Resoconto integrale del dibattito dell'aula

Oggetto del Consiglio n. 363 del 20 dicembre 1993 - Resoconto

OGGETTO N. 363/X - Rinvio dell'approvazione della bozza di contratto per la concessione della gestione della Casa da gioco di Saint-Vincent. Proroga della con­cessione alla SITAV S.p.A. nei giochi tradizionali e alla SITAV S.p.A. e per essa alla SISER S.p.A. dei giochi americani fino al 30 giugno 1994.

Il Consiglio - Premesso che:

? con deliberazione n. 2235/IX in data 4 giugno 1991, ha delibe­rato di prorogare a tutto il 7 febbraio 1992 la durata della con­venzione relativa alla gestione dei giochi americani affidati alla SITAV S.p.A. e per essa, di comune accordo alla SISER S.p.A. di Saint?Vincent, come da contratto stipulato il 12 dicembre 1986, repertorio n. 7882;

? con deliberazione n. 2995/IX in data 10 gennaio 1992, n. 3642/IX in data 17 luglio 1992 e n. 4038/IX in data 10 dicembre 1992 ha deliberato di prorogare fino alla data del 31 dicembre 1993:

a) la concessione alla Società SITAV S.p.A. dei giochi tradizio­nali alle stesse condizioni contrattuali previsti dalle seguenti convenzioni:

? Rep. n. 5099 in data 16 febbraio 1978

? Rep. n. 5405 in data 7 agosto 1979

? Rep. n. 7612 in data 15 maggio 1986,

b) la gestione dei giochi americani affidati alla SITAV S.p.A. e per essa, di comune accordo, alla SISER S.p.A. alle stesse con­dizioni contrattuali previste dalla convenzione Rep. 7882 in data 12 dicembre 1986;

? con deliberazione n. 247/X in data 4 novembre 1993 ha delibe­rato, tra l'altro:

- di delegare la Giunta ad avviare la trattativa privata con la società SITAV S.p.A. per il rinnovo della concessione, acqui­sendo, nel contempo, ulteriori elementi che colmino le lacune di carattere documentale evidenziate dalla Commissione speciale in ordine, in particolare, ai requisiti ai punti 2) e 4) dell'avviso di preselezione:

- di precisare che la trattativa dovrà essere finalizzata al con­seguimento in particolare dei seguenti risultati:

1. Una convenzione la cui scadenza non superi la data del 31 dicembre 1999;

2. Una clausola che consenta alla Regione l'acquisizione, entro i primi 18 mesi dalla sottoscrizione della convenzione, dei beni ritenuti dalla Regione stessa funzionali alla Casa da gioco;

3. Il controllo della Regione sugli aspetti societari, patrimoniali e gestionali della Società concessionaria;

4. La partecipazione della concessionaria agli oneri necessari per la valorizzazione della Casa da gioco e per l'adeguamento delle relative infrastrutture accessorie funzionali;

5. L'eliminazione dei contenuti dell'articolo 13 dell'attuale con­venzione;

- di richiedere alla SITAV S.p.A. che, a garanzia della posizio­ne regionale, qualora il risultato della trattativa dovesse avere esito positivo, tutti i benefici economici derivanti alla Regione dalla nuova concessione siano assunti retroattivamente a par­tire dall'8 febbraio 1992;

- di rinviare in caso di esito positivo della trattativa privata a successivo provvedimento l'approvazione del contratto di con­cessione alla SITAV S.p.A. della gestione della Casa da gioco di Saint-Vincent.

Atteso che le parti hanno raggiunto un accordo per il rin­novo della concessione dell'esercizio della Casa da gioco di Saint-Vincent per il periodo 1° gennaio 1994 - 31 dicembre 1999;

Dato atto che la bozza di contratto è stata predisposta nel rispetto delle condizioni poste con la sopracitata deliberazione consiliare n. 247/X del 4 novembre 1993 e che sono stati ac­quisiti gli elementi documentali di cui al punto c) della stessa deliberazione;

Visto il parere favorevole rilasciato dal Capo di Gabinetto, ai sensi del combinato disposto dell'articolo 72 della legge regiona­le n. 3/1956 e successive modificazioni e dell'articolo 21 della legge regionale n. 18/1980 e successive modificazioni, in ordine alla legittimità della presente deliberazione:

Delibera

1) di approvare l'allegata bozza di contratto per la concessione alla società SITAV S.p.A. della gestione della Casa da gioco di Saint-Vincent;

2) di sottoporre la presente deliberazione al controllo della Commissione di Coordinamento per la Valle d'Aosta ai sensi e per gli effetti dell'articolo 1, lettera g) del decreto legislativo 13 febbraio 1993, n. 40.

Presidente - Ont demandé congé, étant malades, les Conseillers Bich et Bionaz et l'Assesseur Louvin.

Il s'agit d'une convocation du Conseil régional en session extraordinaire et urgente.

Je passe la parole au Président du Gouvernement, Viérin Dino.

Viérin D. (UV) - Le Conseil régional était censé approuver aujourd'hui l'ébauche de contrat pour le renouvellement de la convention portant gestion de la Maison de jeu de Saint-Vincent, et ceci en respectant les critères établis par le Conseil régional du 4 novembre dernier.

Entre-temps, exactement le 16 décembre, par un arrêté, le Tribunal administratif de la Vallée d'Aoste, suite au recours présenté par la société FINOPER, a suspendu l'exécution de la délibération du Conseil régional du 4 novembre dernier et disposé l'admission sous réserve de la même société aux pourparlers pour le renouvellement de la gestion de la Maison de jeux.

Il s'agit d'une décision du Tribunal administratif que nous ne partageons pas et contre laquelle le Gouvernement a décidé de présenter recours au Conseil d'Etat.

C'est une décision néanmoins que nous tenons en considération dans le choix des actions à entreprendre.

Or, vu les temps réduits d'ici à la fin de l'année, date d'échéance de la convention actuelle; vu également la nécessité de définir le contentieux juridique et donc d'attendre son issue; vu enfin la nécessité d'assurer la continuité de l'activité de la Maison de jeu de Saint-Vincent ainsi que de l'Hôtel Billia, en sauvegardant ainsi les quelque 1116 emplois y afférents, le Gouvernement et la majorité proposent au Conseil, en tant que modification au texte de la délibération qui a été transmise et qui tenait compte des conditions précédentes, de renvoyer l'approbation d'un contrat pour le renouvellement de la convention portant gestion de la Maison de jeu de Saint-Vincent, et partant de proroger pour des raisons techniques, jusqu'au 30 juin 1994 à la société SITAV la concession de la gestion de la Maison de jeu de Saint-Vincent, et enfin de prévoir la possibilité, le cas échéant, d'anticiper cette date, tout en assurant la rétroactivité des résultats économiques de la future convention à la date du 8 février 1992.

Ce sont les conditions que nous vous proposons, pour tenir compte de la décision du Tribunal administratif de la Vallée d'Aoste et pour assurer toutes les conditions nécessaires afin qu'il y ait continuité dans l'activité de la Maison de jeu et qu'il y ait des garanties suffisantes quant aux personnes qui actuellement exercent leurs fonctions à la Maison de jeu, que ce soit SITAV, que ce soit SISER, ou que ce soit l'Hôtel Billia.

Presidente - É aperta la discussione generale. Ha chiesto la parola il Con­sigliere Chiarello.

Chiarello (RC) - Cosa dobbiamo ancora dire su questo Casinò non lo so. Spera­vamo, ma penso anche la Giunta se lo augurasse, di aver finito, o almeno iniziato una prassi buona un paio di mesi fa. É un'eredità che continuiamo a dire che ci portiamo dietro; di fatto è una realtà valdostana che ha 1116 dipendenti e io penso sempre ai 1116 dipendenti.

Secondo quello che abbiamo sempre dichiarato, non è il tipo di appalto che vediamo per un casinò. Il Casinò ha già insite in sé delle cose che in qualsiasi momento cercano di modificare leggi e non leggi, cioè è un qualcosa di difficile da amministrare.

Avevamo proposto di andare ad appalti europei, ad appalti di­versi da questi, e specialmente quando si è trattato di decidere sull'appalto alle sole due società che avevano risposto, avevamo detto queste cose, proprio perché capiamo che si dibatte da tanti anni questa trattativa. Vuol dire che è ora di cambiare metodo.

Sono sopravvenuti diversi inconvenienti anche nelle commis­sioni nominate dalla Giunta, sono inconvenienti in buona fede; adesso ci troviamo a Natale con un regalino che ci ha fatto il TAR, più che a noi lo ha fatto ai dipendenti della SITAV e delle altre società.

Stamani, quando abbiamo fatto la riunione dei Capigruppo, non eravamo ancora a conoscenza della voce che circola, secon­do cui la commissione ha passato la legge sul commissariamen­to del Casinò. Non penso che in questo momento si riesca a commissariare per il 31 dicembre.

Ho saputo stamani che la Giunta propone di prorogare la con­cessione alla SITAV; penso che in questa situazione possa esse­re uno dei mali minori. Però non crediamo poi di nuovo che va­da avanti questa trattativa; crediamo che da gennaio debba partire un appalto nuovo, in modo che la Regione riesca a gesti­re diversamente e a non invischiarsi in queste cose. Pensiamo che questa maggioranza debba, in questo periodo, sicuramente dipanare questa matassa, tanto più per i dipendenti che ci so­no, ma che debba partire con il piede giusto questa volta, dopo tutti gli esempi sbagliati che ci sono stati fino adesso.

Non vediamo altra possibilità che il rinnovo a questo punto, perché dubito che la Regione riesca a commissariare entro il 31 dicembre il Casinò.

Mi fermo qui, riservandomi di intervenire nel prosieguo del di­battito.

Presidente - Ha chiesto la parola il Consigliere Tibaldi.

Tibaldi (LN) - La prima cosa che mi viene spontaneamente da notare è che abbiamo ricevuto la delibera qualche minuto fa; ovviamente è una delibera che contiene delle profonde modifiche rispetto a quella originaria, perché la situazione che si è venuta a verifi­care stravolge quelli che erano i propositi sulla soluzione del Casinò. Quindi mi riservo, magari in un secondo intervento, di effettuare alcune valutazioni relativamente al documento che ci è stato consegnato poco fa.

Si possono invece fare sin dall'inizio alcune valutazioni sulla situazione attuale, che altro non è che la risultante di una somma di errori compiuti dagli amministratori regionali, e quando parlo di amministratori regionali mi riferisco ovvia­mente anche a questa Giunta ed alla maggioranza che suppor­ta questa Giunta. Una serie di errori che si sono consumati an­che in questi ultimi sei mesi, dal momento in cui ci siamo inse­diati, e che sono culminati nella delibera del 4 novembre scorso.

L'eredità che si assume questa legislatura era certo pesante, non era un'eredità che si può assumere con beneficio di inven­tario; è un'eredità che il subentrante se la prende e se la gesti­sce al punto in cui è arrivato.

Fra i problemi nodali di quest'eredità c'era appunto la questio­ne "Casinò", ed è ovvio che già la situazione relativa al Casinò era una situazione pesante. Però gli errori che sono stati com­piuti l'hanno ulteriormente appesantita, e qui non si può disco­noscerlo; la Giunta e la maggioranza devono assumersi le loro gravi responsabilità politiche che hanno nei confronti della po­polazione valdostana.

La delibera del 4 novembre potremmo definirla scandalosa, noi lo avevamo già fatto allora; la Lega Nord è stata l'unica forza politica a votare contro e le sue ragioni erano sorrette da preci­se motivazioni, che ovviamente in questa sede è inutile riper­correre, però le cui conclusioni portavano comunque ad una trattativa privata plurima, cioè al confronto delle proposte di due società ove la Regione avrebbe potuto optare per quella più conveniente. Proposte che allora vennero giudicate "eretiche" in un certo qual senso da questo Consiglio, ma che l'ordinanza di sospensione del TAR del 16 dicembre scorso ha avallato.

Il problema che c'è in quest'aula è essenzialmente il muro di gomma, l'impossibilità di dialogare fra forze politiche, l'impos­sibilità di dialogare in maniera costruttiva per dare veramente soluzione a quelli che sono i problemi nodali della Valle. Ov­viamente non è solo il Casinò, c'è anche la Cogne, un altro co­losso che giace su un mare di fango. Però una cosa che ho nota­to che manca qua dentro è il buon senso, che da parte di altre forze politiche assolutamente non vuole emergere, o meglio pre­ferisce stare al di fuori di queste quattro mura.

Oggi, quindi, ci troviamo a discutere su una posizione che tutti escludevano, ad eccezione della Lega Nord, che si dava per scontato non si verificasse, e che invece puntualmente si è ve­rificata. Mi sembra opportuno che la Giunta si assuma queste grosse responsabilità e di fronte alle società partecipanti (SITAV e FINOPER) e di fronte ai dipendenti di SITAV, SISER e SAAV, perché se il futuro dei dipendenti SAAV in questo momento è precario è grazie anche a queste scelte che sono state compiute in una direzione completamente errata.

Sono stati buttati via sei mesi ed ora, a 11 giorni da quella che è la scadenza naturale della quarta proroga, ci ritroviamo a di­scutere sull'annosa questione "Casinò": si proroga o che cosa si fa?

C'è da notare subito in questa procedura amministrativa, un concorso per affidare la gestione della Casa da gioco ove sono state due le candidate favorite, una di queste due è stata esclu­sa per due volte, la stessa è stata riammessa per due volte. Si­gnifica che nel comportamento degli amministratori regionali qualcosa non ha funzionato ed è bene che questi amministra­tori regionali, ovunque siano seduti, riflettano profondamente.

Oggi si parla di proroga tecnica, si aggiunge questo ulteriore termine "tecnico" quasi si volesse differenziarla dalle altre quattro proroghe che sono state effettuate nei due anni e mezzo precedenti. Non riesco a capire quali differenze ci siano fra la proroga che oggi la Giunta ci viene a proporre e le proroghe che le giunte precedenti hanno proposto ai precedenti consigli. C'è una specificazione; ma chi si vuole prendere in giro - mi chiedo - con questa specificazione? É una proroga amministrativa co­me tutte le altre, che affonda le sue radici in una decisione della maggioranza, che ancora una volta, in maniera molto miope, cerca di trovare una soluzione a quel nodo gordiano che si è venuto a creare attorno alla questione del Casinò.

Mi chiedo a cosa serva una proroga di sei mesi. Ad attendere una sentenza di merito del TAR, una pronuncia sui contenuti? Sappiamo bene che la pronuncia sui contenuti innanzitutto perverrà entro fine gennaio, e poi possono esserci degli impre­visti, ci può essere la volontà della Regione di ricorrere in Con­siglio di Stato qualora la sentenza non sia favorevole, non vada nel senso in cui auspica il Presidente. Anche qui è assurdo, il Presidente che fa delle esternazioni di parte: la sentenza non ci piace, non la condividiamo. Caro Presidente, forse è meglio evitare certe esternazioni, perché possono essere tacciate di parzialità. Una parzialità che abbiamo notato in sede di di­scussione il 4 novembre. Una interpretazione maliziosa poteva portare a dire che la Giunta e la maggioranza vogliono SITAV: o SITAV o morte; oggi ne abbiamo la certezza, le nostre per­plessità oggi hanno un fondamento.

Lo so che il Presidente della Giunta non è il Presidente della Repubblica, quindi può esternare più facilmente le proprie considerazioni. Però sono considerazioni che hanno delle conse­guenze precise sul piano politico e sul piano della correttezza, della legalità. Abbiamo due società e fra le due dobbiamo sce­gliere quella che ha i requisiti, e non escluderne in maniera aprioristica una, e scegliere un'altra per ragioni che non cono­sco, magari per gli scheletri negli armadi che si sono accumu­lati in questi anni, e in casa regionale e in casa SITAV.

É ovvio che i tempi di definizione, se ci abbandoniamo ai con­tenziosi giudiziari, saranno molto più lunghi; una proroga di sei mesi non ha alcun significato, verrà quindi reiterata fra sei mesi e magari nuovamente reiterata fra altri sei mesi, ed arri­viamo a metà del 1995 con nessun risultato, di nuovo con una soluzione magari ancora più ingarbugliata, con ulteriori com­plicazioni dalle quali non riusciremo più a districarci, dove for­se ci saranno delle richieste di risarcimento danni da parte dei soccombenti che dovrà pagare la Regione. Ma questo è stato messo in conto dagli amministratori regionali? Perché se vinco­no chiederanno anche i soldi, non si limiteranno all'orgoglio di un pezzo di carta che dà loro ragione.

Ecco perché mi sembra assurda questa decisione della proroga, che altro non è che quel sintomo di immobilismo che dimostra anche questa Giunta, una giunta di continuità, la continuazio­ne della giunta precedente che ha lasciato irrisolti i problemi e che ora si proroga nel futuro. Continuiamo ad aspettare eventi esterni, continuiamo ad aspettare sentenze del TAR, sentenze del Consiglio di Stato, magari i visti della Commissione di Co­ordinamento, cioè continuiamo a vivere passivamente degli eventi che ci circondano per poter decidere qualcosa. E cosa si decide sostanzialmente? Delle non-scelte, un immobilismo tota­le, di fronte ad un problema che invece è particolarmente gra­ve, che riguarda sì 1116 dipendenti, ma riguarda soprattutto l'unica azienda privata che ancora oggi in Valle d'Aosta ha i bilanci in attivo.

Questo immobilismo altro non porta che alla morte economica di questa azienda. Continuiamo a gestirla così, con questi cri­teri pubblici, e continueremo a vederne il suo declino inesorabi­le, proprio in un momento in cui sarebbe necessario un impulso attivo per rilanciarla nel mercato italiano, visto che si denun­ciano flessioni e da parte dei clienti e da parte di coloro che la­vorano all'interno della Casa da gioco.

Altra cosa che mi ha lasciato alquanto perplesso nel discorso del Presidente della Giunta è l'assenza di riferimento al com­missariamento. Il Presidente ha sorvolato sulla questione. Nella riunione del 13 dicembre questo Consiglio ha approvato a maggioranza una legge, che si diceva in maniera orgogliosa colma un vuoto legislativo di mezzo secolo. É lo strumento che permette alla Regione di intervenire in diversi casi che sono elencati da questa legge. Oggi questo strumento lo possediamo, e in maniera incredibile viene tenuto in un cassetto. Manca un visto del Presidente della Commissione di Coordinamento, che deve sancire a tutti gli effetti l'efficacia di questo atto legislati­vo che abbiamo votato, un visto che però potrebbe essere anzi­tutto sollecitato; il termine ultimo di scadenza è il 29 dicembre, data comunque anteriore al 31 dicembre. Lo so che sono solo due giorni, Presidente, però vorrei ricordare che il Presidente riassume in sé anche la funzione prefettizia e in forza di questa funzione, essendo un'emanazione del Governo centrale, potreb­be intervenire ed effettuare il cosiddetto commissariamento della Casa da gioco, cioè imporre una gestione straordinaria regionale.

Riservandomi di fare ulteriori interventi, aggiungo solo che questa delibera che oggi ci viene proposta è inaccettabile per­ché costituisce un'ulteriore mazzata a quello che è l'esercizio dell'attività della Casa da gioco di Saint-Vincent, un'ulteriore mazzata alla Valle d'Aosta, un'ulteriore mazzata ai dipendenti di quest'azienda.

Non accettiamo di essere complici di queste decisioni assurde, decisioni assurde che sono anche rilevate dagli stessi Sindacati, dove si dice in un documento degli Autonomi che è appena stato distribuito: "prorogare ulteriormente significa attendere fine gennaio, se tutto va bene, per ottenere la sentenza del TAR; dopo di che impugnarla da parte della Regione dinanzi al Con­siglio di Stato, e se tutto va bene si arriva a metà del 1995". Quindi si continua a vivere di una politica di rinvio, che è asso­lutamente deleteria per i nostri interessi e per gli interessi di chi lavora nella Casa da gioco.

Siamo quindi contrari alla politica del rinvio, ovviamente la nostra proposta è tesa alla continuità dell'esercizio dell'attività ludica a Saint-Vincent, e l'unica via percorribile in questo mo­mento che si può prevedere è quella del commissariamento della Casa da gioco di Saint-Vincent ed anche quella dell'estra­polazione dalla bozza di convenzione di quell'articolo 4 che permette la rottura dell'accerchiamento. Ovviamente, bisogna farlo in maniera immediata, al fine di evitare questa continua forma di pressione da parte dell'interlocutore che abbiamo, per riuscire ad entrare in possesso delle infrastrutture funzionali della Casa da gioco nel più breve tempo possibile.

Rimane la questione dei dipendenti SAAV, i quali esorbitano da quella tutela contrattuale che si avrebbe nel trapasso dalla gestione privata alla gestione pubblica. Non hanno il paracadu­te, però questo paracadute, se vi ricordate, la Giunta non lo avrebbe neppure previsto nella nuova bozza di convenzione, perché comunque una pluralità di società costituisce sempre un'arma di ricatto nelle mani del gestore: più società significa dare al gestore la possibilità di trovare sempre delle scappatoie e di far pagare i prezzi della convenzione ai dipendenti e basta. Quindi un'altra iniziativa parallela a quella del commissaria­mento sarebbe quella di acquisire la gestione (mediante una formula di affitto o altra formula che si può comunque studiare entro breve termine) del Grand Hôtel Billia e del Centro Con­gressi. Una cessione - dicevo - in forma di affitto dalla SITAV alla Regione, al fine di evitare che questi dipendenti della SAAV si trovino senza lavoro. E qui si vede la volontà vera della SITAV: se è una volontà di collaborazione, oppure se le sue forme di pressione arrivano al punto di opporsi a cedere in affitto alla Regione le due aziende, Hôtel Billia e Centro Con­gressi, opposizione che potrebbe essere inquadrata nella fatti­specie allora dell'estorsione. E qui tutti, non solo noi, lo po­tremmo verificare con i nostri occhi.

Per ora ho finito, lascio a voi le ulteriori deduzioni.

Si dà atto che, dalle ore 15,44 alle ore 15,57, presiede il Vicepre­sidente Marco Viérin.

Presidente - Ha chiesto la parola il Consigliere Florio.

Florio (VA) - Che questa vicenda sia disgraziatamente sempre più complica­ta, mi sembra sia risultato evidente anche dall'intervento dei consiglieri di opposizione che mi hanno preceduto. Direi che il loro stesso tono e le argomentazioni da loro usate per dare un giudizio sostanzialmente negativo della proposta fatta dal Pre­sidente dimostrano che, oltre che difficile l'approccio a tale questione, non è neanche così chiaro che cosa si vuole nella so­stanza ottenere da un approccio diverso.

Mi sembra d'intuire che ancora una volta, come già nelle pre­cedenti occasioni in cui si è discusso di detta questione (l'ultima a novembre), si finisca per non riuscire ad avere chiaro di fronte a sé l'obiettivo che ogni forza politica, di opposizione o di maggioranza, intende porsi nei confronti di questa vicenda.

Ancora una volta (come già a novembre) credo che sia impor­tante ricordare quali erano gli obiettivi che ci eravamo dati co­me Giunta e come maggioranza, perché è attraverso la rivisi­tazione di quegli obiettivi che è possibile capire pienamente il significato della scelta che viene proposta oggi e qual è di nuo­vo, con forza, l'obiettivo verso il quale la Giunta e la maggio­ranza vogliono andare.

Questo perché le cose non stanno come ha detto il Consigliere Tibaldi, o perlomeno non stanno, dimenticando un aspetto che è molto importante e che costituisce una grossa novità rispetto a tutto il passato in questa vicenda. Ed è che oggi ci saremmo dovuti riunire non per riconoscere una nuova proroga, tecnica o meno, ma per approvare una bozza di contratto. C'è, quindi, una grossa novità comunque, TAR permettendo o TAR non permettendo, della quale l'opposizione, la maggioranza e la Giunta nel futuro dovranno tenere conto.

L'obiettivo che questa maggioranza si era posto a suo tempo era proprio quello di giungere alla definizione di un contratto che contenesse una serie di punti molto precisi, molto detta­gliati, intorno ai quali si sarebbe dovuto costruire la sostanza della convenzione, ma anche le parti meno pregnanti. E questo obiettivo - questa forte volontà politica rispetto al passato - è stato secondo noi raggiunto, nel senso che la bozza di conven­zione che avremmo dovuto oggi approvare pone sul tavolo in un modo nuovo, in un modo diverso, tutta una serie di aspetti che, qualora risolti nel modo riportato nella convenzione, avrebbero consentito finalmente questa volta di porre SITAV, FINOPER e quante altre società avessero voluto partecipare sullo stesso piano, per giungere ad una trattativa prima, e ad una conven­zione poi, tra Regione e società finalmente su un piano di piena parità, con la possibilità da parte della Regione di misurare fi­no in fondo le diverse prospettive di sviluppo o comunque di conduzione che le diverse società avrebbero potuto esplicitare.

Questa è una grossa novità che dobbiamo porre comunque sul tavolo della discussione e della quale non è più possibile di­menticarci.

Rispetto ai contenuti della bozza di convenzione che avremmo dovuto votare oggi, diciamo che non sarà più possibile tornare indietro; sarà quello un termine di paragone concreto, definito, preciso soprattutto in ordine ad alcuni aspetti ai quali da sem­pre noi Verdi abbiamo dato importanza fondamentale e con i quali tutti si dovranno confrontare.

D'altra parte non sto a ricordare che la scelta di novembre non fu una scelta fatta a cuor leggero, ma fu una scelta fatta sulla base delle indicazioni estratte dal parere di una commissione tecnico-politica. Sosteniamo ancora qui, oggi - e credo sia que­sto il significato della frase del Presidente: "noi non condivi­diamo quella sentenza" -, che il dettato di quella commissione non poteva non essere tenuto in conto dal Consiglio regionale, che pure aveva indicato nel risultato di quella commissione lo strumento da utilizzare per compilare gli atti amministrativi in successione. Noi ci siamo attenuti ai risultati di quella com­missione, per quanto certo che se quella commissione avesse lavorato e formulato diversamente il proprio parere, forse avremmo potuto trovarci oggi in una situazione diversa. Ma il risultato che avevamo del lavoro di quella commissione era quello, non lo potevamo ignorare.

E noi a quello ci siamo attenuti; abbiamo individuato una serie di obiettivi politici molto concreti e dei quali, fra l'altro, oggi si acquisisce come scontata la definizione, ma che non credo sia stato facile raggiungere. Non credo che in una situazione diver­sa sarebbe stato più facile con SITAV portare a casa i contenuti della bozza di convenzione che ci troviamo di fronte, e questo lo abbiamo raggiunto in virtù della situazione particolare nella quale ci siamo trovati. E l'impressione che si ricava dalla lettu­ra di questa bozza di convenzione è di una regione che, se non aveva il coltello dalla parte del manico, perlomeno non aveva il coltello dalla parte della lama. Aveva cioè avuto la possibilità di premere affinché contenuti fondamentali ed importanti venis­sero portati al dunque e costituissero l'ossatura portante della convenzione stessa.

Cosa fare oggi allora? Oggi dobbiamo tenere fermo l'obiettivo di giungere alla data individuata nella bozza di convenzione, per­ché il Consiglio regionale possa aprire finalmente una gara per chiunque, in grado di poterlo fare, vi voglia partecipare, che consenta alla Regione di misurare al meglio i partecipanti alla gara stessa. Ed è possibile che a questo obiettivo si possa giun­gere utilizzando diversi sistemi. Il primo, il più scontato, perché si tratta di una scelta obbligata, a nostro avviso il 20 dicembre, è quello della proroga tecnica. Non è possibile pensare, anche in presenza del visto alla legge sul commissariamento, di poter attivare concretamente e con i piedi per terra, pensando anche ai 1200 dipendenti, la formula del commissariamento in un pe­riodo di tempo così breve. É opportuno andare a questa proroga di ordine tecnico, che ci consenta concretamente di ragionare nel più breve tempo possibile successivamente e alla luce della risposta definitiva del TAR e, se del caso, del Consiglio di Stato, su cosa fare ulteriormente; sempre però tenendo fermo quell'obiettivo, il cui contenuto concreto è rappresentato dalla bozza di convenzione che abbiamo fra le mani e che non dob­biamo più dimenticare. Non è detto, ad esempio, che nel caso in cui si constati che la sentenza definitiva del TAR - o meglio an­cora, il ricorso al Consiglio di Stato - ci vede perdenti, non si debba aprire trattativa con FINOPER. Noi non escludiamo ciò, lo si dovrà valutare concretamente, ma con questo schema-gui­da, con l'obiettivo di questa bozza anche in quel caso. Ed allora vorrò vedere quale sarà il risultato finale di una trattativa a tre, che sembra venire auspicata continuamente da parte dell'opposizione, quasi che la maggioranza non voglia invece trattare a tre. Non è vero che la maggioranza non vuole tratta­re a tre; vuole trattare a tre nel caso in cui ciò sia conveniente per la Regione stessa, ma nelle condizioni in cui ci si trova oggi, una trattativa di quel tipo non è possibile costruirla, perché basterebbe chiedersi come è possibile per FINOPER giungere a definire contenuti di contratto almeno simili a quelli compresi nella bozza che ci troviamo in mano rappresentante l'accordo raggiunto fra Regione e SITAV, per capire che non è possibile nel concreto avere una piena trattativa a tre su contenuti di piena parità. E questo, Tibaldi, è l'obiettivo che vogliamo rag­giungere: vogliamo far sì che la Regione nel più breve tempo possibile giunga a definire un contratto, definendo pienamente, ma su di un piano di piena parità, i contenuti proposti dalle singole società che vogliono partecipare.

Certo, l'amaro in bocca che rimane da questa vicenda è l'im­pressione che probabilmente se ne ricava all'esterno dell'atteg­giamento della Giunta e della maggioranza; si direbbe quasi che si fatichi a star dietro ai fatti di tale vicenda e di fronte ad un'attività economica dell'importanza di quella di cui stiamo parlando, si ha allora forse l'impressione che si stenti ad essere in grado di voler gestire fino in fondo la vicenda.

Ma sappiamo che non è così; sappiamo bene qual è il pantano della normativa amministrativa in materie di questo genere, sappiamo bene qual è la serie di lacci che impediscono talvolta anche il dispiegarsi di una volontà politica che è definita e che credo di aver sottolineato e di aver ricordato essere ancora quella che ho detto.

Nonostante questo, ribadiamo l'esigenza che si giunga a defini­re quanto contenuto nella sostanza dalla bozza di convenzione che abbiamo fra le mani, e gli atti che da oggi in avanti do­vranno essere posti in essere dalla Giunta e dalla maggioranza dovranno tendere al raggiungimento di quegli obiettivi, che so­no obiettivi di grossa novità.

Presidente - Ha chiesto la parola il Consigliere Marguerettaz.

Marguerettaz (DC) - Ci troviamo davanti ad un atto quest'oggi che ci propone di pro­rogare per l'ennesima volta la concessione alla SITAV per quanto riguarda la gestione del Casinò di Saint-Vincent. Ha già fatto notare il collega Tibaldi che su questa proroga l'unica so­stanziale novità che possiamo evincere dalle parole della deli­bera è quell'aggettivo "tecnico", che in passato probabilmente non era mai comparso.

La considerazione da farsi è che tuttavia questa proroga viene ad essere discussa in Consiglio per le stesse motivazioni per le quali erano state concesse le proroghe precedenti, vale a dire una proroga data, questa volta, su una sentenza di sospensiva del TAR, in passato, su sentenze similari o su perplessità, in base alle documentazioni e in base all'aspetto societario della SITAV.

Quindi, nonostante gli sforzi del Consigliere Florio, che cerca di cambiare la prospettiva di visione sulla bozza di convenzione, la bozza di convenzione oggi non è in discussione. Quando sarà in discussione la bozza di convenzione, parleremo di quella; oggi invece dobbiamo parlare di una proroga.

A fronte di tutta la vicenda "Casinò" e delle proroghe a SITAV che si ripetono così massicciamente nel tempo, una considera­zione che è una battuta, ma davvero amara, è questa: che a questo punto potremmo consigliare alle società concorrenti di SITAV di non ricorrere più agli organi giudiziari, perché ogni qualvolta c'è un ricorso di tale genere, di fatto la SITAV ottiene un'ulteriore proroga per la gestione.

Diceva Florio che è bene ricordare gli obiettivi che questa maggioranza si è data, ed io sono perfettamente d'accordo con lui. Se la memoria non mi fa difetto, se c'era un punto forte, categorico, chiaro di questa maggioranza era uno: che in ogni caso, in qualsiasi situazione si fosse venuta a trovare, non avrebbe concesso una proroga a SITAV dopo il 31 dicembre 1993. Questo era l'obiettivo più chiaro di "questa" maggioranza e se andassimo a leggere i verbali delle varie discussioni che sono avvenute in "quest'aula" dall'inizio di "questa" legislatura, ci accorgeremmo che forse proprio dai banchi dei consiglieri Verdi, in particolare, era stato più volte sottolineato "questo" aspetto. Evidentemente "questo" obiettivo non è stato raggiun­to.

Quando il 4 novembre scorso questo Consiglio regionale andò a discutere sulla delibera che autorizzava la Giunta a procedere con trattativa privata nei confronti di SITAV, emergeva un dato molto chiaro, che noi come Democrazia cristiana avevamo più volte sottolineato, ed anche quella volta in contrapposizione con l'Assessore Riccarand, il quale sosteneva fortemente una tesi diversa dalla nostra. Una sottolineatura che facemmo a quell'epoca fu che questa maggioranza appoggiava il suo giu­dizio troppo fortemente sulla relazione della commissione tec­nica. Dirò di più: questa maggioranza si esimeva dall'esprimere un giudizio. Ricordo l'Assessore Riccarand che diceva: abbiamo nominato un arbitro, che è la commissione tecnica. Raccoman­dai di stare attenti, perché la funzione della commissione era quella di raccogliere i dati, le informazioni, le documentazioni, mentre spettava al Consiglio esprimere un giudizio.

Fu sempre in quell'occasione che ricordavo, leggendo dei passi delle riunioni della commissione, come il prof. Zanetti in parti­colare urlava questo concetto ai consiglieri regionali; più volte ebbe a dire che non poteva dire niente di diverso, ribadendo che una cosa è il compito della commissione, altra cosa è il compito del Consiglio regionale.

A fronte di tutto questo fu presa una decisione, che non condi­videmmo; ma cosa ci impedì di approvare quella delibera? Tutta una serie - ricordo che queste parole furono dette fino alla nausea - di dubbi e di perplessità e di preoccupazioni sull'atto che si andava ad assumere. Eravamo talmente preoc­cupati di questa situazione, che già allora avemmo l'occasione di dire come Gruppo DC che era opportuno mettere comunque le mani avanti e che era necessario che quest'Amministrazione predisponesse al più presto una legge di commissariamento. Vi ricorderete quella proposta, che fu anche malintesa da parte degli organi di informazione, i quali a suo tempo dissero che la Democrazia cristiana chiedeva il commissariamento. No, la DC disse invece che era utile che preparassimo in fretta un disegno di legge in modo da permettere alla Regione di commissariare il Casinò, anche perché questo disegno di legge, se tutto fosse an­dato per il verso giusto, avrebbe dato più forza contrattuale alla Regione nella fase di trattativa privata con SITAV. In effetti, a vedere la bozza di convenzione, si può notare che la Regione un certo peso contrattuale l'ha avuto.

Qui però manca una risposta da parte della Giunta, una rispo­sta ad una domanda molto banale e molto chiara, che ci aspet­tavamo fosse già data nella relazione introduttiva. Questo Consiglio regionale ha approvato un disegno di legge sul com­missariamento, che noi votammo favorevolmente, perché andò a votare questa legge? La risposta è chiara: perché si era preoc­cupati che la trattativa con SITAV non andasse in porto. Pro­babilmente molti pensavano ad un motivo, vale a dire che la SITAV nel corso della trattativa con la Regione non accettasse le condizioni che la Regione poneva, e quindi, in quel caso, SI­TAV interrompeva le trattative e la Regione procedeva al commissariamento. Pochi forse pensavano al caso che poi si è verificato, vale a dire che la trattativa con SITAV andasse a buon fine, ma intervenisse il TAR a fermare la trattativa.

Di fatto però, oggi ci troviamo nell'impossibilità di gestire il Casinò se non prorogando certamente la trattativa con SITAV, così come sarebbe stato del resto se questa maggioranza non fosse stata in grado di portare avanti una bozza di convenzione e quindi di fare nei tempi giusti una trattativa privata, oppure di procedere ad un commissariamento.

C'è un disegno di legge sul commissariamento del Casinò che questa Regione ha votato il 13 dicembre scorso ed oggi - ecco la domanda semplice - a cosa serve che noi abbiamo approvato un disegno di legge sul commissariamento?

Questa è una domanda a cui bisogna dare risposta. Vogliamo dire, a giustificazione, che c'è ancora l'intoppo tecnico della fir­ma del Coordinamento? Diciamolo, però diciamo almeno que­sto.

Comunque, in questa situazione la preoccupazione più forte, di fronte a questi ostacoli che si frappongono sulla continuità della gestione della Casa da gioco, è data dalla situazione occu­pazionale che potrebbe derivare da una qualsiasi scelta riguar­dante la Casa da gioco.

In questo senso non possiamo che esprimere tutta la nostra preoccupazione, ma al tempo stesso vogliamo anche portare qualche valutazione.

Oggi andiamo su proposta della maggioranza ad assumere un atto che proroga di altri sei mesi la gestione di SITAV. Da un punto di vista immediato l'occupazione del Casinò parrebbe ga­rantita almeno per sei mesi, e su questo, apparentemente, nulla da eccepire. Non vorrei davvero che a seguito dell'assun­zione di questa delibera da parte del Consiglio regionale si frappongano ancora ulteriori ostacoli, cioè che la vicenda "Casinò" non abbia fine, che alla vicenda "Casinò" non si sia in grado di dare una risposta che magari preoccupi, ma che metta fine una volta per tutte a questa situazione di estrema incer­tezza nella quale vive oggi la Casa da gioco e, quindi, i dipen­denti.

Quali potrebbero essere gli ulteriori ostacoli? Possono essere due: il primo, questo atto potrebbe non essere vistato dalla Commissione di Coordinamento, perché se c'era una cosa ab­bastanza chiara era che all'approvazione dell'ultima delibera, recante per oggetto l'ulteriore proroga a SITAV, la Commissio­ne di Coordinamento espresse un giudizio chiaro che andava nella direzione di dire che fosse l'ultimo. C'è questo interrogati­vo e dobbiamo porcelo come oggetto della riflessione che siamo chiamati a fare.

Il secondo ostacolo che potrebbe frapporsi è il rischio che la stessa magistratura apra comunque un occhio su tutto ciò che sta avvenendo dal punto di vista delle delibere che si susseguo­no su tale questione.

Dico questo perché c'è un fatto inequivocabile. Oggi abbiamo in mano una bozza di convenzione che, a detta di colloqui infor­mali avuti con alcuni esponenti della maggioranza, è una bella convenzione. É una convenzione che SITAV ha dovuto "digerire". É una convenzione che porta dei vantaggi alla Re­gione rispetto a quelli che aveva finora. Ora noi, andando a prorogare di sei mesi la gestione a SITAV, di fatto, rispetto alla situazione che stava per crearsi, facciamo gli interessi di SI­TAV. Per sei mesi sicuramente SITAV ha maggiori convenienze a gestire la Casa secondo la vecchia convenzione rispetto a quella che avrebbe avuto davanti a sé se le cose fossero andate diversamente.

Qualcuno dirà che la cosa più facile in questi casi è dire la fa­mosa frase "noi lo avevamo detto", e sarebbe davvero banale e grave se ci riducessimo a tutto questo. Quello che però chie­diamo, così come lo avevamo chiesto il 4 novembre scorso, è un'indicazione su questi interrogativi che ci poniamo; vorrem­mo che la Giunta ci tranquillizzasse sotto questo aspetto.

Lo avevamo detto all'epoca che volevamo avere chiarezza su al­cuni punti che non ci erano chiari; probabilmente la chiarezza è venuta nel periodo della trattativa privata con la richiesta della documentazione, eccetera. Noi oggi chiediamo la stessa cosa.

Presidente - Ha chiesto la parola il Consigliere Perron.

Perron (UV) - Quand j'avais examiné la délibération qui est arrivée avec l'ordre du jour et en l'analysant avec attention, j'étais convaincu que le Gouvernement régional avait fait un très bon travail dans cette tractation, et j'en suis actuellement persuadé.

Contrairement à ce que pense M. Tibaldi, avec cette délibération, à mon avis, on avait posé des points fermes très précis pour ce qui était le rapport de l'Administration régionale avec la Maison de jeux; points fermes qui donnaient une garantie soit à l'Administration régionale, soit aux dépendants qui travaillent à la Maison de jeux. On avait fait, par rapport au passé, un grand pas de l'avant, parce qu'on avait respecté au maximum le mandat que le Conseil régional avait donné au Gouvernement qui allait traiter avec la SITAV.

Je souligne ce que le Président du Gouvernement a dit: c'est une décision, celle du TAR, que nous ne partageons pas et c'est une décision qui est peu compréhensible aussi du point de vue juridique. Je me demande, en pensant au personnel, quelle aurait été la situation du personnel de la Maison de jeux si on avait suivi et accepté ce que la Lega Nord proposait. Et si on pense à cela, les préoccupations pour cette situation - qui ne sont pas une exclusivité de M. Marguerettaz - doivent nous faire penser beaucoup sur certaines attitudes qu'il y a dans cette salle.

La décision que nous allons prendre aujourd'hui - je veux le souligner avec force - est une décision totalement différente par rapport à celle qu'on avait faite dans le passé, parce que sont différentes les raisons qui nous conduisent à ce choix.

La volonté de cette majorité était claire: ne pas proroger tout court la convention avec la SITAV, et c'est ce qu'on avait fait. Donc l'accuse d'immobilisme que M. Tibaldi faisait auparavant, est totalement à repousser. Je crois, au contraire, que la délégation du Gouvernement régional qui est allée traiter avec la SITAV a fait un excellent travail; elle a dû travailler lourdement et s'il n'y avait pas cette interruption d'un point de vue judiciaire, aujourd'hui on aurait pu faire un considérable pas de l'avant, on aurait situé l'Administration régionale dans une situation de clarté et on aurait donné à une partie des travailleurs qui travaillent dans la Maison de jeux une réponse concrète.

Quand M. Tibaldi fait certaines accusations dans cette salle (accusations qui parfois sont lourdes), je me demande s'il parle à titre personnel, s'il parle à titre de la Lega Nord ou, pire encore, s'il parle à titre de quelqu'un d'autre. La commission a fait un bon travail; elle avait posé des points fermes dans le total respect de ce qui était le mandat du Conseil régional. Donc aucune accusation de faire dans cette salle les intérêts de la SITAV ne peut être acceptée.

Pour ce qui est de la gestion extraordinaire, M. Marguerettaz peut-être a raison quand il dit: "qu'est-ce que nous l'avons approuvée à faire?". Il y a des raisons techniques à ne pas sous-évaluer: la loi est retournée aujourd'hui signée, la loi pour être activée doit être signée par le Président du Gouvernement doit être publiée; donc, je crois que nous dépasserons le terme de 31 décembre 1993. Autre aspect (et c'est une question de substance), je ne sais pas qui dans cette salle serait à même de commencer toutes les procédures pour arriver à une gestion extraordinaire efficace en dix jours. Le choix donc d'une prorogation technique de six mois est un choix qui a une volonté politique claire, c'est celle de continuer dans le travail qui peut résoudre cette situation, et donc je crois que la prorogation technique de six mois, si nous voulons donner une réponse aux dépendants qui travaillent dans la SITAV, c'est le seul chemin aujourd'hui à parcourir. Pour ces raisons nous exprimons notre vote favorable à la proposition que le Gouvernement valdôtain a fait.

Presidente - Ha chiesto la parola il Consigliere Rini.

Rini (GA) - Credo che la responsabilità di quanto è successo non sia da imputare alla Giunta, in quanto le parti avevano raggiunto un accordo per il rinnovo della concessione in tempi utili e sulla base di un contratto che era stato predisposto nel rispetto delle condizioni poste da parte di questo Consiglio. Bozza che oggi avremmo potuto, anzi avremmo dovuto appro­vare.

Visti i ristrettissimi tempi a disposizione per assicurare la con­tinuità dell'attività della Casa da gioco, pensando anche e so­prattutto alla salvaguardia dei posti di lavoro dei dipendenti del Casinò e del Billia, credo che la proposta della Giunta sia da approvare, perché orientata verso questi due importanti obiettivi: continuità dell'attività e salvaguardia dei posti di la­voro.

É sicuramente una proroga dovuta a questioni tecniche, indi­pendenti dalla volontà della Giunta e di questo Consiglio.

Fra l'altro, appena possibile si andrà a trattativa, si spera an­che prima del 30 giugno 1994, ed i benefici economici avranno comunque decorrenza a partire dall'8 febbraio 1992.

Al di sopra delle logiche di parte, nell'interesse dei dipendenti del Billia e del Casinò, e nell'interesse pure della Valle d'Aosta voterò a favore della proposta di rinvio.

Presidente - Ha chiesto la parola il Consigliere Ferraris.

Ferraris (GV-PDS-SV) - Credo che compito della minoranza sia dimostrare l'incapacità vera o presunta della Giunta rispetto al raggiungimento di obiettivi che la maggioranza si propone. Però credo che questa vicenda della SITAV vada esaminata per quello che è.

Innanzitutto, ci troviamo di fronte ad una situazione - come di­ceva anche il Consigliere Tibaldi - per certi versi ereditata dal passato, quindi quanto meno le attenuanti generiche ci sono. É stata riaperta la gara, non si è fatta una trattativa plurima, ma perché? Per un semplice motivo e cioè che, nel momento in cui fosse stata fatta una trattativa plurima, noi oggi saremmo a di­scutere del ricorso della SITAV; perché, con quel tipo di con­clusioni a cui era arrivata la commissione dei "sei saggi" che avevano esaminato la questione, indubbiamente diventava dif­ficile un'ammissione della FINOPER. Il TAR è stato di parere diverso, ma tenuto conto di quelle che erano allora le risultanze diventava difficile fare una operazione inversa, anche perché ammettendo FINOPER - ripeto - saremmo stati qui a discutere dell'impugnativa di SITAV.

Credo però una cosa. Questa maggioranza ha operato, ha fatto una convenzione, che mi pare anche dai banchi della minoran­za è stata giudicata positiva, in quanto ci sono dei punti quali­ficanti; quindi direi che da questo punto di vista si è operato, e si è operato anche bene.

É chiaro che non è potere di questa maggioranza intervenire ri­spetto all'autonomia di giudizio del TAR; è vero però che rispet­to alle preoccupazioni di chi dice che oggi sarebbe meglio il commissariamento, perché questo tutelerebbe meglio i diritti della Regione, nel dispositivo della delibera del Consiglio (la quale è in discussione oggi) si prevede la retroattività dall'8 febbraio 1992 dei benefici derivanti dalla convenzione che si andrà prima o poi a definire con il nuovo gestore del Casinò. Questo garantisce comunque qui, ed anche rispetto ai prossimi mesi, gli interessi della Regione; in sostanza la Regione non perde i benefici che deriveranno dalla prossima convenzione.

Credo che oggi, al di là delle schermaglie che possiamo fare fra maggioranza e minoranza, il problema sia semplice: dobbiamo decidere se vogliamo andare al commissariamento, oggi 20 di­cembre, quindi decidere un commissariamento fra Natale e Ca­podanno; oppure se vogliamo fare una proroga di sei mesi revo­cabile, che vuol dire che la Regione non va a creare una situa­zione di difficile gestione in un periodo come questo, ma si con­cede una libertà di azione, non escluso in prospettiva anche lo stesso commissariamento, soprattutto non si mette in una strada obbligata. Per queste ragioni condivido la proposta di delibera che viene fatta, perché garantisce una cosa molto semplice: il problema che c'è dietro il Casinò è quello di garan­tire la continuità dell'attività produttiva in un settore impor­tante per il bilancio regionale e per l'attività economica della Valle d'Aosta, e allo stesso tempo garantire l'occupazione; con questo tipo di decisione avremo la certezza che il primo gennaio 1994 - e nei giorni successivi - l'attività continuerà all'interno del Casinò. Una soluzione diversa credo difficilmente potremmo oggi deciderla responsabilmente.

E credo che rispetto a tale tipo di conclusione ci siano anche i lavoratori del Casinò; i lavoratori che fanno riferimento alle Organizzazioni sindacali confederali hanno preso una posizione molto chiara, cioè quella che per salvaguardare l'occupazione oggi è necessario andare ad una proroga della convenzione.

Che questo ci faccia contenti, sicuramente no; avremmo preferi­to non ci fosse stata la sentenza del TAR, che di fatto ha riaper­to i giochi, però ritengo che questa sia una soluzione ampia­mente condivisibile. Come dicevo, non si precostituiscono con­dizioni, la Regione mantiene la propria capacità e possibilità contrattuale a tutto campo e soprattutto garantisce l'occupa­zione per tutti, anche per quelli che oggi ci chiedono, con una loro posizione, di procedere al commissariamento.

Lo dicevo prima, realizzare il commissariamento è una cosa seria; farla fra Natale e Capodanno rischierebbe di mettere in seria discussione la continuità di un'attività importante per la Regione, soprattutto la continuità dell'occupazione. Per questo il mio Gruppo voterà a favore della proposta di delibera della maggioranza.

Presidente - Ha chiesto la parola il Consigliere Lanivi.

Lanivi (PVA) - Credo che quella di oggi sia una scelta praticamente obbligata, cioè non vi sono condizioni obiettive che possano condurre il Consiglio ad una scelta di tipo diverso.

Ho appreso prima dall'intervento di Chiarello e poi da alcuni altri interventi che il Presidente della Commissione di Coordi­namento avrebbe vistato la legge per la gestione straordinaria della Casa da gioco; questa è la vera novità che consente all'Amministrazione regionale di avere (ma non certamente prima del 31 dicembre 1993) uno strumento in più rispetto al passato. Quindi non solo di fronte alla situazione della Regione attuale di avere operato una scelta, messa in discussione dalla decisione del TAR, ma anche considerando una trattativa con due società, la Regione comunque ha uno strumento che le con­sentirà di intervenire in modo diverso.

Vorrei fare alcune considerazioni rispetto al passato, che qui viene tutto messo insieme e che invece vorrei distinguere. Quando si parla di passato, si parte da periodi indistinti e fu­mosi; vorrei considerare almeno due fasi del passato perché i problemi che abbiamo oggi non sono conseguenza del passato dopo la svolta del 1992, ma sono conseguenza di decisioni as­sunte prima, che hanno riguardato le modalità con cui arrivare alla concessione della Casa da gioco. Il resto non va considerato come tempo perduto e cercherò di motivare queste mie affer­mazioni.

Faccio un esempio: la retroattività dei benefici non è un'inven­zione di adesso e non era neppure nella prima proroga di sca­denza, è stata fatta nel luglio 1992 e alla fine del 1992; la revo­cabilità era un concetto già inserito.

Dirò di due punti importanti che hanno consentito al Governo attuale di ben operare, e cioè quei vincoli che sono stati stabiliti nell'estate 1992 come decisione unanime e collegiale della maggioranza, circa trasparenza ed affidabilità: questi sono stati punti importanti. Non solo, il buon lavoro compiuto dal Governo attuale per realizzare quella bozza di contratto con la SITAV è stato possibile proprio perché non si è realizzata l'im­postazione originaria ante 1992, se vogliamo essere chiari. La filosofia di andare verso una qualificazione della Casa da gioco e non ad una sua espansione è dovuta al fatto che si sono tenuti con prudenza degli atteggiamenti, che hanno consentito oggi, in una situazione economica mutata, di avere una bozza di con­tratto più aderente non solo alla realtà economica attuale ma anche a quella prevedibile nei prossimi anni.

E mi fermo qui, salvo aggiungere che la scelta che oggi il Con­siglio regionale deve fare è quella indicata dalla Giunta regio­nale, che ha operato non solo con prudenza ma con intensità e con molta attenzione su questi problemi, e che ora, come risul­tati positivi, ci porta una bozza di contratto che tiene presente gli interessi regionali e la possibilità di disporre di uno stru­mento in più e cioè la gestione straordinaria della Casa da gio­co di Saint-Vincent.

Anche perché si possano meglio chiarire alcune situazioni del passato, voglio solo ricordare che poco più di un anno fa il TAR aveva respinto il ricorso fatto da FINOPER al TAR, e successi­vamente al ricorso di FINOPER contro la sentenza del TAR di Aosta c'era stata la sentenza del Consiglio di Stato che ripropo­neva delle nuove modalità da seguire da parte della Regione. Oggi il TAR accoglie il ricorso di FINOPER e quindi si può an­dare verso un gioco pericoloso, per certi aspetti.

Quello che importa sottolineare è che ora l'Amministrazione regionale ha uno strumento in più, ed ha una bozza di contrat­to che risponde agli interessi della Regione attuali e prevedibili nel futuro.

Presidente - Ha chiesto la parola il Consigliere Parisi.

Parisi (VAP) - Sono convinto che se noi questa sera avessimo potuto votare la delibera della convenzione, avremmo fatto un grosso regalo non solo a questo Consiglio, ma ai dipendenti della Casa da gioco e a tutti i cittadini, perché sicuramente sarebbe stata la soluzio­ne di un grosso problema che travaglia tutti.

Quindi, a prescindere dalle posizioni in cui uno si trova in questo Consiglio, maggioranza o opposizione, credo che la re­sponsabilità di tutti sia quella di arrivare a trovare una solu­zione credibile, che finalmente dia sicurezza ai dipendenti della Casa da gioco, dia tranquillità per quanto riguarda l'immagine che il Casinò dovrebbe avere all'esterno, e nello stesso tempo si possa firmare nel tempo una convenzione che dia alla Regione tutti quei vantaggi ai quali ci siamo richiamati in questo Con­siglio, anche in passato.

Detto ciò, per quanto ci riguarda non dobbiamo giustificare as­solutamente nulla per quello che è stato l'atteggiamento tenuto il 4 novembre, nel momento in cui abbiamo votato questa deli­bera, perché noi abbiamo votato questa delibera convinti, come lo siamo tuttora, di aver portato in questo Consiglio all'appro­vazione un documento il quale, finalmente, avrebbe dato solu­zione al problema.

Bisogna anche ammettere che in questo momento la posizione del Consigliere Tibaldi è sicuramente quella che risalta di più in questo Consiglio, perché lui dice: "Noi l'avevamo detto". Altrettanto onestamente dobbiamo ammettere che la sentenza del TAR ci ha in qualche modo frenato nella corsa in cui noi eravamo destinati. Però questo non deve assolutamente dare a qualcuno gli elementi per dire che si è votato qualcosa perché qualcuno voleva che "quella", e solo "quella", fosse la soluzione del problema; lo respingo nella maniera più categorica. Per quanto ci riguarda, non interessa chi andrà a gestire la Casa da gioco di Saint-Vincent; a noi interessa che vengano messi in atto tutti quegli strumenti per rilanciare la Casa da gioco, per dare una maggiore credibilità e una immagine diversa all'esterno e per assicurare il lavoro ai dipendenti di questa struttura. Tutto il resto a noi non interessa.

Non sappiamo cosa è successo in passato, né tanto meno ci in­teressano i "libri bianchi" scritti sulla Casa da gioco. Siamo qui, in questo momento, ad operare e tutti, credo, abbiamo lo stesso fine. Dunque smettiamola con questi richiami alla magistratu­ra, a tutto quello che dovrebbe rimanere al di fuori del Consi­glio; se ci sono degli elementi che possono determinare tutto quello a cui faceva cenno il Consigliere Marguerettaz, credo sia doveroso da parte di chi deve tutelare quell'aspetto fare le in­dagini che ritiene più opportuno fare. In questo Consiglio noi dobbiamo dare delle risposte politiche e le risposte politiche so­no quelle che ho cercato di esporre nel mio breve intervento.

Per ciò che riguarda poi le certezze a cui faceva richiamo il Consigliere Marguerettaz, nella situazione in cui ci siamo ve­nuti a trovare, sicuramente nessuno è in grado di dare certezze; una cosa però è certa: da parte di tutti bisogna fare uno sforzo per arrivare finalmente alla soluzione del problema.

La legge sul commissariamento questa certezza non ce la dà, anche perché la legge sul commissariamento non è stata una proposta fatta dalla minoranza di questo Consiglio; quello era un impegno politico preciso assunto dalla Giunta, nel momento in cui si era andati a votare la delibera il 4 novembre. Non tanto per avere la primogenitura in quelle che sono le azioni di questo Consiglio, ma solo per onestà di chiarezza...

(...interruzione del Consigliere Marguerettaz...)

...non servono assolutamente, però siccome il Consigliere Mar­guerettaz dai banchi dell'opposizione ha tirato fuori questo ar­gomento, mi sono sentito in dovere di fare alcune precisazioni.

Ci troviamo al 20 dicembre con una legge di commissariamento che ancora ufficialmente non sappiamo se è stata approvata, anche se le voci di corridoio la danno per approvata; personal­mente ritengo che, tenuto conto delle vacanze di Natale, non si abbia la possibilità tecnica di arrivare al primo gennaio ad ave­re messo in atto gli strumenti per poter gestire la Casa da gioco con un commissario. Quindi la proposta di carattere tecnico, che ci viene formulata, per avere la possibilità con più tran­quillità di poter gestire la Casa da gioco anche, se del caso, con il commissario, credo che non sia una proposta stravolgente. É chiaro che politicamente se avessimo avuto la possibilità di ap­provare oggi quella delibera, sicuramente i nostri interventi potevano essere fatti con una maggiore incisività e con maggio­re enfasi. Invece, dobbiamo purtroppo prendere atto che questo, attualmente, non può avvenire. Però credo che da parte della Giunta ci sia la volontà politica di arrivare finalmente a porta­re in questo Consiglio una proposta che risolva questo proble­ma, perché la situazione in atto non fa piacere a nessuno, né alla maggioranza né all'opposizione.

Per i motivi che ho cercato di esprimere e per non fare, neanche qui, strumentalizzazione; perché tutti si parla del personale, però, se da una parte si fa il richiamo al motivo occupazionale del personale, dall'altra si vorrebbe andare a trovare una solu­zione che è di massima incertezza. Vorrei chiedere anche ai colleghi dell'opposizione quali certezze hanno in questo momen­to che al primo gennaio si possa gestire la Casa da gioco con un commissario; io, sicuramente, questa certezza non ce l'ho e non mi sento, in una situazione di estrema difficoltà, di andare a creare un'ulteriore incertezza. Sicuramente sarebbe molto drammatica non solo per noi, ma in modo particolare per i di­pendenti.

Siccome credo che il problema occupazionale e il problema della certezza del lavoro vadano in qualche modo salvaguardati, ri­tengo che l'unica soluzione oggi (almeno per i tempi necessari per andare a trovare una soluzione ottimale) sia quella di vota­re questa proroga, che darà la possibilità ai dipendenti della Casa da gioco di avere almeno per questi mesi la certezza di continuare a lavorare nella Casa da gioco.

Per detti motivi voteremo a favore della proposta di delibera presentata dalla Giunta regionale.

Presidente - Ha chiesto la parola il Consigliere Lavoyer.

Lavoyer (ADP-PRI-Ind) - Solo per dichiarare il voto favorevole del nostro Gruppo sulla delibera che ci viene proposta, anche perché riteniamo questa l'unica via percorribile per salvaguardare la continuità dell'at­tività all'interno della Casa da gioco.

Condividiamo come Gruppo in toto quanto ha affermato il col­lega Perron nel suo intervento precedente, il resto ci sembra più che altro "parole al vento" e a noi il gioco delle parti non interessa, come penso non interessi alla gente.

Ci riserviamo d'intervenire in modo approfondito quando discu­teremo sui contenuti della convenzione che doveva essere di­scussa oggi. Possiamo però fin d'ora affermare che la Giunta Viérin ha operato bene per la stesura della bozza già accettata dalle parti.

Ribadisco il voto favorevole del nostro Gruppo alla delibera in discussione.

Presidente - Ha chiesto la parola il Consigliere Tibaldi.

Tibaldi (LN) - Vorrei puntualizzare alcune cose, perché mi sembra che si gio­chi a strumentalizzare le dichiarazioni che vengono affermate.

Anzitutto vorrei tranquillizzare il Consigliere Perron e chi avalla il suo intervento che non sono in veste di avvocato difen­sore di nessuno, parlo a nome e personale e della Lega Nord, e non a nome di altre persone. Al limite posso parlare a nome dei dipendenti o di una parte dei dipendenti che hanno legittime preoccupazioni sul futuro della Casa da gioco. Quindi non sono qui in veste di pubblico ministero o di avvocato difensore, ma semplicemente per fare delle constatazioni che comunque con­tinuo a portare avanti, nonostante quanto sia stato replicato.

Qua non si fa il gioco delle parti, è ovvio, nessuno penso voglia fare il gioco delle parti. Anche se, in realtà, si potrebbe presu­mere che il gioco delle parti venga fatto proprio dalla maggio­ranza o dalla Giunta, perché dal 31 dicembre 1993 SITAV non avrebbe più titolo a gestire, ma qualcuno invece ha interesse che gestisca. E la scelta di oggi potrebbe essere illegittima, ma­gari non vistata - come ha anticipato Marguerettaz - dalla Commissione di Coordinamento, con gli ulteriori aggravi della situazione che tutti possiamo immaginare.

Anche a noi non interessa quindi chi va a gestire, nessuno ha mai detto ci interessa l'uno o ci interessa l'altro, mi sembra che sia scontato questo pensiero. Ci interessa che a gestire la Casa da gioco di Saint-Vincent vada una società in grado di valoriz­zare quella che è ancora oggi l'unica azienda privata (ma non so per quanto) in grado di fornire determinate risorse alle en­trate regionali e di occupare più di mille persone.

Ovviamente bisogna anche compiere degli atti di coraggio, non perseguire la politica dello struzzo e mettere la testa sotto la sabbia quando si verificano determinati eventi. La novità, ho sentito fra gli ultimi interventi, è la proroga; ma che novità, è la quinta che viene proposta!

Qual è l'elemento di novità di questa delibera? Qualcuno faceva riferimento alla bozza di convenzione, ma l'ordine del giorno è cambiato, non si parla di bozza di convenzione oggi. Non so quanto questa bozza di convenzione sarà attuale... fra 6, 12 o 18 mesi... perché cambiano i presupposti. Quindi mi sembra che l'unica novità che oggi si può portare all'esame dell'aula sia la proroga, ma sinceramente l'unico elemento di novità è la specificazione "tecnica", sul quale ho già fatto le mie conside­razioni in precedenza.

Secondo noi, l'unica strada percorribile (a differenza delle ulti­me osservazioni che ho sentito) non è quella della proroga, ma è quella del commissariamento; un atto di coraggio, una scelta decisa, di quelle scelte di cui si parlava anche in occasione della discussione sul bilancio: un bilancio di scelte e non un bilancio di tagli, oppure di scelte che ci venivano proposte il 30 giugno con l'insediamento di questo Consiglio. Ma quali sono le scelte dal momento che gli stessi atti, lo stesso percorso che è stato fatto in passato, le stesse soluzioni, oggi ci vengono riproposte? Quali sono i cambiamenti? Nessuno. Che cosa abbiamo fatto a fare una legge sul commissariamento? Qual è la capacità dell'Amministrazione se in 10 giorni non riesce ad attivarsi? Lo so che dieci giorni sono pochi, ma è qui che si vede la capacità dell'Amministrazione, quanto meno per evitare di buttare via 26 giorni ad ottobre senza convocare la IV Commissione per prevedere l'immediata stesura di una legge sul commissaria­mento. Però lì c'erano da limare le spigolature all'interno della maggioranza per mettersi d'accordo sulla linea da perseguire, anche se queste spigolature hanno lasciato qualche ferita all'interno. Queste cose non vengono considerate, però le lima­ture politiche si riverberano inevitabilmente su quelle che sono le situazioni esterne.

E' per quello che voglio ribadire la grossa responsabilità politi­ca che ha questa Giunta o che hanno questa Giunta e questa maggioranza, quest'incapacità di trovare una soluzione alter­nativa ed efficace. Qui si ripercorrono gli errori del passato, non c'è nessuna novità, ed è per questo che non vogliamo essere complici di "questa" scelta che assolutamente non condividia­mo, che serve solo ad allungare, a rinviare determinati termini, e non si sa neppure quale sarà alla fine l'esito. Ricordo che ci sono altri ricorsi, fra cui il ricorso SITAV, e questa volta po­trebbe venire portato alla ribalta dalla stessa società, se vede pregiudicati i suoi diritti: da una parte la morsa di SITAV, dall'altra la morsa di FINOPER.

A questo punto la Regione deve prendere le redini della situa­zione, la Regione deve avere il coraggio di subentrare nella gestione della Casa da gioco di Saint-Vincent, ovviamente valu­tando gli eventi giudiziari che si consumeranno, ma non credo tanto velocemente perché sono interessi miliardari, per cui non penso che le società si limitino ad accettare le decisioni dell'or­gano giurisdizionale di primo grado, e nel frattempo di porre le basi per un azzeramento e l'avviamento di una nuova procedu­ra di appalto.

E poi questi: "smettiamola con i richiami alla magistratura"; mi sembra che si tenga conto, in questo momento, di una deci­sione della magistratura, Parisi, perché se non ne tenessimo conto prepariamoci alle manette...

(...interruzione del Consigliere Parisi...)

...i richiami alla magistratura li avete voluti evitare il 4 novembre, adesso cercate di scacciarli come se fosse il malocchio che rischia di avvicinarsi. Questa volta, magari, non ci si limita alla magistratura amministrativa, perché si co­nosce dell'esistenza di un'inchiesta penale, anche se non ancora ufficiale, sulle valutazioni fatte dalla Commissione "Bortoli" e sulle successive decisioni che sono state prese dal Consiglio re­gionale. E come ha detto prima giustamente Marguerettaz, non è la Commissione "Bortoli" che ci ha obbligato, perché la Commissione "Bortoli" ha fornito semplicemente un parere, ha esaminato questi documenti, ma in materia di concessione amministrativa la più ampia discrezionalità spetta all'organo politico. Discrezionalità che si è consumata nei banchi della maggioranza, in quel lungo e famigerato mese di ottobre.

Concludo sollecitando una riflessione della maggioranza e dell'op­posizione sulle scelte che oggi vengono compiute, perché non mi sembrano assolutamente idonee alla vicenda che si è prospettata dal 16, e quindi scelte che potrebbero essere ancora più pregiudi­zievoli di quello che è il futuro della Casa da gioco di Saint-Vincent.

Presidente - Ha chiesto la parola il Consigliere Chiarello.

Chiarello (RC) - Sono state dette tante cose. Ho in mano la bozza che mi è stata data dai rappresentanti dei lavoratori del Casinò e qui c'è scritto che i lavoratori del Casinò auspicano il commissaria­mento dello stesso; Ferraris, invece, ha detto che i lavoratori auspicano la proroga della convenzione, allora vediamo di capi­re.

(...interruzione del Consigliere Ferraris...)

Mi sono espresso a favore della proroga perché avevo valutato che questa Giunta, come ha ritardato a presentare la legge sul commissariamento, non era in grado in questi 10 giorni di ren­dere attive le norme per commissariare il Casinò. E veramente quando si parla di dipendenti, non bisognerebbe ricordarsene negli ultimi 10 giorni, quando sono in pericolo i loro posti di la­voro; bisognerebbe ricordarsene sempre, anche quando si ritar­da per diversi giorni la presa di certe decisioni.

Si continua a parlare della commissione che, diciamo pure, ha dato la svolta a questa convenzione sul Casinò; mi ricordo che un consigliere di maggioranza molto coraggiosamente ha detto: "Ma quand'è che decidiamo che quella sul Casinò deve essere una decisione politica e di maggioranza, senza nasconderci dietro altre cose?". Non vorrei dire cose che ho già detto su questa commissione.

Qualcuno dice che i quattro rinvii sono stati vantaggiosi perché oggi possiamo avere una convenzione vantaggiosa; io invece di­co che se riuscivamo a farla prima, era molto meglio, per quelli che ci stanno ad ascoltare, ed anche per quelli che non ci stan­no ad ascoltare. Non mi sembra che la strada della proroga sia una delle migliori che ci siano. Per questo dico che, adesso come adesso, questa maggioranza deve farsi carico di far funzionare il Casinò, perché al 31 dicembre non si può fermare il Casinò.

Presidente - Ha chiesto la parola il Presidente della Giunta, Viérin Dino.

Viérin D. (UV) - Le débat sur ce thème a respecté un peu la logique de l'appartenance à la majorité et à l'opposition. Je crois que c'était tout à fait dans la logique des choses qu'il y ait des affirmations qui montrent que certains éléments avaient déjà été soulignés, qu'on avait à l'époque des idées différentes et qu'aujourd'hui, effectivement, nous ne pouvons accomplir ce qui était dans notre intention.

Mais je crois qu'il est important de souligner certaines affirmations également pour montrer les inaptitudes (il y a des affirmations qui ne sont pas vraies) ou pour mieux préciser certains objectifs.

Tout d'abord, l'objectif que cette majorité s'était posé, à savoir définir avant l'échéance du 31 décembre le problème du renouvellement de la gestion de la Maison de jeu de Saint-Vincent, c'est un objectif que nous avons essayé de maintenir, c'est un objectif que nous avons essayé de réaliser, en préparant une ébauche de contrat et en arrivant même à définir cette ébauche de contrat qui a été distribuée et qui aujourd'hui, à part quelques amendements encore à apporter, le Conseil aurait dû approuver. Donc, de ce point de vue, nous ne pouvons pas accepter cette affirmation qui a été exprimée, et les accusations d'immobilisme sont contredites tout d'abord, par les résultats qui avaient été obtenus, et ensuite, par la loi sur la gestion extraordinaire, qui représente également un aspect nouveau et important.

On ne peut donc simplement affirmer que ce Gouvernement attend les événements de l'extérieur; la majorité, ce Gouvernement ont défini des priorités, ont défini les points fondamentaux régissant la gestion de la Maison de jeu de Saint-Vincent, ont défini également les hypothèses de développement et après les avoir définies, les ont également concrétisées dans une ébauche de contrat.

Quant aux procédures, on ne peut pas venir ici et affirmer: "On nous soumet des propositions qu'on ne connaît pas, il y a simplement quelques minutes que ces propositions nous ont été distribuées", en oubliant que ce matin il y a eu une réunion des chefs de groupe, au sein de laquelle on a présenté les propositions qui, par la suite, cet après-midi, ont été présentées au Conseil tout entier. On oublie également que, suite à une sollicitation, on a envoyé à la Présidence du Conseil, qui ensuite a transmis au Bureau des groupes, l'ébauche de proposition, maintenant soumise à votre attention.

De plus, je crois qu'il n'y a aucune tentative de fuir les responsabilités; nous voulons assumer nos responsabilités, les nôtres et pas celles des autres, et nous voulons également avec un sens de responsabilité essayer de donner des réponses concrètes, essayer de résoudre, compte tenu des conditions et des circonstances, ce problème difficile. Mais il faut que le même rappel à la responsabilité soit également partagé par tous. On ne peut simplement faire des affirmations qui sont en contradiction avec d'autres remarques ou d'autres suggestions.

On nous a dit qu'il n'y a aucune différence, que rien n'est changé par rapport aux prorogations qui ont été proposées avant. Là on oublie les deux aspects: tout d'abord, il s'agit d'une prorogation qui, cette fois, fait suite à une ébauche d'accord qui avait été déjà conclue, et de ce point de vue il y a une différence par rapport à la situation précédente. Comme il y a l'autre différence représentée par la loi approuvée par ce Conseil et que seulement aujourd'hui, dans l'après-midi, le Président de la Commission de Coordination a transmise avec son approbation. C'est cet après-midi que nous pouvons affirmer disposer de cet instrument important, qui doit encore être promulgué et entrer en vigueur. Et c'est là, également, qu'il faudrait se rattacher à ce sens de la responsabilité, souvent réclamé: sens de la responsabilité qui est lié aux conditions réelles qui puissent permettre cette continuité de la Maison de jeu, que nous réclamons tous; sens de la responsabilité qui exige également de tenir compte de la situation quand on dit: "en deux jours il faut résoudre les problèmes et si vous ne le faites pas dans ces deux journées là vous démontrez toute votre incapacité". Il n'y a pas de sens de la responsabilité, parce qu'il est inutile d'affirmer vouloir sauvegarder tous les emplois de la Maison de jeu et, par la suite, oublier tous ces différents problèmes liés à une gestion extraordinaire qui devrait être réalisée dans un délai si court.

Il faudrait voir, là, quelles propositions l'on pourrait soumettre à tous les employés de la Maison de jeu, mais en particulier aux employés du Billia, à ces mêmes employés qui, selon les circonstances, sont utilisés pour affirmer ou pour prétendre certains agissements de la part de l'Administration. J'ai trouvé qu'il y avait là une toute petite contradiction entre les affirmations qui avaient été faites au moment de la discussion sur la loi pour la gestion extraordinaire et les mêmes affirmations faites aujourd'hui. Et à ce propos j'invite tout le monde à lire avec attention l'ébauche de convention. C'est tout à fait faux de dire: "c'est inutile que cette majorité dise aujourd'hui (nous l'avons toujours dit, ce n'est pas seulement aujourd'hui) vouloir se soucier de tout le personnel actuellement à Saint-Vincent, quand en examinant l'ébauche de convention là nous pouvons vérifier qu'il n'y avait pas ce souci et que les employés du Billia avaient été oubliés".

C'est faux, j'invite à lire attentivement l'ébauche de convention, c'est tout à fait faux parce que dans cette ébauche de convention on avait tenu en considération les nécessités, les droits légitimes de tous les travailleurs de la Maison de jeu de Saint-Vincent, que ce soit SITAV, SISER ou SAAV.

Donc ce n'est pas vrai qu'il y a eu oubli; au contraire cet élément a même été affirmé par la société SITAV comme étant un des éléments qui pouvaient compromettre la réussite de la négociation et des pourparlers. Donc ce n'est pas nous qui l'affirmons, mais c'est la SITAV elle-même.

Quant au problème d'une gestion extraordinaire, je crois que l'élément important c'est que finalement nous disposons de cet instrument. Nous pouvons donc, à partir de maintenant, envisager concrètement les choses d'une façon différente, parce que, après l'entrée en vigueur, nous avons comblé ce vide du point de vue législatif et nous pouvons donc utiliser cet instrument au cours des mois à venir. Chose qui, par ailleurs, est possible; il suffit là également de se référer aux propositions et exactement à la possibilité d'interrompre cette prorogation avant la date du 30 juin, et donc cette possibilité d'utiliser toutes les conditions, tous les instruments dont nous disposons.

Quant au commissaire, j'ai toujours un peu de peine à comprendre du point de vue politique la position de la Lega Nord, parce que toutes les fois, vu qu'on parle du commissaire, l'on fait référence aux compétences du Président du Gouvernement non en tant qu'organe élu, mais en tant que Préfet et, donc, comme représentant du Ministère de l'intérieur. Déjà ce problème avait été soulevé quand le Préfet devait solliciter la dissolution de cette assemblée, et aujourd'hui encore, dans un esprit qui est véritablement autonomiste, l'on nous dit de la part de M. Tibaldi: "c'est le Préfet qui peut le faire"; donc la souveraineté de ce Conseil ne compte rien. Je me demande comment ce représentant de l'intérieur, quand il siège à l'intérieur de cette assemblée en tant que Président du Gouvernement, pourrait justifier vis-à-vis de la même assemblée des décisions qui passent audessus de la tête de tous les conseillers, qui met en discussion la légitimité même de cette assemblée. L'on pourrait de ce point de vue évidemment, M. Tibaldi, résoudre la question, ce serait peut-être mieux; je ne sais pas si cette formulation colle avec les idées de M. Miglio ou avec le projet fédéraliste soutenu ailleurs par la Lega Nord.

Je voulais souligner cet aspect parce qu'il est important que dans l'autonomie des points de vue et des jugements l'on puisse exprimer des avis différents, mais qu'on laisse toujours à cette assemblée la compétence d'assumer certaines décisions, et non pas recourir à quelqu'un en tant que représentant du Ministère de l'intérieur. Je crois que ce serait amoindrir l'autonomie de cette région, la souveraineté de ce Conseil.

Comme je veux préciser qu'on est ici pour exprimer des avis, qu'on est un organe politique, et donc que de ce point de vue chacun défend ses thèses. Je crois qu'il est de notre droit d'affirmer si nous partageons ou non certaines décisions qui sont prises par d'autres organes, tout en respectant l'autonomie de ces organes. Mais si nous ne pouvons même pas exprimer notre avis, là encore quelle est la considération sur notre rôle politique? Comment l'on peut nous accuser d'être partisans, si nous exprimons un avis et si le Gouvernement décide de faire recours en utilisant les instruments qui sont prévus par les dispositions de loi, contre une décision prise par un Tribunal administratif qui à notre avis n'a pas respecté notre jugement?

Sur les autres aspects il y a un problème qui est fondamental et sur lequel nous sommes aujourd'hui appelés à réfléchir. De ce point de vue, je peux accueillir la recommandation qui a été exprimée par M. Chiarello. Nous avons la nécessité de faire, encore une fois, le point sur cette situation, mais aujourd'hui nous sommes appelés à réfléchir sur l'issue possible de ce problème, tout en nous rendant compte de la nécessité d'assurer la continuité de l'activité de cette Maison de jeu, parce que si nous ne réalisons pas cet objectif, là nous pourrions prendre des décisions courageuses. Mais que signifie être courageux? Je crois que parfois il faut beaucoup plus de courage pour prendre certaines décisions qui ne sont pas celles que l'on souhaiterait. S'il n'y avait pas ce problème d'assurer la continuité de la Maison de jeu de Saint-Vincent et 1116 employés, nous n'aurions pas de doute sur la décision à prendre. Et c'est de ce point de vue que je dis que parfois il faut autant de courage à assumer le poids de certaines responsabilités pour toujours s'assurer que ces décisions s'insèrent dans une perspective politique, dans un projet défini.

Là il n'y aura personne qui pourra nous accuser de ne pas avoir fait les intérêts de l'Administration régionale, de ne pas avoir défendu ces intérêts au cours de cette phase de négociation. Il suffirait de lire avec attention cette ébauche de convention, de réfléchir encore sur les objectifs que l'on se posait et qui pouvaient être atteints avec son approbation, pour que cette défense des intérêts de l'Administration régionale, et donc de la collectivité valdôtaine, soit confirmée.

Nous sommes une assemblée politique, je peux comprendre qu'il y ait de la part de quelqu'un la sollicitation pour avoir des certitudes; mais nous sommes ici en tant qu'assemblée politique pour exprimer notre jugement, pour faire des propositions qui peuvent être acceptées ou partagées. Nous pouvons donc, de ce point de vue, soutenir la validité de ces propositions; nous ne pouvons pas signer des billets à ordre pour donner je ne sais quel genre de certitudes.

Nous voulons, par cette proposition, nous maintenir et nous assurer toutes les conditions pour continuer à trouver la solution la meilleure à ce problème. Je disais, pour continuer: c'est une proposition qui permet la continuité de l'activité de la Maison de jeu sans nous lancer dans une décision que nous ne savons pas aujourd'hui, si nous serons à même de maîtriser totalement ou non. Nous ne pouvons courir ce risque vis-à-vis de cette continuité et des employés. Une proposition, donc, qui nous permet de disposer d'un temps supplémentaire, d'un temps que nous considérons nécessaire pour définir, sans être acculés par une pression immédiate, un contentieux, de reprendre l'examen des différents problèmes, en sachant que l'on peut compter à partir de son entrée en vigueur de cet élément important représenté par la loi, qui nous permettra d'utiliser cette gestion extraordinaire de la Maison de jeu.

Presidente - Ha chiesto la parola per dichiarazione di voto il Consigliere Marguerettaz.

Marguerettaz (DC) - A proposito delle cose che sono state dette, non siamo qui a chiedere delle certezze, siamo però qui a chiedere delle ragioni. E le ragioni che ci sono state, a nostro avviso, non sono suffi­cienti per farci decidere, anche perché è vero che ci dev'essere una distribuzione delle responsabilità, ma è anche vero che quando alcune forze politiche si assumono la responsabilità di governare una regione, è giusto che queste responsabilità se le portino fino in fondo, innanzitutto queste forze politiche.

La responsabilità della minoranza può essere partecipe di quella della maggioranza, proprio nella misura in cui questa ri­esce a dare delle ragioni valide, evidenti, in modo che le stesse forze di minoranza non abbiano nulla da eccepire su queste ragioni.

Ma una considerazione credo che vada fatta in questo senso. Io sarò forse ingenuo (non credo di essere l'unico in quest'aula né tra le forze della minoranza né tra quelle della maggioranza), ma nella mia ingenuità ero convinto che lo strumento legislati­vo che avevamo assunto il 13 dicembre scorso fosse uno stru­mento che ci permettesse di evitare il rischio di una chiusura, seppur temporanea, della Casa da gioco. Oggi ho scoperto che questo non era, oggi ho scoperto che la legge sul commissaria­mento del Casinò avrebbe significato, se non fosse avvenuto l'intervento del TAR, due cose: se la trattativa non fosse andata in porto con SITAV, il Casinò avrebbe chiuso per un certo pe­riodo; se, invece, vogliamo percorrere fino in fondo le strade dell'assurdo, nonostante la trattativa non fosse andata in porto con SITAV, avrebbe potuto comunque ottenere una piccola pro­roga la stessa SITAV, nell'attesa che il Governo regionale si preparasse ad eventualmente gestire la Casa da gioco con il commissario straordinario. Questo lo dice lo stesso Presidente della Giunta quando sottolinea il fatto che la situazione attuale è diversa rispetto alle precedenti, e queste ragioni sono vere. Cosa c'è di più rispetto al passato? C'è una bozza di convenzio­ne già sottoscritta dalle parti e c'è una legge sul commissaria­mento. Però, al tempo stesso, il Presidente ci dice che lo stru­mento che ci siamo dati, della legge di commissariamento, ci sarà permesso di utilizzarlo nei prossimi mesi. Quindi, oggi come oggi, voi dite che a salvaguardia di quello che è lo stato occupazionale, dobbiamo forzatamente andare verso una proro­ga ulteriore alla SITAV.

La posizione della DC rispetto alla votazione non può essere contraria, perché, date queste conoscenze in più che abbiamo avuto dal dibattito, ci rendiamo conto che se si perseguisse oggi la strada del commissariamento, questo significherebbe per un certo periodo la chiusura della Casa da gioco. Ma al tempo stes­so non può nemmeno essere di favore, perché le preoccupazioni che esternavo prima sono ancora presenti.

Il documento che ci è stato dato da parte del Sindacato auto­nomo dei lavoratori della Casa da gioco non è poi così da censu­rare immediatamente, perché forse minoritario rispetto ai Sin­dacati confederali. Le osservazioni che vi sono contenute vanno comunque valutate; c'è una suggestione che personalmente mi ha fatto riflettere, là dove si dice: sappiamo che da alcuni anni la situazione gestionaria della Casa da gioco non convince, non produce, non investe, quindi il grafico del trend che questa Ca­sa da gioco sta avendo è in negativo, prorogare ulteriormente probabilmente significa andare ancora nella direzione della ne­gatività della gestione attuale, e questo potrebbe avere un ri­flesso occupazionale un domani, quando magari la convenzione con SITAV andrà in porto.

C'è una questione che, analizzando velocemente la bozza di convenzione, si pone come domanda: perché già ora la SITAV aveva inserito nella bozza di convenzione l'idea di presentare la pianta organica 30 giorni dopo l'entrata in vigore di questa convenzione? Credo che, alla luce di questa nuova situazione, cioè di questo ulteriore periodo di tempo prima che si vada, co­me ci auguriamo, all'approvazione della convenzione con SI­TAV, la SITAV debba esporre chiaramente quale sarà la pianta organica nella futura gestione. Adesso ha il tempo per ragiona­re, per ponderare le cose, per programmare per il futuro. Questa è una cosa che oggi dobbiamo chiedere a SITAV, per cautela­re ulteriormente i 1116 dipendenti delle varie società.

Per tutte queste ragioni la Democrazia Cristiana si asterrà dal votare tale delibera.

Presidente - Ha chiesto la parola per dichiarazione di voto il Consigliere Chiarello.

Chiarello (RC) - Signor Presidente, ho ascoltato il suo discorso e volevo ricorda­rle che se siamo scettici ed abbiamo espresso certi pareri, è an­che perché questa Giunta il primo giorno ha dichiarato che è la continuità della Giunta precedente. Allora certe responsabilità deve anche prendersele.

Probabilmente noi non siamo la continuità di nessuno ed ab­biamo chiesto cose nuove. Personalmente mi sono anche preso delle responsabilità nella Commissione "Casinò", ho detto quello che pensavo; non sono mai stato perché le cose non an­dassero a buon fine, anzi, penso che tutti qui dovremmo fare in modo di arrivare ad una soluzione soddisfacente per coloro che amministriamo.

Questa bozza di accordo anche a me va bene, nel senso che è già un qualcosa di meglio di quello che c'era precedentemente, e di ciò devo dare atto a questa Giunta. Per arrivare a questa convenzione sono stati però utilizzati degli strumenti che pro­babilmente non erano del tutto corretti, se il TAR ha dato la so­spensiva. Su questo siamo critici, perché vorremmo che certi errori non continuassero a ripetersi, in quanto rinviano poi certe decisioni che si potevano prendere. Sono convinto che se avessimo agito secondo buone norme, oggi saremmo qui a vota­re questa convenzione e sia i dipendenti sia la Regione ne trar­rebbero dei vantaggi.

Vorremmo che tali cose andassero in porto il più presto possibi­le; speriamo che questa maggioranza chiuda nel più breve tem­po la vicenda "Casinò" perché ne abbiamo molte altre. Perciò riteniamo di astenerci e di non votare contro questa proposta.

Presidente - Ha chiesto la parola per dichiarazione di voto il Consigliere Ti­baldi.

Tibaldi (LN) - Mi sembra che una parte del dibattito abbia interessato la boz­za di convenzione, che oggi non andiamo assolutamente a prendere in considerazione; sono consapevole che la ragione principale per la quale questa Giunta ha optato per la proroga è la salvaguardia dei livelli occupazionali. Quindi, al fine di evitare una chiusura della Casa da gioco e al fine di evitare che si trovino improvvisamente senza lavoro 1116 persone, si opta per questa proroga tecnica.

Bisogna però fare una constatazione. Questa bozza di conven­zione in realtà tutela la Regione da una parte, dall'altra tutela SITAV, ma chi è che paga il prezzo della convenzione? Lo pa­gano i dipendenti. Basta guardare l'articolo 13, punto a), dove si dice che comunque i livelli occupazionali, compatibilmente con le esigenze aziendali, verranno mantenuti.... sì, caro Per­ron, leggitelo bene.

Questo cosa vuol dire? Che Regione e SITAV hanno mercan­teggiato e il prezzo lo pagano i dipendenti. Adesso si dice: pro­roghiamo per mantenere i livelli occupazionali; se rimane tale e quale questa bozza di convenzione, voglio sentire cosa racconta­te ai dipendenti della Casa da gioco.

(...interruzione del Consigliere Florio...)

Quindi mi sembrano demagogiche anche queste osservazioni fatte dai vari rappresentanti della maggioranza, dove si dice: tuteliamo i dipendenti di qua, facciamo di là; in realtà non vedo questa copertura politica a favore di coloro che lavorano presso la Casa da gioco di Saint-Vincent.

Il nostro sarà un voto contrario. Ma il voto contrario non signi­fica no a SITAV, significa no alla scelta allucinante di questa Giunta, cioè la scelta di voler prorogare per l'ennesima volta e di voler congelare questa situazione per altri sei mesi, salvo imprevisti ulteriori.

Ci sembra che nell'ambito delle dichiarazioni programmatiche fatte dal Presidente della Giunta ci sia già un'ulteriore disat­tenzione; "Non vorremmo mica una ulteriore proroga?", ci disse allora. Invece questa proroga, in maniera inevitabile, si verifi­ca, e ce la subiamo.

É uno strumento comodo, lo so, ma serve unicamente a rinviare il problema al 30 giugno 1994, una sorta di anestetico, una pil­lolina per tranquillizzare tutti quanti: l'opinione pubblica, i di­pendenti e la Regione su quello che sarà questo grosso futuro incerto della Casa da gioco di Saint-Vincent. Potrebbe essere anche vista come una palese elusione del disposto del giudice amministrativo, magari questa non è la sede idonea per valu­tarlo, non tocca a me farlo. Ma non è assolutamente la medici­na che servirebbe in questo momento.

La nostra proposta, ripeto, è quella del commissariamento della Casa da gioco e l'estrapolazione dell'articolo 4 della convenzio­ne, per entrare in possesso nel più breve tempo possibile (anche prima di quei 12 mesi che sono stati fissati nella convenzione) delle infrastrutture funzionali, per poter garantire direttamen­te dall'ente Regione le necessarie coperture occupazionali, an­che ai dipendenti di SAAV.

Concludo ribadendo la volontà contraria della Lega Nord nel porsi di fronte a questo documento che oggi ci viene proposto.

Presidente - Pongo in votazione la proposta nel testo presentato dalla Giunta:

Il Consiglio - Premesso che:

? con deliberazione n. 2235/IX in data 4 giugno 1991, ha delibe­rato di prorogare a tutto il 7 febbraio 1992 la durata della con­venzione relativa alla gestione dei giochi americani affidati alla SITAV S.p.A. e per essa, di comune accordo alla SISER S.p.A. di Saint?Vincent, come da contratto stipulato il 12 dicembre 1986, repertorio n. 7882;

? con deliberazione n. 2995/IX in data 10 gennaio 1992, n. 3642/IX in data 17 luglio 1992 e n. 4038/IX in data 10 dicembre 1992 ha deliberato di prorogare fino alla data del 31 dicembre 1993:

a) la concessione alla Società SITAV S.p.A. dei giochi tradizio­nali alle stesse condizioni contrattuali previsti dalle seguenti convenzioni:

? Rep. n. 5099 in data 16 febbraio 1978

? Rep. n. 5405 in data 7 agosto 1979

? Rep. n. 7612 in data 15 maggio 1986,

b) la gestione dei giochi americani affidati alla SITAV S.p.A. e per essa, di comune accordo, alla SISER S.p.A. alle stesse con­dizioni contrattuali previste dalla convenzione Rep. 7882 in data 12 dicembre 1986;

? con deliberazione n. 247/X in data 4 novembre 1993 ha delibe­rato, tra l'altro:

di delegare la Giunta ad avviare la trattativa privata con la società SITAV S.p.A. per il rinnovo della concessione, acquis­endo, nel contempo, ulteriori elementi che colmino le lacune di carattere documentale evidenziate dalla Commissione speciale in ordine, in particolare, ai requisiti ai punti 2) e 4) dell'avviso di preselezione.

Dato atto:

? che le parti hanno raggiunto un accordo per il rinnovo della concessione sulla base di un contratto predisposto nel rispetto delle condizioni poste con la sopracitata deliberazione consilia­re n. 247/X del 4 novembre 1993 e che la Presidenza della Giunta ha provveduto ad acquisire gli elementi documentali previsti dal punto c) della parte dispositiva della deliberazione stessa;

? che il T.A.R. Valle d'Aosta con ordinanza n. 65/93, in data 16 dicembre 1993, ha accolto l'istanza della Società FINOPER S.p.A. relativa alla sospensione dell'esecuzione della delibera del Consiglio regionale della Regione Valle d'Aosta del 4 no­vembre 1993 n. 247/X e conseguentemente dispone l'ammis­sione con riserva della Società ricorrente all'ulteriore trattativa prevista per l'eventuale affidamento della Casa da Gioco di Saint?Vincent;

? che la Giunta regionale con provvedimento n. 10674, in data 20 dicembre 1993, ha deliberato di proporre appello al Consi­glio di Stato per chiedere l'annullamento della sospensiva ac­colta dal T.A.R. e che tuttavia, in attesa della pronuncia del Giudice di secondo grado, I'Amministrazione dovrà adeguarsi al giudicato amministrativo.

Visti i tempi ristretti a disposizione dell'Amministrazione per assicurare la continuità dell'attività della Casa da gioco e sal­vaguardare i livelli occupazionali.

Ritenuto opportuno, per motivi tecnici, di prorogare fino alla data del 30 giugno 1994:

a) la concessione alla Società SITAV S.p.A. dei giochi tradizio­nali di cui ai contratti:

? Rep. n. 5099 in data 16 febbraio 1978

? Rep. n. 5405 in data 7 agosto 1979

? Rep. n. 7612 in data 15 maggio 1986,

b) la gestione dei giochi americani affidati alla SITAV S.p.A. e per essa, di comune accordo, alla SISER S.p.A. di cui al con­tratto Rep. 7882 in data 12 dicembre 1986, agli stessi patti e condizioni già previsti dalla deliberazione del Consiglio regio­nale n. 4038/IX del 10 dicembre 1992, con particolare riguardo all'impegno che dovrà essere assunto da SITAV S.p.A. di rico­noscere alla Regione, qualora la trattativa dovesse avere esito positivo, i benefici economici derivanti alla Regione dalle va­riazioni concernenti gli aspetti economici correnti della nuova concessione, con decorrenza retroattiva a partire dall'8 febbraio 1992.

Ritenuto altresì opportuno di riservare alla Regione la facoltà di interrompere la presente proroga anticipatamente rispetto alla data del 30 giugno 1994, a giudizio insindacabile della Re­gione medesima, tenuto conto che la disdetta dovrà essere co­municata con lettera raccomandata R.R. oppure notificata al Presidente del Consiglio di Amministrazione della SITAV S.p.A. con almeno 30 giorni di anticipo.

Visto il parere favorevole rilasciato dal Capo di Gabinetto e dal Dirigente del Servizio Affari Generali e Legali della Presidenza della Giunta, ai sensi del combinato disposto dell'articolo 72 della Legge regionale n. 3/1956 e successive modificazioni, e dell'articolo 21 della Legge regionale n. 18/1980 e successive modificazioni, in ordine alla legittimità della presente delibe­razione;

Visto il parere della IV Commissione consiliare permanente;

Delibera

1) di rinviare l'approvazione della bozza di contratto per la con­cessione della gestione della Casa da Gioco di Saint?Vincent, in attesa dell'esito del ricorso al Consiglio di Stato sull'istanza di annullamento della sospensione accolta dal T.A.R. in data 16 dicembre 1993, nonché dell'esito della decisione di merito del T.A.R. Valle d'Aosta sul ricorso FINOPER S.p.A.;

2) di prorogare conseguentemente fino alla data del 30 giugno 1994:

a) la concessione alla SITAV S.p.A. dei giochi tradizionali, di cui ai contratti:

? Rep. n. 5099 in data 16 febbraio 1978

? Rep. n. 5405 in data 7 agosto 1979

? Rep. n. 7612 in data 15 maggio 1986,

b) la gestione dei giochi americani affidati alla SITAV S.p.A. e per essa, di comune accordo alla SISER S.p.A. di cui al contrat­to Rep. n. 7882 in data 12.02.1986;

3) di stabilire che la presente delibera di proroga non fa nascere diritti in capo alla SITAV S.p.A. in merito all'intera durata della proroga;

4) di riservare pertanto alla Regione la facoltà di interrompere la presente proroga anticipatamente rispetto alla data del 30 giugno 1994, a giudizio insindacabile della Regione medesima. La disdetta dovrà essere comunicata con lettera R.R. oppure notificata al Presidente del Consiglio di Amministrazione della SITAV S.p.A. con almeno trenta giorni di anticipo;

5) di richiedere alla SITAV S.p.A. che, a garanzia della posi­zione regionale, qualora il risultato della trattativa dovesse avere esito positivo, i benefici economici derivanti alla Regione dalle variazioni concernenti gli aspetti economici correnti della nuova concessione siano assunti retroattivamente a partire dall'8 febbraio 1992;

6) di sottoporre la presente deliberazione al controllo della Commissione di Coordinamento per la Valle d'Aosta ai sensi e per gli effetti dell'articolo 1, lettera g) del decreto legislativo 13 febbraio 1993, n. 40.

Esito della votazione

Presenti: 30

Votanti: 26

Favorevoli: 23

Astenuti: 4 (Chiarello, Collé, Marguerettaz, Viérin Marco)

Contrari: 3

Il Consiglio approva