Oggetto del Consiglio n. 362 del 14 dicembre 1993 - Resoconto
OGGETTO N. 362/X - Impegno per il mantenimento delle quote-latte a tutela delle aziende e del patrimonio zootecnico della Valle d'Aosta. (Approvazione di risoluzione)
Risoluzione
Vista la L. n. 468 del 26 novembre 1992 concernente "Misure urgenti nel settore lattiero-caseario";
Visto il Reg. CEE n. 3950/92 del Consiglio del 28 dicembre 1992 che istituisce il prelievo supplementare nel settore del latte e dei prodotti lattiero-caseari;
Visto il Reg. CEE n. 537/93 della Commissione del 9 marzo 1993, che fissa le modalità di applicazione del prelievo supplementare nel settore del latte e dei prodotti lattiero-caseari;
Vista la Circolare ministeriale n. 16 del 29 ottobre 1993 che prevede, fra l'altro, che venga revocata la quota a determinate categorie di Titolari di Quote-Latte per confluire nella riserva nazionale;
Visto il Programma di abbandono della produzione lattiera in applicazione dell'articolo 2, paragrafo 8, della L. n. 468/92;
Considerato che l'allevamento del bestiame rappresenta una fonte insostituibile di reddito per gli imprenditori agricoli nella nostra regione;
Considerata la necessità di tutelare le aziende ed il patrimonio zootecnico della Valle d'Aosta;
Considerato il fondamentale ruolo svolto dall'agricoltura ed in particolare dal comparto zootecnico per il mantenimento del territorio e la salvaguardia del patrimonio ambientale delle zone montane;
Considerata la particolarità del sistema zootecnico della nostra regione che comprende la pratica della monticazione del bestiame in alpeggio nel periodo estivo;
Considerato che gli alpeggi sono entità indivisibili e che il carico di bestiame monticabile costituisce un dato storicamente definito;
Considerato che gli alpeggi sono per lo più di proprietà di Comuni, Consorterie ed enti vari e che raramente appartengono allo stesso conduttore dell'alpeggio;
Considerato che la normativa vigente sulle quote-latte prevede che la quota venga assegnata al conduttore dell'azienda (o dell'alpeggio) e non al proprietario dei fondi;
Considerato il pericolo che l'alpeggio si venga a trovare senza quota-latte qualora l'affittuario e conduttore dell'alpeggio, lasciando l'alpeggio, porti con sé la quota assegnatagli in base all'attuale normativa;
Considerato che un alpeggio senza quota-latte rischia di dover essere abbandonato per l'impossibilità a monticare bovini da latte;
Considerato che l'applicazione del regime comunitario sulle quote-latte, se non verrà opportunamente modificato, rischia di penalizzare pesantemente il mantenimento e lo sviluppo dell'agricoltura nelle zone montane;
il Consiglio regionale
unanime chiede con forza che:
1) non vengano operate le riduzioni obbligatorie delle "Quote B" nelle zone montane, come previsto dal Programma di abbandono della produzione;
2) vengano mantenute, nelle zone di montagna, le quote assegnate ai Piani di Miglioramento ed ai Giovani Agricoltori di Primo Insediamento definiti dal Reg. CEE n. 797/85 e successive modificazioni;
3) le quote revocate, in base alla Circ. Min. n. 16 del 29 ottobre 1993, a titolari di Quote di zone montane non confluiscano nella Riserva Nazionale, ma restino a disposizione delle Regioni che, con propria disciplina, definiscono i criteri di priorità per una successiva riassegnazione;
4) nell'emanando Regolamento di Esecuzione della L. 468/92 del 26 novembre 1993 concernente "Misure urgenti nel settore lattiero-caseario" sia prevista la facoltà, per la Regione Autonoma Valle d'Aosta, di assegnare con propria disciplina le quote-latte alle entità produttive definite come "Alpeggi";
5) di trasmettere copia della presente risoluzione a: Presidenza Consiglio dei Ministri, Ministro per il Coordinamento delle politiche agricole, alimentari e forestali, Parlamentari valdostani, Capigruppo della Camera e del Senato, Presidenti Commissioni Agricoltura della Camera e del Senato, AIMA, UNALAT e Associazioni Produttori delle zone di montagna.
F.to: Vallet
Presidente - La risoluzione testé letta, presentata dall'Assessore all'agricoltura, forestazione e risorse naturali, Vallet, è stata iscritta in via d'urgenza all'ordine del giorno dell'adunanza in corso (oggetto n. 357/X in data 13 dicembre 1993).
Ha chiesto la parola il Consigliere Lanièce.
Lanièce (GA) - Vorrei precisare che il mio emendamento al punto 4) propone di sopprimere le parole "definite come alpeggi", perché, considerate le già difficili situazioni territoriali in cui sono costretti ad operare i nostri allevatori e dal momento che il problema delle quote-latte interessa tutta la Valle d'Aosta, non ritengo opportuno che si facciano distinzioni fra alpeggi e aziende.
Presidente - Ha chiesto la parola l'Assessore all'agricoltura, forestazione e risorse naturali, Vallet.
Vallet (UV) - Chiedo scusa al Consiglio se faccio perdere altri cinque minuti, ma vorrei illustrare l'ordine del giorno che è stato presentato.
Il problema delle quote-latte era all'attenzione delle forze politiche da ben otto anni, ma la sua definizione è parsa necessaria ed urgente al Ministero dell'agricoltura solo quando da Bruxelles ci è stato ricordato che è necessario pagare il "superprelievo" relativo alle eccedenze. Il problema di fondo è però che, rispetto alla problematica in generale, non si è tenuto conto delle peculiarità delle zone di montagna, le quali, sicuramente, non sono responsabili del problema delle eccedenze della produzione lattiero-casearia.
Pertanto, considerato il ruolo dell'agricoltura - e in modo particolare dalla zootecnia nelle zone di montagna, - e che in questi giorni, al Ministero, si stanno definendo importanti disposizioni che potrebbero creare problemi gravissimi per la zootecnia montana, ho proposto alla votazione del Consiglio quest'ordine del giorno che tende a sensibilizzare e comunque a ricordare al Ministro, ed ai responsabili dell'AIMA, le peculiarità delle zone di montagna.
Per quanto attiene all'emendamento proposto dal Consigliere Lanièce, vorrei controproporre alcuni emendamenti al testo originario, che mi sono stati suggeriti dal Consigliere Carlo Perrin. Uno di essi va, appunto, nella direzione auspicata dal Consigliere Lanièce, nel senso che lega giustamente la quota-latte all'azienda intesa come territorio e non al conduttore. In questo modo, la quota-latte viene riferita tanto agli alpeggi, che sono una caratteristica della zootecnia montana, quanto alle aziende in generale.
Chiederei quindi alla Presidenza di far distribuire gli emendamenti, per integrarli all'ordine del giorno che ho presentato.
Presidente - Il Consigliere Lanièce ritira l'emendamento che ha presentato?... Bene.
Ha chiesto la parola il Consigliere Perrin Carlo.
Perrin C. (UV) - Questi emendamenti sono stati proposti per evitare che le quote-latte siano riferite solo al titolare dell'azienda e chiedere che siano collegate al territorio. In questo modo l'alpeggio estivo viene collegato all'azienda invernale.
Il secondo emendamento evidenzia l'impegno dell'Amministrazione nel fugare ogni dubbio sul discorso delle quote-latte, perché vi si dice: "Preso atto delle azioni di controllo iniziate da questa Amministrazione e della volontà della stessa di sottoporre a verifica tutte le entità produttive presenti in Regione".
L'Assessorato sta già operando in tal senso, ma l'emendamento garantisce comunque un ulteriore impegno circa l'esattezza e la veridicità delle quote-latte.
Il riferimento alle aziende invernali specifica che il quantitativo di riferimento sarà calcolato tenendo conto dei parametri regionali sui carichi di bestiame relativi alla superficie agraria utilizzata.
Presidente - Ha chiesto la parola il Consigliere Chiarello.
Chiarello (RC) - Ricordo che la discussione su questo documento - allora non era ancora un ordine del giorno - era stata già iniziata in sede di Commissione, ma non era stata mai conclusa.
Colgo ora l'occasione per chiedere all'Assessore a che punto siamo con le quote-latte assegnate alla Valle d'Aosta, nel senso che vorrei sapere se siamo molto distanti dai rilevamenti del 1988 o del 1989.
Inoltre, poiché nel secondo emendamento si dice: "Preso atto delle azioni di controllo iniziate da questa Amministrazione...", vorrei sapere quali sono le azioni di controllo cui ci si riferisce.
Presidente - Ha chiesto la parola l'Assessore all'agricoltura, forestazione e risorse naturali, Vallet.
Vallet (UV) - La situazione è piuttosto confusa, nel senso che, rispetto ai dati pubblicati sul Bollettino Ufficiale AIMA n. 3, alcuni tecnici, sempre incaricati dall'AIMA, hanno già effettuato controlli su circa 600 titolari di azienda e li stanno effettuando su altri 300 titolari, mentre l'AIMA ha affidato all'Assessorato il controllo di altri 230 titolari.
Il problema principale si pone per i primi 600 controlli che sono già stati fatti e che si riferivano a titolari di quote-latte del 1988-1989 ma che poi hanno cessato l'attività. I risultati relativi a questi 600 controlli parrebbero definire circa 358 cessazioni, perché al momento del controllo non erano in possesso della relativa documentazione, ma parrebbero esserci anche notevoli contraddizioni, perché una parte di questa documentazione c'è effettivamente.
I problemi relativi agli ulteriori 300 controlli fatti dall'AIMA si riferiscono ai cosiddetti "Piani di miglioramento" e "Quote assegnate a giovani imprenditori al loro primo insediamento". Anche qui il problema è particolare, nel senso che, nel 1989, una lettera dell'allora Presidente del Consiglio dei Ministri, Andreotti, invitava le Regioni a non approvare piani di miglioramento che prevedessero un aumento della quota produttiva. Nell'approvare quei piani di miglioramento si era ragionato in questo modo: l'aumento di quota non avrebbe comunque inciso sulla produzione totale di quota assegnata alla Regione e quindi le maggiori quote assegnate avrebbero potuto trovare compensazione in un secondo momento.
Sembra però che l'AIMA - questo è il vero problema - voglia drasticamente decidere di pubblicare il "Bollettino n. 4", tenendo esclusivamente conto del risultato dei controlli effettuati, ma ciò comporterebbe l'eliminazione di tutte le quote che sono state assegnate ai Piani di miglioramento. Se così sarà, verranno messe in crisi tutte le aziende che negli ultimi anni hanno fatto investimenti per migliorare la loro struttura, che hanno contratto debiti per razionalizzare le stalle e che, se verrà loro impedito di lavorare, si vedranno costrette a non poter pagare i mutui stipulati.
Uno dei punti forti della nostra azione, che è portata avanti anche dalle Province autonome di Bolzano e Trento, è di ribadire con decisione che per le zone di montagna non è assolutamente praticabile il discorso delle quote assegnate ai piani di miglioramento e che il Ministero vorrebbe togliere, proprio perché è impensabile che nelle nostre zone sia impossibile migliorare le strutture e finalizzarle ad una maggior produttività.
Per quanto riguarda i controlli effettuati dall'Assessorato, entro la fine del mese dovremmo essere in grado di verificare tutte le quote assegnate. In questi giorni stiamo definendo i dettagli per mettere a punto il programma meccanografico che ci consentirà di acquisire i dati dei conferitori ai caseifici.
Gli uffici mi dicono che entro la fine dell'anno dovremmo essere in grado di stimare le quote secondo criteri di razionalità e quindi solo allora disporremo di dati certi, raffrontabili a quelli pubblicati sui bollettini...
(...interruzione...)
...Secondo i dati in mio possesso le quote assegnate per i Piani di miglioramento corrispondono a 300.000 quintali; le quote cessate, che quindi dovranno andare in una riserva per poi tornare alla Regione, sono 150.000 quintali. Questi dati vanno però verificati e al momento non lo possiamo fare.
Presidente - Do lettura dell'emendamento presentato dal Consigliere Lanièce, ma dallo stesso poi ritirato.
Emendamento - Procedere alla soppressione, al punto 4° del deliberato, delle parole: "definite come alpeggi".
Presidente - Do lettura dei tre emendamenti presentati dall'Assessore Vallet.
Emendamenti
1) Prima dell'ultimo "considerato" aggiungere:
"Considerato inoltre che il programma regionale di ristrutturazione del settore, in riferimento all'obiettivo della difesa ambientale, consente carichi definiti di bestiame all'interno delle diverse tipologie produttive, in particolare Alpeggi e Aziende invernali".
2) Dopo l'ultimo "considerato" aggiungere:
"Preso atto delle azioni di controllo iniziate da questa amministrazione e della volontà della stessa di sottoporre a verifica tutte le entità produttive presenti in Regione".
3) Nel dispositivo dopo la parola "Alpeggi" aggiungere:
"e Aziende invernali, il quantitativo di riferimento dovrà essere calcolato tenendo conto dei parametri regionali di carichi UBA/SAU".
Presidente - Preso atto del ritiro dell'emendamento del Consigliere Lanièce, do lettura della risoluzione nel testo già comprensivo degli emendamenti presentati dall'Assessore Vallet.
Risoluzione
Vista la L. n. 468 del 26.11.1992 concernente "Misure urgenti nel settore lattiero-caseario";
Visto il Reg. CEE n. 3950/92 del Consiglio del 28 dicembre 1992 che istituisce il prelievo supplementare nel settore del latte e dei prodotti lattiero-caseari;
Visto il Reg. CEE n. 537/93 della Commissione del 9 marzo 1993, che fissa le modalità di applicazione del prelievo supplementare nel settore del latte e dei prodotti lattiero-caseari;
Vista la Circolare ministeriale n. 16 del 29 ottobre 1993 che prevede, fra l'altro, che venga revocata la quota a determinate categorie di Titolari di Quote-Latte per confluire nella riserva nazionale;
Visto il Programma di abbandono della produzione lattiera in applicazione dell'articolo 2, paragrafo 8, della L. n. 468/92;
Considerato che l'allevamento del bestiame rappresenta una fonte insostituibile di reddito per gli imprenditori agricoli nella nostra regione;
Considerata la necessità di tutelare le aziende ed il patrimonio zootecnico della Valle d'Aosta;
Considerato il fondamentale ruolo svolto dall'agricoltura ed in particolare dal comparto zootecnico per il mantenimento del territorio e la salvaguardia del patrimonio ambientale delle zone montane;
Considerata la particolarità del sistema zootecnico della nostra regione che comprende la pratica della monticazione del bestiame in alpeggio nel periodo estivo;
Considerato che gli alpeggi sono entità indivisibili e che il carico di bestiame monticabile costituisce un dato storicamente definito;
Considerato che gli alpeggi sono per lo più di proprietà di Comuni, Consorterie ed enti vari e che raramente appartengono allo stesso conduttore dell'alpeggio;
Considerato che la normativa vigente sulle quote-latte prevede che la quota venga assegnata al conduttore dell'azienda (o dell'alpeggio) e non al proprietario dei fondi;
Considerato il pericolo che l'alpeggio si venga a trovare senza quota-latte qualora l'affittuario e conduttore dell'alpeggio, lasciando l'alpeggio, porti con sé la quota assegnatagli in base all'attuale normativa;
Considerato che un alpeggio senza quota-latte rischia di dover essere abbandonato per l'impossibilità a monticare bovini da latte;
Considerato inoltre che il programma regionale di ristrutturazione del settore, in riferimento all'obiettivo della difesa ambientale, consente carichi definiti di bestiame all'interno delle diverse tipologie produttive, in particolare Alpeggi e Aziende invernali;
Considerato che l'applicazione del regime comunitario sulle quote-latte, se non verrà opportunamente modificato, rischia di penalizzare pesantemente il mantenimento e lo sviluppo dell'agricoltura nelle zone montane;
Preso atto delle azioni di controllo iniziate da questa amministrazione e della volontà della stessa di sottoporre a verifica tutte le entità produttive presenti in Regione;
il Consiglio regionale
unanime chiede con forza che
1) non vengano operate le riduzioni obbligatorie delle "Quote B" nelle zone montane, come previsto dal Programma di abbandono della produzione;
2) vengano mantenute, nelle zone di montagna, le quote assegnate ai Piani di Miglioramento ed ai Giovani Agricoltori di Primo Insediamento definiti dal Reg. CEE n. 797/85 e successive modificazioni;
3) le quote revocate, in base alla Circ. Min. n. 16 del 29 ottobre 1993, a titolari di Quote di zone montane non confluiscano nella Riserva Nazionale, ma restino a disposizione delle Regioni che, con propria disciplina, definiscono i criteri di priorità per una successiva riassegnazione;
4) nell'emanando Regolamento di Esecuzione della L. 468/92 del 26 novembre 1993 concernente "Misure urgenti nel settore lattiero-caseario" sia prevista la facoltà, per la Regione Autonoma Valle d'Aosta, di assegnare con propria disciplina le quote-latte alle entità produttive definite come "Alpeggi" e Aziende invernali, il quantitativo di riferimento dovrà essere calcolato tenendo conto dei parametri regionali di carichi UBA/SAU.
5°) di trasmettere copia della presente risoluzione a: Presidenza Consiglio dei Ministri, Ministro per il Coordinamento delle politiche agricole, alimentari e forestali, Parlamentari valdostani, Capigruppo della Camera e del Senato, Presidenti Commissioni Agricoltura della Camera e del Senato, AIMA, UNALAT e Associazioni Produttori delle zone di montagna.
F.to: Vallet
Presidente - Se nessuno chiede la parola, pongo in votazione la risoluzione emendata testé letta.
Presenti, votanti e favorevoli: 29
Il Consiglio approva all'unanimità.
Presidente - Colleghi consiglieri, nell'informarvi che è stata chiesta un'adunanza straordinaria che avrà luogo lunedì prossimo alle ore 15,00, vi ricordo che per giovedì prossimo è convocata la IV Commissione permanente per il prescritto parere sull'oggetto della convocazione.
A questo punto terminano i nostri lavori. Buona serata a tutti.
La seduta è tolta.
L'adunanza termina alle ore 19,29.