Resoconto integrale del dibattito dell'aula

Oggetto del Consiglio n. 715 del 24 giugno 1999 - Resoconto

SÉANCE DU 24 JUIN 1999 (MATIN)

OGGETTO N. 715/XI Deroga alle disposizioni del D.M. 24 luglio 1998 al fine di consentire la costituzione della prima classe della Scuola elementare del Quartiere Dora. (Reiezione di mozione - Interrogazione)

Mozione Venuto a conoscenza della situazione venutasi a creare nella scuola elementare del Quartiere Dora di Aosta in cui, per una situazione decisamente anomala, non si potrebbe né costituire la classe prima né dar vita ad una pluriclasse, costringendo così i sette bambini finora iscritti a trasferirsi in altra sede;

Sottolineato che tale situazione è determinata dalle disposizioni del D.M. 24 luglio 1998 il cui art. 15 stabilisce che le classi di scuola elementare sono "di norma" costituite da non più di 25 alunni e non meno di 10 e che le pluriclassi sono costituite da non più di 12 alunni;

Evidenziato altresì che il medesimo D.M., all'art. 7 "Disposizioni generali sulla formazione delle classi" dispone che siano da tenere in considerazione "le effettive possibilità di trasporto degli alunni in scuole vicine, in relazione alle vie di comunicazione, ai servizi di trasporto pubblico disponibili e alla gravosità dei tempi di percorrenza, valutati in rapporto all'età degli alunni";

Atteso che,

a) nel caso specifico, trattasi di bambini di sei anni che necessitano sempre di assistenza;

b) molte famiglie del quartiere Dora hanno già subito dei forti disagi negli scorsi anni in quanto, per la ristrutturazione dell'edificio scolastico, gli alunni sono stati trasferiti al quartiere Cogne;

c) appare paradossale che vi sia una scuola funzionante con quattro classi e che, nella medesima, non vi sia la possibilità di accogliere i bambini di prima elementare;

Richiamato l'articolo 3 lett. g) dello Statuto Speciale che dà alla Regione Valle d'Aosta la potestà di emanare norme legislative di integrazione e di attuazione delle leggi della Repubblica per adattarle alle condizioni regionali in materia di istruzione materna, elementare e media;

Tenuto conto che la Giunta regionale sta preparando un disegno di legge che, tra l'altro, dovrà stabilire, sulla base della realtà regionale, condizioni minime per il funzionamento dei singoli plessi, scuole e sezioni staccate diverse da quelle attualmente vigenti per effetto della normativa nazionale;

Preso atto che con delibera n. 818 del 22 marzo 1999 la Giunta regionale ha deciso di derogare, per l'anno scolastico 1999/2000, ai dispositivi di cui alla legge 15.03.1997, n. 59 tra i quali la soppressione di scuole materne ed elementari;

Il Consiglio regionale

Impegna

la Giunta regionale ad intervenire urgentemente con un proprio provvedimento affinché, derogando alle disposizioni dell'art. 15 del D.M. 24 luglio 1998, gli alunni della prima classe elementare del quartiere Dora possano essere accolti nell'edificio scolastico della loro zona.

F.to: Marguerettaz - Comé - Collé - Lanièce - Viérin M.

Interrogazione A conoscenza della decisione della Direzione Didattica del III Circolo, di sopprimere la prima classe elementare alla Scuola del Quartiere Dora, per il mancato raggiungimento della quota minima di 10 alunni per l'istituzione di una classe;

Preso atto dell'appello degli abitanti del Quartiere Dora di Aosta, rivolto alle autorità competenti, al Presidente della Giunta e del Consiglio regionale, alla Sovraintendenza agli Studi, al Sindaco, al fine di scongiurare la soppressione della prima classe elementare nella Scuola del quartiere stesso;

i sottoscritti Consiglieri regionali

Interrogano

Il Presidente della Giunta regionale e l'Assessore competente per conoscere:

1) quali iniziative ha preso o intende intraprendere per accogliere la richiesta degli abitanti del quartiere Dora.

F.to: Beneforti - Squarzino Secondina

Président La parole au Conseiller Marguerettaz.

Marguerettaz (Aut) Credo che più o meno tutti i consiglieri siano a conoscenza della situazione di cui si occupa la mozione in oggetto.

Si tratta di una situazione per certi versi anomala, così come la descriviamo nella mozione, che si è venuta a creare per alcune famiglie del Villaggio Dora. Per quei consiglieri che non hanno approfondito l'argomento, riassumo per sommi capi cosa sta succedendo.

Il decreto ministeriale del 24 luglio 1998 del Ministero della pubblica istruzione, all'articolo 15 prevede i termini per la formazione delle classi e dice che le classi di scuola elementare sono di norma costituite da non più di 25 bambini e da non meno di 10, e poi dice ancora, le pluriclassi sono costituite da non più di 12 bambini e non meno di 6.

Per l'anno scolastico 1999-2000, cioè il prossimo anno scolastico, le iscrizioni dei bambini della prima classe del Quartiere Dora sono ad oggi corrispondenti al numero di 7, quindi secondo il decreto ministeriale non è possibile costituire la classe prima; ci sarebbe, in genere in questi casi succede, la possibilità di dare vita ad una pluriclasse. Ma nel caso specifico del Quartiere Dora nemmeno questo è possibile, perché abbinando i 7 bambini iscritti alla prima elementare con una qualsiasi delle altre classi, cioè la seconda o la terza o la quarta o la quinta, si sforerebbe quel tetto massimo previsto per le pluriclassi di 12 unità. Quindi è una situazione piuttosto anomala, soprattutto se ragioniamo su dove si viene a verificare questa situazione e cioè proprio al Villaggio Dora.

Perché dico che il fatto che tutto ciò accada nel Villaggio Dora è doppiamente paradossale? Perché la Scuola elementare del Villaggio Dora è stato l'ultimo edificio scolastico della nostra regione ad essere oggetto di una profonda ristrutturazione.

Credo si sia inaugurato all'inizio di questo anno scolastico, e credo che all'inaugurazione abbia partecipato anche l'Assessore. Credo che il lavoro compiuto di ristrutturazione sia stato buono, certo che la spesa, come si sa, non è stata irrilevante, credo che si aggiri, ma non ho dei dati certi, intorno ai 3 miliardi di lire.

C'è da sottolineare il fatto che le famiglie del Villaggio Dora per due anni hanno già subìto dei forti disagi, perché a causa di questa ristrutturazione in corso nella loro scuola di zona hanno dovuto trasportare per due anni i bambini dal Villaggio Dora addirittura al Quartiere Cogne; finalmente quest'anno questi bambini - sto pensando ai bambini di prima che sono oggetto della questione - possono accedere alla scuola nuova, bella, pulita, ristrutturata e, invece, a causa delle disposizioni ministeriali, questo non è possibile!

Ci rendiamo conto tutti del paradosso, credo che sia la prima volta che succede in Valle che abbiamo una scuola in cui alcune classi possono essere presenti e altre devono emigrare con situazioni, che non so se esistano, ma penso abbastanza verosimili di famiglie che hanno magari un figlio maggiore in una delle altre classi elementari e che dovrebbero subire la beffa di portare un bambino nella loro scuola e poi l'altro in un'altra scuola, quando tutti frequentano la scuola elementare. Questa è la situazione. Una situazione che tutti noi ci rendiamo conto come abbia delle caratteristiche a cui, a mio avviso, occorre porre rimedio, tanto più che lo Statuto speciale della nostra regione all'articolo 3, lettera g), dà la potestà alla Regione Valle d'Aosta di emanare norme legislative d'integrazione e di attuazione delle leggi della Repubblica per adattarle alle condizioni regionali in materia di istruzione materna elementare e media.

Queste sette famiglie devo dire che, pur essendo non molto numerose, hanno fatto di tutto per farsi sentire; abbiamo tutti sul nostro banco anche la petizione che hanno inviato - e che i Capigruppo hanno già ricevuto nei giorni passati grazie al Presidente del Consiglio che gliela ha fatta pervenire - in cui molto sinteticamente chiedono che venga data risposta al loro problema. E una cosa particolarmente interessante è il cenno che loro fanno alla particolarità della loro realtà, che credo per chiunque conosca - e tutti noi la conosciamo - la realtà di Aosta sia quanto mai centrata.

Il Villaggio Dora nella città di Aosta in particolare ha sempre costituito un mondo a sé, non a caso fra l'altro molti lo chiamano "villaggio", una cosa alquanto anomala in una città dove in genere si parla di quartieri. Anche l'urbanizzazione della città di Aosta ha in certo senso favorito quest'appendice della città, separandola nettamente con quel muraglione che tutti noi conosciamo, però di fatto, se questo rappresenta un limite dal punto di vista urbanistico, è pur vero che la gente che quel villaggio abita ha sempre vissuto la dimensione del paese. Tutti all'interno del villaggio si conoscono, tutti sanno gli affari degli altri, e via di questo passo. È comparsa anche tempo fa su "La Stampa" un'interessantissima lettera del Parroco del quartiere, che lanciava come riteneva più opportuno un appello affinché si desse risposta alle esigenze di queste famiglie, proprio nell'ottica del Villaggio Dora.

Per certi versi il Parroco ripercorreva un po' le motivazioni che spesso sono state affrontate in quest'aula quando si parlava di scuole di montagna, di scuole di paese; tutti noi siamo stati più volte concordi nel dire che non si doveva togliere la scuola dai nostri paesi, perché sarebbe un abdicare di fronte a una situazione che è certamente difficile di gestione delle piccole realtà locali e che proprio per questo va incentivata.

Non è un caso che quest'Amministrazione regionale, per quanto concerne il mantenimento delle scuole, abbia già provveduto; infatti la Giunta con la delibera del 22 marzo 1999 n. 818 ha deliberato di soprassedere alle disposizioni nazionali che regolano le soppressioni delle varie sedi, nell'attesa che la Regione stessa emani quella legge che dovrebbe concernere un po' tutta l'organizzazione scolastica della Valle, a partire dall'autonomia fino ai criteri per formare le classi.

Ma tornando al problema in oggetto e che tocca sulla pelle quelle sette famiglie, ci auguriamo che questa mozione venga accolta.

La strada che abbiamo tracciato ci sembra l'unica percorribile, è chiaro che se c'è un decreto ministeriale che parla così chiaramente, fissando quei termini nei numeri che citavo prima e che conosciamo, è chiaro che per poter ovviare a quel problema non vediamo altre soluzioni se non quella che la Giunta intervenga con una deroga a queste disposizioni.

Président La parole au Vice-président La Torre.

La Torre (FA) Vorrei solo svolgere qualche riflessione, intanto per una ragione molto semplice: provengo da quel quartiere, ho vissuto la mia infanzia in quel quartiere, quindi conosco le problematiche e conosco la sua realtà. Però devo dire che osservando quel quartiere mi sto rendendo conto di come si stia profondamente modificando, cioè non è un quartiere chiuso su sé stesso, è un quartiere che negli ultimi anni con l'inserimento delle nuove cooperative, ma addirittura direi attualmente con l'inserimento di 3-4 nuove concessioni appena rilasciate, quindi con la costruzione di nuove case, con l'inserimento di altre persone, è un quartiere che ha un suo sviluppo.

In fin dei conti penso che si sia ragionato già in tal senso proprio quando si è proceduto alla ristrutturazione della scuola, cioè si è ristrutturata una scuola, le si è voluto dare una dimensione penso proprio perché questa dovesse vivere in coerenza con un quartiere che si sta sviluppando.

Allora la riflessione che vorrei porre, ed è una riflessione che rivolgo innanzitutto al proponente, è quella se è possibile di ritirare questa mozione e di portarla in commissione, per acquisire ulteriori dati; e dico quali. Cioè valutare se, come è giusto che oggi, usando una razionalità, non essendoci i numeri, questa classe venga chiusa, se non sia il caso di acquisire dei dati in funzione di quelli che potrebbero essere gli inserimenti già dal prossimo anno di ulteriori famiglie, di ulteriori bambini che potrebbero essere in quella scuola, e che quindi creerebbero addirittura una situazione difficile per tutti, che è quella di chiudere quest'anno la prima elementare, perché non ci sono i numeri.

Questo è un dato di fatto e non si può dare torto all'Assessore che deve muoversi in questa direzione. Ma nello stesso tempo se avessimo questi dati, potremmo essere confortati o avere una luce nuova sull'aspetto, dati che forse ci dicono che dal prossimo anno ci potrebbero essere degli inserimenti, e quindi potremmo rivedere se c'è una logica e una coerenza anche delle posizioni.

Mi permetterei di fare questa riflessione e di fare anche questa proposta, questa richiesta al proponente, che nulla vuole togliere alla sua iniziativa, più che rispettosa e rispettabile, ma che potrebbe farci fare una riflessione con dei dati aggiuntivi. Quindi chiederei, se possibile, di ritirare la mozione e di portarla in commissione.

Président La parole au Conseiller Beneforti.

Beneforti (PVA-cU) Avevo presentato un'interrogazione su questo argomento, ma dato che parlo prima di aver avuto la risposta, vuol dire che torneremo sull'argomento in seguito.

Sono uno di quelli che vive da tempo nel Quartiere Dora, per cui sono stato messo a conoscenza immediatamente del problema di cui oggi discutiamo. E devo dirvi che prima di presentare l'interrogazione in questa sede avevo chiesto l'intervento degli addetti ai lavori, in particolare mi ero rivolto alle organizzazioni sindacali per sentire qual era il loro pensiero su quanto stava accadendo al Quartiere Dora. Ne avevo parlato anche con l'Assessore delegato al Comune di Aosta. Ma questi interventi non hanno scaturito nessun effetto positivo. In alcuni è prevalso più l'impegno di convincere i genitori e gli abitanti del quartiere a farsi carico di quanto stava accadendo, che di spendere energie per trovare una soluzione al problema.

Mi auguro che la Giunta regionale e l'Assessore Pastoret non abbiano le stesse intenzioni che hanno avuto coloro che ho contattato per vedere se si risolveva il problema.

Vorrei che si capisse l'importanza che riveste la richiesta del Quartiere Dora, dove si chiede che debbano rimanere tutte le classi. Non sto a ripetere tutto quello che ha detto il collega Marguerettaz, che condivido. Però devo dire che non si può non tenere conto della realtà in cui una comunità di periferia della città deve operare e vivere; anche per questo è opportuno che la scuola del Quartiere Dora rimanga aperta per tutte le classi, come del resto sono del parere, nel limite delle possibilità, che le scuole debbano rimanere aperte anche in altre zone, nell'interesse delle comunità che lì esistono e vivono.

È vero che molti dei pregiudizi che sussistevano nel passato nei confronti del Quartiere Dora sono caduti. Ma se qualcosa è rimasto ancora, lo abbiamo capito dalle espressioni, dalle affermazioni, quando si è trattato di discutere il problema dello spostamento dell'Istituto musicale. Non entro nel merito, se è giusto là o qua, io parlo delle affermazioni e delle sfumature che sono venute fuori nei confronti del Quartiere Dora, che dimostrano che esistono ancora dei pregiudizi che non dovrebbero sussistere.

Devo dare atto che il Comune di Aosta con i suoi interventi nella viabilità, come in altri settori, ha cercato e cerca di rendere sempre più vivibile questo quartiere. Anche i programmi previsti per il futuro renderanno il Quartiere Dora sempre più collegato e integrato alla città. Questo perché il Comune si è fatto e si sta facendo carico dei problemi della periferia.

Ritengo che anche in quest'occasione occorra dare ascolto agli appelli che provengono dal Quartiere Dora, come quello del Parroco che vive la vita di quartiere e degli abitanti, che chiedono che i loro figli possano frequentare la loro scuola del quartiere, senza essere obbligati a frequentarne altre.

Del resto, per la ristrutturazione di questa scuola il Comune o la Regione hanno investito parecchi miliardi, non possiamo pensare che resti una "cattedrale nel deserto". È bella, ha tutti gli accessori che deve avere, ma rimane chiusa perché i bambini non sono in numero sufficiente!

Vista la potestà legislativa della Regione in materia scolastica, mi permetto di insistere affinché si trovi una soluzione al problema da subito, da quest'anno, in modo da non allontanare i bambini dal loro quartiere.

La mozione presentata dal gruppo degli Autonomisti rappresenta anche il nostro pensiero, pertanto noi la voteremo e invitiamo anche tutto il Consiglio a votarla. Mi auguro, però, che non ci sia bisogno di giungere alla mozione, che il Presidente della Giunta e l'Assessore competente accolgano l'invito che gli viene rivolto dalla popolazione e che noi qui abbiamo riaffermato.

Président La parole à la Conseillère Squarzino Secondina.

Squarzino (PVA-cU) Per aggiungere solo un elemento a quelli già espressi dai colleghi, sia dal collega Marguerettaz che dal collega Beneforti.

Intanto non condivido l'intervento del collega La Torre…

Beneforti (fuori microfono) … Io non gli ho risposto a La Torre…

Squarzino (PVA-cU) … non tocca a me rispondere, comunque esprimo il mio parere. Credo che la volontà di chi ha voluto, oggi, portare in Consiglio questo problema, fosse molto chiara; era la richiesta di verificare la volontà politica dell'Assessore e della Giunta su questo problema.

Ora l'Assessore ha tutti gli elementi per poter dare una risposta a questo problema, ha gli uffici, per cui sa benissimo quali sono le leggi, qual è il quadro normativo; sa benissimo che quando si vuole derogare ad alcune norme motivando adeguatamente, e se ci sono dei motivi seri è possibile farlo; sa benissimo che lì abbiamo una scuola nuova, pagata con tutti i soldi, che rischia di rimanere inutilizzata. Ha tutti gli elementi per poter intervenire. Noi oggi siamo interessati a conoscere questa volontà politica.

Faccio presente che esiste anche un modo che non è solo quello della deroga al caso concreto, che posso anche capire che alcune volte uno abbia difficoltà a utilizzare, anche se in molti casi non c'è mai il problema di fare una deroga, di tipo politico, quando si tratta di un villaggio, di un "hameau", lì è tutto possibile, in altri casi non è mai possibile!

Esiste una modalità, credo che i suoi uffici gliel'abbiano presentata, modalità che consentirebbe di dare una risposta positiva senza neanche ricorrere alla deroga in eterno, e cioè si dice: visto che è un quartiere questo che è in movimento, visto che tutta la città di Aosta è in continua evoluzione proprio per questi continui flussi di residenti nella città di Aosta, ridefiniamo i confini delle zone territoriali, dei bacini di utenza delle varie scuole. Ridefinendo i bacini di utenza delle varie scuole, noi possiamo ridefinire e ridistribuire in modo più appropriato gli utenti rispetto alle situazioni che abbiamo.

Visto che questo lavoro di ridefinizione non posso farlo né oggi né domani nel giro di poco tempo, ma ci vuole un attimo di tempo, si può dire: nell'organico di diritto non ci sono i numeri per mettere un posto, nell'organico di fatto però, visto che stiamo lavorando per ridefinire, in attesa di ridefinire questo cominciamo a metterlo, oppure ridefiniamo in modo da poterlo mettere.

Credo che in questa sede vada espressa una volontà politica, e sarei molto preoccupata che l'Assessore non esprimesse una volontà politica in questa sede, ma rinviasse a non so che cosa, a non so quando, e non so in attesa di quali nuovi elementi, perché ha in mano tutti gli elementi per poter decidere! Quindi chiediamo che esprima la sua volontà politica.

Président Je ferme la discussion générale.

La parole à l'Assesseur à l'éducation et à la culture, Pastoret.

Pastoret (UV) Avant d'aborder les points touchés dans la question et dans la motion, il est nécessaire de définir le scénario actuel. Seront présents pour la prochaine année scolaire 1999-2000 13 élèves en classe de IIème, 14 élèves en classe de IIIème, 11 élèves en classe de IVème, 10 élèves en classe de Vème.

Les enfants obligés, c'est-à-dire les enfants résidant dans la zone et qui ont comme école de référence celle du Quartier de la Doire étaient 5, et donc 5 enfants prévus pour la première. Successivement un sixième enfant s'est ajouté, d'après la communication que nous avons de la part des parents qui nous ont envoyé cette récolte de signature et d'après les données que M. Marguerettaz a présenté dans sa motion, ces enfants seraient sept. Première information nécessaire, il me semble. Pour compléter les informations, il faut aussi considérer quelques autres aspects.

Les élèves qui doivent fréquenter leur classe dans une école plutôt que dans l'autre sont indiqués sur la base d'une définition du territoire de compétence, l'ainsi dite "zonizzazione", qui revient aux organismes qui en ont la compétence, notamment pas à l'Assessorat régional à l'éducation et à la culture, mais à la Commune et à la direction didactique.

Il est évident que cette compétence, comme cela a été dit, doit revenir à l'organisme politique et administratif qui détient les compétences de gouvernement et de planification du territoire, en ce qui concerne aussi notamment la réalisation, la gestion, le réaménagement des établissements scolaires, comme cela a été fait dans le cas du Quartier de la Doire. C'est une intervention de réaménagement qui a été conduite par la Commune.

Il rentre donc dans les compétences de la collectivité locale la définition des zones d'intérêt de tel ou tel autre établissement scolaire. Donc cela est et serait possible dans n'importe quel moment.

Sur la base de l'actuelle répartition du territoire, pour en conclure avec les numéros que j'avais cité à l'avance, les élèves qui seraient obligés à fréquenter la classe de Ière au Quartier de la Doire auraient été huit. Parmi ces huit élèves, trois ont été inscrits à des écoles privées, comme cela d'ailleurs est dans le droit des familles. Cela a fait chuter le nombre à cinq élèves; cinq élèves potentiels pour la classe de Ière, puis un nouvel élève s'est rajouté et nous sommes arrivés à six; d'après les données récentes que nous avons nous serions à sept; les trois élèves manquant nous porteraient à dix.

Il faut aussi rappeler qu'en absence de dispositions numériques définies dans la législation régionale quant à la possibilité d'apporter des dérogations, on se réfère - comme correctement l'a fait M. Marguerettaz - aux dispositions ministérielles prévues dans le décret ministériel 331/98, qui à l'article 15 prévoit: "Salvo il disposto dell'articolo 10 le classi di scuola elementare sono di norma costituite da non più di 25 bambini e non meno di 10, le pluriclassi sono costituite con non più di 12 bambini e non meno di 6".

J'ai cité à nouveau cette disposition, parce que dans la motion de M. Marguerettaz il y a une imprécision que je dois souligner. On dit dans cette motion: "Preso atto che con delibera n. 818 del 22 marzo 1999 la Giunta regionale ha deciso di derogare, per l'anno scolastico 1999/2000, ai dispositivi di cui alla legge 15 marzo 1997, n. 59, tra i quali la soppressione di scuole materne ed elementari;" et là il y a peut-être une lecture un peu superficielle de la délibération, parce que je vais relire ce qui est contenu dans la délibération: "La Giunta regionale delibera al punto 6) di soprassedere per l'anno scolastico 1999-2000 ad interventi di soppressione di scuole materne ed elementari, a meno che le stesse siano interessate da richieste di consolidamento fra plessi viciniori, ovvero non presentino sulla base delle proiezioni relative alla popolazione scolastica del triennio successivo per nessuno dei tre anni scolastici di riferimento le condizioni minime di funzionamento descritto. Rispettivamente dalla legge regionale n. 22/72 (qui est la loi qui réglemente le fonctionnement des écoles maternelles et qui prévoit là aussi le numéro minimal de dix) e dalla legge 820/71 almeno 10 alunni obbligati ed iscritti riducibili a 5 per le scuole situate in località montane particolarmente disagiate".

Donc le Gouvernement régional n'a pas dérogé, mais a réaffirmé dans cette délibération une position.

Marguerettaz (fuori microfono) … di soprassedere…

Pastoret (UV) … si soprassiede salvo in quelle situazioni in cui il numero di 10 non sia raggiunto, parce qu'autrement on aurait été contradictoire d'une façon pas excusable.

Cela dit, en revenant à la question de M. Beneforti et en se rapportant à ce que je viens de lire, il y a lieu de signaler qu'on ne peut pas parler ici de suppression, car c'est un terme qui évoque dans l'ordre juridique des écoles un acte d'abolition définitive d'un établissement ou d'une classe.

On a simplement constaté, comme cela nous revient par nos compétences, que dans le cas présent les conditions minimales requises pour l'institution d'une classe de Ière ne sont pas réunies, et partant ladite institution au titre de l'année scolaire 1999-2000 uniquement n'a pas été autorisée.

Pour en revenir à la question posée, il importe de souligner que le nombre d'écoliers inscrits, six ou sept maintenant, ne saurait justifier l'institution d'une classe de Ière dans cette école, alors que cette même classe existe dans plusieurs autres établissements de la même agglomération. En outre, le nombre des classes pouvant être organisées…

Marguerettaz (fuori microfono) … Assessore, può rispiegare? Non ho capito.

Pastoret (UV) Cette classe de Ière existe dans plusieurs autres établissements de la même agglomération, c'est-à-dire de la même commune.

En outre, le nombre des classes, pouvant être organisées, est fixé - comme j'avais dit tout à l'heure - sur la base du nombre d'écoliers résidants, c'est-à-dire "obbligati", dans la zone concernée.

L'école qui devrait accueillir ces six sur sept enfants, dans le cas que la classe de Ière ne soit pas instituée, ne se trouve qu'à 1.500 mètres de distance, ce qui paraît tout à fait normal, mais non pas parce que c'est moi que je l'affirme, parce qu'en tout état de cause la même situation pour le Quartier de la Doire se produit déjà dans d'autres zones de la même ville d'Aoste. Il suffit de rappeler la distance qui sépare les habitations de l'Avenue de l'Europe et les établissements scolaires que fréquentent les enfants de ce même quartier.

Il ne peut être dérogé au seuil établi par les dispositions en vigueur qu'en présence de conditions environnementales particulières, donc dix enfants, une dérogation est possible pour arriver au nombre de cinq s'il y a des conditions environnementales particulières et notamment des zones de montagne marquées par des difficultés objectives de liaison… ce n'est pas moi que je le dis, M. Beneforti, je relate ce qui est porté dans les dispositions en vigueur, même si Mme Squarzino ne croit pas qu'elles existent, malheureusement elles sont là! Donc je relate ce que mes bureaux ont eu la complaisance de me signaler, Madame. Je disais, des conditions particulières y comprises les exigences de continuité des apprentissages, ce qui n'est évidemment pas le cas pour les classes de Ière de tout nouvelle institution. L'ainsi dite "continuità didattica" ne pourrait pas être évoquée dans une classe qui va se constituer pour la première fois.

La constitution des classes dans les écoles valdôtaines est régie par l'article 3 de la loi régionale n° 57/83, qui renvoie explicitement aux dispositions étatiques en vigueur, à l'heure actuelle le décret ministériel n° 331 que je viens de citer. C'est ainsi que le Gouvernement valdôtain a la faculté de déroger aux dites dispositions lorsque lesdites conditions environnementales ou exigences particulières, telles que celles que je viens de citer, se manifestent.

Etant donné l'emplacement de l'établissement scolaire et du quartier en cause, il ne subsiste aucune difficulté objective - problème des transports, insuffisance des voies de communication, durée excessive des déplacements et cetera - susceptible d'entraîner des dérogations.

L'institution de la classe de Ière dans l'école du Quartier de la Doire ne saurait donc être justifiée que par une augmentation du nombre des enfants inscrits, permettant d'atteindre le seuil requis, puisque les conditions nécessaires à une dérogation ne sont pas réunies, et ce n'est pas un avis personnel mais il est conforté de la part de tous nos services aussi.

Je dois ajouter que sur la base des considérations susmentionnées, les bureaux et moi-même nous nous sommes engagés sous notre directe responsabilité à déroger aux dispositions concernant l'obligation de la "zonizzazione", en le cas échéant donc à accepter des inscriptions tardives et à instituer la classe en question à vue de la liste effective des inscrits, c'est-à-dire "nell'organico di fatto" à revoir cette possibilité à condition que le nombre d'élèves atteigne le numéro de dix.

Pour en revenir dans quelques détails qui sont liés à la motion présentée par M. Marguerettaz, tout en disant que restent valides, de façon générale, les observations déjà contenues dans la réponse que je viens de donner, je dois ajouter que la position de l'école du quartier ne permet pas de tenir compte des problèmes tels que les transports, comme j'ai déjà dit, les voies de communication, les temps de déplacement, pouvant justifier des dérogations.

La distance de 1.500 mètres de l'école équivaut à celle d'autres quartiers de la ville. Certes, il est vrai ce qu'il a été rappelé: les habitants du quartier ont vécu des problèmes liés aux travaux de rénovation du bâtiment scolaire, mais cela ne constitue cependant pas un fait juridiquement soutenable, permettant de légitimer une dérogation à la norme. En plus ces travaux ont été entrepris par un organisme qui en avait le devoir, c'est-à-dire la Commune d'Aoste, tandis que l'attribution des enseignants n'est pas faite de la part de la Commune d'Aoste, mais par l'Administration régionale toujours en conséquence et en fonction du fait que soient remplies les conditions nécessaires pour instituer les classes.

Le fonctionnement d'une école sans une classe de Ière n'est pas, comme il est dit dans la motion, un fait paradoxale, mais un fait courant; il s'est produit à chaque diminution graduelle de la population scolaire. Nous avons en ce moment, dans la même Vallée d'Aoste une autre situation, où une classe ne pourrait pas être instituée, et d'ailleurs je dois le souligner c'est le cas de Pont-Saint-Martin…

(interruzione del Consigliere Marguerettaz, fuori microfono)

… je n'ai cité que deux exemples, M. Marguerettaz!

Quant au sujet spécifique de la motion, la Région a déjà exercé en vertu de l'article 3 de la loi n° 57 son pouvoir de dicter des normes législatives d'intégration et d'exécution aux termes de l'article 3, lettre j), du Statut spécial, pour les adapter aux conditions générales et particulières liées au milieu qui la différencie du reste du territoire national et qui demande des adaptations des normes de l'Etat.

Il apparaît donc comme particulièrement ardu de déceler dans la position urbaine et territoriale de la ville d'Aoste des éléments particuliers et spécifiques locaux, permettant de rendre inapplicables des normes qui sont appliquées partout ailleurs dans d'autres villes italiennes et similaires.

Je dois citer la loi régionale n° 22/72 portant: "Création des écoles maternelles régionales", déjà là, il y a 27 ans; le nombre minimal d'élèves par section avait été établi dans le nombre de dix, qui pouvait être considéré à cinq dans les conditions que j'ai avant énoncées.

Enfin, les remarques se réfèrant au projet de loi en préparation, portant dimensionnement des institutions scolaires, et aux dispositions transitoires en matière de suppression des écoles de la délibération n° 818 du Gouvernement régional, ne sont pas pertinentes, car elles concernent la formation des classes, alors que les normes nationales devant être adaptées à la réalité régionale par le projet de loi que vous citez, doivent déterminer les conditions minimales de fonctionnement requises pour groupes d'écoles, écoles et sections détachées, ainsi que le dimensionnement minimal des établissements scolaires autonomes.

Donc il faut là aussi dire que, s'il est improbable que ce projet de loi aborde une matière n'ayant pas directement trait à l'autonomie scolaire, parce que les déterminations qui devront y être contenues, devront concerner des aspects particuliers concernant l'autonomie scolaire, il ne revient pas à moi de faire des considérations sur un projet de loi qui commencera son parcours dans l'automne prochain, parce qu'en ce moment personne n'est pas en train d'y travailler.

Tout cela dit, il est évident que le Gouvernement régional ne peut pas s'engager à intervenir dans l'affaire par une dérogation qui, outre son manque de légitimité, ne remplit pas les conditions exigées par la loi. Il faut aussi dire qu'une dérogation de ce genre, tout en soulignant qu'elle n'est pas possible quant au numéro, elle créerait un précédent qui rendrait ingouvernable la situation scolaire.

En conclusion, je souligne de nouveau ce que j'ai déjà dit tout à l'heure quant à l'engagement à déroger, là oui, aux dispositions concernant les obligations d'inscription, c'est-à-dire que des éventuels élèves provenant de hors de la zone de compétence, pourraient être accueillis au Quartier de la Doire, permettant ainsi au numéro actuel d'élèves de s'élever jusqu'au seuil minimal de dix.

Il est de mon devoir aussi de rappeler que jusqu'à la moitié du mois de juillet prochain les numéros nouveaux pourront être pris en charge de la part de nos services, parce que "l'organico di fatto" sera approuvé successivement. De plus, ce n'est pas qu'on ignore les problèmes de l'école du Quartier de la Doire, on m'a demandé de rencontrer les parents des élèves, ce que je ferai volontiers prochainement pour avoir des éclaircissements avec eux.

Ce que je voudrais encore souligner c'est que dans les temps ont été plusieurs les situations analogues à celle du Quartier de la Doire; dans plusieurs situations les écoles, ne rejoignant pas les requis nécessaires, et elles, là oui, ont été supprimées, dans le sens que ce n'est pas une classe qui n'a pas été constituée, comme dans ce cas, mais une entière école a été enlevée dans certaines communes. Cela s'est avéré nécessaire dans diverses situations.

Aujourd'hui on soulève le cas de l'école du Quartier de la Doire, mais je dois remarquer qui existent d'autres cas dans cette même année scolaire, pour lesquels personne n'a demandé des dérogations. J'ai cité tout à l'heure le cas de Pont-Saint-Martin. Pour ce qui est des écoles maternelles il y a le cas d'Avise, pas d'interrogations ou de motions dans ce Conseil pour ces situations; peut-être que ces choses n'étaient pas à la connaissance des conseillers, mais je relève que si nous appliquons des dispositions dans un cas, il est correct que nous les appliquons aussi dans d'autres cas!

Donc je considère que la proposition qui a été avancée par M. La Torre soit une proposition partageable, compte tenu de la disponibilité que j'ai énoncée tout à l'heure et que je vais souligner en italien, afin qu'aussi M. Beneforti puisse être satisfait de la réponse.

Ho detto, Consigliere Beneforti, che non riusciremo e non sarà possibile giungere ad una deroga sui numeri…

(protesta del Consigliere Beneforti, fuori microfono)

… chiedo scusa per la maleducazione. Cito leggendo, perché ce l'ho scritto in italiano, guarda, se vogliamo la mettiamo così, dovrei fare una traduzione che mi diventerebbe difficoltosa.

Beneforti (fuori microfono) … per te…

Pastoret (UV) … sì, per me. I nostri uffici e lo stesso Assessore, come ho già detto prima, si assumono e si assumeranno la responsabilità di derogare agli obblighi concernenti l'obbligatorietà della zona, derogare a queste disposizioni in modo da poter autorizzare, qualora se ne verificassero le condizioni, l'accoglimento di eventuali ulteriori iscrizioni tardive per l'attivazione della classe in sede di organico di fatto. Se arriveranno delle iscrizioni da fuori zona, non ci sarà nessuna obiezione ad accoglierle per raggiungere il numero.

Sottolineo anche che il numero di 10 alunni, attualmente, proprio per le considerazioni che ho fatto in apertura, sarebbe raggiunto; però 3 alunni, per scelte rispettabilissime delle famiglie, hanno scelto di non essere iscritti presso la scuola del Quartiere Dora, abbiamo i dati d'iscrizione presso le scuole private.

Tout cela dit, je considère qu'il existe des marges pour arriver à une solution, que ces marges ne peuvent pas prendre en compte le fait qu'on déroge au nombre minimal, c'est-à-dire le nombre de dix.

Cela dit, il y a toute la disponibilité d'affronter dans les commissions compétentes l'évaluation de ce problème et en rejoignant la proposition avancée par M. La Torre, je demande à M. Marguerettaz de bien vouloir retirer sa motion; en cas contraire nous nous abstiendrons. Nous estimons que sur ce problème on pourra travailler, tout en tenant compte des dispositions qui nous obligent à prendre certaines décisions.

Président La parole au Président du Gouvernement, Viérin Dino.

Viérin D. (UV) Pour une réflexion, pour souligner une contradiction et pour réaffirmer la disponibilité du Gouvernement.

La réflexion concerne le rapport qui existe entre un quartier et son école. Ces sont des réflexions qui ont été exprimées par M. Marguerettaz et que nous partageons. Nous considérons tout à fait légitime qu'un quartier veuille avoir son école et d'ailleurs c'est le choix que les collectivités locales ont fait, même dans ce cas spécifique, avec la construction d'un nouveau bâtiment scolaire, son aménagement, pour améliorer la qualité d'un service important, tel que le service scolaire. Mais nous devons également affirmer que cette requête légitime de disposer de son propre établissement scolaire doit ensuite se traduire par un choix cohérent, qui aille dans la direction de valoriser l'école publique. Cela afin de sauvegarder et de valoriser cette présence, parce que s'il est vrai que, ici toutes les conditions sont remplies, il faut par la suite que les usagers - à savoir les parents - valorisent ce choix. Et ils peuvent le faire en inscrivant leurs enfants à l'école publique.

C'est notre réflexion. Il y a la liberté de la part des parents de faire leur choix, et même de faire des choix différents. Je souligne ce fait, parce que force nous est de constater que si les habitants de ce quartier effectuaient un choix en faveur de l'école publique, le problème ne se poserait pas. Si les dix parents d'élèves inscrivaient leurs fils ou filles à l'école publique, ou auraient l'intention de les inscrire, nous ne serions pas ici à discuter ce problème.

Il y a eu des choix différents, vu qu'une partie de ces élèves sont inscrits à des écoles privées. Nous voulons donc réaffirmer que s'il y a une volonté précise que nous partageons, cette volonté devrait se traduire par un choix qui tende au maintien de l'école publique, et donc si ces volontés vont dans cette direction, le problème trouve une solution satisfaisante pour tout le monde.

La contradiction. Ici, et là nous partageons également les considérations qui ont été exprimées, on a souligné l'importance que ce quartier trouve sa propre dimension. Mais, de la part de Mme Squarzino pour un autre événement, à savoir le nouveau siège de la Fondation musicale et son éventuel déplacement, les considérations étaient tout à fait opposées. Mme Squarzino avait présenté une question sur ce problème et elle s'est déclarée entièrement satisfaite du fait qu'on ne déplace pas la Fondation musicale au Quartier de la Doire.

Nous nous permettons de souligner la contradiction évidente, vu qu'aujourd'hui - mais il y a aussi d'autres situations - nous constatons que les considérations de Mme Squarzino vont exactement à l'opposé. C'est une contradiction que nous voulons souligner sur un plan politique, parce qu'on ne peut pas affirmer le tout et le contraire du tout.

La disponibilité du Gouvernement et donc la raison pour laquelle nous partageons la proposition formulée par M. La Torre. Et ce, non pas pour éviter de prendre une position - l'Assesseur a exprimé la volonté du Gouvernement - mais pour essayer de donner une réponse concrète. Si nous réaffirmons la disponibilité du Gouvernement de vérifier si les choix qui ont été effectués, peuvent être modifiés …

(interruzione del Consigliere Marguerettaz, fuori microfono)

... Il n'y a pas, M. Marguerettaz, des accords. Si les choix des parents, se précise, vu que c'est eux qui sollicitent le maintien de cette classe, cette prise de conscience collective du quartier a un sens. Nous avons besoin de temps pour le vérifier vu que nous ne pouvons obliger personne. Nous souhaitons qu'un changement d'attitude puisse se produire. L'Assesseur a dit que le Gouvernement est disposé à accepter de nouvelles inscriptions même hors zone, à savoir si d'autres parents - sur la base d'une délimitation des zones qui est du ressort de la Commune et de la direction didactique et non pas de l'Administration régionale - veulent inscrire leurs enfants à cette école du Quartier Dora, même s'ils ne font pas partie de la zone délimitée, nous sommes disposés à accepter ces nouvelles inscriptions, qui pourraient permettre d'atteindre ce palier de dix élèves.

Mais, pour ce faire - voilà la raison pour laquelle nous partageons la proposition de M. La Torre - il nous faut du temps pour approfondir ce thème et essayer de créer les conditions en vue d'atteindre le nombre minimal de dix élèves. Le fait de demander à M. Marguerettaz de retirer sa motion et de la discuter au sein de la Vème Commission, peut nous permettre d'avoir le temps nécessaire pour approfondir ces éléments, pour vérifier si ces conditions peuvent être remplies et donner ainsi une réponse satisfaisante aux exigences manifestées.

Voilà le sens de notre adhésion à cette proposition; non pas pour éviter de donner des réponses, non pas pour renvoyer le problème, mais pour travailler ensemble afin de créer les conditions en vue d'atteindre ce nombre de dix élèves.

Je sollicite encore une fois l'attention de M. Marguerettaz sur ce point, parce que nous pensons que c'est là un parcours qui pourra nous amener à une solution positive. Par contre, si M. Marguerettaz veut que l'on décide aujourd'hui, nous prendrons aujourd'hui une décision. Sur la base de la situation actuelle, nous ne pouvons déroger par rapport à une disposition que nous avons établie et donc force nous est aujourd'hui de nous abstenir sur cette motion.

Nous confirmons notre plus ample disponibilité, au sein de la Vème Commission, de vérifier ensemble la possibilité de respecter les dispositions en vigueur et donc de procéder, avec dix élèves inscrits, à l'institution de cette classe de Ière.

Président La parole au Conseiller Marguerettaz.

Marguerettaz (Aut) Inizierò con il dire una sensazione che ho dopo aver sentito le ragioni dell'Assessore e del Presidente della Giunta.

Una prima sensazione è che in questa fase e su questo problema specifico - e non vuole essere un giudizio generalizzato - ma su questo problema, a mio avviso, la gestione della nostra autonomia, concessa dallo Statuto, patisce di una sorta di timidezza. L'unica considerazione che mi viene è questa. Qui si parte stranamente dall'ammettere - a mio avviso stranamente e poi spiegherò le ragioni - che le disposizioni ministeriali sono più forti delle disposizioni di questo Governo; questo è il succo di tutta la questione! Io mi permetto di contestare, ma questi sono due punti di vista diversi, quest'affermazione, certo agendo nel modo in cui si è sempre tentato di gestire l'autonomia della Valle d'Aosta, e cioè ripetendo spesso e volentieri nei confronti del Governo di Roma una sorta di braccio di ferro, di mostrare un po' di muscoli, di provare a giocare la carta un po' più in là del tavolo. Questo è sempre stato il modo di gestire in tutti questi anni l'affermazione dell'autonomia di questa Regione.

Qui mi sembra che questa volontà di trovare, perché non è così limpido, e non sono qui a dire che non si vuole attuare l'autonomia, ma l'impressione è che non si voglia nemmeno provare ad esercitare un potere per il quale gli spazi ci sarebbero. Perché dico che gli spazi ci sarebbero? Perché lo Statuto ci dà la competenza, perché la legge regionale a cui faceva cenno l'Assessore ci dà in parte una competenza ancora più specifica, nel senso che la possibilità di deroga per la costituzione delle classi viene prevista per la Giunta in casi di particolari situazioni ambientali ed esigenze locali, perché lo stesso decreto ministeriale quando parla della formazione delle classi fra i criteri di possibili deroghe scrive: "In particolare sono da considerare le effettive possibilità di trasporto degli alunni in scuole viciniore in relazione alle vie di comunicazione, ai servizi di trasporto pubblico disponibili e alla gravosità dei tempi di percorrenza, valutati in rapporto all'età degli alunni".

Anche solo quest'ultima affermazione è formidabile, perché stiamo parlando non di scuola materna, Assessore, ma di scuola dell'obbligo, stiamo parlando di prima classe elementare, quindi i bambini più piccoli con cui abbiamo a che fare.

È evidente il motivo di questo, si dice: nel caso in cui si crei un disagio, si venga incontro con un servizio che non generi ulteriore disagio quale quello di un trasporto pubblico. Evidentemente se il bambino ha sei anni, non puoi mica metterlo su un pullman e lasciarlo andare, quindi ci sono tutta una serie di condizioni per le quali a mio avviso si potrebbe derogare!

Si è parlato - e qui apro una parentesi probabilmente un po' ampia, ma che mi sta particolarmente a cuore e che forse deroga dal nocciolo della questione - nella situazione specifica del caso dei tre alunni - a me risulterebbero due, ma poco importa - le cui famiglie hanno deciso di iscriverli a delle scuole private. Il ragionamento fatto è il seguente: dobbiamo valorizzare la scuola pubblica, se è una cosa che sta veramente a cuore al quartiere bisogna che queste famiglie si rendano conto dell'importanza, eccetera. Io ho trovato questo discorso apparentemente neutro, in realtà può rivelarsi pericolosissimo e spiego il perché. Qui si parte con il concetto di dire che ogni famiglia è libera di scegliere l'educazione per i propri figli, però sappiano le altre famiglie, quelle che decidono di mandare il figlio nella scuola regionale o statale, che se sono penalizzate è colpa loro.

La conclusione di tutto questo ragionamento è che allora la libertà deve essere limitata. Come no? È un sillogismo! Se la libertà degli uni penalizza gli altri, allora qual è la situazione per non penalizzare nessuno? Limitiamo la libertà degli uni! Questo è il ragionamento e contro quest'impostazione mi batterò finché avrò voce, glielo assicuro Presidente!

Tornando al discorso del quartiere, del villaggio… Beneforti, sai perché ho fatto quella cosa sul villaggio? Perché, e l'Assessore me lo confermerà, la scuola in particolare non è del Quartiere Dora, ma è la scuola del Villaggio Dora! Ma tornando al caso specifico, bisogna che a questo punto della discussione apriamo un po' gli spazi del ragionamento, cioè partiamo da questa situazione che si è venuta a creare al Quartiere Dora e a Pont-Saint-Martin; io sapevo di questa questione di Pont-Saint-Martin conoscendola assai meno, ma sembrerebbe di più facile risoluzione, sembrerebbe ad oggi perché probabilmente invece lì con iscrizioni aggiuntive si riuscirà a raggiungere il numero minimo degli alunni, così mi è stato detto. Ma dicevo, partiamo da ciò che sta succedendo oggi al Quartiere Dora anche per allargare un po' lo sguardo.

Finora, noi, giustamente, abbiamo posto un'attenzione particolare alle scuole vere e proprie, in particolare già in passato ci siamo giustamente preoccupati di derogare alle disposizioni ministeriali in modo che, facendo i conto con la realtà della nostra regione, quei parametri non venissero applicati nella nostra Valle, perché questo avrebbe significato la chiusura di molte scuole.

Nonostante le deroghe, mi sembra che qualche scuola sia stata ancora chiusa, però si è intervenuti con lungimiranza. Oggi a mio avviso occorre, e sono sicuro che forse anche all'interno di questa legislatura la problematica si ripresenterà, fare una riflessione in termini diversi dal passato, nel senso che occorre rendersi conto che se non c'è un'inversione di tendenza per quanto riguarda la politica demografica, e via dicendo, la prospettiva è che a patire del disservizio tipo la chiusura della scuola di villaggio saranno anche i grossi centri, saranno anche i grossi paesi in Valle d'Aosta.

Oggi è un primo campanellino d'allarme, è un "din" oggi; sette famiglie che non riescono più a portare i loro figli in una classe. Vedremo in prospettiva - ripeto, se non cambiano le condizioni - quanti campanellini si sommeranno; se vogliamo pensare catastroficamente, ma evidentemente esasperando i termini, per far capire il senso del ragionamento, una classe dopo l'altra si chiudono le scuole, Assessore!

Quando oggi noi parliamo di specificità valdostana, cosa che poi ha portato il Governo a concedere l'autonomia, quindi a concedere delle deroghe rispetto a disposizioni ministeriali perché bisogna fare i conti con la realtà valdostana, e che è sempre stata giocata in termini positivi come è giusto che sia, dobbiamo fare attenzione che purtroppo questa nostra regione sta avendo delle specificità - è un po' forzato il paragone, sarebbe più giusto parlare di particolarità - che sono a mio avviso negative, ma delle quali bisogna comunque tenere conto. Non possiamo far finta d'ignorare che l'Italia è il Paese che ha la più bassa natalità al mondo e che la Valle d'Aosta dentro l'Italia è la Regione che ha la più bassa natalità… allora ci ha superati da poco tempo, si vede che i tre figli di Marguerettaz sono serviti a qualcosa… calma, Assessore, parleremo anche di quello, anzi parliamone subito perché comunque era previsto e le farò vedere gli appunti… Perché parliamo di legge sulla famiglia? Ne abbiamo discusso tanto e continueremo a discuterne probabilmente!

Tutti siamo stati concordi nel dire che una politica per le famiglie deve essere il meno monetizzata possibile, ma fornire le condizioni di vita migliori; se vogliamo venire incontro alle famiglie, se ci rendiamo conto che c'è il problema della natalità, se vogliamo far crescere il tenore di vita delle famiglie, il benessere, in modo che anche la natalità cresca, dobbiamo dare dei servizi.

Ora, capisco perché quelle famiglie del Quartiere Dora hanno fatto un riferimento alle politiche familiari; probabilmente nessuno fra di loro si occupa particolarmente di amministrazione, non lo so, non li conosco nemmeno, ma è arrivato all'orecchio di queste famiglie che questa Regione ha un'attenzione per le famiglie con le posizioni che non starò a ripercorrere.

Facendo i conti con questo problema, e qui avete anche cercato di diminuire la portata della cosa, ma vi assicuro che se il bambino di cinque anni che quest'anno ha fatto l'asilo lì e che ha i compagni e che ha magari i fratelli nelle classi superiori, a settembre viene preso per mano dalla mamma, lui da una parte, il fratello dall'altra, il fratello va da una parte e lui viene portato da un'altra, vi assicuro che questa non è tanto una cosa simpatica! Allora è chiaro che queste famiglie stanno avvertendo sulla loro pelle come la politica familiare innanzitutto significa dare risposta a questi problemi.

Facevo riferimento ad una prospettiva che può estendersi anche in altre realtà, qui non sono certo di quello che dico, quindi faccio ammenda preventivamente; credo che ad oggi non sia ancora possibile se non per scelta spostare gli alunni di una singola classe da un Comune all'altro, però se anche così fosse, per cui non è possibile spostare una classe da un Comune all'altro, pensiamo che non c'è solo Aosta nella Valle, dove ci sono più scuole elementari nello stesso Comune, ma ci sono Valtournenche, Donnas, Pont-Saint-Martin, Sarre, Charvensod, Gressan, Saint-Christophe, Gignod.

Allora prendetela benevolmente, ma adesso vedo il Consigliere Cottino un po' distratto, la Consigliera Charles che sta chiacchierando, perché ho detto benevolmente? Perché probabilmente questa prospettiva un domani si potrà aprire anche per Gressan, per Donnas. Sulle classi… allora mettetevi d'accordo perché quando mi dite che la cosa è generalizzata, vi chiedo di farmi degli esempi, me ne fate uno, e mi fate Pont-Saint-Martin che è quello di cui ero a conoscenza…

Allora, Assessore, in commissione, e così concludiamo, anziché farci fare quello che a me è parso un lavoro inutile, nel senso che voi partite dal dire: il Governo regionale ritiene che non è possibile derogare al numero di dieci, però il Governo regionale farà di tutto per dare una risposta, per trovare nuove iscrizioni, per derogare dai tempi d'iscrizione in modo che se dovessero arrivare altri bambini tardivamente li accogliamo, ma queste sono tutte cose che vanno benissimo, non c'è bisogno di discuterle in commissione; se come Governo regionale riuscite a trovare una risposta alternativa è inutile confrontarsi in commissione, per fare che cosa? Per dirci che è buona l'idea di posporre la data per accogliere i bambini? Glielo dico già adesso, Assessore, ma tutti qua glielo ripetiamo: certo che è buona!

E chiudo riprendendo le parole del Presidente della Giunta, il quale ha detto: se la mozione viene ritirata c'è la possibilità, altrimenti facciamo oggi qui la scelta. Allora, a scanso di equivoci, perché poi qualcuno è anche bravissimo nel gioco delle tre carte, vorrei ricordare su cosa il Consiglio regionale è chiamato a pronunciarsi, sul dispositivo della mozione, in modo che se il Consiglio regionale non riterrà - perché la metteremo in votazione la mozione - opportuna la strada indicata dalla mozione, non precluderà assolutamente all'Assessore o al Presidente di trovare le vie che ritengono più opportune.

Io insisto su questo, perché a mio avviso le altre scelte suggerite oggi sono positive, ma devono fare i conti con la realtà, quindi non è detto che l'idea di posporre i termini di iscrizione porti buon frutto. Sono convinto che invece una deroga al decreto ministeriale possa essere fatta dalla Giunta, perlomeno possa essere tentata dalla Giunta, e sono convinto che questa sarebbe la via più certa per dare una risposta alle famiglie del Quartiere Dora.

Président La parole au Conseiller Beneforti.

Beneforti (PVA-cU) L'Assessore alla pubblica istruzione è venuto qui con una risposta già preparata o che gli hanno preparato, per dirci che la cosa non si può fare. Non ha tenuto minimamente conto di quanto abbiamo esposto della realtà del Quartiere o del Villaggio Dora, come si suol dire, dell'importanza che ha la vita della scuola in un quartiere come quello alla periferia di Aosta.

Allora, se non si tiene conto di tutte queste cose e non si arriva a fare il tentativo che la mozione richiedeva, dico che qui si vuole chiudere a tutti i costi la porta!

Non ci si può venire a dire che erano sette, se arrivano i tre che vanno alla scuola privata, e via dicendo, Presidente; bisogna vedere la situazione delle famiglie e del perché quelle tre famiglie mandano i figli alla scuola privata! Ci sono famiglie in cui la mamma parte la mattina per andare a lavorare, prende il bimbo, lo porta in un posto perché lì glielo tengono fino alla sera. E allora cosa andiamo a dire a quella famiglia: che ha fatto la scelta della scuola privata anziché di quella pubblica? Si punisce il quartiere perché una famiglia o due portano i loro figli a una scuola privata? Andiamo a vedere le motivazioni di quella scelta! Non vuol dire che quelle famiglie vogliono offendere la scuola pubblica, andando alla scuola privata; vanno alla scuola privata perché trovano i servizi di cui hanno bisogno in quel momento.

Non si possono chiudere tutte le porte come avete fatto voi. Voi dite che lasciate aperte le iscrizioni; ma chi ci portiamo? Gli zingari del Tesolin? Andiamo a fare incetta, andiamo a cercare la gente in giro? La proposta che ci fate è di ritirare la mozione a fronte della possibilità di riaprire le iscrizioni? Io dico che questa è una posizione inaccettabile!

Credevo che ci fosse anche da parte del Presidente una maggiore sensibilità verso questi problemi. Le 450 firme che sono state raccolte nel quartiere non contano niente?

Posso anche capire, l'Assessore Vicquéry ha trascurato 8.000 firme che richiedevano il nuovo ospedale, figuriamoci se contano ora 450 firme per il Quartiere Dora! Tuttavia dopo la lunga discussione che abbiamo fatto su questo tema in quest'aula, vi invito a fare un ripensamento.

Mi auguro che i promotori non ritirino la mozione; a voi della Giunta rivolgo un invito: dimostrate una maggiore sensibilità, quella sensibilità che occorre avendo presente la realtà del Quartiere Dora.

Président La parole au Conseiller Lattanzi.

Lattanzi (FI) Non credo che da parte del Presidente e dell'Assessore ci sia mancanza di sensibilità, non credo che sia questo. Credo che ci sia una logica, che a volte fa cadere anche in inganno chi la utilizza magari in maniera sbagliata.

Ho sentito le controdeduzioni alla mozione degli Autonomisti da parte della Giunta, che sono state incentrate su delle disposizioni ministeriali ma ancora di più su una condivisione della razionalizzazione delle strutture scolastiche. Questo è un tema grosso, perché si parla in questi tempi di un'amministrazione buona, giusta, che stia attenta ai costi, appunto ad una razionalizzazione delle strutture pubbliche per fornire i servizi ai cittadini. Cioè si cerca di andare nella direzione di ottimizzare le strutture, gli investimenti, le risorse.

Però ci sono un paio di riflessioni che possiamo fare su questa mozione, perché comunque delle scelte politiche vanno fatte. Se è condivisibile in termini di principi generali il concetto della razionalizzazione economica per quanto riguarda la buona amministrazione, quando si toccano certi temi evidentemente ogni politico poi è messo di fronte a delle scelte. E l'idea che ci siamo fatti noi è che nel perseverare in questa razionalizzazione forse si sia perso di vista l'obiettivo politico di questa Amministrazione, o perlomeno di quale potrebbe essere o dovrebbe essere l'obiettivo politico di ogni buona amministrazione.

Il rappresentante della Fédération, La Torre, che dice di essere nato e vissuto in quel quartiere, giustificava la chiusura e la razionalizzazione pur in presenza contestuale di una crescita importante di quel quartiere, crescita dettata fra l'altro dagli atti che sono stati presi negli anni passati. Ricordate che sono stati trasferiti i bambini da quella zona in altre zone, per poter procedere alla ristrutturazione del plesso scolastico.

Però la domanda sorge spontanea: cosa ristrutturiamo le aule a fare, se non abbiamo sufficienti bambini per riempirle? Perché oggi, come diceva giustamente Marguerettaz nel suo sillogismo, abbiamo ristrutturato quella scuola e l'abbiamo predisposta per ricevere i bambini, ma non ce ne sono abbastanza e chiudiamo una classe; poi questi bambini cresceranno, andranno in seconda, chiuderemo la seconda, se non ci saranno bambini chiuderemo la terza e poi alla fine chiuderemo l'istituto.

E allora abbiamo investito dei soldi, abbiamo adeguato delle strutture per dare un servizio a un quartiere che è, a detta anche di chi ci vive, La Torre, in sviluppo forte per effetto delle cooperative, dei centri abitativi che stanno per essere realizzati, e noi avremo una situazione per cui o si fa una scelta di investire in strutture perché c'è una prospettiva di sviluppo e allora è giustificato l'investimento, però non è giustificato che qualcuno paghi per uno o due anni, in attesa che arrivino nuovi bambini, il non servizio dell'attività di formazione scolastica. E questo è un primo aspetto, quindi l'irrazionalità del principio, creiamo delle strutture in posti dove c'è sviluppo urbanistico e sociale, ma chiudiamo una classe perché non abbiamo abbastanza bambini. C'è una contraddizione in questo.

L'altra contraddizione è la realtà e il contesto nel quale questo dibattito, che hanno sollevato Marguerettaz e gli Autonomisti, e a loro va il merito, si innesca; siamo in una regione che lo scorso anno si è potuta permettere di avanzare circa 200 miliardi di bilancio per progetti non andati a buon fine, o impegnati e poi non realizzati…

(interruzione dell'Assessore Agnesod, fuori microfono)

… questo è falso, mi verrebbe da chiamarla "ministro", ma si legga i bilanci perché anche Visco ha lo stesso stile, azzanna le persone e poi dice: è morto, si è dissanguato, di che cosa, non lo so, forse di infarto. Uguale, legge i numeri, crea i bilanci e poi dopo li smentisce con le parole. I dati sono dati, gli avanzi di bilancio li avete scritti voi e ci avete chiesto se eravamo d'accordo sull'impostazione informativa, per cui se nella casellina c'è scritto 187 miliardi…

Président Est-ce que vous pouvez revenir à l'argument, Conseiller Lattanzi?

Lattanzi (FI) Ci sono scelte politiche su bisogni primari, e credo che possiamo tutti condividere che la scelta della formazione dei figli in una società sia un bisogno primario, tanto quanto può esserlo quello della sanità, ci sono bisogni primari e magari anche bisogni secondari, voglio dire: elargire miliardi di consulenze per fare progetti che mai si realizzano, sistematicamente, di anno in anno, e da decenni a questa parte, secondo me questo eccesso di razionalizzazione per quanto riguarda chiudere una scuola perché ci sono solo sette bambini è un controsenso!

Se ci comportassimo così su tutte le questioni del bilancio amministrativo della Regione, se i capitoli di spesa venissero indirizzati con questo che io chiamo "eccesso di razionalità", si potrebbe concludere che c'è coerenza perché così come si razionalizza nella scuola, si razionalizza nelle consulenze, negli appalti, nelle strade, nei ponti dove invece andiamo veramente alla stragrande, soprattutto magari razionalizzare quei progetti che non si realizzano mai! Invece lì questa razionalizzazione non c'è, questo approccio così attento ai numeri non c'è, abbiamo centinaia di rivoli di miliardi che se ne vanno senza produrre assolutamente nessuna ricchezza.

Questo è un servizio da dare ai cittadini, sono solo sette, è vero, l'aspetto della razionalizzazione direbbe che non ci sono i numeri per giustificare un costo, ma lì c'è un'aula già costruita e già adeguata, ci sono da inserire una o due insegnanti se vogliamo mettere anche quella di sostegno, il costo credo che non superi i 200 milioni all'anno, ma noi che avanziamo 200 miliardi, abbiamo il senso della razionalità per cui questo è un processo!

Sono d'accordo con Marguerettaz quando dice che in questo Stato è veramente insultato il principio di autonomia, perché ci sono gli spazi per decidere una politica di servizio al cittadino in questo caso sulla Pubblica istruzione che possa derogare, e la legge ce lo permette, dalle disposizioni ministeriali. Se politicamente questa Giunta ritiene che, siccome ci sono solo sette bambini, si possa mantenere una classe mettendo due insegnanti e il costo dalla comunità valdostana è sopportabile, non c'è nulla, né leggi, né regolamenti, che possa impedire a questa Giunta di farlo. Se non la volontà politica.

Se non lo volete fare, è perché ci sono altri discorsi dietro di elettorato, di certe aree più favorevoli e meno favorevoli, altrimenti non è giustificato l'approccio e l'atteggiamento di razionalizzazione ipermanageriale quando le risorse ci sono, le leggi per poterlo fare ci sono, i bambini meritano quel servizio anche perché, se è vero quello che dice La Torre, la prospettiva di sviluppo di quel quartiere giustifica un investimento per uno o due anni di 200 milioni, perché tanto costeranno quegli insegnanti, che comunque insegnerebbero anche da altre parti, quindi la razionalizzazione ha significato fino a un certo punto.

È questo approccio di razionalizzazione ingiustificato che ci porta a dire che questa mozione dovrebbe essere presa dal Consiglio e dai consiglieri della maggioranza per dire se c'è stato non una mancanza di sensibilità, ma un abbaglio, perché lavorando può succedere; uno per voler far bene può anche sbagliare, ma il Consiglio può con questa mozione indirizzare all'apertura di questa scuola.

Qui non è solo una sensibilità del Presidente della Giunta e dell'Assessore; qui c'è anche una sensibilità dei Consiglieri, che di fronte a questa mozione devono dire a quella popolazione, a quelle 450 famiglie, se sono dell'idea che la Valle d'Aosta si possa permettere con i miliardi che spende di tenere sette bambini in una classe senza a sei anni piazzarli su un pullman e mandarli a 1 km di distanza.

Io credo che ce lo possiamo permettere. Se non ce lo possiamo permettere, spiegateglielo voi perché no!

Président La parole au Conseiller Fiou.

Fiou (GV-DS-PSE) Sta venendo fuori da questa discussione una posizione un po' strana: qui ci sono quelli sensibili verso le richieste che vengono avanti dalle comunità e ci sono quelli che per disegni di razionalizzazione sono degli insensibili e non danno le risposte. Qui mi pare che ci sia una schematizzazione eccessiva.

Siamo di fronte ad un problema estremamente serio per la scuola valdostana, che è vero è di razionalizzazione di una situazione estremamente polverizzata, che non interessa solo Aosta, ma tutta la Valle.

Dove si dovrà intervenire, si sta intervenendo e si è intervenuti, è su situazioni di montagna dove siamo andati a cancellare le scuole, per andare incontro ad un disegno che non era d'insensibilità verso le popolazioni, ma di riqualificazione della scuola, là dove si sono consolidati determinati plessi, perché voleva dire da un lato risparmio, ma dall'altro anche qualità della scuola.

La sostituzione di una pluriclasse vuol dire andare incontro alla qualità, il dare strutture meglio organizzate vuol dire andare incontro alla qualità; quindi ci sono questi problemi che non sono in questo momento del Quartiere Dora, ma che sono della scuola valdostana e che in vista anche di un processo che sta andando avanti, sollecitato in campo nazionale, che si deve affrontare anche qui, porterà a delle scelte qualche volta anche dolorose.

Non si tratta di mettere in concorrenza scuola pubblica e scuola privata, così come è stato abilmente fatto apparire (e se qualcuno la pensasse in questo modo io non condividerei), il problema è un altro. Di fronte ad una situazione della scuola del quartiere prendiamo atto che il 30 percento degli interessati dicono che a loro la questione del mantenimento della scuola nel quartiere non interessa, per scelte loro, legittime. Però l'ente pubblico deve prendere atto che il 30 percento degli interessati se ne va da un'altra parte, fuori quartiere. Quindi la richiesta del quartiere viene messa in discussione da atteggiamenti di questo tipo.

C'è una sollecitazione da parte della maggioranza nel senso di non andare avanti su questo scontro che vede schematizzazioni magari da una parte e dall'altra, ma di andare a cercare degli strumenti per risolvere concretamente il problema.

Respingendo le paternità strumentali di coloro che vogliono accreditare di essere gli unici bravi a farsi carico dei problemi degli abitanti del Quartiere Dora, sottolineo la volontà da parte di tutti noi di non sottovalutare la questione; però la dobbiamo inserire in un ragionamento che deve stare in piedi anche per tutte le altre situazioni analoghe che si presenteranno. E in questo senso la risposta di andare comunque a soddisfare tutto non mi convince; se c'è un grosso problema nel nostro Paese è quello di andare anche a razionalizzare la spesa, quindi dire di sì in ogni occasione, andare ad articolare un ragionamento che vuole rispondere alle esigenze dei singoli, purché queste siano coperte dalla spesa pubblica, mi sembra una strada pericolosa che vizia tutto il confronto sullo stato sociale.

Per cui è vero che certe razionalizzazioni possono essere schematiche e vanno affrontate con un certo equilibrio, ma stiamo attenti a non fare il ragionamento opposto di andare a dare qualsiasi risposta a richieste legittime da parte della pubblica amministrazione. Credo che anche questo sia un terreno pericoloso perché nel passato, pur con ragionamenti diversi, ha dato il via a uno stato sociale che non sta più in piedi.

Président La parole à la Conseillère Squarzino Secondina.

Squarzino (PVA-cU) Noi voteremo a favore di questa mozione, come ha già detto il collega Beneforti.

Intervengo anche sollecitata da queste ultime osservazioni, perché qui non si vuole fare una contrapposizione fra due schieramenti contrapposti.

Il collega Fiou diceva: noi preferiamo trovare gli strumenti per risolvere il problema; gli strumenti per risolvere il problema sono stati indicati con molta chiarezza, il primo può essere la deroga, l'altro è la sollecitazione, certo che non è l'Assessore che ridefinisce…

Fiou (fuori microfono) … la deroga come la inserisci sul discorso più generale…

Squarzino (PVA-cU) … ci stavo arrivando. È chiaro che non è l'Assessore che ridefinisce le linee e gli ambiti territoriali, ma credo che possa essere anche compito dell'Assessore fare un'azione di sollecitazione per verificare se anche questa soluzione non può essere adottata.

Visto che siamo in attesa di un processo di razionalizzazione, quindi sarà questione di poco tempo (anche se mi preoccupa il fatto di aver sentito che per adesso nessuno sta lavorando su questo disegno di legge, quindi è tutto fermo), comunque ci sono delle scadenze che vanno rispettate perché con il settembre 2000 l'autonomia dovrà partire e tutto dovrà essere chiaro in questo processo di razionalizzazione, allora si dice, proprio perché stiamo lavorando a questo processo di razionalizzazione e stiamo individuando i criteri che vanno bene per tutta la Valle e che tengono conto di situazioni in evoluzione - e condivido questo campanello d'allarme a cui accennava Marguerettaz - proprio perché siamo in evoluzione, bisogna trovare dei criteri che vadano nella logica della razionalizzazione, ma con la flessibilità tale da rimanere aderenti alle esigenze del territorio. Proprio perché siamo in attesa di questa razionalizzazione, che è questione di pochi mesi, possiamo benissimo dire che qui c'è un'esigenza concreta.

Questa è un'esigenza del quartiere, questo è un servizio al quartiere; nel caso dell'Istituto musicale era le gente che doveva trasferirsi lì, qui è gente che costringiamo a uscire fuori dal quartiere per i servizi di cui ha bisogno.

Il collega Fiou obiettava che non possiamo dire di sì ad ogni cosa; ma certo, infatti noi tante volte votiamo no alle leggi! Lo so che è una battuta questa, ma quello che mi stupisce è che non bisogna dire di sì ad esigenze che provengono da certi settori. Allora anche alle richieste degli studenti universitari non si poteva dire di sì, perché non si può dire di sì a tutte le esigenze, perché bisogna contenere la spesa, perché ci sono limiti di budget! In alcuni casi viene affermato fortemente quest'esigenza di contenimento e viene affermato che non si può accedere a tutte le richieste della base, per così dire; in altri casi no, ed è questo che secondo me stride!

Ripeto quello che ho detto all'inizio: noi volevamo con la nostra interrogazione verificare una volontà politica, poi gli strumenti si possono individuare.

Non ho sentito dire l'Assessore: siamo d'accordo su questo, ci impegniamo ad individuare degli strumenti per dare risposta a questo problema. Non ha detto così, avrebbe potuto dire: ci impegniamo e troviamo una soluzione. Neanche questo è stato detto, è stato detto solo: vediamo, se la situazione si risolve da sé diciamo che siamo contenti, diversamente non interveniamo.

Président Je soumets au vote la motion:

Conseillers présents: 29

Votants: 10

Pour: 9

Contre: 1

Abstentions: 19 (Agnesod, Bionaz, Charles Teresa, Cottino, Cuc, Ferraris, Fiou, Lavoyer, Louvin, Martin, Nicco, Pastoret, Perrin, Perron, Praduroux, Rini, Vallet, Vicquéry, Viérin D.)

Le Conseil n'approuve pas.

La séance est terminée… Je suis obligé à procéder nouvellement à la votation, il s'agit d'un problème technique… Alors pour le procès-verbal nous prenons acte de la déclaration du Conseiller Ottoz, d'après laquelle son vote, qui a été par erreur enregistré comme contraire, est un vote d'abstention. Le résultat de la votation reste confirmé tel qu'il y a été énoncé, mais pour le procès-verbal nous insérons la déclaration qu'il a ainsi portée.

La séance est levée.

La réunion se termine à 13 heures 4.