Resoconto integrale del dibattito dell'aula

Oggetto del Consiglio n. 668 del 4 maggio 1994 - Resoconto

OGGETTO N. 668/X - Rinvio della proposta di legge "Modificazioni alla legge regionale 31 luglio 1989, n. 47 (Norme in materia di po­lizia locale e istituzione dell'ufficio regionale di polizia locale)".

Presidente - Ha chiesto la parola il relatore, Consigliere Linty.

Linty (LN) - Credo che sia necessario riflettere sull'argomento che si va a trattare. Parliamo di polizia locale, quindi di un servizio che viene reso dai comuni, attualmente, in Valle d'Aosta e che è a sostegno e a garanzia della popolazione tutta valdostana. Si va a modificare una legge del 1989, la legge n. 47, che è stata re­datta a suo tempo, non potendo prevedere quelli che erano i futuri svolgimenti legislativi, in particolare due atti che sono la famosa legge 142/90 e il nuovo contratto collettivo di lavoro per i dipendenti degli enti locali.

Cosa ha cambiato la legge n. 142. Questa legge ha abrogato la possibilità per i comuni di costituirsi in consorzi per la gestione di servizi ed ha creato una nuova forma consortile, che si chia­ma azienda speciale, che differisce dai precedenti consorzi sostanzialmente per la questione amministrativo-contabile. Quindi questo istituto dell'azienda speciale va a sostituire quello che prima era lo strumento consortile.

Ora, i comuni e gli enti interessati alla gestione in forma asso­ciata di questo servizio si trovano con questa proposta di legge a poter scegliere fra due opzioni: quella dell'azienda speciale, oppure quella - che dal nostro punto di vista è la più sostenuta - che vede l'esercizio di queste funzioni da parte delle comunità montane. Nel frattempo, anche per le comunità montane è su­bentrata una legge dello Stato che riconosce a questi enti la competenza in materia di organizzazione del servizio di polizia locale sul territorio di competenza. Vorrei ricordare che già nel 1987 con la legge regionale n. 91, "Norme concernenti le co­munità montane", ma soprattutto l'ultimo Consiglio (anche se come forze di minoranza non eravamo presenti) ha passato un atto che prevedeva i programmi delle comunità montane e quindi incentivava la gestione di un servizio a livello sovraco­munale, qualora questo si palesasse più efficiente come risul­tati.

L'altra sostanziale modifica è quella forse più annosa, che ha dato adito anche a parecchie discussioni in seno alla I e II Commissione consiliare congiunta, e riguarda la figura del messo notificatore. Stante le leggi che regolano la materia, in particolare il decreto del Presidente della Repubblica n. 347 che è il contratto collettivo di lavoro di cui dicevo prima, ma soprat­tutto alla legge dello Stato n. 65/86 che è la legge quadro sulla polizia municipale, i messi notificatori non possono essere in­quadrati al quinto livello retributivo, alla quinta qualifica fun­zionale, e non possono neppure essere nell'area di vigilanza, ma devono essere nell'area amministrativa, quarto livello. Da questo deriva che una notifica fatta da un quinto livello, da un vigile urbano, può anche essere considerata nulla, perché non è fatta ai sensi delle leggi dello Stato che regolano questa figura professionale.

Quando è stata approvata la legge 47/89 da questo Consiglio, l'organo di controllo aveva rinviato la legge perché erano attri­buiti agli operatori di polizia locale dei compiti che per legge non spettavano, e qui voglio ricordare i frequenti accoppia­menti di compiti di vigile urbano, messo notificatore, stradino, autista di scuolabus, e così via. Questo perché? Anche perché credo che si convenga tutti sul fatto che ci vuole una professio­nalità nell'esercitare il servizio di agente di pubblica sicurezza, perché di tali persone stiamo parlando, con i tempi che corrono, con la microcriminalità che sta penetrando anche nei posti più impensati; forse siamo abituati a ragionare con i canoni di grossi comuni, ma il problema sta arrivando anche nei comuni più piccoli, e quindi è chiaro che ci vuole una competenza, ci vuole una preparazione. E dico questo soprattutto a sostegno e come integrazione, come ausilio dei pubblici amministratori, perché noi dobbiamo pensare che oggi le materie di competenza degli organici di polizia municipale o di polizia locale sono im­mense: partiamo dalla polizia stradale, per arrivare alla polizia giudiziaria, abbiamo l'edilizia, abbiamo il commercio, e quindi anche per il pubblico amministratore, in questo caso il sindaco, che è l'autorità di pubblica sicurezza nel proprio comune, sa­rebbe importante potersi avvalere di persone competenti. Cosa che oggi non è possibile perché non c'è la possibilità di conglo­bare le forze, di conglobare questo personale appunto in un corpo che gestisca il servizio a livello sovracomunale e che con­senta quindi anche una certa preparazione individuale. Mi spiego: se oggi 10 vigili sono dislocati 2 per ognuno dei 5 co­muni, un domani faranno parte di un unico corpo e potranno essere specializzati 2, verso un profilo di polizia stradale, 2 ver­so un profilo di polizia giudiziaria, e così via. Credo che anche da parte di chi è chiamato a fare il pubblico amministratore ci sia in questo caso una garanzia, anzi molte garanzie in più.

Quindi, esaminando questa proposta e tenendo in considera­zione quello che era emerso nella I e nella II Commissione ho preparato due emendamenti: quello riguardo alle comunità montane, cioè il fatto che non ci debba essere la totalità dei co­muni del comprensorio per delegare alla comunità montana il servizio (questo era venuto fuori dall'audizione con l'Associa­zione presidenti delle comunità montane); altro punto forte è l'articolo 3, dove si modifica l'articolo 7, che toglie le funzioni di messo notificatore e di autista di scuolabus dalla figura profes­sionale degli addetti di polizia locale. Ci sono poi modifiche di carattere tecnico, come si evince dai cospicui allegati che sosta­nzialmente non vanno a cambiare quella che è la dotazione di vestiario, oggi in forza agli organici di polizia municipale, e so­no esattamente le divise che ora usano i vigili e che non hanno ancora trovato un atto di regolamentazione a livello regionale.

C'è poi il discorso dei posti-letto e dei posti di residenza per de­terminare l'organico; su questo argomento vorrei soffermarmi un attimo perché dobbiamo considerare - e chi è stato sindaco nei comuni della Valle d'Aosta ha ben presente questo fatto - che i comuni valdostani sono dei comuni prevalentemente tu­ristici, quindi sono sottoposti ad una escursione demografica tra bassa ed alta stagione considerevole. E quando un comune deve progettare un servizio pubblico, faccio un esempio: un ac­quedotto o un collettore fognario, non può prendere come unità di riferimento solo la popolazione residente, perché se la popo­lazione residente è di 800 abitanti e poi al mese di agosto se ne trovano 12-13mila, deve avere i servizi che funzionano per 12-13mila, quindi deve tenere in considerazione la popolazione presente. La stessa cosa è da dire per il servizio di polizia loca­le, anche perché soprattutto nei comuni di media e alta Valle delle valli laterali alle 17 di tutti i giorni le stazioni dei carabi­nieri smontano. Faccio il caso di Gressoney solo perché è quello che conosco meglio: se alle sei del pomeriggio o alle due di notte un abitante del Comune di Gressoney o di un comune limitrofo, per qualunque motivo, ha bisogno di avere delle forze dell'or­dine pronte, deve aspettare la pattuglia che parte da Châtillon, perché alle 17 del pomeriggio i carabinieri di Gressoney chiu­dono.

Con questo servizio, invece, andiamo ad incrementare la pre­senza delle forze di polizia locale anche in questi comuni che sono così penalizzati, non dimenticando il fatto che possono di­ventare di grande supporto - visto che tra i compiti della polizia locale rientrano anche dei servizi caratteristici della protezione civile - alle associazioni di volontariato, che si trovano oggi ad operare con volontari, garantendo una reperibilità non sempre efficace di 24 ore su 24. In questo caso possono andare a coa­diuvarli, quindi andare a creare dei veri e propri centri di aller­ta all'interno anche dei piccoli comuni per poter intervenire in caso di bisogno.

Altro argomento che era emerso, era quello della scuola regio­nale di polizia, che è uno dei motivi per i quali la legge 47/89, ad oggi, non è ancora stata applicata. La scuola regionale di polizia è sicuramente un'iniziativa necessaria per la nostra re­gione, perché provvede alla formazione del personale che andrà poi ad operare in questo settore. Però dobbiamo tenere in con­siderazione che istituire una scuola comporta comunque dei tempi lunghi, comporta una certa preparazione dei docenti, non è una cosa che si può fare in breve tempo. Nel frattempo cosa si può fare? Si può usufruire delle scuole che già preparano altri operatori di polizia municipale. Mi spiego: il codice della strada è applicato a Torino come è applicato ad Aosta; potranno es­serci quelle variazioni dovute a regolamenti prettamente co­munali, che uno imparerà nel momento in cui inizierà a presta­re servizio nel comune ove è distaccato, ma le leggi di base val­gono su tutto il territorio dello Stato italiano, quindi si potrebbe inizialmente avvalersi di queste convenzioni con altre scuole di polizia. Vi posso dire che circa tre anni fa, se non quattro ad­dirittura, ho visto un consorzio di questo genere nel Veneto, precisamente a Schio. Faccio notare che questo consorzio non prevede minimamente l'intervento finanziario della regione, è un consorzio fatto soltanto da comuni, che potrebbe servire co­me esempio anche per la Valle d'Aosta, dal momento che un corpo di polizia locale copre esattamente due terzi del territorio della Valle d'Aosta. Ed anche morfologicamente è una zona che si avvicina molto alla nostra, perché è una zona di montagna, quindi possiamo trovare delle affinità di organizzazione anche con questo consorzio.

Sulla composizione del Comitato tecnico consultivo, oltre al Presidente della Giunta, al Questore, agli esperti, ai rappresen­tanti dell'AVOPM e ai rappresentanti dei comuni, è stato ri­chiesto - e questo è oggetto del secondo emendamento - di inse­rire anche i rappresentanti dell'Associazione dei presidenti delle comunità montane, giustamente, perché è previsto nel primo articolo, modificato, che le comunità montane possano in prima persona gestire questo servizio. Ho seguito personalmen­te con l'ottava comunità montana Walser la costituzione di questo corpo, una deliberazione che è stata bocciata dalla Commissione centrale per la finanza locale proprio perché la legge regionale - questa la motivazione della sentenza del TAR che ha dato ragione al Ministero dell'interno - non prevedeva che questo servizio fosse svolto dalle comunità montane. Penso che tale legge non vada ad urtare quelli che sono già gli impor­tanti passi fatti da questa commissione mista fra regione ed enti locali, anche perché richiede comunque un periodo di ap­plicazione; non mi piace chiamarlo un periodo di prova, ma un periodo nel quale si vede quello che può andare bene di questa proposta di legge e quello che, invece, è da modificare. Se riu­sciamo a fare una specie di tirocinio sull'applicazione di questa legge, riusciamo anche a renderci conto, nella realtà valdosta­na, di quello che può diventare una gestione del servizio di po­lizia locale sovracomunale.

Concludo con una nota, che non vuole essere assolutamente una questione polemica o un'accusa nei confronti di nessuno: oggi è stata iscritta all'ordine del giorno - perché siamo oltre i termini del 30 aprile - una legge proposta dalla Giunta regiona­le, che la maggioranza ha gentilmente consentito di discutere domattina per darci il tempo di poterla analizzare bene, così come altre volte sono stati portati degli atti sempre da parte della Giunta regionale in Consiglio iscritti anche d'urgenza. Ora questa proposta di legge, e sono ben conscio del fatto che è mancante dei pareri della I e II Commissione, è stata presenta­ta in data 14 gennaio; quindi faccio solo questa precisazione, dicendo che sono passati quattro mesi da quando è stata pre­sentata, e il fatto che arrivi in Consiglio senza i pareri della I e II Commissione sicuramente non può non recarmi dispiacere.

Mi riservo altri interventi se ci saranno altri consiglieri che esprimeranno il loro parere.

Si dà atto che, dalle ore 18,36 alle ore 18,52, presiede il Vicepre­sidente Viérin Marco.

Presidente - Vi sono altri consiglieri che chiedono la parola in merito alla di­scussione generale? Ha chiesto la parola il Presidente della Giunta, Viérin Dino.

Viérin D. (UV) - Je crois qu'il y a une nécessité que nous pouvons partager et qui, d'ailleurs, est largement partagée par tout le Conseil, à sa­voir la nécessité de modifier cette loi 47/89, compte tenu et de l'entrée en vigueur de la loi 142/90 et de la convention collec­tive de travail, mais je crois qu'aujourd'hui il est également né­cessaire d'ajouter la loi constitutionnelle 2/93 portant "Transfert des compétences primaires à la Région autonome du Val d'Aoste en matière de collectivités locales".

Sur la nécessité de modifier cette loi il y a déjà un dossier vo­lumineux; je crois que déjà en 1992 on avait adressé un cour­rier aux collectivités locales et aux Organisations syndicales, ainsi qu'aux Associations des syndics et des présidents des communautés de montagne, pour qu'ils s'expriment sur les propositions.

A cet égard, le syndic de Châtillon de l'époque, monsieur Piccolo, avait envoyé les considérations de la com­mune de Châtillon sur les propositions, et la commune de Châtillon a été la seule commune à répondre aux sollicitations demandées, je crois que les considérations qui ont été expri­mées à l'époque, gardent encore, aujourd'hui, toute leur ac­tualité. De même, les remarques qui avaient été faites par l'Or­ganisation syndicale CISL.

Pourquoi j'ai voulu rappeler ce processus? Au mois de juillet 1993 l'Association valdôtaine des opérateurs de police munici­pale, compte tenu du renouvellement de l'assemblée, a tout d'abord adressé un courrier à tous les conseillers régionaux, et par la suite a sollicité une rencontre sur ce thème, rencontre que la Présidence du Gouvernement a accordée et qui a eu comme résultat, également au mois d'octobre, une réunion avec les représentants des syndics, monsieur Ruffier, et le représen­tant de l'association des présidents des communautés de mon­tagne, monsieur Bois, en présence de monsieur Lexert qui re­présentait l'Association des opérateurs de police municipale.

Au cours de cette rencontre on a de nouveau souligné les diffé­rents thèmes qui sont liés à la modification de cette loi, à savoir qu'il s'agit de tenir compte ou de souligner ou de prendre en considération le fait que nous sommes en présence d'une compétence qui est communale. En deuxième lieu, qu'il faut tenir compte des dimensions des nos communes, et c'est un problème qui a toujours été mis en évidence, parce qu'il a des répercussions sur les fonctions qui doivent être exercées, sur l'organigramme de ces mêmes communes et donc sur les moyens financiers né­cessaires pour faire face à ces compétences, à ces fonctions et à cet organigramme.

Cela, simplement pour souligner ces différents problèmes et pour mettre en évidence la proposition qui avait été formulée à l'époque et que, en tant que Présidence du Gouvernement, nous avions adressée, suite à ces rencontres, au Président de l'asso­ciation valdôtaine des opérateurs de police municipale, à savoir l'exigence d'insérer ce problème dans le contexte général de ré­forme des collectivités locales, de façon à pouvoir s'appuyer sur un cadre général de référence tenant compte des questions fi­nancières, des questions liées au personnel et donc de l'organi­gramme, des rapports avec la Région, du système des collectivi­tés locales; en un mot, sur la nécessité de formuler une pro­position que l'on a définie "une 142 valdôtaine". A cet égard, nous avons constitué un groupe de travail, qui s'est réuni et se réunira à nouveau vendredi et, ayant terminé l'examen des questions qui ont été considérées comme les plus urgentes, il est à même, maintenant, de commencer l'examen de ces diffé­rents problèmes. Dans ce groupe il y a également des représen­tants des communautés de montagne, des représentants des secrétaires de mairie, pour examiner ces différents pro­blèmes et donner une réponse globale à ces exigences.

Par ailleurs, sur la base du projet de loi qui a été présenté par les représentants de la Ligue Nord, au sein de la Ière et de la IIème Commission il y a eu un débat - le fait que ces mêmes commissions n'ont pas exprimé un avis et que ce projet de loi est inscrit à l'attention du Conseil aux termes de l'article 28 n'est pas le fruit d'un manque de volonté de la part de ces commissions de s'exprimer à cet égard - mais il s'agit du résul­tat d'un accord qui a été trouvé au sein de ces mêmes commis­sions consistant a de renvoyer l'examen de ce projet de loi aux commissions, pour permettre que ce groupe de travail puisse l'insérer dans ce contexte d'ordre général, conformément aussi à la requête qui a été à nouveau formulée et formalisée à la fin du mois de mars par les représentants des communes et des communautés de montagne qui, par un courrier adressé au Président du Gouvernement, au Président du Conseil et aux Présidents des deux Commissions ont demandé que l'on suive cette procé­dure.

Pour toutes ces raisons je peux demander au groupe de la Ligue Nord, conformément à ce qui a été exprimé au sein des différentes Commissions, de bien vouloir le renvoyer à l'examen des Commissions, afin de permettre de l'insérer dans cet exa­men global des différents thèmes qui sont liés au fonctionne­ment et à l'organisation des collectivités locales valdôtaines.

Presidente - C'è una proposta di rinvio, sulla quale possono esprimersi un oratore a favore e uno contro. Considerato che la richiesta di rinvio è stata sufficientemente motivata da parte del Presiden­te della Giunta, il Consigliere Linty intende parlare contro? Ha chiesto la parola il Consigliere Linty.

Linty (LN) - Siccome ho a cuore questo problema, ritengo che posso fare un intervento non contro, ma a favore. Se da parte del Presidente della Giunta c'è una garanzia che questo problema della polizia locale, così come è stato formulato nella proposta di legge, quindi sicuramente suscettibile a variazioni, ma che altrimenti mi rendo conto che per una questione prettamente numerica non verrebbe approvato da questo Consiglio, se c'è una garan­zia, dicevo, da parte del Presidente della Giunta che in occasio­ne della prima riunione, o comunque in un termine ragionevole di tempo, venga sottoposto a questa commissione mista l'argo­mento così come espresso dal progetto di legge, credo che non ci sia nessun problema da parte mia a rinviare. Non credo sia il caso di andare alla votazione su questo, per correre poi il ri­schio che questo argomento venga, per qualsivoglia motivo, ac­cantonato o non più portato avanti.

Presidente - Ha chiesto la parola il Presidente della Giunta, Viérin Dino.

Viérin D. (UV) - Je peux rassurer monsieur Linty, ce n'est absolument pas pour une question de nombre; c'est vraiment pour pouvoir insérer, en partant de cette proposition, le problème dans ce contexte d'ordre général. Donc lors de la réunion du groupe mixte, quand il s'agira d'aborder le thème lié à la réor­ganisation des collectivités locales, ce sera ce document qui se­ra présenté comme une première suggestion en vue de trouver une solution et donc de donner une réponse à la nécessité de modifier la loi 47/89.

Presidente - Vista la disponibilità del presentatore, il disegno di legge n. 13 viene rinviato all'esame delle commissioni.

Il Consiglio prende atto, concordando sul rinvio della proposta di legge in oggetto all'esame della I e II Commissione consiliare permanente.