Resoconto integrale del dibattito dell'aula

Oggetto del Consiglio n. 667 del 4 maggio 1994 - Resoconto

OGGETTO N. 667/X - Approvazione del programma transitorio di lavori pubblici per l'anno 1994 e riferimento al triennio 1994/1996.

Deliberazione - Il Consiglio

Rilevato come il Programma di opere di pubblica utilità per l'anno 1994 abbia natura transitoria, poiché la nuova legge quadro n. 109 dell'11 febbraio 1994 in materia di opere pubbli­che, ha introdotto particolari criteri, tempi e modalità a cui de­vono uniformarsi tutte le Amministrazioni pubbliche nella ste­sura dei programmi di lavori pubblici da eseguire nell'ambito di un triennio.

Ricordato tuttavia che l'articolo 14 della legge 109/94, recante la disciplina della programmazione dei lavori pubblici, troverà effettiva applicazione solo con l'emanazione di un apposito re­golamento, ai sensi di quanto disposto dall'articolo 3 comma 6 lettera f) della legge citata.

Ribadito, quindi, che il Programma delle opere pubbliche per il 1994 dovrà in seguito uniformarsi a quanto verrà disposto dal Regolamento di attuazione dell'articolo 14 della legge 109/94.

Richiamato l'articolo 4 del Regolamento regionale 5 febbraio 1962 (Regolamento per l'esecuzione di servizi, di opere e di la­vori in economia);

Richiamata la legge 7 dicembre 1979 n. 66, articolo 1, lettera h);

Richiamata la legge 11 febbraio 1994 n. 109, articolo 3, comma 6 lettera f), articolo 8 e 14;

Visto il parere favorevole rilasciato dal Dirigente del Servizio Affari Generali ed Interventi Diretti dell'Assessorato dei Lavori Pubblici, ai sensi del combinato disposto dell'articolo 72 della legge regionale n. 18/1956 e successive modificazioni e dell'arti­colo 21 della legge regionale n. 18/1980 e successive modifica­zioni, in ordine alla legittimità della presente deliberazione;

Visto il parere della III Commissione consiliare permanente;

Delibera

? di approvare in via di massima il Programma transitorio di opere di pubblica utilità per l'anno 1994 di competenza dell'As­sessorato dei Lavori Pubblici,

? di delegare la Giunta regionale ad assumere, per le opere elencate, le decisioni relative all'approvazione dei progetti, all'appalto e all'esecuzione dei lavori, all'approvazione dei fi­nanziamenti ed alla liquidazione delle spese nei limiti degli stanziamenti dei capitoli di bilancio, per l'anno 1994;

? di autorizzare la Giunta regionale, ai sensi dell'articolo 4 del regolamento regionale 5 febbraio 1962, e successive modifica­zioni ed integrazioni, a derogare il limite massimo di spesa di cui al medesimo regolamento per l'esecuzione dei lavori in eco­nomia sino all'importo indicato nei singoli interventi previsti nel Programma;

? di rinviare a successiva deliberazione del Consiglio regionale l'approvazione del Programma definitivo per il triennio 1994?1996 ai sensi del combinato disposto dagli articolo 3 comma 6 lettera f) e 14, della legge 109/1994;

? di sottoporre la presente deliberazione al controllo della Commissione di Coordinamento per la Valle d'Aosta ai sensi e per gli effetti dell'articolo 1, lettera b) del decreto legislativo 13 febbraio 1993, n. 40, come corretto dal successivo 10 novembre 1993, n. 479.

Piano lavori - (...Omissis...)

Presidente - Ha chiesto la parola l'Assessore ai lavori pubblici, Ferrero.

Ferrero (Ass.tec.) - Ho chiesto alla Presidenza del Consiglio la possibilità che sia presente uno dei tre ingegneri capo dell'Assessorato ai lavori pubblici, l'ing. Freppa, per avere sul piano tecnico la necessaria assistenza, tenuto conto che il piano lavori, tradizionalmente anche quest'anno, è un documento complesso, contiene 183 in­terventi e 14 tabelle. Ringrazio la Presidenza per avermi con­sentito di usufruire di questa assistenza tecnica.

Rimane chiaro che la responsabilità politica ed amministrativa della proposta, che è sottoposta alla discussione e al voto del Consiglio, è mia e della Giunta.

C'è un ritardo di qualche settimana rispetto agli ultimi anni precedenti nella presentazione del piano lavori, e me ne dispia­ce: questo è dovuto ad una serie di motivi, in parte riconducibili all'Assessorato stesso, in parte al contesto esterno.

Al di là di questo ritardo di qualche settimana, mi pare che un primo problema da sottolineare in questa occasione (spero non più in futuro) sia che un piano lavori per l'anno in corso presen­tato quasi a metà anno pone un qualche problema di efficienza, di efficacia, di validità del documento stesso.

Vorrei sottolineare, in presentazione, alcuni elementi di metodo e di carattere politico più generale. Intanto mi corre l'obbligo di dare un senso a questa definizione, programma transitorio dei lavori pubblici, che è l'unica innovazione di carattere formale che contiene il programma di quest'anno rispetto al passato.

Il "transitorio" è legato all'entrata in vigore, agli inizi di marzo, della legge quadro sui lavori pubblici, la famosa legge "Merloni", e al fatto che una delle disposizioni importanti di quella legge riguarda proprio il programma delle opere pubbli­che degli enti come la Regione, i comuni, e così via.

La legge "Merloni" prevede su questo punto assai importante un rinvio al regolamento, che è in corso di elaborazione, quindi la pru­denza oltre che il rispetto del fatto che la legge "Merloni" è an­cora una legge di questa Repubblica, ha consigliato di dare questo carattere transitorio al programma di quest'anno.

Direi che, al di là della legge "Merloni" - e questa è una manifesta­zione di volontà politica - si rende necessario, urgente in qual­che maniera, prevedere la predisposizione di una legge regiona­le in materia di opere pubbliche, che senz'altro avrà come parte importante, direi capitale, delle proprie disposizioni, norme sulla programmazione delle opere pubbliche.

Chiarito il significato di questo aggettivo "transitorio", penso che sarebbe più corrispondente perlomeno alla volontà politica parlare piuttosto di programma di transizione, quindi al di là di questo aspetto di relativa provvisorietà, perché di transizione? Perché sono convinto che c'è una necessità a cui provvedere nei tempi più brevi di passare da un piano dei lavori pubblici, con­sistente essenzialmente in un elenco di opere, ad un vero e pro­prio programma di attività.

Credo che già in passato sia stato utile avere un programma, sia pure con questi limiti, di un elenco di opere previste nel corso dell'anno, e che sia utile averlo già in questa veste è dimostrato dal ruolo che gioca l'ela­borazione e poi l'esistenza di un programma di questo genere, prima di tutto per gli uffici regionali, per le amministrazioni lo­cali, per i comuni, per le comunità montane, per le imprese, e direi, da un punto di vista più in generale per i cittadini, come punto di riferimento di trasparenza e di manifestazione di vo­lontà di operare in questo settore dell'Amministrazione.

Quindi, già in passato credo sia stato utile e positivo che l'As­sessorato ai lavori pubblici presentasse un programma di que­sto genere. Certo, occorre migliorare, e in ogni caso sia la legge "Merloni", sia lo spirito a cui deve essere ispirata la legge re­gionale sulle opere pubbliche per quanto riguarda questo aspetto, porta a sottolineare tre problemi, fra gli altri.

Il primo problema riguarda il rapporto fra questo programma e il bilancio. Credo che il bilancio dell'Amministrazione regionale debba essere preso come un documento estremamente serio, come vero documento che esprime le scelte di carattere ammi­nistrativo di un ente come la Regione.

Ora, il vincolo di bilancio - che vuol dire semplicemente gli stanziamenti dei capitoli del bilancio relativi alle opere contenute nel programma - in passa­to non veniva rispettato per un motivo che sottolineo subito. C'è una novità ed è la prima novità che voglio sottolineare; quest'anno in detto programma c'è una coincidenza esatta (salvo una piccola differenza di ordine tecnico che, se necessa­rio, spiegherò) sul totale degli impegni dell'anno: il piano lavori riguarda opere per 51 miliardi all'incirca rispetto a stanzia­menti di bilancio nei capitoli corrispondenti per 50 miliardi e 350 milioni, sul triennio (per quanto riguarda il triennio si tratta solo di impegni indicativi) si ritrova anche qui una corri­spondenza, sono 214 miliardi impegnati nel piano lavori rispet­to ad uno stanziamento sul pluriennale 1994-1996 di 214 mi­liardi e qualcosa. Questo è il primo aspetto, cioè il rapporto fra il piano lavori e il bilancio.

É del tutto chiaro che le scelte politico-amministrative, che poi vengono esplicitate in questi elenchi di opere, vengono fatte a monte, vengono fatte al momento del bilancio, sulla base di una valutazione globale e d'insieme dell'attività regionale, delle di­sponibilità finanziarie e delle esigenze a cui far fronte.

Credo che sia essenziale già quest'anno avere un piano lavori che mantiene una qualche rigidità rispetto al bilancio. Introdu­cendo questo vincolo che rappresenta un elemento di rigidità - rigidità che, sottolineo, è prevista in maniera assoluta addirit­tura sul triennio dalla legge "Merloni", cioè stando al testo vi­gente della legge "Merloni" - i programmi di opere pubbliche devono avere carattere triennale e uno degli aspetti importanti è questo dell'accertamento sicuro delle disponibilità di bilancio sul triennio.

Il fatto di aver introdotto questo vincolo che dicevo rappresenta un elemento di rigidità, fa perdere qualcosa all'Amministrazione in termini di flessibilità di intervento, nel senso che è chiaro che se, come avveniva in passato, ho uno stanziamento di bilancio di 10 miliardi, prevedo opere per 30 miliardi su questo o quel campo sottosettore d'intervento, ho la possibilità, se mi viene a cadere per un qualche motivo un in­tervento previsto, di fare un altro degli interventi previsti in programma.

Questa flessibilità è un elemento senz'altro positi­vo, ma credo che, al di là di un certo limite, rappresenta uno svuotamento del significato, del carattere che deve avere la programmazione dei lavori da fare nel corso dell'anno e, a maggior ragione, nel corso del triennio.

Il secondo problema che voglio sottolineare è che sono inseriti interventi in qualche modo appaltabili nel corso dell'anno; va visto nella costruzione di queste tabelle che c'è una descrizione la più attualizzata possibile della procedura tecnico-ammini­strativa, sia per quanto riguarda la progettazione, sia per quanto riguarda la valutazione di impatto ambientale, sia per quanto riguarda le approvazioni di tipo amministrativo che ri­mangono. Cioè sono inseriti, nei limiti del possibile nel pro­gramma lavori, gli interventi che l'Amministrazione ritiene di poter fare, quindi appaltare nel corso dell'anno. Questa è un'altra delle caratteristiche dei programmi di lavori pubblici previste nella legge "Merloni", che secondo me è positiva e che va mantenuta, e che si lega ad un discorso più importante sulla progettazione, sulla vera esecutività dei progetti mandati in appalto dalle amministrazioni pubbliche. Su questo punto non c'è dubbio che il programma di quest'anno ha ancora dei limiti, è ancora largamente perfettibile.

Il terzo problema che voglio sottolineare, riguarda le priorità all'interno delle scelte di carattere globale e generale, stabilite in bilancio, ma le priorità degli interventi da fare. Anche qui bisognerà muoversi negli anni successivi in direzione di una previsione rigorosa delle priorità. E quando dico previsione ri­gorosa non intendo delle camicie di forza, delle gabbie entro cui ci si va a ficcare, ma una indicazione precisa dell'ordine di im­portanza degli interventi che si intende fare. Anche sotto que­sto terzo profilo il programma di quest'anno è ancora larga­mente perfettibile.

Ho sottolineato questi tre problemi: quello del rapporto con le scelte di bilancio, quello della progettazione, appaltabilità degli interventi, e quello delle priorità - ma altri si potrebbero sotto­lineare entrando di più nel merito -, perché mi pare che rappre­sentino delle esigenze alla base di un documento di questo ge­nere, se vogliamo che questo documento corrisponda non solo ad un'esigenza di rapidità degli interventi.

Il programma che viene approvato consente alla Giunta regionale di non tornare in Consiglio nel rendere operativi i singoli interventi; il che rappresenta sotto il profilo dell'efficienza e della rapidità degli interventi un notevole vantaggio per l'Amministrazione; però mi pare che il problema fondamentale di un programma di questo tipo sia quello della massima trasparenza, intesa non come puro fatto formale, ma come requisito per la creazione di consenso all'interno di una determinata comunità, e anche co­me requisito e condizione dell'efficienza e dell'efficacia dell'in­tervento pubblico.

Fatte queste osservazioni di carattere più generale, cosa c'è e cosa non c'è in questo programma? Intanto dico subito cosa non c'è. Dal punto di vista formale il programma ha l'impostazione degli anni passati, ed anche le tabelle di opere per tipologia d'intervento sono le stesse degli anni passati. Deve essere chia­ro che non c'è tutto ciò che l'Assessorato ai lavori pubblici fa; rimangono fuori importanti settori di intervento dell'Assesso­rato ai lavori pubblici, come ad esempio l'edilizia ricreativo-sportiva, che è un importante capitolo di bilancio, su cui il braccio armato dell'Amministrazione è l'Assessorato ai lavori pubblici; però è un capitolo di bilancio che non si ritrova qui, perché in questo caso si riferisce all'Assessorato al turismo. Stesso discorso per quanto riguarda i fabbricati industriali, che è un capitolo di bilancio che fa capo all'Assessorato all'indu­stria, anche se poi operativamente, in termini di appalti e di lavori, è gestito dai lavori pubblici.

Poi, per sottolineare quello che non c'è e che non c'è mai stato sulla base dello schema che ancora quest'anno si è continuato ad adottare, anche per evitare di discutere di cose che non c'entrano, sono previste le tabelle riguardo alle opere stradali, quindi strade o regionali o di interesse regionale, fra queste ad esempio la strada dell'Envers, che è uno degli interventi impor­tanti in materia di strade, non è inserito nel programma lavori perché è in qualche maniera una cosa a parte.

Per quanto riguarda invece quello che c'è, ci sono le 14 canoni­che tabelle - canoniche perché sono quelle che ci sono sempre state -, sono previsti 183 interventi, ripeto che la spesa sull'anno è di quasi 51 miliardi; dal punto di vista della forma, quindi al di là dei singoli interventi, l'innovazione, il cambia­mento, l'unico cambiamento consistente, riguarda la tabella N, da pagina 36 in avanti: "Costruzione opere a mezzo cantieri". Ho presentato quattro emendamenti e chiarisco immediata­mente di cosa si tratta: tre di questi emendamenti sono davvero di carattere formale, ci siamo accorti che le somme erano sba­gliate, si trattava di 4 milioni, però era importante poterle cor­reggere, e ci siamo anche accorti per merito del Consigliere Viérin, che un intervento previsto in una tabella era ripetuto due volte. Invece l'emendamento di maggiore sostanza riguarda i cantieri di lavoro: si tratta di interventi di una qualche consi­stenza, sono 5 miliardi complessivamente, e anche questo è do­vuto al Consigliere Viérin, non è una captatio benevolentiae, però è il risultato del lavoro fatto in commissione e dei tempi un po' più lunghi che abbiamo avuto. É stato possibile non solo prevedere, come sempre si è fatto, il comune di localizzazione del cantiere e non solo la cifra prevista in tabella, ma anche determinare l'opera che si intende realizzare, mentre in passa­to sotto quella casella oggetto dell'intervento era scritto: "Opera da determinare". Abbiamo potuto invece definire il tipo di in­tervento che si intende fare. L'emendamento sostanziale che viene presentato riguarda quindi la sostituzione di questa ta­bella sui cantieri.

Credo di poter concludere, per accingermi ad ascoltare gli in­terventi dei consiglieri regionali, le richieste di chiarimento, le osservazioni anche puntuali, sottolineando che siamo stati due volte nella competente commissione consiliare, rischiando di tardare un po', perché mi sembrava che fosse opportuno avere un confronto ravvicinato e puntuale, per quanto possibile, an­che sui singoli interventi previsti. Quanto al contenuto - come vedete, ho parlato della metodologia e di alcuni aspetti di carat­tere più generale -, i singoli interventi previsti rispondono ai criteri che ho detto e ad una scelta dell'Amministrazione, dell'Assessore e della Giunta, la scelta fondata sulle esigenze riconosciute e sulle richieste avanzate e su valutazioni di carat­tere politico-amministrativo. Mi auguro che il dibattito su un documento così importante colga, per quanto possibile, le novi­tà di metodo presenti in questo documento, pur riconoscendo io stesso i limiti che ancora un documento di questo tipo ha, e so­prattutto che il dibattito, in una sede come questa, sia centrato, se possibile, sul significato complessivo del documento e degli interventi.

Presidente - Dichiaro aperta la discussione generale. Ha chiesto la parola il Consigliere Tibaldi.

Tibaldi (LN) - Limito il mio intervento a considerazioni di natura politica, an­che perché non ho assolutamente le necessarie competenze per sviscerare ed analizzare questo documento da un punto di vista tecnico.

Parto dall'illustrazione che ha fatto lo stesso Assessore ai lavori pubblici. Mi è parsa una sorta di analisi al contrario, nel senso che sono stati sottolineati forse più i punti deboli di questo pia­no, piuttosto che i punti di pregio, i meriti. Abbiamo ascoltato attentamente il concetto di transitorietà di questo piano, quello della flessibilità che sotto un certo profilo, se vogliamo, ne svili­sce la natura, ciò che non c'è e così via. Mi pare che l'Assessore abbia teso a sottolineare quelle che sono un po' le carenze, i punti deboli del piano. Quindi dalla sua argomentazione e da quello che adesso dirò io, mi pare di capire che venga un po' meno forse la credibilità di questo documento; sembra quasi che oggi siamo chiamati ad approvare un piano che potrebbe essere paragonato ad un colosso con i piedi di argilla.

Allora, la prima obiezione che si può fare e che è stata fatta dallo stesso Assessore, è come mai il piano viene portato sola­mente oggi in Consiglio. Il piano è triennale, il piano prevede comunque anche degli interventi che devono essere fatti nel corso di quest'anno, praticamente ci siamo giocati un semestre; il piano forse doveva essere previsto a fine 1993 o, al massimo, per i primi mesi del 1994. Si tratta di un documento program­matico, si tratta di un documento che è transitorio, che è fles­sibile, che è suscettibile di modifica; quindi oggi siamo chiamati a giudicare un documento che ha bruciato già il primo seme­stre. La legge n. 109, la legge "Merloni", potrebbe essere una scusante se vogliamo, ma non è una scusante sufficiente, anche perché comunque l'efficacia di questo piano è notevolmente ri­dimensionata, specialmente per l'anno in corso.

É ovvio che questa carenza e questi ritardi nella programma­zione da parte della Regione si riflettono inevitabilmente e gra­vemente sulla categoria produttiva interessata, in questo caso gli imprenditori edili. Se la Regione non è in grado di fare pro­grammazione, di conseguenza gli imprenditori edili, che sono una categoria fortemente Regione-dipendente, non sono in gra­do neppure loro di programmare; quindi hanno una situazione d'incertezza, hanno un futuro che non è prevedibile a breve o a medio termine, e tutto questo disagio si riflette sui livelli occu­pazionali e sulla crisi del settore, che mi sembra già partico­larmente acuta.

Un'altra osservazione è che questo piano mi pare sia sostan­zialmente redatto "a tavolino", nel senso che sì, saranno state convocate le commissioni consiliari competenti, però non mi ri­sulta siano state convocate le categorie direttamente interessa­te e, quindi, gli edili. Ripeto, si tratta di un comparto in stato di emergenza; mi pare che lo stesso Assessore abbia deciso in se­guito alle ultime vicissitudini che ci sono state, promosse dagli edili, di governare l'emergenza insieme, e di fronte ad un do­cumento che dovrebbe servire ad attenuare - se non ad elimi­nare - questo status di crisi, le categorie interessate non sono state chiamate, non voglio dire al tavolo delle trattative, ma almeno consultate con un parere facoltativo, con indicazioni anche molto generiche e molto ampie. Secondo me, era comun­que opportuno sentirle. Teniamo sempre presente che il com­parto edile in Valle d'Aosta dà lavoro a circa 6000 persone fra diretto e indotto, quindi non mi sembra assolutamente che questo settore economico debba essere trascurato. D'altronde, e questo è un impegno programmatico anche della maggioranza nell'ultimo documento che ha approvato in seguito alla verifica politica che è stata effettuata fra le forze politiche che le appar­tengono, l'impegno è quello di cercare di dare un po' di ossigeno ad un settore economico che versa in uno stato di crisi piuttosto grave.

Quanto al contenuto, guardandolo sommariamente perché, ri­peto, non posso fare valutazioni analitiche anche perché biso­gna essere del mestiere, conoscere un attimo nel dettaglio qual è la situazione, quali sono le esigenze, quali sono le iniziative che sono state promosse da tempo, e quali sono invece quelle in via di promozione, si tratta di un piano fantastico sotto un certo profilo, perché il grosso volume di affari che è stato previsto potrebbe costituire una sorta di "specchietto per le allodole". Cioè, presentato ai profani, a coloro che magari non riescono a leggerlo sotto un certo profilo, con un certo occhio critico, tutti questi soldi che vengono stanziati in questo triennio possono far pensare bene, che effettivamente la volontà della Regione sia quella di rilanciare tale settore. In realtà, sembra che più che di volontà politica concreta si tratti di uno "specchietto per le allodole", cioè di una nuvola di fumo, anche perché se guar­diamo gli interventi programmati per il 1994, sono circa 34 mi­liardi su 153 nel triennio....

(...interruzione dell'Assessore Ferrero...)

...ah, ecco, 50 miliardi su 215; sostanzialmente volevo fare un ragionamento sul dato percentuale, sulla proporzione che c'è fra l'impegno annuale nel 1994 e l'impegno triennale: mi sem­bra che sia abbastanza sproporzionato, su 220 miliardi forse la ripartizione per essere più credibile avrebbe dovuto essere di diversa natura, cioè frazionata non dico un terzo, un terzo e un terzo, ma grosso modo avrebbero dovuto essere rispettate de­terminate proporzioni matematiche.

Un'altra osservazione che si può capire leggendo le tabelle è che gran parte del piano non sarà comunque attuabile a breve e a medio termine. Dalla documentazione amministrativa che qui è stata accuratamente ripartita in interventi di un tipo o di un altro tipo, si vede che molta documentazione non è stata ac­quisita, ossia bisogna ancora raccogliere elementi tipo conces­sioni edilizie, disponibilità dei terreni, autorizzazioni e pareri vari, e così via. Questo significa che tutti questi lavori che qui sono iscritti, ma che hanno quella letterina "a" dove si parla di documentazione amministrativa, nel settore di situazione e procedura tecnico-amministrativa, significa che non possono essere appaltati nell'anno. Conosciamo tutti quali sono le pro­cedure di appalto; alcuni di questi progetti non saranno pronti prima di 6-8 mesi, e poi ci sono i soliti tempi tecnici della mac­china amministrativa che rallentano ulteriormente, quindi fanno slittare quella che è una previsione al prossimo anno, se non più in là.

Un'altra osservazione che si può fare è che tutti gli assessori, bene o male, hanno giacenti decine di progetti, che sono com­pleti, finiti, ai quali si è pronti per dare esecuzione; tuttavia, in questo piano ci sono molti progetti incompleti, quasi che una sorta di strategia della Regione fosse quella di far fare tanti progetti, poi magari buona parte metterli nei cassetti ed atti­varne degli altri, così per creare una sorta di illusione in chi poi si deve imbattere in questi appalti pubblici. Ci sono progetti in­fatti, ed ho segnalato la pagina 4 A, dei quali si parla da diversi anni. Ad esempio, c'è il progetto per la costruzione della galle­ria paravalanghe a Rhêmes per la quale, un anno fa, addirittu­ra era uscito il bando; tuttavia, è ancora lì iscritto, è ancora nelle more burocratiche, e così via.

Quindi si tratta sostanzialmente di una programmazione che in parte è già ritardata, una programmazione che non potrà esse­re in buona parte attuata nel corso dell'anno; si tratta di una programmazione che, se vogliamo, è inutile perché il primo se­mestre è praticamente scaduto, se consideriamo che oggi verrà approvato. Ci saranno poi i tempi per la verifica da parte della Commissione di Coordinamento, per cui arriviamo a fine mag­gio. I primi mesi dell'anno sono andati persi.

Una cosa che l'Assessore non ha sottolineato è la possibilità di poter utilizzare uno strumento per accelerare, per venire incon­tro a questi disagi che senz'altro creerà l'attuazione di questo piano, uno strumento che è messo a disposizione dalla stessa legge 109, all'articolo 7, che è la conferenza di servizi. Si può sintetizzare l'iter amministrativo, che prevede l'intervento di tutte le parti amministrative interessate per sveltire la mac­china burocratica, quindi anzitutto per avere un servizio pub­blico più efficiente e più tempestivo, e poi per venire incontro concretamente, e non solo a parole, a quelle che sono le esigen­ze di questo settore già penalizzato. In questo senso l'istitu­zione di una conferenza di servizi anche periodica, quindi con­vocata ad una cadenza programmata, sia su pacchetti di lavori minori sia su grandi opere, potrebbe alleviare già i disagi che, come è stato sottolineato dallo stesso Assessore, può produrre il piano. D'altronde, si tratta di una procedura che è già stata utilizzata nei confronti della RAV, in particolare dello svincolo di Aymavilles, e mi sembra che la soluzione si sia dimostrata positiva.

Tutte queste perplessità le ritengo abbastanza importanti e ab­bastanza fondate, sono scevre da qualsiasi spunto polemico nei confronti di quella che è stata una scelta amministrativa e una scelta politica, però sono considerazioni che incidono pesante­mente su quella che potrà essere la credibilità e l'attuabilità di questo piano.

Presidente - Ha chiesto la parola il Consigliere Bich.

Bich (APA) - Grazie, signor Presidente, per un intervento brevissimo che non vuole entrare neppure tanto nelle pieghe di questo docu­mento, che mi sembra pregevole e ben scritto. Vorrei fare solo alcune osservazioni di carattere generale.

Mi sembrano rilevanti ed interessanti le considerazioni che fa­ceva l'altro giorno in televisione il Deputato Verde Matteoli, il quale si interrogava sulla differenza fra una politica "verde-verde" e una politica "verde-Berlusconi". Nel rispondersi il De­putato diceva una cosa interessantissima: che la politica "verde-verde" è quella della riappropriazione della città e va in uno standard europeo. Partendo dalla considerazione che la città oggi è molto slabbrata, molto invivibile, molto repulsiva nell'associazionismo umano, una politica ambientalista incide soprattutto nell'ambiente più repulsivo, che è la città. Se si vuole fare una politica europea - diceva questo Deputato - come stanno facendo in altre città importanti, si deve andare nella direzione di riappropriarsi della città non in senso politico ma in senso ambientalista, quindi nel senso della vivibilità della città.

Invece il "verde-Berlusconi" è quello delle grandi opere, e il De­putato esemplificava: il ponte sullo stretto, l'alta velocità a tutti i costi fatta in un certo modo e con certe opere, la cementifica­zione che sarà 30 volte maggiore dei parametri degli standard europei.

Allora se io dovesse calare in queste due realtà, citate da Mat­teoli, il programma dei lavori, non saprei quale scegliere: mi sembra che sia più tendente al "verde-Berlusconi", perché ci sono tante opere e tanto cemento.

Quel che mi sento invece di sottolineare è che nella direzione della città ci va poco, e mi ri­ferisco in modo particolare all'area urbana più importante che è Aosta. Noi abbiamo "assato" - e intendo gli ex amministratori comunali di Aosta che qui sono presenti massicciamente - que­sta politica di riqualificazione della città su alcune opere, una delle opere principali era l'acquedotto del Monte Bianco, non per bere l'acqua di Fréboudze e Peutérey, splendide polle sorgi­ve alle pendici del Monte Bianco, che tutti vorrebbero bere, an­che quelli di Courmayeur, ma perché era importantissimo evi­tare l'approvvigionamento idrico della città di Aosta e di parte dei comuni collegati con il sistema dei pozzi.

Chiedo all'Assessore che fine ha fatto l'acquedotto del Monte Bianco e se possiamo farlo entrare - non lo dico polemicamente, perché poi alla fine voterò con entusiasmo - in questo triennio per dare un segnale di vita in quella direzione.

Il secondo punto che mi sembra importante, dal momento che quest'autunno entrerà in funzione la tangenziale sud di Aosta e quindi ci sarà lo spostamento del grande flusso di traffico della viabilità soprattutto internazionale sia verso la tangenziale sud, sia verso la tangenziale nord, e la ritrasformazione della via Parigi - via Roma in una strada di gronda, riguarda una serie di opere che razionalizzano meglio la viabilità di Aosta, in questo momento inceppata e assolutamente non scorrevole e molto inquinante, e la distribuzione del traffico secondario in città. Mi riferisco, in particolare, allo svincolo via Roma - strada regionale verso Roisan, e una serie di altre strade; qui vedo, per fortuna, che è presente l'allargamento della strada regionale per Arpuilles.

Il terzo punto era un punto annoso, e mi ricordo, sempre per citare un Verde, ma un "verde-verde" locale questa volta, Ric­carand, che ogni volta che si parlava - non in questa sede ma in altre sedi - di ristrutturazione di edifici pubblici sollevava una canea terribile.

Riccarand chiedeva ogni volta dov'era il pro­gramma, e giustamente, voleva sapere dove si intendeva allo­care gli edifici pubblici non solo in Aosta, ma nel circondario. Ed era saltata fuori la visione secondo Bich-Rollandin (Bich che allora era il sindaco...), avevamo visto Villa Brezzi che faceva questo, la Casa impiegati che faceva quello, era saltato fuori un documento del genere ed era stato esplosivo, e dove c'erano delle indicazioni precise.

Adesso qui vedo che vengono messi degli interessantissimi in­terventi, dei finanziamenti straordinari tipo la Casa impiegati, ma anche questo non c'è; faccio eco a quello che diceva Ricca­rand allora, non per fare opposizione, ma perché è urgente de­finire un programma della collocazione degli edifici pubblici, in accordo fra l'altro con i comuni, perché non è che si possa fare solo d'imperio alla Regione, calandolo lì come una stilettata. É importante e urgente fare una specie di piano regolatore, anzi chiamiamolo proprio il piano regolatore degli edifici pubblici ad Aosta e circondari, e in questo caso far rientrare successiva­mente gli stanziamenti. Qui ci sono 11 miliardi Casa impiegati, Assessorato ai lavori pubblici; mi sta benissimo per carità, ma ci sono altre problematiche che non vengono affrontate. Accor­pamento uffici finanziari, ad esempio, è un fatto importante ma non viene neppure affrontato. Qui c'è ristrutturazione Ufficio IVA, eccetera, ma queste sono ristrutturazioni tampone, che coprono le necessità di mettere a norma certi edifici e basta, non viene risolto il problema di fondo.

E siamo ancora sul vecchio impianto della dislocazione degli uffici pubblic, secondo la strategia che c'era allora. Non so quale sia il nuovo piano regolatore, se sia compatibile con la dislocazione di allora; allora si prevedeva il grande asse attrez­zato di via Festaz, sul quale gravitavano quasi tutti gli edifici pubblici della città, e si restava su quella visione lì. Adesso mi sembra che il piano regolatore di Aosta abbia capovolto certi criteri e una certa filosofia, ed andiamo a potenziare invece proprio la dislocazione degli edifici pubblici secondo il vecchio criterio. Non so se questo è compatibile; quindi anche una pic­cola risposta su questo sarebbe necessaria e importante.

Sono tre rilievi che mi sentivo di fare, sono tre domande più che altro: che fine ha fatto l'acquedotto del Monte Bianco; viabilità di fondovalle su strade di gronda, non solo via Roma - via Pa­rigi, ci sono poi le strade di gronda a sud, via Paravera, che doveva essere collegata con via Clavalité fino a Regione Sogno, per intenderci, che è una strada di gronda sud; infine, edifici pubblici regionali, edifici comunali e di interesse pubblico dello Stato.

Per me è indispensabile avere una visione precisa su questi aspetti; diversamente, andiamo a finanziare dei settori che poi verranno messi fuori gioco da scelte urbanistiche che stanno maturando e che non sono collegate e coordinate con questo do­cumento.

Quindi, voto favorevole, con preghiera di tenere conto di questi aspetti e, se gradisce l'Assessore, di darci una risposta precisa su questi argomenti.

Presidente - Ha chiesto la parola il Vicepresidente Viérin Marco.

Viérin M. (PpVA) - Diciamo che il mio intervento sarà di ordine sia politico che amministrativo, però a livello amministrativo avevo già portato il mio contributo in commissione (ringrazio l'Assessore Ferrero per averlo ricordato), dove avevo rilevato alcune incongruità. Oggi analizzerei più l'aspetto politico, perché questo piano chiaramente deve avere un rilievo politico, in quanto sono scelte che vengono fatte e devono rispondere alla volontà di qualcuno: prima, alla volontà della Giunta e dell'Assessore ai lavori pubblici che le propone; in seguito, alla volontà di questo Consiglio che, eventualmente, le approverà.

Ritengo che stiamo proseguendo con i vecchi metodi, perché l'Assessore ha detto "previsione rigorosa soprattutto sulle priorità", ma questo non è avvenuto e lo vedremo in seguito prendendo alcuni esempi dalle tabelle che abbiamo in mano, proprio perché ritengo che quando si devono far notare alcune incongruenze bisogna andare direttamente sugli atti che si hanno alla mano, altrimenti non si potrebbe capire alcuna cosa.

Una delle motivazioni per cui ci tengo a dire che stiamo conti­nuando con i vecchi metodi si basa sul fatto che queste previ­sioni di impegno finanziario nel triennio 1994-1996 non po­tranno sicuramente essere reali; infatti la domanda che tutti ci poniamo è se i futuri bilanci di questa Regione sotto l'aspetto finanziario rimarranno tali, oppure no. Ma a questa domanda tutti rispondiamo che sicuramente non verrà aumentato il li­vello di disponibilità finanziaria, che non potremo sicuramente avere più disponibilità di quelle attuali. Quando vedo un totale per il 1994 di 50 miliardi circa e un totale per il triennio di 214 miliardi, devo ritenere che, sotto un aspetto matematico, nei prossimi due anni devo prevedere una spesa di 164 miliardi, che diviso per due fanno 82 miliardi anziché 50. Quindi questi 32 miliardi nei prossimi anni, cioè nel 1995 e nel 1996, da quali altri capitoli li prevederò e a scapito di che cosa?

Questo è un primo rilievo, perché sicuramente non avremo maggiori introiti, a livello di bilancio.

Secondo aspetto: non si sono fatte scelte precise da parte di quest'Amministrazione regionale, perché si può dire un po' di tutto e per tutti. Vediamo delle voci che coprono tutto un arco­baleno di problemi, ma alla fine non vediamo la volontà di ri­solverne in maniera definitiva nessuno.

Ad esempio, prendiamo le priorità, la tabella L e la tabella O. Alla tabella L, "Costruzione e sistemazione acquedotti", si prevedono 2 mi­liardi per quest'anno e solo 10 miliardi per il triennio; mi ricol­lego a quanto diceva Bich: l'acquedotto del Monte Bianco dove sta? Alla tabella O, "Costruzioni collettori fognanti e impianti di depurazione", si prevedono 2,5 miliardi per quest'anno e 13,5 miliardi per il triennio. Ora, spendere 23 miliardi circa in que­sto triennio per delle opere come gli acquedotti, sistemazione e costruzione, e impianti di depurazione e collettori fognanti, problemi che attualmente sono i più grossi sul territorio, sia per la popolazione che per le amministrazioni locali, mentre andiamo di nuovo a spendere quasi 52 miliardi di opere stra­dali (40 miliardi diretti e 12 miliardi a mezzo di opere in eco­nomia) cioè più del doppio rispetto a acquedotti, fognature, impianti di depurazione e così via, cose che sono vitali soprat­tutto con i tempi che corriamo e con le leggi che ci sono, non credo sia del tutto equo e sia una scelta molto precisa e di indi­rizzo.

Terzo aspetto: per la maggior parte degli interventi previsti, e qui mi aveva già anticipato il Consigliere Tibaldi, non è ancora stata acquisita nessuna documentazione amministrativa. In­fatti nella tabella vediamo che nella colonna preposta non ab­biamo né l'approvazione del progetto della Giunta regionale già disponibile, né la concessione edilizia già disponibile, né la di­sponibilità dei terreni già disponibile, né le autorizzazioni di pareri vari già disponibili; questi li abbiamo nella colonna pre­posta alle autorizzazioni che si devono avere per poter dare attuazione a questi progetti, e quindi in maniera reale, se non altro per impegnare la spesa.

Ora le conclusioni di carattere generale quali possono essere? Posso dire la stessa cosa che ha detto il collega Tibaldi, mi sem­bra un piano redatto "a tavolino"; non può essere neanche uno "specchio per le allodole", caro Tibaldi, perché se andiamo a ve­dere il programma del 1993 per il triennio 1993-1995, abbiamo che in quel programma c'erano 102 miliardi per l'anno di com­petenza e 353 miliardi per il triennio; quindi, chiaramente, se gli imprenditori o le categorie interessate andavano a vedere il riferimento dell'anno 1993, sperando magari nel 1993 sullo "specchio per le allodole", quest'anno sicuramente non lo po­tranno fare. Magari spereranno sullo "specchio per le mo­sche"...ma quello lo vedremo dopo.

Queste le considerazioni di carattere generale. Poi volevo fare alcune annotazioni, e non entrerò in merito alla strada dell'En­vers, di cui abbiamo già discusso in commissione e abbiamo de­finito com'è l'iter di quella strada. Invece sulla tabella A, "Opere stradali", il numero d'ordine 16 dice espressamente: "Costruzione della strada di Turlin fra i comuni di Gressan e Aymavilles e strada fra Ozein e la SS 507". Fin qui mi potrebbe andare bene; vedo che c'è una previsione di 1,6 miliardi con 800 milioni di spesa per il 1994. Poi c'è un errore, perché nella co­lonna 15 dovrebbe essere riportato 1,6 anziché 800, cioè do­vrebbe essere il totale della spesa. Ma quella è una cosa relati­va. Dicevo, il punto 16 non è altro che un collage con un nume­ro d'ordine, 27, perché al numero d'ordine 27 leggiamo di nuo­vo: "Costruzione della strada di Turlin fra i Comuni di Gressan e Aymavilles"; però qui vediamo un investimento da realizzare solo per il triennio per 1,2 miliardi. Da qui la prima domanda: se è un documento di trasparenza e di correttezza, questo punto dovrebbe essere unificato, perché se la strada è la stessa e sono due tronchi diversi, nello specchietto andrebbe messo in maniera univoca, dove si dovrebbe riportare il totale degli in­vestimenti da realizzare nel triennio e poi la cifra da spendere nell'anno 1994.

Ma entriamo ancora in maniera più profonda su quest'opera. Da quello che mi risulta - e chiedo all'Assessore che poi mi dia conferma di questo - questa è una strada che è già partita 20 anni fa o giù di lì, dove abbiamo fatto alcuni tronchi; quindi gradirei sapere qual è la spesa fino ad oggi sostenuta dall'Amministrazione regionale in merito a quell'idea di colle­gamento fra Ozein e Pila, tanto per essere chiari, perché se con questi due tronchi previsti su questo piano lavori è previsto di arrivare a circa metà dell'opera, gradirei sapere quanto ci è co­stata fino ad oggi, aggiungendo questi tre miliardi, facendo un conto di quanto costa metà di tale opera, sapendo così quanto ci costerà nei futuri anni per ultimare quell'opera. Sempre per correttezza, su questo specchietto si doveva riportare il totale dell'opera già realizzata - o da realizzare - e che cosa si prevede in futuro, perché se quest'opera mi costa alla fine 30-40 mi­liardi e ne avrò ancora per dieci anni, vorrei sapere il rapporto costi-benefici per un collegamento fra Ozein e Pila. Vorrei sape­re che benefici abbiamo in questo momento per un collegamen­to di tale tipo. Se si è sbagliato in passato, evitiamo di conti­nuare, perché penso che le casse della Regione sempre più avranno bisogno di un'attenta analisi sulla spesa.

Andando avanti sulla tabella C, che riguarda la sistemazione di frane, qui abbiamo un classico esempio di collages figurativi - quello che chiamavo prima lo "specchio per le mosche" - che applicati alla sostanza non rendono funzionale l'operatività dell'Amministrazione e degli uffici. Ci risulta che sono nume­rosi i progetti già consegnati all'Amministrazione regionale su questi temi e precisamente sulle frane; questi professionisti, oltretutto, sono già stati liquidati per il lavoro svolto e chiara­mente queste parcelle non sono parcelle di 10 milioni, ma la lo­ro somma ammonta a qualche centinaia di milioni. Ora di questi progetti cosa ce ne faremo? Oltretutto sono ormai sor­passati, e verranno superati proprio dal tempo; quindi a cosa è servito fare queste scelte di commissionare il progetto e poi de­cidere cosa fare? Progetti già eseguiti e già a disposizione dell'Amministrazione da alcuni anni o da un anno, fra 3-4 anni li vedremo spuntare magari nel piano triennale del 2000-2003. A questo punto forse è meglio nel settore delle frane operare, in futuro, in altra maniera, cioè fare subito delle scelte o dei lavori tampone per garantire due cose: prima di tutto la sicurezza, poi riflettere su quelle zone per le quali è meglio fare un progetto definitivo, e poi ultimare i lavori, in modo che non abbiamo ul­teriori spese per progetti che rimangono negli archivi della Re­gione, che però sono stati pagati con i soldi pubblici, e non ser­viranno più a niente. La dimostrazione viene adesso, perché tutti quei progetti li abbiamo già lì e sicuramente dovremo ri­vederli, con altre spese per i professionisti. Infine, occorre de­finire le priorità in maniera più oculata.

Sul discorso invece matematico di questa tabella, abbiamo che quest'anno spendiamo 3 miliardi per gli interventi e 16 miliardi per il triennio, mentre nel 1993 abbiamo speso 5,5 miliardi e 24,5 miliardi per il triennio. In maniera specifica quest'anno si va a rivedere la famosa frana inserita al numero d'ordine n. 1, che è quella di Pré-Saint-Didier. Questo problema è nato agli inizi degli anni '80, causando purtroppo dei danni notevoli, e crea un elevato rischio all'abitato di Pré-Saint-Didier; nel 1990 dopo che la Commissione dei grandi rischi del Ministero della protezione civile aveva fatto un sopralluogo direttamente sul posto, solo allora l'Amministrazione regionale si era mossa ed aveva fatto dei lavori per parecchi miliardi. Ora, anziché ulti­mare e definire la cosa, vedo uno stanziamento per 215 milioni; vorrei sapere che lavori si possono fare con 215 milioni quando i lavori da fare sono pari a 6 miliardi. A questo punto è uno "specchietto per le mosche": si mettono 215 milioni lì, baste­ranno bene o male a liquidare i professionisti. Non lo so, è una domanda che mi pongo, perché se questi 215 milioni sono solo lì per liquidare i professionisti, la cosa è ancora più grave.

Sempre sulla stessa pagina, che è la 13C, c'è quella di Fiernaz, che più o meno ha una storia identica a quella di Pré-Saint-Didier, perché è nata nel 1983: i lavori sono stati fatti nel 1985-1990, e adesso mettiamo 100 milioni per quest'anno e 100 mi­lioni per il triennio; vorrei sapere nel triennio cosa si farà con 100 milioni. Allora, non è meglio, anche qui, e concordo con qu­anto ha detto l'Assessore all'inizio, fare previsioni rigorose nelle priorità? Diamo priorità a una o due di queste frane e andiamo fino in fondo, altrimenti saranno cantieri aperti al pubblico per anni e anni. Almeno, se non altro, qualcuno lo ultimiamo, altri li rivedremo in seguito e, rispetto a problemi di sicurezza, da­remo alcune priorità.

Andiamo alla tabella D, all'ordine n. 6, "Palazzine ex Montefi­bre": qui avevamo già fatto un dibattito se conveniva oppure no acquisire nel patrimonio immobiliare della Regione tali palaz­zine e ora oltre al costo d'acquisto vediamo quasi 10 miliardi di lire per la ristrutturazione; mi pare che la volontà sia emersa per spostare momentaneamente alcune scuole della zona per poter ristrutturare le altre palazzine di quelle scuole. Qui arri­veremo ad un costo di venti miliardi circa per fare quell'opera­zione, quindi è sempre più evidente che quell'operazione non andava fatta.

Al numero d'ordine 9 invece abbiamo una cosa interessante: "Costruzione palestra comunale scolastica". A prescindere dal fare oppure no quest'opera, c'è un altro motivo di fondo; qui c'e­ra una progettazione fatta dal comune, e riferita a leggi nazio­nali, che davano un contributo all'Amministrazione regionale, precisamente la legge statale 488/86 e sostituita con la legge 330/89. Oggi dopo il benestare avuto dalla Cassa DD.PP. in data 16 ottobre 1991 per un finanziamento a carico dello Stato di circa 1 miliardo, questo finanziamento è andato perso perché scadrà nell'ottobre 1994, e noi per l'ottobre 1994 non riusciremo a fare l'inizio lavori di questa struttura, sicuramente non riu­sciremo. E qui c'è una responsabilità della Giunta, perché la proposta è arrivata alla Giunta tempo fa e la Giunta non l'ha approvata, e solo oggi la mette nel piano lavori di quest'anno e nel triennio 1994-1996. Forse per un domani avere una giusti­ficazione che il finanziamento statale non è arrivato non per colpa del ritardo della Giunta, ma per colpa di altri enti: il co­mune, ad esempio? Direi di no, perché il comune quando la leg­ge "Merloni" non c'era ancora, aveva già dato tutto quanto do­vuto all'Amministrazione regionale per poter procedere all'ap­palto. Questo non è stato fatto, quindi sicuramente quest'opera nel 1995 potremo riscontrare che non verrà eseguita perché non c'è stato l'adeguamento progettuale, perché non ci sono stati i tempi necessari per poterlo fare; risultato: perderemo un miliardo a carico dello Stato.

Alla tabella G, "Ristrutturazione locali ed uffici", abbiamo i punti 3 e 4 che sono, uno, il completamento di un immobile di Saint-Christophe dell'Assessorato all'agricoltura, l'altro, 11 mi­liardi del fabbricato attuale dell'Assessorato ai lavori pubblici, dove c'è adesso anche l'Assessorato all'ambiente e trasporti. Qui quello che ha detto Bich prima si evidenzia in maniera molto particolare, cioè non c'è un piano preciso su cosa fare del patrimonio immobiliare della Regione. Continuiamo a mettere delle previsioni di spesa nei trienni per decine di miliardi e, alla fine, avremo un mare di uffici e di costruzioni di proprietà regionale, senza avere eseguito o predisposto un piano definiti­vo di cosa farne.

La tabella H chiarisce bene quanto ho detto poc'anzi, cioè que­sta confusione nel fare le scelte in merito alle proprietà im­mobiliari. Abbiamo, al numero d'ordine 3 "Lavori di completa­mento delle autorimesse regionali di Plan Félinaz", 450 milioni d'impegno per il triennio e 180 milioni per quest'anno. In commissione mi è stato detto: rampe di accesso e aree verdi; sono andato a fare un sopralluogo di persona in quei luoghi ed ho visto alcune cose che sono deleterie ed anche pericolose per l'Amministrazione regionale. Abbiamo in quei luoghi un pro­blema di fumo, un problema quindi che riguarda anche l'USL, in quanto quei garages interrati utilizzati in quella maniera, sono una ciminiera chiusa, non aperta. Pensate un po' in una ciminiera chiusa chi ci deve lavorare cosa deve fare e cosa gli può succedere. É vero, in commissione mi è stato detto che ci sono degli impianti di aspirazione, ma io sono andato a vedere di che tipo di impianti si tratta. Abbiamo dei tubi che si devono inserire nel tubo di scappamento del camion e quindi impedi­scono di far qualsiasi manovra, perché mentre si fa manovra non si può tenere un tubo di 2 metri attaccato al tubo di scap­pamento del camion. Manca completamente la struttura del la­vaggio automezzi, che già in passato era preventivato di fare. Ricordo che gli automezzi devono essere lavati quotidiana­mente quando si arriva dal lavoro svolto sulle strade, e questo non lo si può fare, o se lo si fa, lo si fa a rischio e pericolo dell'amministratore e dell'operaio. Sono le leggi che dicono questo in maniera molto chiara. Quindi siamo in assenza di un'area di lavaggio degli automezzi, e tutti i materiali acidi che si usano per il lavaggio dove vanno a finire? Pertanto ad oggi abbiamo problemi legali e di inquinamento.

Quindi vorrei chiedere all'Assessore se con questi 450 milioni si faranno opere prioritarie per la salute dei dipendenti o si è ri­masti sulle posizioni assunte in Commissione.

La tabella N ha un senso politico, ringrazio l'Assessore per aver voluto mettere in maniera molto chiara a cosa sono destinati questi 250 milioni al colpo che, fino ad oggi, erano senza indi­cazioni chiare. Queste opere in economia però sono circa 5 mi­liardi ed avevo detto in commissione che questi sono finanzia­menti che aggirano in maniera indiretta i finanziamenti ai co­muni. Abbiamo più o meno sempre gli stessi comuni che utiliz­zano questi fondi e basti pensare cosa significa per un comune 250 milioni o, come ho visto per alcuni comuni 400 milioni ad esercizio finanziario.

E tutte queste opere sono soprattutto strade, perché potrei capire acquedotti, fognature, però quando vedo al 95 percento strade, dico che anche altri 5 miliardi di questo programma vanno sulle strade.

Se strade si vogliono fare, e mi è stato risposto: "Si è sempre fatto così", io non ci sto a dire che si è sempre fatto così. Inoltre i cantieri in amministrazione diretta, aprono da novembre ad aprile, cioè andiamo a fare le strade in inverno? Sulla tabella per i cantieri di amministrazione diretta è detto che il lavoro verrà fatto da novembre ad aprile, quindi andiamo a farlo in inverno, perfetto! Siamo degli amministratori con la A maiuscola!

Detto questo, mi riservo di intervenire sulla votazione di questo documento, aspettando alcune risposte non dico su tutto, ma almeno sulla strada di Pila e su quella che è la struttura at­tualmente del ricovero attrezzi, lavori pubblici e della foresta­zione in località Plan Félinaz, per sapere che volontà ha l'am­ministrazione in maniera precisa. Grazie.

Si dà atto che, dalle ore 17,45, presiede il Vicepresidente Aloisi.

Presidente - C'è qualche altro consigliere che intende prendere la parola? Ha chiesto la parola l'Assessore ai lavori pubblici, Ferrero.

Ferrero (Ass.tec.) - Ringrazio i consiglieri che sono intervenuti. Non credo di essere in grado di dare risposte puntuali e soddisfacenti su tutti i problemi sollevati, cercherò di dare alcune integrazioni rispetto a quello che già è stato detto da me e dai tecnici dell'Assesso­rato in commissione.

Cerco, prima di passare alle questioni più specifiche, di vedere se è possibile, dagli interventi che ci sono stati, riprendere qualche elemento di carattere più generale.

Per quanto riguarda l'intervento del Consigliere Tibaldi, lo avevo detto io (non per mettere le mani avanti ma perché è una constatazione semplice ed elementare) che avere un piano la­vori, che quest'anno ripeto ha un ritardo rispetto ad anni pre­cedenti di alcune settimane, comunque un piano lavori che ar­riva ad anno già largamente avviato, è evidentemente un pro­blema. Credo quindi che ci si debba muovere, e che sia possibile farlo a prescindere dalla legge "Merloni" in questo caso, nel senso di essere in grado di avere, mantenendo il carattere di programma con una qualche flessibilità degli interventi in questa materia da parte della Regione, l'elaborazione del pro­gramma delle opere almeno assieme al bilancio. Questo almeno per i grossi pezzi di interventi.

Sempre su questa questione dei tempi, perché colpisce anche me, è evidente, voglio sottolineare (e questo riguarda anche il problema sollevato dai Consiglieri Bich e Viérin) che la gran parte dei 200 interventi sono lavori già iniziati da proseguire, nel senso che questo rappresenta una risposta sia al problema del ritardo nella presentazione del programma, sia alla que­stione delle priorità.

Ora, sono contenuti i lavori da fare entro quest'anno. Collegato a questo c'è un problema sollevato dai Consiglieri Tibaldi, Bich e Viérin, ed è il problema che non tutta la documentazione ne­cessaria è acquisita per i vari interventi; va detto con forza che, salvo qualche eccezione, questa documentazione non è acquisi­ta ma è in itinere. Se abbiamo messo questi interventi nel pro­gramma di quest'anno è perché ritenevamo e riteniamo anche in questo momento di poterla, almeno nella stragrande maggio­ranza dei casi, acquisire, e far partire quindi i lavori nell'anno.

Un altro aspetto di carattere più generale è stato sollevato da Tibaldi e ripreso da Viérin, che hanno detto che questo è un piano redatto "a tavolino". Da un certo punto di vista sì, e vor­rei vedere: un documento di questo genere non può essere che qualcosa redatto "a tavolino". Ma al di là di questo voglio dire che questo documento è il punto di arrivo di tutta un'attività di rapporto fra l'Amministrazione regionale e i comuni, le ammi­nistrazioni comunali, i singoli settori anche della stessa Am­ministrazione regionale per le rispettive competenze. Voglio di­re che non spunta da una qualche decisione più o meno illumi­nata di carattere burocratico, ma è il risultato di un processo spesso informe e non sempre soddisfacente, ma di confronto reale con la realtà della comunità regionale.

Quello che tengo a sottolineare, al di là della legge n. 109, sono alcuni principi che poi devono avere i tempi di attuazione e di realizzazione decentemente previsti e che devono avere tutte le modulazioni e le articolazioni sulla realtà che sono necessarie. Però, ad esempio, la legge "Merloni" prevede per questo tipo di programma di lavori un forte momento di pubblicità. L'articolo 14 prevede che lo schema di piano rimanga fisso per 60 giorni (e possiamo discutere sull'eccesso addirittura di rigidità), che vengano raccolte osservazioni; cioè credo che sia possibile, sen­za far diventare il programma di lavori triennale - per ora è annuale - procedere a delle verifiche anche assai maggiori e più spinte di quanto oggi non si possa fare.

La questione sollevata prima da Tibaldi e poi ripresa da Viérin, e che ho già toccato in qualche maniera: nella maggior parte degli interventi previsti c'è poco di nuovo che inizia quest'anno, molto viene segnalato spesso nelle tabelle, in molti casi si tratta di impegni residui da portare avanti o da portare a termine.

Per terminare sulle questioni di carattere più generale, direi che forse non ci siamo capiti o io non ho capito, ma non accetto, respingo in maniera forte questa definizione: che sia un piano "specchietto per le allodole". Questo no. Semmai ha un aspetto che può anche turbare, che è il contrario: si cerca di dire in questo programma come stanno le cose e di non impegnare, anche a rischio di un intervento rapido ed efficace, l'Ammini­strazione al di là di quello che oggi, in questo momento, l'Am­ministrazione è in grado di fare.

L'ultima questione di carattere generale che toccherò è la questione delle priorità; l'ho già accennata, la ritrovo nelle os­servazioni del Consigliere Viérin, il quale dice che non ci sono le priorità. Certo, non ci sono delle priorità diciamo così definite secondo dei criteri rigidi, però l'elenco delle opere contenuto nel piano lavori rappresenta, in qualche maniera, un elenco di ope­re che hanno una priorità, nel senso se non altro di questo ele­mento del completamento o del proseguimento di opere già ini­ziate. Lo so, è un elemento di scelta che è molto affidato al pas­sato e a quello che è già avvenuto, però è un elemento di scelta reale. Senza dire che lo stato della progettazione, l'accerta­mento dell'utilità, la verifica dell'esigenza reale, questo c'è sostanzialmente in tutti gli interventi che sono previsti.

C'è un punto che riguarda il discorso delle priorità in modo me­no tecnico-burocratico, che sono non tanto le priorità quanto le scelte dell'intervento in materia di opere pubbliche. Questa è una cosa che viene fatta prima e a monte del programma degli specifici interventi e dei lavori, viene fatta in sede di bilancio. Su questo, certamente, credo che sia opportuno e che sia stato opportuno cercare di avviare una riflessione e una verifica delle scelte che oggi sono necessarie: le strade, gli acquedotti e le fo­gnature, per riprendere una cosa che diceva Viérin. Mi pare che alcuni segnali in questo senso c'erano nel bilancio e si ri­flettono anche nel piano lavori, nel senso che il capitolo specifi­co sulle strade è un capitolo di bilancio che ha avuto una ridu­zione consistente rispetto all'anno passato e che ci crea non po­chi problemi di scelta nel merito, nel senso che molti interventi, anche di completamento di opere avviate quest'anno non sono possibili.

Sui punti specifici che sono stati sollevati, almeno alcuni, vorrei cominciare dal fondo perché mi è più facile.

Per quanto riguarda i cantieri voglio sottolineare che i cantieri intanto rispondono a richieste dei comuni. Stato della proget­tazione o della progettabilità degli interventi: su questo punto che era stato sollevato anche in commissione, vorrei ricordare che i cantieri sono cinque, quelli aperti da novembre ad aprile sono per disoccupati e sono fatti in questo periodo di tempo in zone che - mi si dice - dal punto di vista tecnico consentono, per ragioni meteorologiche, eccetera, questo tipo di interventi.

Su alcune delle questioni sollevate dal Consigliere Bich, l'ac­quedotto del Monte Bianco, le questioni della viabilità di Aosta, le questioni sollevate anche da Viérin della programmazione delle sedi regionali, l'utilizzo del patrimonio regionale: inizian­do dall'acquedotto del Monte Bianco segnalo a Bich (che lo sa molto meglio di me, ovviamente) che su quest'opera, questa sì "verde-Berlusconi", c'è un problema di valutazione di impatto ambientale recente, di valutazione negativa, almeno per una parte che sta richiedendo delle verifiche ed un approfondimento anche sul piano del progetto.

Per le questioni della viabilità che sono grosse, non vorrei dire un'eresia, mi pare che sia un pro­blema che riguarda la pianificazione comunale del Comune di Aosta, che è in via di definizione.

Su una questione più specifi­ca, che è stata sollevata e che è un problema che l'Assessorato segue, quello dello svincolo della strada per Roisan, lo svincolo da via Roma, - anche qui c'è un parere negativo del VIA su questo - l'Assessorato è pronto ad intervenire per quella parte nel momento in cui si superassero questi problemi.

Per la questione della ex Casa impiegati a me risulta che anche in questo caso ci siano dei problemi da definire in sede comuna­le di pianificazione degli strumenti urbanistici, e che sia previ­sta una definizione della questione prossimamente anche nell'ambito del programma Aosta-capitale. Per l'Assessorato all'agricoltura, l'esempio di una scarsa capacità di program­mazione delle scelte, mi risulta che lì, fin dagli inizi, la Regione ha fatto questa operazione con quella determinata finalità, per riutilizzare quegli immobili a questo scopo.

Per quanto riguarda l'unica questione specifica sollevata dal Consigliere Tibaldi, sono le opere antivalanghe, una delle due previste in piano lavori sulla strada regionale di Rhêmes; c'è per uno dei due interventi previsti, quello che ha segnalato, un problema di vecchia concessione scaduta e di problemi con il VIA.

Infine, per venire ai problemi specifici sollevati dal Consigliere Viérin, iniziando dalla questione delle frane, mi è sembrato di cogliere una contraddizione in quanto ha detto il Consigliere Viérin, nel senso che a me non risulta che in passato ed anche oggi ci sia una disattenzione da parte dell'Assessorato nell'in­tervenire per garantire la sicurezza. Vorrei capire dove non stiamo intervenendo per motivi di sicurezza. Questo è abba­stanza contraddittorio e non del tutto congruente con l'altra af­fermazione fatta dal Consigliere Viérin sulla necessità di darsi delle priorità anche in questo specifico settore, scegliere pochi interventi da fare, ed operare quindi in un modo diverso dal passato. Credo che prima di tutto ci sia un problema di sicurez­za, che mi pare crescente, stando alle notizie recenti di queste settimane, da affrontare in primo luogo.

Per quanto riguarda la famosa strada di Ozein, quanto ha ri­badito qui il Consigliere Viérin, dopo averlo già segnalato in commissione, si tratta di due interventi di cui uno è previsto quest'anno ed è il finanziamento residuo di un'opera, l'altro è inserito nel programma, ma per ragioni anche di vincoli finan­ziari non è previsto nessun intervento quest'anno. Sulla strada di Ozein sono pronto a dare dei chiarimenti specifici al Consi­gliere Viérin e eventualmente anche alla commissione.

Stesso discorso per quanto riguarda l'altro problema sollevato che è il garage di Plan Félinaz. A me non risulta che le cose siano così tragiche come sono state descritte e mi auguro che non siano così tragiche; so dagli uffici che è prevista una verifi­ca in ogni caso della situazione attuale e quindi anche su que­sto posso dare ulteriori informazioni al Consigliere Viérin e alla commissione competente successivamente.

Due ultime questioni specifiche. Per la palazzina ex Montefibre segnalo solo che i 300 milioni previsti nel piano lavori per l'in­tervento di quest'anno dovrebbero andarsi a sommare a 700 milioni di un mutuo, quindi l'entità complessiva dell'intervento può essere maggiore. Per quanto riguarda la questione della palestra di Chambave, ho ritenuto e la Giunta ha ritenuto di dover inserire questo intervento nel piano lavori perché è stato richiesto un mutuo allo Stato, che dovrebbe essere concesso, e sembrava piuttosto contraddittorio mantenere la richiesta di questo mutuo e non prevedere nulla nel piano lavori.

Perman­gono comunque, allo stato attuale, dei problemi per quanto ri­guarda l'acquisizione dei terreni, quindi anche questa è una questione da seguire ulteriormente.

Ho cercato di dare alcune risposte; vorrei riprendere in conclu­sione del mio intervento quello che dicevo all'inizio, insistendo su un aspetto. Quando parlo di programma transitorio vorrei che fosse inteso non nel senso che è provvisorio, ma come un programma di transizione, quindi in movimento verso un modo di prevedere l'intervento regionale in materia di opere pubbli­che più organico e più efficace di quanto non possa essere anco­ra oggi. Non ho detto nulla sui rapporti che possono esserci fra il piano lavori e la crisi del settore delle costruzioni, la crisi dell'edilizia; abbiamo avuto occasione di parlarne nel preceden­te Consiglio e credo che ne dovremmo parlare nel corso anche di questo Consiglio, ulteriormente.

Presidente - Qualcuno intende prendere la parola? Non è stata chiusa la di­scussione generale. Ha chiesto la parola il Vicepresidente Vié­rin per il secondo intervento.

Viérin M. (PpVA) - L'Assessore Ferrero oggi ha fatto un'illustrazione del problema in maniera molto più tranquilla dell'altro giorno, non so perché, comunque mi è piaciuto di più l'altro giorno. Questo tono di vo­ce mi sembra un tono da Ponzio Pilato... me ne lavo le mani e va bene così...

In merito alle considerazioni dell'Assessore, vorrei dire alcune cose. É vero che la legge "Merloni" ha creato e crea molti pro­blemi sull'iter burocratico delle realizzazioni, ma non c'entra oggi sul programma lavori dove il programma stesso deve an­dare a determinare delle scelte, come abbiamo detto prima; quindi questo tocca un aspetto politico, in quanto le scelte sono scelte politiche. Ritengo che le priorità comunque devono essere quelle delle infrastrutture che oggi la popolazione sta aspet­tando con apprensione, che sono gli acquedotti, fra cui quello del Monte Bianco, le reti fognarie e i depuratori, che sono le opere che mettono anche a repentaglio i nostri amministratori locali sul territorio. Quindi queste priorità dobbiamo darle co­me Consiglio regionale e siamo ancora in tempo a darle.

Sugli altri problemi che l'Assessore ha toccato per rispondere al mio primo intervento, sui cantieri volevo dire all'Assessore che non è vero che si concentrano i lavori nel periodo invernale solo nei paesi di fondo Valle, perché a pagina 37-38 vedo Challant-Saint-Anselme, Challant-Saint-Victor, Châtillon, Fénis, Introd, La Salle, Pont-Boset, Saint-Dénis, Torgnon, Verrayes, per un totale di 4 miliardi, e poi c'è Aosta, Fénis, Nus e Verrayes di nuovo; quindi, se si vuole essere onesti, si deve dire che si è sempre fatto così e si continua a fare così.

Per quanto riguarda le frane forse sono stato frainteso: non ho detto che l'Amministrazione regionale non è intervenuta onde evitare o dare maggiore sicurezza a situazioni di pericolo esi­stenti sul territorio; ho detto che è sempre intervenuta dando incarichi immediatamente per progetti globali, e quando si danno incarichi per progetti globali, sappiamo benissimo come si comportano i professionisti, fanno un progetto megagalattico e alla fine la parcella viene calcolata in percentuale sul valore della redazione dell'opera.

La mia proposta era quella di dare priorità ad interventi tampone per dare sicurezza, per poi veri­ficare con scelte precise quali situazioni toccare in maniera de­finitiva; altrimenti, avremo sempre dei cantieri a cielo aperto e mai finiti.

Sul discorso della strada Ozein-Pila l'Assessore mi ha risposto alla stessa maniera come in commissione. Ho detto in maniera molto chiara che se faccio un programma per costruire la mia casa, posso prevedere di fare prima di tutto un piano, successi­vamente un secondo piano, poi il sottotetto e infine la recinzio­ne, però faccio un preventivo globale. Su questa strada, come è stato fatto invece per altri lavori dove si mette spesa complessi­va, spesa da realizzare, spesa effettuata, la procedura corretta non è stata seguita, perché si è proceduto con due lotti separati e in più pare che per definire quest'opera ci voglia ancora al­meno tanto lavoro come quello svolto fino alla realizzazione di questo secondo lotto. Quindi se, ad oggi, abbiamo speso 10-15-20 miliardi, non lo so, non lo sappiamo, occorrerà sicuramente per realizzare l'opera una scelta amministrativa futura per al­tri 20 miliardi. Non ritengo che un'opera che colleghi una stra­da Ozein-Pila abbia la priorità su altri lavori, quando questa strada ha detti costi. Quindi dicevo solo di avere un parametro fra costi e benefici prima di andare avanti su questa folle strada.

Quanto al garage di Plan Felinaz chiederei all'Assessore di an­dare un giorno insieme a vedere, proprio per dire che non si è qui a fare un attacco politico o altro, si è qui anche per analiz­zare alcuni problemi.

Lì ci sono veramente dei problemi di sicu­rezza, perché potremmo anche avere delle grane come Ammi­nistrazione regionale.

Sulla palestra di Chambave lei, Assessore, ha confermato la mia tesi praticamente, e la ringrazio; si è voluto metterla in questo piano lavori per non fare figuracce, per dire almeno che è stata messa, ma che non si è riusciti a dare inizio ai lavori, e quindi abbiamo perso i miliardi di finanziamento dallo Stato.

É questo il discorso, perché sappiamo che mettendola solo oggi, il finanziamento di 1 miliardo dallo Stato lo abbiamo perso.

Questo mi sentivo di dire, per dovere di cronaca; ringrazio an­cora l'Assessore, poi farò la dichiarazione di voto.

Presidente - Altri che intendono intervenire? Ricordo che siamo ancora in fase di discussione generale. Ha chiesto la parola il Consigliere Bich.

Bich (APA) - Intervengo solo per fare una breve sottolineatura; detesto i replicanti, ne abbiamo diversi, non voglio fare qui la figura del replicante però una piccola sottolineatura...

Presidente - ...l'importante è non essere clonati...

Bich (APA) - ...quella è biotecnologia... Per quanto riguarda l'acquedotto del Monte Bianco, quella è una storia infinita, e non è come diceva lei, Assessore. Avevamo un primo progetto esecutivo formulato da illustri tecnici del passato, sul quale si lavorava ed già era stato appaltato un primo lotto; mentre il consorzio stava proseguendo nell'esecutività di quest'opera pubblica, è sopraggiunto un ricorso del Comune di Cour­mayeur, poi superato, ma dopo non se ne parlò più.

La Regione se ne appropriò nel 1988-1989, conferì un nuovo in­carico, quindi una variante totale su tutto il progetto, surrogò i poteri del consorzio e, da quel momento, l'acquedotto del Monte Bianco è diventato il fiume Carso, nel senso che è sparito e non sappiamo più dove sia finito il progetto esecutivo redatto da Crétier, Vallacqua ed altri. Se fosse possibile reperire questo progetto, che non era di grande volume immagino, e riesami­narlo, ci sarà modo di acclarare che il VIA non c'entrava asso­lutamente niente, mentre c'entrava una possibile soluzione al­ternativa all'acquedotto del Monte Bianco, cioè la captazione ancora per pozzi dell'approvvigionamento idrico della piana di Aosta, ed altre. Fu conferito, a questo proposito, un terzo inca­rico (ricordo che il pacchetto con il secondo incarico è costato due miliardi) ad una società di Torino, se non sbaglio, che ci ri­balta totalmente la filosofia, ammesso che si parli di filosofia, cioè l'approvvigionamento avviene attraverso pozzi con pompe adeguate, eccetera. A questo punto vorrei sapere la scelta qual è; lei ci deve dire che tipo di acqua dovremo bere ad Aosta, se acqua del Monte Bianco, acqua di pozzo o acqua minerale.

Per quanto riguarda lo svincolo strada regionale Roisan - Via Roma - Aosta, l'indicazione che diede il comune non fu bocciata per violazione dell'aspetto ambientale; quella era un'altra va­riante, che invece prevedeva un bypassaggio della statale per l'accesso a zona Saumon, quella è un'altra cosa; io sto parlando semplicemente dello svincolo Roisan - Aosta, che è importan­tissimo perché ci toglie il traffico parassitario in certe fasce orarie del giorno. So che è il Comune di Aosta che deve decidere molte cose, e lei saprà che domani è il 5 maggio: "Ei fu siccome immobile..."; però il comune deve decidere qualcosa, non può restare fermo lì, soprattutto sulle opere pubbliche. In modo specifico, ritorno sulla viabilità e sulle opere di urbanizzazione primaria, non ultimo le opere di adduzione del collettore fo­gnante dalla parte nord della città fino al depuratore d'acqua in regione Pollein.

Quindi ci sono questi tre problemi che sono tuttora lì, domani è il 5 maggio, potremo sapere. Scusi se scherzo.

Presidente - Se nessun altro chiede la parola, dichiaro chiusa la discussione generale.

Sono pervenuti alla Presidenza una serie di emendamenti pre­sentati dall'Assessore, che sono stati distribuiti ai colleghi con­siglieri. Ha chiesto la parola il Vicepresidente Viérin per di­chiarazione di voto.

Viérin M. (PpVA) - Il gruppo Popolare per la Valle d'Aosta voterà contro a questo programma lavori, ma per dei motivi ben precisi. Innanzitutto questo è comunque un programma di scelte politiche e noi non condividiamo questo tipo di scelta perché non è stata data a questo programma una priorità, che sia una. Cioè, non abbiamo sentito da parte dell'Assessore che questo programma sia stato elaborato riprendendo alcune priorità. Si è fatta una scelta arc­obaleno, e ritengo che non sia il momento di fare delle scelte ar­cobaleno, ma sia il momento di fare delle scelte prioritarie so­prattutto sugli aspetti che toccano direttamente la vita sociale, e quindi quella del cittadino.

Come dicevo prima, le scelte che ritenevamo prioritarie sono si­curamente quelle delle infrastrutture e precisamente: acque­dotti, fognature e depuratori.

É un programma, quindi, che ricalca le vecchie logiche e i si­stemi connessi; pertanto, in merito a questo, voteremo contro.

Presidente - Se nessun altro intende intervenire per dichiarazione di voto, passiamo alla votazione degli emendamenti presentati dall'As­sessore Ferrero, di cui do lettura:

Emendamento - 1) sostituire la tabella iniziale (n. 2 pagine) "Interventi pro­grammati per l'anno 1994";

2) sostituire la pagina n. 10 B per errore materiale al punto 2);

3) sostituire la pagina n. 11 B;

4) sostituire le pagg. 37 N - 38 N - 39 N - 40 N - 41 N;

Presidente - C'è qualche collega che intende intervenire sugli emendamenti? Ha chiesto la parola il Consigliere Lanièce.

Lanièce (GA) - Volevo solo far notare all'Assessore che a pagina 37 N, al punto n. 3, si parla di strada di allacciamento frazione Grand Mont Blanc a Champdepraz: non esiste questa frazione, che io sap­pia. Probabilmente si è confuso, è forse sistemazione strada di Chevrère.

Presidente - Ringrazio il Consigliere Lanièce. Pertanto si pongono in vota­zione gli emendamenti con la precisazione fatta dal Consigliere Lanièce, per cui alla pagina 37 si intende posposto Grand Mont Blanc con strada di Chevrère. Questo non incide negli aspetti finanziari in quanto mi confermano che gli importi restano così come annotati nel piano triennale.

Passiamo alla votazione degli emendamenti.

Presenti: 30

Votanti e favorevoli: 24

Astenuti: 6 (Bavastro, Lanièce, Linty, Marguerettaz, Tibaldi e Viérin M.)

Presidente - Passiamo alla votazione del programma triennale nel suo complesso.

Presenti: 30

Votanti e favorevoli: 24

Contrari: 6

Il Consiglio approva