Resoconto integrale del dibattito dell'aula

Oggetto del Consiglio n. 669 del 4 maggio 1994 - Resoconto

OGGETTO N. 669/X - Reperimento di fondi per soddisfare le richieste di mu­tui di edilizia residenziale. (Approvazione di risoluzione - Reiezione di mozione).

Mozione - Richiamata la delibera della Giunta regionale n. 2913 dell'8 aprile 1994 in cui viene fissata in lire 15.000.000.000 la somma per il finanziamento delle domande di mutuo, di cui alla legge regionale 28 dicembre 1984 n. 76, presentate nel corso del se­condo semestre del 1993;

Accertato che con tale stanziamento non sarebbe possibile dare risposta a circa la metà delle domande presentate, in particola­re per gli interventi di acquisto e per il finanziamento a favore delle Cooperative edilizie;

il Consiglio regionale della Valle d'Aosta

Impegna

la Giunta a reperire, attraverso delle variazioni di bilancio e/o attraverso l'accensione di mutui, le somme necessarie per sod­disfare il maggior numero possibile delle richieste presentate.

F.to: Marguerettaz - Collé - Viérin Marco

Presidente - Ha chiesto la parola il Consigliere Marguerettaz.

Marguerettaz (PpVA) - Così riprendiamo un discorso che, per certi versi, era stato già abbozzato questa mattina con l'interpellanza.

Il ragionamento che sta a monte di questa mozione e che, come gli assessori avranno potuto vedere, non contiene nelle premes­se delle valutazioni di tipo politico, proprio per non urtare la suscettibilità di nessuno, prende atto di un problema ed invita il Consiglio a chiedere alla Giunta di trovarne le soluzioni. Il problema sono i fondi di rotazione per i cosiddetti mutui prima casa. Questa mattina l'Assessore Ferrero ci ha comunicato dei dati, precisi per alcune delle domande presentate, non altret­tanto precisi sulle altre. Quindi proverò io a completarli.

Per il secondo semestre del 1993 ci sono stati 337 nuclei fami­liari che, di fatto, hanno chiesto di poter usufruire delle agevo­lazioni previste dalla legge. Di queste 337, 145 domande avranno risposta favorevole, 188 non l'avranno. Questo signifi­ca che diamo una risposta positiva a meno della metà delle do­mande presentate.

Non sto a ripetere tutte le motivazioni che fanno sì che per la Valle d'Aosta l'argomento casa sia fondamentale da un punto di vista politico. Seguiamo due ordini di pensieri: quello che la ca­sa sia uno dei bisogni primari, quello che comunque anche il diritto alla proprietà della casa sia un diritto da salvaguardare con tutti i mezzi; infine, quello che in un momento di crisi del settore edile, anche dare possibilità al mercato inteso nel senso privatistico del termine, quindi non degli appalti o del piano la­vori che veniamo testè d'approvare, possa essere, sebbene non risolutivo, quanto meno di aiuto nei confronti di quelle imprese che oggi si trovano in difficoltà. Questa, in estrema sintesi, la premessa.

Cosa chiediamo con questa mozione? Suggeriamo una strada, che non è detto che sia l'unica, ce ne possono essere altre, ma per la nostra scarsa competenza abbiamo individuato queste due. Come possiamo fare per soddisfare se non tutte, almeno un numero maggiore - visto che non arriviamo a soddisfarne nemmeno la metà - delle richieste presentate? Andiamo alla ri­cerca di fondi. Quanto al modo, ripeto, abbiamo individuato queste due proposte che però sono suscettibili di qualsiasi con­fronto. La prima, quella classica delle variazioni di bilancio, quindi si tratta di una scelta politica, vale a dire la Giunta ri­prende in mano il bilancio preventivo che è stato votato, analiz­za quei capitoli di spesa che non hanno ancora un atto impe­gnativo della spesa stessa, rinuncia a quelle decisioni per spo­stare quelle voci di bilancio su questa voce.

La seconda, quella dell'accensione dei mutui, che probabilmente è più complessa, forse anche meno funzionale per quanto riguarda le casse re­gionali, ma sono due proposte che noi mettiamo sul tappeto.

Dicevo, all'inizio, che questa mozione non vuole avere, almeno non nelle intenzioni che l'hanno generata, caratterizzazioni di tipo politico. Crediamo che questo sia un argomento sul quale, al di là della posizione di maggioranza o di minoranza, tutto il Consiglio dovrebbe sforzarsi per trovare delle risposte.

É per questo spirito che io, che sono primo firmatario della mozione, ma anche i colleghi che l'hanno firmata con me, dichiariamo fin d'ora di essere disponibili a qualsiasi confronto, a qualsiasi vo­lontà di emendare o di trovare altre strade rispetto a quelle presentate, proprio perché ci interessa l'unico obiettivo, che è quello che denunciavo in precedenza, cioè far sì che delle at­tuali 145 domande finanziate le domande di questi nuclei fa­miliari possano essere superiori.

Presidente - Ha chiesto la parola il Consigliere Tibaldi.

Tibaldi (LN) - Benché non sia firmatario di questa mozione, che parte su ini­ziativa del PpVA, mi sembra opportuno fare un intervento.

Le motivazioni politiche che hanno spinto il Partito popolare valdostano a presentare quest'iniziativa politica sono identiche alle nostre: non sto a ripetere il diritto alla proprietà della casa, le legittime aspettative che devono essere soddisfatte dei citta­dini valdostani al fatto di possedere una propria abitazione per loro stessi e per la famiglia. Mi pare però importante sottoli­neare o, piuttosto, additare un altro problema, che concerne comunque i fondi di rotazione per l'edilizia residenziale.

Nel 1993 si è verificata per la prima volta l'esclusione di un congruo numero di domande per l'ottenimento della concessio­ne di mutui e molto probabilmente questo evento, quindi que­sta carenza di disponibilità liquide, si verificherà anche negli anni futuri, perché mi sembra che sia facilmente prevedibile che i tagli al bilancio saranno sempre maggiormente percepiti, e a livello regionale e, soprattutto, a livello di cittadini. In que­sto caso, abbiamo, per la seconda volta, la soddisfazione sola­mente parziale delle domande che sono state iscritte in gradua­toria, quindi con una sostanziale negazione ad una congrua parte di cittadini che, pur possedendo i requisiti e però essendo stati collocati nella zona media o bassa della graduatoria, non possono vedere soddisfatta una loro legittima aspettativa.

Pertanto, mi sembra importante dare una certa priorità anche a queste domande, cioè se le domande ammesse ma finanziate sono una piccola parte, anche le domande ammesse ma non fi­nanziate devono essere tenute in una certa considerazione, nel senso che le graduatorie successive, in una qualche maniera, devono reincludere anche coloro che sono già stati in una gra­duatoria precedente, e comunque hanno non solamente già di­mostrato il possesso di determinati requisiti, ma hanno soprat­tutto preso impegni di carattere finanziario, nel senso che ma­gari hanno acceso mutui con altre banche, con altri istituti di credito, quindi hanno già stipulato veri e propri atti di compravendita e si sono impegnati finanziariamente in proprio, nell'attesa che venisse erogato loro questo mutuo per la prima casa.

Mi sento in dovere di proporre un emendamento alternativo a quella che è la proposta del PpVA, nel qual caso non possono essere fatte variazioni di bilancio, nel qual caso non possono es­sere accesi mutui della Regione con altri istituti di credito, a favore appunto di coloro che dovranno presumibilmente aver soddisfatto un loro diritto. Proporrei all'esame del Consiglio, in maniera alternativa o integrativa, anche un emendamento, do­ve si chiede una modifica sostanziale del dispositivo, fermo re­stando le premesse che sono legittime ed accettate in toto dal nostro gruppo politico. Sostanzialmente chiediamo che la Giunta regionale si impegni a finanziare integralmente tutte le domande incluse nell'elenco relativo al secondo semestre 1993, prima di provvedere a stilare ulteriori graduatorie per l'anno in corso o per gli anni successivi e, conseguentemente, a derogare a quello che è un articolo limite del regolamento di attuazione, che è l'articolo 17, sesto comma, delle norme per la concessione di mutui ad interesse agevolato a favore di privati nel settore della edilizia residenziale, il quale dice che per l'acquisto di una abitazione l'atto pubblico di compravendita non deve essere stato stipulato da oltre un anno dalla data di richiesta di fi­nanziamento.

Perché questa deroga? Perché ci sono molti esempi di privati - e faccio un esempio temporale - che hanno stipulato un atto di acquisto nel marzo 1993, hanno avanzato la richiesta di finan­ziamento nell'autunno del 1993 e, a tuttora, non hanno avuto una soddisfazione, non sono stati inclusi favorevolmente nella graduatoria, e quindi si rischia che decorra inutilmente quell'anno di tempo che è appunto previsto in questo regola­mento, facendo loro perdere il diritto alla casa, senza che pos­sano più riproporre, in un futuro, la domanda per l'assegna­zione di un mutuo alla prima casa.

Si rischierebbe, in via paradossale, di escludere determinate categorie di cittadini che non si sono collocati favorevolmente in graduatoria dal diritto ad ottenere (ed è previsto dalla legge) un finanziamento per garantirsi un'abitazione.

Quindi propongo questo emendamento, che adesso consegno al Vicepresidente affinché venga distribuito a tutti i consiglieri.

Presidente - Ha chiesto la parola l'Assessore ai lavori pubblici, Ferrero.

Ferrero (Ass.tec.) - Nemmeno io ripeterò delle cose che, almeno in questa sede, ci siamo già detti più di una volta. Intanto, non che sia questo il centro del problema: sulle cifre, Consigliere Marguerettaz, si tratta di capirsi; a me risulta che le domande ammesse anche dopo la verifica dei ricorsi fatta due giorni fa dall'apposita commissione, parlo delle domande valide del secondo semestre del 1993, sono 298, quindi non 300.

Con l'applicazione del regolamento, le percentuali, eccetera, se ne finanziano, con i 15 miliardi previsti, 146. Insisto sempre su un aspetto: che tutte le domande valide per la ristrutturazione, 55, vengono finanziate, tutte le domande di nuova costruzione vengono finanziate con le cose che ci siamo detti stamattina ri­guardo alle cooperative, che potranno fare ricorso ad altri fondi, in particolare statali.

Delle 212 domande di acquisto - è sempre lì il problema, perché lì è la grande quota di domande - alla fine di questo percorso si riesce a finanziarne 60. Non dimentichiamo mai, perché è un dato di fatto di cui tenere conto, che la tendenza che tutto indi­ca permanga è che la metà circa delle domande di acquisto non hanno seguito, perché gli atti non vengono perfezionati e così via.

Questo significa che in sostanza su 100-110 domande che per­marrebbero per l'acquisto si riesce a finanziarne soltanto 60. Questo per ristabilire le proporzioni numeriche del problema.

L'altro aspetto che voglio ricordare, sia sul fronte dell'industria delle costruzioni, sia sul fronte anche dello sforzo finanziario della Regione, è che quest'anno 1994, rispetto alle domande 1993, primo e secondo semestre, la disponibilità è di 15 miliar­di, più i 20 miliardi e mezzo circa del primo semestre 1993, quindi con riferimento all'anno 1993, se si chiude così, sono 35,5 miliardi su questo strumento. E non mi sembrano in sé pochi, cioè i 15 miliardi rispetto ai teorici 20 miliardi sono cer­tamente un tetto, però è un tetto che lascia ancora la possibilità di funzionamento largo a questo strumento di politica della ca­sa.

Non voglio nemmeno insistere che questo del mutuo prima casa non è l'unico strumento esistente in questo settore delle abita­zioni; c'è la legge n. 33 che per una parte funziona in questo senso, c'è la legge 560/93, che è in corso di attuazione, ci sarà (perché è un atto all'esame dell'Assessorato e della Giunta) l'esecuzione e l'attuazione di quanto abbiamo previsto con la legge finanziaria regionale per il 1994 in ordine alla cessione di parte del patrimonio immobiliare regionale, fra cui numerosi alloggi. Voglio dire, senza mescolare cose diverse, che già oggi esistono una serie di strumenti che sono funzionanti per dare risposta alle esigenze abitative.

A me pare che, da un lato, continuino ad esserci degli equivoci; per quanto ci riguarda come Giunta, c'è una volontà ferma di mettere mano ad una revisione di questo particolare strumen­to, il mutuo prima casa, alla luce di una valutazione attenta delle conseguenze che ha avuto nell'attuazione nel corso di questi anni, della massa finanziaria che ha mosso e delle con­seguenze e dell'impatto economico e sociale reale di questa leg­ge. Ma non per cancellare o per ridurre il peso di questa leva di politica abitativa, ma per collegarla meglio ad altri strumenti che occorre mettere in campo; un insieme di strumenti che sono in fase di predisposizione e che verranno portati alla discussio­ne della Giunta, delle Commissioni consiliari e del Consiglio.

Segnalo soltanto, dal punto di vista dei vincoli di bilancio, che ci siamo trovati in presenza di un pregresso di 36,5 miliardi a tutto il 1992, un pregresso da coprire e da finanziare in qualche modo, e che sicuramente per il 1994, perché ancora la legge e il regolamento non sono stati modificati, avremo un problema di impegno dei rientri dei prossimi anni e quindi dovremo già af­frontare il problema del mutuo fino a che non facciamo la revi­sione della legge e del regolamento.

Lo affronteremo probabil­mente utilizzando per un periodo di tempo limitato a questa fa­se di transizione il passaggio in conto interessi.

Detto questo, non credo che sia possibile accettare la proposta anche con l'emendamento che è stato fatto, perché al momento attuale o si modifica la legge e il regolamento, oppure anche la soluzione di cui parlava Tibaldi non è al momento praticabile.

La Giunta ha costituito un gruppo di lavoro dell'Assessorato ai lavori pubblici, dell'Assessorato alle finanze, Finaosta e Centro sviluppo, un gruppo ristretto di carattere tecnico, che nel giro di due mesi deve fare una proposta alla Giunta e all'Assesso­rato di revisione della legge n. 76 e del regolamento di attua­zione, e contemporaneamente svolgere un'analisi rapida, ma attenta, sui risultati raggiunti nell'applicazione della legge, con riferimenti particolari alle finalità originarie, giustamente ri­cordate in questa sede di finalità di rilancio del settore edilizio, oltre che di risposta alle esigenze abitative.

Allora mi permetto di proporre di non votare la mozione, cer­cando di concordare un testo - che potrebbe essere una risolu­zione dal punto di vista tecnico - in cui si richiamino i concetti che ho cercato di esprimere rapidamente, e in cui si impegni la Giunta regionale - ecco il senso della risoluzione - a portare all'attenzione del Consiglio i risultati dell'analisi che sarà con­dotta dal gruppo di lavoro cui ho fatto riferimento, al fine di concordare le linee per la revisione della normativa vigente, anche in un'ottica di eventuale potenziamento del mutuo prima casa (quindi senza escludere questa prospettiva), nel quadro dell'insieme degli strumenti di politica abitativa da utilizzare.

Pregherei i consiglieri anche presentatori della mozione di con­cordare con la Giunta attorno al testo che ho suggerito.

Presidente - Ha chiesto la parola il Consigliere Marguerettaz.

Marguerettaz (PpVA) - Ringrazio l'Assessore per l'ampiezza dell'esposizione e non en­tro nella polemica delle scelte diverse che questa Giunta inten­de fare, perché fanno parte di una responsabilità di governo che si è assunta e che è giusto e lecito che persegua e che porti a termine.

Cercherò di fare un ragionamento una volta tanto da uomo della strada, e l'uomo della strada di fronte alle argomentazioni che lei ha portato, Assessore, non credo che sia pronto a rece­pirle. Perché dico questo? Perché l'uomo della strada, in parti­colare, se è uno di quei nuclei familiari che ha presentato do­manda e la cui domanda verrà disattesa, ragionerà in una maniera molto diversa: con un bilancio regionale di 1600, o quanti sono, miliardi - così ragionerà - con gli sprechi che di questi miliardi si fanno, e quando non sono sprechi sono pro­babilmente indirizzi non così indispensabili che vengono dati al denaro, io rimango senza contributi.

Lei potrà giustamente spiegare che questa probabilmente è una legge che, nel tempo, ha drogato il mercato, che non è riuscita a dare la risposta che si proponeva, ma il problema di quelle per­sone oggi rimane. Allora il ragionamento che faccio io è il se­guente. Personalmente, ma anche chi con me ha presentato questa mozione, saremmo disponibilissimi a rivedere anche la nostra poca proposta, così come appare dalla mozione, purché alla luce di provvedimenti, cioè di quei provvedimenti che lei dichiara essere in corso d'opera, ma che dobbiamo ancora aspettare di vedere, di discutere, di vagliare e di votare even­tualmente.

Obiettivamente, pur non volendo fare un processo alle inten­zioni nelle cose dette dall'Assessore, anzi sono certo che l'Asses­sore (così come la Giunta) crede nelle cose che ha affermato, chiedo però con questa mozione che, nel frattempo, si dica che c'è questa esigenza, che finché non troviamo strumenti diversi facciamo questo sforzo. Assessore, sono convinto che fra le pie­ghe del bilancio regionale, soprattutto se, come ha detto lei nella sua risposta, le domande che poi alla fine non avrebbero risposta sono assai inferiori di quelle che pronosticavo io, quindi a maggior ragione le risorse da ricercare sarebbero in­feriori, torno a ripetere che sono convinto che dagli stessi fondi globali - che prevedono circa 150 miliardi di impegno - potrebbe essere cancellata qualche voce, ed essere stanziata per dare ri­sposta a questo problema.

Certo che è una volontà politica. Questo, fra l'altro, non signifi­ca fare come l'altra volta, quando a nostro avviso è stata fatta retromarcia, lo abbiamo detto e lo abbiamo anche - come suol dirsi - sfruttato da un punto di vista politico, ma stavolta no. Stavolta il discorso è decisamente diverso; si tratta di andare a vedere una voce, due voci, badate bene, non di punti che la maggioranza oggi dovrebbe dire non sono più qualificanti di questo governo, questo no. Cioè i punti che eventualmente ve­nissero cancellati perché i soldi stanziati dovrebbero passare di qua, non apparrebbero punti dequalificanti, non apparrebbero semplicemente come punti meno prioritari rispetto a questo. E torno a ripetere: andatevi a vedere le voci dei fondi globali e, al di là della collocazione di maggioranza o di minoranza, scopri­rete che lì sopra ci sono indubbiamente tante voci di spesa che sono sicuramente meno importanti di questo problema, che toc­cano categorie di persone che hanno un bisogno assai inferiore rispetto a queste.

Pertanto, la risoluzione proposta dall'Assessore mi convince, non è che non mi convinca; ripeto, credo alla bontà di questa ri­soluzione. Non credo, tuttavia, che questa sia la strada per di­re: "Ritiriamo questa mozione", nel senso che la risoluzione di­ce: "Impegna la Giunta regionale a portare all'attenzione del Consiglio i risultati dell'analisi...", eccetera, eccetera, e di fatto qui non c'è una scansione temporale, come forse difficilmente anche potrebbe essere richiesto, ma si potrebbe vedere se inve­ce una scansione temporale può essere data su questi impegni proposti dalla risoluzione dell'Assessore, nel senso di arrivare a dire: ci impegnano a trovare altre strade, ma se queste strade non riescono a dare altri strumenti a quelle 60, 90, 100, non so quante sono, domande che oggi non hanno ottenuto risposta, ci impegnamo in qualche modo a darle. Questo è il senso politico della questione.

Ci sono domande che non hanno risposta, noi vogliamo dare ri­sposta. In quale modo? Noi abbiamo detto in un modo, l'Asses­sore dice in un altro modo, ci va bene anche la proposta dell'As­sessore, ma quello che ci sta a cuore è che queste domande ab­biano risposta.

Quindi se l'Assessore è disposto, tanto per arrivare ad una mediazione conclusiva, a riferire la parte impegnativa della ri­soluzione alle domande del secondo semestre 1993, non so se è chiaro, cioè: al fine di concordare le linee della revisione della normativa vigente...

Presidente - Chiedo scusa, Consigliere Marguerettaz, al fine di evitare un dialogo fra lei e l'Assessore sulla possibilità di trovare una so­luzione la più possibile unitaria, se è il caso sospendiamo per dieci minuti il Consiglio.

Marguerettaz (PpVA) - Chiedo che la parte impegnativa sia messa in relazione alle domande che attualmente non hanno risposta del secondo se­mestre 1993.

Se così è, credo che potrei accettare anche la risoluzione pre­sentata.

Presidente - Ha chiesto la parola il Consigliere Parisi.

Parisi (VAP) - Mi sembra che su questo argomento ormai si siano scritti dei libri bianchi. Ho l'impressione che il problema della casa sia di­ventato una favola e, di volta in volta, ci troviamo in questo Consiglio come ci siamo trovati nei consigli del Comune di Ao­sta, ai quali era presente anche il Consigliere Marguerettaz, dove si sono fatti sempre dei bellissimi discorsi, e maggiormen­te strumentali, nel momento in cui si era in corrispondenza di elezioni, e poi non si è fatto nulla.

Allora credo che con questo meccanismo di andare a ricoprire, di volta in volta, dei finanziamenti o di andare ad integrare dei finanziamenti per dare delle risposte parziali, non si darà mai una risposta al problema casa.

Anche in passato mi sono permesso di dare dei suggerimenti e fare delle proposte per quanto riguarda questo problema. Anzi­tutto concordo con l'Assessore nel dire che ormai questa legge 76/84, a distanza di 10 anni, non è più rispondente a quelli che erano i principi per i quali era stata costituita: quindi va modi­ficata. E non è vero quello che diceva il Consigliere Margueret­taz, che è un falso problema il fatto che il mercato sia drogato: è un problema realissimo, perché ormai il prezzo a metro quadro di quello che è l'acquisto della casa è diventato talmente alto, per cui ad accedere a questa legge sono in pochissimi e sono soltanto coloro che hanno come minimo un reddito che va al di là dei 50 milioni l'anno, i quali, oltre ad avere un reddito altis­simo, devono avere anche un bel gruzzolo in banca, altrimenti non potranno mai accedere a questo mutuo. Allora, se si vuole dare una risposta ad una fascia di utenti bisogna andare a ri­vedere questa legge.

In secondo luogo, ritengo che ormai per quanto riguarda il problema casa vada fatta una legge quadro, cioè è inutile anda­re a creare continuamente degli organismi che si interessano di questo problema perché poi, alla fine, non si sa a chi rivolgersi per avere delle risposte. Esiste già un organismo, ne faceva parte anche il Consigliere Borre insieme al rappresentante dell'IACP come rappresentante dell'Assessorato, per cui ritengo che quell'organismo sia in grado di fare delle proposte. Non so se esiste sempre, però se non esiste, creiamo un organismo che sia in grado di andare a rivedere quello che è il discorso della legge n. 76, la modifica della legge n. 15 come è stato detto in passato, la modifica della legge sull'IACP, poiché anche quello è importante per quanto riguarda il problema casa, perché alme­no avremmo qualcuno che si interesserebbe di eseguire quelle che sono tutte le linee ed i programmi che riguardano l'edilizia sovvenzionata e convenzionata.

Esistono altri problemi per quanto riguarda l'aspetto casa, e ci sono i casi sociali dei quali nessuno mai parla; esiste poi il pro­blema dell'intervento che riguarda l'edilizia sovvenzionata, laddove ormai, a fronte di 800-900 domande, gli alloggi che vengono costruiti sono 50, con dei programmi che sono realiz­zati in tempi lunghissimi. Per cui anche per quanto riguarda questo problema non si ha la possibilità di dare delle risposte.

Altro aspetto che ritengo importante è quello di fare un'analisi conoscitiva perché, oggi come oggi, non abbiamo alcun dato reale di quella che è l'esigenza del problema casa in campo re­gionale. Qui si fanno sempre dei discorsi di carattere settoriale, però fino adesso non si è riusciti ad affrontare il problema nella sua globalità.

Ritengo che è inutile anche andare a rimpinguare di 3-4-5 mi­liardi la legge n. 76, perché in quel caso probabilmente riusci­remmo a dare una risposta contingente sul momento, però ci troveremmo, l'anno successivo, ad avere una situazione più drammatica di quella che abbiamo adesso.

Per cui, magari per quest'anno, possiamo anche andare ad assorbire quello che è il bilancio del 1994, però l'anno prossimo ci troveremmo di fronte alla situazione di aver assorbito il bilancio non solo del 1995, ma del 1996-1997.

Pertanto ritengo che, prendendo anche come spunto la proposta che faceva l'Assessore, che si può integrare, si debba dare una risposta che non sia una risposta tampone come è stata data in passato, ma che finalmente si riesca a venire in Consiglio con una proposta quadro generale, che dia finalmente una soluzio­ne a questo problema. Altrimenti ci troveremo sempre qui a fa­re questi discorsi senza dare delle risposte.

Presidente - Ha chiesto la parola il Consigliere Tibaldi.

Tibaldi (LN) - Mi è parso, dal dibattito che finora è stato instaurato, che non si contesti la scelta politica che viene fatta dalla Giunta e dall'Assessore. Governare significa avere dei poteri, ma signifi­ca anche assumersi determinate responsabilità. Se questa è la politica abitativa che intende portare avanti l'attuale maggio­ranza, non sono qui, almeno io personalmente, per contestarlo.

Neppure mi sembra il caso di contestare la proposta dell'Asses­sore di procedere ad una effettiva ed efficace revisione della legge 76/84 con il rispettivo regolamento di attuazione, in quanto non più consona ai tempi attuali, in quanto obsoleta, in quanto bisognosa di un maggiore aggancio con la realtà dei fatti.

Mi preoccupo però, come ho già esposto in precedenza, di un congruo numero di cittadini che rischierebbe di veder deluse definitivamente le proprie aspettative di veder soddisfatto questo diritto di avere un finanziamento per la casa.

Il problema è che non si tratta nemmeno di una situazione parziale, a differenza di come diceva il Consigliere Parisi, per­ché se questa situazione si reitera nel tempo - ed è già la secon­da volta che si verifica: la prima volta, è stata miracolosamente risolta con un intervento finanziario; questa volta, si verifica nuovamente - non è escluso, come dicevo prima per i tagli che presumibilmente ci saranno, che si verifichi anche negli anni futuri. Quindi ci sarebbe il rischio che molti richiedenti, che molte domande rimangano disattese, nonostante gli impegni presi dagli stessi, nonostante gli impegni che possono essere notevoli. Pensate ad una famiglia che conta su questo beneficio che prevede generosamente la Regione Val d'Aosta e che un domani si vede negato.

Quindi questo ritardo, questa insoddisfazione parziale accumu­lata, un domani potrebbe generare un malcontento ancora più diffuso, ancora più largo, ancora più incontrollabile.

Rimane ferma la nostra adesione completa alla proposta origi­naria di Marguerettaz e del Partito popolare valdostano, rima­ne fermo anche l'emendamento che proponiamo come alterna­tivo; chiediamo semplicemente una deroga, che è in questo caso specifica e non deve diventare regola. Derogare non significa che questa dovrà essere la regola, anche perché se il gruppo di lavoro opera efficacemente e tempestivamente potrà addivenire a soluzioni legislative ed amministrative ben migliori.

Mantengo l'emendamento, a meno che adesso, in sede di modi­fica, il Consigliere Marguerettaz abbia elaborato qualche impe­gnativa un po' più concreta, anche perché la risoluzione propo­sta dall'Assessore manifesta le buone intenzioni, però mi sem­bra una proposta debole, una proposta che serve più a soddisfa­re noi in questa assemblea, però comunque a lasciare sempre in estremo malcontento le persone della strada che fanno i ragio­namenti di cui diceva prima Marguerettaz. Quindi ritengo che la proposta sia debole e poco incisiva, a meno che non si con­cordi una modifica un po' più sostanziosa, un intervento che abbia una cadenza temporale e debba essere concretizzato en­tro un determinato margine di tempo. Penso che comunque sia la mozione presentata da Marguerettaz, sia l'emendamento presentato dal sottoscritto, debbano essere tenuti in maggiore considerazione, perché sono decisamente più incisivi e decisa­mente più vicini a quelli che sono i problemi concernenti i fondi di rotazione per la prima casa.

Presidente - Ha chiesto la parola il Consigliere Marguerettaz. Ricordo al Consigliere Marguerettaz che siamo al terzo intervento.

Marguerettaz (PpVA) - Propongo, in relazione a quello che dicevo prima, se la Giunta è d'accordo, di emendare la risoluzione proposta dall'Assessore nella parte impegnativa in questo modo. Mantenere tutta la ri­soluzione così come è stata scritta ed aggiungere una frase fina­le nella parte impegnativa, che dovrebbe recitare così: "Tali misure (quindi le linee di intervento da concordare, eccetera) dovranno altresì fornire concrete risposte a quei privati e a quelle cooperative edilizie che, avendo presentato domanda per il secondo semestre 1993 ai sensi della legge regionale 28 di­cembre 1984, n. 76, ed essendo in possesso dei requisiti necessa­ri, non hanno al momento potuto usufruire dei finanziamenti previsti".

Abbiamo, in questo modo, un oggetto sul quale rivolgere la no­stra attenzione, altrimenti tutta la parte impegnativa della ri­soluzione non ha un termine di paragone. Qui si impegna un po' di più la Giunta a dire: il termine di paragone qui c'è e sono quelle domande che oggi non hanno avuto risposta.

Poi come Consiglio ci confrontiamo e vediamo il gruppo di lavo­ro, ma diamo risposta a questi.

Presidente - Ha chiesto la parola l'Assessore ai lavori pubblici, Ferrero.

Ferrero (Ass.tec.) - Capisco l'accanimento consiliare su un tema del genere. Sono convinto che, al di là della formula delle parole, le cose che sono dette nella parte impegnativa siano importanti, con quelle premesse, altrimenti non è che le premesse sono messe lì, per­ché si dice: "revisione della normativa vigente, anche in un'ot­tica di eventuale potenziamento del mutuo prima casa, nel qua­dro dell'insieme degli strumenti di politica abitativa da utiliz­zare" e qui si può aggiungere: "in modo organico, integrato", ma il senso mi pare chiaro.

Non sono d'accordo sull'emendamento Tibaldi perché credo che quando il Consiglio vota una cosa, questo abbia una grossa im­portanza. Non è possibile in ogni caso derogare con una mozio­ne, un ordine del giorno, un voto del Consiglio fatto adesso, a quanto previsto dalle norme per la concessione di mutui, per cui questo emendamento non mi trova d'accordo, prima di tutto per ragioni formali.

Al di là di questo insisto nel dire che quello che si vuole fare è tentare di modificare gli strumenti di politica della casa; questa sera mi ero impegnato a portare alcune prime proposte organi­che; si tratta di attivare degli strumenti diversi, parzialmente diversi a quelli oggi esistenti, senza escludere che anche lo strumento del mutuo cosiddetto prima casa in un'ottica diversa da quella con cui ha operato negli anni passati abbia uno spa­zio importante.

É difficile modificare in un settore di questo genere le cose in movimento, lo sforzo che è stato fatto da me e dalla Giunta in relazione al mutuo prima casa, a partire dal primo semestre 1993, secondo semestre 1993 - ripeto, siamo ormai nel corso del primo semestre 1994 -, è quello di dare il massimo di chiarezza e di informazione ai cittadini. Abbiamo segnalato in maniera inequivoca, nel momento in cui i cittadini hanno chiesto la do­cumentazione per presentare domanda, che nel secondo seme­stre la semplice domanda, il possesso dei requisiti, potesse dare diritto in modo da evitare il problema di impegni in qualche maniera presi e poi disattesi.

Quindi mantengo il testo della proposta che ho fatto, sottoli­neando che il punto importante è questo: di non escludere un eventuale potenziamento del mutuo prima casa, là dove pro­blemi che si sono accumulati possano anche trovare soluzione, però in un quadro che sia finalmente un quadro diverso.

Presidente - Ha chiesto la parola il Consigliere Marguerettaz. Ricordo al Consigliere Marguerettaz che, nelle deroghe, oggi siamo al quarto intervento.

Marguerettaz (PpVA) - Ringrazio il Presidente, ma potremmo anche risparmiare il la­voro di chi sta facendo le fotocopie, perché visto come la mag­gioranza si è ricompattata all'annuncio dell'Assessore Ferrero, credo che sarebbe forte carta straccia.

Pertanto annuncio che quell'emendamento viene ritirato.

Quello che dispiace è che ancora una volta non è possibile tro­vare un punto di incontro su un argomento che invece ritenevo di facile accesso in questo senso. Forse per le intemperanze di qualcuno, non so, non ho capito bene, ma credo che quando si dice che la minoranza può essere d'accordo che si possano tro­vare anche altre formule, Assessore, noi non abbiamo detto di essere in contrasto con quello che lei proponeva, assolutamente, tant'è vero che eravamo disponibili a votare questa risoluzione, ma abbiamo bisogno di un termine di paragone. Termine di pa­ragone sono delle persone che hanno fatto domanda e che aspettano, allora è a questi che dobbiamo dire: vi daremo delle risposte, magari diverse, benissimo, ma vi daremo delle rispo­ste. É a questi, non ad altri, per gli altri magari scopriamo che a partire dall'anno prossimo non c'è più nessuno che ha questi problemi.

Prendo atto di questo, ritiro l'emendamento proposto alla riso­luzione e mantengo la mozione presentata.

Presidente - Dichiaro chiusa la discussione generale. Considerato il ritiro dell'emendamento che aveva precedentemente presentato il Consigliere Marguerettaz, pongo in votazione la risoluzione presentata dall'Assessore Ferrero, di cui do lettura:

Risoluzione - Il Consiglio regionale

Richiamata la delibera della Giunta regionale n. 2913 dell'8 aprile 1994 in cui viene fissata in lire 15.000.000.000 la somma per il finanziamento delle domande di mutuo prima casa di cui alla legge regionale 76/84, relative al secondo semestre 1993.

Considerato che per il finanziamento si devono utilizzare i rientri del fondo di rotazione presenti presso la Finaosta e le di­sponibilità esistenti per l'anno 1995 nel bilancio pluriennale 1994/95.

Atteso in ogni caso che lo stanziamento di spesa previsto in bi­lancio era risultato di una attenta valutazione dei diversi centri di spesa e che pertanto la somma individuata rappresentava, nel quadro del fabbisogno finanziario complessivo, la somma massima disponibile.

Tenuto altresì conto che gli interventi previsti dalla legge regio­nale 76/84 non costituiscono le uniche azioni condotte dalla Regione in materia di abitazione essendo ad essi da aggiungere gli interventi previsti dalla legge 33, capo I°, l'attuazione per quanto di competenza, della legge 560/93 e l'esecuzione di quanto previsto nella legge finanziaria regionale per il 1994 in ordine alla cessione di parte del patrimonio immobiliare regio­nale tra cui numerosi alloggi.

Richiamata altresì la delibera della Giunta regionale n. 3384 del 29 aprile 1994 con la quale è stato istituito un apposito gruppo di lavoro composto da tecnici dell'Assessorato dei Lavori Pubblici, dell'Assessorato delle Finanze, della Finaosta e del Centro Sviluppo S.p.A. per la revisione della legge regionale 76/84 e del regolamento di attuazione.

Considerato che detto gruppo di lavoro ha, tra l'altro, il manda­to di svolgere nell'arco di due mesi una attenta analisi so­cio?economica sui risultati raggiunti nell'applicazione della legge 76/84, con particolare riferimento alle sue originarie fina­lità di rilancio del settore edilizio e di risposta alle esigenze abitative locali.

Impegna

la Giunta regionale a portare all'attenzione del Consiglio i ri­sultati dell'analisi che sarà condotta dal Gruppo di lavoro, al fine di concordare le linee per la revisione della normativa vi­gente, anche in un'ottica di eventuale potenziamento del mutuo prima casa, nel quadro dell'insieme degli strumenti di politica abitativa da utilizzare.

Presenti: 29

Votanti e favorevoli: 25

Astenuti: 4 (Lanièce, Marguerettaz, Tibaldi e Viérin M.)

Il Consiglio approva

Presidente - Poiché è stato presentato un emendamento alla mozione da parte del Consigliere Tibaldi, lo pongo in votazione, dandone prima lettura:

Emendamento - alla mozione n. 14

Il dispositivo è sostituito dal seguente:

"La Giunta regionale a finanziare integralmente tutte le do­mande incluse nell'elenco relativo al secondo semestre 1993, prima di provvedere a stilare ulteriori graduatorie per l'anno in corso o per gli anni successivi e, conseguentemente, a derogare a quanto previsto dall'articolo 17, sesto comma delle "Norme per la concessione di mutui a interesse agevolato a favore di privati nel settore dell'edilizia residenziale".

Presenti: 29

Votanti: 25

Favorevoli: 1

Astenuti: 4 (Bich, Lanièce, Marguerettaz e Viérin M.)

Contrari: 24

Il Consiglio non approva

Presidente - Pongo in votazione la mozione in oggetto.

Presenti: 29

Votanti: 25

Favorevoli: 4

Contrari: 21

Astenuti: 4 (Bich, Lavoyer, Mafrica e Piccolo)

Il Consiglio non approva