Oggetto del Consiglio n. 932 del 4 novembre 2004 - Resoconto
OGGETTO N. 932/XII - Reiezione della proposta di legge: "Interventi per la sicurezza del territorio e provvidenze a favore dei cittadini e delle attività produttive per la prevenzione o l'indennizzo di azioni criminali".
CAPO I
PRINCIPI GENERALI
Articolo 1
(Finalità e tipologia degli interventi)
1. La Regione, al fine di contribuire ad una efficace politica di sicurezza a tutela dei cittadini e delle attività produttive rispetto ai fenomeni di criminalità, promuove una serie coordinata di interventi di prevenzione o indennitari. In particolare, la Regione:
a) incentiva lo studio e l'attuazione di progetti di riqualificazione urbana;
b) incentiva e sostiene azioni finalizzate alla promozione di iniziative di prevenzione e di presidio del territorio;
c) incentiva l'istituzione della figura del vigile di quartiere;
d) eroga contributi agli enti locali per l'acquisto e l'installazione di strumenti tecnologici di controllo a distanza;
e) istituisce un fondo a favore di persone fisiche o persone giuridiche che hanno subito danni patrimoniali conseguenti a reati;
f) eroga contributi per l'installazione o l'ammodernamento di dispositivi di sicurezza.
CAPO II
SICUREZZA DEL TERRITORIO E FONDO INDENNITARIO
Articolo 2
(Riqualificazione urbana)
1. Al fine di svolgere un'efficace opera di prevenzione, la Regione incentiva lo studio e l'attuazione di progetti di riqualificazione urbana che mirino al recupero funzionale di aree degradate, caratterizzate dalla presenza di fenomeni di marginalità sociale.
2. I progetti di cui al comma 1, che possono essere proposti da soggetti pubblici, da privati proprietari di aree degradate, da una congiunta iniziativa pubblico-privata, sono presentati alla struttura regionale individuata ai sensi dell'articolo 10, di seguito denominata struttura competente.
3. I progetti di cui al comma 1 sono oggetto di prioritario finanziamento in sede di assegnazione di fondi di investimento e delle risorse relative all'edilizia pubblica e possono essere approvati anche mediante il ricorso alle forme di programmazione negoziata di cui all'articolo 2, comma 203, della legge 23 dicembre 1996, n. 662 (Misure di razionalizzazione della finanza pubblica). Qualora i progetti comportino la necessità di apportare varianti allo strumento urbanistico generale ed ai suoi piani attuativi, possono essere approvati mediante il ricorso ad accordi di programma di cui all'articolo 26 della legge regionale 6 aprile 1998, n. 11 (Normativa urbanistica e di pianificazione territoriale della Valle d'Aosta).
4. In considerazione della finalità di prevenzione di fenomeni di degrado sociale e criminalità dei progetti di cui al comma 1, il Presidente della Regione è autorizzato a promuovere un accordo di programma sui progetti stessi con efficacia di contestuale adeguamento delle previsioni urbanistiche incompatibili ai sensi dell'articolo 29 della l.r. 11/1998.
Articolo 3
(Vigile di quartiere)
1. La Regione incentiva e sostiene nei comuni con più di 3.000 abitanti, d'intesa con gli organi statali competenti in materia, azioni finalizzate alla promozione di opportune iniziative di prevenzione e di presidio del territorio.
2. La Regione promuove ed incentiva l'attivazione delle funzioni del vigile di quartiere, inteso quale agente di polizia locale operante stabilmente su una zona determinata del territorio comunale, allo scopo di acquisirne una conoscenza approfondita in relazione al contesto sociale e di garantire una presenza concreta e costante delle istituzioni. A tal fine, la Giunta regionale, con propria deliberazione, promuove appositi corsi finalizzati alla formazione, addestramento e qualificazione dei vigili di quartiere, mettendoli gratuitamente a disposizione delle amministrazioni locali.
Articolo 4
(Strumenti tecnologici di controllo a distanza)
1. Gli enti locali possono ottenere un contributo regionale sulle spese sostenute per l'acquisto e l'installazione di dispositivi tecnologici di controllo a distanza di aree urbane pubbliche in ambiti territoriali che presentino particolari problematiche di sicurezza e per i quali la stessa non possa essere garantita con metodi tradizionali.
2. Gli enti locali devono presentare alla struttura competente, entro il 30 luglio di ogni anno, il piano di acquisto e di installazione dei dispositivi di cui al comma 1. La struttura competente inoltra il piano al Comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica, di cui all'articolo 20 della legge 1° aprile 1981, n. 121 (Nuovo ordinamento dell'Amministrazione della pubblica sicurezza), affinché esso attesti, entro 60 giorni dalla data di ricevimento del piano, l'indispensabilità dei dispositivi previsti dal piano ai fini di cui al comma 1.
3. Le risorse disponibili sono ripartite fra gli enti locali, proporzionalmente alla spesa sostenuta e, comunque, nella misura massima del 50% della spesa.
Articolo 5
(Risarcimento per danni patrimoniali conseguenti a reati)
1. Per far fronte ai danni patrimoniali arrecati a beni immobili di proprietà di persone fisiche o giuridiche, in conseguenza di reati commessi nel territorio della Regione, è istituito nel bilancio regionale apposito fondo. Per i pubblici esercizi, il risarcimento è esteso alle strutture mobili e agli arredi funzionali all'attività posti sul suolo pubblico.
2. Il risarcimento è escluso quando gli interessati possono beneficiare di altre forme di indennizzo, risarcimento o reintegrazione comunque denominate, a qualsiasi titolo provenienti da soggetti pubblici o privati.
3. Il risarcimento è liquidato, limitatamente ai danni subiti dalle parti in diretto affaccio sul suolo pubblico, sino ad un massimo dell'80% del valore del bene danneggiato, attestato da perizia di stima asseverata, e a condizione che sia stata depositata formale denuncia del danno all'autorità competente.
4. Il comportamento doloso o colposo del richiedente nel cagionare il reato o nell'aggravare le conseguenze dannose dello stesso, accertato con sentenza definitiva, determina il decadimento dal diritto al contributo e, in caso di avvenuta erogazione, la revoca dell'importo assegnato.
CAPO III
INSTALLAZIONE O AMMODERNAMENTO DI DISPOSITIVI DI SICUREZZA IN ABITAZIONI PRIVATE
Articolo 6
(Dispositivi di sicurezza)
1. La Regione, al fine di garantire ai cittadini una maggior sicurezza contro la criminalità, concede contributi per concorrere alle spese di installazione o ammodernamento, nelle abitazioni private, dei seguenti dispositivi di sicurezza:
a) impianti d'allarme antintrusione;
b) porte blindate;
c) telecamere;
d) vetri antisfondamento;
e) videocitofoni;
f) ogni altro dispositivo, individuato ai sensi dell'articolo 10, comma 2, lettera c), finalizzato a prevenire il rischio del compimento di atti illeciti.
Articolo 7
(Soggetti beneficiari)
1. Le persone fisiche residenti in Valle d'Aosta possono presentare la domanda per il contributo di cui all'articolo 6 relativamente ad immobili ad uso abitativo, siti nel territorio della regione e con destinazione di prima casa, dei quali sono proprietarie o conduttrici.
2. I condominii siti nel territorio della regione possono accedere al contributo per l'esecuzione di impianti di cui all'articolo 6, comma 1, lettere b), c), d), e), f).
Articolo 8
(Condizioni per la concessione del contributo)
1. Costituiscono condizioni per l'accesso al contributo la presentazione della dichiarazione di conformità, rilasciata, ai sensi e per gli effetti di cui alla legge 5 marzo 1990, n. 46 (Norme per la sicurezza degli impianti), dalle imprese esecutrici dell'installazione o dell'ammodernamento degli impianti, e l'esibizione in originale dei documenti fiscali dei costi sostenuti per gli interventi per i quali si richiede il finanziamento regionale.
2. Sono ammessi a contributo esclusivamente le unità immobiliari censite all'ufficio del catasto o di cui sia stato richiesto l'accatastamento e di cui risulti regolarmente pagata, se dovuta, l'imposta comunale sugli immobili.
3. Il contributo del presente capo non è cumulabile con altre provvidenze erogate da enti pubblici.
4. La domanda di contributo deve essere presentata, a pena di decadenza, entro 90 giorni dall'ultimazione dei lavori per l'installazione dei dispositivi.
Articolo 9
(Entità e rinnovabilità del contributo)
1. L'entità complessiva del contributo previsto dall'articolo 6 è pari al 50% della spesa riconosciuta ammissibile e comunque non può essere superiore a 2.000,00 euro per i privati e a 5.000,00 euro per i condominii.
2. Il contributo può essere concesso al beneficiario per una sola unità immobiliare abitativa e può essere rinnovato, al medesimo beneficiario o per la medesima unità immobiliare abitativa, solo se sono trascorsi 12 anni dall'erogazione.
3. In caso di calamità naturali, i limiti di cui al comma 2 non trovano applicazione.
4. Il contributo di cui all'articolo 6 è erogato nel limite delle risorse stanziate annualmente a bilancio. Eventuali domande di erogazione non finanziate per indisponibilità dei fondi possono essere ripresentate, in deroga al termine di cui all'articolo 8, comma 4, entro il 31 gennaio dell'anno successivo a quello di presentazione della domanda.
CAPO IV
DISPOSIZIONI FINALI
Articolo 10
(Struttura competente)
1. Entro 60 giorni dall'entrata in vigore della presente legge, la Giunta regionale individua la struttura competente all'istruttoria delle domande presentate ai sensi dei capi II e III.
2. La Giunta regionale stabilisce inoltre:
a) i termini e le modalità per la presentazione delle domande e per l'istruttoria delle stesse;
b) le modalità per l'erogazione dei benefici e per l'eventuale revoca degli stessi;
c) la tipologia degli eventuali dispositivi di cui all'articolo 6, comma 1, lettera f).
Articolo 11
(Disposizioni finanziarie)
1. L'onere derivante dall'applicazione della presente legge è determinato in euro 525.000,00 per l'anno 2004 e in annui euro 575.000,00 a decorrere dall'anno 2005.
2. L'onere di cui al comma 1 trova copertura nello stato di previsione della spesa del bilancio della Regione per l'anno finanziario 2004 e di quello pluriennale per il triennio 2004/2006:
a) nell'obiettivo programmatico 2.2.5.01. (Formazione professionale) per le finalità di cui all'articolo 3;
b) nell'obiettivo programmatico 2.1.1.03. (Speciali interventi) per le finalità di cui all'articolo 4;
c) nell'obiettivo programmatico 2.1.6.03. (Partecipazione ad altre iniziative) per le finalità di cui all'articolo 5 e al capo III.
3. Al finanziamento dell'onere di cui al comma 1 si provvede:
a) per euro 525.000,00, a decorrere dall'anno 2004, mediante l'utilizzo degli stanziamenti iscritti nell'obiettivo programmatico 3.1 (Fondi globali) al capitolo 69000 (Fondo globale per il finanziamento di spese correnti) a valere sui seguenti accantonamenti previsti all'allegato 1 al bilancio di previsione della Regione per l'anno 2004 e a quello pluriennale per il triennio 2004/2006:
1) B.1.1. (Attuazione del piano energetico ambientale ), per euro 500.000,00;
2) B.2.1. (Norme per la tutela del consumatore), per euro 20.000,00;
3) C.1. (Nuova disciplina dell'agriturismo. Abrogazione della legge regionale 24 luglio 1995, n. 27 e del regolamento regionale 14 aprile 1998, n. 1), per euro 5.000,00;
b) per euro 50.000,00, a decorrere dall'anno 2005, in sede di legge finanziaria ai sensi della legge regionale 20 novembre 1995, n. 48 (Interventi regionali in materia di finanza locale).
4. Per l'applicazione della presente legge, la Giunta regionale è autorizzata ad apportare, con propria deliberazione, su proposta dell'assessore regionale competente in materia di bilancio e finanze, le occorrenti variazioni di bilancio.
Président - La parole au rapporteur, le Conseiller Lattanzi.
Lattanzi (CdL) - La sicurezza del territorio e dei cittadini è uno dei compiti prioritari ai quali devono tendere le istituzioni. Oggigiorno il cittadino è costretto a pensare ed agire in proprio per aumentare la propria sicurezza, adottando una serie di misure onerose. Il cittadino sopperisce in parte alle carenze delle istituzioni; è pertanto giusto che queste ultime riconoscano, anche in termini economici, questo sforzo individuale a beneficio dell'ordine pubblico.
La presente legge colma un vuoto che isolava la Valle d'Aosta dalle altre Regioni, molte delle quali hanno già legiferato in materia ed altre si apprestano a farlo. La problematica ha pertanto già acquisito cittadinanza istituzionale e non può, pertanto, essere minimizzata inserendola nell'affollato filone delle semplici leggi di contributo. La legge prevede, infatti, una serie di interventi coordinati mirati a contenere il fenomeno della criminalità comune, ripartendo le azioni sia sugli enti locali, ossia le realtà istituzionali più "vicine" ai cittadini, sia sui cittadini stessi.
La legge è strutturata in 4 capi. Il primo contiene le finalità e i principi (articolo 1). Il capo II è dedicato alla sicurezza del territorio e, sostanzialmente, si divide tra la parte dedicata agli enti locali per i quali sono previste particolari procedure atte a velocizzare il recupero di aree urbane degradate (articolo 2); la parte relativa al sostegno finanziario per l'attività formativa dei Vigili di quartiere (articolo 3) nei comuni con più di 3.000 abitanti. A completamento di questo primo segmento di interventi si pone il finanziamento, nella misura del 50% dei costi sostenuti, per l'acquisto e l'installazione di strumenti tecnologici di controllo a distanza da parte di amministrazioni locali (articolo 4), purché rientranti in piani preventivamente approvati. Un altro importante aspetto affrontato in legge (articolo 5) è il risarcimento, nel limite massimo del 80%, dei danni patrimoniali conseguenti a reati subiti da beni immobili in diretto affaccio sul suolo pubblico regionale. L'indennizzo per i pubblici esercizi è esteso alle strutture mobili, quali "dehors" ed espositori funzionali all'attività.
Il capo III della legge prevede l'erogazione di contributi, alle sole persone fisiche residenti in Valle ed ai condominii ubicati sul territorio regionale (articolo 7) - rispettivamente con il limite di euro 2 mila ed euro 5 mila - a copertura del 50% delle spese sostenute per l'installazione o ammodernamento di dispositivi di sicurezza in abitazioni private (articolo 6).
Il capo IV prevede che l'attuazione della normativa e l'istruttoria delle varie tipologie di finanziamento sia demandata ad una struttura competente (articolo 10), che dovrà essere individuata con deliberazione di Giunta entro 60 giorni dall'approvazione della legge. All'Esecutivo regionale compete, inoltre, stabilire ulteriori modalità e termini in applicazione della presente normativa. L'impegno finanziario (articolo 11), stimato per il corrente anno, ammonta a 525 mila euro, equivalenti a circa 0,25% delle risorse a bilancio. I fondi sono stati così ripartiti: 150 mila euro per l'istituzione del fondo per l'indennizzo di azioni criminali; 350 mila euro per contributi in conto capitale ai privati per l'installazione dei dispositivi di sicurezza; 25 mila euro per i corsi formativi dei vigili di quartiere.
Per quanto attiene ai piani di riqualificazione le risorse - non quantificate e non quantificabili a priori - vengono attinte dai fondi esistenti per l'edilizia pubblica. Nessuna spesa, infine, è prevista per il corrente esercizio in relazione ai contributi agli enti locali (articolo 4), in quanto l'iter previsto in legge - impostato in modo tale da poter inserire nel bilancio di previsione le somme occorrenti - determinerà oneri solo dal 2005, con una previsione iniziale di 50 mila euro.
Permettetemi di ringraziare il Consigliere Lanièce, che ha voluto portare nella sua commissione la presente legge ed esserne il relatore.
Président - Je déclare ouvert le débat. La parole au Conseiller Frassy.
Frassy (CdL) - Nell'entrare nella discussione generale su questa proposta di legge, penso che vada ricordato il lungo iter che ne ha caratterizzato l'approdo in aula. Depositata dal nostro gruppo il 17 febbraio 2003, rimase circa 60 giorni alla ricerca di quelle coperture finanziarie necessarie per poter gestire i capitoli che prevedevano degli oneri sul bilancio della Regione; dopo questi 60 giorni a peregrinare fra gli uffici finanziari, è stata finalmente assegnata dal Presidente del Consiglio alle competenti commissioni consiliari. Il termine ordinario dei 60 giorni è stato successivamente prorogato di altri 30 giorni - come prevede il Regolamento - e così siamo arrivati all'iscrizione in aula il 4 agosto. Non mi sto confondendo, in quanto, pur essendo oggi il 4 novembre, la legge approdò una prima volta in aula il 4 agosto; per un insieme di valutazioni, la stessa venne rinviata nuovamente in commissione, al fine di ulteriori approfondimenti.
Oggi finalmente siamo in Consiglio, dove potremo confrontare le posizioni, le motivazioni e i presupposti che stanno alla base di questo progetto di legge. È evidente, per i colleghi che hanno avuto la volontà di approfondire questo argomento, che motivazioni e presupposti di questo articolato si evincono fin dal titolo, che è significativo perché parla del problema della sicurezza; problema che pensiamo di non aver inventato noi, ma pensiamo di averlo recepito da una situazione reale che il territorio di questa regione e la comunità di questa Valle stanno subendo (e sottolineo il verbo "subire").
Perché questa legge? Abbiamo ritenuto che ci fossero una serie di situazioni che richiedessero un intervento legislativo, un intervento dell'Amministrazione regionale. Le questioni inerenti la sicurezza dei cittadini e l'ordine pubblico devono essere accollate all'intervento delle istituzioni, e noi ci rendiamo conto come ci siano risposte carenti su questi argomenti, perché forse non tutti gli attori della "filiera istituzionale" stanno svolgendo con la medesima convinzione i ruoli che devono portare avanti sul territorio, per garantirne la sicurezza e l'agibilità.
Fin dalla primavera scorsa, lo Stato, il Governo, in particolare, ha dato il via in maniera sperimentale nei centri medio-piccoli alla figura del poliziotto di quartiere, coinvolgendo l'Arma dei Carabinieri e la Polizia di Stato; la città di Aosta è l'unica realtà istituzionale a livello regionale che ha potuto sperimentarne l'avvio, ma le problematiche alle quali lo Stato deve far fronte hanno più riferimento alla macrocriminalità, alle infiltrazioni di tipo mafioso, alla criminalità organizzata.
Sul territorio c'è l'Amministrazione regionale, sul territorio ci sono le amministrazioni comunali e sono sicuramente queste che devono dare delle risposte ai cittadini per quella che viene impropriamente definita "microcriminalità"; microcriminalità, sì, perché in effetti è una criminalità che non dà grosse preoccupazioni alle istituzioni in quanto tali e dà peraltro grosse preoccupazioni ai cittadini, perché va ad attentare alla serenità familiare e personale, in una parola: alla sicurezza dei cittadini.
Abbiamo pensato che l'Amministrazione regionale, la quale fra l'altro ha una sua competenza in materia di polizia locale, che le deriva da una lontana norma di attuazione, debba farsi promotrice di una serie di interventi miranti a dare delle risposte. I dati della criminalità, che penso ognuno di noi abbia avuto modo di leggere sulla stampa locale in questi mesi - ma direi in questi anni -, sono dati che, pur nella dimensione ridotta nella nostra regione, sono tuttavia in aumento: reati per furti di autoveicoli o in appartamento sono in crescita esponenziale. L'insieme dei dati dà, nel triennio, un incremento della microdelinquenza con punte del 60%, a seconda delle zone e a seconda dei settori monitorati: furti in appartamento, "in primis", e di autoveicoli, subito dopo.
A fronte di questa situazione, che è reale e non inventata a tavolino per presentare una legge in Consiglio regionale, i primi ad essere preoccupati sono stati i sindaci di quei comuni che, per situazioni ritengo di tipo semplicemente geografico, fanno i conti quotidianamente con questa microdelinquenza, la quale spesso ha radici fuori Valle, ma che organizza queste trasferte per effettuare furti in appartamenti, furti di autoveicoli, borseggi, scippi e quant'altro. Hône, Bard e Donnas sono i comuni - pur nelle loro piccole dimensioni - più colpiti; penso che il Consigliere Praduroux abbia sperimentato, di persona, la portata di questa ondata di microcriminalità che si insinua nelle case, cogliendo le persone anche nel momento in cui stanno riposando. Hanno messo in piedi una serie di iniziative dichiarate ai media; avevano ipotizzato di mettere in piedi una serie di circuiti di televigilanza con l'installazione di punti fissi e di telecamere, ma, a distanza di poco più di 6 mesi da quelle dichiarazioni, abbiamo appreso - sempre dai titoli dei giornali - che per un insieme di situazioni tecniche legislative e, forse, anche di tipo economico, quei progetti sono stati rimessi nei cassetti. In buona sostanza queste amministrazioni della bassa Valle non sono riuscite a concretizzare quelle misure minime che avrebbero dovuto garantire maggiore sicurezza ai loro concittadini. Non meno evidente è il problema nel capoluogo regionale, dove è notorio che in maniera ormai sistematica settimanale si verificano episodi soprattutto di atti vandalici. Nottetempo, le vie di Aosta, gli edifici di Aosta, le infrastrutture del centro di Aosta sono oggetto delle attenzioni criminali di questi teppisti, che sfogano le loro ire represse su beni pubblici o privati.
I dati del "PREFIN" che abbiamo discusso un mese fa hanno confermato, nei dati statistici iniziali, l'incremento della microcriminalità; ci domandiamo allora se sono esagerazioni di tipo giornalistico o se sono carenze di tipo istituzionale... Un dato interessante riguarda la percentuale di presidi di sicurezza per ogni 100 km. quadrati. Nella nostra regione questa percentuale di presidio è 1,35 - perché nelle statistiche entrano anche le virgole - ogni 100 km. quadrati. Ora, il dato in assoluto può dire poco o nulla, ma in realtà del nord - perché non voglio andare in realtà particolari come Napoli dove i presidi per ogni 100 km. quadrati sono del 21,26 - come Brescia, Reggio Emilia, e tante altre città del nord Italia, la percentuale è doppia perché è intorno al 3,... Gli operatori per presidio nella nostra regione sono poco più di 20 (20,89) e, anche qui, la media è superiore al 20.
Ci siamo convinti che bisognava intervenire con un provvedimento legislativo e devo dire che non siamo sicuramente dei pionieri, non siamo i primi ad intervenire in questo settore, perché a partire dal 1990 con una prima regolamentazione attuata dalla Regione Sicilia, via via, nel tempo, altre Regioni hanno legiferato in materia: Lazio, Toscana e Provincia di Trento nel 2001, il Veneto, l'Umbria, le Marche nel 2002, la Lombardia, l'Emilia Romagna, la Campania nel 2003 e il Piemonte nel 2004: questo dimostra che ci sono degli spazi nell'ambito delle competenze legislative per tentare degli interventi che diano delle risposte.
Dobbiamo dire che nelle regioni in cui si è legiferato le risposte sono state le più svariate, arrivando ad istituire - come ha fatto la Regione Lombardia - una polizza gratuita per antiscippi e furti, nel senso che con un premio intorno ai 2 miliardi di vecchie lire dal 2001 garantisce, seppur sotto forma assicurativa, un minimo di indennizzo ai cittadini lombardi che subiscono scippi e furti. Ci sono diversi comuni della Provincia di Bergamo, che - anch'essi in tempi recenti - hanno stipulato delle polizze a favore dei cittadini, coprono quegli interventi che ritengono come primari: dall'intervento dello psicologo nei confronti di violenze che possono coinvolgere la persona fisica dello sfortunato cittadino, sino ad interventi di pronta risistemazione delle serrature, ai vetri infranti..., nel senso che la fantasia del legislatore nelle regioni in cui si è affrontato il problema non ha limiti.
Nell'articolare questa proposta di legge abbiamo cercato di evitare un intervento di tipo meramente assistenziale, tanto che - come già detto da chi ha illustrato il disegno di legge nel dettaglio degli articoli e dei capi - c'è una prima parte che si occupa delle questioni di governo del territorio per tutta una serie di situazioni che possono comportare interventi di tipo urbanistico, allo scopo di risanare delle situazioni di degrado in zone dove l'utilizzo di risorse pubbliche potrebbe contribuire a recuperare una situazione di agibilità delle aree stesse. Non riteniamo che questa sia una legge di meri contributi, perché tra le problematiche che definiamo qualificanti di questo disegno di legge, oltre alla riqualificazione urbana, vi è tutto il capitolo incentrato sul vigile di quartiere.
Dobbiamo dire che questo progetto di legge ha suscitato parecchio interesse nell'ambito delle audizioni esterne e dei pareri esterni che sono stati espressi durante l'iter del disegno di legge; a fronte di queste premesse, ci sarebbe stato da aspettarsi che oggi il Consiglio regionale si apprestasse a discutere nel merito la problematica con la normale dialettica politica che porta ad emendare e a modificare i disegni di legge. Oggi, invece, ci troviamo a discutere di tale disegno di legge con un parere negativo espresso dalle commissioni, parere che non può lasciarci indifferenti, soprattutto alla luce delle situazioni che ho cercato di riassumere, ma soprattutto alla luce delle dichiarazioni effettuate nell'iter di esame di questo disegno di legge. Vorrei ricordare che lo stesso, anziché essere esaminato in tempi rapidi - come spesso accade ai disegni di legge presentati dall'Esecutivo, che nonostante i 60 giorni di tempo concessi dal Regolamento normalmente vengono licenziati dalle commissioni in 15 giorni -, questo disegno di legge ha avuto necessità di un ulteriore approfondimento istruttorio: 60+30, 90 giorni per l'esame delle commissioni, poi è andato in aula, è tornato nuovamente in commissione per un altro iter supplementare istruttorio di altri 30 giorni.
Devo dire che non possiamo non essere perplessi quando, a seguito delle richieste dei presidenti delle commissioni che lo esaminavano per approfondire in seno alla maggioranza la materia, il presidente di una delle commissioni esaminanti la materia, il collega Rini, ha dichiarato che il voto contrario è un "voto tecnico", "non è un voto ai contenuti dell'articolato..." - leggo testualmente la dichiarazione che ha rilasciato all'ANSA - "... che presenta aspetti positivi, ma che in alcune parti deve essere approfondito e meglio sviluppato". Noi lo abbiamo detto fin dal confronto in commissione che questo era un disegno di legge aperto, un disegno di legge che - come tutte le ipotesi - è perfettibile, che non aveva la presunzione di essere perfetto e predefinito e che era aperto ai contributi. Domando allora al Presidente Rini quali sono le sedi e soprattutto i tempi per questi approfondimenti, se dal 14 aprile, data in cui è stato assegnato alle commissioni, al 4 novembre non c'è stato il modo e il tempo per entrare nell'argomento!
Devo dire altresì che anche il parere espresso dal Consiglio permanente degli enti locali è sorprendente perché, pur esprimendo un parere negativo, - leggo testualmente - afferma: "L'assemblea ha tuttavia espresso soddisfazione per la volontà di affrontare le problematiche inerenti la sicurezza del territorio e la prevenzione della criminalità e auspica un coinvolgimento degli enti locali nella definizione legislativa". Vorrei sapere se questa soddisfazione è rivolta a una mera affermazione di principio o a qualche iniziativa che ci sfugge, che in seno alla maggioranza qualcuno sta coltivando!
Sappiamo che nel dicembre 2003 questa Giunta aveva costituito un gruppo di lavoro per analizzare tutta una serie di tematiche inerenti la sicurezza e, fra le questioni poste, in quella deliberazione di Giunta si faceva riferimento alle problematiche di sicurezza dei cittadini e alla microcriminalità. La deliberazione concludeva che il gruppo di lavoro avrebbe dovuto presentare delle proposte entro il mese di ottobre 2004. Siamo a novembre, è passato un anno da quando questo gruppo di lavoro è stato istituito, ma non abbiamo avuto alcuna notizia sulle risultanze, nel concreto, delle riflessioni poste da tale gruppo!
Devo dire che non maggior fortuna ha avuto il Senatore Rollandin, il quale, molte volte, si picca di anticipare le situazioni! In un'ANSA del 31 luglio 2003 si diceva che il Senatore Rollandin ha già preso contatti con il Comandante generale dei Carabinieri, con l'intento di predisporre un adeguato piano in supporto alla sicurezza dei cittadini valdostani. Belle parole! I giornalisti scrivono e i politici parlano, ma è passato 1 anno e 1/2 da quelle dichiarazioni, non fatte da un oscuro consigliere comunale, ma fatte da uno dei "leader" del movimento di maggioranza assoluta!
E quali sono gli interventi adeguati, le risposte adeguate che voi, Consiglieri unionisti della bassa Valle date a questa regione e, in particolare, ai vostri concittadini? Qui ci sono diversi Consiglieri, non solo del gruppo "Union Valdôtaine", ma anche di altri gruppi, che rappresentano le istanze del territorio della media e della bassa Valle!
Non possiamo non sottolineare questa situazione, perché paradossalmente oggi potremmo trovarci a ritirare il nostro disegno di legge, sul presupposto che la maggioranza è stata più brava di noi nel presentare un'altra soluzione al problema! Noi, dopo 1 anno e 1/2 di dichiarazioni, dopo quasi un anno di discussioni intorno a questo disegno di legge, ci troviamo nell'imbarazzo di non aver potuto attivare un confronto sulle questioni sostanziali del problema! Problema che esiste, che molti di noi hanno toccato con mano per aver subito le problematiche di cui si occupa questo progetto di legge.
Non penso di dover aggiungere molto di più a quanto ho detto, perché ritengo che siano i fatti a parlare e i fatti sono le statistiche che ci fanno capire come in questa regione la microcriminalità stia aumentando e stia diventando un problema per la nostra comunità; i fatti sono questa proposta di legge - lo ribadisco: perfettibile - al momento l'unica risposta concreta alle preoccupazioni e ai timori della comunità valdostana; i fatti sono, purtroppo, il silenzio dei gruppi di maggioranza, ai quali compete, per una regola di democrazia, l'onere di governare e l'onere di dare delle risposte alle problematiche concrete.
Abbiamo assistito a "leggine" sugli argomenti più disparati, e mi piace sempre citare quella sul colore dei taxi - sicuramente non era un problema che poteva avere un grosso "appeal" nei confronti della comunità valdostana -, mentre sulla questione della sicurezza - che dovrebbe essere una delle preoccupazioni cardine di qualsiasi istituzione, perché non dimentichiamo che i meccanismi aggregativi si formano anzitutto per garantire certezza e sicurezza alla comunità a cui si rivolgono in termini di amministrazione - risposte non ce ne sono!
Non vorrei che, dopo l'equivoco che ha avvelenato la politica nazionale e la cronaca politica nazionale, ossia che l'Italia è l'unico Paese al mondo dove sostenere meno tasse per tutti crea reazioni isteriche, in considerazione del fatto che comunque una ragione c'è perché in Italia esiste un partito della spesa pubblica, che ha interesse a non diminuire le tasse per aumentare le risorse necessarie a mantenere un apparato clientelare necessario per produrre - per alcuni - consenso... In America abbiamo visto che chi ha vinto le elezioni è chi ha detto in maniera chiara che le tasse vanno contenute. Non vorrei, dicevo, al di là di questa "psicosi tutta italiana" ci fosse una "psicosi tutta valdostana", ossia che più sicurezza per tutti e più sicurezza per i cittadini venisse percepito come una devianza di tipo autoritario delle funzioni istituzionali.
Penso che non affrontare oggi il tema della sicurezza sia un elemento di insensibilità, da un certo punto di vista, ma anche di responsabilità da parte di chi, invece, ha il dovere di affrontare i problemi della comunità valdostana. Mi auguro che in questa sede, il silenzio che ha accompagnato il confronto che non c'è stato nelle commissioni, possa essere rotto da una serie di valutazioni concrete con tempistiche concrete, che ci dicano come, dove e quando questa maggioranza intenderà affrontare questo problema!
Si dà atto che, dalle ore 9,53, presiede il Vicepresidente Lanièce.
Presidente - La parola al Vicepresidente Nicco.
Nicco (GV-DS-PSE) - Accolgo l'invito del collega Frassy ad entrare nel merito di questa problematica per fare qualche considerazione su una proposta di legge che, certo, tocca una questione vera, reale, delicata. La questione della sicurezza personale e della comunità nel suo insieme è sicuramente, con poche altre - certezza del lavoro, sanità - una delle principali preoccupazioni dei cittadini. È una preoccupazione a cui non sempre abbiamo saputo, noi, in quanto istituzioni in generale - Stato centrale nelle sue diverse articolazioni, Valle d'Aosta, Consiglio, comunità locali -, dare delle risposte adeguate e convincenti. Un certo senso di insicurezza si è purtroppo insinuato anche in Valle d'Aosta, in alcune aree territoriali in particolare: è stata ricordata prima dal collega Frassy soprattutto la bassa Valle, direi anche in qualche zona, area, quartiere della città di Aosta, soprattutto in determinate categorie di persone che sono, in primo luogo, gli anziani.
Ora, non si tratta di fare dell'allarmismo, tanto più che la nostra situazione, se confrontata a quella di altre regioni, è ancora - come ci confermano frequentemente i responsabili dell'ordine pubblico - sotto controllo, non fra le più critiche, ma ciò non toglie che tale questione non debba essere costantemente presente nella nostra agenda dei lavori. Più che i fatti eclatanti, di cui peraltro incomincia ad esserci anche nella nostra Regione un certo incremento preoccupante, è sicuramente la cosiddetta "microcriminalità" - lo diceva bene prima il collega Frassy - a generare questo senso sempre più diffuso di insicurezza fra i cittadini; un susseguirsi di fatti che, in sé singolarmente presi, possono anche non essere degni di cronaca o quasi, ma che incidono nell'animo dell'individuo, del cittadino, della persona.
È capitato a tutti noi di raccogliere la testimonianza di qualche anziano, dell'angoscia che genera l'entrare nella propria abitazione, quando questa - considerata il luogo di protezione per eccellenza - è stata violata e quando le porte e le finestre sono state scardinate, le stanze sono state messe a soqquadro e, soprattutto, gli effetti più cari sono stati distrutti e calpestati. Spesso più ancora che gli oggetti di valore, sempre sostituibili, è proprio quest'altra componente, a volte magari una semplice ma insostituibile fotografia distrutta, a marchiare negativamente chi la violenza ha subito. E anche fra noi Consiglieri, chi non ha subito qualche visita poco piacevole? Fra questi il Consigliere Praduroux e anche probabilmente altri! Bene hanno fatto allora i colleghi di "Forza Italia" a riproporre la questione con questa loro iniziativa.
Credo che la discussione sia dunque sul modo in cui operare. All'articolo 1 della proposta di legge si indica tutta una serie di interventi. Penso che siamo tutti d'accordo sull'attuazione di progetti di riqualificazione urbana, indicati al punto a), che peraltro seguono procedure già ampiamente codificate in altre leggi; così come siamo tutti d'accordo con l'istituzione della figura del poliziotto-vigile di quartiere, oggi già possibile e, in certi casi, recentemente istituita. Su altri punti invece, quelli indicati con le lettere d) ed f), rafforzanti una tendenza già in atto, ovvero quella di instaurare un sempre più capillare ed occhiuto controllo del cittadino, esprimo la mia personale perplessità. Mi sembra un po' singolare che questa proposta venga da chi si autodefinisce "La Casa delle Libertà"... il rischio è che diventiamo poi troppo controllori del cittadino! Stiamo andando, colleghi, velocemente verso un controllo totale di ognuno di noi in ogni momento della propria vita, e qualche volta sarà pur opportuno questo controllo, ma credo che si stia passando il segno! Siamo riusciti, nel nostro piccolo, ad installare nel solo edificio - ora sede degli uffici - del Consiglio 40 telecamere. Su un altro livello, un livello globale, opera già da tempo il "Grande Fratello": 120 satelliti spia capaci di controllare l'intero globo, di intercettare, di selezionare, di registrare ogni forma di comunicazione elettronica, telefonate, mail, fax. Ogni respiro nostro fra un po' sarà registrato da qualche parte... manca solo che anche a noi, come ai cani, si infili un "microchip" sotto la pelle e poi più nessuno sfuggirà!
Qualche preoccupazione, via via accentuata, l'ha espressa giustamente anche il garante per la protezione dei dati personali, che si è sentito in dovere, lo scorso 29 aprile, di emanare precise norme sulla videosorveglianza con un riferimento esplicito ai soggetti pubblici. Dice il garante: "Si è constatato che taluni soggetti pubblici si propongono abusivamente quale scopo della videosorveglianza, finalità di sicurezza pubblica, prevenzione o accertamento dei reati, che invece competono solo ad organi giudiziari o di Polizia giudiziaria oppure a Forze armate". Qualche comune, anche della nostra regione, che si era un po' indirizzato su questa via, credo che, proprio alla luce di questo provvedimento, stia rivedendo le proprie posizioni. Controllo sistematico che si è rivelato, anche in certi casi anche emblematici, del tutto inefficace... Paradossale il caso dell'11 settembre, con i terroristi filmati, fermati, controllati e tranquillamente saliti sugli aerei!
Serve continuare su questa strada, potenziare questa attività di controllo singolo del cittadino, del territorio, in tal modo e con questi strumenti? Credo che serva a chi opera nel settore a vari livelli, serve alle aziende che producono i vari e sempre più sofisticati marchingegni: interessi economici colossali. Ieri, il collega Frassy, parlando della legge sulla sicurezza relativa alle piste da sci, parlava di una "lobby" dei produttori dei caschi; credo che ci sia anche una potente "lobby" della produzione di questi sofisticati marchingegni! Serve sicuramente al proliferare degli operatori della sicurezza. Con tutto il rispetto e la comprensione per il lavoro difficile che svolgono quegli operatori, con un ragionamento di ordine generale, vediamo un certo preoccupante proliferare di varie agenzie, corpi privati. Si tratta di settori in piena espansione anche verso l'estero, come si è visto nelle recenti vicende irachene. Mi chiedo se tutto ciò serva veramente ai cittadini, alla loro sicurezza!
Per quanto mi riguarda, vorrei una società in cui ci fosse il massimo di libertà, il massimo di rispetto della "privacy" dell'individuo in tutte le sue sfere, il minimo di controlli, il minimo di disposizioni vincolistiche, ma, nel contempo, ci fosse il massimo di responsabilizzazione personale. Vorrei una società in cui il deterrente vero non fosse una "ragnatela" di controllo, non fosse la "militarizzazione" del territorio, ma fosse, invece, la certezza della pena, l'ineludibilità della pena per chi trasgredisce: è questo l'anello debole vero della catena. Infatti, nulla c'è di più incerto in Italia della certezza della pena! Perfettamente inutile installare nuovi strumenti tecnologici di controllo, se poi la persona individuata, fotografata, indicata e magari arrestata, dopo 2 giorni sarà di nuovo libera di ricominciare a delinquere, come le cronache dei giornali, anche quelle locali, ogni giorno, purtroppo, drammaticamente ci testimoniano!
È tutto il "pianeta giustizia" ad essere profondamente "in coma"; basta leggere le annuali relazioni del Procuratore generale della Repubblica... nell'ultima, il Procuratore Favara scrive testualmente: "La giustizia è innegabilmente ancora in crisi, soprattutto a causa della sua scarsa efficienza e della lentezza dei processi, il vero punto dolente del sistema, con un generalizzato e consistente aumento di durata dei procedimenti. "Ora siamo giunti a 1589 giorni di media di un procedimento penale..." - e il collega Frassy lo sa meglio di me - "... dalle indagini preliminari all'appello, senza contare l'eventuale ricorso in Cassazione, per non parlare poi della prescrizione, che dovrebbe essere cancellata in una società civile e che oggi assicura invece l'impunità, pressoché garantita, a ladruncoli e delinquenti di varia natura".
Qualche anno fa, il Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura affermava testualmente che: "L'attuale sistema è costituito in maniera tale che la prescrizione dei reati è quasi una certezza"! Credo che la giustizia sia uno dei veri nodi, che esula evidentemente da questo Consiglio.
Tornando più concretamente alla proposta dei colleghi della "Casa delle Libertà", alla tipologia di intervento definita al punto e)... Immagino che questa sia una provocazione. Da parte di chi, da sempre, si batte contro l'assistenzialismo di ogni tipo non me lo sarei proprio aspettato, o... forse non ho letto bene: "un fondo a favore di persone fisiche o giuridiche che hanno subito danni patrimoniali conseguenti a reati"! A parte il fatto che esistono le assicurazioni private, a cui persone fisiche o giuridiche possono rivolgersi e si rivolgono... ma che la Regione, oltre ad intervenire a sostegno di tutto - come già fa - l'immaginabile e l'inimmaginabile, ora debba anche mettersi a risarcire i furti, mi sembra eccessivo! Qui più che "Casa delle Libertà", siamo "Casa dell'assistenza", collega Frassy! Qui è la fantasia al potere! Noi, della maggioranza, "Union" e "DS", siamo dei "novellini" che tutto hanno da imparare!
Il problema della sicurezza è tuttavia un problema molto serio, su cui credo ci sia uguale sensibilità da tutti i punti dello schieramento politico. Vi è sicuramente la necessità di un miglior coordinamento degli apparati esistenti, la necessità di sinergie, di un loro migliore utilizzo. A chi non è capitato di incrociare una pattuglia di Carabinieri mentre sta minuziosamente controllando un mezzo - magari non proprio dell'ultima generazione - di qualche operatore nel settore dell'edilizia? Forse nel quadro delle priorità ci sarebbero interventi più urgenti e più utili alla comunità! Soprattutto, vi è la necessità di lavoro comune fra apparati dello Stato ed enti locali: si è cominciato ad operare in questo senso, ma c'è molto lavoro da fare, coinvolgendo, responsabilizzando, l'assieme delle comunità locali. Chi meglio dei sindaci e degli amministratori comunali conosce i propri amministrati e può segnalare, deve, dovrebbe segnalare le anomalie esistenti, anche senza la necessità di filmare 3 volte al giorno i propri cittadini? Una collaborazione anche, per certi tipi di problematiche, con altre istituzioni locali, con le parrocchie, ad esempio; sulla droga, in primo luogo, che così spessa s'intreccia e fa da sfondo alla microcriminalità.
Vorrei ricordare un caso esemplare: l'appello che è stato pubblicato congiuntamente dal Parroco di Issogne e dall'Assessore comunale alle politiche sociali di quel comune su "Le Réveil", organo delle parrocchie della bassa Valle, dal titolo significativo: "Chi sa, parli". Probabilmente anche le notizie che abbiamo appreso, oggi, dal giornale, su interventi in questo settore trovano la loro origine in questo tipo di collaborazione! Credo poi che - anche se non vedo il Presidente -, il Governo regionale potrebbe darci delle indicazioni su quello che già si sta facendo in detta materia.
In conclusione, esprimo, per quanto mi concerne, apprezzamento per l'iniziativa dei colleghi della "Casa delle Libertà", per aver voluto portare in Consiglio con questa proposta di legge una problematica che tocca sempre più anche la comunità valdostana, ma non condivido personalmente la filosofia generale che ne sta alla base e le proposte che vengono fatte per affrontarla.
Presidente - La parola al Consigliere Borre.
Borre (UV) - Vorrei anch'io aggiungermi a quanto detto dal Consigliere Nicco, che non è vero che questo Consiglio sia insensibile al problema e per questo ringrazio - come ho fatto in commissione - i Consiglieri proponenti, per averlo portato, con la loro proposta di legge, all'attenzione del Consiglio. Proposta di legge che, è vero, ha subito dei ritardi e delle sedute con poche risposte, ma fin dall'inizio abbiamo detto che tale proposta doveva essere attentamente vagliata, perché sul fatto della sicurezza del cittadino qualcosa deve essere fatto, senza andare ad estremizzare il problema e ad enfatizzarlo, in quanto c'è il rischio di creare una regione di forza pubblica!
Qui continuiamo a chiedere controlli da tutte le parti... l'altra sera, ho assistito ad una riunione della Giunta del Comune di Aosta in un quartiere dove le lamentele più grosse, rivolte al sindaco e all'assessore competente, erano quelle della mancanza dei vigili per reprimere le soste abusive! Poi, quando l'assessore ha fatto presente che eravamo dentro una sala e fuori c'erano una trentina di macchine in sosta abusiva sul marciapiede, di proprietà dei signori presenti in sala, allora si è cominciato a capire che è vero che si cerca sempre la repressione, ma diretta agli altri, perché quando capita a noi si comincia a dire che la legge non va bene, questa è troppo severa, bisognerebbe rivederla! Al di là di questo, nella proposta di legge della "Casa delle Libertà" ci sono dei punti estremamente condivisibili, che sono quelli legati alla sicurezza, mentre ve ne sono altri che non possono esserlo, e sono quelli legati ai contributi. Lo ha spiegato bene il Consigliere Nicco e non mi sto di nuovo a dilungare su questo punto.
Il Presidente della Giunta, in occasione dell'audizione in commissione, ha fatto presente che era stato costituito, a febbraio, un gruppo di lavoro che comprendeva funzionari regionali, rappresentanti degli enti locali, delle Forze dell'ordine, per creare una legge che era legata - se vogliamo - alla revisione della Polizia urbana, ma anche con un capitolo legato alla sicurezza del cittadino, ed aveva annunciato alcune intenzioni: quelle di mettere in moto un meccanismo che permettesse un miglior coordinamento fra le Forze dell'ordine, quindi un utilizzo più razionalizzato sul territorio, che guardasse di più alla sicurezza del cittadino. Inoltre, si faceva menzione anche ad una attenzione ai quartieri degradati, al problema del sociale; quindi la legge doveva comprendere questi momenti, quelli che permettono lo sviluppo del problema di rapine o di droga.
Questo progetto di legge non è andato in porto per il 4 novembre, ma dovrebbe arrivare alle commissioni in tempi brevi, e comprende una gran parte delle richieste espresse dalla legge della "Casa delle Libertà". Pertanto mi sentirei di chiedere ai proponenti di ritirare la loro proposta e di verificare in commissione se certi contenuti della loro legge - quelli che abbiamo già citato, legati alla sicurezza, ma non ai contributi, perché non siamo propensi ad accettare regole che diano contributi per acquistare videocamere oppure per risarcire danni a chi viene derubato, invece siamo più che attenti ai problemi che sono sollevati in alcune delle richieste della "Casa delle Libertà" - ... quindi, se i proponenti sono d'accordo, chiederei loro di ritirare tale legge e, quando arriverà in commissione quella della Giunta, li esorterei a vedere quali sono gli aggiustamenti che possono essere fatti per mettere insieme anche le loro richieste.
Presidente - Se nessun altro chiede la parola, dichiaro chiusa la discussione generale.
La parola al Consigliere Frassy.
Frassy (CdL) - Colleghi, intervengo malvolentieri a conclusione di questo dibattito, che forse è stato imbarazzante, per i pochi che vi hanno partecipato.
Vedete, colleghi Nicco e Borre - che rappresentate la maggioranza -, alle vostre parole ha fatto eco il silenzio dai banchi della Giunta e, di conseguenza, diventa difficile accogliere delle richieste che si basano su parole non supportate da fatti concreti, nel senso che la problematica della sicurezza non è nata ieri sera, collega Borre... la sicurezza è una problematica già percepita e patita dalla nostra comunità nel febbraio del 2004, quando abbiamo depositato questo disegno di legge, tanto che la Giunta, di questo fatto, non è consapevole, perché nel dicembre 2003 la Giunta aveva istituito il gruppo di lavoro che doveva dare delle risposte entro l'ottobre 2004!
È evidente che tutto può essere modificato e visto sotto un'altra prospettiva! Il problema è che mancano i suggerimenti e, a fronte di una totale assenza di questi, sui quali confrontarci, riteniamo che detta proposta, con tutti i limiti che può avere, non possa essere ritirata! Ritirarla vorrebbe dire rinunciare comunque a comunicare alla comunità valdostana che c'è qualcuno che ritiene che, fra le tante priorità, quella della sicurezza ai cittadini sia una delle prime!
Devo dire che ho qualche imbarazzo a commentare alcune considerazioni fatte sulla nostra proposta di legge, perché quando da parte del partito di maggioranza assoluta si dice che voi siete contrari ai contributi, è poco credibile... una delle caratteristiche dell'"Union Valdôtaine" come forza di governo è stata sempre quella di governare i contributi, ossia di sovrastare all'erogazione di un meccanismo di contribuzione spesso anche definito "a pioggia"! Pensiamo che non ci sia da scandalizzarsi ad ipotizzare in legge dei contributi ai cittadini per attrezzarsi a contrastare un'inerzia dettata da un insieme di situazioni da noi esplicitate nella relazione di accompagnamento, una situazione di inerzia della pubblica amministrazione. Certo che è difficile effettuare il confronto in aula, ma dobbiamo anche dire che le vostre perplessità, colleghi di maggioranza, al di là di questi interventi sui massimi sistemi, come ha anche fatto il collega Nicco: la certezza della pena, la sinergia fra le Forze dell'ordine - concetti comunque condivisibili, ma che nel concreto non ci portano a risolvere o tentare di risolvere il problema -, questi ragionamenti, potevano essere fatti nel percorso di commissione, con proposte concrete, che potevano essere quelle di emendare la legge in alcune sue parti!
Vorrei dire, ad esempio, che noi saremmo stati soddisfatti di un'ipotesi che ci avesse consentito di procedere per gradi, ma di procedere; di stralciare delle parti sulla consapevolezza che, piuttosto che niente, era meglio avere qualcosa, e che quel qualcosa poteva essere un rafforzamento della presenza sul territorio delle istituzioni pubbliche, i comuni in particolare, attraverso la figura del vigile di quartiere, anche perché riteniamo sia più importante capire le situazioni movibili sul territorio che non elevare contravvenzioni, come sembra essere ormai l'unico compito residuale rimasto alle Polizie municipali! Poi, su un diverso progetto di legge, su una comprensione di quello che ha fatto il gruppo di lavoro, avremmo potuto anche fare valutazioni diverse!
Non voglio essere io a giustificare il Presidente della Regione - il quale, mi sembra, debba essere giustificato per la concomitanza della data del 4 novembre, che immagino lo porti ad espletare funzioni di rappresentanza istituzionale -, ma mi sembra veramente paradossale che, in assenza del Presidente della Regione, dai banchi della Giunta non ci sia nessuno che abbia sentito quanto meno l'impulso morale - e non politico - di dire: "il problema esiste, il gruppo di lavoro lo abbiamo costituito, queste sono le risultanze"!
Penso che su tale problematica, che esiste, perché riconosciuta da tutti, non ci siano delle priorità da parte dell'Esecutivo e non ci siano, ad oggi, risultanze concrete su ipotesi alternative a questo disegno di legge. Di conseguenza, questo disegno di legge rimane, e capisco che poi il gioco delle parti porti a fare affermazioni pesanti, ma non venite a dire che dare più sicurezza ai cittadini attraverso anche il meccanismo della videosorveglianza come ipotesi residuale, con tutte le cautele della "privacy" e con tutte le attenzioni nel percorrere queste soluzioni, voglia dire creare un "Grande Fratello" o un limite alla libertà dei cittadini o, peggio, porti ad incentivare le "lobby" di chi produce questi apparecchi, perché penso che queste affermazioni rientrino nel gioco delle parti di argomentare l'avversità a un disegno politico!
Non penso che ci sia alcun cittadino fermato e intervistato, che possa paventare una lesione alla sua "privacy" se gli viene garantita più sicurezza anche con il sistema delle telecamere; sistema che, ormai, esiste e che fa parte dei sistemi di prevenzione di certi fenomeni criminali: tutto il perimetro dell'Amministrazione regionale, tutti i palazzi dell'Amministrazione regionale sono videosorvegliati, le banche lo sono, i supermercati lo sono; è un'evoluzione a servizio del cittadino! Penso, di conseguenza, che vadano attuate una serie di misure che siano di deterrente a chi pensa di poter facilmente delinquere, anche perché la microcriminalità si spaventa per poco. La microcriminalità ha più difficoltà a superare la barriera psicologica che probabilmente non intimorisce il delinquente abituale; la microcriminalità, di fronte a un portone blindato, di fronte a una telecamera cambia obiettivo e, ovviamente, l'obiettivo di un'amministrazione deve essere quello di evitare che la propria comunità possa essere facile terreno di conquista!
Questa riflessione, colleghi di maggioranza, è una riflessione reale, perché se le statistiche ci dicono che spesso le persone poi identificate e arrestate nei comuni della media e bassa Valle arrivano da altre realtà, dal "torinese" soprattutto, questo ci porta a dire che lì sono state date risposte che rendono più difficile alla microcriminalità portare a compimento le proprie azioni, mentre noi siamo facile terreno di trasferta per chi, in casa propria, ha delle difficoltà a portare a compimento le proprie azioni criminose!
Prendiamo atto dei ringraziamenti, degli apprezzamenti sull'iniziativa che entra nel vivo di un argomento; dobbiamo peraltro dire che, se politicamente potremmo ritenerci "appagati" da questo riconoscimento, difficilmente possono dire altrettanto i cittadini valdostani che il problema lo patiscono a vari livelli e che, di conseguenza, dall'Amministrazione regionale gradirebbero avere soprattutto risposte concrete!
Questo progetto di legge non lo ritiriamo, collega Borre, per rispondere a un invito formale, lo lasciamo all'esame dell'aula, lo lasciamo ad evidenza della nostra attenzione su questa problematica; ciò non toglie che, se e quando la maggioranza, l'Esecutivo porteranno un testo che affronti l'argomento, ci sarà da parte nostra l'attenzione per intervenire in quel dibattito proponendo modificazioni, aggiunte o quant'altro. A questo punto non ci resta che auspicare quanto prima un intervento concreto, che vada al di là delle parole spese dai banchi di maggioranza e che porti ad affrontare, con strumenti operativi, il problema della microcriminalità in questa regione.
Si dà atto che, dalle ore 10,19, presiede il Vicepresidente Nicco.
Presidente - La parola al Consigliere Salzone, per dichiarazione di voto.
Salzone (FA) - Giusto per dichiarazione di voto. Dico ai colleghi proponenti che avrei preferito avessero ritirato il testo, per poter avere un testo armonico, con il consenso di tutto il Consiglio, perché questo è un tema enunciato tra le urgenze. Lo stesso Consigliere Nicco, quando ha iniziato il suo intervento, ha detto che questa è una delle principali urgenze dei cittadini. È una proposta di legge di cui si parla da inizio di legislatura; anzi, devo dire che - come ha citato bene il Consigliere Frassy - già il Senatore Rollandin, 2 anni fa, aveva preso l'iniziativa che credevo fosse condivisa "in toto" dalla maggioranza.
Dopo aver detto che avrei preferito il ritiro della proposta di legge, dico anche che noi la votiamo, in quanto è un tema di fondamentale attualità e si denota, da parte della maggioranza, un forte ritardo in merito. Generalmente rimango prudente quando vedo che la maggioranza ha, nel suo programma, temi che consentono di essere sviluppati in modo armonico anche nelle diverse commissioni; rimaniamo piuttosto prudenti e aspettiamo che pervenga il testo della maggioranza; invece, in questo caso, ribadisco che rileviamo un forte ritardo.
Fra l'altro, noto che i banchi della Giunta sono vuoti, non vedo presenti tutti gli Assessori, non dico il Presidente, che avrà impegni istituzionali; inoltre, le argomentazioni portate oggi dalla maggioranza, dal Presidente Nicco, ma anche dal Capogruppo Borre, denotano un certo imbarazzo rispetto al tema. Tengo subito a dire al Presidente Nicco che condivido la sua analisi - se vogliamo, quasi "filosofica" - sulla libertà del cittadino, quindi sulla questione del controllo e della "privacy" del cittadino, ma sul tema specifico ho denotato dell'imbarazzo nel dire che non si poteva portare avanti questa proposta di legge. Mi pare che anche il Consigliere Borre abbia cercato di sminuire il problema, portando l'esempio legato al "Quartiere Cogne", ma so benissimo - perché ne abbiamo parlato - che questo è un problema di fondamentale importanza e lo condivide anche lui!
Il nostro voto favorevole a questa proposta di legge vuole essere di sprone alla maggioranza, per ricordare che, rispetto ai temi che sono attuali e di fondamentale urgenza, si arrivi al più presto ad un testo sulla linea di quello presentato da "La Casa delle Libertà".
Presidente - La parola all'Assessore alle attività produttive e politiche del lavoro, Ferraris.
Ferraris (GV-DS-PSE) - Non c'è latitanza della Giunta da questo punto di vista. Come ha detto il Consigliere Frassy, il Presidente Perrin ha dovuto presenziare una manifestazione per il 4 novembre, e in ogni caso posso confermare che su questo tema la Giunta e la maggioranza hanno lavorato.
Come è stato annunciato in commissione da parte del Presidente della Giunta nello scorso mese di marzo, in relazione alla discussione del disegno di legge oggi in esame, è stato predisposto un disegno di legge della maggioranza che vuole affrontare questo tema, tenendo conto anche di quanto è scaturito dagli interventi sia del Consigliere Nicco che del Consigliere Borre, cioè di affrontarlo tenendo conto dei dati della situazione valdostana. Noi non viviamo in una periferia di una grande città, ci sono fenomeni che ci preoccupano e che vanno controllati, ma bisogna considerare la nostra realtà e le dimensioni reali del problema nella nostra regione.
Annuncio un voto di astensione sulla proposta di legge presentata da "Forza Italia", visto il non accoglimento della proposta del Consigliere Borre, che andava nella direzione di dire: "il tema è importante, interessa maggioranza e opposizione, perché il problema della sicurezza dei cittadini non può essere patrimonio di una sola parte di questo Consiglio, è un tema che deve vedere degli approfondimenti all'interno della commissione consiliare"... anche perché se ci sono alcune cose condivisibili nel disegno di legge di "Forza Italia", soprattutto per quanto riguarda i temi di riqualificazione urbana, ritengo che ci siano invece degli accenti per quanto riguarda interventi per le protezioni dei privati... quasi vivessimo in una situazione di coprifuoco nella nostra regione (interventi per quanto riguarda sistemi antintrusione, porte di sicurezza e quant'altro)! Non credo che ci troviamo in tale situazione, ma direi che c'è un tema - sul quale dissentiamo -, quello dei contributi... anche perché è singolare che da parte di "Forza Italia", in Valle d'Aosta, si chiedano i contributi nei confronti di cittadini che sono stati vittime di azioni delittuose e, dall'altra parte, a livello nazionale, si chieda di fare le assicurazioni sulla casa... credo che ci sia una qualche contraddizione, da questo punto di vista!
Riteniamo che un tema di questo genere abbia una dimensione generale che deve impegnare questo Consiglio e soprattutto deve cercare di mettere in piedi un sistema di sicurezza integrato. Quello che manca nel disegno di legge di "Forza Italia" - e questo è anche uno dei motivi della nostra astensione - è che invece bisogna definire bene, è che occorre evitare confusioni fra competenze statali in materia di ordine pubblico, competenze regionali e competenze degli enti locali.
Il disegno di legge della maggioranza è stato concordato anche con gli enti locali e ha lo scopo di creare un sistema di sicurezza integrato, perché è necessario coordinare i diversi soggetti che operano su questo terreno a livello regionale; di conseguenza, la posizione della maggioranza c'è, ci sarà la presentazione di un disegno di legge sul quale ci auguriamo che ci sia il contributo di "Forza Italia", perché questo è un tema che non può essere considerato solo patrimonio di una parte del Consiglio. È un tema che interessa tutti, è un tema che, soprattutto in un momento come questo dove i livelli di sicurezza crescono non solo a livello locale, ma soprattutto a livello internazionale, necessita approfondimenti. La maggioranza ha proposte da fare e non si tira indietro.
Presidente - La parola al Consigliere Comé.
Comé (SA) - La proposta di legge che stiamo esaminando va ad interessare l'intera comunità perché è una proposta che vuole dare delle risposte al problema della sicurezza che - come è stato rilevato da altri colleghi - tocca tutti i cittadini. Già il collega Lanièce aveva presentato, parecchi mesi fa, iniziative che sollecitavano la Giunta a farsi carico di questo problema per presentare, in tempi brevi, delle risposte.
Le istituzioni sono anni che cercano di dare risposte adeguate, ma non abbiamo mai visto, in concreto, alcuna risposta da parte della maggioranza. Seppure riconosciamo tutti che la nostra regione vive una situazione più felice rispetto a quella del resto d'Italia, vorrei ricordare ai colleghi che nell'ultimo Consiglio abbiamo analizzato il "PREFIN", in cui c'è un quadro di riferimento sugli indicatori di qualità di Aosta e da cui emerge che uno dei punti penalizzanti sul salto di qualità di Aosta è l'aumento fortissimo della microcriminalità, che porta il Comune di Aosta dal 33° posto al 66° posto. Inoltre, abbiamo avuto, pochi giorni fa, l'incontro con Caselli, il quale nella relazione ha posto in rilievo che in Valle, rispetto all'anno scorso - quindi rispetto all'indicatore da noi letto nel "PREFIN" -, c'è un aumento del 10% della microcriminalità. È certamente un problema a cui le istituzioni devono dare delle risposte.
Sono abbastanza allineato anch'io con quello che diceva prima il Consigliere Salzone, nel senso che avremmo preferito, anche noi, che la proposta della "Casa delle Libertà" fosse stata ritirata, visto che c'è la predisposizione di un disegno di legge. Da parte della "Casa delle Libertà" c'è l'intenzione di mantenerla; quindi come gruppo daremo voto favorevole, perché non vogliamo fare il gioco delle parti, ma vogliamo responsabilmente dare delle risposte immediate alle necessità dei cittadini. Oggi daremo il voto favorevole; anche noi, su alcuni aspetti della proposta di legge, avremmo qualche considerazione o qualche modifica, ma riteniamo che questa sia una prima risposta. Tutto è migliorabile e tutto è perfettibile, quindi noi oggi daremo il nostro voto favorevole e saremo altrettanto disponibili a dare un nostro eventuale voto favorevole sul disegno di legge che presenterà la maggioranza, se sarà ritenuto valido dal nostro gruppo.
Presidente - La parola al Consigliere Lattanzi.
Lattanzi (CdL) - Vicepresidente della Giunta Ferraris, chi fa il gioco delle parti? Lei si dovrebbe vergognare!
Capisco l'imbarazzo della Sinistra che è divisa praticamente su tutto... dalla gestione pubblica del casinò alla questione della sicurezza... ormai non riuscite a mettervi d'accordo neanche in 4, quindi capisco l'imbarazzo, ma venire a sostenere in quest'aula che su un tema così importante e sentito, a cui bisogna dare una risposta, occorre un approfondimento... e il "CELVA" che, con una scorrettezza politica indegna, comunica che, pur essendo d'accordo, pur avendo sentito i sindaci che sono d'accordo, auspica un dialogo, un coinvolgimento... ma si deve vergognare il Presidente del "CELVA", perché siamo stati 7 mesi in commissione ad aspettare le vostre proposte!
Quale disegno organico state preparando? È dal dicembre 2003, su un'interpellanza dei Consiglieri Lanièce, Salzone, La Torre, che vi eravate impegnati a fare un approfondimento, a portare in quest'aula e nelle commissioni un disegno di legge organico, e lei viene qui, oggi, a dire che adesso la maggioranza sta lavorando! Sta lavorando? Ma date piuttosto delle risposte! È lei che dovrebbe lavorare, è a lei che chiudono le fabbriche! Ma andate a lavorare veramente!
La Giunta sta lavorando, ha predisposto un disegno di legge che arriverà alle commissioni; allora, Assessore Ferraris, il disegno di legge che lei sta predisponendo, avrebbe dovuto - per correttezza - portarlo 7 mesi fa, quando abbiamo presentato questa proposta di legge e dirci: "concordiamo insieme una traccia di testo, qui c'è la nostra bozza, qui c'è la vostra, facciamo un lavoro comune, perché è un tema "bipartisan", c'è della gente che soffre e spende e paga e viene colpita, la sicurezza è un bene di tutti, le istituzioni se ne devono far carico". Qui c'è la nostra proposta alla maggioranza, mettiamola insieme a quella della minoranza... cosa che mi è stata chiesta dal Presidente Rini e, per 4 volte, ci siamo resi disponibili e abbiamo ritirato, per 4 volte, il testo dalla commissione. Ecco perché vi dovete vergognare, perché il gioco delle parti lo state facendo voi, su un tema che è la sicurezza dei cittadini! Siete pronti a riempirvi la bocca quando sui giornali ci sono gli atti di microcriminalità: bisogna intervenire, la maggioranza sta intervenendo.
E lei si astiene? Lei oggi doveva portare, qui, la bozza e dire: "noi vi chiediamo di ritirarlo perché qui c'è un testo su cui la Giunta sta lavorando e vi chiediamo di lavorarci insieme, e noi lo avremmo ritirato... e non dire: "ritiratelo perché la sicurezza non è una cosa di parte"... voi la fate diventare una cosa di parte!
Perché la proposta dell'opposizione, che è seria e concreta, non può essere valutata da questo Consiglio? Perché voi fate il gioco delle parti, voi siete politicamente scorretti! Altro che inneggiare a Kerry! Kerry è un signore, imparate! Stamani si commentava: "Kerry ha augurato che per il bene dell'America sui temi importanti si debba essere uniti"... voi fate esattamente il contrario!
Certo, questo non è il problema della guerra che ha l'America, ma per la Valle d'Aosta è un problema importante, lo dicono tutti gli indicatori, le Forze dell'ordine, lo dicono i sindaci vostri e vi chiedono di affrontarlo, ma voi nicchiate! Non so perché voi nicchiate, se per incapacità o perché non siete d'accordo fra di voi, ma quello che ci aspettiamo da voi è correttezza politica! E la correttezza politica significa: "qui c'è il nostro testo, ritirate il vostro e facciamolo insieme". Questa è correttezza politica, Vicepresidente della Giunta! È inaccettabile quello che lei ha detto, dopo 8 mesi di nostra disponibilità al lavoro comune per un tema di tutti i Valdostani, non solo quelli di Sinistra!
Presidente - La parola al Consigliere Borre.
Borre (UV) - Io non mi vergogno per niente, perché abbiamo dichiarato all'inizio che abbiamo lavorato in commissione, e in commissione abbiamo sempre detto che non condividevamo il fatto dei contributi e di andare ad indennizzare chi veniva derubato!
La Giunta sta preparando un testo, lo confronteremo! Il testo deve arrivare, non lo abbiamo qui, oggi, per questo non ci dobbiamo vergognare, c'è la garanzia che viene portato in commissione...
(interruzione del Consigliere Frassy, fuori microfono)
... esprimo soddisfazione sul comportamento del Consigliere Frassy in commissione dall'inizio alla fine perché ha sempre dimostrato apertura. Arriveremo con un testo; oggi andiamo a votare il vostro, ci asterremo, vi chiederemo comunque di lavorare su quello che proporremo e senza vergognarci, perché lavoriamo anche noi sulla sicurezza dei cittadini senza fare strumentalizzazione o demagogia!
Presidente - Si passa all'esame dell'articolato.
Pongo in votazione l'articolo 1:
Consiglieri presenti: 31
Votanti: 10
Favorevoli: 9
Contrari: 1
Astenuti: 21 (Borre, Cerise, Cesal, Charles Teresa, Curtaz, Ferraris, Fey, Fiou, Fosson, Isabellon, Maquignaz, Marguerettaz, Nicco, Pastoret, Praduroux, Riccarand, Rini, Squarzino Secondina, Vicquéry, Viérin Adriana e Viérin Laurent)
Il Consiglio non approva.
Presidente - Ai sensi dell'articolo 77, comma 2, del Regolamento interno del Consiglio, non essendo stato accolto l'articolo 1, si intende non accolta l'intera proposta di legge.
Il Consiglio respinge la proposta di legge.