Resoconto integrale del dibattito dell'aula

Oggetto del Consiglio n. 1384 del 8 giugno 2000 - Resoconto

OGGETTO N. 1384/XI Ritiro della mozione: "Effettuazione di un censimento sullo stato di povertà nella Regione".

Mozione A conoscenza che in Valle d’Aosta risiedono famiglie in uno stato ai limiti dell’indigenza, che sono costrette, per vivere, a ricorrere all’aiuto di Enti, istituzioni private, pubbliche e religiose e Associazioni di volontariato;

Viste le iniziative di raccolta viveri, proposte annualmente dal Banco Alimentare nella nostra valle;

Ritenuto che la Regione debba farsi carico dello stato di povertà esistente, per affrontarlo in modo più razionale ed organizzato di come avviene attualmente e in modo da programmare le risorse necessarie per soddisfare almeno le minime esigenze delle famiglie più disagiate;

Considerato il rispetto che ogni essere umano merita nella comunità in cui vive, indipendentemente dallo stato in cui si trova, a salvaguardia anche della propria dignità;

Preso atto che da parte dell’Assessore alla Sanità ed Assistenza Sociale non è mai stato fatto un censimento sullo stato di povertà esistente in Valle d’Aosta;

Il Consiglio della Valle d’Aosta

Dà mandato

Alla Giunta regionale e all’Assessore competente di effettuare, in collaborazione con le autonomie locali, le associazioni di volontariato, enti ed istituzioni pubbliche, private e religiose interessate, un censimento dello stato di povertà esistente in Valle d’Aosta.

F.to: Beneforti - Curtaz - Squarzino Secondina

PrésidentLa parole au Conseiller Beneforti.

Beneforti (PVA-cU)Come affrontare il problema della povertà nella nostra regione ce lo chiediamo da tempo ed è da tempo infatti che chiediamo alla Giunta regionale di porre in essere il primo censimento sullo stato di povertà nella nostra regione.

Credo, ma lo crediamo tutti, che quando si vuole affrontare un problema occorre prima conoscerlo; solo conoscendolo si può affrontare con razionalità, con le risorse necessarie, nei tempi e nei modi opportuni.

Purtroppo la nostra richiesta non è mai stata accolta. Forse non si è compreso o non si è voluto comprendere che ogni cittadino valdostano ha una sua dignità, sia esso povero che ricco. Per questo la solidarietà umana non deve realizzarsi con l'elemosina, con l'aiuto sporadico e saltuario, non può realizzarsi costringendo il povero a rivolgersi con il cappello in mano ad enti ed istituzioni per sbarcare il lunario.

Non dico che in Valle d'Aosta non si faccia nulla per colpire la miseria ma, nonostante quello che si fa, non si fa tutto il possibile per cercare di debellarla.

La povertà, mi diceva un amico, è un'antica compagna di viaggio dell'uomo, ed è vero. Lo è stata per varie ondate migratorie succedutesi nei tempi passati, di cui facevano parte anche i Valdostani, e lo è anche oggi per la gente del sud e per gli extracomunitari.

Oggi i tempi sono cambiati perché forte è stato il desiderio di emancipazione dalla povertà; ma i poveri ci sono ancora e si trovano anche fra i Valdostani di origine e di adozione.

La domanda che mi pongo è: vogliamo venire loro incontro? Vogliamo conoscere i Valdostani che vivono in condizioni di indigenza? Vogliamo conoscere quali sono le aree sociali esposte alla povertà nella nostra regione, come i disoccupati, gli anziani soli e le coppie di anziani che sono costretti a vivere con pensioni minime, come le famiglie numerose con un unico reddito, come le vecchie e nuove povertà?

Per queste aree di povertà occorrono interventi diversi da quelli previsti dalle nostre leggi, anche se molto si è fatto e si sta facendo; ma, oltre a quello che è previsto, non basta la buona volontà delle dame di carità, degli ammirevoli volontari della San Vincenzo de Paoli e della Caritas. Non sono sufficienti, anche se apprezzabili, le iniziative del Banco alimentare per aiutare con generi alimentari 200 famiglie povere di Aosta.

La povertà non si risolve con l'elemosina, anche se questa può alleviare la miseria. Occorre affrontarla con un'opportuna politica sociale, occorrono risposte a livello nazionale, ma occorrono risposte anche e in modo particolare a livello regionale. Occorre intervenire in modo concreto nei confronti delle famiglie, occorre garantire servizi minimi vitali di reddito sufficienti alle loro esigenze. Occorre individuare quei poveri che soffrono in silenzio, che non si rivolgono a nessuno e oggi ce ne sono anche in Valle d'Aosta perché si vergognano a chiedere.

Solo conoscendo la realtà si possono eliminare le ingiustizie che involontariamente si possono commettere nel giudicare la situazione di certe famiglie. Per questo abbiamo insistito e torniamo ad insistere oggi sul censimento; è dal 1993 che lo chiediamo e cioè da quando, a seguito di un'indagine parlamentare sulla povertà in Italia, scaturì che il 15 percento delle nostre famiglie viveva in condizioni di indigenza.

Vogliamo almeno accertare se è vero e soprattutto chi sono? Credo che questo sia, prima di tutto, un dovere per i cattolici e per tutti coloro che sono animati dallo spirito di solidarietà verso il prossimo.

Siamo ormai nel 2000, nel terzo millennio, e non è pensabile che in una Regione come la nostra debbano esistere sacche di povertà, senza sentire il bisogno di venire loro incontro in modo razionale e soprattutto sostanziale.

Credo che non si debba avere paura di conoscere la nostra realtà, anche se può essere amara. Per questo chiediamo al Consiglio di dare mandato alla Giunta e all'Assessore competente di effettuare, in collaborazione con le autonomie locali, le associazioni di volontariato, le istituzioni ed enti pubblici e privati, il censimento delle povertà esistente in Valle d'Aosta. Credo che una volta conosciuta la situazione sia possibile stanziare le risorse per risolvere tanti problemi che oggi ci stanno di fronte.

PrésidentLa parole au Conseiller Marguerettaz.

Marguerettaz (Aut)Mi sento un po' chiamato in causa dalla presentazione di questa mozione soprattutto da come sono state scritte le premesse in quanto ho avuto modo di conoscere da vicino l'iniziativa del Banco alimentare.

Questa è un'iniziativa a mio avviso geniale che quando è cominciata nella nostra regione avevo alcuni dubbi che potesse trovare - passatemi l'orribile termine - qui da noi un mercato.

In realtà l'esperienza, seppure settoriale e con tutti i limiti che essa comporta, del Banco alimentare dimostra che questo dell'indigenza è un problema reale, poco conosciuto, molto poco conosciuto, ma presente nella nostra regione.

La nostra Regione spesso viene dipinta come l'isola felice e il benessere che c'è è reale, lo avvertiamo tutti da un certo tenore di vita che noi per primi viviamo. E che abbiamo modo di riscontrare guardandoci intorno, ma sotto questa patina c'è una realtà sommersa che ci interroga tutti.

Perché ho fatto riferimento specifico all'iniziativa del Banco alimentare? Ne approfitto per dare alcuni dati che possono suffragare le cose che sto dicendo.

Non so se tutti sanno cos'è il Banco alimentare, quindi spendo trenta secondi del mio tempo per spiegarlo. Il Banco alimentare è un'associazione di volontariato attraverso la quale vengono raccolte periodicamente - e non annualmente come erroneamente è scritto nella mozione - dei viveri, vale a dire i volontari vanno di fronte ai grossi centri commerciali e invitano i clienti che entrano in questi centri per fare la propria spesa a fare una piccola quota di spesa anche per gli indigenti.

Finora sono state fatte nella nostra regione due raccolte: una nel mese di novembre e una lo scorso mese di maggio, e devo dire che questa iniziativa rivela immediatamente un aspetto positivo della nostra regione che è quello del diffuso senso di solidarietà fra la nostra gente.

Un'iniziativa che al mese di novembre era ancora in embrione, fra l'altro organizzata in 48 ore di tempo, quindi con tutte le deficienze che un'organizzazione di questo genere può portare, ha portato nella raccolta di novembre e in quella di maggio circa 12 tonnellate di generi alimentari che servono solo nella città di Aosta 200 nuclei familiari.

Come avviene la distribuzione di questi generi alimentari? Avviene attraverso le parrocchie e le associazioni di volontariato, le quali conoscendo nella propria zona specificatamente casi di indigenza, di povertà e di necessità, provvedono quindicinalmente alla distribuzione di questi generi alimentari.

Come sempre, bisogna prendere i dati con le dovute cautele, nel senso che magari all'interno di questi 200 nuclei familiari ve ne sono che non hanno questa stretta necessità così come credo che ve ne siano altri al di fuori di questi 200 nuclei che non essendo conosciuti non possono essere aiutati e sostenuti. È però significativo che in una città come Aosta e dintorni vi siano 200 nuclei familiari ai quali fa comodo ogni tanto risparmiare qualcosa sulla spesa, quindi su generi di prima necessità quali l'alimentazione e che, oltre a queste 12 tonnellate raccolte, verosimilmente in autunno sarà necessario procedere a un'ulteriore raccolta perché le scorte si esauriscono molto in fretta.

Questo è un dato che attraverso rapporti con le associazioni di volontariato, le parrocchie e quant'altro ci dà una prima idea molto empirica del fenomeno, ma quello che appare di primo acchito evidente è che lo stato di povertà ed indigenza in cui versano questi nuclei familiari è molto differenziato, le cause che portano a questo sono molto differenziate le une dalle altre e riconducibili ai casi più disparati.

Molte di queste persone sono persone anziane che vivono in nuclei monofamiliari, rimaste sole, che faticano con una pensione sociale e una spesa di affitto e quant'altro ad arrivare a fine mese, ma vi sono altri casi dovuti a perdite improvvise di posti di lavoro, dovuti a situazioni affettive familiari che si rovinano. Davvero è un universo molto composito quello a cui si rapporta questa povertà.

Quindi credo che l'iniziativa dei colleghi della Valle d'Aosta per l'Ulivo abbia un fondamento che condivido.

L'approfondire la conoscenza del fenomeno da parte di questa istituzione, che è l'unica che può svolgere un ruolo davvero di coordinamento, è quanto mi sembra suggerisca il mandato della mozione, cioè non diamo un incarico a qualche Società che attraverso le tabelle e gli indici non legge realisticamente la nostra situazione, ma passiamo attraverso chi è direttamente a contatto con questa realtà e quindi le associazioni, gli enti locali e quant'altro. Questo è in sostanza quanto chiede la mozione e che condivido.

Dopo aver fotografato la realtà dell'indigenza nella nostra regione? e qui apro una piccola parentesi: per quel che si può fotografare perché ha ragione Beneforti, ci sono dei casi presenti che sono dotati quindi di un orgoglio molto forte e che nascondono il loro stato di indigenza, lo nascondono agli occhi dei vicini, del parroco, delle associazioni, di tutti.

Quindi, una volta fotografata la situazione, si aprirà un dibattito e ci si confronterà sull'atteggiamento che deve avere l'Amministrazione regionale, lì penso che io e il collega Beneforti probabilmente ci differenzieremo.

Tanto per riassumere con una battuta il mio pensiero: credo che l'azione dell'Amministrazione regionale non potrà ridursi, se vogliamo fare un lavoro serio, a una semplice elargizione di contributi economici?

(interruzione del Consigliere Beneforti, fuori microfono)

? mi fa piacere che anche i colleghi della Valle d'Aosta per l'Ulivo condividano questo, magari ci si ritroverà anche su questi punti, ma in un secondo momento.

Ecco perché il capoverso nelle premesse che inizia con la parola: "Ritenuto" lo avevo evidenziato perché lascia il campo a diverse interpretazioni sul ruolo che deve avere l'Amministrazione regionale a fronte di questa realtà.

Ma ho capito anche dall'illustrazione fatta dal collega Beneforti qual è il senso vero di questa mozione che è quello di chiedere un'analisi più realistica, più chiara e più approfondita di questo fenomeno, pertanto posso annunciare il voto favorevole alla mozione.

PrésidentLa parole au Président du Gouvernement, Viérin Dino.

Viérin D. (UV)En excusant l'absence de l'Assesseur Vicquéry qui est engagé à Rome pour la Conférence des présidents, permettez-moi en son nom également d'exprimer quelques considérations sur la motion qui a été déposée.

Tout d'abord nous avons toujours accordé une attention particulière aux thèmes de la solidarité, de la dignité de la personne humaine ainsi que des aides aux personnes démunies; cette attention nous l'avons par ailleurs inscrite dans notre programme de majorité.

Nous avons également présenté plusieurs mesures afin de donner un sens concret, et non seulement du point de vue économique, à ces finalités qui sont partagées par cette Assemblée.

Nous n'avons donc aucun problème à prévoir un recensement de la situation actuelle de l'état de pauvreté au Val d'Aoste.

Ce sera à notre avis un moment important qui nous permettra aussi de tirer des leçons et des enseignements quant aux mesures de l'Etat providence, de façon à réfléchir tous ensemble non seulement sur les mesures les plus efficaces, mais aussi sur les destinataires et sur les modifications qui sont nécessaires, je ne dirais pas uniquement du point de vue de la législation, mais également pour ce qui est d'une mentalité qui jusqu'à présent, nous a amenés à considérer comme démunies des couches sociales qui ne sont plus celles représentant effectivement les personnes démunies au sein de notre société.

Sur la base de ces considérations nous nous sommes également posé la question: oui, nous procédons au recensement, mais que devons-nous recenser et sur la base de quels éléments?

Je souligne ces aspects parce que le thème est à l'attention générale, tant il est vrai que le 31 mai dernier la Chambre des députés a approuvé un projet de loi, portant disposition pour la mise en place d'un système intégré d'actions et de services sociaux, réforme de l'assistance sociale, destiné à modifier radicalement le fonctionnement de l'Etat providence en Italie et les mesures principales de ce projet de loi que le Sénat devra maintenant examiner concernent notamment les services destinés aux familles, les prêts d'honneur et les avantages fiscaux, les coupons de service, les prestations sociales de base, les restructurations des IPAB, les organismes d'assistance, les interventions urgentes destinées aux personnes en situation de pauvreté extrême ainsi que le revenu minimum d'insertion.

Par ce projet de loi le Gouvernement s'est engagé à informer le Parlement avant le 31 mai 2000 quant à la validité tant des expériences en cours dans certaines régions que du revenu minimum d'insertion ainsi qu'à définir les modalités d'extension à tout le territoire italien de ces mesures qui viendront compléter d'autres dispositions susceptibles de combattre la pauvreté.

Au Val d'Aoste il y a déjà des mesures qui sont en vigueur: je fais notamment allusion à la loi régionale n° 19 portant: mesures en matière d'aides économiques et à la loi régionale n° 44/98 instituant des initiatives au profit de la famille.

Bon nombre de mesures qui sont proposées par ce projet de loi nous les avons en quelque sorte anticipées: le minimum vital, les subventions pour des prestations sanitaires, les aides aux familles nombreuses, les services complémentaires pour l'enfance, les coupons de service. La réalisation d'une recherche sur la pauvreté en Vallée d'Aoste nécessite, certes, la collaboration de l'ensemble des acteurs de la société valdôtaine, qu'ils soient laïcs ou religieux, mais avant tout un débat approfondi sur les orientations que cette recherche devra suivre ou ces dernières ne pourront être définies qu'après que le niveau de pauvreté aura été revu à l'échelle générale. A cet égard je fais expressément référence à l'article 27 de ce projet de loi.

Il y a lieu de remarquer à ce sujet que le revenu minimum d'insertion pour les personnes seules se chiffre en 1999 à 510.000 lires par mois; en Vallée d'Aoste, toujours en 1999, le minimum vital pour les personnes seules est soit de 507.480 lires, soit de 964.575 lires par mois selon que celles-ci sont propriétaires ou locataires de l'appartement où elles vivent.

Il faut rappeler aussi que des compléments au minimum vital ont été octroyés pendant des périodes déterminées à 195 foyers. Cela pour souligner et pour reconfirmer ce que M. Marguerettaz venait d'affirmer, à savoir qu'il s'agit d'un problème réel.

Quelle est donc la conclusion que nous tirons? Nous sommes tout à fait favorables à l'idée de pourvoir à un recensement, mais nous devons pour ce faire en définir exactement les modalités, les critères et les paramètres; aussi vous proposerai-je c'est de retirer cette motion, car nous l'acceptons dans le fond, sur la base d'un engagement que nous prenons d'instituer un groupe de travail, coordonné par l'Assesseur, composé par les différents représentants des collectivités locales, des associations de bénévolat, des organismes publics, privés et religieux et que ce soit ce groupe de travail, compte-tenu des orientations que donnera ce projet de loi quand il sera approuvé par le Parlement, à définir les modalités de ce que nous allons recenser.

En effet, c'est en fonction de ces données qu'ensuite nous nous pencherons sur les mesures à adopter.

Plutôt que de discuter après, je crois que nous devrions en discuter avant sur la base et des considérations ayant trait à la réalité valdôtaine et surtout de ces données d'ordre général.

En effet si nous fixons un paramètre 100 pour recenser notre niveau de pauvreté, et que, successivement, le Parlement établit que le niveau n'est pas 100, mais 90 ou 120, la validité des données de notre étude est amoindrie par rapport aux mesures qui sont prévues dans ce projet pour pallier ces difficultés.

C'est donc cette proposition que je formule, afin de pouvoir ensemble définir les modalités de déroulement de ce recensement.

Si dà atto che, dalle ore 12,35, presiede il Vicepresidente Viérin Marco.

Presidente La parola al Consigliere Beneforti.

Beneforti (PVA-cU)Come ha ricordato il Presidente, anch'io mi sono soffermato sul fatto che in Valle d'Aosta non è che non si faccia niente; ci sono norme di legge che sono state approvate in Consiglio per venire incontro alle famiglie più disagiate e ai singoli individui che si trovano in certe situazioni e su questa strada si può anche continuare.

Il problema è quello di darsi un'organizzazione più razionale, per cercare di aiutare nel modo più completo le famiglie e i singoli che hanno bisogno.

Il Presidente propone che venga costituito un gruppo di lavoro che stabilisca, insieme agli enti e alle istituzioni a cui volevamo dare mandato nella nostra mozione, i criteri, i parametri, le modalità di come fare questo censimento per stabilire qual è l'entità dello stato di povertà che esiste in Valle d'Aosta.

Per quanto ci riguarda, Presidente, accettiamo la sua proposta; quello che chiediamo sono i tempi di realizzazione di questo gruppo di lavoro e che la determinazione del gruppo si concretizzi o in Consiglio o in commissione?

(interruzione del Presidente Viérin Dino, fuori microfono)

? sì, ma prima di definire tutto il discorso, se ne può parlare a livello di commissione o a livello di Consiglio.

Se la Giunta ci fa la proposta, noi la esamineremo e diremo dopo quello che abbiamo da dire: questo per guadagnare tempo e per trovarsi insieme a stabilire il gruppo di lavoro che si doveva istituire.

Comunque noi accettiamo la proposta e ritiriamo la mozione. Ci auguriamo che in tempi brevi la controproposta della Giunta vada in porto tenendo presente tutte le motivazioni che abbiamo portato in questa sede.

PresidenteLa mozione si intende ritirata.

Il Consiglio prende atto.