma sempre di adattamento si parla. Non è meglio chiarire che la legge costituzionale n. 3/2001, che modifica il titolo V, dice che "fino all'adeguamento dei rispettivi statuti, la legge costituzionale si applica anche alle Regioni a Statuto speciale"? Cosa voglio dire? Se avessimo messo mano allo Statuto speciale e avessimo una legge costituzionale, probabilmente avremmo anche in Valle d'Aosta la "legge Charles" e non la "legge Moratti". Che senso ha allora far credere che si sia fatta la migliore riforma possibile quando non si è potuto fare altro, nel limite delle nostre competenze, che adeguarci?
Un altro aspetto che ci preme sottolineare è che questa legge, pur mantenendo la peculiarità del sistema scolastico che discende dallo Statuto speciale e quindi riafferma il valore del bilinguismo come fatto di crescita culturale, ci fa pensare ancora una volta ad un segnale quasi di chiusura, rasentando in alcune parti un inasprimento persino della lingua francese, vedi ad esempio il capo III dell'articolo 8. Non abbiamo trovato nell'affermazione plurilinguistica il coraggio di dare un impulso maggiore anche alla lingua inglese. Non basta affermare che l'apprendimento della lingua inglese è un fondamentale mezzo espressivo della comunicazione nel mondo contemporaneo, o mettere in risalto l'alto valore culturale della lingua, se poi queste affermazioni non si traducono in fatti concreti. Abbiamo l'impressione insomma che nella ricerca spasmodica di salvare un fattore di tradizione e cultura, che nessuno rinnega, si finisca con il non fare cultura. Sono lodevoli peraltro le iniziative plurilinguistiche dell'insegnamento della lingua tedesca nelle comunità Walser, è già qualcosa, così come si può condividere la promozione dell'insegnamento del franco-provenzale, se inteso come valorizzazione dell'entità territoriale, ma tutto ciò non basta, se vogliamo essere "carrefour d'Europe", se vogliamo aprirci e pensare in grande come da molti auspicato. Ci pare a volte che, a fronte di affermazioni importanti, in linea con il mondo globalizzato: "si apre veramente al pluralismo", corrisponda per contro un sottile segnale di chiusura che, sotto il profilo culturale, ci pare sbagliato.
Queste sono due brevissime considerazioni che volevo fare, ritenendo comunque che l'operato di tutto l'iter è stato coinvolgente. Devo dire che la commissione ha lavorato molto e le audizioni sono state tutte molto interessanti. Abbiamo trovato settori in cui vi era una forte approvazione verso le linee indicate, così come abbiamo sentito anche aggettivi molto forti: cito la Sovrintendente che ha definito, ad una mia domanda, scheletrico il disegno di legge e ha poi aggiunto: "meno di così si muore" ma, come hanno detto anche le forze sindacali e gli operatori del settore, "l'ossatura" è condivisibile nel vero senso del termine. Assessore, speriamo, votando questo disegno di legge, che sia di buon auspicio e che possa costituire un buon inizio per l'anno scolastico, così come ho avuto occasione l'anno scorso di rinnovarle questi auguri.
Président - La parole au Conseiller Viérin Laurent.
Viérin L. (UV) - Je vais essayer de tracer un cadre un peu moins désolant par rapport aux interventions des collègues. Le projet de loi que nous examinons aujourd'hui, dans le texte reformulé par la Ve Commission permanente du Conseil, reformulé par rapport à celui licencié par le Gouvernement valdôtain le 31 mai dernier, fait suite aux 2 résolutions votées par cette Assemblée en février 2004 d'abord et en mars 2005 et se pose comme objectif celui, dans un premier temps, de sauvegarder - après en avoir défini les finalités générales - la spécificité du modèle organisationnel de l'école valdôtaine, notamment en ce qui concerne temps scolaire, effectifs, qualité des prestations et personnel et ce tout en réaffirmant la volonté politique d'exercer pleinement nos compétences en matière scolaire aux fins de la présentation, dans un deuxième temps, d'un projet d'école portant sur l'ensemble du système éducatif valdôtain et de la formation professionnelle. En effet, l'application de la dernière réforme scolaire: la "réforme Moratti" - une réforme très controversée qui risque de démanteler petit à petit l'école publique en la dépouillant de sa mission fondamentale et universelle et de transformer ce qui constituait la garantie d'un droit, d'une offre de formation commune pour tous en une sorte de service scolaire à la carte, à requête individuelle - représente pour le Val d'Aoste en cette occasion la possibilité, vu ses compétences reconnues en matière scolaire, et une opportunité de réflexion sur le fonctionnement et sur l'efficacité de son système éducatif, pour en améliorer la qualité des prestations. Une occasion donc pour ne pas subir passivement la réforme susdite mais, au contraire, la possibilité de l'appliquer sur la base de nos exigences socio-culturelles et linguistiques, en adaptant ainsi, comme je l'avais déjà affirmé lors du débat, ici au Conseil de la Vallée, sur la résolution, au moi de mars... en adaptant, collègue Tibaldi, la "Moratti" au Val d'Aoste et non pas le Val d'Aoste à la "Moratti"! Une occasion aussi pour définir notre modèle d'école, ainsi qu'un projet d'école à même de recueillir les défis des prochaines années et d'assurer à nos jeunes une formation - un ensemble de savoirs, de connaissances, de compétences et règles de comportement - capable et de maintenir l'identité du peuple valdôtain... tout en répondant aux exigences de l'actuelle société globalisée, à laquelle faisait référence le collègue Salzone. Nous nous devons donc de saisir cette occasion et repenser notre système scolaire en transformant une contrainte - la "loi Moratti" - en une opportunité et ce tout en sauvegardant l'originalité de notre école et ses importants acquis pédagogiques, didactiques et organisationnels.
Par ailleurs, la définition de nos ambitions et finalités éducatives pour les prochaines décennies, ainsi que les grandes lignes de notre système éducatif, sont un enjeu trop important, un défi sans aucun doute de taille et trop engageant pour ne pas imaginer de l'affronter avec une grande attention. De plus, si nous considérons que l'avenir de notre école se joue, se décide aujourd'hui et que les choix qui seront effectués seront des décisions ayant une retombée capitale sur le futur de la communauté valdôtaine tout entière, voilà qu'un temps de réflexion s'avère sans doute nécessaire et indispensable... des choix et des décisions qui construiront l'avenir de notre école dans les prochaines années et bâtiront la formation des nouvelles générations, et par rapport auxquelles un débat s'ouvre pour affirmer et même réaffirmer certains principes. Ces principes sont: quel modèle d'école nous voulons, en ce qui me concerne, je parle de l'exigence d'une école valdôtaine, publique, laïque, réellement bilingue, ouverte vers l'extérieur et puis quel modèle de bilinguisme, à savoir sortir des contradictions actuelles en réduisant le fossé entre ce que l'on dit et ce que l'on fait, entre la prévision statutaire et la réalité. Encore: affronter un projet global d'école incluant la formation professionnelle, adapter les programmes de l'Etat aux exigences socio-culturelles et linguistiques du Val d'Aoste, puis affronter les thèmes de la réussite, de l'intégration, de l'autonomie scolaire, du statut juridique et aussi, très important, résoudre le problème de la régionalisation du personnel enseignant et de direction, pour éviter, entre autres, que les décisions soient prises ailleurs et que par contre les ressources pour donner application à ces décisions que d'autres ont prises soient prises en charges par nous-mêmes.
Il est bien partant de ne pas avoir été trop pressés, collègues Squarzino et Comé, et de nous être donné le temps de débattre, de discuter, de nous confronter pour proposer des solutions qui nous sont propres et originales et définir ce que nous ferons notamment avec du temps scolaire et des ressources financières supplémentaires, tout en considérant, par ailleurs, le maintien de nos acquis actuels comme le point de départ, c'est-à-dire le premier pas d'une révision d'ensemble du système. Nous considérons donc judicieux - même si l'approche doit demeurer globale - avoir voulu examiner séparément et en des temps différents les questions concernant l'adaptation de "la loi Moratti" au Val d'Aoste. Dans l'immédiat - et il s'agit, comme je disais, d'un premier pas et du début d'un parcours qui doit demeurer unitaire - la résolution avec la présentation de ce projet de loi des problèmes d'ailleurs déjà définis par un accord avec les organisations syndicales de l'école, portant principalement sur l'organisation de l'école valdôtaine et sur son personnel afin de continuer à en assurer la qualité des prestations et les performances. Ensuite, le temps de la réflexion écoulé et disposant - avec finalement l'entrée en vigueur de tous les décrets d'application de la "loi Moratti" - de toutes les données nécessaires, la présentation, sur la base également de la résolution approuvée par cette Assemblée au mois de mars dernier, du projet d'école portant sur l'ensemble du système éducatif valdôtain et de la formation professionnelle que tant la collègue Squarzino, comme le collègue Comé, ont souhaité. Un projet assurant entre autres, sur la base de l'intégration du programme de législature régionale: la réalisation, dans une dimension européenne, d'un système scolaire plurilingue fondé sur un bilinguisme réel et la valorisation dans la communauté walser de l'allemand; la promotion de la connaissance du franco-provençal, ainsi que la généralisation précoce de l'enseignement de l'anglais; la définition d'un curriculum bilingue de l'élève valdôtain, de l'école maternelle à l'école secondaire du deuxième degré, qui assure la reconnaissance européenne des diplômes, des certifications et des compétences acquises; l'exercice, après concertation avec le monde de l'école et par un décret d'application du Statut, de toutes les compétences en matière de personnel scolaire. Voilà donc, chers collègues, qu'aujourd'hui, à travers l'approbation de ce projet de loi, cette Assemblée donne une première réponse au monde de l'école valdotaine, un premier pas vers une amélioration de notre système scolaire à travers cette adaptation, en attendant de se pencher, d'une façon globale et générale, sur ce domaine, sur le rôle et l'avenir de l'école valdotaine, qui depuis toujours représente le pilier de notre autonomie, de notre spécificité et le lieu où se forment les nouvelles générations, qui auront le devoir de maintenir et de préserver la diversité culturelle de notre peuple.
Président - La parole au Conseiller Perrin.
Perrin (UV) - Pour affirmer avant tout que je voterai favorablement pour ce projet de loi, qui touche à l'organisation scolaire et aux dispositions pour le personnel scolaire, réaffirme le principe de la particularité du système scolaire valdôtain, fondé surtout sur l'application du bilinguisme, introduit un espace pour l'enseignement de la langue anglaise qui pourra favoriser davantage la communication et l'ouverture vers l'Europe et vers le monde; à côté de la nécessité de faire face à la globalisation, une attention tout à fait particulière est réservée à des aspects significatifs de notre identité et à côté des langues officielles, français et italien, introduit un espace plus important pour l'enseignement de la langue allemande dans les pays walser et, pour la première fois, rend officiel l'enseignement du franco-provençal. Un projet de loi qui finalement est soumis à l'attention du Conseil, après un travail préparatoire qui date de très longtemps, comme cela a été rappelé par plusieurs Conseillers.
J'affirme donc vraiment mon vote favorable, non parce que j'ai été directement concerné à la rédaction du texte licencié par le Gouvernement dans mon rôle de continuel et souvent inutile médiateur entre des positions différentes du groupe de l'"Union Valdôtaine". Je ne peux passer sous silence les vicissitudes qui ont vu le travail de l'Assesseur souvent mortifié, travail accompli avec la confrontation à tous les niveaux: les bureaux, les enseignants, les syndicats, même la Commission culture de l'"Union Valdôtaine". Un projet de loi quand même qui n'était pas satisfaisant pour l'intelligence unioniste, d'où les grandes déclarations de principe sur la nécessité d'opérer une véritable réforme de l'école valdôtaine, déclarations qui ont été reprises aussi au sein de ce Conseil par une résolution, qui a été votée par ce Conseil même. Réforme qui a été l'objet d'un débat organisé par l'Association "XVIII Mai", une association que je définirais para-politique, qui désormais pourra se dissoudre. A ce débat l'on a invité des personnages illustres, mais pas l'Assesseur compétent de la Région, qui probablement ne jouait pas de grande considération de la part des organisateurs et des différents rapporteurs. La grande réforme est annoncée par le supplément au programme de législature, réforme que je partage, réforme qui représente presque une idée fixe pour l'"Union Valdôtaine". On a continué à citer la regrettée Madame Viglino comme femme courageuse, qui est la seule à avoir opéré une véritable réforme de l'école valdôtaine. Tous ses illustres successeurs - nous savons combien il y en a eu et presque tous de l'"Union Valdôtaine" - ne semblent pas avoir opéré de grands changements. Madame l'Assesseur, vous qui avez été pendant ces 2 années un otage souvent plongée vers l'impuissance face au véto, pas sûrement du Président d'alors, mais de quelqu'un d'autre, vous serez finalement libre, surtout bien accompagnée pour opérer une véritable réforme de l'école valdôtaine. C'est mon souhait aussi, aujourd'hui nous nous limitons à approuver ce projet de loi, qui sauve in extremis l'œuvre de l'Assesseur et qui lui permet d'aborder la reprise scolaire avec un peu de soulagement et un peu de sérénité.
Président - La parole à la Conseillère Squarzino Secondina, pour deuxième intervention.
Squarzino (Arc-VA) - Non per intervenire, ma solo per annunciare che presenteremo un ulteriore ordine del giorno, perché quello presentato da noi era "tarato" sul disegno di legge così come era formulato in V Commissione. Gli emendamenti proposti dall'Assessore hanno modificato in parte gli assunti dell'ordine del giorno, per cui presenteremo un nuovo testo, che sostituisce il precedente; volevo solo annunciarlo prima che venisse chiusa la discussione generale.
Ordine del giorno
Il Consiglio regionale
Prendendo atto che il disegno di legge regionale n. 77, concernente l'organizzazione della scuola dell'infanzia, primaria e secondaria di primo grado, mira a garantire alla scuola materna regionale le caratteristiche qualitative che la contraddistinguono fin dalla sua istituzione;
Considerando che la sua funzione prettamente educativa potrebbe essere messa in discussione se a tale istituto fosse chiesto di svolgere una funzione assistenziale nei confronti di utenti di due anni e mezzo;
Ritenendo tuttavia che alle famiglie vada garantita la possibilità di poter accedere a servizi per la prima infanzia e ad averli gratuitamente nel caso della frequenza di bambini da due anni e mezzo a tre anni;
Impegna la Giunta affinché:
a) siano potenziati i servizi alla prima infanzia su tutto il territorio regionale;
b) siano avviati gli opportuni interventi affinché sia introdotta la gratuità di tali servizi per i bambini dai due anni e mezzo ai tre anni.
F.to: Squarzino Secondina - Riccarand - Curtaz
Président - La parole au Conseiller Tibaldi.
Tibaldi (CdL) - Gli emendamenti presentati dall'Assessore e dalla maggioranza apportano delle modifiche sostanziali, chiederei un attimo di sospensione per poterli esaminare e magari tornare in aula con le idee più chiare tutti quanti.
Président - Le Conseil est suspendu pendant 15 minutes.
Si dà atto che la seduta è sospesa dalle ore 17,22 alle ore 17,56.
Président - Nous pouvons reprendre nos travaux. Puis-je fermer la discussion générale? La discussion générale est fermée.
La parole à l'Assesseur à l'éducation et à la culture, Charles Teresa.
Charles (UV) - Après tous ces mois de discussion on peut dire que jamais loi n'a été travaillée comme celle-ci et, comme il est juste, tout le monde a désiré dire la sienne, car l'école est un argument délicat et intéresse toutes les catégories de personnes. Comme a dit le rapporteur, il touche aussi à nos jeunes, à nos biens plus précieux, j'ai apprécié cette expression, je le remercie, comme je remercie tous ceux qui sont intervenus.
Il est peut-être bien de rappeler les différents acteurs qui ont travaillé dans tous ces mois et qui ont collaboré à la préparation de ce texte. D'abord les groupes techniques, qui ont préparé des documents pour les différents degrés d'école, puis il y a eu les accords syndicaux d'avril 2004, il y a eu la contribution du consultant, l'argument a été traité dans des discussions du Conseil scolaire régional, la Ve Commission a traité plusieurs fois de cet argument, notre Assemblée en a traité aussi, d'abord pour répondre à des interpellations et puis à travers une discussion importante au mois de mars dernier. L'année dernière j'ai rencontré avec la Surintendante le Comité de direction du Conseil permanent des collectivités locales; j'ai rencontré à plusieurs reprises les enseignants précaires et pour sauvegarder leur position nous avons traité de leur sauvegarde en particulier aux articles 5, 7 et surtout dans les amendements à la loi n° 12. L'IRRE aussi est intervenu avec un document très détaillé, l'argument a été traité par les groupes de majorité. Voilà, certes il n'arrive pas pour toutes les lois tout ce travail préparatoire et désormais les temps sont mûrs d'en discuter pour ce petit bout d'un long chemin, parce que ce n'est qu'un petit bout et cela l'a dit le collègue Comé et avec un sens un peu différent Madame Squarzino. Jamais loi n'a été examinée comme celle-ci, là je ferais même une boutade: par des compétents et des incompétents, enfin pas des incompétents, mais par des gens qui pas toujours ne vivent dans le monde de l'école et, comme il peut arriver parfois, ils ont donné des solutions qui ont annulé d'autres solutions et pas toujours les conseils présentés étaient dans la ligne des autres et donc parfois un conseil annulait celui de l'autre. Le document proposé naît de l'exigence politique d'un document partagé, toutefois ce projet de loi, malgré ses limites, sauvegarde entièrement les conquêtes qui ont été faites par l'école valdôtaine à partir du Statut d'autonomie.
Ce projet de loi définit un système scolaire qui met ensemble et formalise les expériences mûries dans l'école valdôtaine à partir de 1946 et de 1948, en les conjuguant avec les nécessités, les obligations et les opportunités de la citoyenneté européenne. Alors pour la citoyenneté européenne je vais souligner certains aspects importants de la loi: l'anglais qui est absolument nécessaire comme moyen fondamental dans l'expression et la communication du monde contemporain, par la suite pour l'allemand on formalise pour la première fois dans une loi le développement de l'enseignement de l'allemand, suivant l'article 40bis de notre Statut et pour la première fois on officialise l'enseignement du franco-provençal en nous proposant de valoriser notre identité et d'assurer la mémoire collective pour les jeunes générations.
Je reviendrai sur le franco-provençal pour répondre maintenant à certaines réflexions des collègues qui sont intervenus. La collègue Squarzino, par exemple, a fait des louanges surtout pour les choix qui ont été faits pour le passé, des louanges que parfois je peux partager, elle a été un peu "laudator temporis acti", je ne sais pas, si elle avait été Conseillère à ce temps-là, ce qu'elle aurait fait; de toute manière aujourd'hui elle s'est exprimée dans ce sens et aussi elle s'est exprimée dans le sens de sauvegarder l'originalité du modèle d'école valdôtaine. Je remercie le Conseiller Comé qui a parlé de cette étape importante, de cette loi, qui n'est qu'une petite marche pour un escalier qui est encore tout à compléter. Il donne aussi des conseils, un en particulier je prends en considération: il dit qu'il y a différentes lois qui parlent d'examens de français, de différents moments de notre histoire législative et qu'il faudrait mettre tout cela ensemble. J'accepte ce conseil, j'en ai même déjà parlé avec certains de mes collaborateurs, il faudra arriver à un texte unique pour réunir tout cela et pour faire un peu plus de clarté dans un certain domaine.
En suivant le collègue Tibaldi dans son "vol d'oiseau"... je me suis parfois un peu perdue à vrai dire, parce qu'il a mélangé des articles de journaux, il a fait la synthèse des journaux alors évidemment avec de différentes voix, parce que les voix des uns ne sont pas les voix des autres. Il a fait une synthèse des travaux des groupes techniques, il a parlé d'un article où moi je parais avec une certaine publicité dans un certain journal, mais cela on l'a déjà traité dans une interpellation, donc là on fait déjà un peu de clarté. Pour le franco-provençal... il sort à nouveau le problème du franco-provençal et je lui avais déjà répondu en commission, mais j'aime tout de même répéter les mêmes concepts ici. J'ai dit qu'on retient le franco-provençal important du point de vue linguistique, mais je considère qu'il est très important pour ce qu'il peut véhiculer en tant qu'histoire, culture, culture paysanne, culture matérielle, manière de penser et d'être de générations de Valdôtains et donc que, sans connaître notre passé, nous ne sommes pas en mesure de forger un avenir. Peut-être que l'article, comme il est formulé, est encore très généraliste, mais cela je l'ai déjà dit aussi en Ve Commission. Il y a une commission qui travaille, c'est une commission du Bureau régional de l'ethnologie et de la linguistique avec l'apport d'experts, avec l'apport de 2 professeurs de l'Université de science de la formation de l'Université de Val d'Aoste, parce qu'il faudra surtout travailler avec les nouveaux instituteurs, afin de faire passer ce message du franco-provençal, comme il est nécessaire. Le Conseiller Tibaldi a parlé aussi de la loi n° 492, qui est appliquée au Frioul, en Calabre et avec des expériences que nous analysons pour voir ce qu'on peut faire. Il a en outre parlé de l'article, 1er alinéa, où on parle des institutions scolaires qui sont les protagonistes de l'autonomie scolaire. Là on parle de garder toute la documentation sur l'évaluation des élèves: nous là nous n'avons pas voulu utiliser ces termes nouveaux, les anciens bulletins que maintenant on les appelle avec des termes nouveaux, l'importance c'est de faire une juste évaluation des élèves; donc on n'a pas voulu emprunter un vocabulaire à la mode non plus, c'est notre loi à nous et il est nécessaire que nous gardions en cela notre cachet. Quand le collègue Tibaldi a soutenu que j'ai été soumise aux syndicats... moi je veux absolument dire que c'est exactement le contraire. Nous avons eu un débat assez important avec les syndicats, c'est normal; les relations ont même été interrompues en certains moments, précisément en février 2004, mais il est vrai aussi que, quand j'ai pris des accords au mois d'avril 2004, je dois dire que je dois respecter les accords, donc ces accords on les trouve totalement dans cette loi. M. Tibaldi parle d'un épisode sur l'école laïque qui m'a beaucoup frappé, j'avais été frappée moi aussi par l'épisode dont vous parlez, quand notre Président Ciampi a fait visite au Pape Benoît XVI au Vatican. Le Président avait dit: "la nostra scuola è laica", mais le Pape lui a répondu qu'un "sano laicismo" ne va jamais contre personne, ni contre rien et surtout il n'est pas contre la religion et c'est un peu la même chose. Vous dites que certaines écoles ne sont pas prises en considération, ce n'est pas vrai. Prenez l'alinéa 7 du 1er article: "le scuole paritarie assicurano il perseguimento delle finalità della presente legge". On a voulu le rappeler, donc là aussi il n'y a pas eu un oubli, mais dans ce sens, d'un laïcisme absolument nécessaire, mais qui n'est pas contre.
J'ai bien apprécié ce que M. Salzone a dit. Il a rappelé le problème de la double ponctuation, la nécessité de faire un peu de clarté sur la double ponctuation pour les écoles au-dessous ou en dessus de 500 mètres. Nous avions attendu au début que le Parlement italien puisse faire une loi où enfin discuter de ce problème, le Parlement ne l'a pas faite, donc nous avons voulu cet article qui est absolument nécessaire. On garde les écoles de montagne de la loi de 1957, mais on veut dépasser ce stade d'autour de 600 mètres, ce qui crée de l'inégalité avec les enseignants.
Le Conseiller Salzone parle d'un "sottile segnale di chiusura" dans la loi, moi je dirais qu'il y a un subtil, peut-être trop subtil signal d'identité, il faudra le voir dans les étapes ultérieures de donner un peu plus de force au signal d'identité. Ce que je veux ajouter c'est l'article qui parle de la nécessité d'avoir un examen de français aussi pour les enseignants qui viennent de l'extérieur et qui sont habilités déjà dans le restant de l'Italie à enseigner le français, parce que notre français n'est pas le français de Belgique ou le français du Valais, c'est un français qui se base sur une histoire, sur une tradition, sur un vécu de la Vallée d'Aoste et il est juste que les enseignants qui viennent ici à enseigner le français connaissent pourquoi le français n'est pas notre seconde langue, comme quelqu'un dit, mais c'est notre première langue, parce qu'elle a été introduite il y a 4 siècles et demi, alors que l'italien a été introduit seulement il y a un siècle et demi. Il est juste alors qu'aussi les enseignants de français connaissent notre réalité, ainsi que les lois relatives à l'enseignement au Val d'Aoste. Avec cela j'ai terminé.
Président - Nous pouvons passer à la votation de l'ordre du jour qui a été présenté dans sa nouvelle formulation par le groupe "Arcobaleno".
La parole à la Conseillère Squarzino Secondina.
Squarzino (Arc-VA) - Come avete potuto vedere, abbiamo dovuto riformulare la premessa dell'ordine del giorno, adeguandola al nuovo comma formulato secondo l'emendamento proposto dall'Assessore. Perché questo ordine del giorno? Noi riteniamo che la scuola materna possa svolgere un ruolo molto importante dal punto di vista formativo ed educativo. È stato ricordato in altri interventi la qualità della scuola materna e come questa abbia una sua specificità concernente sia il fatto che la sua finalità è essenzialmente formativa, sia il fatto che questa scuola materna svolge al suo interno delle attività bilingue. Riteniamo pertanto che sarebbe opportuno che a questa scuola non si iscrivessero i bambini dai 2 anni e mezzo ai 3 anni, così come prevede la "riforma Moratti". Riteniamo tuttavia che vi sia da parte delle famiglie una richiesta precisa, una richiesta di avere comunque dei servizi per la prima infanzia gratuiti. Perché vi è questa domanda così forte? Perché è stato introdotto nella "riforma Moratti" questo principio della possibilità dell'iscrizione anticipata alla scuola materna? Proprio per venire incontro a 2 problemi: il primo è che vi sono pochi posti di servizi per l'infanzia sul territorio nazionale, stamani ricordavamo che anche in Valle d'Aosta, pur avendo una scuola materna di eccellenza, il rapporto bambini-posti disponibili è di 10 a 2, quindi vi è l'esigenza di venire incontro alla carenza di posti negli asili nido; il secondo riguarda l'esigenza di non pesare sul bilancio familiare per la frequenza all'asilo nido di bambini da 2 anni e mezzo a 3 anni. Questo criterio ha suggerito un principio della "riforma Moratti": quello di consentire l'anticipo dell'iscrizione alla scuola materna dei bambini da 2 anni e mezzo a 3 anni.
Nella premessa non entriamo in merito se la legge dice "sì" o "no", prendiamo atto che la legge, qualunque sia la formulazione che poi dopo sarà data, proprio perché vuole garantire i livelli qualitativi della scuola così come si è venuta a creare in Valle d'Aosta, vuol garantire i livelli qualitativi anche della scuola materna. Livelli qualitativi che avrebbero difficoltà ad essere assicurati se si chiedesse alla scuola materna di fare un'azione di assistenza più che di educazione. Prendiamo atto quindi di questo stato di fatto, ma prendiamo atto anche che non possiamo penalizzare le famiglie rispetto ad altre parti del territorio nazionale; allora chiediamo alla Giunta un impegno, che forse la Giunta ha già inserito, forse qui non abbiamo detto: "potenziare come nel loro programma di governo..." - ma era sottinteso - "... i servizi per la prima infanzia", poi chiediamo che si pensi ad un progetto, per cui si riesca ad introdurre la gratuità dei servizi alla prima infanzia per i bambini dai 2 anni e mezzo a 3 anni, così che questi non siano costretti ad iscriversi alla scuola materna perché la famiglia non debba pagare la retta, che invece dovrebbe pagare se i bambini frequentano gli asili nido. Questa è la finalità del nostro ordine del giorno.
Président - La parole à l'Assesseur à l'éducation et à la culture, Charles Teresa.
Charles (UV) - Je réponds au nom du Gouvernement, parce qu'à vrai dire ce choix de la première enfance n'est pas du ressort de l'Assessorat de l'instruction, mais d'un autre ressort, cependant, au nom de la Junte, je vais répondre.
Le premier point: "siano potenziati i servizi alla prima infanzia". Le choix du Gouvernement régional va déjà dans ce sens, ce matin même on en a parlé, mais tout de même, dans un moment où nous ne pouvons pas augmenter les frais courants, nous ne pouvons pas accepter de soutenir des frais ultérieurs et d'accepter cette formule qui est probablement instrumentale et donc je demande l'abstention.
Président - La parole à la Conseillère Squarzino Secondina, pour déclaration de vote.
Squarzino (Arc-VA) - Voteremo a favore di questo ordine del giorno, però mi permetta, Assessore, di rifiutare quel termine strumentale, perché le posso assicurare che la nostra intenzione non era strumentale, ma era l'analisi di un problema reale, il tentativo di cercare una soluzione: garantiamo il livello della scuola materna così com'è, rispondiamo ugualmente alle richieste delle famiglie; quindi il nostro è un tentativo di mettere insieme le due esigenze. Prendo atto che il Governo non ha questa sensibilità, noi comunque voteremo a favore.
Président - Je soumets au vote l'ordre du jour qui a été présenté par le groupe "Arcobaleno":
Conseillers présents: 32
Votants: 4
Pour: 4
Abstentions: 28 (Borre, Caveri, Cerise, Cesal, Charles Teresa, Comé, Ferraris, Fey, Fiou, Fosson, Frassy, Isabellon, Lanièce, Lattanzi, Lavoyer, Maquignaz, Nicco, Pastoret, Perrin, Perron, Praduroux, Rini, Sandri, Tibaldi, Vicquéry, Viérin Adriana, Viérin Laurent, Viérin Marco)
Le Conseil n'approuve pas.
Président - Nous passons à examiner les articles. Vi ricordo che votiamo sul nuovo testo della V Commissione, che ha espresso il suo parere all'unanimità, per contro la II Commissione ha espresso parere favorevole a maggioranza.
Sono stati presentati diversi emendamenti, tra cui gli emendamenti nn. 1 (al titolo), 2 e 9 - che leggerò congiuntamente - presentati dall'"Arcobaleno": essi introducono il concetto dello stralcio, difficilmente contemplabile dal nostro Regolamento. Considerato che tale disegno di legge è stato presentato con procedura di urgenza, consentirei alla collega Squarzino di illustrare gli emendamenti che sono stati presentati, in modo che il ragionamento che l'ha portata a presentarli rimanga agli atti di questo dibattito. Do lettura degli emendamenti:
Emendamento
Il Titolo del disegno di legge n. 77 è così modificato:
"Disposizioni in materia di organizzazione scolastica, in armonia con i principi dettati dal decreto legislativo 19/2/2004, n. 59" (Definizione delle norme generali relative alla scuola dell'infanzia e al primo ciclo dell'istruzione, a norma dell'articolo 1 della legge 28 marzo 2003, n. 53).".
Emendamento
Il Disegno di legge n. 77 comprende i capi I, II e gli articoli 8 e 9.
Emendamento
Gli articoli 7 e 9 fanno parte di un altro disegno di legge, dal titolo:
"Disposizioni in materia di personale scolastico. Modificazioni della legge regionale 8 marzo 1993, n. 12 (Accertamento della piena conoscenza della lingua francese per il personale ispettivo, direttivo, docente ed educativo delle istituzioni scolastiche dipendenti della Regione).".
La parola alla Consigliera Squarzino Secondina.
Squarzino (Arc-VA) - Capisco la logica in base alla quale si sono ammessi gli emendamenti nn. 1, 2 e 9, che miravano a distinguere i due disegni di legge presenti in questo mio testo. Però vorrei proprio soffermarmi per spiegarla. Nella mia relazione ho detto in modo esplicito che in questo disegno di legge vi sono due argomenti totalmente diversi fra loro... ed è un argomento che anche a livello di audizione abbiamo avuto modo di ascoltare. In commissione, proprio perché è stato dato un parere in modo affrettato... Tra parentesi, vorrei esplicitare che è stato dato all'unanimità, ma la sottoscritta non ha partecipato al parere su questo disegno di legge come protesta, perché è stato dato un parere senza aver acquisito una serie di elementi. Fra l'altro, la discussione che avviene oggi e il numero di emendamenti che lo stesso Governo propone dimostra come probabilmente ci voleva un'ulteriore riflessione; in questa ulteriore riflessione forse si sarebbero potuti distinguere i 2 disegni di legge.
La sottoscritta avrebbe potuto anche in base al Regolamento presentare un disegno di legge ad hoc che riguardava solo la terza parte, ma fare questo voleva dire rinviare ulteriormente tale parte della legge. Noi invece siamo convinti che la parte terza ha delle norme urgenti, che non possono essere rinviate ulteriormente, per cui non siamo ricorsi a tale stratagemma che avrebbe avuto come effetto il ritardo del provvedimento, però volevamo sottolineare come alcune volte bisogna fare attenzione a dei "monstrum" giuridici perché, come dicevo nella mia relazione, sfido chiunque voglia fare una ricerca sulla "riforma Moratti" in Valle d'Aosta, o sulla legge quadro sul sistema scolastico valdostano, di trovare in questo titolo - dove si parla dell'accertamento della conoscenza della lingua francese - gli elementi conoscitivi.
Ringrazio il Presidente per avermi dato la possibilità di spiegare gli emendamenti, prendo atto che non è possibile ed invito ad una maggior attenzione rispetto alla predisposizione di testi ed invito anche le commissioni a dare più tempo. So che questo è un invito che cade nel vuoto, perché solo in questi giorni abbiamo la dimostrazione ulteriore che per altre commissioni tali inviti non valgono.
Presidente - Come convenuto, gli emendamenti nn. 1, 2 e 9 sono dichiarati inammissibili e non li metto in votazione.
All'articolo 1 vi è l'emendamento n. 1 dei Consiglieri Comé, Lanièce e Viérin Marco; ne do lettura:
Emendamento
Il titolo del disegno di legge regionale n. 77 viene così modificato:
"Disposizioni in materia di organizzazione e di personale scolastico nell'ambito della scuola dell'obbligo con riferimento all'applicazione della legge Moratti in Valle d'Aosta. Modificazioni alla legge regionale 8 marzo 1993, n. 12 (Accertamento della piena conoscenza della lingua francese per il personale ispettivo, direttivo, docente ed educativo delle istituzioni scolastiche dipendenti dalla Regione)."
La parola al Consigliere Comé.
Comé (SA) - L'emendamento presentato dalla "Stella Alpina" è simile all'emendamento n. 1 del gruppo "Arcobaleno", nel senso che ritenevamo non fosse sufficientemente chiara soprattutto la prima parte del titolo del disegno di legge. Abbiamo quindi reputato opportuno presentare un emendamento per specificare l'ambito di applicazione: "nell'ambito della scuola dell'obbligo con riferimento all'applicazione della legge Moratti". Ritenevamo che questo fosse un elemento di maggior chiarezza rispetto al testo che è rappresentato dalla Giunta.
Presidente - La parola alla Consigliera Squarzino Secondina.
Squarzino (Arc-VA) - Noi votiamo l'emendamento perché va nell'ottica di chiarezza, anche se vi è un termine: "applicazione della legge Moratti", che non ci piace molto, preferiamo il nostro, ma ne parliamo dopo.
Presidente - Pongo in votazione l'emendamento n. 1 dei Consiglieri Comé, Lanièce e Viérin Marco:
Consiglieri presenti: 32
Votanti e favorevoli: 12
Astenuti: 20 (Borre, Caveri, Cerise, Cesal, Charles Teresa, Ferraris, Fey, Fosson, Isabellon, Maquignaz, Nicco, Pastoret, Perrin, Perron, Praduroux, Rini, Sandri, Vicquéry, Viérin Adriana, Viérin Laurent)
Il Consiglio non approva.
Presidente - Vi è l'emendamento n. 3 del gruppo "Arcobaleno", sempre al titolo; ne do lettura:
Emendamento
Nel titolo, dopo la parola "scolastico", è inserita l'espressione: ", in armonia con i principi dettati dal decreto legislativo 19 febbraio 2004, n. 59 (Definizione delle norme generali relative alla scuola dell'infanzia e al primo ciclo dell'istruzione, a norma dell'articolo 1 della legge 28 marzo 2003, n. 53)".
La parola alla Consigliera Squarzino Secondina.
Squarzino (Arc-VA) - Vi è la necessità di inserire all'interno del titolo - così illustro anche l'emendamento n. 4 contestualmente - un inciso: "in armonia con i principi dettati dal decreto legislativo...". Fra l'altro, questa frase non me la sono inventata io, ma sono andata a prenderla tale e quale dalla relazione di accompagnamento che la Giunta ha presentato al disegno di legge; in relazione si dice: "il disegno di legge che si sottopone all'esame del Consiglio regionale detta disposizioni sulla scuola dell'infanzia e su quella del primo ciclo di istruzione, in armonia con i principi dettati dal decreto legislativo..." tal dei tali. A noi pareva che questo principio, che la Giunta stessa ha indicato nella relazione, venisse esplicitato sia nel titolo, sia nel primo comma dell'articolo 1, dove vengono individuate le finalità della legge.
Presidente - Pongo in votazione l'emendamento n. 3 del gruppo "Arcobaleno":
Consiglieri presenti: 32
Votanti e favorevoli: 11
Astenuti: 21 (Borre, Caveri, Cerise, Cesal, Charles Teresa, Ferraris, Fey, Fiou, Fosson, Isabellon, Maquignaz, Nicco, Pastoret, Perrin, Perron, Praduroux, Rini, Sandri, Vicquéry, Viérin Adriana, Viérin Laurent)
Il Consiglio non approva.
Presidente - All'articolo 1 vi è l'emendamento n. 1 della "Casa delle Libertà"; ne do lettura:
Emendamento
Il primo comma dell'articolo 1 è modificato come segue:
"1. La presente legge, nel rispetto dello Statuto speciale, conformemente ai principi costituzionali e dell'ordinamento dell'Unione europea e in applicazione della Legge 28 marzo 2003, n. 53 individua gli strumenti e i percorsi per garantire agli alunni della scuola dell'infanzia, della scuola primaria e di quella secondaria di primo grado la formazione culturale e l'apprendimento secondo criteri e con obiettivi che mirano alla crescita culturale e psicologica delle giovani generazioni di cui debbono essere favoriti le conoscenze, le competenze, l'autonomia ed il senso di responsabilità.".
La parola al Consigliere Tibaldi.
Tibaldi (CdL) - La "ratio" di questo emendamento è la stessa di quella degli emendamenti proposti prima dai colleghi della "Stella Alpina" e dell'"Arcobaleno", ovvero si fa riferimento in maniera molto blanda nella relazione di tale disegno di legge al fatto che queste disposizioni sono in armonia con i principi dettati dal decreto n. 59/2004, applicativo della "legge Moratti"... poi tale affermazione che è plausibile, è talmente naturale che però non ritroviamo nell'articolo 1. Fermo restando le competenze statutarie, i principi costituzionali, l'ordinamento dell'Unione europea, riteniamo che, se di applicazione di riforma si vuole parlare, sia bene inserirlo per iscritto nell'articolo stesso, quindi chiediamo che con questo emendamento si inserisca la frase: "in applicazione della legge 28 marzo 2003, n. 53" e a seguire tutto il resto dell'articolo.
Presidente - Pongo in votazione l'emendamento n. 1 della "Casa delle Libertà":
Consiglieri presenti: 31
Votanti e favorevoli: 11
Astenuti: 20 (Borre, Caveri, Cerise, Cesal, Charles Teresa, Ferraris, Fey, Fiou, Fosson, Isabellon, Maquignaz, Nicco, Pastoret, Perrin, Perron, Praduroux, Sandri, Vicquéry, Viérin Adriana, Viérin Laurent)
Il Consiglio non approva.
Presidente - All'articolo 1 vi è l'emendamento n. 4 dell'"Arcobaleno; ne do lettura:
Emendamento
Al comma 1 dell'articolo 1, prima della parola "individua" è inserita l'espressione "e in armonia con i principi dettati dal decreto legislativo 19 febbraio 2004, n. 59 (Definizione delle norme generali relative alla scuola dell'infanzia e al primo ciclo dell'istruzione, a norma dell'articolo 1 della legge 28 marzo 2003, n. 53)".
Lo pongo in votazione:
Consiglieri presenti: 32
Votanti e favorevoli: 11
Astenuti: 21 (Borre, Caveri, Cerise, Cesal, Charles Teresa, Ferraris, Fey, Fiou, Fosson, Isabellon, Maquignaz, Nicco, Pastoret, Perrin, Perron, Praduroux, Rini, Sandri, Vicquéry, Viérin Adriana, Viérin Laurent)
Il Consiglio non approva.
Presidente - La parola alla Consigliera Squarzino Secondina sull'articolo 1.
Squarzino (Arc-VA) - Chiederei di mettere in votazione in modo separato i commi dell'articolo 1, il comma 1 e poi tutti gli altri insieme. Grazie.
Presidente - Non vi sono difficoltà da parte della Presidenza ad accettare questa richiesta. Pongo in votazione il comma 1 dell'articolo 1:
Consiglieri presenti: 32
Votanti e favorevoli: 26
Astenuti: 6 (Curtaz, Frassy, Lattanzi, Riccarand, Squarzino Secondina, Tibaldi)
Il Consiglio approva.
Presidente - Pongo in votazione tutti gli altri commi dell'articolo 1:
Consiglieri presenti: 32
Votanti e favorevoli: 29
Astenuti: 3 (Frassy, Lattanzi, Tibaldi)
Il Consiglio approva.
Presidente - Al comma 1 dell'articolo 2 sono stati presentati 3 emendamenti: l'emendamento n. 1 a firma del Consigliere Sandri e dell'Assessore Charles Teresa, l'emendamento n. 5 dell'"Arcobaleno" e l'emendamento n. 2 dei Consiglieri Comé, Lanièce e Viérin Marco; ne do lettura:
Emendamento
Il comma 1 dell'articolo 2 è soppresso.
Emendamento
Il comma 1 dell'articolo 2 è sostituito dal seguente:
"1. Nel rispetto delle finalità educative e formative della scuola dell'infanzia, in considerazione dell'attività bilingue che anche detta scuola deve assicurare, possono iscriversi al primo anno solo le bambine e i bambini che compiano tre anni entro il 31 gennaio dell'anno scolastico di riferimento.".
Emendamento
L'articolo 2, comma 1, viene così modificato:
"1. Nel rispetto delle finalità educative e formative della scuola d'infanzia, possono iscriversi al primo anno le bambine e i bambini che compiono i tre anni di età entro il 31/01 dell'anno successivo.".
All'articolo 2 vi è un altro emendamento del Consigliere Sandri e dell'Assessore Charles Teresa; ne do lettura:
Emendamento
Dopo il comma 3 dell'articolo 2 è aggiunto il seguente:
"3bis. Nel rispetto delle finalità educative e formative della scuola dell'infanzia, per il mantenimento dei livelli di prestazione conseguenti agli adattamenti degli orientamenti dell'attività educativa alle esigenze socio-culturali e linguistiche della Valle d'Aosta ed a garanzia dei diritti dell'utenza, gli anticipi delle iscrizioni alla scuola dell'infanzia sono regolati con apposita intesa tra l'Assessorato competente in materia di istruzione, il Consorzio degli Enti locali della Valle d'Aosta (CELVA) e le organizzazioni sindacali scolastiche.".
La parola all'Assessore all'istruzione e cultura, Charles Teresa.
Charles (UV) - J'avais pris un accord avec les collègues de l'"Edelweiss", leur amendement n° 2... parce qu'effectivement, comme il est formulé, c'était notre première formulation comme amendement au texte de la Ve Commission. Le texte de la Ve Commission proposait pour les enfants qui faisaient leur troisième année pour le 31 décembre, nous avions corrigé au 31 janvier pour maintenir ce qui est l'existant. Après on nous a expliqué que c'est bien plus prudent de nuancer et de donner plus de possibilités, comme nous l'avons formulé dans notre amendement n° 2, car de cette manière on laisse plus de possibilités, parce que l'article formulé de cette manière pourrait être contesté. J'avais trouvé un accord avec M. Comé, qui pourrait accepter le nôtre, parce qu'il y est contenu en quelque manière.
Président - On votera l'amendement du Conseiller Sandri et de l'Assesseur Charles Teresa.
La parole au Conseiller Comé.
Comé (SA) - Come è stato annunciato dall'Assessore, essendo il comma 1 dell'articolo 2 soppresso nella presentazione della proposta della maggioranza - che era nelle finalità del nostro emendamento -, ritiriamo l'emendamento n. 2.
Presidente - L'emendamento n. 2 dei Consiglieri Comé, Lanièce e Viérin Marco è ritirato.
La parola alla Consigliera Squarzino Secondina.
Squarzino (Arc-VA) - Anche noi abbiamo presentato un emendamento al comma di questo articolo, in cui, tenendo conto di eventuali osservazioni che potevano venire, ci siamo preoccupati di spiegare perché la Valle d'Aosta può intervenire in questa materia. Qui diciamo: "nel rispetto delle finalità educative e formative della scuola dell'infanzia, in considerazione dell'attività bilingue che anche detta scuola deve assicurare...", quindi diamo al legislatore la possibilità di motivare perché si dice "no" all'iscrizione anticipata alla scuola materna, altrimenti la formulazione così come è stata suggerita dall'Assessore insieme al relatore della legge... a nostro avviso, prende atto della situazione attuale, ma non vi è una scelta politica chiara in una direzione. Quando dicevo che tale provvedimento ha tante cose positive... però è una legge che non fa scelte politiche, questo è un esempio; qui registra la situazione attuale, senza dare un "input" ulteriore. Non condividiamo quindi l'emendamento proposto dal relatore e chiediamo di votare il nostro.
Presidente - La parola al Consigliere Frassy.
Frassy (CdL) - Alcune considerazioni su questo emendamento vanno fatte, perché riepilogano la maniera caotica in cui è stata affrontata la materia. Nella discussione generale hanno già ricordato i colleghi che mi hanno preceduto tempi e modi con cui abbiamo potuto approfondire una materia complessa, sulla quale la Regione è in ritardo almeno di un anno, ma l'emendamento presentato dall'Assessore e dal collega Sandri ha del paradossale, in quanto questo va ad azzerare una modifica che era stata concordata in sede di V Commissione. Il collega Sandri non perde occasione per dimostrare una "schizofrenia" politica che lo rende inattendibile come Presidente di Commissione, non è la prima volta che opera per trovare dei percorsi unitari in commissione, arriva in aula e smentisce sé stesso. Prendiamo atto che anche questa volta è riuscito nell'impresa difficile di smentire sé stesso ma, al di là di quello che può essere un aspetto personale e politico del collega Sandri, non condividiamo il meccanismo che avete messo in piedi ed è un meccanismo che non dice nulla, perché l'emendamento n. 2 che voteremo successivamente demanda gli anticipi delle iscrizioni ad un'apposita intesa. Questa apposita intesa, che coinvolge l'Assessorato, il Celva e le organizzazioni sindacali, al di là di evidenziare una legge che è una via di mezzo fra un manifesto politico-ideologico e un accordo sindacale, non ci dà certezza sui tempi. Vista l'esperienza passata della fase di sperimentazione... sulla quale sappiamo come l'hanno pensata i sindacati, perché non dimentichiamoci che prima di questa legge vi sono stati 2 accordi in sede sindacale, sottoscritti dai sindacati e dall'Assessore Charles, ed erano 2 accordi che dicevano che in Valle d'Aosta la sperimentazione non si applicava per tutta una serie di questioni risibili, come quella della difficoltà degli spazi, dei trasporti e quant'altro. Riteniamo perciò che l'emendamento successivo non dia garanzie sull'effettiva fruizione dell'anticipazione dell'iscrizione della scuola dell'infanzia; perciò per questi motivi esprimiamo un giudizio contrario ai 2 emendamenti.
Presidente - La parola alla Consigliera Squarzino Secondina.
Squarzino (Arc-VA) - Per chiedere un'informazione alla Presidenza: con la votazione dell'emendamento n. 1 del Governo cadono sia gli emendamenti della "Stella Alpina", che ha rinunciato, sia il nostro, vero?
Presidente - Certo, confermo.
Squarzino (Arc-VA) - Ecco quindi che anche nella formulazione l'aver inserito la modifica del comma 1 dell'articolo 2 come terzo comma e non come modifica del comma 1 dell'articolo 2 impedisce anche ai legislatori di intervenire su tali comma. Questo è il motivo per cui voteremo contro l'emendamento n. 1, perché non ci consente di portare alla votazione il nostro emendamento.
Presidente - Proceduralmente lei ha centrato la questione, le ricordo che le era possibile presentare un sub-emendamento all'emendamento n. 1 del Consigliere Sandri e dell'Assessore Charles Teresa, ma con questa procedura il vostro emendamento, una volta votato l'emendamento in questione, decade.
La parola al Consigliere Sandri.
Sandri (GV-DS-PSE) - In merito alla schizofrenia, credo sia poco carino il modo con cui si attribuiscono malattie più o meno vere, o supposte ai colleghi, quindi manterrei un atteggiamento professionale: io non mi occupo di avvocatura, lui non si occupi di medicina!
Per quanto riguarda il passaggio, credo sia da chiarire il perché sia stato predisposto tale emendamento. Nel lasso di tempo intercorso tra la formulazione del parere da parte della commissione, l'iscrizione e la discussione in aula del testo di legge, è avvenuto un "piccolo" fatto: l'emanazione della sentenza n. 279/2005 della Corte Costituzionale, presieduta da Capotosti, che il 15 luglio 2005 ha sentenziato, su un ricorso sviluppato dalle Regioni Emilia Romagna e Friuli Venezia Giulia, in merito a una serie di competenze su tutta una serie di temi legati alla "riforma Moratti" per quanto riguarda la suddivisione di competenze fra Stato e regioni, in particolare sul problema dell'anticipazione dell'iscrizione nella materna.
Credo che la dizione che è stata presentata come emendamento sia quella che tiene conto non solo del lavoro fatto in commissione, ma anche di tale sentenza, quindi la necessità di non farsi impugnare a livello statale immediatamente questa norma e, d'altra parte, di riservare alla nostra Regione la possibilità di articolare tale tipo di norma esattamente come era stato predisposto dalla commissione, rispettando le caratteristiche peculiari, con un meccanismo che mi è sembrato il più corretto perché coinvolge anche gli enti locali.
Presidente - Pongo in votazione l'emendamento n. 1 del Consigliere Sandri e dell'Assessore Charles Teresa:
Consiglieri presenti e votanti: 30
Favorevoli: 25
Contrari: 5
Il Consiglio approva.
Presidente - L'emendamento n. 5 del gruppo "Arcobaleno" è decaduto. Pongo in votazione l'emendamento n. 2 del Consigliere Sandri e dell'Assessore Charles Teresa:
Consiglieri presenti: 30
Votanti: 27
Favorevoli: 25
Contrari: 2
Astenuti: 3 (Curtaz, Riccarand, Squarzino Secondina)
Il Consiglio approva.
Presidente - La parola alla Consigliera Squarzino Secondina sull'articolo 2.
Squarzino (Arc-VA) - Chiedo al Presidente di mettere in votazione i commi separatamente, cioè i commi ex 2 e 3, che diventano 1 e 2 e il comma 3bis.
Presidente - Non ho difficoltà ad accettare la procedura. Pongo in votazione i commi ex 2 e 3:
Consiglieri presenti: 28
Votanti e favorevoli: 26
Astenuti: 2 (Frassy, Tibaldi)
Il Consiglio approva.
Presidente - Pongo in votazione il comma 3bis:
Consiglieri presenti: 29
Votanti: 26
Favorevoli: 24
Contrari: 2
Astenuti: 3 (Curtaz, Riccarand, Squarzino Secondina)
Il Consiglio approva.
Presidente - Chiedo scusa, avevamo già votato il comma 3bis... quindi l'articolo 2, di cui do lettura, è stato approvato con votazione separata:
Articolo 2
(Attività educative e formative nella scuola dell'infanzia)
1. L'orario annuale della scuola dell'infanzia è determinato da un minimo di 1026 ore, nelle scuole in cui è presente un solo insegnante, ad un massimo di 1700 ore.
2. Per il perseguimento delle finalità educative e formative della scuola dell'infanzia, sono ricavati, all'interno dell'orario di insegnamento, spazi temporali da dedicare alla programmazione collegiale, da definire con le modalità di cui all'articolo 7, comma 1.
3. Nel rispetto delle finalità educative e formative della scuola dell'infanzia, per il mantenimento dei livelli di prestazione conseguenti agli adattamenti degli orientamenti dell'attività educativa alle esigenze socio-culturali e linguistiche della Valle d'Aosta ed a garanzia dei diritti dell'utenza, gli anticipi delle iscrizioni alla scuola dell'infanzia sono regolati con apposita intesa tra l'Assessorato competente in materia di istruzione, il Consiglio permanente degli enti locali e le organizzazioni sindacali scolastiche.
Possiamo proseguire con l'articolo 3, che pongo in votazione:
Consiglieri presenti: 29
Votanti e favorevoli: 27
Astenuti: 2 (Frassy, Tibaldi)
Il Consiglio approva.
Presidente - All'articolo 4 vi è l'emendamento n. 3 del Consigliere Sandri e dell'Assessore Charles Teresa; ne do lettura:
Emendamento
Il comma 1 dell'articolo 4 è sostituito dal seguente:
"1. L'orario annuale della scuola secondaria di primo grado è determinato da un minimo di 1056 ore ad un massimo di 1188 ore.".
La parola al Consigliere Frassy.
Frassy (CdL) - Chiedo che il presentatore lo illustri. Visto che qui stiamo dando i numeri e ogni occasione è buona per cambiare i numeri, vorremmo capire se sono i numeri giusti e su quali presupposto lo sono.
Presidente - La parola al Consigliere Sandri.
Sandri (GV-DS-PSE) - I numeri sono giusti, anche se non è stata così semplice la determinazione, perché abbiamo avuto sollecitazioni di vario genere. Il numero emerge dalla presenza del numero minimo di 32 ore per 36 settimane... e un numero massimo di 1.188 ore, che è la somma della parte obbligatoria del monte ore più la parte delle attività facoltative, come previsto dalla norma nazionale... scusa, 33; 1.188 sono la somma invece delle attività obbligatorie più quelle facoltative presenti nel decreto nazionale, abbiamo riprodotto i limiti massimi previsti dalla normativa nazionale.
Presidente - Pongo in votazione l'emendamento n. 3 del collega Sandri e dell'Assessore Charles Teresa:
Consiglieri presenti: 32
Votanti e favorevoli: 29
Astenuti: 3 (Frassy, Lattanzi, Tibaldi)
Il Consiglio approva.
Presidente - Pongo in votazione l'articolo 4 nel testo così emendato:
Articolo 4
(Attività educative e didattiche nella scuola secondaria di primo grado)
1. L'orario annuale della scuola secondaria di primo grado è determinato da un minimo di 1056 ore ad un massimo di 1188 ore.
2. Per la definizione della dotazione organica del personale docente della scuola secondaria di primo grado, si tiene conto dell'orario di insegnamento di cui al comma 1 e delle necessità derivanti dall'applicazione dell'articolo 1, comma 6, fermo restando quanto stabilito dall'articolo 2 della legge regionale 22 agosto 1994, n. 53 (Norme per l'attuazione degli articoli 39 e 40 dello Statuto speciale nelle scuole secondarie di primo grado della Valle d'Aosta).
Consiglieri presenti: 32
Votanti e favorevoli: 29
Astenuti: 3 (Frassy, Lattanzi, Tibaldi)
Il Consiglio approva.
Presidente - All'articolo 5 vi è l'emendamento n. 6 dell'"Arcobaleno", l'emendamento n. 3 dei Consiglieri Comé, Lanièce e Viérin Marco e l'emendamento n. 4 del Consigliere Sandri e dell'Assessore Charles Teresa; ne do lettura:
Emendamento
Al comma 1 dell'articolo 5, l'espressione "sono definite dalla Giunta regionale, sulla base dei criteri stabiliti annualmente, sentite le organizzazioni sindacali scolastiche," è sostituita dalla seguente: "sono definite sulla base di criteri, stabiliti annualmente dalla Giunta regionale, che recepiscono le indicazioni concordate con le organizzazioni sindacali scolastiche".
Emendamento
L'articolo 5, comma 1, viene così modificato:
"1. Per l'innalzamento dei livelli dell'offerta formativa nella scuola valdostana, le dotazioni organiche, complessiva e funzionale, sono definite annualmente dalla Giunta regionale, sulla base dei criteri stabiliti di concerto con le organizzazioni sindacali scolastiche al fine di garantire la copertura del tempo mensa, la contemporaneità dei docenti, l'insegnamento della lingua inglese nella scuola primaria, la copertura delle supplenze brevi nella scuola dell'infanzia e del primo ciclo di istruzione, la realizzazione di particolari progetti di innovazione, secondo quanto stabilito dall'articolo 19 della legge regionale 26 luglio 2000, n. 19 (Autonomia delle istituzioni scolastiche), il funzionamento delle scuole nei comuni di montagna e la piena integrazione degli alunni diversamente abili e di quelli stranieri.".
Emendamento
Il comma 1 dell'articolo 5 è sostituito dal seguente:
"1. Per l'innalzamento dei livelli dell'offerta formativa nella scuola valdostana, le dotazioni organiche, complessiva e funzionale, sono definite annualmente dalla Giunta regionale, sulla base dei criteri preventivamente stabiliti sentite le organizzazioni sindacali scolastiche, al fine di consentire la copertura del tempo mensa, la contemporaneità dei docenti, l'insegnamento della lingua inglese nella scuola primaria, la copertura delle supplenze brevi nella scuola dell'infanzia e del primo ciclo di istruzione, la realizzazione di particolari progetti di innovazione, secondo quanto stabilito dall'articolo 19 della legge regionale 26 luglio 2000, n. 19 (Autonomia delle istituzioni scolastiche), il funzionamento delle scuole nei comuni di montagna e l' integrazione degli alunni diversamente abili e di quelli stranieri.".
La parola alla Consigliera Squarzino Secondina.
Squarzino (Arc-VA) - Il nostro emendamento mira solo ad introdurre nell'articolato la presenza dei sindacati, ma una presenza che non sia ridotta solo all'espressione "sentite le organizzazioni sindacali", come propone l'"emendamento Sandri". Vogliamo ricordare che abbiamo un parere scritto di un sindacato, altri ce lo hanno detto oralmente che quella espressione non significa nulla, "perché li sento, possono dire quello che vogliono, ma io poi, come Governo, faccio quel che voglio". Dato che qui si tratta di materia contrattuale... perché è vero che ogni anno la Giunta definisce gli organici, ma lo fa sulla base di criteri che scaturiscono da una contrattazione che è avvenuta con le parti sociali, con i sindacati, cioè "in accordo con", non solo "sentito". Qui rileggo il parere espresso dai sindacati CGIL, SAVT e SNALS, a cui espressamente avevamo chiesto di esprimersi su questo emendamento:
"Trattandosi di dotazione organica che è materia di contrattazione con le parti sociali, al fine di garantire criteri stabili ed omogenei nel tempo, si chiede di riformulare parte del testo, cioè si chiede che quei criteri siano definiti dalla Giunta anche tenuto conto delle osservazioni delle parti sociali e saranno oggetto di apposito regolamento che ne fissi le modalità generali di attuazione".
Qui forse si va anche oltre, a noi non interessa introdurre anche un regolamento, ma ci sembra utile che la voce dei sindacati non si riconduca solo a un "sentito", ma il loro ruolo diventi un ruolo di accordo con l'Amministrazione regionale, perché si tratta di contrattazione sindacale.
Presidente - La parola al Consigliere Sandri.
Sandri (GV-DS-PSE) - È sempre abbastanza curioso vedere un provvedimento di legge essere attaccato per la stessa motivazione, ma al contrario: chi dice che è stato scritto troppo sotto il condizionamento dei sindacati e chi ci accusa invece di non tenerne conto; questo dimostra come sia un provvedimento equilibrato ed articolato. Il nostro emendamento esprime due questioni: la necessità che questa materia, che è tema di informazione e non di contrattazione sindacale, sia rispettata; questa procedura evidenzia come il metodo con cui la maggioranza opera è sempre un metodo di concertazione, tanto che tutti ci hanno riconosciuto come questo provvedimento recepisca integralmente l'accordo dell'aprile 2004. Penso sia solo l'opportunità di mettere una dizione formalmente corretta, in modo da non avere problemi domani e di sapere che questo rientra in un comportamento politico che va nel senso che diceva la collega Squarzino. Invito i colleghi a votare l'emendamento.
Presidente - La parola al Consigliere Comé.
Comé (SA) - L'emendamento che abbiamo presentato si avvicina più a quello presentato dall'"Arcobaleno", tant'è vero che: "sono definite annualmente dalla Giunta regionale, sulla base dei criteri stabiliti di concerto con le organizzazioni sindacali scolastiche al fine di garantire la copertura..."; quindi manterremo l'emendamento e voteremo il nostro.
Presidente - Pongo in votazione l'emendamento n. 6 dell'"Arcobaleno":
Consiglieri presenti: 31
Votanti e favorevoli: 6
Astenuti: 25 (Borre, Caveri, Cerise, Cesal, Charles Teresa, Ferraris, Fey, Fiou, Fosson, Frassy, Isabellon, Lavoyer, Maquignaz, Nicco, Pastoret, Perrin, Perron, Praduroux, Rini, Salzone, Sandri, Tibaldi, Vicquéry, Viérin Adriana, Viérin Laurent)
Il Consiglio non approva.
Presidente - Pongo in votazione l'emendamento n. 3 dei Consiglieri Comé, Lanièce e Viérin Marco:
Consiglieri presenti: 31
Votanti e favorevoli: 6
Astenuti: 25 (Borre, Caveri, Cerise, Cesal, Charles Teresa, Ferraris, Fey, Fiou, Fosson, Frassy, Isabellon, Lavoyer, Maquignaz, Nicco, Pastoret, Perrin, Perron, Praduroux, Rini, Salzone, Sandri, Tibaldi, Vicquéry, Viérin Adriana, Viérin Laurent)
Il Consiglio non approva.
Presidente - Pongo in votazione l'emendamento n. 4 del Consigliere Sandri e dell'Assessore Charles Teresa:
Consiglieri presenti: 31
Votanti e favorevoli: 23
Astenuti: 8 (Comé, Curtaz, Frassy, Lanièce, Riccarand, Squarzino Secondina, Tibaldi, Viérin Marco)
Il Consiglio approva.
Presidente - Pongo in votazione l'articolo 5 nel testo così emendato:
Articolo 5
(Innalzamento ed ampliamento dell'offerta formativa)
1. Per l'innalzamento dei livelli dell'offerta formativa nella scuola valdostana, le dotazioni organiche, complessiva e funzionale, sono definite annualmente dalla Giunta regionale, sulla base dei criteri preventivamente stabiliti sentite le organizzazioni sindacali scolastiche, al fine di consentire la copertura del tempo mensa, la contemporaneità dei docenti, l'insegnamento della lingua inglese nella scuola primaria, la copertura delle supplenze brevi nella scuola dell'infanzia e del primo ciclo di istruzione, la realizzazione di particolari progetti di innovazione, secondo quanto stabilito dall'articolo 19 della legge regionale 26 luglio 2000, n. 19 (Autonomia delle istituzioni scolastiche), il funzionamento delle scuole nei comuni di montagna e l'integrazione degli alunni diversamente abili e di quelli stranieri.
2. Eventuali ampliamenti dell'offerta formativa per lo svolgimento di attività aggiuntive di tipo facoltativo o opzionale possono essere realizzati ai sensi dell'articolo 17 della l.r. 19/2000.
Consiglieri presenti: 30
Votanti e favorevoli: 25
Astenuti: 5 (Curtaz, Frassy, Riccarand, Squarzino Secondina, Tibaldi)
Il Consiglio approva.
Presidente - All'articolo 6 vi sono 2 emendamenti: l'emendamento n. 2 della "Casa delle Libertà" e l'emendamento n. 5 del Consigliere Sandri e dell'Assessore Charles Teresa; ne do lettura:
Emendamento
Il primo comma dell'articolo 6 è modificato come segue:
"1. Nell'ambito del POF, le istituzioni scolastiche definiscono e adottano, nell'esercizio della loro autonomia e sulla base degli indirizzi impartiti dal Consiglio regionale, la documentazione inerente alla valutazione degli alunni e stabiliscono le modalità per la sua conservazione e trasmissione ai successivi gradi di scuola.".
Emendamento
Il comma 1 dell'articolo 6 è sostituito dal seguente:
"1. Nell'ambito del piano dell'offerta formativa (POF), di cui all'articolo 8 della legge regionale 26 luglio 2000, n. 19 (Autonomia delle istituzioni scolastiche), le istituzioni scolastiche definiscono e adottano, nell'esercizio della loro autonomia e sulla base degli indirizzi impartiti dalla Giunta regionale, la documentazione inerente alla valutazione degli alunni e stabiliscono le modalità per la sua conservazione e trasmissione ai successivi gradi di scuola.".
La parola al Consigliere Tibaldi.
Tibaldi (CdL) - Per ribadire che la funzione di indirizzo e di programmazione compete normalmente al Consiglio regionale. Con questo emendamento intendiamo ricordarlo e anche affermarlo nell'articolo 6 opportunamente modificato, ovvero assegnando al Consiglio le competenze inerenti agli indirizzi, che devono essere impartiti alle istituzioni scolastiche per quanto riguarda la documentazione inerente la valutazione degli alunni e le modalità per la conservazione e trasmissione... ai successivi gradi di scuola. Si sostituisce "Giunta regionale" con "Consiglio regionale".
Presidente - La parola alla Consigliera Squarzino Secondina.
Squarzino (Arc-VA) - Non condividiamo l'emendamento della "Casa delle Libertà", perché si tratta di una materia essenzialmente tecnica, e "gli indirizzi impartiti dalla Giunta"... spero che non sia dagli Assessori nel loro insieme, ma dagli uffici tecnici che sorreggono le decisioni politiche. Allora qui si tratta di valutazione, autovalutazione; abbiamo la legge n. 19/2000 sull'autonomia che prevede espressamente una struttura ad hoc, che deve provvedere a monitorare la valutazione, la stessa cosa deve fare l'IRRE. Credo quindi che i criteri con cui vanno fatte le valutazioni sono di tipo tecnico, più che politico. Politica può essere la scelta che viene fatta dell'utilizzo di questi criteri, o al massimo un monitoraggio sulla funzionalità o meno.
Presidente - La parola al Consigliere Tibaldi, per dichiarazione di voto.
Tibaldi (CdL) - Nel dichiarare il voto favorevole del nostro gruppo consiliare, volevo sottolineare alla collega Squarzino che non si mettono in discussione né l'autonomia scolastica, né la funzione dell'IRRE, che la materia sarà anche tecnica, ma appartiene a quella sfera di tecnicismi che normalmente vengono esaminati e adottati dal Consiglio in tanti altri casi. Mi pare di capire che la centralità del Consiglio sia stata invocata più volte non solo dal nostro gruppo consiliare, ma anche dal vostro o da altri esponenti politici e fosse anche un obiettivo politico che la "Giunta Caveri" si era imposta nel momento in cui iniziava il nuovo corso, il "new deal", ma forse è una parola troppo importante per definirla così. Apprendiamo che anche forze di opposizione sembrano abdicare alle funzioni programmatiche del Consiglio; tuttavia, manteniamo inalterata la presentazione dell'emendamento.
Presidente - Pongo in votazione l'emendamento n. 2 della "Casa delle Libertà":
Consiglieri presenti: 31
Votanti: 3
Favorevoli: 2
Contrari: 1
Astenuti: 28 (Borre, Caveri, Cerise, Cesal, Charles Teresa, Comé, Curtaz, Ferraris, Fey, Fiou, Fosson, Isabellon, Lanièce, Lavoyer, Maquignaz, Nicco, Pastoret, Perrin, Perron, Praduroux, Riccarand, Rini, Salzone, Squarzino Secondina, Vicquéry, Viérin Adriana, Viérin Laurent, Viérin Marco)
Il Consiglio non approva.
Presidente - Pongo in votazione l'emendamento n. 5 a firma del Consigliere Sandri e dell'Assessore Charles Teresa:
Consiglieri presenti: 30
Votanti e favorevoli: 28
Astenuti: 2 (Lattanzi, Tibaldi)
Il Consiglio approva.
Presidente - Pongo in votazione l'articolo 6 nel testo così emendato:
Articolo 6
(Disposizioni per la continuità educativa ed il coordinamento didattico)
1. Nell'ambito del piano dell'offerta formativa (POF), di cui all'articolo 8 della l.r. 19/2000, le istituzioni scolastiche definiscono e adottano, nell'esercizio della loro autonomia e sulla base degli indirizzi impartiti dalla Giunta regionale, la documentazione inerente alla valutazione degli alunni e stabiliscono le modalità per la sua conservazione e trasmissione ai successivi gradi di scuola.
2. Le istituzioni scolastiche, nell'esercizio della loro autonomia, per garantire la piena realizzazione degli obiettivi stabiliti nel POF, possono individuare, tra i docenti, figure di coordinamento e di sistema, nel rispetto dei limiti fissati dal contratto collettivo di lavoro.
Consiglieri presenti: 30
Votanti e favorevoli: 28
Astenuti: 2 (Lattanzi, Tibaldi)
Il Consiglio approva.
Presidente - All'articolo 7 vi sono gli emendamenti nn. 7 e 8 dell'"Arcobaleno", l'emendamento n. 4 dei Consiglieri Comé, Lanièce e Viérin Marco e l'emendamento n. 6 del Consigliere Sandri e dell'Assessore Charles Teresa; ne do lettura:
Emendamento
Al comma 1 dell'articolo 7, dopo l'espressione "contratti di lavoro" è inserita la parola "individuali".
Emendamento
Il comma 4 dell'articolo 7 è soppresso.
Emendamento
L'articolo 7, comma 4, viene abrogato.
Emendamento
L'articolo 7 è sostituito dal seguente:
"Articolo 7
(Personale della scuola)
1. I contratti di lavoro stipulati con il personale docente, dirigente scolastico e dirigente tecnico tengono conto delle specificità dell'ordinamento scolastico della Valle d'Aosta e degli adattamenti dei programmi alle necessità locali di cui agli articoli 40 e 40bis della l. cost. 4/1948 e 28 della legge 16 maggio 1978, n. 196 (Norme di attuazione dello statuto speciale della Valle d'Aosta).
2. Le modalità di assunzione e di reclutamento ed i contratti di lavoro a tempo determinato del personale docente sono adattati alle specificità indicate al comma 1.
3. Le graduatorie regionali per l'assunzione del personale docente a tempo indeterminato e determinato sono formate in base alla normativa statale vigente, escludendo nell'attribuzione del punteggio, a partire dall'anno scolastico 2005/2006, quello previsto per la prestazione del servizio nelle scuole di ogni ordine e grado situate nei comuni di montagna, fatto salvo quanto previsto dalla legge 1° marzo 1957, n. 90 (Provvedimenti a favore della scuola elementare in montagna).".
La parola alla Consigliera Squarzino Secondina.
Squarzino (Arc-VA) - Vorrei qui illustrare i 2 emendamenti. L'emendamento n. 7 ha la funzione di precisare meglio il testo; il testo parla di contratti di lavoro stipulati con il personale docente, ora i contratti di lavoro stipulati sono o contratti di lavoro che sono la contrattazione - contratti nazionali, regionali -, ma questi non sono contratti di lavoro che sono stipulati qui dalla Regione direttamente, o contratti di lavoro individuali, i quali sono solo stipulati con il personale docente. Proponiamo quindi di inserire dopo "contratti di lavoro", l'aggettivo "individuali", per chiarire meglio il livello di contrattazione.
Siamo più preoccupati invece per quanto riguarda il comma 4 dell'articolo 7, adesso parlo tenendo conto del vecchio testo di commissione, mentre con gli emendamenti mi sembra che la numerazione venga stravolto. Credo che tutto il Consiglio tocchi con mano come non sia serio lavorare in questo modo, come non sia serio tagliare i tempi in commissione e poi arrivare in Consiglio con una serie di emendamenti che stravolgono il testo, per cui non ci si ritrova più. Il comma 4 dell'articolo 7 riguarda un tema scottante, cioè le graduatorie per concorsi per dirigente scolastico che si vuole mantenere valide fino ad esaurimento dei posti disponibili; questo comma riguarda una materia molto delicata ma, rispetto a questo comma, come già accennavo prima nella relazione, vi sono gravi motivi di illegittimità. Se il Governo ha cambiato il comma 1 dell'articolo 3 pensando che vi fosse una possibile dichiarazione illegittima della legge, perché si introduceva in modo chiaro il "no" all'anticipo della scuola materna, rispetto a questo comma, i motivi di illegittimità sono ancora più forti. L'hanno detto chiaramente l'Ufficio legislativo della Regione, la Sovrintendente nel momento in cui è stata audita in commissione, dicendo che il comma introduceva una retroattività, elementi che contrastavano con l'attuale legislazione. Vorrei leggervi quanto la CGIL scuola scrive al Presidente della V Commissione in relazione a questa proposta che è stata fatta in commissione:
"In merito a questa proposta, l'organizzazione sindacale rileva che dalla formulazione di tale comma aggiuntivo si può dedurre che la legge intervenga con valore retroattivo su tali graduatorie, il che sarebbe, oltre che inopportuno, palesemente illegittimo. Inoltre la previsione di copertura dei posti a tempo indeterminato con l'utilizzo di tali graduatorie sembra escludere il principio dell'accantonamento di posti per i prossimi vincitori del concorso ordinario per dirigenti scolastici. Se tale interpretazione è corretta, si evince un ulteriore elemento di illegittimità e di discriminazione nei confronti di tutti coloro che supereranno i prossimi concorsi. Per tale motivo si chiede alla commissione di voler evitare tali rischi con modifiche adeguate al testo dell'emendamento."
Abbiamo provato ad emendarlo, non siamo riusciti, abbiamo pensato che il modo migliore era quello di cassarlo. Perché vogliamo cassarlo? Qui è stato bandito un concorso per un numero "X" di posti, che sono stati assegnati alle persone che hanno vinto i posti messi a bando, dopodiché la graduatoria in base alla legge che aveva attivato quel concorso, non era più utilizzabile. Cosa dice la legge? "Noi invece riprendiamo quella graduatoria, cioè interveniamo a rendere efficace una graduatoria che, secondo il bando di concorso, non lo era." Senza voler fare della dietrologia, allora ci si chiede se questa non sia una norma "ad personam", anzi "ad duas personas".
Presidente - La parola al Consigliere Sandri.
Sandri (GV-DS-PSE) - Su questo punto sono meno affascinato dalla dietrologia, anche perché questa ha due facce: chi lo propone potrebbe essere sospettato di fare provvedimenti "ad personam", ma altrettanto chi cerca di cassarli per qualcuno che magari sta aspettando di fare il concorso. Sono motivazioni che possono essere controproducenti per chi le fa e non credo sia opportuno scendere su questo tema.
Ripeto quanto detto nella relazione: abbiamo ripreso un'idea intelligente della Provincia di Trento, articolo 7 della legge provinciale n. 5/2005, che non è stata impugnata dallo Stato, e l'abbiamo tradotta con i riferimenti normativi del nostro procedimento concorsuale. Nella discussione in commissione cito - cosa che ha dimenticato di fare la collega Squarzino - il Direttore del personale scolastico dell'Assessorato della cultura, che ci ha spiegato che non vi è niente di retroattivo, ma che il provvedimento consente di velocizzare l'entrata in ruolo di chi è nelle graduatorie speciali e non nel concorso ordinario, non va a togliere nessun diritto a nessuno né nel presente, né nel futuro e in qualche modo limita una piccola area di precariato come si è andata a costituire nella nostra regione. Credo che questo provvedimento sia non quello più qualificante di tutta la legge, ma è un altro piccolo elemento costruttivo per dare stabilità ed organizzazione alla nostra attività scolastica.
Presidente - La parola al Consigliere Comé.
Comé (SA) - L'emendamento presentato dal nostro gruppo è uguale all'emendamento dell'"Arcobaleno", avevamo chiesto l'abrogazione del vecchio comma 4 e, dopo gli emendamenti presentati in aula da parte della maggioranza, questo si riferisce... questo dimostra come tale parte di legge - che, secondo noi, era necessario staccare dal contesto della legge finora approvato - necessitasse una maggiore attenzione e un maggior approfondimento. Non voglio entrare nel merito della spiegazione del nostro emendamento, perché andrei a ripetere le parole della collega Squarzino.
Presidente - Pongo in votazione l'emendamento n. 7 dell'"Arcobaleno":
Consiglieri presenti: 30
Votanti: 5
Favorevoli: 3
Contrari: 2
Astenuti: 25 (Borre, Caveri, Cesal, Charles Teresa, Comé, Ferraris, Fey, Fiou, Fosson, Frassy, Isabellon, Lanièce, Lavoyer, Maquignaz, Nicco, Pastoret, Perrin, Perron, Praduroux, Rini, Tibaldi, Vicquéry, Viérin Adriana, Viérin Laurent, Viérin Marco)
Il Consiglio non approva.
Presidente - Farei ora una votazione congiunta dell'emendamento n. 8 dell'"Arcobaleno" e dell'emendamento n. 4 dei Consiglieri Comé, Lanièce e Viérin Marco:
Consiglieri presenti: 30
Votanti e favorevoli: 6
Astenuti: 24 (Borre, Caveri, Cerise, Cesal, Charles Teresa, Ferraris, Fey, Fiou, Fosson, Frassy, Isabellon, Lavoyer, Maquignaz, Nicco, Pastoret, Perrin, Perron, Praduroux, Rini, Sandri, Tibaldi, Vicquéry, Viérin Adriana, Viérin Laurent)
Il Consiglio non approva.
Presidente - Vi è l'emendamento n. 6 del Consigliere Sandri e dell'Assessore Charles Teresa.
La parola al Consigliere Frassy.
Frassy (CdL) - Voteremo favorevolmente questo emendamento riguardante la vessata questione del doppio punteggio delle scuole di montagna, anche se abbiamo la perplessità - non fugataci dal testo così riformulato dall'emendamento - che, se si va ad eliminare quella che poteva essere una sperequazione, vi sia il rischio di creare delle altre sperequazioni. Se l'applicazione del doppio punteggio in relazione a quella che era l'esclusiva considerazione dell'altitudine poteva portare a delle sperequazioni per quegli insegnanti residenti in Aosta e assegnati in sedi del fondovalle, dunque al di sotto dei 600 metri, rimane evidente che gli insegnanti che sono obbligati, non potendo avere scelte alternative diverse, a recarsi in sedi disagiate che si trovano in cima alle vallate laterali hanno una situazione di disagio che con la questione del doppio punteggio veniva colmata. Ci potrebbero essere probabilmente altri meccanismi che sarebbe stato opportuno approfondire in commissione ma, come abbiamo detto, nel corso del dibattito generale non c'era il tempo, bisognava comunque votare questa legge, perciò tali approfondimenti sono stati preclusi, ma ipotizzare degli indennizzi legati alle trasferte che vengono quotidianamente effettuate o ipotizzare dei punteggi che potessero essere legati a dei parametri legati alle distanze probabilmente avrebbe contribuito a rendere meno iniqua la situazione precedente e ad evitare che, rispetto all'iniquità della precedente situazione, se ne creasse forse un'altra con l'approvazione di questo emendamento. Con tutte queste riserve, esprimiamo parere positivo al testo così riformulato.
Presidente - La parola al Consigliere Borre.
Borre (UV) - Per avere chiarimenti, ho una perplessità. Anch'io condivido l'abolizione del doppio punteggio, però vorrei capire come è stata fatta l'assegnazione dei posti effettuata ieri in assenza della legge, quindi con la vecchia legge quelli che hanno scelto in montagna, se non hanno avuto una dovuta informazione da parte sindacale o da altri strumenti, avranno scelto ancora la montagna perché non conoscevano il contenuto di tale provvedimento e poi si troveranno invece con l'anno scolastico 2005-2006 a non avere alcun doppio punteggio, perché la legge non lo prevede. Vorrei capire quindi se qualcuno che ha scelto la montagna possa avere ragione con questo tipo di entrata in vigore della legge.
Presidente - La parola all'Assessore all'istruzione e cultura, Charles Teresa.
Charles (UV) - Je voudrais simplement expliquer que le monde de l'école était en bonne partie informé, d'abord aussi parce que les syndicats connaissaient le problème et ils ont fait leur possible pour faire connaître, mais il faut aussi dire que j'y avais réfléchi longtemps et je m'étais dit: "je ne peux pas faire un communiqué de presse, parce que je ne veux pas devancer le Conseil régional". Tout de même, à travers 2 articles qui ont paru dans les journaux, j'ai dit: "je ne sais pas si la loi va passer mais, si la loi va passer, il y a cet amendement qui est bien clair, sur lequel tout le monde est d'accord, parce que déjà en commission sur cela tout le monde était d'accord". Effectivement je crois que ces 2 articles ont fait leur effet, aussi parce qu'ils avaient été très clairs dans leur formulation.
Hier matin c'était la première matinée où les enseignants devaient choisir leur place, un groupe d'enseignants ont demandé à me rencontrer et j'ai dit: "je consacre volontiers tout le temps possible pour expliquer comme sera la loi qui a été présentée, qui n'a pas été votée". Eux, ils voulaient encore des garanties supplémentaires, moi j'ai dit: " de garanties je ne peux pas vous en donner, jusqu'au moment où la loi n'est pas publiée officiellement, on ne peut pas connaître", mais j'ai dit que tout le monde s'est exprimé d'accord sur cela. Effectivement après la rencontre les enseignants ont commencé à choisir leur place, en sachant que probablement l'avis était partagé, comme cela avait déjà été expliqué dans les commissions.
Presidente - La parola al Consigliere Frassy.
Frassy (CdL) - Può darsi che io sia particolarmente distratto o forse abbia delle difficoltà a capire in italiano gli interventi della collega Charles - che in commissione parla in italiano, in aula invece parla in francese -, può darsi che vi siano delle difficoltà di comprensione, perché poi penso che i colleghi potranno smentirmi, ma mi sembra difficile, perché una delle priorità di questa legge... tant'è che vi era la dichiarazione d'urgenza e vi era l'impegno di portarla sul Bollettino ufficiale della Regione proprio per questa vicenda... nel senso che si era detto che gli atti amministrativi conseguenti alle assegnazioni dovevano essere successivi alla pubblicazione della legge. Rimango a quello che è stato detto in commissione e apprendo dall'intervento fatto dal collega Borre che invece a livello di Giunta, o a livello di Sovrintendenza ieri avete adottato delle determinazioni diverse, anche perché non so a questo punto se il comma terzo dell'articolo riscritto sia sostenibile, perché l'anno scolastico 2005-2006 è in riferimento a scelte che sono state fatte con un sistema normativo diverso rispetto a quello che stiamo applicando. Domando perciò all'Assessore se è fermamente convinta che si possa sostenere quella che nei fatti è una retroattività della norma di legge, perché il provvedimento della Sovrintendenza è stato adottato prima dell'entrata in vigore del provvedimento che stiamo discutendo e, di conseguenza, sulla base di regole diverse; allora ho dei dubbi che questi tempi non possano creare qualche problema poi all'applicazione della legge stessa. In commissione mi sembrava di aver capito invece vi fosse l'esigenza di fretta proprio per arrivare a poter adottare il provvedimento amministrativo successivamente al provvedimento legislativo; non vorremmo assistere a settembre a una serie di ricorsi al TAR che creino il caos nell'assegnazione delle sedi, perché il problema noi glielo stiamo ponendo adesso in aula e vorremmo che su questo vi fosse una riflessione non solo politica, ma vi fosse anche il conforto di una valutazione giuridica. Se infatti approvare la legge così vuol dire aprire a un contenzioso con il TAR, è bene prenderci una pausa di riflessione e vedere cosa fare.
Presidente - La parola al Consigliere Sandri.
Sandri (GV-DS-PSE) - Non credo che qui vi sia da coinvolgere il TAR, anche perché nessuno ha voglia di far avere più soldi agli avvocati di quanti già non ne prendano con le tante altre cause. Qui il problema è molto più semplice: vi è una scadenza - il 31 luglio - che è quella che consente di attribuire tutte le cattedre vuote ai supplenti annuali in modo che le lezioni possano iniziare a settembre in modo organizzato, se entro quella data l'attribuzione non viene fatta a livello regionale, viene poi fatta dalle singole autonomie scolastiche, ma rendendo la cosa più complessa. Da qui la necessità di arrivare entro il 31 luglio con la massima capacità di attribuzione delle cattedre; per fare ciò si è dovuti partire lunedì 25, perché non si può chiamare tutto il personale il 31 mattina e questo non è un procedimento politico, ma è un banale atto amministrativo che viene contemplato e che è di pertinenza dei dirigenti. Penso che la volontà di tutto il Consiglio sia quella che la scuola parta con tutti i suoi insegnanti insediati e naturalmente di dare il maggior numero di informazioni possibili non su dei diritti, perché non è un diritto poter avere questa o l'altra cattedra, ma è un'opportunità che stiamo andando a cambiare, perché come era organizzata precedentemente ha provocato molte difficoltà, quindi si torna ad avere un punteggio unico su tutto il territorio regionale.
Questa norma non può essere retroattiva, quindi vale dall'anno scolastico 2005-2006. Naturalmente abbiamo cercato per quanto possibile... e ci rendiamo conto - il collega Borre qui ha posto un problema vero - che, a causa dei passaggi politici di giugno-luglio, siamo arrivati un po' "sotto" con questi tempi, però, grazie alla collaborazione della minoranza, oggi siamo ad approvare un testo che chiarisce e consente a partire da domani di poter fare tutte le attribuzioni sulla base di questo orientamento.
Penso che gli articoli a cui si riferiva l'Assessore siano stati utili, perché sono usciti sui principali mezzi di comunicazione di massa della nostra Regione e quindi credo che molte persone abbiano potuto anche attraverso questi strumenti avere chiaro che vi era la possibilità che si approvasse in quest'aula tale emendamento. Si parla però anche che da mesi i sindacati avrebbero dovuto - e credo l'abbiano fatta - fare un'ampia azione informativa, perché era un problema molto sentito; quindi credo che persone che possano essere state tratte in inganno o non ve ne sono, o sono in numero molto limitato. Spero che in questo caso si possa fare un "osservatorio" di come è andata.
Colgo l'occasione per raccogliere da parte del collega Frassy uno stimolo per la commissione per i lavori futuri, perché, rispetto ai curricula degli insegnanti che possono venire da altre regioni, il doppio punteggio dovrà essere osservato... così come potrebbe presentarsi il caso nei prossimi mesi... in modo che sia un'area sensibile, visto che la norma nazionale continua ad essere vigente, da tenere sotto controllo.
Presidente - Pongo in votazione l'emendamento n. 6 del Consigliere Sandri e dell'Assessore Charles Teresa:
Consiglieri presenti, votanti e favorevoli: 30
Il Consiglio approva all'unanimità.
Presidente - Vi è l'emendamento n. 7 del Consigliere Sandri e dell'Assessore Charles Teresa, che introduce l'articolo 7bis; ne do lettura:
Emendamento
Dopo l'articolo 7 è inserito il seguente:
"Articolo 7bis
(Modificazioni alla legge regionale 8 marzo 1993, n. 12)
1. All'articolo 1 della legge regionale 8 marzo 1993, n. 12 (Accertamento della piena conoscenza della lingua francese per il personale ispettivo, direttivo, docente ed educativo delle istituzioni scolastiche dipendenti dalla Regione), sono apportate le seguenti modificazioni:
a) al comma 3, dopo le parole: "la sua storia" sono inserite le seguenti: ", le specificità dell'ordinamento scolastico valdostano";
b) il comma 4 è sostituito dal seguente:
"4. Sono dispensati dall'accertamento i dirigenti scolastici, gli insegnanti e il personale educativo appartenenti ai ruoli regionali. Sono altresì dispensati coloro che sono in possesso dell'abilitazione all'insegnamento della lingua francese nelle scuole secondarie conseguita nella Regione Valle d'Aosta.";
c) dopo il comma 4, come modificato dalla lettera b), è aggiunto il seguente:
"4bis. Per coloro che sono in possesso dell'abilitazione all'insegnamento della lingua francese nelle scuole secondarie non conseguita nella Regione Valle d'Aosta, l'accertamento di cui al comma 1 consiste in una prova scritta ed in una prova orale, finalizzate a dimostrare la conoscenza delle caratteristiche culturali della comunità valdostana, del suo particolarismo linguistico, della sua storia, delle specificità dell'ordinamento scolastico valdostano e della configurazione geografica della regione.".
2. Al comma 4 dell'articolo 4 della l.r. 12/1993, è aggiunto, in fine, il seguente periodo: "Ai candidati che superano l'esame di cui all'articolo 1, comma 4bis, è rilasciata apposita certificazione.".
3. Le disposizioni di cui all'articolo 1, comma 4bis, della l.r. 12/1993, introdotto dal comma 1, lettera c), del presente articolo, non si applicano a coloro che, alla data di entrata in vigore della presente legge, risultano collocati nelle graduatorie permanenti regionali.".
La parola al Consigliere Frassy.
Frassy (CdL) - Mi sarebbe piaciuto sentire l'illustrazione di tale emendamento, si tratta di un argomento centrale di questo disegno di legge e, pur essendo tale, è stato oggetto di grandi "pacioccamenti" in commissione, che si sono poi riproposti in aula con emendamenti agli emendamenti. La materia è nota e riguarda la questione dei precari, con particolare riferimento ai precari che insegnano inglese, ma soprattutto francese, perché a questo si limita tale tipo di emendamento. Abbiamo discusso in commissione sulla sostenibilità di questo emendamento; una delle perplessità che abbiamo espresso, e su cui abbiamo avuto il confronto della dirigenza audita in commissione, riguarda la sostenibilità di una norma che, così come è scritta, difficilmente servirà a risolvere il problema dei precari Valdostani e difficilmente potrà passare indenne la critica di incostituzionalità della norma stessa, perché, se la norma era incostituzionale per il modo in cui era stata scritta in aula, devo dire che, così come è stata riscritta nell'emendamento, è doppiamente incostituzionale.
Partiamo dalla considerazione politica. La considerazione politica è che il problema dei precari forse potrebbe essere risolto non solo per i precari di francese, ma per i precari in generale, anche utilizzando diversamente quelle competenze che la legislazione statale ormai da circa 30 anni ha demandato alla nostra Regione: sono le competenze che consentono l'istituzione dei distinti ruoli regionali del personale docente, con la possibilità di bandire dei concorsi che non siano solo concorsi formali di sede in concomitanza con i concorsi nazionali e dunque con le medesime prove nazionali e quant'altro. So che l'Assessore replicherà dicendo che la necessità è quella di cogliere l'opportunità del valore abilitante che hanno i concorsi nazionali, ma questa è un'opportunità che, per certi versi, è superata dalle nuove scuole di specializzazione, che consentono di conseguire l'abilitazione a prescindere dalla concomitanza con il momento concorsuale. Qui perciò si tratta di avere un minimo di fantasia politico-amministrativa per dare applicazione a una norma che è contenuta in un DPR datato 1977; questo però non lo avete fatto finora e non avete neppure voluto approfondirlo in quei termini ridotti di confronto che abbiamo avuto in commissione.
Avete inventato un meccanismo che è risibile perché, se la prova di francese è stata oggetto di grandi polemiche in questa Regione per quanto riguardava l'accesso ai posti pubblici, se è stata oggetto di valutazioni differenziate, ritengo che sarebbe difficilmente credibile che una prova di francese possa far paura a insegnanti che sono stati preparati all'università per insegnare la lingua francese. Chiedere a un insegnante che ha come curriculum universitario l'insegnamento del francese di sostenere una prova di accertamento della lingua francese mi sembra quanto meno tautologico, tanto che fino a ieri questo passaggio non esisteva.
Qualcuno vi ha detto: "facciamo sì che siano dispensati coloro che hanno conseguito l'abilitazione nelle scuole secondarie nella nostra regione e sottoponiamo ad accertamento coloro che hanno conseguito fuori dalla regione il loro percorso scolastico". Il problema è che, al di là del fatto che probabilmente non sortirà nessun effetto pratico, così come avete riscritto la lettera c), comma 1, articolo 7bis, voi sancite i presupposti per l'incostituzionalità della norma, perché le norme di legge a cui dobbiamo far riferimento sono norme che parlano di accertamento della conoscenza della lingua francese e basta. Voi invece scrivete che vi sarà un accertamento che consiste in una prova scritta e in una prova orale che sono finalizzate - ed è il termine finalizzate che è l'evidenza dell'incostituzionalità del vostro ragionamento - non all'accertamento della lingua francese, ma a dimostrare la conoscenza delle caratteristiche culturali, della storia, dell'ordinamento scolastico, della geografia della nostra Regione. Il fatto che la prova si tenga in lingua francese diventa una questione meramente accidentale, perché voi scrivete che è finalizzata a dimostrare queste altre cose; di conseguenza, riteniamo che, così come è scritta la norma, vada al di fuori della competenza dell'Amministrazione regionale. Il testo, come era stato scritto in commissione, aveva qualche forzatura forse sostenibile, come lo avete riscritto penso abbia dissimulato quella situazione di "limbo" in cui poteva trovarsi quella formulazione. Esprimiamo perciò forti perplessità e vorremmo capire quali sono le motivazioni che hanno portato l'Assessore e il collega Sandri a modificare il testo di commissione.
Presidente - La parola al Consigliere Sandri.
Sandri (GV-DS-PSE) - Credo che alla fine di questa lunga discussione su tale legge si dimostri l'importanza della scuola, però dispiace ogni tanto dover ripartire da osservazioni che sembravano essere condivise anche dalla minoranza.
Abbiamo preso atto che in questi anni si è consolidato un precariato a causa di un giochino poco piacevole che si sono inventati una serie di insegnanti provenienti da altre regioni, cioè quello di venire in Valle d'Aosta grazie all'abilitazione in francese conseguita in altre regioni, dopo qualche mese chiedere un trasferimento per motivi vari e tenere occupato un posto di ruolo in Valle per parecchio tempo. Questo ha provocato lo slittamento nelle graduatorie di parecchie persone, che erano arrivate al limite della possibilità di raggiungere un posto di ruolo, ogni anno sono state scaglionate indietro dall'arrivo di tali persone che però nulla hanno di intenzione di portare un loro contributo alla nostra scuola. Abbiamo preso atto con tale emendamento solo della necessità di essere molto chiari e di applicare gli articoli 39 e 40 dello Statuto, cioè in questa scuola prevediamo da 30 anni, se qualcuno non se n'è accorto, che vi sia in ogni ordine e grado la tutela della lingua francese, della nostra cultura, del nostro particolarismo. Dobbiamo essere sicuri che chi viene ad insegnare, da qualunque parte venga, ci consenta di poter attuare gli articoli 39 e 40 della Costituzione, per cui non solo questo non è incostituzionale, ma è costituzionale, perché applica un principio costituzionale contenuto in una legge costituzionale: il nostro Statuto di autonomia! Penso che questo meccanismo sia lo stesso di quello esistente negli "United States of America", se preferisce, come dice il vostro Presidente del Consiglio: "in America per avere la cittadinanza ti fanno un esame per accertare se conosci la Costituzione americana". Credo che a questo punto dovremmo pensare di fare un esame per dare la cittadinanza valdostana se si conosce lo Statuto. Non credo sia incostituzionale pretendere per chi si insedia in un territorio che abbia una minima conoscenza di quel territorio. È un tentativo di regolamentare questa "cosa", che non vuole essere dissuasivo, un qualcosa per mettere degli ostacoli alla libera circolazione delle persone, ma si tratta solo di far rispettare lo Statuto della Valle d'Aosta, non vi è nessun altro tipo di sottinteso. Volevo illustrare un punto su questo tema: abbiamo previsto la certificazione a quei candidati che superano tale esame; questo è un dato importante, perché riallinea gli stessi diritti esattamente come hanno coloro che superano l'esame di abilitazione in Valle d'Aosta. È la dimostrazione che qui è solo un discorso di equità, pari diritti e pari doveri da parte di tutti gli insegnanti. Certamente auspichiamo non tanto di privilegiare i Valdostani nelle graduatorie grazie a questo meccanismo, ma che tutti coloro che vogliono venire in Valle d'Aosta ci vogliono venire perché vogliono portare un contributo alla nostra Regione.
Presidente - La parola al Consigliere Frassy, per dichiarazione di voto.
Frassy (CdL) - Ci asterremo su questo emendamento, anche perché nell'intervento del collega Sandri non è stata data una risposta alle perplessità da noi avanzate, non solo alle perplessità di tipo giuridico e costituzionale, ma a quelle di tipo politico, perché l'ho detto prima e lo voglio sottolineare adesso: nel testo di commissione vi era già un meccanismo similare, nell'emendamento d'aula avete modificato quel meccanismo peggiorandolo dal punto di vista della legittimità costituzionale, è a questa domanda che avremmo voluto avere una risposta.
La nostra preoccupazione è che tale meccanismo inserito in questo disegno di legge riesca ad inficiare sia l'articolo 7bis, sia il provvedimento e su questo, come maggioranza, vi assumerete le vostre responsabilità, perché è evidente che la modifica politica che avete fatto rispetto al testo di commissione non è stata da voi minimamente spiegata. Non è allora che non vogliamo risolvere il problema del precariato, che vogliamo invece risolvere da tempo, ma non siamo in maggioranza e non abbiamo i numeri per far passare le nostre proposte. Rileviamo che i vostri numeri, che ci dovrebbero essere, sono compensati da una carenza totale di proposte, perché siete arrivati all'ultimo minuto utile e noi riteniamo che siete arrivati anche con un qualcosa di insostenibile. Gli articoli 39 e 40 dello Statuto non c'entrano niente, perché quegli articoli fanno riferimento all'insegnamento nelle scuole, mentre qui dovremmo avere a riferimento il DPR n. 871/1975 che al comma 4 dell'articolo 9 parla di modalità per l'accertamento della conoscenza della lingua francese che sono stabilite dalla Regione. Le modalità sono: il quiz, il colloquio, la "dictée", la "rédaction", sono ciò che la fantasia vi può suggerire, ma non sono prove diverse finalizzate a dimostrare altre cose e il fatto grave è che non vi rendiate conto che, così come è scritto, l'emendamento è insostenibile, perché la nostra competenza è limitata all'accertamento della lingua e alle modalità. La suggestione americana poi la possiamo condividere, ma siamo fuori tema ed è per questo motivo che ci asterremo.
Presidente - Pongo in votazione l'emendamento n. 7 del Consigliere Sandri e dell'Assessore Charles Teresa:
Consiglieri presenti: 31
Votanti e favorevoli: 28
Astenuti: 3 (Frassy, Lattanzi, Tibaldi)
Il Consiglio approva.
Presidente - Vi è l'emendamento n. 8 del Consigliere Sandri e dell'Assessore Charles Teresa; ne do lettura:
Emendamento
Dopo l'articolo 7bis, introdotto dall'emendamento n. 7, è inserito all'inizio del capo IV, che assume la nuova rubrica di "Disposizioni transitorie e finanziarie e finali", il seguente:
"Articolo 7ter
(Graduatorie dei concorsi per dirigente scolastico)
1. Le graduatorie dei concorsi per dirigente scolastico, banditi con i decreti del Presidente della Regione n. 49 del 27 gennaio 2003 e n. 72 del 7 febbraio 2005, sono utilizzate fino ad esaurimento per la copertura, a tempo indeterminato, dei posti vacanti e disponibili, anche in deroga al numero dei posti messi a concorso dall'articolo 1, comma 2, dei decreti medesimi.".
Lo pongo in votazione:
Consiglieri presenti: 31
Votanti: 28
Favorevoli: 22
Contrari: 6
Astenuti: 3 (Frassy, Lattanzi, Tibaldi)
Il Consiglio approva.
Presidente - Pongo in votazione l'articolo 8:
Consiglieri presenti: 30
Votanti e favorevoli: 27
Astenuti: 3 (Frassy, Lattanzi, Tibaldi)
Il Consiglio approva.
Presidente - Pongo in votazione l'articolo 9:
Consiglieri presenti: 31
Votanti e favorevoli: 28
Astenuti: 3 (Frassy, Lattanzi, Tibaldi)
Il Consiglio approva.
Président - La parole à la Conseillère Squarzino Secondina, pour déclaration de vote.
Squarzino (Arc-VA) - Credo che abbiamo già detto quasi tutto su questo disegno di legge, volevo solo motivare il nostro voto di astensione. Dall'andamento della votazione è emerso come tale provvedimento contenga norme che noi condividiamo, alcune parti di articoli noi le abbiamo votate proprio con convinzione, perché sono norme richieste dai sindacati, che legalizzano l'esistente e che condividiamo. Abbiamo però delle perplessità sul disegno di legge nel suo complesso, che sono emerse anche queste durante il dibattito; vi è innanzitutto la presenza di due tipologie diverse di norme all'interno di tale provvedimento, che non condividiamo. Vi sono dei punti in cui è mancata una chiarezza di scelta politica, come quella relativa all'anticipo dell'iscrizione alla scuola materna, vi sono alcune norme che sono chiaramente illegittime. Forse il collega Frassy teme un ricorso di legittimità per quanto riguarda l'articolo 7, noi temiamo un ricorso per l'articolo 7ter che riguarda i concorsi.
La discussione sulla legge ci ha consentito anche di prendere atto dell'indisponibilità della Giunta, che non ha preso in considerazione nessuna delle osservazioni proposte dall'opposizione. Oggi l'Assemblea ha avuto modo di sperimentare le nuove modalità che tale Esecutivo mette in atto per valorizzare il ruolo del Consiglio e di questo la ringraziamo.
Président - La parole au Conseiller Cesal.
Cesal (UV) - C'est pour annoncer le vote favorable du groupe de l'"Union Valdôtaine". Je voudrais même exprimer ma satisfaction personnelle et celle du groupe pour le résultat atteint. La discussion pendant ces derniers mois a été intéressante à ce propos, même au sein du mouvement. La discussion en Ve Commission a été longue, sérieuse sans préjugés idéologiques, sans de positions instrumentales et je n'ai jamais eu la perception de positions instrumentales. J'ai toujours perçu la volonté de la part de tous ceux qui sont intervenus d'améliorer ce projet de loi afin qu'il puisse donner une première réponse aux exigences de l'école valdôtaine. La discussion a été très approfondie, on a entendu l'Assesseur, les fonctionnaires, toutes les associations syndicales concernées et on l'a porté de l'avant avec un sens de concertation. On a évidemment tenu compte de la "loi Moratti" pour aller parler même de l'école valdôtaine. En quelque sorte je peux même affirmer que cette loi nous a poussé à agir, mais je dois souligner le fait que nous avons voulu ancrer cette loi dans notre Statut. Nous avons voulu réaffirmer nos spécificités, nos compétences statutaires, le bilinguisme comme un élément fondamental du système scolaire valdôtain, mais je crois pour tous les systèmes d'autonomie sur lesquels se régit notre Région. Nous avons voulu introduire une ouverture à l'allemand, introduire le patois pour réaffirmer l'identité valdôtaine. L'école vit un moment de grande transformation en ligne avec les transformations qui vit notre société actuelle, des transformations frénétiques, dont on n'arrive pas toujours à comprendre les éléments qui les caractérisent. Elle nécessite d'une réforme incisive et complète; aujourd'hui nous faisons un premier pas de l'avant, un pas important. Nous nous occupons de l'école du premier degré, nous devons, dès la reprise des travaux cet automne, nous occuper de l'école des degrés supérieurs, du rapport entre instruction et formation. Nous devons évaluer la situation des précaires, en tenant compte de nos compétences et agir dans le cercle dans lequel les lois nationales nous obligent à rester. Nous devons nous occuper des écoles des montagnes et des petites communes, si nous voulons garantir le maintien de l'identité valdôtaine.
J'annonce le vote favorable du groupe de l'"Union Valdôtaine" et j'exprime toute ma satisfaction pour le résultat que nous avons rejoint aujourd'hui.
Président - La parole au Conseiller Comé.
Comé (SA) - Per esprimere il voto favorevole della "Stella Alpina" a questa legge, pur rimanendo in atto ancora tutte quelle perplessità che ho sollevato nel mio intervento, in modo particolare noi abbiamo quasi votato favorevolmente tutti gli articoli, in quanto la nostra grande contrarietà riguarda l'articolo 7ter concernente la graduatoria per i dirigenti. Da parte della "Stella Alpina" vi sarà un voto favorevole.
Président - La parole au Conseiller Salzone.
Salzone (FA) - Ero già intervenuto in fase di dibattito, avevo già dichiarato che avremmo votato tale legge, quindi intervengo solo per confermare questo.
Président - La parole au Conseiller Frassy.
Frassy (CdL) - Il nostro gruppo si asterrà sulla votazione di questo disegno di legge, perché ritiene che le risposte che sono state date alle varie problematiche in realtà creino ulteriore confusione rispetto alle situazioni che dovevano andare a regolamentare. Riteniamo non sia solo una sensazione politica giocata dal ruolo delle parti, ma sia un'evidenza emersa dalla quantità di carta che è stata gettata sui nostri banchi. È una legge che è nata in maniera accidentata - e non sappiamo come finirà -, perché è una legge di 18 articoli, che poi come un "puzzle" è stata smontata articolo dopo articolo; è stata oggetto di infiniti incontri in sede sindacale, ma anche in altre sedi non propriamente istituzionali; una legge che è stata ripresentata emendata e modificata nel suo impianto originario. La V Commissione ha tentato di predisporre un testo diverso che affrontasse alcuni approfondimenti delle tante questioni che erano state accennate, o neppure trattate in legge, e con quella "schizofrenia politica", collega Sandri - lungi da me dare un giudizio medico e tanto più sul medico, "schizofrenia politica" però mi sia consentito - quel testo caldeggiato dal Presidente della V Commissione è stato stravolto in aula da una valanga di emendamenti, che portavano come firma comprimaria insieme all'Assessore quella del Presidente Sandri.
Un gran pasticcio su una materia importante, che ha un vizio di origine: il fatto di non voler riconoscere il punto di partenza di questo percorso legislativo; non è un caso che siano stati omessi i riferimenti alla "legge di riforma Moratti", non è un caso che siano stati respinti gli emendamenti che facevano riferimento alla riforma, perché tale provvedimento è un "ibrido" che cerca di dare delle risposte a situazioni di emergenza, quando ormai l'emergenza è ben più di una semplice emergenza, dà delle risposte parziali, dà delle risposte improvvisate, dà delle risposte insostenibili. Non se ne abbiano a male i colleghi di maggioranza, ma penso sia l'evidente incapacità di un'ampia maggioranza, di un gruppo politico che ha maggioranza assoluta di dare delle risposte chiare in tempistiche accettabili - che non siano il 27 luglio, con le evidenze che il collega Borre ha esposto in relazione al provvedimento della Sovrintendenza - su una materia importante ed è una materia importante doppiamente per le competenze che spettano alla Regione Valle d'Aosta. Devo dire che questa legge, dopo le note vicende della crisi che ha attraversato il gruppo di maggioranza assoluta, forse avrebbe dovuto essere oggetto di una revisione, per poter dare una risposta non qualunque... ma una risposta che desse delle soddisfazioni. Colleghi di maggioranza, voi stasera avete venduto del "fumo", certo il "fumo" è reato venderlo, questo invece purtroppo è consentito: è quel "fumo politico" sul quale alcuni di voi basano quel consenso che li ha portati a ricoprire ruoli importanti, ma non sono le risposte che si attende la comunità valdostana, in particolare quella complessa come quella del mondo della scuola che abbraccia tutta la nostra comunità.
È con somma delusione perciò che arriviamo ad esprimere un voto di astensione, perché i problemi che avete fatto finta di toccare erano problemi che condividevamo come tali, ai quali avremmo voluto dare delle risposte concrete. Penso che il tempo sarà l'unico a dare una risposta, se avevate ragione voi o se, come temiamo, le ragioni stavano dalla nostra parte. Per questo motivo ribadiamo l'astensione.
Président - La parole au Président de la Région, Caveri.
Caveri (UV) - Siamo giunti ad una tappa di un percorso nel settore scolastico indispensabile in questi tempi, quindi non si poteva procrastinare ulteriormente questa approvazione, pur conoscendo quanto la materia sia complessa, dinamica e in evoluzione. La scuola italiana si è trovata nel breve volgere di pochi anni di fronte a 2 riforme molto complesse: la prima la "riforma Berlinguer", la seconda la "riforma Moratti". "Riforma Moratti" peraltro incompleta, perché mancano a distanza di parecchio tempo i decreti applicativi, e che rende quotidianamente difficile la vita alle regioni, tanto che a dirimere la materia deve intervenire la Corte Costituzionale, perché spesso le regioni sono costrette a legiferare nelle materie quando mancano ancora i decreti applicativi da parte del Ministero della pubblica istruzione. Credo che il problema di fronte al quale ci troveremo nei prossimi mesi sarà ancora più complesso, perché dovremo - prendendo lo Statuto di autonomia e guardando l'applicazione del titolo V della Costituzione - capire nei diversi settori come muoverci. La formazione tecnico-professionale è di competenza esclusiva della Valle d'Aosta, senza dubbio manteniamo una competenza integrativa in materia di tutti gli ordini di scuola, non vi è dubbio che nel tempo abbiamo aumentato le nostre competenze sulla base di un principio essenziale sancito più volte nelle finanziaria, cioè chi paga il settore scolastico deve poterlo regolamentare e in questo modo siamo stati al riparo di tutti i tagli che in passato hanno colpito la scuola italiana. È un principio sacrosanto che in un rapporto corretto con i sindacati dovrà portare a una riflessione sulla questione dello "status" giuridico degli insegnanti, ma questo dovrà avvenire - come avvenuto nel 1975 con la "riforma Viglino" - con una norma di attuazione dello Statuto.
Non vi è incostituzionalità, collega Frassy, perché vorrei ricordarle che, nell'applicazione dell'articolo 40 che prevede l'adattamento delle materie, oggi nelle scuole non si insegna francese, si insegna "civilisation valdôtaine", storia, geografia e particolarità della Valle d'Aosta e ricordo anche che non vi è distinzione per i 2 ordini di scuola: scuola media inferiore e scuola media superiore, ma si ottiene un'unica abilitazione ed è del tutto legittimo, visto che gli insegnanti di francese provenienti da fuori devono insegnare "civilisation", storia e geografia, che la debbano conoscere, perché non possono ottenere automaticamente con un'abilitazione presa in qualunque regione d'Italia di venire qui ad insegnare queste materie, che sono strettamente connesse all'insegnamento del francese. Rispetto al quale ricordo che si è usato il meccanismo di cui all'ultimo comma dell'articolo 40, che prevede che questo tipo di adattamento avvenga con un accordo fra il Ministero della Pubblica Istruzione e i rappresentanti del corpo insegnante e il Consiglio Valle. Siamo alla prima tappa di una materia complessa. Presenteremo da qui all'autunno un disegno che vada a toccare i differenti argomenti nel settore della scuola; questo è il primo passo e di questo ringrazio il Consiglio Valle.
Président - Je soumets au vote la loi dans son ensemble:
Conseillers présents: 31
Votants: 25
Pour: 25
Abstentions: 6 (Curtaz, Frassy, Lattanzi, Riccarand, Squarzino Secondina, Tibaldi)
Le Conseil approuve.
Président - Nous terminons nos travaux pour ce soir. Le Conseil est convoqué pour demain matin à 9 heures.
La séance est levée.
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La séance se termine à 20 heures 23.