Oggetto del Consiglio n. 161 del 16 ottobre 2003 - Resoconto
OBJET N° 161/XII - Anniversaire de la tragique inondation des 14 et 15 octobre 2000. (Approbation de résolution)
Résolution
Les 14 et 15 octobre 2000 une tragique inondation ravagea mortellement la Vallée d'Aoste provocant un grand nombre de victimes, de deuils et de dégâts.
La blessure de tel événement n'a pas abandonné la mémoire des valdotains et également il ne faudra pas oublier, dans le futur, l'exigence de veiller afin que des tels faits ne se produisent plus.
A l'occasion du troisième anniversaire de ces faits tragiques
Le Conseil de la Vallée
Rappelle en leur rendant hommage les victimes de ce terrible événement;
Renouvelle aux familles des victimes le regret le plus profond pour le deuil qui les a touchées;
Rappelle le grand effort qui a été déployé par toute la collectivité valdôtaine pour faire face aux innombrables problèmes provoqués par l'inondation;
Souligne le profond sens de dignité démontré par tous ceux qui, ayant été si tragiquement touchés, ont su faire face à des moments de terrible difficulté;
Renouvelle son appréciation pour l'engagement de la population, des collectivités locales, de la Protection civile, de l'armée, des forces de l'ordre, des Associations de bénévolat et de tous ceux qui sont venus au Val d'Aoste en fournissant leur aide pour faire face à ces terribles événements;
Engage
les Présidents du Conseil de la Vallée et de la Région à représenter les sentiments de reconnaissance à la communauté valdotaine pour son courage et son engagement face à l'inondation d'octobre 2000.
F.to: Borre - Sandri - Riccarand - Salzone
Presidente - La parola al Consigliere Borre.
Borre (UV) - Nous espérons que la résolution annoncée hier matin par mon collègue Pastoret, au nom de la majorité, sera partagée par la totalité de cette Assemblée. Elle veut être un rappel d'un triste événement qui a durement frappé notre Région en octobre 2000; un rappel ému des victimes et notre participation solidaire aux familles frappées par cette tragédie.
Presidente - È aperto il dibattito.
La parola al Consigliere Frassy.
Frassy (CdL) - Mi dispiace deludere le aspettative del Capogruppo "dell'Union Valdôtaine", ma il nostro gruppo, che non ha sottoscritto questa risoluzione, esprimerà un voto di astensione sui contenuti della stessa. Cercherò brevemente di giustificare la posizione politica del nostro gruppo sull'argomento.
Riteniamo che questa risoluzione sia per certi versi la dimostrazione di come molte volte le situazioni possono sfuggire di mano e come, anche a fronte di ricorrenze, che non sempre possono essere ricorrenze liete, la memoria faccia brutti scherzi. È stato rilevato in apertura del Consiglio di ieri il silenzio da parte dell'Esecutivo e da parte dell'Amministrazione regionale, contrariamente a quanto era accaduto nei 2 anni precedenti, rispetto ai tristi fatti dell'ottobre del 2000 e forse era meglio il silenzio rispetto a una risoluzione, colleghi, che tenta di recuperare all'ultimo dalla memoria un omaggio doveroso a quanti hanno patito le situazioni che qui vengono ricordate.
Pensiamo che questa risoluzione sia frutto della fretta, che spesso porta a dimenticare alcuni passaggi e spesso rischia anche di mettere in piedi degli atti che corrono il rischio, pur nella tragicità degli eventi che qui si ricordano, di sconfinare nel patetico, quando non nel ridicolo. Questo è un atto che non aggiunge e non dice nulla, è un atto che non dà quelle risposte che ancora in alcune situazioni dovrebbero essere date e che sono ancora attese. È un atto che, nella fretta di dire qualcosa, alla fine non dice nulla, come quando, nella parte finale, che dovrebbe essere come in tutte le risoluzioni la parte più significativa, impegna i Presidenti del Consiglio e del Governo a rappresentare i sentimenti di riconoscenza alla comunità valdostana: mi domando nel concreto come i Presidenti del Consiglio e della Regione possano rappresentare questi sentimenti di riconoscenza alla comunità valdostana. Lo possono fare in una manifestazione pubblica, che avrebbe dovuto forse essere tenuta nel momento della ricorrenza; avrebbe forse avuto senso che fosse il Consiglio regionale in questa sede ad esprimere sentimenti di riconoscenza alla comunità valdostana. Il fatto che il Consiglio, ricordandosi in "area Cesarini" di questa ricorrenza, scarichi questo impegno ai due Presidenti, mi sembra una conclusione quanto meno di dubbia praticabilità, anzi dovrebbero essere i due Presidenti per primi a rilevare che è difficile dare attuazione a questo onere, che viene loro richiesto dal Consiglio regionale.
Riscontriamo come si dimentichi nei ringraziamenti di riconoscere quello che lo Stato, nell'ambito delle maggioranze che si sono susseguite - all'epoca fra l'altro vi era una maggioranza di segno politico opposto rispetto all'attuale -, ha fatto per la Valle d'Aosta. Non dimentichiamo le norme statali che sono state attuate con tempestività e per unanime accordo delle parti politiche che all'epoca sedevano in Parlamento.
La Regione nulla dice invece su alcune questioni che sono tuttora aperte e che riguardano l'assetto del territorio, anche perché se è vero che vi è una sentenza di primo grado che dice che nessuno è responsabile e che di conseguenza è una fatalità quella accaduta il 14 e 15 ottobre 2000… e può darsi da un punto di vista giuridico, se non vi saranno appelli che andranno a ribaltare quelle conclusioni… da un punto di vista politico, permettetemi di ribadire quanto abbiamo detto fin dal primo momento: che comunque indubbiamente vi sono delle responsabilità politiche per aver sottovalutato determinate comunicazioni, per aver mal gestito il "tam tam" di alcune comunicazioni.
Vanno dette alcune cose sul governo del territorio: vi è una legge regionale, la legge n. 11/98, che, all'articolo 13, adeguamento dei piani regolatori comunali, poneva un iter ben preciso che obbligava i comuni a provvedere all'adeguamento dei loro piani entro 5 anni dalla sua entrata in vigore. La legge è entrata in vigore nell'ottobre 1998, e qui il mese di ottobre tristemente ritorna, e nell'ottobre 2003 - ci siamo - avrebbe dovuto completarsi l'adempimento da parte di tutte le amministrazioni comunali di questa Regione delle prescrizioni della legge urbanistica regionale per eccellenza. Sappiamo fra l'altro che la materia è stata oggetto di un minidisegno di legge da parte del gruppo della "Stella Alpina", che riteneva di risolvere con una proroga la problematica; noi diciamo che quanto meno poteva essere fatta su questa questione una riflessione politica, in ottemperanza a quelle disposizioni… È vero che dà solo una facoltà alla Giunta, dunque non pone un obbligo ad esercitare i poteri sostitutivi, è vero che l'ottobre 2000 avrà comportato un rallentamento delle cartografie, ma è altrettanto vero che nell'ottobre 2003 non ci si può appellare all'alluvione del 2000 per giustificare questi ritardi, anche perché sono notizie di questi mesi che nel futuro prossimo dovremo mettere in conto sempre più eventi straordinari dal punto di vista delle forze della natura e, alla luce soprattutto delle anomalie estive, gli esperti meteorologi mettono in previsione fenomeni di tipo alluvionale.
È evidente che il ritardo con cui alcuni comuni stanno adempiendo alla norma regionale ha un indubbio riflesso sulla sicurezza del territorio per quanto riguarda la pianificazione dello stesso; allora qui forse l'Amministrazione regionale dovrebbe essere più attiva e meno passiva nell'assistere a questo stato di inerzia, che potrà essere motivato in mille modi, ma che rimane uno stato di inerzia. Voglio ricordare come nell'aprile 2001, in occasione della discussione del disegno di legge n. 114, relativo all'accelerazione delle procedure per l'approvazione delle varianti di piano ai fini della rilocalizzazione degli edifici distrutti o gravemente danneggiati, dunque inagibili, il Presidente del CELVA, nel dare parere positivo a quella norma di legge, scrisse un breve promemoria significativo, dove diceva che era necessario individuare delle linee di condotta amministrative ed urbanistiche da seguire in tutti quei casi in cui le abitazioni interessate dagli eventi alluvionali dell'ottobre 2000 non siano state distrutte e non abbiano subito gravi danni, ma sorgano in ogni caso in terreni a forte rischio idrogeologico. Questa condivisibile affermazione del Presidente del CELVA, a quel che ci risulta, è rimasta lettera morta. È evidente che molte volte la prevenzione può importare anche delle scelte impopolari e forse poco paganti dal punto di vista elettorale, però sono scelte di responsabilità che si deve assumere chi governa, come possono essere impopolari scelte che il nostro Governo nazionale sta mettendo in cantiere in materia pensionistica, ma chi governa deve avere presente anzitutto l'interesse pubblico, a discapito anche di quella che può essere la popolarità di certe scelte.
Riteniamo perciò questa risoluzione sostanzialmente inutile, finalizzata a colmare una dimenticanza che, senza voler calcare i toni, è grave. Esprimeremo, pertanto, un voto di astensione sul documento.
Depuis 12 heures 24 le Président Perron reprend ses fonctions de Président de la séance.
Président - La parole à l'Assesseur au territoire, à l'environnement et aux ouvrages publics, Cerise.
Cerise (UV) - Intervengo per sottolineare invece l'opportunità di questa risoluzione, da un lato per quello che è qui richiamato: l'omaggio alle vittime, la solidarietà alle famiglie, il riconoscimento per lo sforzo che è stato fatto dalla collettività intera della Valle d'Aosta, oltre che degli organismi che sono intervenuti in questa tragica circostanza, dall'altro per l'opportunità di fare una riflessione, che vuole smentire quello che ha detto il Consigliere Frassy.
L'evento alluvionale ha determinato come minimo un diverso modo di "leggere" il nostro territorio, perché da quel momento hanno tutti assunto la consapevolezza di come vi fosse una sorta di continuità che si era dimenticata precedentemente, una continuità che univa le cime delle nostre montagne alle parti più basse della nostra realtà territoriale. Forse prima eravamo abituati a "leggere" un territorio nelle sue varie componenti: la montagna, la pianura, i bacini alti e quelli bassi, la Dora Baltea; ebbene, l'alluvione ci ha messo di fronte a una realtà che è non solo geograficamente, ma anche strutturalmente interconnessa. Questo ha fatto sì che gli stessi interventi di ricostruzione post alluvione non fossero finalizzati alla sola ricostruzione, ma tenessero conto anche di una certa dinamica, cioè sono stati progettati e in parte realizzati nell'ottica della sicurezza, per prevenire eventi futuri.
Volevo fare ancora una riflessione sul fatto che dopo l'evento alluvionale è partita un'attività di studio, ricerca, approfondimento, che sta coinvolgendo tutto il territorio della nostra regione, per non solo evidenziare meglio tutte le situazioni di rischio potenziali e reali esistenti, ma anche per individuare delle risposte secondo una logica che non è così scontata: quella di vedere, tenuto conto della scarsa disponibilità che noi abbiamo di territorio nella nostra Regione, di delocalizzare. La scelta di delocalizzare non è una scelta tanto semplice, è una scelta che ha dei costi non solo di tipo economico, ma di tipo ambientale e territoriale, che non sono facilmente sostenibili. Cosa stiamo cercando di verificare? Stiamo cercando di vedere dove è possibile, in condizioni di sufficiente sicurezza, di recuperare quel territorio che oggi, a seguito dell'evento alluvionale, è considerato zona persa. Dico questo perché vi è un'interconnessione, come sottolineavo prima, fra tutto quello che succede in cima alle nostre aste torrentizie e quello che succede sul fondo. Non è più sufficiente dire che un'area è esclusa dall'edificazione oppure che un'area, in funzione di un certo rischio idrogeologico, ha un certo tipo di colore; quello che dovremo fare è anche quello di capire dove possiamo utilizzare al meglio tutte queste aree, compatibilmente con le condizioni di rischio e in funzione degli interventi che faremo, per diminuire questa situazione di rischio, prendendo atto di un'ulteriore evidenza: i fenomeni naturali hanno bisogno di spazi, di potersi consumare senza troppi condizionamenti, altrimenti si rischia di pagare un prezzo qual è quello che abbiamo conosciuto.
Nel ricordare coloro che hanno perso la vita e il dolore che questo evento ha causato nella popolazione valdostana, vogliamo impegnarci ad utilizzare il territorio con queste attenzioni, prendere atto degli sforzi che dovremo ancora fare per renderlo più vivibile e sicuro e assicurare a questa strategia strumenti e risorse per portarla a termine. Questo è uno sforzo che vede sollecitato l'Assessorato del territorio in particolare con le sue strutture, ma anche la Protezione civile, con la quale c'è un'ottima collaborazione e con la quale si va a concludere il capitolo della messa in sicurezza della popolazione valdostana, più o meno esposta ai rischi idrogeologici, che sono tuttavia fisiologici alla nostra realtà.
Président - La parole au Conseiller Salzone.
Salzone (SA) - Partendo dal presupposto che questa risoluzione ha lo scopo di commemorare le vittime dell'alluvione del 2000, l'abbiamo firmata per questo motivo. Dico però con estrema franchezza che avrei preferito, fra le altre cose, manifestare anche un impegno nei confronti delle persone coinvolte tragicamente nell'alluvione stessa per verificare quali sono le situazioni ancora aperte e non del tutto definite. Mi auguro che vi sia in futuro un'altra occasione per sottolineare queste esigenze, che sono poi esigenze concrete di persone che hanno subito gravi danni, sia morali che fisici.
Président - Je soumets au vote la résolution:
Conseillers présents: 31
Votants: 29
Pour: 29
Abstentions: 2 (Frassy, Tibaldi)
Le Conseil approuve.