Resoconto integrale del dibattito dell'aula

Oggetto del Consiglio n. 2373 del 20 dicembre 2001 - Resoconto

OGGETTO N. 2373/XI Approvazione della relazione sanitaria e sociale della Valle d’Aosta 1999-2000, ai sensi dell’articolo 4 della L.R. n. 5/2000. (Reiezione di ordine del giorno)

Deliberazione Il Consiglio

Vista la legge regionale 25 gennaio 2000, n. 5 recante norme per la razionalizzazione dell'organizzazione del servizio sanitario regionale e per il miglioramento della qualità e dell'appropriatezza delle prestazioni sanitarie, socio sanitarie e socio assistenziali prodotte ed erogate nella Regione;

Visto l'articolo 4, comma 1, della suddetta legge, che prevede la predisposizione annuale della relazione sanitaria e sociale da parte della struttura regionale competente in materia di sanità, salute e politiche sociali;

Visto l'articolo 4, comma 3, della suddetta legge, che prevede che tale relazione sia presentata dalla Giunta all'approvazione del Consiglio regionale;

Richiamata la deliberazione della Giunta regionale n. 13 in data 11 gennaio 2001 concernente l'approvazione del bilancio di gestione per il triennio 2001/2003, con attribuzione alle strutture dirigenziali di quote di bilancio e degli obiettivi gestionali correlati e di disposizioni applicative;

Visto il parere favorevole rilasciato, in assenza del Capo Servizio Risorse, dal Coordinatore del Dipartimento Sanità, Salute e Politiche Sociali, ai sensi del combinato disposto degli articoli 13, comma 1, lettera e) e 59, comma 2 della legge regionale 23 ottobre 1995, n. 45, sulla legittimità della presente deliberazione;

Visto il parere della V Commissione consiliare permanente;

Delibera

di approvare l'allegata Relazione sanitaria e sociale della Valle d'Aosta 1999-2000, ai sensi dell'articolo 4 della L.R. n. 5/2000.

Allegato

(Omissis)

Presidente Ricordo ai colleghi che è stata chiusa la discussione generale sull’oggetto, e dobbiamo esaminare l’ordine del giorno presentato dalla Consigliera Secondina Squarzino e altri, di cui do lettura:

Ordine del giorno Il Consiglio regionale

Verificato, in occasione dell’approvazione della Relazione sanitaria e sociale 1999-2000, che è difficile procedere ad una valutazione degli obiettivi raggiunti, come chiede la legge 5/2000, se prima non si definiscono annualmente tali obiettivi;

Considerato che nel Piano socio sanitario 2002/2004 sono indicate le finalità complessive che si intendono tenere presente nella programmazione triennale e sono riportati molteplici obiettivi che si intendono raggiungere, senza che venga definita una priorità tra le diverse azioni proposte;

Ritenuto che tali priorità dettano le decisioni, che costruiscono giorno dopo giorno il sistema integrato dei servizi sociali e sanitari e che traducono nella prassi quotidiana le indicazioni generali del Piano;

Ribadito il ruolo del Consiglio che, rispetto ad una materia così importante, non può limitarsi solo ad approvare Piani pluriennali e relazioni annuali che valutano obiettivi e priorità definiti al di fuori dello stesso Consiglio;

Impegna

l’Assessore regionale alla Sanità e Politiche Sociali a portare all’approvazione del Consiglio gli obiettivi prioritari da perseguire nel corso dell’anno 2002.

F.to: Squarzino Secondina – Curtaz – Beneforti

La parola alla Consigliera Squarzino Secondina.

Squarzino (PVA-cU)Ho ascoltato con estremo interesse quanto ha detto l’Assessore nella sua replica. Intanto mi sono stupita che l’Assessore regionale della Valle d’Aosta scegliesse le parole del Presidente della Regione Piemonte, Ghigo, per dimostrare che quella è la verità, in contrasto con quanto dice la nostra legge regionale. L’Assessore ha preso come esempio queste parole - che siano di Ghigo o di qualunque altro non mi importa - ma le ha portate come parole che dettano a lui un comportamento; tuttavia, finché esiste una legge regionale, che questo Consiglio ha votato e che nessuno ancora ha derubricato dall’elenco delle leggi, credo sia il testo legislativo che faccia testo per il Consiglio regionale e per l’Assessore, ancora di più. Nulla da dire sull'evidenza scientifica, ma la nostra legge non parla di "evidenza scientifica", parla molto più semplicemente.

Non so perché lei si è innamorato di questa espressione, ma la nostra legge parla di una cosa molto più "terra terra", se vuole, e cioè di una relazione che "informi e faccia conoscere le dinamiche e le esigenze del mondo della salute, nonché i bisogni sanitari, nonché quelli dell’assistenza sociale espressi dalla Regione" e, ancora, chiede di "valutare e interpretare i risultati raggiunti in rapporto agli obiettivi definiti". Ora, una programmazione sanitaria e socioassistenziale in quel piano ha degli obiettivi, che certo si basano su competenze scientifiche, ma il piano non deve dimostrare scientificamente una teoria. Mi stupiscono pertanto le sue parole.

Lei si è stupito ancora che questa relazione non sia stata un'occasione per dibattere sulla salute in Valle d’Aosta: ora io le ricordo che questo argomento lo abbiamo affrontato abbondantemente quando abbiamo discusso il Piano sociosanitario pochi mesi fa e, fra l’altro, riprendo l'osservazione già fatta a suo tempo, ne abbiamo discusso senza avere i dati che adesso ci sono stati forniti, per cui avremmo potuto allora valutare e discutere il Piano sulla base anche di questi dati.

Ho sentito le priorità che lei ha voluto indicare, Assessore, ma mi sembra che lei sia attento essenzialmente all’aspetto sanitario della salute, mentre manca tutto l’aspetto sociale. Rispetto all’ambito sociale, credo che con i cambiamenti in atto ci sia una grossa novità che va affrontata. Il fatto che la gestione delle politiche sociali sia svolta dagli enti locali chiede all’Amministrazione regionale di svolgere un ruolo diverso, di programmazione e di coordinamento, un ruolo a cui deve prepararsi. Allora io credo che una delle priorità essenziali del 2002 sia proprio quella di predisporre e promuovere metodi e strumenti che consentano alla Regione di svolgere quel ruolo di promozione, coordinamento delle azioni di assistenza tecnica per l'istituzione e la gestione degli interventi sociali da parte degli enti locali, come pure la promozione di metodi e strumenti per controllare e valutare l’efficacia e l’efficienza dei servizi sociali che sono sul territorio.

Credo che questo sia il "clou" delle priorità che l’Assessorato alle politiche sociali deve affrontare, e di cui oggi non si è parlato affatto.

Lei non lo ha neanche indicato fra le sue priorità; ha solo indicato priorità concernenti la salute, seppure importanti, come gli obiettivi per quanto riguarda la lotta all’alcolismo, al fumo, al tumore, alle morti che possono essere evitare, e via dicendo.

Rispetto alla proposta che lei ha fatto, non possiamo accettarla. Vorrei ringraziare fra l’altro il collega Ottoz per aver sostenuto con forza la necessità di tradurre le grandi finalità del Piano sociosanitario, in un'articolazione più minuta e su base annuale.

Questa esigenza, che abbiamo sollevato da più parti, non trova una risposta nella proposta che lei ha fatto, Assessore, perché prima lei ha parlato di una proposta concordata in commissione, ma io le ricordo che anche se la maggioranza della commissione è d’accordo con lei, non può dire che l’ha concordata in commissione, deve dire che l’ha concordata con la maggioranza della commissione, e quindi con la sua maggioranza!

Mi sembra allora abbastanza lapalissiano chiedersi che senso ha che lei venga in commissione, a concordare una proposta con la maggioranza, quando voi fate continuamente riunioni di maggioranza: concordatela lì, se è un problema solo di maggioranza! Una proposta si concorda in commissione, quando si vuole coinvolgere anche la minoranza, altrimenti è riproporre in commissione riunioni di maggioranza! Noi siamo ben contenti che ci siano e di potervi assistere, ma lei non può dire che la commissione ha concordato con lei! Lei deve invece dire che le forze di maggioranza, che sostengono questa Giunta e questo Governo, sono d’accordo con lei, e non parlare di proposta concordata e quindi venderla come se fosse una vittoria di tutti!

La proposta che lei ha fatto non ci soddisfa, perché rimane ancora una cosa legata, interna tutta all’Assessore, alla maggioranza e agli uffici. Il problema che si era posto nel momento in cui si è discusso del Piano sociosanitario, problema che stamani è stato illustrato in modo egregio da alcuni colleghi, è questo che ho cercato di riassumere nell’ordine del giorno: occorre che ogni piano sociosanitario pluriennale sia articolato in priorità annuali e che queste priorità siano portate in Consiglio perché le approvi.

In tal modo non solo è possibile verificare quelle priorità alla fine dell’anno, ma soprattutto è possibile controllare cosa capita di questo Piano sociosanitario! Inoltre lei non può neanche venire qui e snocciolare due o tre priorità in tre righe in fondo a una relazione di dieci pagine che ha fatto! Credo che ci debba essere un documento in cui sono elencate queste priorità. Quando nell'estate 1999 ci fu un momento di difficoltà sulla sanità, c’è stato un ordine del giorno in cui lei, qui, di fronte alla sua maggioranza che la contestava, aveva fissato una serie di obiettivi ben precisi. Ora io chiedo che il Governo, che l’Assessore presenti in Consiglio gli obiettivi prioritari che vuole perseguire in quell’anno, ma non perché deve presentarli alla sottoscritta o all'opposizione, ma perché è necessario che tutti ne siano informati, la popolazione, gli operatori, la comunità! Lei non può continuare a decidere, di volta in volta, dove vuole arrivare, cosa vuol fare, scegliendo, a mano a mano che i problemi emergono, la soluzione che ritiene migliore! Lo farà benissimo, non lo metto in dubbio, ma quella è la sanità dell’Assessore, quello è il piano dell’Assessore, e non è una gestione trasparente, per cui lei dice ai suoi elettori e alla popolazione quali obiettivi vuole raggiungere!

Ripeto, lei è "tenuto" politicamente a fare questo per un discorso di chiarezza con la popolazione, con gli stessi operatori sociosanitari e con gli utenti, a meno che lei preferisca continuare la gestione attuale, nella quale, come lei dice lamentandosi: "Vengono sempre da me a porre i problemi e devo sempre deciderli io". Certo, ormai lei ha dato questa impronta al suo Assessorato, per cui è lei il punto da cui partono le soluzioni, da cui partono le risposte ai problemi, e nessuno si può muovere in modo diverso! Se questo è il suo modo di proseguire nella gestione della sanità, noi non lo condividiamo! Questo ordine del giorno tenta di fare un po' di chiarezza e di pretendere che chi governa, dica dove vuole arrivare. Questo semplicemente e niente di più!

Presidente La parola all’Assessore alla sanità, salute e politiche sociali, Vicquéry.

Vicquéry (UV) Avevo chiesto alla Consigliera, fuori dall’aula, se riteneva di ritirare l’ordine del giorno, perché questo testo così come formulato poteva essere emendato. Per i problemi tecnici che conosciamo, non si è fatto prima della chiusura della discussione generale, pertanto non si è potuto fare. Ma nel contenuto, la proposta che avrei fatto sarebbe stata di rimodulare l’ordine del giorno con modifiche nelle premesse, e impegnare l’Assessore a portare all'approvazione della commissione consiliare gli obiettivi prioritari, da perseguire nel corso del 2002. La proposta non è stata accettata, ne prendo atto.

La proposta andava nell’ottica di investire la commissione consiliare, trattandosi di dettagliare obiettivi riguardanti il 2002, che sono già contenuti nel bilancio approvato dal Consiglio, per cui non si ritiene che sia neppure utile investire il Consiglio regionale di un argomento del quale si è già occupato. La motivazione è semplicemente questa. A regime, confermo l’iter concordato a maggioranza nella commissione; mi pare di poter dire che in democrazia esiste la logica della maggioranza, Consigliera, e se la maggioranza della commissione ha concordato, vale quella decisione! Non ho usato l’espressione: "accettata all'unanimità dalla commissione consiliare", ma è un dato di fatto acquisito e intendo personalmente seguire l’impegno che ho preso in quella sede, che va a regime dall’autunno 2002 per gli anni a venire sia sulla parte a consuntivo, sia sulla parte a preventivo. A fronte di questo ordine del giorno, la maggioranza si asterrà.

Presidente La parola alla Consigliera Squarzino Secondina.

Squarzino (PVA-cU) Naturalmente voteremo questo ordine del giorno. Non abbiamo accettato di rinviarlo, perché la proposta di portare all'approvazione della commissione gli obiettivi prioritari da perseguire mi sembrava che fosse superflua. Se c’è stato già l’accordo in commissione, che lei va in commissione e racconta quello che sta facendo e informa la commissione di quello che ha già deciso, a questo punto non c’è bisogno dell’ordine del giorno da approvare in Consiglio purché lei lo faccia: lo ha promesso, lo farà: qui, la cosa è diversa, Assessore! Capisco perché non lo vuole capire, ma la cosa è totalmente diversa: qui si tratta di individuare alcune grandi priorità da perseguire.

Noi vorremmo sapere, come Consiglio, e non solo noi, ripeto - anche gli utenti lo vorrebbero sapere - cosa questo Assessorato nel 2002 intende raggiungere in modo prioritario. Non lo devono mica sapere semplicemente i suoi dirigenti o due o tre consiglieri; non è un'informazione, deve essere una decisione di questo Consiglio, questo deve essere! I piani triennali vanno rimodulati in piani annuali e questi vanno sottoposti al Consiglio. Non parlo di piccoli obiettivi, relativi a singoli settori, ma delle grandi finalità, dei grandi progetti, delle grandi scelte che vengono fatte.

Se questo non viene deciso dal Consiglio, mi dica lei da chi è deciso! È deciso dall’Assessore, che poi gentilmente ne informa la commissione? Siamo molto grati di questo, ma non abbiamo bisogno di un ordine del giorno perché l’Assessore venga in commissione a relazionare! Già ogni volta che presentiamo un ordine del giorno in cui chiediamo queste cose, lei ci dice che non c’è bisogno di un ordine del giorno per impegnare l’Assessore ad andare in commissione! Allora credo che sia proprio svilire il Consiglio e anche la serietà di questo argomento, Assessore! Qui stiamo parlando di grandi bisogni di salute e di grandi bisogni dei servizi sociali, di grandi scelte.

Non le sembrano temi importanti da discutere in Consiglio?

Presidente Pongo in votazione l’ordine del giorno:

Consiglieri presenti: 25

Votanti e favorevoli: 3

Astenuti: 22 (Agnesod, Bionaz, Borre, Charles Teresa, Comé, Cottino, Cuc, Fiou, Lattanzi, Louvin, Marguerettaz, Nicco, Ottoz, Pastoret, Perrin, Perron, Piccolo, Praduroux, Tibaldi, Vallet, Vicquéry e Viérin M.)

Il Consiglio non approva.

Siamo in fase di dichiarazioni di voto sulla relazione sanitaria.

La parola al Consigliere Ottoz.

Ottoz (UV) Credo che le parole dell’Assessore oggi siano state un po' eccessive, forse non mi sono spiegato bene, non so Frassy perché non è presente. Però mi sembra che alcune considerazioni, al di là di tutto quello che è stato detto, si possano fare. Intanto l’Assessore, e questo mi dispiace - avrei voluto prendere la parola per fatto personale ma non mi sembrava il caso di farlo - ha fatto un passaggio nel quale ha detto che Frassy e il sottoscritto non saremmo degni di stare in questo Consiglio, se ci comportiamo in questo modo. Ho avuto subito la tentazione di percuotermi il petto, dicendo "Domine, non sum dignus", ma non volevo mancare di rispetto a qualcuno, nei confronti del quale mi sento un po' piccolo.

L’Assessore ha poi detto che bisognerebbe stare attenti in commissione e lavorare, eccetera. Forse gli sfugge che io non faccio parte della V Commissione, e anche che in una certa fase avevo chiesto di farne parte, quindi sono interessato a queste tematiche, e purtroppo non sempre è possibile andare nelle commissioni che non sono le proprie, per impegni concomitanti o per altre situazioni. Ha poi fatto riferimento a come deve funzionare la democrazia, una cosa alla quale teniamo molto e sulla quale penso che tutti abbiamo delle idee chiare.

È vero che la democrazia si basa, alla fine del processo di formazione delle decisioni, sulla maggioranza: è anche vero che si basa sulla libertà di espressione e quindi sul rispetto della libertà di espressione o di chi si esprime non in totale sintonia! Ed è vero anche che si basa su un principio che ormai è un po' vecchio, ma non mai smentito anche se sovente poco applicato in montagna, e cioè quello della separazione dei poteri e quindi di separare con chiarezza le funzioni dell’Esecutivo dalle funzioni del Legislativo: vorremmo che questo fosse più tenuto presente nella vita politica di questa Assemblea! Ha poi sostenuto che avrei fatto confusione fra la relazione sanitaria e sociale, il Piano sociosanitario e la legge di bilancio. In realtà non è così, forse non mi sono spiegato bene. Credo che siano tre momenti che, intanto, richiedono una "consecutio temporum" precisa, sennò le decisioni non si formano in modo informato, e poi perché sono tutte legate una all’altra: la legge di bilancio dovrebbe essere la parte finale che stabilisce cosa si spende in funzione delle priorità decise sulla base della fotografia dell’esistente e, quindi, dei bisogni emergenti.

Credo comunque che, anche se si sta parlando di un documento, citare e fare riferimento a documenti correlati sia ammissibile, corretto e addirittura auspicabile nel dibattito politico, quale penso si faccia in questa sede. Ha poi detto che la risposta a quanto ho sostenuto essere necessario dare, era già stata nella legge di bilancio, ed ha citato una frase, mi pare lotta al cancro e un’altra cosa.

Devo dire che è vero, ma era una frase talmente sintetica e così ben mimetizzata nel documento, che a me, personalmente, non è sembrata essere quella risposta che ci era stata assicurata al momento in cui abbiamo votato il Piano sociosanitario.

Io temo quindi, e mi scuso se è necessario, di non essere stato capito, ma forse c’è anche qualcuno che non sta attento quando parlo io! Vorrei rileggere un passaggio del mio intervento sul Piano sociosanitario, perché se non c’è stato nessun inalberamento su questo, non capisco più quello che è successo oggi.

Nella terza pagina, ad un certo punto leggo testualmente: "Le priorità. La flessibilità del piano, lo abbiamo visto, suggerisce il come e il dove, ma non dettaglia il se, il quando e il quanto. La politica, come l’economia, non può ragionare a risorse infinite e quindi il costo totale di quanto ipotizzato nel Piano sociosanitario contraddice qualunque approccio realistico. Non si può avere tutto, ancor meno nel triennio; le scelte di cosa realizzare, anno per anno, sono perciò demandate al Consiglio regionale al momento dell'approvazione del bilancio di previsione, la nostra finanziaria, con la quale il Consiglio assume la responsabilità delle scelte. Le commissioni però non intervengono nella fase di predisposizione del documento di bilancio, una fase riservata all’Esecutivo e ai tecnici. Nonostante la massima disponibilità della Giunta e dell’Assessore alla sanità, in particolare, a discutere e ad illustrare in commissione il progetto di bilancio capitolo per capitolo, il documento vi arriva presentato in fase molto avanzata, praticamente nella stesura definitiva, quando l’incastro di ogni capitolo di spesa nell’insieme e ogni verifica di compatibilità finanziaria sono già stati oggetto di un processo tecnico talmente complesso, da rendere problematico per le commissioni, ammesso che ciò fosse possibile ed opportuno, proporre ed approvare emendamenti. Per incidere nelle scelte, in un certo senso, al momento dell'approvazione del piano è troppo presto, e al momento dell'approvazione del bilancio di previsione è troppo tardi".

Chiedo scusa se non sono stato udito quando ho detto queste cose, alcune settimane fa, però non vedo cosa ci fosse di talmente bello da non provocare reazioni, e invece cosa ci fosse di talmente brutto stamani da provocare questa reazione! Cosa ho detto stamani di così grave? Intanto ho scusato l’Assessore dicendo: "Prendiamo atto dell'obiettiva difficoltà, forse impossibilità, che ha impedito all’Assessore di mantenere l’impegno, "ad impossibilia nemo tenetur"."

Chiedo scusa al Consigliere Piccolo, che non c’è, per la citazione in latino. Ho chiesto semplicemente, questo è il motivo per cui mi sono astenuto sull’ordine del giorno, di avere per fine 2002 almeno questo documento per il 2003. L’ordine del giorno lo chiede per il 2002, non mi sembrava corretto contraddirmi e cambiare le carte in tavola! Quindi devo dire all’Assessore, con affetto, che spero sia chiarito l’equivoco, perché più che dire che non lo poteva fare, ma che speravo che si impegnasse a farlo l’anno prossimo, prendo atto con grande piacere dell’impegno che ha appena preso. Per quanto riguarda la citazione di Totò su "Siamo uomini o caporali?", viene da un film, è presa da un libro che si chiama "A livella" dove c’è un’altra frase di Totò che dice: "È la somma che fa il totale", spero che alla fine di tutto sia la somma che fa il sociale!

Si dà atto che, dalle ore 16,47, assume la presidenza il Presidente Louvin.

Président La parole à la Conseillère Squarzino Secondina.

Squarzino (PVA-cU)Voteremo contro questa relazione, non per il suo contenuto e non per i dati che propone, non per come è stata confezionata tecnicamente. Voteremo contro questa relazione perché non è quella che la legge chiede, non rispecchia il dettato della legge regionale, non rispecchia quella programmazione che la legge regionale prevedeva. Legge che, tra l’altro, non è vecchissima, porta la data del 1° febbraio 2000, quindi una legge che questa maggioranza ha voluto: è questa maggioranza che giustamente ha scelto di adottare anche nella nostra regione una programmazione sanitaria come in tutte le altre regioni.

Questa legge dice: c’è una programmazione triennale; ci sono, ogni anno, delle relazioni rispetto agli obiettivi che, anno per anno, ci si è dati e si sono raggiunti e si verifica se e come tali obiettivi sono stati raggiunti.

Questa relazione, come ho detto, non si collega con niente, tant’è vero che l’Assessore si inalbera ogni volta che uno cerca di vedere il rapporto che c’è fra questa relazione, il piano precedente e il piano futuro, e continua a dire che non possiamo metterle in relazione! Ma allora perché la facciamo, se è un "unicum" che sta come un fiorellino che spunta all’improvviso in un prato verde?

Questa relazione non so dove collocarla. L’Assessore non l’ha collocata, e non l’ha collocata nell’ambito delle azioni che, come Assessorato, fa nel suo lavoro di programmazione, quindi noi non possiamo assolutamente accettare questa impostazione. Mi dispiace, Assessore, ma non possiamo neanche accettare che quando nel 2003 si farà la relazione sull’anno 2002, anche allora non ci saranno ancora gli obiettivi chiari e definiti da questo Consiglio, ma ci sarà qualche verbale di qualche commissione. Mi dica lei: nel 2003, chi fa la relazione, cosa deve prendere come punto di riferimento? Dovrà dire: "io prendo come punto di riferimento i risultati raggiunti in rapporto agli obiettivi, che sono stati evidenziati durante una riunione di commissione fra l’Assessore e i membri di maggioranza della commissione"! Ripeto, se non c’è questo momento di presentazione in Consiglio e di decisione da parte del Consiglio su questi obiettivi, nel 2003 la relazione sul 2002 sarà di nuovo presentata dicendo che si può solo descrivere una situazione e niente altro. Su questo non ci stiamo!

Président La parole au Conseiller Frassy.

Frassy (FI) Penso che ci siano poche cose da aggiungere su quanto è stato detto in discussione generale, salvo invitare l’Assessore a non fare affermazioni che sono prive di ogni fondamento, anche perché l’Assessore non so su quali basi pensa di poter dare "le pagelle di presenza" in una commissione della quale non è componente, in quanto Assessore.

Fra l’altro fornisce dei dati che sono esattamente inveritieri, Assessore, e penso che la sua abitudine "a spararle" grosse sia anche un'abitudine con cui lei molte volte gestisce le problematiche della sanità! Nella commissione a cui lei fa riferimento, l’unica persona assente - ma perché lo ha dichiarato prendendo le distanze dalla lettera concordata e firmata dal Presidente di commissione - era la collega Charles. Chi sta parlando ha partecipato all’intera problematica e penso che lei, Assessore, sia in stato confusionale dal punto di vista medico, perché attribuisce alla V Commissione il collega Ottoz e vede consiglieri presenti assenti e viceversa?

(interruzione dell’Assessore Vicquéry, fuori microfono)

? mi fa piacere che lei stia precisando, ma lei stamani ha detto un’altra cosa! Mi fa piacere che lei stia precisando e mi auguro che anche l’informazione, che ha dato ampia divulgazione alla sua affermazione, possa precisare! Penso fosse evidente che durante la sua relazione ero assente, ma durante la V Commissione ero presente e la invito, Assessore, a dimostrare il contrario! Mi fa piacere, peraltro, che alla fine del suo ragionamento di questa mattina, per "sostenere l’insostenibile" ha citato il Presidente della Regione Piemonte, ma lo ha citato fuori luogo, perché la legge della Regione Piemonte è leggermente diversa dalla legge della Regione Valle d’Aosta!

Allora se la sua citazione non fosse stata semplicemente strumentale, avrebbe dovuto leggere la legge di riferimento, in base alla quale il Presidente Ghigo ha effettuato la sua relazione: questo lei non lo ha fatto! Dirò di più: lei ha capito, nella sua conclusione, che era andato fuori tema nel presentarci questa relazione, perché se non ho capito male lei ha concluso dicendo che "la prossima relazione sarà completamente diversa". Mi sembra di capire che abbia recepito, seppure tardivamente, quelle che erano le obiezioni mosse da diversi consiglieri, che hanno partecipato e hanno approfondito l’argomento.

Il nostro giudizio è negativo non a questa relazione, perché questa relazione è la fotocopia di dati ISTAT e diventa difficile esprimere un giudizio positivo o negativo su dati ISTAT. Il nostro voto è negativo perché riteniamo che questa relazione non ci consenta di affrontare con cognizione gli obiettivi raggiunti nella gestione della sanità, rispetto ai programmi che lei, Assessore, la sua Giunta e la sua maggioranza, a più riprese, avete individuato.

Questa è la carenza che contestiamo, non stiamo a contestare i dati - peraltro conosciuti -, non stiamo a contestare l’arricchimento dei dati stessi. Riteniamo che questa relazione non sia sufficiente nello spirito della legge n. 5; dopodiché, cambiando la legge n. 5, questa potrebbe essere una bella relazione. Rispetto alla legge n. 5 questa relazione è insufficiente! Sono questi i motivi per i quali esprimiamo un giudizio negativo.

Président Je soumets au vote le rapport sanitaire et sociale 1999-2000:

Conseillers présents et votants: 28

Pour: 23

Contre: 5

Le Conseil approuve.