Oggetto del Consiglio n. 2624 del 9 maggio 2002 - Resoconto
OGGETTO N. 2624/XI Impegno alla Giunta regionale a predisporre un'analisi del settore degli impianti a fune e a riferire le risultanze al Consiglio Valle. (Reiezione di mozione)
Mozione Premesso che:
- i comprensori sciistici rivestono nella nostra regione un importante ruolo nell'offerta turistica;
- le società esercenti gli impianti a fune in Valle d'Aosta sono tutte partecipate in misura variabile dalla Regione Autonoma Valle d'Aosta;
- i conti di esercizio di tali società sono spesso in pesante deficit;
- l'Unione Europea ha recentemente ribadito che l'erogazione di finanziamenti pubblici alle società esercenti impianti a fune è in contrasto con le norme sulla concorrenza e ha concesso una deroga con termine al dicembre 2006;
Ritenuto che:
- l'attuale sistema delle società degli impianti a fune operanti in Valle d'Aosta non sia in linea con le previsioni comunitarie e rischi un ulteriore indebolimento allo scadere della deroga del 2006;
- la presenza pubblica nel capitale sociale di tali società non consente una gestione economica e di mercato delle stesse;
il Consiglio regionale
Impegna
la Giunta regionale a predisporre, e a riferire al Consiglio entro 6 mesi, un'analisi del settore degli impianti a fune, coinvolgendo gli stessi operatori, al fine di:
1) individuare un percorso mirante alla privatizzazione delle società medesime;
2) verificare i riflessi economico-finanziari e funzionali e la fattibilità di uno scorporo delle gestioni degli impianti dalla proprietà degli stessi;
3) valutare la fattibilità e gli oneri economici-finanziari relativamente alla ipotesi di acquisire alla mano pubblica la proprietà degli impianti e demandare a società con capitale interamente privato la sola gestione dei comprensori;
4) procedere all'individuazione dei criteri necessari a distinguere le installazioni con capacità attrattiva extra-locale da quelle con capacità attrattiva esclusivamente infra-regionale.
F.to: Frassy - Tibaldi
Président La parole au Conseiller Frassy.
Frassy (FI) Penso che possiamo riprendere dal punto di vista della sostanza delle proposte il dibattito sui contenuti di quello che è lo sviluppo del turismo invernale nella nostra regione, in particolare di quella che è la situazione di prospettiva degli impianti di risalita che operano in questa regione. Ci è stato detto prima da qualcuno che noi facciamo critiche, ma che abbiamo difficoltà a concretizzare delle proposte, penso che questa sia una prima proposta sulla quale ci si possa confrontare e magari pervenire a conclusioni differenti, però sicuramente questa mozione ha l'ambizione di uscire da quelli che sono i ragionamenti dell'emergenza, da quelli che sono i ragionamenti del ripianamento finanziario a piè di lista e di iniziare un ragionamento che ci porti, in un termine che sarà non breve, ad individuare un futuro sostenibile.
Perché parliamo di futuro sostenibile? Intanto siamo consapevoli delle difficoltà attuali, ma ancora di più di quelle che saranno le difficoltà future in questo comparto e con una dose di soddisfazione e di compiacimento possiamo dire che se la Commissione europea ha spostato al dicembre 2006 tutta la problematica degli aiuti di Stato, dei finanziamenti pubblici agli impianti di risalita, lo si deve anche al ruolo svolto dal nostro Europarlamentare, Onorevole Podestà, e Vicepresidente del Parlamento europeo, che insieme all'Onorevole Moscardini hanno sostenuto e perorato la particolarità e le esigenze della difficoltà di operare in montagna e per la montagna.
L'Europa però ha posto un termine e il termine è quello del dicembre 2006, che oggi ci sembra molto lontano, ma noi sappiamo come volino gli anni nel gestire l'amministrazione pubblica, tant'è che in cinque anni l'area Cogne non è che abbia fatto molti passi avanti nell'ambito dei progetti di riqualificazione.
Riteniamo allora che sia opportuno che questo Consiglio regionale inizi a prendere coscienza e approfondisca questo argomento quanto meno per due motivi sostanziali: il primo, forse più di mera cassa, è quello forse marginale, ma non insignificante da un punto di vista finanziario che vede comunque l'ente Regione partecipe della maggior parte di queste società che gestiscono gli impianti a fune e che vede questa Regione erogatrice di importanti finanziamenti a queste aziende; l'altro aspetto più qualificante ed importante è la consapevolezza che, in attesa di scoprire quale sarà la terza stagione del turismo in Valle d'Aosta, conviene investire il nostro futuro sulla stagione principe ossia il turismo invernale per quello che è l'indotto e per quello che significa per i conti pubblici della Regione una prospettiva che, come dicevamo ieri, vedrà sempre minori trasferimenti in quanto minori saranno le tasse che andremo per fortuna a pagare.
Siamo convinti che a fronte di questo scenario ci si debba confrontare e riteniamo che questa sia la sede naturale per avviare il confronto, anche perché a proposito di impianti e di comprensori sciistici abbiamo avuto modo di leggere dichiarazioni rilasciate da noi stessi, dall'Assessore, da altre forze politiche, perciò riteniamo che ci siano sicuramente idee, ma che siano idee che, se si fermano ad una dichiarazione a mezzo stampa, non approdano a nulla, perciò formuliamo delle proposte che sono aperte al contributo del dibattito che auspichiamo possa esserci su un argomento che riteniamo importante. Il punto fermo di questo percorso lo individuiamo nella privatizzazione non perché è un concetto che va di moda, ma perché è un'esigenza che è imposta da regole superiori che sono ormai le regole della concorrenza europea e che sono comunque esigenze che nascono anche dalla necessità di iniziare a quadrare certi conti pubblici, di conseguenza le ipotesi di una privatizzazione potranno essere diverse perché il dibattito a cui abbiamo assistito in Italia proprio sull'avvio delle privatizzazioni - ormai siamo a dieci anni dall'avvio di quel dibattito - ci ha fatto capire come ci possono essere tanti modi per farle o per non farle.
Non riteniamo di avere delle soluzioni pronte per l'uso in tasca, reputiamo di avere delle idee che possono e anzi devono essere oggetto di verifica, di studi attenti e qualificati per i riflessi economico-finanziari, ma direi anche e soprattutto sui riflessi funzionali, sulla fattibilità di andare a gestire in una maniera piuttosto che in un'altra gli impianti di risalita. Siamo consapevoli che il problema degli impianti di risalita non finisce nella problematica delle società che gestiscono i comprensori perché condividiamo quanto è stato detto da più parti, che il problema sta a monte o meglio sta a valle e sta proprio nella capacità di recettività che ci deve essere a valle degli impianti di risalita e della gestione degli impianti stessi.
Abbiamo dei modelli differenti rispetto al modello valdostano - ammesso che possa essere considerato un modello, quanto meno dal punto di vista funzionale - nel Piemonte, nell'Alto Adige, in Svizzera, in Francia, dove abbiamo società che gestiscono tutto il comparto dell'indotto e di conseguenza hanno l'interesse a fare investimenti perché sono finalizzati a dare redditività economica ai comprensori.
Voi pensate, per portare un dato concreto di riflessione, che un comprensorio come quello di La Thuile, dove potenzialmente ci sono 12.000 sciatori che possono ogni giorno andare a sciare senza creare situazioni di ingorgo, ha una potenzialità come posti letto alberghieri sicuramente inferiore ai 2.000 posti letto; è evidente che in un contesto di questo genere gli impianti non stanno in piedi se non nel fine settimana quando c'è il turismo pendolare, ma è altrettanto evidente che il turismo pendolare non può mantenere dal punto di vista della redditività della gestione strutture che devono stare aperte tutta la settimana perché vi ruotano attorno situazioni di tipo occupazionale e sarebbe impensabile gestire gli impianti di risalita con del personale che lavori e percepisca retribuzione solo il fine settimana perché l'esigenza è quella di un lavoro continuativo ai fini dei riflessi retributivi, pertanto ci sono tutta una serie di problematiche che riteniamo sia giunto il momento di portare all'attenzione di questo Consiglio dopo tutto l'iter di commissione, di studio e di approfondimento. Voglio ricordare come ci sia una legge forse non sufficientemente considerata che appartiene alla scorsa legislatura, la legge n. 29 del 1° settembre 1997, legge che si occupa di norme in materia di servizi di trasporto pubblico di linea, ma che all'articolo 38, affrontando le tematiche della programmazione regionale, ipotizzava la necessità di individuare un programma regionale per gli impianti a fune che avrebbe dovuto essere approvato dal Consiglio regionale, tale programma è però rimasto lettera morta su una legge regionale n. 29/1997.
La problematica degli impianti a fune è stata poi stralciata dal nuovo piano dei trasporti che è stato portato nell'aula nel corso di legislatura e noi esprimemmo la preoccupazione all'epoca che questo stralcio potesse diventare una dimenticanza.
Avvicinandoci ormai a fine legislatura, dobbiamo dire che questa nostra preoccupazione quanto più sta diventando una realtà perché se è vero che la Giunta nell'ottobre 2000, e quindi tre anni dopo la legge che prevedeva l'esigenza del programma di sviluppo degli impianti a fune, ha dato incarico a Finaosta per la predisposizione della proposta di programma regionale, sono passati poi altri due anni e non abbiamo più avuto notizia di cosa ne è stato di questo incarico.
Tengo a dire che mai delibera di Giunta è stata da noi più condivisa di questa di cui voglio leggere la parte centrale perché significativa e in grado di trasmettere la preoccupazione della Giunta, dell'Assessore sul problema: "Si ritiene che tale programma…? - programma regionale per gli impianti a fune previsto dalla legge n. 29/1997 - "… debba essere quanto prima predisposto per essere sottoposto agli organi competenti per l'approvazione in quanto strumento indispensabile per poter pianificare l'attività del settore?. Noi sottoscriviamo in pieno questa affermazione nei suoi elementi essenziali: "quanto prima?, "strumento indispensabile?, "pianificazione del settore? e aggiungiamo che abbiamo adesso un termine: il termine del dicembre 2006.
Assessore, non so che ne sia stato di questo incarico che avete conferito, però dubito che i colleghi consiglieri, anche quelli di maggioranza, abbiano avuto modo di intervenire su queste tematiche, perciò la mozione che presentiamo all'attenzione dell'aula vuole riprendere e la legge n. 29/1997 e la delibera di Giunta dell'ottobre 2000 e su questa scia dare un'accelerazione ad un problema che mi sembra essere riconosciuto unanimemente importante, sul quale ci sarà la necessità di fare una serie di lunghi e forse anche dialettici confronti e verifiche sulle tante soluzioni possibili. È evidente però che, se non si parte con l'impegno politico di portare avanti il confronto su questa vicenda, corriamo il rischio nel dicembre 2006 di trovarci fuori non solo dalla normativa europea, ma fuori da ogni possibilità di intervenire a sostegno delle esigenze attuali di queste aziende per poter gestire l'aspetto principale del turismo regionale che è il turismo invernale.
Président La discussion est ouverte. Je n'ai pas de conseillers inscrits à parler, la discussion générale est close.
La parole à l'Assesseur au tourisme, aux sports, au commerce et aux transports, Lavoyer.
Lavoyer (SA) Partirò subito dalle conclusioni, nel senso che se effettivamente la volontà del gruppo di Forza Italia è quella di approfondire, presentando la mozione, l'argomento in questione, dichiaro immediatamente la mia disponibilità a relazionare anche prima dei sei mesi alla commissione competente lo stato di avanzamento di questi studi nel settore. Parto da questa premessa per dire che non possiamo peraltro assolutamente votare la mozione sia per i contenuti della premessa, sia per la parte impegnativa.
I contenuti della premessa sono non condivisibili oltre che inesatti quando si dice che: "l'Unione europea ha recentemente ribadito che l'erogazione di finanziamenti pubblici alle società esercenti impianti a fune è in contrasto con le norme sulla concorrenza e ha concesso una deroga con termine al dicembre 2006?, questo non è assolutamente vero e potrò produrre relazioni e documentazioni della commissione e, quando si dice che: "l'attuale sistema delle società degli impianti a fune operanti in Valle d'Aosta non sia in linea con le previsioni comunitarie e rischi un ulteriore indebolimento allo scadere della deroga del 2006?, questo periodo delimitato dalla data del 2006 individua un certo di percorso che, in un confronto ancora aperto con la Commissione europea e che prevede atti legislativi da notificare che abbiamo già in toto predisposto, prevede un regime per quanto attiene il sistema degli aiuti per la quasi totalità degli impianti di risalita della Valle diversi da queste procedure, quindi non stanno in piedi le motivazioni in premessa.
Non sta neanche in piedi, oltre che essere in contraddizione con quanto poi si chiede nell'impegno deliberativo, il fatto di dire che: "la presenza pubblica nel capitale sociale di tali società non consente una gestione economica e di mercato delle stesse?; poi al punto 3 del deliberato si chiede di "valutare la fattibilità e gli oneri economici-finanziari relativamente all'ipotesi di acquisire alla mano pubblica la proprietà degli impianti e demandare a società con capitale interamente privato la sola gestione dei comprensori?, quindi socializzare le perdite e dare senza nessun rischio la gestione degli impianti, ma non possiamo condividere quanto è detto nell'impegnativa, anche perché fra l'altro non si dice niente di nuovo e cioè si chiede di "verificare i riflessi economico-finanziari e funzionali e la fattibilità di uno scorporo delle gestioni degli impianti dalla proprietà degli stessi?, questa è un'ipotesi già sostenuta ripetutamente dal sottoscritto, è una delle ipotesi che scaturiscono da quell'esame che è stato fatto, e poi arrivo all'esame della problematica, quindi non è che si dica niente di nuovo: questa è una delle ipotesi che volevamo verificare - per accertarsene basta riprendere le numerose interviste che abbiamo rilasciato - quando quest'anno si è verificata la situazione che abbiamo esaminato con la mozione precedente.
Lo stesso dicasi per quanto richiesto al punto 4, Consigliere Frassy, perché questo scorporo è già fatto, c'è il gruppo di lavoro con il Prof. Baldi, Responsabile della Commissione europea, responsabili degli impianti a fune. Abbiamo già predisposto un testo di legge che prevede questo scorporo fra le stazioni che possono considerarsi non concorrenziali con quelle che sono concorrenziali, chiaramente è un provvedimento legislativo che va notificato.
La mozione in conclusione impegna la Giunta regionale"a predisporre, e a riferire al Consiglio entro 6 mesi, un'analisi del settore degli impianti a fune, coinvolgendo gli stessi operatori?; questa analisi del settore è già stata predisposta quindi, come Giunta e come Assessorato, siamo pronti ad illustrare alla commissione competente i risultati di questa analisi.
Faccio riferimento alla delibera che dava attuazione a quanto previsto dalla legge n. 29; la delibera prevedeva tre tempistiche: raccolta dei dati, elaborazione dei dati raccolti e indicazioni di programma. Il primo e secondo punto, che è quanto auspicato dai firmatari della mozione, ovvero di predisporre un'analisi del settore degli impianti a fune, è già stato fatto; siamo pronti ad illustrare questa analisi nella commissione competente.
Ha subito un rallentamento la fase della proposizione della soluzione perché il tema è aperto, perché il dibattito è un dibattito aperto che non riguarda solo la Valle d'Aosta, dove c'è l'intervento autorevole degli Europarlamentari di Forza Italia, ma c'è anche l'interesse sistematico dell'Europarlamentare Onorevole Caveri. Questo è il motivo per cui, finché non sono definiti bene i contorni di quale può essere il margine di operatività, partendo dal presupposto che la quasi totalità delle stazioni sciistiche della nostra Regione potranno essere scorporate da una logica di pura concorrenza che sta alla base della normativa europea, si potrà finalmente andare a definire con maggior precisione le modalità di gestione, che tipo di struttura può essere costruita, se tutta pubblica, se parte pubblica o parte privata. Voglio dare atto quindi che all'interno di questa mozione c'è comunque l'esigenza - e noi siamo disponibili ad andare incontro alle richieste del Consigliere Frassy - di dare informazione al Consiglio regionale su questa tematica, però ritengo anche che, nel momento in cui il Consiglio regionale vuole essere parte attiva nella programmazione di questo settore, la sede per aprire un dibattito e un confronto serio sia quella delle commissioni consiliari competenti.
Noi siamo pronti ad andare presso la commissione consiliare competente ad illustrare tutta l'analisi e in quella sede eventualmente costruire insieme il percorso delle soluzioni, anche perché penso che questa sia una problematica dove ci sarà all'interno della commissione l'esigenza di audire le parti interessate e le categorie economiche. A fronte di un impegno ufficiale di fronte al Consiglio regionale di essere pronti ad andare nella commissione competente a riferire quanto è già stato predisposto, quindi non abbiamo bisogno di sei mesi per predisporre… abbiamo già predisposto l'analisi, chiederei ai Consiglieri di Forza Italia di ritirare a fronte di questo impegno la mozione.
Président La parole au Conseiller Frassy.
Frassy (FI) Noi dobbiamo ovviamente rispondere alla richiesta di ritiro che ci perviene dall'Assessore. La risposta, Assessore, non è facile, perché ci sfugge la sostanza della sua richiesta.
Questa mozione - lo abbiamo detto all'inizio della nostra illustrazione - è una prima proposta in materia perché sull'argomento impianti a fune, al di là delle chiacchiere, al di là delle interviste, non abbiamo avuto modo di apprezzare atti concreti, tolti due atti che enunciavano dei principi che non hanno poi avuto seguito: la legge regionale citata e la delibera di Giunta dell'ottobre 2000. L'Assessore dice che c'è dell'altro perché ci sarebbe un disegno di legge che è stato notificato alla Commissione europea…
Lavoyer (fuori microfono) … da notificare…
Frassy (FI) … ah, da notificare, ma è un disegno di legge che non ha ancora assunto la veste del disegno di legge, se ho capito bene…
(interruzione dell'Assessore Lavoyer, fuori microfono)
… è un disegno di legge che la Giunta ha approvato? Allora non è un disegno di legge dopodiché, quando il disegno di legge lo vedremo, domani, vorrà dire che se non altro avremo portato un'accelerazione nella materia, ma oggi parlare di disegno di legge è parlare di un qualcosa che non esiste, perciò noi apprezziamo le sue intenzioni, anzi ci auguriamo di poterle aprire - visto che siamo in materia di sci - delle piste preferenziali nell'ambito di quelle che sono le questioni che ha affrontato in Giunta, però è evidente che ad oggi sulla materia vige il silenzio più assoluto. Allora, dicevo, questa è una proposta aperta: siamo disponibili a modificare le premesse, a rimodulare la parte impegnativa, tenendo fermo un principio: che bisogna comunque arrivare a verificare quella che è la situazione in prospettiva di gestione degli impianti di risalita.
Lei mi dice che siete disponibili a venire a relazionare; è vero, Assessore, che non c'è bisogno di una mozione che impegni la Giunta o l'Assessore ad andare in commissione a relazionare, ma è proprio perché non c'è bisogno di una mozione che ci domandiamo perché, se ha dato l'incarico nell'ottobre del 2000, evidenziando che doveva essere quanto prima predisposto, evidenziando che era uno strumento indispensabile, che era strategico, che serviva a pianificare, non ha sentito l'esigenza, al di là delle dichiarazioni che abbondano sulla stampa locale, di andare in commissione a comunicare la sua idea.
Devo dire, Assessore, senza voler fare le lodi dell'Assessore Vicquéry con il quale il confronto spesso in aula è alquanto duro, che l'Assessore Vicquéry fra i tanti componenti di questa Giunta è quello che ha il pregio, forse nei momenti di difficoltà, di andare in commissione, di proporre la sua idea e di sentire il parere della commissione. È un metodo che noi gli riconosciamo come un metodo corretto, quanto meno di informare…, anche se poi le posizioni restano il frutto di valutazioni politiche, ma lei non può dirci che ha tutto pronto e addirittura dire che c'è il disegno di legge quando il disegno di legge non c'è.
Il collega La Torre, che è Capogruppo del movimento a cui lei appartiene, ha dichiarato di essere disponibile a fare gli approfondimenti, ma al contempo di voler entrare nel concreto - mi riferisco alla mozione 23 - superando questioni di principio proprio perché il problema è sostanziale: il turismo, il commercio, eccetera. Collega La Torre, mi aspettavo che dal vostro gruppo, nel momento in cui si affrontava la materia per l'aspetto sostanziale, ci fosse quanto meno un maggiore interesse.
È vero che siete rappresentati in questa materia dall'Assessore, però devo dire che delusione sentir parlare di un disegno di legge di cui non sono state neanche tracciate quelle che sono le linee guida! Quali sono i principi che lei ha in questo disegno di legge che dice che è pronto? Io la inviterei a fare una conferenza stampa su questo disegno di legge, ma quanto prima, anzi io le dico che noi facciamo la conferenza stampa sulla nostra proposta e poi la invitiamo alla conferenza stampa a venire ad illustrare la sua perché sappiamo che lei ha difficoltà forse di esternare in certe sedi, quindi la invitiamo in una sede diversa, dove forse un dibattito fra forze politiche serve a costruire un percorso che ci porti da qualche parte.
Non so, Assessore e colleghi di questa maggioranza silenziosa, ma nel senso negativo del termine - perché non si può sostenere che il turismo è un elemento importante, sostenere che gli impianti di risalita sono un momento importante e poi, su una questione dove non ci sono pregiudiziali, dove non ci dovrebbero essere divisioni politiche se non l'unicità dell'intento di dire: "su questa cosa mettiamoci la testa sopra, confrontiamo le nostre idee?, silenzio totale, assoluto, un assordante silenzio -, non so se sono gli effetti del fine legislatura che creano questo imbarazzo, ma non è così perché ho visto che su altri provvedimenti vi siete alzati in dieci dai banchi della maggioranza a ripetere l'uno le cose dell'altro per far vedere che eravate presenti in aula.
Qui dove invece si può discutere in maniera aperta, dove non ci sono ancora paletti messi, prendiamo atto che non si può discutere, che l'Assessore ci farà la bontà di relazionare sullo stato di avanzamento, il che ci lascia immaginare che l'incarico urgente dell'ottobre del 2000 non sia stato ancora terminato in quanto l'Assessore ha parlato di stato di avanzamento; apprendiamo, senza che l'Assessore abbia avuto modo di esprimere quali siano le fonti, che le misure della Commissione europea non hanno interferenze rispetto alle questioni valdostane in quanto viviamo in "questa isola che non c'è?, dove le normative statali ci passano e vanno oltre, dove le problematiche europee ci passano sopra e vanno oltre, quindi prendiamo atto di questa visione idilliaca che ha l'Assessore, ci sarebbe piaciuto poterla trasmettere anche ai turisti.
Di conseguenza non ritireremo questa mozione, ribadiamo di essere disposti a sospendere la discussione in aula, a confrontarci come meglio ritenete per trovare un documento che delinei un percorso di confronto, non abbiamo pregiudiziale alcuna perché sarà dal confronto che andrà a svilupparsi il successivo dibattito sulle strade che ogni forza politica vorrà intraprendere.
Se ciò non accade, lasciatemi dire, forse con un po' di presunzione, che questo silenzio assordante forse è il frutto dell'assenza di idee e di proposte concrete che la maggioranza ha su questo argomento che per noi è, rimane e rimarrà uno degli argomenti principali dell'economia di questa Regione.
Président La parole à l'Assesseur au tourisme, aux sports, au commerce et aux transports, Lavoyer.
Lavoyer (SA) "Non vi è peggior sordo di chi non vuol sentire?. Questa mozione è superata dai fatti…
(interruzione del Consigliere Frassy, fuori microfono)
… non penso che l'Assessore Vicquéry chieda di andare in commissione, l'Assessore Vicquéry va in commissione quando viene convocato. L'Assessore Lavoyer è pronto ad andare in commissione, questa mozione è superata dai fatti in quanto impegna la Giunta regionale a predisporre l'analisi del settore degli impianti a fune, ma è già predisposta, quindi non abbiamo bisogno di aspettare sei mesi.
Ritengo che la sede opportuna per trattare ed approfondire questo argomento sia la commissione competente, dopodiché potrà essere trattato in Consiglio regionale.
Questa è la mia proposta e la mia disponibilità pensando che l'iniziativa del gruppo di Forza Italia fosse quella di creare un dibattito costruttivo sul problema, invece vedo che anche su temi di così grande importanza il Consigliere Frassy più che altro cerca di fare il pescatore, ma qua nessuno abbocca, non se n'è reso conto, Consigliere? Le sto dicendo ufficialmente che la Giunta regionale ha già predisposto tutto questo studio e, quando la commissione competente vorrà essere informata su questo tema, l'Assessore è pronto ad andare a riferire, qualora questa mozione non venga ritirata, noi ci asterremo.
Per quanto attiene le posizioni della Commissione europea, le leggo solo un passaggio di quanto dice questa commissione: "L'Unione europea non ha mai detto che i finanziamenti pubblici alle società esercenti impianti a fune siano in contrasto con le norme sulla concorrenza, né ha concesso deroghe fino al 2006. Al contrario la Commissione europea ha riconosciuto che gli aiuti di Stato agli impianti a fune potrebbero svolgere un ruolo importante per sostenere uno sviluppo economico equilibrato del territorio e per le regioni di montagna. Gli aiuti di Stato in passato hanno permesso lo sviluppo di una delle poche attività economiche locali possibili in queste zone con conseguenze benefiche per l'occupazione ed in ultima analisi per il radicamento della popolazione e per la difesa del territorio. La commissione ha peraltro riconosciuto che la fornitura di servizi per lo sport è sempre più oggetto di concorrenza transfrontaliera ed internazionale e che la maturità del settore rischia di portare ad una gara al rialzo nella concessione di aiuti fra differenti zone di comunità. Per questi motivi la commissione si è prefissata la definizione di una politica in questo settore più chiara e più uniforme?.
Questa è la motivazione, ma non ha detto mai che i finanziamenti alle gestioni impianti a fune sono in contrasto con la normativa europea. Sulla base di queste determinazioni abbiamo predisposto una bozza di disegno di legge in accordo con le associazioni di categoria che a breve sarà portata in Giunta e successivamente notificata.
Président Je soumets au vote la motion:
Conseillers présents: 26
Votants: 3
Pour: 3
Abstentions: 23 (Bionaz, Cerise, Charles Teresa, Cottino, Cuc, Curtaz, Ferraris, Fiou, La Torre, Lavoyer, Louvin, Marguerettaz, Martin, Nicco, Ottoz, Pastoret, Perron, Praduroux, Rini, Squarzino Secondina, Vallet, Vicquéry, Viérin D.)
Le Conseil n'approuve pas.