Resoconto integrale del dibattito dell'aula

Oggetto del Consiglio n. 1813 del 24 gennaio 2001 - Resoconto

OGGETTO N. 1813/XI Ritiro di mozione: "Accertamenti sanitari su militari valdostani impegnati in missioni di pace nella penisola balcanica".

Mozione Il Consiglio regionale della Valle d’Aosta

Preso atto dei dati emersi circa l’uso di proiettili ad uranio impoverito durante le recenti guerre nella penisola balcanica;

Preso atto delle informazioni sulle conseguenze per la salute umana, e per la stessa qualità dell’ambiente, che comportano il contatto e l’esposizione a materiale contenente uranio impoverito;

Appreso che, secondo le dichiarazioni dello stesso Ministro della Difesa, Sergio Mattarella, fra i militari italiani che hanno partecipato alla "missione di pace" in Bosnia e nel Kosovo, si sono registrati sette morti dei ventuno colpiti da forme tumorali;

Appreso che anche soldati e volontari valdostani hanno partecipato alle suddette "missioni di pace";

Ritenendo che nello loro permanenza in detti territori questi nostri concittadini possono essere stati contaminati dall’uranio impoverito contenuto nei proiettili anticarro della Nato e che occorra pertanto procedere al più presto ad una verifica di eventuali contaminazioni radioattive che possono averli colpiti;

Esprime

solidarietà nei confronti delle vittime finora accertate;

Chiede

all’Assessore alla Sanità di attivare in tempi brevi uno screening per tutti i militari e volontari che dalla Valle d’Aosta sono partiti per partecipare ad azioni di solidarietà o a missioni militari "di pace".

F.to: Squarzino Secondina - Curtaz - Beneforti

Presidente La parola alla Consigliera Squarzino Secondina.

Squarzino (PVA-cU) Vorrei precisare che probabilmente il titolo della mozione non era preciso, nel senso che la richiesta era per i militari e i volontari, quindi sono due le categorie a cui si riferisce la mozione.

Questa mozione non prende in esame le grandi tematiche che a livello politico sono state affrontate e si stanno affrontando per quanto riguarda la questione dell’uranio impoverito; mi riferisco alle problematiche relative all’uso di questo tipo di proiettili nelle guerre a cui partecipa anche il nostro Paese; mi riferisco alla necessità che l’intera Europa si mobiliti per verificare innanzitutto i danni provocati dall’uranio impoverito o anche da altri tipi di proiettili, o da altro materiale bellico sulla popolazione civile nelle zone che sono state bombardate da questi proiettili.

Con la mozione mi riferisco a un fatto molto più localistico, se così vogliamo dire, cioè alla necessità di verificare che i militari e i volontari che hanno partecipato a "missioni di pace", nella penisola balcanica siano sottoposti ad accertamenti tali da escludere o da individuare - speriamo di no - la presenza delle conseguenze dell'esposizione all’uranio impoverito.

Sappiamo che respirare o ingerire le polveri dell’uranio impoverito provoca gravi lesioni e soprattutto sembra che sia all’origine di manifestazioni tumorali, leucemia in particolare, che si sono verificate in militari che hanno partecipato ad azioni di guerra in territorio balcanico.

Dal momento in cui è stata presentata la mozione ad oggi sono avvenuti alcuni fatti nuovi di cui abbiamo preso conoscenza e cioè che tutti i militari sono già stati sottoposti a una serie di esami per cui la mia proposta è di togliere la parola "militari" e lasciare soltanto i "volontari". Parlo di volontari che sono stati in Bosnia e in Kosovo, volontari che non hanno partecipato a missioni di pace organizzate, ma singole persone che hanno lavorato con organismi di volontariato. Chiedo che venga valutata questa possibilità.

So che anche a livello nazionale il Ministro Mattarella, nell’affrontare il problema al Parlamento, ha detto che occorre prevedere esami medici sia per i militari sia per il personale civile.

Ora sul personale militare forse è più facile attivare il controllo perché ci sono le liste dei militari; su gruppi di volontari organizzati anche lì è più facile organizzare il controllo; ma su volontari che sono andati singolarmente a lavorare, accanto a gruppi più organizzati, di questi forse è difficile ricostruire l'elenco.

Quindi la mia proposta, che faccio oralmente, è quella di togliere nella parte impegnativa la parola "militari" lasciando solo per "i volontari della Valle d’Aosta che sono partiti per partecipare ad azioni di solidarietà o a missioni militari di pace", naturalmente nelle zone di cui si è parlato prima.

Questo significherebbe che da parte dell’Assessorato ci può essere un avis in cui si dice che, rispetto a questa situazione, se ci sono dei singoli cittadini che in questi ultimi 5 anni?, perché si parla di 5 anni, quindi non interessa l’Albania, - dicevo - in questi ultimi 5 anni hanno partecipato ad azioni anche individuali di solidarietà in queste zone, questi sono pregati di segnalare il proprio nome in modo da sottoporsi ad accertamenti. Questa è la proposta della mozione.

Presidente La parola all'Assessore alla sanità, salute e politiche sociali, Vicquéry.

Vicquéry (UV) Nei pourparlers si è detto che il Tenente Colonnello del Centro addestramento alpino ha già dato una risposta rispetto alle visite effettuate nei giorni 11, 15 e 18 gennaio per tutti coloro che si sono recati in "teatro" come dicono i militari. I volontari che hanno partecipato alla "Missione Arcobaleno", 200 cittadini valdostani, sono stati ad operare a Valona che è una zona non interessata dagli eventi bellici.

Non posso escludere a priori che ci siano altri volontari che in questi ultimi 5 anni si siano recati in Bosnia o in Kosovo, per questo motivo chiedo alla Consigliera di ritirare la mozione perché andrebbe ricostruita in toto, non basta togliere la parola "militari" in quanto tutte le premesse sono da rifare anche perché non si parlerebbe di screening, che ha una valenza preventiva, e lo screening andrebbe programmato con delibere di Giunta regionale per stabilirne le modalità, l’esecuzione, l’esenzione del ticket e via dicendo. Mi impegno a prendere atto della proposta che può essere concretizzata con un comunicato stampa da parte dell’Assessorato che invita a rivolgersi a un ufficio competente spiegando che si riferirà esclusivamente a coloro che si sono recati in azioni di guerra e non a coloro che si sono recati in Brasile per svolgere opere umanitarie perché sempre nel momento in cui si danno delle informazioni queste vanno chiarite. In questo senso mi impegno a verificare con gli uffici di igiene e prevenzione dell’USL a mettere in piedi un servizio che consiste in semplici analisi del sangue prioritariamente salvo alcuni esami. Se la Consigliera accetta, le chiedo di ritirare la mozione.

Presidente La parola alla Consigliera Squarzino Secondina.

Squarzino (PVA-cU) Mi sembra che ci sia da parte dell’Assessore un impegno ben preciso. L’Assessore dice di voler esplicitare tale impegno in un comunicato stampa che renda pubblica questa volontà dell’Amministrazione regionale nei confronti di volontari impegnati anche singolarmente in zone interessate dalla guerra; non come turisti, questo è chiaro, concordo con lei, Assessore: non mi interessano i turisti, ma coloro che hanno partecipato e possono dire di aver partecipato ad azioni di aiuto nei territori segnalati come pericolosi, ho in mente una serie di persone che sono andate avanti e indietro più volte per portare aiuti, per lavorare sul terreno. Sulla base di questo impegno dell’Assessore ritiriamo la mozione.

Il Consiglio prende atto.