Resoconto integrale del dibattito dell'aula

Oggetto del Consiglio n. 1383 del 8 giugno 2000 - Resoconto

OGGETTO N. 1383/XI Approvazione del piano regionale delle attività estrattive relativamente al marmo ed alle pietre affini ad uso ornamentale ai sensi della l.r. n. 15/1996.

Deliberazione Il Consiglio

Premesso che:

- la legge regionale 11 luglio 1996, n. 15, concernente le norme per la coltivazione di cave e torbiere, per il reperimento dei materiali di cava e per il riassetto delle cave abbandonate, stabilisce tra l’altro che la Regione individui le aree ove insistono i giacimenti dei materiali di cava ai fini di sopperire alle esigenze connesse alla realizzazione delle opere ed interventi di competenza dello Stato, della Regione, dei Comuni, di ogni altro ente e dei privati ed alla valorizzazione dell’attività produttiva del marmo e delle pietre affini ad uso ornamentale, nonché per contemperare tali esigenze con quelle di tutela del territorio; tali determinazioni sono già state assunte per le sabbie e ghiaie (deliberazione del Consiglio regionale 2 giugno 1994, n. 727/X) nonché per il pietrame (deliberazione del Consiglio regionale 14 giugno 1995, n. 1396/X), mentre deve essere ancora approvata la pianificazione per il marmo e le pietre affini ad uso ornamentale;

- il Consiglio regionale, ai sensi del comma 1 dell’art. 5 della l.r. n. 15/1996, con provvedimento n. 2662/X in data 25.06.1997, ha deliberato l’adozione del piano delle attività estrattive relativamente al marmo ed alle pietre affini ad uso ornamentale costituito dalle seguenti categorie di aree:

Tab. 1 - aree di cava in esercizio - n. 21 aree;

Tab. 2 - aree di cava ancora suscettibili di sfruttamento - n. 9 aree;

Tab. 3 - aree di cava nuove - n. 3 aree;

Tab. 4 - aree di cava non più suscettibili di sfruttamento e per le quali è auspicabile un intervento di ripristino ovvero di riconversione ambientale - n. 39 aree;

Tab. 5 - aree di cava non più suscettibili di sfruttamento e già rinaturate - n. 51 aree.

Con lo stesso provvedimento è stato approvato l’aggiornamento del catasto regionale dei giacimenti di marmo e delle pietre affini ad uso ornamentale;

Il piano adottato ha recepito essenzialmente, ad eccezione di n. 3 nuove aree estrattive, la situazione esistente nel 1997.

Accertato che:

- il piano adottato è stato affisso, ai sensi del comma 2 dell’art. 5 della l.r. n. 15/1996, all’albo notiziario dell’Amministrazione regionale dal 11.08.1997 al 10.10.1997 per un periodo di sessanta giorni consecutivi;

- nel periodo di affissione sono pervenute richieste di inserimento per complessive n. 37 aree di cui n. 20 in tab. n. 2 - aree di cava ancora suscettibili di sfruttamento e n. 17 in tab. 3 - aree di cava nuove nonché n. 2 opposizioni all’inserimento e più precisamente:

1. Amministrazione di Fontainemore che esprime parere negativo alla eventuale riattivazione della cava denominata Colombit inserita nell’adozione del piano in tab. 4 (aree di cava non più suscettibili di sfruttamento per le quali è auspicabile un intervento di ripristino ovvero di riconversione ambientale) per la quale l’Associazione Marmifera della Valle d’Aosta ha richiesto l’inserimento nella tab. n. 2 - aree di cava ancora suscettibili di sfruttamento;

2. osservazioni negative, da parte di alcuni abitanti di Donnas, relative all’inserimento nel piano della cava di gneiss sita in loc. Montey (con provvedimento della Giunta regionale n. 4229 del 24.11.1997 è stata autorizzata, anche in relazione ai contatti avuti con l’Amministrazione comunale di Donnas, la coltivazione della cava fino al 31.12.1999; inoltre con nota n. 6853 del 11.11.1997 il Comune di Donnas ha richiesto la possibilità di segnalare sul piano regionale che non siano rilasciate ulteriori autorizzazioni per la coltivazione della cava in questione).

Considerato che:

- il rilevante numero di richieste di inserimento, la complessità della materia, non hanno consentito di definire la pianificazione, nei tempi previsti al comma 5 dell’art. 5 della l.r. n. 15/1996;

- risulta necessario mantenere nel piano delle attività estrattive relativamente al marmo ed alle pietre affini ad uso ornamentale, l’area denominata Montey tab. 1 - cave in esercizio, indicando che la permanenza, della stessa nel suddetto piano, dovrà essere limitata a tutto il 31.12.2000 in considerazione dell’anno necessario per il recupero ambientale così come già stabilito nel provvedimento autorizzativo approvato con deliberazione di Giunta n. 4229 del 24.11.1997;

- può essere inserita, in tab. 2 - aree di cava ancora suscettibili di sfruttamento, la cava denominata "Mecca" sita in loc. Mure del comune di Issogne in quanto:

- in sede di valutazione (V.I.A) del piano, il Comitato Scientifico per l’Ambiente, pur non esprimendo un parere esplicitamente negativo, suggeriva "di inserire la cava in quelle destinate al recupero ambientale";

- lo stesso Comitato ha espresso, in data 30.04.1997, relativamente al progetto di coltivazione presentato dalla Ditta, parere favorevole condizionato in seguito al quale la Giunta regionale ha deliberato, con provvedimento n. 3925 in data 03.11.1997, di non autorizzare la coltivazione della cava in quanto risultavano mancanti o irregolari i titoli giuridici interessanti la maggior parte dell’area di cava e, nel contempo, di esprimere una valutazione positiva condizionata sulla compatibilità ambientale del progetto di coltivazione;

- con nota n. 1290 pervenuta in data 22.03.1999 il comune di Issogne ha espresso il proprio nulla osta all’inserimento dell’area in questione nel Piano regionale, purché tale inserimento sia finalizzato al recupero ambientale ed alla preventiva messa in sicurezza dell’intera area di cava;

- le aree di cui alle 1, 2 e 3 sono da considerarsi, ai sensi del comma 2 dell’art. 4 della l.r. n. 15/1996 aree estrattive;

- risulta opportuno provvedere, ad avvenuta approvazione del piano delle attività estrattive relativamente al marmo ed alle pietre affini ad uso ornamentale, alla predisposizione entro il corrente anno dello studio relativo all’aggiornamento dello stesso in modo da ottenere uno strumento a più ampio respiro che:

- valuti le richieste di inserimento e le osservazioni pervenute nel periodo di affissione della delibera consiliare n. 2662/X del 25.06.1997, tenendo in debito conto le osservazioni contenute nel parere espresso dal Comitato Scientifico per l’Ambiente;

- tenga conto infine delle nuove eventuali richieste di inserimento che perverranno corredate della documentazione tecnica necessaria definita dall’Ufficio miniere e cave;

- si può dar corso, in relazione a quanto contenuto negli articoli 5 e 6 della l.r. 15/1996 e a quanto sopra indicato, all’approvazione del piano delle attività estrattive relativamente al marmo ed alle pietre affini ad uso ornamentale nonché dell’aggiornamento del catasto regionale dei giacimenti di marmo e delle pietre affini ad uso ornamentale secondo la seguente configurazione:

Tab. 1 - aree di cava in esercizio

N.

Comune

Cava

Litotipo

01

Aymavilles

Ronc

Pietra ornamentale

02

Aymavilles

Senagy

Pietra ornamentale

03

Châtillon

Isserie

Marmo

04

Donnas

Monteil (fino al 31.12.2000)

Pietra ornamentale

05

Gressoney-Saint-Jean

Ciuken-Noversch

Marmo

06

Gressoney-Saint-Jean

Ecko

Marmo

07

Gressoney-Saint-Jean

Perletoa

Marmo

08

Hône

Seville

Pietra ornamentale

09

Hône e Pontboset

Courtil

Lose

10

Issogne

Fleuran (ex Calvasina)

Marmo

11

Issogne

Mure (Mure Basse)

Marmo

12

Saint-Denis

Blavesse

Marmo

13

Saint-Denis

Champlong

Marmo

14

Saint-Denis

Morge Raffort

Marmo

15

Verrayes

Aver A

Marmo

16

Verrayes

Cheran 1

Marmo

17

Verrayes

Croce di San Martino

Marmo

18

Verrayes

Golette (Vencorere 2)

Marmo

19

Verrayes

Maisonetta (Aver B)

Marmo

20

Verrayes

Prala 1 (Vencorere Prelaz 1)

Marmo

21

Verrayes

Prala 2 (Vencorere Prelaz 2)

Marmo

Tab. 2 - aree di cava ancora suscettibili di sfruttamento

N.

Comune

Cava

Litotipo

01

Avise

Marbriere

Marmo

02

Chambave

Champ Perret

Marmo

03

Châtillon

Rivaz bassa

Marmo

04

Issogne

Mure/Mecca

Scagliame di marmo

05

La Thuile

Mont du Parc

Lose

06

Morgex

Bocasse alta

Lose

07

Morgex

Bocasse bassa

Lose

08

Morgex

Drumeilleux

Lose

09

Verrayes

Comba Basset

Marmo

10

Verrayes

Plan de Verrayes 10 (Ezzely)

Marmo

Tab. 3 - aree di cava nuove

N.

Comune

Cava

Litotipo

01

Emarèse

Fontillon

Pietra ornamentale

02

Gaby

Gattinery

Pietra ornamentale

03

Pontey

Gimiod

Pietra ornamentale

Tab. 4 - aree di cava non più suscettibili di sfruttamento e per le quali è auspicabile un intervento di ripristino ovvero di riconversione ambientale

N.

Comune

Cava

Litotipo

01

Aosta

Bioula

Marmo

02

Brusson

Bodignon

Pietra ornamentale

03

Challand-Saint-Victor

Arbeche

Marmo

04

Champdepraz

Pesoulaz

Marmo

05

Champdepraz

Tzante de la Grousa (Gorf)

Marmo

06

Châtillon

Saix de Vau

Marmo

07

Fontainemore

Colombit

Marmo

08

La Thuile

Pont Serrand

Lose

09

La Thuile

Preylion

Lose

10

Montjovet

Barmaz Chandaz

Marmo

11

Montjovet

Creston 1

Marmo

12

Montjovet

Creston 2

Marmo

13

Montjovet

Reclou 1

Marmo

14

Montjovet

Reclou 2

Marmo

15

Morgex

La Manche

Lose

16

Morgex

Suzey Vineuve

Lose

17

Morgex

Villair

Lose

18

Nus

Bois Noir

Marmo

19

Nus

Thoula Sèche

Marmo

20

Nus

Varenche

Marmo

21

Torgnon

Chatè 2

Marmo

22

Torgnon

Croix de Join

Marmo

23

Verrayes

Beauregard

Marmo

24

Verrayes

Longeagne dessous

Marmo

25

Verrayes

Marseiller B

Marmo

26

Verrayes

Plan Brunet A-B

Marmo

27

Verrayes

Plan de Verrayes 1

Marmo

28

Verrayes

Plan de Verrayes 2

Marmo

29

Verrayes

Plan de Verrayes 3

Marmo

30

Verrayes

Plan de Verrayes 4

Marmo

31

Verrayes

Plan de Verrayes 6

Marmo

32

Verrayes

Plan de Verrayes 7

Marmo

33

Verrayes

Plan de Verrayes 8

Marmo

34

Verrayes

Plan de Verrayes 9

Marmo

35

Verrayes

Plan de Verrayes 11

Marmo

36

Verrayes

Vencorere 1

Marmo

37

Verrayes

Vencorere 3

Marmo

38

Verrayes

Vencorere 4

Marmo

Tab. 5 - aree di cava non più suscettibili di sfruttamento e già rinaturate

N.

Comune

Cava

Litotipo

01

Antey-Saint-André

Champlong

Marmo

02

Ayas

Cretaz

Lose

03

Aymavilles

Fontanette

Pietra ornamentale

04

Brusson

Volon

Pietra ornamentale

05

Châtillon

Brusonglioz des Gards A-B

Marmo

06

Châtillon

Mont Blanc

Marmo

07

Châtillon

Mont Plan Perdu

Marmo

08

Châtillon

Pavirqulaz

Marmo

09

Châtillon

Plan Perdu A

Marmo

10

Châtillon

Plan Perdu B

Marmo

11

Châtillon

Rivaz alta

Marmo

12

Châtillon

Saint Valentin

Marmo

13

Courmayeur

Freydevaz

Lose

14

Champorcher

Titlet

Marmo

15

Gressoney-La-Trinité

Capoluogo

Marmo

16

Gressoney-Saint-Jean

Castel inferiore

Marmo

17

Gressoney-Saint-Jean

Reffersch

Marmo

18

Issogne

Mont Blanc

Scaglie di marmo

19

Issogne

Pianfey

Marmo

20

Issogne

Planisse

Scaglie di marmo

21

Issogne

Planisse B

Marmo

22

Montjovet

Champeillu

Marmo

23

Montjovet

Chosaley

Marmo

24

Montjovet

Vervaz 1

Lose

25

Montjovet

Vervaz 2

Lose

26

Morgex

Col San Carlo 1

Lose

27

Morgex

Col San Carlo 2

Lose

28

Morgex

Corbassiere

Lose

29

Pré-Saint-Didier

Avalenches (Tzablandin)

Lose

30

Sarre

Beauregard

Marmo onice

31

Saint-Denis

Gromeillan A-B

Marmo

32

Saint-Denis

Raffort A

Marmo

33

Saint-Denis

Raffort B

Marmo

34

Saint-Denis

Raffort C

Marmo

35

Saint-Vincent

Fremies

Marmo

36

Torgnon

Champrod

Marmo

37

Torgnon

Chatè 1

Marmo

38

Torgnon

Chatè 3

Marmo

39

Torgnon

Covaloup

Marmo

40

Torgnon

Plan Rovine

Marmo

41

Torgnon

Praz de Tarp

Marmo

42

Valsavarenche

Ran

Lose

43

Valtournenche

Vachere

Lose

44

Verrayes

Cheran 2

Marmo

45

Verrayes

Col de filon

Marmo

46

Verrayes

Dorinaz

Marmo

47

Verrayes

Marseiller A

Marmo

48

Verrayes

Pignannaz

Marmo

49

Verrayes

Plan de Verrayes 5

Marmo

50

Verrayes

Plan de Vesan

Marmo

51

Villeneuve

Chatel Argent

Pietra ornamentale

Visti:

- la legge regionale 11 luglio 1996, n. 15 "Norme per la coltivazione di cave e torbiere, per il reperimento dei materiali di cava e per il riassetto delle cave abbandonate";

- la deliberazione della Giunta regionale n. 25 del 13 gennaio 2000 concernente l’approvazione del bilancio di gestione per l’anno 2000 e per il triennio 2000/2002, con attribuzione alle strutture dirigenziali di quote di bilancio e degli obiettivi gestionali correlati e di disposizioni applicative;

- il parere favorevole rilasciato, in vacanza del posto di Direttore dell’ambiente, assetto del territorio e risorse idriche, dal Coordinatore del dipartimento territorio, ambiente, dell’Assessorato territorio, ambiente e opere pubbliche, ai sensi del combinato disposto degli articoli 13, comma 1, lettera e) e 59, comma 2 della legge regionale 23 ottobre 1995, n. 45, sulla legittimità della presente deliberazione;

- l’articolo 8 del decreto legislativo 22 aprile 1994, n. 320, come modificato dall’articolo 1 del decreto legislativo 16 febbraio 1998, n. 44, in ordine alla sottoposizione dell’atto a controllo;

- il parere della IV Commissione consiliare permanente;

delibera

di approvare il piano regionale delle attività estrattive relativamente al marmo ed alle pietre affini ad uso ornamentale nella configurazione sotto riportata e come evidenziato nelle allegate corografie:

Tab. 1 - aree di cava in esercizio

N.

Comune

Cava

Litotipo

01

Aymavilles

Ronc

Pietra ornamentale

02

Aymavilles

Senagy

Pietra ornamentale

03

Châtillon

Isserie

Marmo

04

Donnas

Monteil (fino al 31.12.2000)

Pietra ornamentale

05

Gressoney-Saint-Jean

Ciuken-Noversch

Marmo

06

Gressoney-Saint-Jean

Ecko

Marmo

07

Gressoney-Saint-Jean

Perletoa

Marmo

08

Hône

Seville

Pietra ornamentale

09

Hône e Pontboset

Courtil

Lose

10

Issogne

Fleuran (ex Calvasina)

Marmo

11

Issogne

Mure (Mure Basse)

Marmo

12

Saint-Denis

Blavesse

Marmo

13

Saint-Denis

Champlong

Marmo

14

Saint-Denis

Morge Raffort

Marmo

15

Verrayes

Aver A

Marmo

16

Verrayes

Cheran 1

Marmo

17

Verrayes

Croce di San Martino

Marmo

18

Verrayes

Golette (Vencorere 2)

Marmo

19

Verrayes

Maisonetta (Aver B)

Marmo

20

Verrayes

Prala 1 (Vencorere Prelaz 1)

Marmo

21

Verrayes

Prala 2 (Vencorere Prelaz 2)

Marmo

Tab. 2 - aree di cava ancora suscettibili di sfruttamento

N.

Comune

Cava

Litotipo

01

Avise

Marbriere

Marmo

02

Chambave

Champ Perret

Marmo

03

Châtillon

Rivaz bassa

Marmo

04

Issogne

Mure/Mecca

Scagliame di marmo

05

La Thuile

Mont du Parc

Lose

06

Morgex

Bocasse alta

Lose

07

Morgex

Bocasse bassa

Lose

08

Morgex

Drumeilleux

Lose

09

Verrayes

Comba Basset

Marmo

10

Verrayes

Plan de Verrayes 10 (Ezzely)

Marmo

Tab. 3 - aree di cava nuove

N.

Comune

Cava

Litotipo

01

Emarèse

Fontillon

Pietra ornamentale

02

Gaby

Gattinery

Pietra ornamentale

03

Pontey

Gimiod

Pietra ornamentale

Tab. 4 - aree di cava non più suscettibili di sfruttamento e per le quali è auspicabile un intervento di ripristino ovvero di riconversione ambientale

N.

Comune

Cava

Litotipo

01

Aosta

Bioula

Marmo

02

Brusson

Bodignon

Pietra ornamentale

03

Challand-Saint-Victor

Arbeche

Marmo

04

Champdepraz

Pesoulaz

Marmo

05

Champdepraz

Tzante de la Grousa (Gorf)

Marmo

06

Châtillon

Saix de Vau

Marmo

07

Fontainemore

Colombit

Marmo

08

La Thuile

Pont Serrand

Lose

09

La Thuile

Preylion

Lose

10

Montjovet

Barmaz Chandaz

Marmo

11

Montjovet

Creston 1

Marmo

12

Montjovet

Creston 2

Marmo

13

Montjovet

Reclou 1

Marmo

14

Montjovet

Reclou 2

Marmo

15

Morgex

La Manche

Lose

16

Morgex

Suzey Vineuve

Lose

17

Morgex

Villair

Lose

18

Nus

Bois Noir

Marmo

19

Nus

Thoula Sèche

Marmo

20

Nus

Varenche

Marmo

21

Torgnon

Chatè 2

Marmo

22

Torgnon

Croix de Join

Marmo

23

Verrayes

Beauregard

Marmo

24

Verrayes

Longeagne dessous

Marmo

25

Verrayes

Marseiller B

Marmo

26

Verrayes

Plan Brunet A-B

Marmo

27

Verrayes

Plan de Verrayes 1

Marmo

28

Verrayes

Plan de Verrayes 2

Marmo

29

Verrayes

Plan de Verrayes 3

Marmo

30

Verrayes

Plan de Verrayes 4

Marmo

31

Verrayes

Plan de Verrayes 6

Marmo

32

Verrayes

Plan de Verrayes 7

Marmo

33

Verrayes

Plan de Verrayes 8

Marmo

34

Verrayes

Plan de Verrayes 9

Marmo

35

Verrayes

Plan de Verrayes 11

Marmo

36

Verrayes

Vencorere 1

Marmo

37

Verrayes

Vencorere 3

Marmo

38

Verrayes

Vencorere 4

Marmo

Tab. 5 - aree di cava non più suscettibili di sfruttamento e già rinaturate

N.

Comune

Cava

Litotipo

01

Antey-Saint-André

Champlong

Marmo

02

Ayas

Cretaz

Lose

03

Aymavilles

Fontanette

Pietra ornamentale

04

Brusson

Volon

Pietra ornamentale

05

Châtillon

Brusonglioz des Gards A-B

Marmo

06

Châtillon

Mont Blanc

Marmo

07

Châtillon

Mont Plan Perdu

Marmo

08

Châtillon

Pavirqulaz

Marmo

09

Châtillon

Plan Perdu A

Marmo

10

Châtillon

Plan Perdu B

Marmo

11

Châtillon

Rivaz alta

Marmo

12

Châtillon

Saint Valentin

Marmo

13

Courmayeur

Freydevaz

Lose

14

Champorcher

Titlet

Marmo

15

Gressoney-La-Trinité

Capoluogo

Marmo

16

Gressoney-Saint-Jean

Castel inferiore

Marmo

17

Gressoney-Saint-Jean

Reffersch

Marmo

18

Issogne

Mont Blanc

Scaglie di marmo

19

Issogne

Pianfey

Marmo

20

Issogne

Planisse

Scaglie di marmo

21

Issogne

Planisse B

Marmo

22

Montjovet

Champeillu

Marmo

23

Montjovet

Chosaley

Marmo

24

Montjovet

Vervaz 1

Lose

25

Montjovet

Vervaz 2

Lose

26

Morgex

Col San Carlo 1

Lose

27

Morgex

Col San Carlo 2

Lose

28

Morgex

Corbassiere

Lose

29

Pré-Saint-Didier

Avalenches (Tzablandin)

Lose

30

Sarre

Beauregard

Marmo onice

31

Saint-Denis

Gromeillan A-B

Marmo

32

Saint-Denis

Raffort A

Marmo

33

Saint-Denis

Raffort B

Marmo

34

Saint-Denis

Raffort C

Marmo

35

Saint-Vincent

Fremies

Marmo

36

Torgnon

Champrod

Marmo

37

Torgnon

Chatè 1

Marmo

38

Torgnon

Chatè 3

Marmo

39

Torgnon

Covaloup

Marmo

40

Torgnon

Plan Rovine

Marmo

41

Torgnon

Praz de Tarp

Marmo

42

Valsavarenche

Ran

Lose

43

Valtournenche

Vachere

Lose

44

Verrayes

Cheran 2

Marmo

45

Verrayes

Col de filon

Marmo

46

Verrayes

Dorinaz

Marmo

47

Verrayes

Marseiller A

Marmo

48

Verrayes

Pignannaz

Marmo

49

Verrayes

Plan de Verrayes 5

Marmo

50

Verrayes

Plan de Vesan

Marmo

51

Villeneuve

Chatel Argent

Pietra ornamentale

2) di dare atto che le aree di cui alle sopraccitate tabelle 1, 2 e 3 sono da considerarsi, ai sensi del comma 2 dell’art. 4 della l.r. n. 15/1996 aree estrattive;

3) di approvare l’aggiornamento del catasto regionale dei giacimenti di marmo e delle pietre affini ad uso ornamentale secondo la configurazione di cui al precedente punto 1);

4) di demandare alla Giunta regionale la predisposizione, entro il corrente anno, di uno studio relativo all'aggiornamento del presente piano che:

- valuti le richieste di inserimento e le osservazioni pervenute nel periodo di affissione della delibera consiliare n. 2662/X del 25.06.1997, tenendo in debito conto le osservazioni contenute nel parere espresso dal Comitato Scientifico per l’Ambiente;

- tenga conto infine delle nuove eventuali richieste di inserimento che perverranno corredate della documentazione tecnica necessaria definita dall’Ufficio miniere e cave.

Allegati

(Omissis)

PrésidentAu sujet de ce plan régional je rappelle que la IVème Commission s'est exprimée avec un avis favorable unanime.

La parole à l'Assesseur au territoire, à l'environnement et aux ouvrages publics, Vallet.

Vallet (UV)Con l'approvazione di questo atto vorremmo concludere un iter iniziato nel 1996, che ha prodotto l'adozione del piano stesso, così come previsto dalla legge n. 15/96, a giugno 1997. Un iter che ha presentato qualche aspetto contraddittorio costellato anche da una serie di incomprensioni con l'associazione di categoria.

Al di là dei tempi previsti dalla legge n. 15 per passare dalla fase di adozione alla fase di approvazione (tempi evidentemente non rispettati), per quanto riguarda le procedure previste dalla legge, queste sono state seguite senza problemi.

Si tratta di una materia complessa che deve contemperare esigenze di sviluppo legittime di un settore che è economicamente rilevante nella nostra Regione, settore che ha dei risvolti di tipo occupazionale importanti, che presenta evidenti riflessi o problematiche rispetto alla questione ambientale, esigenze che sono spesso conflittuali e che il piano deve contemperare, peraltro nel settore delle attività estrattive il piano marmi e delle pietre ornamentali è l'unico piano mancante nella pianificazione regionale.

Non ho nessuna difficoltà ad ammettere che il ritardo è il risultato anche della forte opposizione che l'associazione ha fatto rispetto all'approvazione di questo documento.

La stessa approvazione la propongo al Consiglio regionale anche perché l'impegno che ho assunto con l'associazione e che peraltro è già in parte concretizzato con una delibera del dicembre 1999 che incarica un tecnico professionista dell'aggiornamento della pianificazione complessiva del settore estrattivo non solo del piano marmi, è quello di andare subito all'aggiornamento del piano tenuto conto che questo è un piano che nasce vecchio perché è stato redatto nel 1996, adottato nel 1997 e giunge all'approvazione in Consiglio solo tre anni dopo.

Evidentemente per aggiornare uno strumento bisogna che lo strumento esista e quindi il passaggio dell'approvazione è dal punto di vista mio e della Giunta necessario per poter procedere all'aggiornamento.

Sarà in quella sede che andremo ad approfondire, andremo a verificare anche le osservazioni che sono state formulate dall'associazione e che con forza sono state evidenziate anche nell'audizione in IV Commissione.

Quanto determinatosi con l'approvazione di questo piano rende necessario rivedere la procedura di costruzione del prossimo aggiornamento. Da una parte gli operatori chiedono di poter disporre di tutti i siti comunque inseriti nel catasto marmi, dall'altra io dico che così facendo si rinuncerebbe a priori a qualsiasi tipo di governo del territorio rendendo di fatto inutile la redazione di un piano. Non è dal nostro punto di vista ipotizzabile che tutti gli attuali siti di cava a qualunque livello essi si trovino possano continuare ad essere valutati come sfruttabili venendo a far mancare uno degli aspetti prioritari più importanti previsti dalla legge n. 15/96 che è quello dell'utilizzo volto, laddove possibile, al recupero e al ripristino ambientale dei siti.

Credo che però sia opportuno contestualmente fornire uno strumento negoziato con gli operatori, uno strumento che permetta agli operatori di disporre della materia prima in modo efficace, in relazione all'andamento del mercato, secondo procedure le più rapide possibili.

Accogliendo una delle osservazioni che sono state formulate in commissione anche dai rappresentanti dell'associazione, presento un emendamento per ricondurre la definizione delle tabelle alle definizioni previste dall'articolo 4, comma 7, della legge n. 15/96.

Il deliberato distingue in effetti cinque tabelle, creando una quinta tabella che era stata intitolata: "Aree di cava non più suscettibili di sfruttamento e già rinaturate", che non trova riscontro nelle categorie previste dall'articolo 4, comma 7, della legge n. 15/96.

L'emendamento quindi è volto a ricondurre il tutto a quanto puntualmente espresso dalla legge, quindi a ricondurre in un'unica tabella le tabelle attuali presentate come tabelle 4 e 5.

PrésidentLa parole au Conseiller Tibaldi.

Tibaldi (FI)Possiamo dire che mai definizione di piano fu più appropriata di questa. Il termine piano ben si addice al documento che viene oggi proposto, non nel senso di strumento pianificatorio bensì nel senso che è andato veramente lento come procedura perché, visti i termini previsti dalla legge, dopo 3 anni siamo ancora al punto di partenza.

La deliberazione di approvazione del piano regionale delle attività estrattive per il marmo e delle pietre giunge all'esame di questo Consiglio dopo tre anni dalla sua adozione, in un momento di congiuntura particolare e diremmo anche particolarmente sfavorevole per il settore economico considerato.

Sappiamo che il momento congiunturale è sfavorevole oltre che per le ragioni generali che riguardano l'economia del nostro Paese anche perché comunque c'è una situazione di relativa difficoltà di ripresa del mercato edilizio, che sappiamo si rifornisce di materiali minerari.

Esistono difficoltà a utilizzare, per esempio, una ferrovia aggiornata e adeguata per trasportare il marmo: in altre regioni, invece, il trasporto merci funziona in maniera più efficace e più velocemente, inoltre c'è l'handicap della chiusura del Traforo del Monte Bianco che ha limitato l'attività di esportazione del prodotto valdostano verso la vicina Francia.

Il marmo e le pietre ornamentali già da anni rientrano nel cosiddetto "mercato globale": gli operatori valdostani subiscono concorrenza dal Sudamerica, dal sud-est asiatico, dall'Africa, da zone molto distanti che a prezzi più moderati riescono a fornire prodotti altrettanto validi e pregiati. Ciò limita e comprime le possibilità di sviluppo di questo settore in Valle d'Aosta.

Ma torniamo a questo piano. Il 25 giugno 1997, come l'Assessore ben sa, il Consiglio regionale provvede all'adozione di una prima fase del piano delle attività estrattive alla quale avrebbe dovuto conseguire nel termine di 120 giorni l'approvazione del piano. Approvazione che invece arriva solo oggi.

Sappiamo che l'Assessore allora competente stipulò un accordo con l'associazione di categoria, accordo di cui ci è stata fornita copia in IV Commissione, secondo il quale si prevedeva che: "? Le modifiche e le integrazioni che formeranno oggetto delle successive formalità saranno assunte nell'ambito e entro i termini?" mai rispettati "? delle procedure previste per l'approvazione del piano regionale modificato e integrato?".

Questo accordo bilaterale, siglato dall'allora Assessore Lavoyer e dall'allora nonché attuale Presidente Guglielminotti, non ha avuto alcun seguito.

Oltre alle modifiche del piano, così previste in questo documento, c'era anche un impegno altrettanto formale contenuto nella delibera n. 2492 del 1997 relativa alla costituzione di un gruppo di lavoro di cui faceva parte anche l'associazione. Ciò per consentire la più rapida applicazione della legge n. 15, che possiamo riconoscere sia una legge decente. Unanimemente penso sia stata riconosciuta la validità di quella legge. Non si può invece accettare la mancata applicazione di quella legge.

Questo gruppo di lavoro, in cui era rappresentata anche l'associazione, nel corso di questi tre anni è stata convocato solo due volte, dopodiché non c'è stata più alcuna riunione e l'Amministrazione regionale non ha dato seguito ad alcuno degli impegni che sono stati assunti, sia attraverso quell'accordo firmato tra l'Assessore Lavoyer e il Presidente Guglielminotti sia nemmeno per quanto concerne la modalità e le funzioni che erano state conferite a tale gruppo costituito subito dopo l'adozione del piano. La dimostrazione della mancata risposta sta nel fatto che il gruppo di lavoro non è mai stato convocato e il piano che giunge ora all'approvazione del Consiglio è lo stesso o è sostanzialmente analogo a quello di tre anni fa, senza che venga indicato nella deliberazione odierna quali siano stati gli effetti di questi accordi. Naturalmente non c'è alcuna indicazione perché questi accordi, come dicevo, non hanno avuto alcun seguito.

Allora come possiamo porci oggi dinanzi a questo piano dopo questi tre anni di letargia? E letargia imputabile a chi? Imputabile a chi ha avuto il governo del settore in questi tre anni, quindi secondo una logica ponderata vi dividerete le responsabilità fra l'Assessore precedente e l'Assessore attuale.

Questo piano, inoltre, è in odore di illegittimità, poiché i termini sono stati ampiamente superati. Sono trascorsi più di tre anni per cui questo atto, a nostro avviso, non possiede tutti i requisiti di quella legge n. 15 approvata dal Consiglio che dovrebbero invece sussistere.

L'articolo 5, comma 4, della legge n. 15/96 dispone infatti che il piano regionale delle attività estrattive è approvato dal Consiglio regionale entro i 120 giorni successivi a un termine che è fissato dal comma 3; il comma 3 che indica un altro termine di 60 giorni, tempo in cui dovevano essere recepite e approfondite le eventuali osservazioni o istanze provenienti dagli operatori economici.

Normalmente i termini in materia di pianificazione sono tassativi, sono invalicabili a meno che se ne faccia esplicita definizione nella legge: in questo caso invece e purtroppo questo termine è stato ampiamente superato e sfondato.

Addirittura un'altra norma di questa legge prevede che ci sia una verifica triennale del piano approvato; oggi teoricamente dovremmo essere chiamati come consiglieri regionali ad analizzare già un aggiornamento di quel piano che nel 1997 in realtà è mancato.

Quindi siamo, come dicevo, ancora al punto di partenza; dal 1997 ad oggi non è cambiato nulla. È cambiato solo il mercato, nel senso che è più penalizzante. La congiuntura economica è decisamente più sfavorevole, e gli operatori hanno sottolineato questo aspetto in maniera puntuale - e l'Assessore ne è testimone - anche in IV Commissione consiliare.

Quest'atto è contraddittorio perché se il piano, che deve essere approvato oggi, è già ritenuto dall'atto stesso di approvazione come insufficiente e non aggiornato, tanto che è necessario arrivare entro fine anno alla predisposizione di uno studio relativo all'aggiornamento, tanto valeva programmare e organizzare un documento di più ampio respiro che fosse già congruente con la realtà economica del settore specifico del marmo e della lavorazione delle pietre.

Sono d'accordo con lei, Assessore, quando dice che è necessario uno strumento negoziato perché il settore è particolarmente penalizzato: il settore marmifero è importante perché, oltre ad annoverare un certo numero di operatori economici, ha anche un rilievo occupazionale, crea un indotto e di conseguenza è degno del massimo interesse da parte dell'Amministrazione regionale. Va bene uno strumento negoziato, ma non va bene uno strumento che sia estremamente superato, come questo.

Di qui la contraddittorietà di questo atto che, come ripeto, doveva già essere oggetto di aggiornamento, mentre in realtà è ben distante dall'esserlo.

Nel corso di questi tre anni, nonostante questa letargia burocratica, amministrativa e politica, alcuni operatori privati hanno avanzato delle istanze, più di 30 ne sono state prodotte, affinché ci fosse un aumento dei siti previsti.

Si tratta di istanze che sono già state in parte esaminate, ma solamente per una cava è stata prevista l'iscrizione nell'elenco: questa corsia preferenziale per qualcuno e i classici rallentamenti burocratici per altri non ci convincono. Anche le altre richieste avrebbero potuto avere regolare procedimento di analisi e magari di accoglimento, ovvero non è necessario che vengano tutte accolte perché una è stata accolta, però come la valutazione dell'Amministrazione è stata fatta nei confronti di uno, poteva essere fatta nei confronti anche degli altri.

D'altronde sappiamo benissimo che anche la questione delle cave concerne l'aspetto ambientale, un aspetto importante, un aspetto delicato. Dall'opinione pubblica, talvolta anche con estrema genericità, le cave vengono considerate delle ferite aperte nelle nostre montagne. È vero le cave devono essere controllate attentamente in quanto l'ambiente deve essere tutelato, e che lo sviluppo del settore marmifero deve essere compatibile anche con i valori paesaggistici che sono per la Valle d'Aosta una ricchezza e questo penso sia generalmente riconosciuto.

Lei, Assessore, riassume oggi quelle funzioni che fino a qualche anno fa erano di competenza dell'Assessore all'ambiente, quindi ha una sorta di doppia responsabilità, per cui era necessario fare, e poteva essere fatto nei due anni che sono trascorsi, un'analisi completa anche sotto questo punto di vista.

Ci sono siti che non sono funzionanti, non sono tuttora in esercizio, ma che potrebbero essere degni di interesse economico, però sono siti che sono stati inclusi in una categoria che li dichiara non più suscettibili di sfruttamento pur essendo invece state considerate suscettibili di interesse lavorativo altre cave che magari non avrebbero questi requisiti. E questi siti, che non sono in esercizio e sono stati esclusi dalla suscettibilità di sfruttamento, invece sarebbero stati addirittura considerati attivabili da parte del professionista che ha effettuato gli studi tecnici e l'Assessore anche questo lo sa. Fra l'altro tema particolarmente importante è quello riguardante le cave di lose, anche questo segnalato dall'associazione.

Le lose oggi vengono paradossalmente importate dalla Norvegia o dai Paesi scandinavi, mentre quelle che abbiamo nella nostra regione non sono state più inserite nei piani di sfruttamento. Se abbiamo dei beni minerari nostri, che naturalmente possono essere utilizzati sempre con il criterio del rispetto ambientale e nel rispetto delle norme burocratiche, non vedo perché bisogna agevolare l'importazione di prodotti analoghi dall'esterno, quando le nostre lose potrebbero essere lavorate ed essere più in armonia con le esigenze architettoniche, urbanistiche, di tradizione e di cultura della nostra Regione.

L'Assessore ha fatto riferimento anche a un altro punto, che avrei comunque sottolineato, e che ha già corretto con l'emendamento che ha annunciato. La legge prevede solo quattro tipologie di cave, in realtà nella deliberazione se ne inserisce una quinta "contra legem"; questo emendamento riporta alla normalità di legge un atto che "inventava" questa quinta categoria, peraltro criticata dall'associazione.

Per concludere il ragionamento che facciamo è questo: Assessore, questo piano non è assolutamente attuale, non tiene conto delle esigenze della categoria produttiva, potrebbe essere anche più vicino alle istanze di tutela ambientale (che oggi forse non vengono considerate in maniera sufficiente) e poi da un punto di vista procedurale è in odore di illegittimità.

Per queste ragioni non possiamo votarlo, quindi fin d'ora annuncio la nostra intenzione di voto che è fermamente contraria.

PrésidentLa parole au Conseiller Perron.

Perron (UV)Intervengo solo per porre una domanda all'Assessore.

Registriamo con favore la presentazione di questo documento in quanto riconosciamo in esso un importante documento di programmazione ambientale che ha un forte contenuto ed è un significativo momento di intervento di politica in un settore importante come quello ambientale.

È un documento altresì importante perché, come sottolineato, ha anche una valenza di tipo economico che dà una risposta concreta a un settore strategico, come l'Assessore ha citato.

A me aveva colpito un po' di tempo fa, se la mia memoria non mi fa difetto, quando, parlando di una pavimentazione in un comune, si era detto che il materiale occorrente era stato importato dalla Cina, pertanto chiedo contestualmente all'attuazione di questo piano se da parte dell'Assessorato fosse possibile porre una maggiore attenzione al reperimento di materiale in loco, se cioè fosse possibile a parità di prezzo, di condizione, di tipologia di materiale incentivare come politica da parte dell'Assessorato un reperimento in loco di materiale valdostano.

PrésidentLa parole à la Conseillère Squarzino Secondina.

Squarzino (PVA-cU)Anch'io intervengo per due brevissime domande.

Intanto mi sembra opportuno che si provveda a uno studio relativo all'aggiornamento del piano, questo credo sia interessante anche se non sono definite - questo mi preoccupa un po' - le linee in base alle quali questo studio sarà fatto: qual è l'input che viene dato a questo gruppo di studio? Condividiamo certamente l'affermazione dell'Assessore in base alla quale non tutti i siti vanno utilizzati, altrimenti verrebbe meno l'azione di governo del settore da parte della Giunta, ma soprattutto si inciderebbe sul territorio in modo massiccio e senza consentire il ripristino dei siti utilizzati, ma vorrei che l'Assessore esplicitasse gli input che vengono dati a questo gruppo di studio.

La seconda osservazione riguarda le considerazioni che sono riportate nella premessa del deliberato. Parlo ad esempio della cava in Comune di Donnas, qui non è chiaro il motivo della decisione, si dice semplicemente: "? risulta necessario mantenere nel piano delle attività estrattive relativamente al marmo e alle pietre? l'area denominata Montey nella tabella 1?" quando contemporaneamente viene detto che, rispetto a questa cava, ci sono preoccupazioni da parte della popolazione e da parte del Comune di Donnas, che richiede la possibilità di segnalare sul piano regionale che non siano rilasciate ulteriori autorizzazioni per la coltivazione di questa cava.

La motivazione che nella delibera viene data è di questo tipo: "? risulta necessario mantenere questa cava indicando un anno ancora in considerazione dell'anno necessario per il recupero ambientale?". Mi chiedo allora se le cave della tabella 1, "Aree di cava in esercizio", sono già quelle in cui avviene il recupero ambientale e qual è la differenza rispetto alla tabella 4. Non capisco le motivazioni qui addotte.

Un'altra domanda che pongo riguarda la cava in Comune di Issogne e cioè come mai, pur essendoci un suggerimento da parte del Comitato scientifico per l'ambiente di inserire la cava in quelle destinate al recupero ambientale, questo suggerimento non viene preso in esame e invece la cava viene inserita nelle aree di cava ancora suscettibili di sfruttamento, tabella II. Vorrei capire come mai ci sono state queste decisioni perché non mi sembrano sufficientemente motivate.

PrésidentLa parole au Conseiller Borre.

Borre (UV)Voterò senz'altro questo piano perché ritengo che sia una fotografia dell'esistente, quindi è un atto dovuto anche se come sottolineato arriva forse in ritardo, ma non per colpa dell'Assessore bensì per le complicazioni che ha comportato però vorrei, se l'Assessore mi permette, fare alcune riflessioni che sono anche dovute ai sentimenti che mi legano a culture e tradizioni della nostra Regione. Peraltro sono stato confortato da chi mi ha preceduto; credevo di essere il solo che ascoltava nelle vie e nei bar il sentire comune ovvero non è possibile continuare ad importare materiale dall'esterno per costruire sia abitazioni che strutture che pavimentare strade.

Queste riflessioni trovano anche fondamento fra le normative che riguardano il discorso delle cave, infatti con la n. 108/87 si dice all'articolo 1 che, per sopperire alle esigenze connesse alla realizzazione delle opere o interventi di competenza dello Stato, della Regione, dei Comuni o di ogni altro ente pubblico anche economico, la Regione determina biennalmente i quantitativi.

La legge n. 15/96 all'articolo 4 riprende questo concetto e aggiunge: "? ogni altro ente o dei privati?".

Sempre alla legge n. 15, articolo 4, comma 4, si dice che il piano delle attività estrattive per i suoi effetti nei campi dello sviluppo economico, della tutela ambientale, dell'assetto del territorio è uno strumento di pianificazione strategico per la Regione. Ecco, Assessore, dove mi portano le mie riflessioni. Copriamo i nostri tetti con lose provenienti dalla Norvegia, dalla Francia, dalle altre regioni italiane, ho sentito dire anche dalla Cina, dalla Corea e per una quantità limitatissima dalla nostra Valle d'Aosta.

Regolamenti edilizi dei nostri comuni prevedono l'utilizzo di pietra locale per abitazioni, muri di recinzione e per muri di sentieri; si chiede giustamente anche di utilizzare il marmo per quanto riguarda edifici pubblici di particolare pregio.

È vero che, per quanto riguarda il marmo, forse il suo utilizzo in regione non permetterebbe lo sfruttamento di queste cave, i costi sarebbero esagerati per riuscire ad usarlo in Valle, quindi è anche giusto che ci sia un mercato esterno, però quello che mi pare strano e assurdo è che dalla Valle d'Aosta partano solo i blocchi lasciando i grossi buchi e la lavorazione finita vada in Toscana o in altre regioni dove là si fa veramente il guadagno. Allora perché non chiedere anche in Valle d'Aosta una segheria che permetta di fare il lavoro finito?

Forse abbiamo messo insieme, ormai sono 7 anni e mezzo che sono qui e ne sono complice anch'io, delle normative che stanno diventando una gabbia per tanti artigiani, per tutti quelli che operano sul territorio perché è ben difficile l'utilizzo corretto di queste risorse, anche se abbiamo normato.

Faccio l'esempio dell'articolo 16, ed era la III Commissione di cui faccio parte a proporre l'emendamento di utilizzo di pietre, delle morzie, da quando abbiamo messo quella norma è diventato quasi un affare di Stato perché ci vuole l'autorizzazione del sindaco, il quale a sua volta deve chiederla alla Forestale e poi bisogna determinare la quantità, quindi chi va a prendere quelle pietre corre il rischio di trovarsi denunciato se non ha fatto un anno prima di pratiche eppure noi lo avevamo fatto con l'intento di semplificare, di usare il buon senso invece abbiamo sbagliato e io sono fra quelli che hanno proposto quell'inserimento.

La cultura e le tradizioni passano anche attraverso la storia delle nostre abitazioni, attraverso il materiale con cui venivano costruite, la pietra, le lose, il legno, erano prodotti locali, intendendo prodotti del posto, neanche regionali, e questo era legato al fatto che il materiale era lì, non c'erano mezzi per andare a prenderlo altrove, quindi si utilizzava quello ed è forse anche quello che ha determinato il modo di costruire le nostre case.

Ed erano e sono ancora oggi gli elementi che permettono di avere una costruzione che ben si inserisce nell'ambiente perché si appropria di una parte di quell'ambiente.

Dicevo prima oggi noi facciamo arrivare pietre dalle parti più disparate d'Europa e del mondo, il legname lo stesso, le lose lo stesso, quindi queste pietre, anche se belle da vedersi, sono un'imitazione delle originali nostre, allora io dico che a volte, per imitare, sarebbe meglio andare sul moderno, ci sono oggi tecnologie che ci permettono di costruire in maniera solida, corretta e anche bella da vedersi. E una tecnica moderna quindi potrebbe essere meglio dell'imitazione.

Dico questo per esasperare anche il mio concetto, però chiederei, per far sì che questa non diventi un'esasperazione in tutti noi, un'attenzione e una scelta politica che faccia sì che si possa utilizzare al meglio le nostre risorse, chiaramente rispettando tutte le norme o creandone di nuove, di tutela dell'ambiente.

Per far questo è chiaro che non possiamo pensare di fare solo noi un dibattito sul piano, ma dobbiamo coinvolgere tutti gli operatori, da coloro che operano nel settore delle associazioni agricoltori, agli ambientalisti, la sovrintendenza, i sindaci. Questo è un confronto anche forse culturale, di impostazione fra chi vuole difendere all'estremo il territorio e altri che invece possono pensare che il territorio è utilizzabile in maniera corretta creando cose ancora più belle.

Mi permetto di andare anche un po' fuori tema cogliendo l'occasione del dibattito odierno. So che sarà predisposto a tempi brevi anche il piano per l'estrazione della sabbia e delle ghiaie, dobbiamo tener conto in questo momento che strutture nuove se ne fanno, però l'obbligo più grosso è quello della ristrutturazione e la ristrutturazione ci porta ad avere un cumulo di inerti sempre maggiore, mentre dall'altra parte abbiamo possibilità di discariche sempre minori destinate a finire nel tempo.

Noi in quanto Consiglieri della passata legislatura, e tanti di noi sono ancora qui, avevamo cercato di mettere in piedi uno strumento con la legge n. 19/95, cioè fissare delle norme di finanziamento che permettessero il recupero e il riutilizzo di materiali inerti. Era una proposta quella che già si sapeva avrebbe incontrato delle notevoli difficoltà, ma forse non difficoltà per mettere in piedi la struttura e per operare quanto perché la proposta invadeva un settore che rende bene: quello delle cave della sabbia e della ghiaia.

Per facilitare l'attuazione della legge avevamo inserito una frase che mirava a promuovere l'installazione nel territorio regionale di un impianto di riciclaggio di tali materiali attraverso finanziamenti degli investimenti e adeguate normative in materia di utilizzo di materiali riciclati, di progressiva limitazione delle discariche di inerti e di contenimento delle attività di cava per l'estrazione di inerti.

Con questo non ci siamo inventati niente, ma abbiamo seguito i suggerimenti che ci sono stati dati nei luoghi dove siamo andati per visitare questi impianti dove ci è stato sottoposto un identico problema.

Il problema cioè non è nel costo di un miliardo e mezzo per la struttura quanto piuttosto è fare in modo che quel materiale che viene riciclato non rimanga come montagna in deposito, ma possa essere subito smaltito. Questo materiale potrebbe essere smaltito nei sottofondi delle strade, strade poderali, strade pubbliche, nei riempimenti perché ha una certificazione che permette di far questo, quindi si tratterebbe di riservare l'utilizzo del materiale nobile, sabbia e ghiaia, ai lavori di un certo rilievo, cioè cemento armato e via dicendo, mentre per il materiale di scarsa importanza utilizzare questo.

Per fare questa operazione serve una normativa regionale che doveva seguire a quella legge del 1995 dove si mette nei capitolati l'utilizzo di questo materiale.

Concludo chiedendo che le mie riflessioni possano trovare un momento di riscontro forse in un dibattito nella competente commissione, forse fra le forze politiche, fra le diverse filosofie di utilizzo del nostro territorio.

Avrò occasione di intervenire nuovamente quando si discuterà sulla modifica sul tetto delle lose e in altre occasioni, però mi auguro di poter intervenire con già qualcosa di predisposto a valle.

PrésidentLa parole au Conseiller Lanièce.

Lanièce (Aut)Il collega Tibaldi, che mi ha preceduto, ha già fatto un intervento completo ed ha già messo in evidenza gli aspetti più importanti che hanno suscitato, anche nel nostro gruppo, perplessità su questo atto.

Infatti è una cosa evidente, che lo stesso Assessore ha dichiarato, che si tratta di un piano vecchio, nel senso che il piano è stato adottato con una deliberazione in data 25 giugno 1997 e doveva essere portato in Consiglio entro 60 giorni come indicato nella legge n. 15/96, ma viene portato invece solo ora, a tre anni di distanza.

Quindi, prima considerazione, questo è un piano vecchio, non al passo con i tempi anche perché nello stesso piano viene indicato che si provvederà al più presto a una revisione completa di quanto ivi indicato. Da qui una considerazione: non era il caso forse di aspettare un po' di tempo e portare un piano completo? Visto che dopo aver aspettato tre anni aspettare altri sei mesi non cambiava nulla, non era preferibile aspettare ancora per presentare un piano completo e attuale?

Questo anche perché, andando ad esaminare alcuni casi, ci sono evidenti contraddizioni: da una parte abbiamo che una cava di Issogne era stata indicata come cava da inserire in quelle destinate al recupero ambientale, mentre qui viene modificata e viene messa come cava utilizzabile, mentre ad esempio, unico caso fra tutte le cave indicate, la cava di Montey ha una data di scadenza. Vorrei chiedere le motivazioni di questi due casi, già la collega Squarzino poneva queste richieste e quindi vorrei sapere perché è stata indicata una data di scadenza per la cava di Donnas di Montey e per quale motivo la cava di Issogne da cava non più utilizzabile è diventata area di cava ancora suscettibile di sfruttamento.

Facendo riferimento alla delibera sulla valutazione positiva condizionata sulla compatibilità ambientale della cava di Donnas, leggendo i pareri, la maggior parte di questi pareri sono favorevoli: la Sovraintendenza dà un parere favorevole alla realizzazione dell'opera, la Forestazione dà ugualmente parere favorevole, la Conferenza dei servizi dà un parere favorevole a maggioranza e se si va a verificare le singole persone che facevano parte della Conferenza dei servizi, l'unico che ha dato parere negativo è il Sindaco di Donnas e poi c'è il comitato scientifico che a maggioranza ha espresso invece un parere negativo, accogliendo le indicazioni del sindaco.

Allora la prima considerazione che viene fuori, a quanto sembra, leggendo questa delibera e anche chiedendo in giro, è che non c'è una valutazione tecnica sul fatto che si sia deciso di chiudere questa cava, ma risulta quasi una valutazione politica perché l'unico a esprimersi contro è il sindaco. C'è anche una petizione che però non mette in evidenza aspetti tecnici.

Come diceva già prima Tibaldi, mancano le motivazioni, abbiamo un piano dettagliato, però non abbiamo le motivazioni che spiegano ogni caso; quindi sarebbe opportuno avere le motivazioni sulle singole cave in modo da capire meglio, dato che, come dicevano anche altri colleghi, qui siamo ad analizzare un piano molto dettagliato basandoci su delle valutazioni fatte dal Comitato del VIA, che sembra siano state fatte nel giro di una o due giornate, mentre sappiamo che l'Ing. Ravet per stilare tutta la relazione ha impiegato parecchio tempo.

Siamo di fronte a una situazione contraddittoria: da una parte abbiamo l'ingegnere incaricato che ha condotto uno studio approfondito, dall'altra abbiamo un comitato che nel giro di qualche giorno dà delle indicazioni, il tutto senza avere, noi consiglieri, la possibilità di disporre di queste motivazioni per meglio capire e per evitare di fare delle eventuali critiche, perché se avessimo conosciuto tutte queste motivazioni, probabilmente molte delle nostre perplessità sarebbero state superate. Quindi questa è un'altra richiesta che rivolgiamo all'Assessore in modo che il prossimo piano possa avere come allegati, anche solo in sede di commissione, le motivazioni delle varie divisioni e delle scelte adottate.

L'Assessore presentando l'emendamento ha superato un'altra mia richiesta che era quella di mantenere la suddivisione prevista dalla legge n. 15/96 e pertanto possiamo essere d'accordo con questa modifica del piano attuale, in funzione di quanto stabiliva la legge n. 15/96.

Questi sono alcuni aspetti sui quali aspettiamo dei chiarimenti dall'Assessore per poi valutare come votare questo piano, che, ripeto, è un piano vecchio e proprio questo elemento, oltre al fatto di non contenere le motivazioni delle varie divisioni e alla previsione di una sua modifica quanto prima, ci rende molto perplessi anche sull'utilità di questa discussione e sull'utilità di approvare un piano che fra breve verrà modificato. Inoltre anche noi riteniamo di dover tener conto dei suggerimenti fatti dai colleghi Perron e Borre finalizzati a cercare di utilizzare a fondo il materiale valdostano, sia per quanto riguarda la pavimentazione, sia per quanto riguarda i tetti in lose: in effetti tutte queste iniziative possono essere importanti, ma se non si cerca di incentivare i prodotti locali, si fa venire meno il compito stesso dell'Amministrazione regionale che è quello di valorizzare quello che c'è in Valle d'Aosta.

PrésidentSi personne ne demande la parole, je ferme la discussion générale.

La parole à l'Assesseur au territoire, à l'environnement et aux ouvrages publics, Vallet.

Vallet (UV)Inizio con il ringraziare tutti i colleghi che sono intervenuti apportando osservazioni e suggerimenti che evidentemente terremo in debito conto.

Vorrei fare alcune considerazioni di carattere generale per quanto riguarda gli interventi dei colleghi Tibaldi e Lanièce che sostanzialmente hanno ripreso le osservazioni contenute nella memoria che i rappresentanti dell'associazione hanno fornito durante i lavori della IV Commissione e rispetto ai quali in parte avevo già anticipato la risposta nella seppur sintetica introduzione.

Sulla prima questione, che riguarda i tempi, ho già detto per quali ragioni la tempistica è stata quella che è stata. Circa la illegittimità perentoria o ordinatoria potremmo disquisire a lungo in termini giuridici, io non ho evidentemente la competenza giuridica per farlo, quindi non mi ci addentro. Il problema dell'illegittimità si pone nel momento in cui c'è semmai qualcuno che può impugnare l'atto.

Credo, con l'impegno che ho preso a mandare avanti in tempi rapidi i lavori per l'aggiornamento e con l'emendamento che ho presentato, di avere risposto in termini politici alle richieste e alle osservazioni dell'associazione perché, per quanto riguarda tutto il discorso più complessivo rispetto alla congiuntura sfavorevole che sta attraversando il settore rispetto alle iniziative che potrebbero essere messe in piedi per intervenire economicamente a supporto del settore, il Consigliere Tibaldi ha ricordato la costituzione del gruppo di lavoro dove troppo spesso il lavoro è stato deviato dalle discussioni e dal confronto serrato e duro sul piano piuttosto che sulla proposta e sulla discussione di iniziative che andassero nella direzione di sostenere il settore.

Per quanto riguarda le osservazioni di carattere generale svolte dai Consiglieri Perron e Borre e in parte Lanièce in merito al favorire l'utilizzo delle risorse locali, qui il discorso si fa complesso perché credo che in una regione come la nostra i valori ambientali, in relazione anche al futuro che vogliamo dare a questa Regione e quindi a come questa Regione deve o può presentarsi al turista che la frequenta, debbano in ogni caso essere messi al primo posto. Questi valori evidentemente, e lo dicevo nella premessa, vanno contemperati con le giuste e legittime esigenze degli operatori del settore.

Rispetto alla questione lose evidentemente ci sono degli aspetti contraddittori. Bisogna che riflettiamo su questo perché non so se è più contraddittorio il fatto che manchino le lose o se è più contraddittorio il fatto che noi contribuiamo con finanziamenti pubblici alle lose e obblighiamo i Valdostani a posare lose che provengono da fuori regione.

Io non ho una risposta da dare in questo momento al Consiglio, riflettiamoci perché può darsi che la conclusione a cui giungiamo sia diversa da quella che tout court potrebbe essere quella di dire: "Apriamo cinque cave di lose per avere lose valdostane da mettere sui nostri tetti".

Io dico che non è così scontato che la risposta sia questa; certo è, l'ho già detto in commissione, che nell'aggiornamento al piano che faremo verificheremo e approfondiremo la possibilità di individuare qualche sito dove sia possibile cavare delle lose. L'utilizzo di prodotti locali è regolato anche da regole di mercato, da regole economiche che vanno al di là?

(interruzione di un consigliere, fuori microfono)

? mi riferivo in particolare all'utilizzo di graniti provenienti dalla Cina o dall'India dove evidentemente è possibile avere questi materiali a costi competitivi rispetto a quelli che si avrebbero cavando il granito nella nostra regione.

Prima di dare risposte puntuali rispetto ad alcune questioni postemi da Squarzino e Lanièce, una brevissima battuta in relazione alla legge n. 19/95 sul recupero dei materiali inerti. Quella è una legge di fatto inapplicabile perché non si è tenuto conto delle condizioni di mercato, delle condizioni economiche esistenti nella nostra regione nel settore. Non ci sono, ripeto, le condizioni economiche perché qualcuno possa essere interessato a un'iniziativa di questo genere. Laddove le condizioni ci sono e mi riferisco ad esempio al Comune di Ayas dove un privato per conto suo ha messo in piedi un piccolo impianto di riciclaggio di materiale inerte senza chiedere contributi a nessuno. Quella è una legge che andrà rivista perché le condizioni che lì sono state previste la rendono inapplicabile.

Passo ora ad alcune risposte puntuali per quanto riguarda la cava di Montey e per quanto riguarda la cava di Issogne.

Perché la cava di Montey è inserita nell'elenco? Ma perché, in attesa che il piano venisse approvato il mondo si è fermato e la cava di Montey era già stata a suo tempo autorizzata; i lavori di estrazione sono già conclusi, ha avuto un'ultima autorizzazione che prevede la conclusione dei lavori di ripristino ambientale al 31 dicembre 2000 quindi, essendo una cava in esercizio perché ancora si sta provvedendo ai lavori di ripristino ambientale, è giusto che trovi collocazione in quella tabella.

L'attività della cava di Montey verrà chiusa al 31 dicembre 2000 perché il piano non autorizza l'estrazione, l'estrazione e la lavorazione di un sito sono autorizzati con l'approvazione e l'autorizzazione da parte della Giunta regionale del singolo progetto; è chiaro?

Per quanto riguarda il recepimento e l'inserimento della cava di Issogne e invece il non inserimento dei 30 siti richiesti dall'associazione, qui si tratta solo di rispetto puntuale della normativa.

Infatti, la cava di Issogne, che non era stata inserita in origine, ha nel frattempo, ed è peraltro stato molto chiaramente evidenziato in delibera, riempito le condizioni che sono previste dalla legge all'articolo 5, comma 4, il quale comma dice che dopo l'adozione: "Nel caso in cui le osservazioni e proposte? siano finalizzate all'inserimento nel piano di ulteriori aree estrattive, il proponente deve corredare le richieste delle indagini?" eccetera, cosa che è stata fatta, tant'è che in data 30 aprile 1997 il comitato scientifico ha espresso parere favorevole rispetto al progetto di estrazione, quindi è chiaro che il sito è stato inserito. Per il sito si propone l'inserimento in tabella II.

Gli altri 30 siti, di cui è stato chiesto l'inserimento da parte dell'associazione, non sono stati presi in considerazione perché i proponenti non hanno prodotto la documentazione prevista dal comma 4 dell'articolo 5 della legge n. 15, quindi la motivazione è molto chiara e semplice.

Per quanto riguarda infine l'osservazione che il piano nasce superato e che pertanto si poteva prevedere tout court l'aggiornamento, come ho già detto prima, per aggiornare uno strumento bisogna che lo strumento esista.

La Giunta avrebbe potuto revocare tutto e partire da zero oppure proporre l'approvazione di questo piano, così come abbiamo fatto, impegnandosi ad aggiornarlo immediatamente.

Questa seconda strada è quella che abbiamo preferito ed è quanto abbiamo fatto.

PrésidentJe soumets au vote l'objet n° 36 avec l'amendement déposé par l'Assesseur qui récite:

Emendamento "Le tabelle 1, 2, 3, 4 e 5 della premessa e del deliberato sono sostituite dalle tabelle 1, 2, 3 e 4 allegate".

Deliberazione Il Consiglio

Premesso che:

- la legge regionale 11 luglio 1996, n. 15, concernente le norme per la coltivazione di cave e torbiere, per il reperimento dei materiali di cava e per il riassetto delle cave abbandonate, stabilisce tra l’altro che la Regione individui le aree ove insistono i giacimenti dei materiali di cava ai fini di sopperire alle esigenze connesse alla realizzazione delle opere ed interventi di competenza dello Stato, della Regione, dei Comuni, di ogni altro ente e dei privati ed alla valorizzazione dell’attività produttiva del marmo e delle pietre affini ad uso ornamentale, nonché per contemperare tali esigenze con quelle di tutela del territorio; tali determinazioni sono già state assunte per le sabbie e ghiaie (deliberazione del Consiglio regionale 2 giugno 1994, n. 727/X) nonché per il pietrame (deliberazione del Consiglio regionale 14 giugno 1995, n. 1396/X), mentre deve essere ancora approvata la pianificazione per il marmo e le pietre affini ad uso ornamentale;

- il Consiglio regionale, ai sensi del comma 1 dell’art. 5 della l.r. n. 15/1996, con provvedimento n. 2662/X in data 25.06.1997, ha deliberato l’adozione del piano delle attività estrattive relativamente al marmo ed alle pietre affini ad uso ornamentale costituito dalle seguenti categorie di aree:

Tab. 1 - aree di cava in esercizio – n. 21 aree;

Tab. 2 - aree di cava dismesse ed ancora suscettibili di sfruttamento – n. 9 aree;

Tab. 3 - nuove aree per attività estrattive - n. 3 aree;

Tab. 4 - aree già soggette ad attività estrattiva non più suscettibili di sfruttamento e per le quali è auspicabile un intervento di ripristino ovvero di riconversione ambientale – n. 89 aree.

Con lo stesso provvedimento è stato approvato l’aggiornamento del catasto regionale dei giacimenti di marmo e delle pietre affini ad uso ornamentale;

Il piano adottato ha recepito essenzialmente, ad eccezione di n. 3 nuove aree estrattive, la situazione esistente nel 1997;

Accertato che:

- il piano adottato è stato affisso, ai sensi del comma 2 dell’art. 5 della l.r. n. 15/1996, all’albo notiziario dell’Amministrazione regionale dal 11.08.1997 al 10.10.1997 per un periodo di sessanta giorni consecutivi;

- nel periodo di affissione sono pervenute richieste di inserimento per complessive n. 37 aree di cui n. 20 in tab. n. 2 - aree di cava dismesse ed ancora suscettibili di sfruttamento e n. 17 in tab. 3 – nuove aree per attività estrattive nonché n. 2 opposizioni all’inserimento e più precisamente:

1. Amministrazione di Fontainemore che esprime parere negativo alla eventuale riattivazione della cava denominata Colombit inserita nell’adozione del piano in tab. 4 (aree già soggette ad attività estrattiva non più suscettibili di sfruttamento e per le quali è auspicabile un intervento di ripristino ovvero di riconversione ambientale) per la quale l’Associazione Marmifera della Valle d’Aosta ha richiesto l’inserimento nella tab. n. 2 - aree di cava dismesse ed ancora suscettibili di sfruttamento;

2. osservazioni negative, da parte di alcuni abitanti di Donnas, relative all’inserimento nel piano della cava di gneiss sita in loc. Montey (con provvedimento della Giunta regionale n. 4229 del 24.11.1997 è stata autorizzata, anche in relazione ai contatti avuti con l’Amministrazione comunale di Donnas, la coltivazione della cava fino al 31.12.1999; inoltre con nota n. 6853 del 11.11.1997 il Comune di Donnas ha richiesto la possibilità di segnalare sul piano regionale che non siano rilasciate ulteriori autorizzazioni per la coltivazione della cava in questione).

Considerato che:

- il rilevante numero di richieste di inserimento, la complessità della materia, non hanno consentito di definire la pianificazione, nei tempi previsti al comma 5 dell’art. 5 della l.r. n. 15/1996;

- risulta necessario mantenere nel piano delle attività estrattive relativamente al marmo ed alle pietre affini ad uso ornamentale, l’area denominata Montey tab. 1 - cave in esercizio, indicando che la permanenza, della stessa nel suddetto piano, dovrà essere limitata a tutto il 31.12.2000 in considerazione dell’anno necessario per il recupero ambientale così come già stabilito nel provvedimento autorizzativo approvato con deliberazione di Giunta n. 4229 del 24.11.1997;

- può essere inserita, in tab. 2 - aree di cava dismesse ed ancora suscettibili di sfruttamento, la cava denominata "Mecca" sita in loc. Mure del comune di Issogne in quanto:

- in sede di valutazione (V.I.A) del piano, il Comitato Scientifico per l’Ambiente, pur non esprimendo un parere esplicitamente negativo, suggeriva "di inserire la cava in quelle destinate al recupero ambientale";

- lo stesso Comitato ha espresso, in data 30.04.1997, relativamente al progetto di coltivazione presentato dalla Ditta, parere favorevole condizionato in seguito al quale la Giunta regionale ha deliberato, con provvedimento n. 3925 in data 03.11.1997, di non autorizzare la coltivazione della cava in quanto risultavano mancanti o irregolari i titoli giuridici interessanti la maggior parte dell’area di cava e, nel contempo, di esprimere una valutazione positiva condizionata sulla compatibilità ambientale del progetto di coltivazione;

- con nota n. 1290 pervenuta in data 22.03.1999 il comune di Issogne ha espresso il proprio nulla osta all’inserimento dell’area in questione nel Piano regionale, purché tale inserimento sia finalizzato al recupero ambientale ed alla preventiva messa in sicurezza dell’intera area di cava;

- le aree di cui alle 1, 2 e 3 sono da considerarsi, ai sensi del comma 2 dell’art. 4 della l.r. n. 15/1996 aree estrattive;

- risulta opportuno provvedere, ad avvenuta approvazione del piano delle attività estrattive relativamente al marmo ed alle pietre affini ad uso ornamentale, alla predisposizione entro il corrente anno dello studio relativo all’aggiornamento dello stesso in modo da ottenere uno strumento a più ampio respiro che:

- valuti le richieste di inserimento e le osservazioni pervenute nel periodo di affissione della delibera consigliare n. 2662/X del 25.06.1997, tenendo in debito conto le osservazioni contenute nel parere espresso dal Comitato Scientifico per l’Ambiente;

- tenga conto infine delle nuove eventuali richieste di inserimento che perverranno corredate della documentazione tecnica necessaria definita dall’Ufficio miniere e cave;

- si può dar corso, in relazione a quanto contenuto negli articoli 5 e 6 della l.r. 15/1996 e a quanto sopra indicato, all’approvazione del piano delle attività estrattive relativamente al marmo ed alle pietre affini ad uso ornamentale nonché dell’aggiornamento del catasto regionale dei giacimenti di marmo e delle pietre affini ad uso ornamentale secondo la seguente configurazione:

Tab 1 - aree di cava in esercizio

N.

Comune

Cava

Litotipo

01

Aymavilles

Ronc

Pietra ornamentale

02

Aymavilles

Senagy

Pietra ornamentale

03

Châtillon

Isserie

Marmo

04

Donnas

Monteil (fino al 31.12.2000)

Pietra ornamentale

05

Gressoney-Saint-Jean

Ciuken-Noversch

Marmo

06

Gressoney-Saint-Jean

Ecko

Marmo

07

Gressoney-Saint-Jean

Perletoa

Marmo

08

Hône

Seville

Pietra ornamentale

09

Hône e Pontboset

Courtil

Lose

10

Issogne

Fleuran (ex Calvasina)

Marmo

11

Issogne

Mure (Mure basse)

Marmo

12

Saint-Denis

Blavesse

Marmo

13

Saint-Denis

Champlong

Marmo

14

Saint-Denis

Morge Raffort

Marmo

15

Verrayes

Aver A

Marmo

16

Verrayes

Cheran 1

Marmo

17

Verrayes

Croce di San Martino

Marmo

18

Verrayes

Golette (Vencorere 2)

Marmo

19

Verrayes

Maisonetta (Aver B)

Marmo

20

Verrayes

Prala 1 (Vencorere Prelaz 1)

Marmo

21

Verrayes

Prala 2 (Vencorere Prelaz 2)

Marmo

Tab. 2 - aree di cava dismesse ed ancora suscettibili di sfruttamento

N.

Comune

Cava

Litotipo

01

Avise

Marbriere

Marmo

02

Chambave

Champ Perret

Marmo

03

Châtillon

Rivaz bassa

Marmo

04

Issogne

Mure/Mecca

Scagliame di marmo

05

La Thuile

Mont du Parc

Lose

06

Morgex

Bocasse alta

Lose

07

Morgex

Bocasse bassa

Lose

08

Morgex

Drumeilleux

Lose

09

Verrayes

Comba Basset

Marmo

10

Verrayes

Plan de Verrayes 10 (Ezzely)

Marmo

Tab. 3 – nuove aree per attività estrattive

N.

Comune

Cava

Litotipo

01

Emarese

Fontillon

Pietra ornamentale

02

Gaby

Gattinery

Pietra ornamentale

03

Pontey

Gimiod

Pietra ornamentale

Tab. 4 - aree già soggette ad attività estrattiva non più suscettibili di sfruttamento e per le quali è auspicabile un intervento di ripristino ovvero di riconversione ambientale

N.

Comune

Cava

Litotipo

01

Antey-Saint-André

Champlong

Marmo

02

Aosta

Bioula

Marmo

03

Ayas

Cretaz

Lose

04

Aymavilles

Fontanette

Pietra ornamentale

05

Brusson

Bodignon

Pietra ornamentale

06

Brusson

Volon

Pietra ornamentale

07

Challand-St-Victor

Arbeche

Marmo

08

Champdepraz

Pesoulaz

Marmo

09

Champdepraz

Tzante de la Grousa (Gorf)

Marmo

10

Champorcher

Titlet

Marmo

11

Châtillon

Saix de vau

Marmo

12

Châtillon

Brusonglioz des Gards A-B

Marmo

13

Châtillon

Mont Blanc

Marmo

14

Châtillon

Mont Plan Perdu

Marmo

15

Châtillon

Pavirqulaz

Marmo

16

Châtillon

Rivaz alta

Marmo

17

Châtillon

Saint Valentin

Marmo

18

Châtillon

Plan Perdu A

Marmo

19

Châtillon

Plan Perdu B

Marmo

20

Courmayeur

Freydevaz

Lose

21

Fontainemore

Colombit

Marmo

22

Gressoney-La-Trinité

Capoluogo

Marmo

23

Gressoney-Saint-Jean

Castel inferiore

Marmo

24

Gressoney-Saint-Jean

Reffersch

Marmo

25

Issogne

Mont Blanc

Scaglie di marmo

26

Issogne

Pianfey

Marmo

27

Issogne

Planisse

Scaglie di marmo

28

Issogne

Planisse B

Marmo

29

La Thuile

Pont Serrand

Lose

30

La Thuile

Preylion

Lose

31

Montjovet

Barmaz Chandaz

Marmo

32

Montjovet

Creston 1

Marmo

33

Montjovet

Reclou 1

Marmo

34

Montjovet

Reclou 2

Marmo

35

Montjovet

Champeillu

Marmo

36

Montjovet

Chosaley

Marmo

37

Montjovet

Vervaz 1

Lose

38

Montjovet

Vervaz 2

Lose

39

Montjovet

Creston 2

Marmo

40

Morgex

La Manche

Lose

41

Morgex

Suzey Vineuve

Lose

42

Morgex

Villair

Lose

43

Morgex

Col San Carlo 1

Lose

44

Morgex

Col San Carlo 2

Lose

45

Morgex

Corbassiere

Lose

46

Nus

Bois Noir

Marmo

47

Nus

Thoula Seche

Marmo

48

Nus

Varenche

Marmo

49

Pre-Saint-Didier

Avalenches (Tzablandin)

Lose

50

Saint-Denis

Gromeillan A-B

Marmo

51

Saint-Denis

Raffort A

Marmo

52

Saint-Denis

Raffort B

Marmo

53

Saint-Denis

Raffort C

Marmo

54

Saint-Vincent

Fremies

Marmo

55

Sarre

Beauregard

Marmo onice

56

Torgnon

Chatè 2

Marmo

57

Torgnon

Croix de Join

Marmo

58

Torgnon

Champrod

Marmo

59

Torgnon

Chatè 1

Marmo

60

Torgnon

Chatè 3

Marmo

61

Torgnon

Covaloup

Marmo

62

Torgnon

Plan Rovine

Marmo

63

Torgnon

Praz de Tarp

Marmo

64

Valsavarenche

Ran

Lose

65

Valtournenche

Vachere

Lose

66

Verrayes

Beauregard

Marmo

67

Verrayes

Longeagne dessous

Marmo

68

Verrayes

Marseiller B

Marmo

69

Verrayes

Plan Brunet A-B

Marmo

70

Verrayes

Plan de Verrayes 1

Marmo

71

Verrayes

Plan de Verrayes 2

Marmo

72

Verrayes

Plan de Verrayes 3

Marmo

73

Verrayes

Plan de Verrayes 4

Marmo

74

Verrayes

Plan de Verrayes 6

Marmo

75

Verrayes

Plan de Verrayes 7

Marmo

76

Verrayes

Plan de Verrayes 8

Marmo

77

Verrayes

Plan de Verrayes 9

Marmo

78

Verrayes

Plan de Verrayes 11

Marmo

79

Verrayes

Vencorere 1

Marmo

80

Verrayes

Vencorere 3

Marmo

81

Verrayes

Vencorere 4

Marmo

82

Verrayes

Cheran 2

Marmo

83

Verrayes

Col de Filon

Marmo

84

Verrayes

Dorinaz

Marmo

85

Verrayes

Marseiller A

Marmo

86

Verrayes

Pignannaz

Marmo

87

Verrayes

Plan de Verrayes 5

Marmo

88

Verrayes

Plan de Vesan

Marmo

89

Villeneuve

Chatel Argent

Pietra ornamentale

Visti:

- la legge regionale 11 luglio 1996, n. 15 "Norme per la coltivazione di cave e torbiere, per il reperimento dei materiali di cava e per il riassetto delle cave abbandonate";

- la deliberazione della Giunta regionale n. 25 del 13 gennaio 2000 concernente l’approvazione del bilancio di gestione per l’anno 2000 e per il triennio 2000/2002, con attribuzione alle strutture dirigenziali di quote di bilancio e degli obiettivi gestionali correlati e di disposizioni applicative;

- il parere favorevole rilasciato, in vacanza del posto di Direttore dell’ambiente, assetto del territorio e risorse idriche, dal Coordinatore del dipartimento territorio, ambiente, dell’Assessorato territorio, ambiente e opere pubbliche, ai sensi del combinato disposto degli articoli 13, comma 1, lettera e) e 59, comma 2 della legge regionale 23 ottobre 1995, n. 45, sulla legittimità della presente deliberazione;

- l’articolo 8 del decreto legislativo 22 aprile 1994, n. 320, come modificato dall’articolo 1 del decreto legislativo 16 febbraio 1998, n. 44, in ordine alla sottoposizione dell’atto a controllo;

- il parere della IV Commissione consiliare permanente;

delibera

1) di approvare il piano regionale delle attività estrattive relativamente al marmo ed alle pietre affini ad uso ornamentale nella configurazione sotto riportata e come evidenziato nelle allegate corografie:

Tab 1 - aree di cava in esercizio

N.

Comune

Cava

Litotipo

01

Aymavilles

Ronc

Pietra ornamentale

02

Aymavilles

Senagy

Pietra ornamentale

03

Châtillon

Isserie

Marmo

04

Donnas

Monteil (fino al 31.12.2000)

Pietra ornamentale

05

Gressoney-Saint-Jean

Ciuken-Noversch

Marmo

06

Gressoney-Saint-Jean

Ecko

Marmo

07

Gressoney-Saint-Jean

Perletoa

Marmo

08

Hône

Seville

Pietra ornamentale

09

Hône e Pontboset

Courtil

Lose

10

Issogne

Fleuran (ex Calvasina)

Marmo

11

Issogne

Mure (Mure basse)

Marmo

12

Saint-Denis

Blavesse

Marmo

13

Saint-Denis

Champlong

Marmo

14

Saint-Denis

Morge Raffort

Marmo

15

Verrayes

Aver A

Marmo

16

Verrayes

Cheran 1

Marmo

17

Verrayes

Croce di San Martino

Marmo

18

Verrayes

Golette (Vencorere 2)

Marmo

19

Verrayes

Maisonetta (Aver B)

Marmo

20

Verrayes

Prala 1 (Vencorere Prelaz 1)

Marmo

21

Verrayes

Prala 2 (Vencorere Prelaz 2)

Marmo

Tab. 2 - aree di cava dismesse ed ancora suscettibili di sfruttamento

N.

Comune

Cava

Litotipo

01

Avise

Marbriere

Marmo

02

Chambave

Champ Perret

Marmo

03

Châtillon

Rivaz bassa

Marmo

04

Issogne

Mure/Mecca

Scagliame di marmo

05

La Thuile

Mont du Parc

Lose

06

Morgex

Bocasse alta

Lose

07

Morgex

Bocasse bassa

Lose

08

Morgex

Drumeilleux

Lose

09

Verrayes

Comba Basset

Marmo

10

Verrayes

Plan de Verrayes 10 (Ezzely)

Marmo

Tab. 3 – nuove aree per attività estrattive

N.

Comune

Cava

Litotipo

01

Emarese

Fontillon

Pietra ornamentale

02

Gaby

Gattinery

Pietra ornamentale

03

Pontey

Gimiod

Pietra ornamentale

Tab. 4 - aree già soggette ad attività estrattiva non più suscettibili di sfruttamento e per le quali è auspicabile un intervento di ripristino ovvero di riconversione ambientale

N.

Comune

Cava

Litotipo

01

Antey-Saint-André

Champlong

Marmo

02

Aosta

Bioula

Marmo

03

Ayas

Cretaz

Lose

04

Aymavilles

Fontanette

Pietra ornamentale

05

Brusson

Bodignon

Pietra ornamentale

06

Brusson

Volon

Pietra ornamentale

07

Challand-St-Victor

Arbeche

Marmo

08

Champdepraz

Pesoulaz

Marmo

09

Champdepraz

Tzante de la Grousa (Gorf)

Marmo

10

Champorcher

Titlet

Marmo

11

Châtillon

Saix de vau

Marmo

12

Châtillon

Brusonglioz des Gards A-B

Marmo

13

Châtillon

Mont Blanc

Marmo

14

Châtillon

Mont Plan Perdu

Marmo

15

Châtillon

Pavirqulaz

Marmo

16

Châtillon

Rivaz alta

Marmo

17

Châtillon

Saint Valentin

Marmo

18

Châtillon

Plan Perdu A

Marmo

19

Châtillon

Plan Perdu B

Marmo

20

Courmayeur

Freydevaz

Lose

21

Fontainemore

Colombit

Marmo

22

Gressoney-La-Trinité

Capoluogo

Marmo

23

Gressoney-Saint-Jean

Castel inferiore

Marmo

24

Gressoney-Saint-Jean

Reffersch

Marmo

25

Issogne

Mont Blanc

Scaglie di marmo

26

Issogne

Pianfey

Marmo

27

Issogne

Planisse

Scaglie di marmo

28

Issogne

Planisse B

Marmo

29

La Thuile

Pont Serrand

Lose

30

La Thuile

Preylion

Lose

31

Montjovet

Barmaz Chandaz

Marmo

32

Montjovet

Creston 1

Marmo

33

Montjovet

Reclou 1

Marmo

34

Montjovet

Reclou 2

Marmo

35

Montjovet

Champeillu

Marmo

36

Montjovet

Chosaley

Marmo

37

Montjovet

Vervaz 1

Lose

38

Montjovet

Vervaz 2

Lose

39

Montjovet

Creston 2

Marmo

40

Morgex

La Manche

Lose

41

Morgex

Suzey Vineuve

Lose

42

Morgex

Villair

Lose

43

Morgex

Col San Carlo 1

Lose

44

Morgex

Col San Carlo 2

Lose

45

Morgex

Corbassiere

Lose

46

Nus

Bois Noir

Marmo

47

Nus

Thoula Seche

Marmo

48

Nus

Varenche

Marmo

49

Pre-Saint-Didier

Avalenches (Tzablandin)

Lose

50

Saint-Denis

Gromeillan A-B

Marmo

51

Saint-Denis

Raffort A

Marmo

52

Saint-Denis

Raffort B

Marmo

53

Saint-Denis

Raffort C

Marmo

54

Saint-Vincent

Fremies

Marmo

55

Sarre

Beauregard

Marmo onice

56

Torgnon

Chatè 2

Marmo

57

Torgnon

Croix de Join

Marmo

58

Torgnon

Champrod

Marmo

59

Torgnon

Chatè 1

Marmo

60

Torgnon

Chatè 3

Marmo

61

Torgnon

Covaloup

Marmo

62

Torgnon

Plan Rovine

Marmo

63

Torgnon

Praz de Tarp

Marmo

64

Valsavarenche

Ran

Lose

65

Valtournenche

Vachere

Lose

66

Verrayes

Beauregard

Marmo

67

Verrayes

Longeagne dessous

Marmo

68

Verrayes

Marseiller B

Marmo

69

Verrayes

Plan Brunet A-B

Marmo

70

Verrayes

Plan de Verrayes 1

Marmo

71

Verrayes

Plan de Verrayes 2

Marmo

72

Verrayes

Plan de Verrayes 3

Marmo

73

Verrayes

Plan de Verrayes 4

Marmo

74

Verrayes

Plan de Verrayes 6

Marmo

75

Verrayes

Plan de Verrayes 7

Marmo

76

Verrayes

Plan de Verrayes 8

Marmo

77

Verrayes

Plan de Verrayes 9

Marmo

78

Verrayes

Plan de Verrayes 11

Marmo

79

Verrayes

Vencorere 1

Marmo

80

Verrayes

Vencorere 3

Marmo

81

Verrayes

Vencorere 4

Marmo

82

Verrayes

Cheran 2

Marmo

83

Verrayes

Col de Filon

Marmo

84

Verrayes

Dorinaz

Marmo

85

Verrayes

Marseiller A

Marmo

86

Verrayes

Pignannaz

Marmo

87

Verrayes

Plan de Verrayes 5

Marmo

88

Verrayes

Plan de Vesan

Marmo

89

Villeneuve

Chatel Argent

Pietra ornamentale

2) di dare atto che le aree di cui alle sopraccitate tabelle 1, 2 e 3 sono da considerarsi, ai sensi del comma 2 dell’articolo 4 della l.r. n. 15/1996 aree estrattive;

3) di approvare l’aggiornamento del catasto regionale dei giacimenti di marmo e delle pietre affini ad uso ornamentale secondo la configurazione di cui al precedente punto 1);

4) di demandare alla Giunta regionale la predisposizione, entro il corrente anno, di uno studio relativo all’aggiornamento del presente piano che:

- valuti le richieste di inserimento e le osservazioni pervenute nel periodo di affissione della delibera consigliare n. 2662/X del 25.06.1997, tenendo in debito conto le osservazioni contenute nel parere espresso dal Comitato Scientifico per l’Ambiente;

- tenga conto infine delle nuove eventuali richieste di inserimento che perverranno corredate della documentazione tecnica necessaria definita dall’Ufficio miniere e cave.

Allegati

(Omissis)

Conseillers présents: 29

Votants: 22

Pour: 19

Contre: 3

Abstentions: 7 (Beneforti, Collé, Comé, Curtaz, Lanièce, Marguerettaz, Squarzino Secondina)

Le Conseil approuve.