Oggetto del Consiglio n. 1812 del 24 gennaio 2001 - Resoconto
OGGETTO N. 1812/XI Dotazione della sede decentrata "118" di Châtillon di personale medico e infermieristico di emergenza territoriale. (Reiezione di mozione)
Mozione Premesso:
- che la sede decentrata "118" di Châtillon, pur essendo a presidio di un’area di notevole importanza demografica, non dispone ad oggi di personale sanitario di emergenza territoriale (medico o infermieristico a copertura dell’intero orario giornaliero), con i comprensibili disagi e rischi che tale carenza può comportare sia per l’utenza sia per lo stesso personale tecnico in costante servizio;
- che la relativa vicinanza della sede decentrata "118" di Châtillon con la sede centrale di Aosta non giustifica continui interventi mediante "auto-mediche";
- che la presenza del medico di continuità assistenziale non è sufficiente, da sola, a garantire un servizio adeguato alle esigenze e alle urgenze della popolazione residente e turistica del comprensorio, poiché in alcuni periodi dell’anno questa raggiunge livelli decisamente elevati;
- che è unanimemente condivisa l’importanza del decentramento territoriale dei servizi sanitari, attraverso l’implementazione funzionale e professionale delle strutture di emergenza e specialistiche, secondo quel principio che "deve essere il medico che va verso il paziente e non viceversa";
- che l’edificio ospitante la sede decentrata 118 di Châtillon ha spazi estremamente esigui oltre che funzionalmente inadatti all’esercizio dell’attività di emergenza sanitaria e che da tempo si suggerisce l’individuazione di una soluzione a tale problema;
- che, secondo quanto indicato nel rapporto di attività dell’anno 2000 redatto dalla Giunta regionale, sarebbe in corso di predisposizione la progettazione per la ristrutturazione dell’edificio denominato "ex Casa De Matteis" nel Comune di Châtillon da adibire a sede del 118;
tutto ciò premesso, il Consiglio regionale
Impegna
l’Assessore regionale alla Sanità, Salute e Politiche Sociali ad attivarsi presso i competenti organismi dell’Unità Sanitaria Locale della Valle d’Aosta affinché la sede decentrata 118 di Châtillon sia dotata al più presto di personale medico o infermieristico di emergenza territoriale e possa disporre di una struttura adeguata allo svolgimento di una funzione essenziale per la cittadinanza, sia essa residente o turistica.
F.to: Tibaldi - Lattanzi - Frassy
PrésidentLa parole au Conseiller Tibaldi.
Tibaldi (FI)La problematica del decentramento sanitario territoriale l’avevamo già portata in quest’aula con una mozione l’estate scorsa che si riferiva più specificamente alla dotazione di adeguato personale e strumentazione alle strutture sanitarie decentrate, in particolare ai servizi specialistici che vengono erogati dai poliambulatori sul territorio.
In questa mozione però, anche se marginalmente, si faceva cenno a quelli che sono i servizi di emergenza che queste strutture territoriali sono tenute ad erogare all'utenza.
A questo ragionamento generale si collega un fatto specifico che riguarda più propriamente la situazione del presidio territoriale di Châtillon. La sede decentrata 118 di Châtillon, pur essendo a presidio di un’area di notevole importanza demografica, non dispone ad oggi di personale sanitario di emergenza territoriale, sia esso medico o infermieristico, a copertura dell’intero orario giornaliero con i comprensibili disagi e rischi che ciò può comportare e per l'utenza, quella stanziale, quella residente e quella turistica, e naturalmente anche per chi opera all’interno di questa sede.
Fin dalla volta scorsa è stato sottolineato e dal gruppo di Forza Italia, che aveva proposto una mozione, e dall’Assessore che a quella mozione rispondeva che il principio che si vuole osservare costantemente è quello che deve essere il medico che va verso il paziente e non viceversa. La struttura di Châtillon oggi però non possiede medici. Questo ci sembra sotto un certo profilo un paradosso perché questa struttura che, come ripeto, è a presidio di un comprensorio abbastanza vasto, il secondo comprensorio a livello demografico della Valle d’Aosta, non può essere sguarnita di professionisti che sono preposti alla tutela della salute pubblica.
Nella mozione quindi vogliamo sottolineare con evidenza questo disagio che è anche sentito, come ripeto, da chi lavora all’interno di quella struttura, anche perché attualmente il servizio di emergenza viene svolto dalle ambulanze che sono presenti in numero massiccio in quella sede, le quali devono fare il rendez-vous con altre ambulanze che vengono simultaneamente contattate e mosse dal presidio ospedaliero di Aosta per venire incontro ai pazienti che hanno bisogno.
Se questo sistema cosiddetto "delle auto mediche" può essere una soluzione in determinati casi, non può esserlo sempre, in tutti i casi. Ci sono casi di urgenza più marcata, casi di urgenza più lieve, fra i primi ad esempio una fibrillazione cardiaca o un'emorragia grave, dove è più che mai necessario che l’ambulanza che soccorre per prima il paziente sia dotata di personale medico o infermieristico professionale in grado di far fronte alle esigenze sanitarie e di salute del paziente che viene soccorso.
Attualmente questo non accade per Châtillon, ma fortunatamente ce l’hanno altri presidi come Donnas e Morgex. Riteniamo che questa relativa vicinanza, in quanto la distanza fra Châtillon e Aosta è più esigua rispetto a quella fra Morgex e Aosta o Donnas e Aosta, non possa giustificare la perpetuazione di questo sistema.
Mi è parso di capire anche più volte da parte dell’Assessore, perché non è la prima volta che si parla di emergenza territoriale, che è più che mai un obiettivo di questa maggioranza e di questa Giunta cercare di far sì che le strutture sul territorio siano al meglio, siano un cosiddetto "filtro extraospedaliero" che possa evitare di ospedalizzare dei pazienti che non necessariamente devono essere trattenuti presso la struttura sanitaria centrale, se non ne ricorrono le condizioni, e anzi possono essere dimessi una volta curati e una volta che l’intervento di soccorso è andato a buon fine. Non pensiamo che Châtillon in questa maniera possa far fronte alle esigenze che un comprensorio come il suo sta in questo momento sopportando.
È presente il medico di continuità assistenziale, figura conosciuta come guardia medica, che però non è sufficiente da sola a garantire un servizio adeguato a questi casi di urgenza sia per la popolazione residente, sia per la popolazione turistica poiché in alcuni periodi dell’anno con i flussi turistici la quantità di cittadini, che sono potenzialmente utenti del servizio di Châtillon, sono veramente tanti tant’è che abbiamo letto in questi giorni, non riferito a Châtillon, ma riferito a un’altra struttura territoriale, quella di Verrès, che non ci possiamo permettere di dare un esempio di disservizio come quello che si è verificato con una diagnosi o pseudodiagnosi telefonica che ha avuto, fortunatamente, un esito favorevole per la piccola paziente, ma che ha rappresentato un trauma per i genitori i quali, avendo un figlio con una broncopolmonite, hanno dovuto accettare una diagnosi telefonica piuttosto sommaria.
E naturalmente questo non è accettabile in un sistema sanitario come quello valdostano che dispone di risorse e abbiamo visto stamani che le risorse sono più che mai abbondanti tant’è che ci possiamo permettere di destinarne una parte anche agli immigrati clandestini, a maggior ragione chi risiede stabilmente in questa Regione dovrebbe avere una maggiore attenzione da parte dell’autorità sanitaria.
La stessa lettera che ho qui sotto gli occhi invita l’Assessore e gli organi competenti a vigilare su quello che accade oggi sul territorio e noi sentiamo di associarci a questo invito, anche perché la stessa legge istitutiva del servizio di emergenza territoriale, sia quella del 1993 che quella del 1998, prevede una verifica periodica della risposta del servizio sanitario alle necessità degli utenti valdostani.
La guardia medica di Châtillon non è come si dice in gergo: H 24, cioè non c’è copertura totale, completa giornaliera bensì è presente nei giorni feriali dalle ore 20,00 alle ore 8,00 del mattino seguente e nei giorni festivi e prefestivi dalle ore 10,00 del sabato alle ore 8,00 del lunedì successivo.
Il servizio è svolto da personale sanitario e medici che sono in convenzione. La legge permette di optare o per il rapporto di lavoro subordinato oppure per i medici in convenzione. Non ci sono però i MET (medici di emergenza territoriale), Châtillon ne è sprovvista completamente e tanto meno c’è un'infermiera professionale. Sappiamo della difficoltà a reperire personale sanitario, però riteniamo che proprio per la sua importanza Châtillon non possa continuare ad esserne sprovvista.
Rispetto a questa problematica ricordo che quando venne approvata la legge n. 21/1998, che ha ridisegnato il sistema di emergenza sanitaria territoriale, lo stesso Assessore diceva chiaramente: "? Uno dei grossi obiettivi di questo disegno di legge?" che adesso è legge "? è di effettuare un filtro senza togliere competenze al medico di base, ma inserendo un medico H 24 nel Poliambulatorio di Donnas, di Châtillon e di Morgex con quelle funzioni specificate dalla legge di prime cure, di assistenza al paziente sull’ambulanza e anche di sostituzione del medico di continuità assistenziale, il quale se è a Pontboset per una visita e contemporaneamente viene chiamato in Val di Gressoney, non potrebbe prestare la sua attività?".
Se trasliamo questo esempio geograficamente dalla bassa Valle alla media Valle, vediamo che sono situazioni che si registrano quotidianamente o quasi anche a Châtillon.
Continuava l’Assessore: "? Questo disegno di legge prevede che ci sia il medico presente 24 ore su 24, che sia formato con quei corsi di formazione, che sia obbligato a partecipare a quei corsi di formazione, che rientri nel sistema del 118?", ciò significa che non sarà un cane sciolto come è adesso - era il 1998 - perché così è la realtà. Mi sono letto anche delle risposte dall’Assessore a delle interpellanze che sono state fatte dal 1998 ad oggi, il quale rispondendo a queste interpellanze fa una sorta di elogio di quello che è oggi il servizio sanitario sul territorio sia sufficiente, mi riservo di intervenire in sede di replica, una volta sentite le osservazioni dell’Assessore.
PrésidentLa discussion est ouverte. A défaut de requêtes d’inscription, je ferme la discussion générale.
La parole à l’Assesseur à la santé, au bien-être et aux politiques sociales, Vicquéry.
Vicquéry (UV)In premessa vorrei dire che rispetto alla lettera dei coniugi di Verrès che si lamentano ho aperto un'inchiesta e sono fermamente deciso ad andare in fondo perché purtroppo sta avanzandosi nelle nuove categorie dei medici, nei giovani laureati, l’idea che non si devono fare più le visite domiciliari.
Questa corrente di pensiero è stata oggetto di uno scontro fra me e i vertici aziendali da una parte e l’Associazione dei pediatri che sostiene questa strana teoria: che il medico deve fare visite ambulatoriali e pochissime visite domiciliari.
L’inchiesta è aperta, vedremo quali interventi assumerà l’azienda USL. Vi dico fin d’ora che se non verranno assunti dall’USL, provvederò direttamente perché va dato un segnale preciso a tutti coloro che non solo a Verrès da tempo stanno adottando questo metodo che è il contrario di quella che è la pianificazione regionale basata su una conoscenza del territorio e se abbiamo 99 medici di base sul territorio più una ventina di pediatri con un rapporto popolazione/utenti fra i più alti del mondo, è perché vogliamo che questi 120-130 medici vadano a domicilio e non si limitino a fare prescrizioni mediche.
Ripeto, aspetto alcuni giorni, poi vedremo l’esito di questa situazione. Rispetto al tema del decentramento non posso che confermare quanto dice il Consigliere Tibaldi: i principi della legge del 1998 sono tuttora validi, gli sforzi compiuti in questi anni sono evidentissimi, c’è un però: c’è una grossa carenza della materia prima, che è il medico di emergenza territoriale, e perché c’è carenza?
C’è perché finora era considerato un lavoro di precariato tant’è che fino alla convenzione, che è stata siglata ultimamente e che entra in vigore dal 2001, questi medici venivano pagati quasi quanto una colf senza diritto alla mensa, senza diritto a ferie tant’è che con un contratto integrativo siglato nella primavera dello scorso anno l’Assessorato aveva anticipato istituti contrattuali che sono stati poi compresi nel rinnovo contrattuale dei medici di medicina generale che dedica un solo capitoletto ai MET, i quali ricevono adesso uno stipendio pari a un ex assistente medico, hanno diritto a 21 giorni di ferie e possono se non altro far parte del sistema sanitario in una logica di equità.
Il problema è questo: il precariato totale, assoluto a cui facevano riferimento i pochissimi medici perché per poter accedere alla convenzione dei MET è necessario espletare un corso di formazione nei sistemi di emergenza.
Molti di questi medici provengono dal sud dell’Italia e fra i due precariati scelgono sempre il precariato della continuità assistenziale pur con grosse difficoltà. Ricordo che in molte regioni stanno eliminando le cosiddette "guardie mediche di continuità assistenziale" perché il personale è demotivato, non ha professionalità, è costretto in base alla convenzione teoricamente a fare turni di servizio non superiori a 48 ore e voi pensate cosa significa partire dal sud dell’Italia e venire al nord per fare 48 ore di servizio.
Tutte le aziende si adattano alla realtà dei fatti, derogando alla convenzione, permettendo loro di fare due settimane continuative per poter almeno cumulare il periodo e far sì che non sia un continuo viaggiare perché il costo del viaggio assorbirebbe il beneficio del guadagno.
È una situazione assolutamente precaria e per questo motivo non possiamo obbligare l’USL a far sì che anche la sede di Châtillon divenga sede di MET, anche se lo meriterebbe, perché non c’è nessun medico in lista di attesa. Speriamo di poterli reperire nell’anno in corso con l’organizzazione di un nuovo corso di formazione, speriamo di reperirli in virtù del fatto che è stata firmata la convenzione nuova che dà questa dignità a questa figura professionale.
Comunque mi sono fatto dare i dati del servizio 118 di Châtillon:
- nel 2000 gli interventi di soccorso con le ambulanze sono stati 1.010 di cui solo 70 con il cosiddetto "codice rosso", percentualmente un numero molto basso;
- rispetto ai 1.010 sono stati effettuati 95 rendez-vous con l’auto medica con il medico che parte da Aosta;
- 91 interventi di elisoccorso;
- turni di presenza del medico e continuità assistenziale: 360 notti e 110 giorni festivi e prefestivi;
- turni dell'infermiera presente a Châtillon: 92.
Questa è la situazione, è una situazione non da crisi, è una situazione giustificata anche se l’obiettivo è quello di inserirvi il medico, è una situazione che è ancora sostenibile perché non è vero che Châtillon è penalizzata, non lo dico per campanilismo, ma la valle più penalizzata in assoluto in Valle d’Aosta è la Valle di Ayas perché è equidistante da Ivrea e da Aosta con 35 chilometri, è una valle che non ha nessun presidio a Verrès, come era precedentemente alla riforma, perché il presidio è stato spostato a Donnas e la scelta che è stata fatta è di inserire Donnas e Morgex come due poli estremi per l’obiettivo isolamento dei due centri perché Donnas è vero che è vicino a Ivrea, ma è altrettanto vero che Ivrea accetta malvolentieri i pazienti valdostani perché il Pronto soccorso di Ivrea è super intasato e spesso rimandano le ambulanze indietro tant’è che l’ordine di scuderia è di portare i pazienti direttamente ad Aosta.
La Valle di Ayas quindi è la più penalizzata e i dati relativi dimostrano che vi è necessità dei codici rossi perché i tempi di percorrenza sono molto più lunghi rispetto alla Valle di Champorcher o alla Valtournenche. Non cito l’alta valle perché il presidio di Morgex è sì baricentrico, ma a quel presidio confluisce la Valdigne, mentre le altre valli confluiscono su Aosta. Sono scelte obbligate, discusse e approvate dagli organi competenti, scelte che permettono comunque di garantire una situazione di assistenza adeguata.
Diceva il Consigliere Tibaldi che la sede di continuità assistenziale non è coperta 24 ore su 24, non è e non può esserlo perché la convenzione per i medici di continuità assistenziale non prevede l’assistenza diurna, è stato un escamotage utilizzato alcuni anni fa a Donnas, ma la continuità assistenziale è prevista solo per i festivi, i prefestivi e i notturni in sostituzione del medico di base perché il medico di continuità assistenziale ha solo questa funzione: può fare solo le prime cure e non può fare le diagnosi oltre le 24 ore e il ruolo fondamentale è quello del medico di base, che ricordo è presente a Châtillon come altrove, con un ruolo anche di prestazioni di emergenza.
Detto questo, passo all’aspetto degli spazi: la Casa De Matteis è stata ristrutturata durante la mia gestione all’USL, la ricordo benissimo, è una struttura decorosa anche se forse è meno decoroso l’atteggiamento di alcuni medici che lì dentro vivono e che sono stati mesi fa convocati ad Aosta per spiegare loro che il decoro è altra cosa, ma i locali in sé sono decorosi anche se soffrono di alcuni problemi legati all'applicazione della 626.
Per questo motivo la Giunta ha affidato l’incarico con delibera n. 762 del 13 marzo 2000 per la ristrutturazione dell’immobile e sta attualmente valutando il progetto dal punto di vista tecnico per far conciliare l’esigenza del 118 della continuità assistenziale e del centro handicappati.
Non abbiamo ancora definito nulla anche perché vorremmo concentrare la sede ambulatoriale presso la struttura poliambulatoriale del centro di Châtillon proprio perché in quella sede sicuramente si potrà dare un’assistenza migliore e separare l’aspetto legato alla gestione del 118 volontari e non. Questa è un’idea che sta venendo avanti e che stiamo valutando in questi giorni.
Gli spazi sono quelli che sono; io non direi che sono insufficienti. I dipendenti del 118 di Donnas hanno una nuova sede che è stata realizzata l’anno scorso a fianco del poliambulatorio e i metri quadrati a loro disposizione non sono assolutamente di molto superiori rispetto agli attuali di Châtillon anche se convengo che un ampliamento per loro è necessario, ma non è così catastrofica la situazione rispetto ad altre strutture.
Per questo motivo, pur condividendo le premesse del ragionamento del Consigliere Tibaldi, cioè del rispetto dell’applicazione della legge del 1998, che spero possa essere applicata entro l’anno, medici permettendo, perché verrà organizzato un nuovo corso, non possiamo accogliere la mozione perché non possiamo obiettivamente chiedere all’USL di dotare quella struttura di personale medico e infermieristico quando fino all’altro giorno avevamo chiuso dei posti letto ospedalieri per mancanza di personale infermieristico.
Mi impegno invece a presentare al più presto in Giunta regionale, perché è l’organo competente, la soluzione definitiva progettuale che andremo a scegliere sia dal punto di vista strutturale che dal punto di vista tecnico. Per questo motivo chiedo al Consigliere Tibaldi di ritirare la mozione, in caso contrario saremo obbligati ad astenerci, ripeto, non per volontà di schierarci da una parte piuttosto che dall’altra, ma perché l’impegno che viene chiesto non è esaudibile in via immediata.
Si dà atto che, dalle ore 21,32, presiede il Vicepresidente La Torre.
Presidente La parola al Consigliere Tibaldi.
Tibaldi (FI) Pur prendendo atto dell’impegno verbale che l’Assessore ha preso oggi, vorrei ravvisare una serie di contraddizioni nel suo intervento.
Potrei anche dichiararmi soddisfatto del fatto che c’è questo impegno per cui entro l’anno si cerca di individuare un insieme di professionalità sanitarie per risolvere il problema dei MET a Châtillon, però è un impegno che è fine a sé stesso e che può essere disatteso da un momento all’altro perché sappiamo che la precarietà di professionalità in questo settore è piuttosto elevata.
Vorrei solo far notare all’Assessore che il dispositivo della nostra mozione non prevede obblighi, cioè l’Assessore non deve obbligare l’USL a fare qualcosa, l’Assessore deve solo attivarsi, dove con il verbo attivarsi si lascia la più ampia discrezionalità di scelta alla "cuspide" del sistema sanitario valdostano: l’Assessore, l’attivazione può essere esercitata nel modo che lui ritiene più opportuno per conseguire il risultato.
Non avremmo potuto neppure prevedere un obbligo, sapevamo che era insostenibile tant’è che se l’Assessore dice: "Non mi sento di obbligare l’USL", noi diciamo: "Assessore, non le chiediamo di obbligare l’USL" e le parole scritte nel documento lo testimoniano.
Tanto meno abbiamo messo vincoli temporali, è ovvio che il problema è contingente e non può essere risolto aspettando le calende greche, altrimenti sarebbe una presa in giro.
Siamo dispiaciuti che questa sensibilità manifestata oralmente non ci sia con un impegno più definito da parte dell’Assessore e della maggioranza consiliare perché si dà adito a questa continua classificazione di strutture di serie A e strutture di serie B nonostante l’importanza che una struttura come Châtillon riveste per tutto il comprensorio nei confronti dell'utenza.
Prendiamo atto degli orientamenti sulla struttura vera e propria, gli edifici che devono essere aggiornati o destinati a questo scopo.
Assessore, vada a vedere in che stato stanno lavorando, ci sono i cavi elettrici, telefonici, i cavi dei computer che sono lì penzolanti; in una struttura privata l’ispettore sanitario, quello che guarda se c’è l’osservanza delle regole della 626, lo sanzionerebbe, mentre lì si continua ad andare avanti in questo stato di precariato anche strutturale che è più che mai censurabile?.
(interruzione dell’Assessore Vicquéry, fuori microfono)
? lei non può obbligare, però avoca a sé un potere, come ha detto all’inizio del suo intervento, e ha fatto bene a rimarcarlo, davanti a un disservizio sanitario grave come è quello della famiglia di Verrès.
Per quel caso lei ha annunciato, facendosi interprete di una situazione molto grave, che se non si muove l’USL, sarà lei stesso a muoversi. Allora, Assessore, perché se non si muove l’USL, non si muove lei per la struttura 118 di Châtillon? Perché da una parte esercita il potere, dall’altra parte non lo vuole esercitare dicendo che non può obbligare l’USL a fare? E sottolineo che noi non chiediamo alcun obbligo, chiediamo solo l’attivazione.
È una contraddizione palese che si è consumata nel giro di pochi minuti e che ci dispiace. Prendiamo atto che Châtillon è destinata a rimanere purtroppo, se non si interviene, una struttura di serie B e non vogliamo questo come non lo vogliamo nemmeno per le altre strutture sanitarie decentrate, come auspichiamo che la Val d’Ayas quanto prima addivenga a soluzioni più consone alle esigenze della sua popolazione.
Anche perché la nuova legge del 1998, che è stata votata dal Consiglio regionale, prevede che il servizio di emergenza sanitaria territoriale si avvalga di personale medico dipendente o incaricato nonché di personale infermieristico e altro personale facente parte dell’organico dell’Unità operativa 118, lo dice la legge. Châtillon in questo momento è al di fuori della legge, non ha tutti i requisiti di legge per esercitare le prestazioni sanitarie di emergenza, come peraltro l’articolo 6 dice che il servizio di emergenza sanitaria territoriale opera quale modello sperimentale ed è soggetto a verifica da parte della Giunta regionale. Assessore, le chiediamo una verifica immediata a livello di Giunta di questa situazione come peraltro glielo chiede la famiglia di Verrès che in conclusione della lettera invita l’Assessore e gli organi competenti a vigilare su quello che accade sul territorio.
Prediamo atto di queste situazioni che sono al di fuori della normalità in una Regione come la Valle d’Aosta che ha la pretesa, e ne siamo contenti, di essere il primo esempio di sanità pubblica in Italia. A mo' di spot ci è stata diffusa prima questa velina del televideo RAI che dice: "Sanità bene al nord, scontenti al sud; gli utenti più soddisfatti risiedono nella Valle d’Aosta". Ne siamo onorati, ma dovremmo sapere anche come stilano queste classifiche se situazioni di questo genere passano inosservate e a maggior ragione passano inosservate agli occhi di un'assemblea e di un Assessorato che invece avrebbero il dovere di prestarvi maggiore attenzione.
Tra l’altro l’Assessore sa che, ma non vogliamo sollevare la polemica sul caso specifico, anche la legge n. 70/1993 è stata abrogata con una norma inserita nella legge finanziaria, l’articolo 12, e non so quante persone se ne siano rese conto. Quella legge stabiliva tutto uno schema articolato di organigramma del 118, quella legge è stata sostituita nel 1998 dalla legge che ho finora citato, la quale demanda agli organi USL la competenza totale.
Questo è vero, però anche la cosiddetta "legge di aziendalizzazione dell’USL", rivista e aggiornata recentemente, le conferisce, Assessore, dei poteri di intervento, come lei ha citato in esordio del suo intervento per il caso di Verrès, che anche in questo caso dovrebbero essere presi in considerazione.
Non ci sentiamo di ritirare la mozione, Assessore, perché è la sintesi di un'esigenza manifestata dal personale non sanitario che lì lavora, da molti cittadini che hanno segnalato il disagio, quindi ritirarla sarebbe abdicare a un impegno che il nostro gruppo ha portato in aula in maniera sobria e non pretestuosa perché la terminologia della mozione è tutt’altro che polemica, direi è molto costruttiva e aperta alle modificazioni del caso. Mi dispiace che questa sensibilità non sia pervenuta in maniera completa da parte dell’Assessore, anche da qualche collega che risiede accanto a me nel comune, di conseguenza la lasciamo al voto, poi ne prenderemo atto e senz’altro la riproporremo memorizzando il suo impegno verbale, Assessore.
Se scaduto questo termine, non ci sarà nulla di nuovo, torneremo in aula con una mozione analoga.
PresidenteLa parola al Consigliere Piccolo per dichiarazione di voto.
Piccolo (SA)Ringrazio il collega Tibaldi per le sollecitazioni, ma credo che il sottoscritto non ne abbia bisogno in materia di sanità, soprattutto per quanto riguarda quel territorio e quello specifico comune perché io, che ho invece la sfortuna di essere un po' campanilista, di quel problema che riguarda il 118 è da tempo che me ne interesso e non solo di quello.
Del resto se ha avuto incontri con i colleghi, perché per me sono i colleghi dell’USL, ne avrà avuto la conferma. Pertanto sotto questo aspetto credo che, per quanto riguarda il contenuto della mozione che ho la fortuna o sfortuna di conoscere più da vicino come pure i problemi che sono denunciati, per quanto riguarda la prima parte concernente il personale relativo alla legge del 1998 e la possibilità di avere un medico 24 ore su 24 anche per il servizio di pronto intervento di 118, l’Assessore abbia già manifestato quali sono le difficoltà. Ma vorrei in questa sede riprenderle per sollecitare l’Assessore in tal senso. Con l’Assessore abbiamo avuto parecchi incontri e soprattutto con il suo collega Vallet abbiamo verificato per quanto riguarda la seconda parte: la struttura, che è da rivedere e da ristrutturare.
Ricordo in proposito al collega Tibaldi e ai colleghi presenti che avevo già coinvolto l’Amministrazione comunale di Châtillon e il precedente sindaco per quanto riguardava la struttura del 118 che convive con quella del CSE, il centro degli handicappati, e l’angusta abitabilità che ha la struttura che ospita la guardia medica.
Questo l’Assessore lo sa, prova ne è l’impegno che ha preso l’Assessore con me personalmente e con gli operatori qualche tempo fa, nel senso di rivedere la struttura in termini di ristrutturazione. Sottolineo che la nuova Amministrazione comunale di Châtillon ha prospettato la possibilità di una nuova collocazione della struttura qualora non fosse possibile ampliarla per problemi urbanistici e non ultimo anche per problemi di disponibilità dei proprietari vicini a non lasciare edificare in alto.
Sono sottolineature che mi permetto di fare anche in questa sede per dire che a mio avviso la struttura di Châtillon necessita di una ristrutturazione e, se non vi fossero le possibilità di farlo, credo sia il caso di parlare di nuova collocazione.
Mi dispiace prendere la parola dopo la replica del collega Tibaldi perché va detto con molta sincerità: sono stati assunti impegni in quest’aula dall’Assessore Vicquéry per quanto riguarda la parte del personale, mentre per la struttura esistono i progetti ed è possibile verificare cosa contengono. Dobbiamo dare un atto di fiducia all’Assessore Vicquéry, non posso che sottolineare il suo impegno anche perché sono stato coinvolto e insieme abbiamo programmato per la prossima settimana una serie di incontri e di sopralluoghi per verificare altre possibilità di collocazione del 118. È in questo senso che mi permettevo di incitare i colleghi di Forza Italia a ritirare la mozione, ma ho sentito che non c’è l’intenzione, pertanto lo dico con una certa difficoltà: anche il nostro gruppo è costretto ad astenersi sulla mozione pur condividendo molti dei contenuti, però va dato atto all’Assessore che sono stati presi degli impegni ufficiali in questa sede.
Pongo in votazione la mozione in oggetto:
Consiglieri presenti: 29
Votanti e favorevoli: 4
Astenuti: 25 (Agnesod, Bionaz, Borre, Charles Teresa, Collé, Comé, Cottino, Cuc, Lanièce, La Torre, Lavoyer, Louvin, Marguerettaz, Martin, Nicco, Ottoz, Pastoret, Perrin, Perron, Piccolo, Praduroux, Rini, Vallet, Vicquéry, Viérin D.)
Il Consiglio non approva.