Oggetto del Consiglio n. 343 del 17 dicembre 1973 - Resoconto
OGGETTO N. 343/73 - Disegno di legge regionale concernente: "Corresponsione di un assegno forfettario "una tantum" ai dipendenti regionali".
Dolchi (Presidente) - Prima di dare la parola al Presidente della Giunta per l'illustrazione, vorrei informare il Consiglio che manca per iscritto e allegato il parere della Commissione Affari Generali e Finanze.
Questa Commissione si è riunita questa mattina e ancora adesso, prima della seduta consiliare, per esaminare questo problema. Io chiederei al Presidente della Commissione Affari Generali e Finanze di voler informare il Consiglio sui risultati della riunione della Commissione.
Siggia (PCI) - La Commissione Affari generali e Finanze, dopo esauriente discussione di questa mattina e di oggi pomeriggio, ha deliberato all'unanimità di:
1) richiedere la discussione in aula sul progetto di legge;
2) accettare la proposta di corresponsione di un assegno "una tantum";
3) raccomandare che gli assegni da concedersi, a partire dal 1974 siamo riesaminati dalla Giunta in accordo con le Organizzazioni Sindacali e del personale in modo differenziato e la possibile estensione della pensionabilità a coloro messi in stato di quiescenza nel corso del 1973.
Dolchi (Presidente) - Colleghi Consiglieri avete sentito il parere della Commissione Affari Generali e Finanze. La parola, adesso, se ritiene di illustrare il provvedimento, al Presidente della Giunta.
Dujany (DP) - Con la legge del 15 novembre 1973, lo Stato adottava una concessione di un assegno perequativo ai dipendenti civili dello Stato e la soppressione di indennità particolari.
Tale assegno perequativo veniva precisato in apposite tabelle e consisteva in un importo massimo di Lire 1.550.000 annue e un importo minimo di 515 mila lire circa, a seconda delle carriere e a secondo dei parametri.
Ai sensi dell'art. 179 e dall'art. 180 della vigente tabella organica del personale regionale, le Organizzazioni Sindacali hanno chiesto un incontro con la Giunta e hanno fatto alcune proposte di adattamenti e di aumenti di stipendi a favore del personale regionale.
Le richieste delle Organizzazioni Sindacali erano di questa entità e di questo tenore:
1) estensione, a tutto il personale della Regione, di una indennità perequativa di 30 mila lire nette mensili dal 1°gennaio 1973;
2) aumento degli assegni familiari da 5 a 8 mila lire;
3) riconoscimento del periodo di avventiziato o di servizio fatto in un ruolo presso altre Amministrazioni nella dimensione del 40%;
4) la revisione del regolamento organico e delle relative tabelle organiche.
Le controproposte dell'Amministrazione erano di questo tenore: concessione di "una tantum" di 200 mila lire annue per il 1973; accoglimento delle 30 mila lire a decorrenza 1974; accoglimento dell'aumento degli assegni familiari, accoglimento del 40% del periodo di avventiziato - contro, a dire la verità, che fu una richiesta del 100%, scusatemi l'inesattezza precedente.
E, a monte di tutto, la necessità di rivedere l'assetto del personale, il relativo regolamento con le relative tabelle organiche.
Queste sono le proposte che oggi si portano all'esame e alla discussione del Consiglio regionale. Nella relazione è detto in un modo sintetico il contenuto delle rivendicazioni che interessano il futuro, con inizio 1° gennaio 1974, il testo di legge, soggetto ad approvazione, riguarda esclusivamente la concessione dell'indennità "una tantum" valida per l'anno 1973.
Naturalmente, molte sono state le proteste e gli scontenti da parte di vari gruppi del personale dinanzi a queste proposte. Molti sostengono l'opportunità del trasferimento sic et simpliciter dei provvedimenti, delle indennità perequative adottate dallo Stato in un modo distinto, a seconda delle categorie e dei parametri, altri sostengono che questa proposta può essere valida, altri sostengono che è insufficiente.
Naturalmente, l'Amministrazione regionale prende contatti con le Organizzazioni Sindacali e con i rappresentanti del personale che con questi partecipano a queste discussioni e cerca di trovare delle soluzioni più valide possibile almeno sul piano finanziario.
Mi pare, però, opportuno sottolineare che il problema di fondo non è il problema della revisione tabellare; non è il problema puramente finanziario ed economico, ma è la necessità di ristrutturare un regolamento organico e una riorganizzazione del personale della Regione in modo che questo possa funzionare in un modo più efficiente e possa garantire la sua produzione - che è una produzione di servizio nell'interesse della Comunità - nel modo più valido possibile.
Mi pare che la grave responsabilità dinanzi alla quale si trovano la Giunta e il Consiglio regionale in questo momento, è di questo tipo, fa sì che l'organizzazione della Regione possa essere la più efficiente possibile, nell'interesse del servizio che deve svolgere.
La retribuzione al personale può esserne uno strumento, ma non può mai essere il fine. É uno strumento che può essere valido per raggiungere questo fine che è il servizio nell'interesse della Comunità.
Quindi, a conclusione, io mi permetto di proporre al Consiglio, oggi, la discussione su tutto il problema della revisione del trattamento economico del personale e, in modo particolare il problema oggetto di approvazione che è contenuto nella legge, che consiste nell'estensione dell'indennità "una tantum" delle 200 mila lire per il 1973.
La Commissione Affari Generali, tramite il suo Presidente, ha espresso un desiderio, ha emesso un voto affinché per il futuro venga rivisto il problema su un piano differenziato e venga visto, in particolar modo, il problema di alcune persone che sono state poste in quiescenza nel corso del 1973.
Tutto quello che vi posso dire è che la Giunta cercherà - in accordo con le Organizzazioni Sindacali - le soluzioni possibili, sul piano giuridico, sul piano economico e sul piano tecnico, per raggiungere quanto è stato richiesto dalla Commissione.
Dolchi (Presidente)- È aperta la discussione generale sul disegno di legge. Chi chiede la parola?
Bordon (DC) - A nome della DC in Commissione - e quindi mi è facile ripetere quello che ho detto un po' stamane, un po' oggi pomeriggio, a nome della Democrazia Cristiana noi avremmo voluto chiedere forse il rinvio di questo argomento per alcuni motivi che esporrò brevemente adesso.
Però, è indubbio che chiedere un rinvio in questo campo voleva dire anche portare avanti certe difficoltà, perché io penso che le 200 mila lire che verranno distribuite in seguito a questo provvedimento facciano comodo a tutti i dipendenti della Regione e, indubbiamente, questo nostro rinvio avrebbe portato un ritardo forse anche molto lungo.
D'altronde non era possibile, noi l'abbiamo fatto presente questo rinvio e ci siamo dovuti adeguare un po' a questa situazione. Perché dico "adeguare" a questa situazione? Perché lo dicevo in Commissione parlando con il Presidente della Giunta, che ci aveva dato delle spiegazioni in questa seduta - per cui, io non potevo neanche poi vincolare il parere dei miei colleghi Consiglieri perché, in seguito alle spiegazioni avute, certe perplessità sono cadute, per me, per loro le sentiranno adesso - se poi riusciremo a convincerli. Ma è indubbio che ci siano alcune cosettine, alcuni nei che si potrebbero richiamare.
Quali sono questi nei? Io ho l'impressione - abbiamo avuto l'impressione - che naturalmente sia un problema veramente difficile. Un problema difficile come sono tanti e tanti che riguardano il personale, sia che si tratti di modificare un organico, sia che si tratti di dare dei contributi "una tantum", ecc...
Certo che le perplessità esistono in quantocchè, in fondo in fondo, noi cominciamo a vedere una distribuzione di un certo centinaio di milioni - 200-300 milioni, come si parla qui. Noi già sappiamo che per l'anno venturo certe modificazioni e certe concessioni porteranno la spesa che si aggirerà sugli 800 milioni-1 miliardo. E, quindi, si sta male quando di fronte ad un sacrificio finanziario di questa mole, come quello di oggi e come quello futuro, non si riesce ad ottenere la condiscendenza di tutti quanti perché, d'altronde, non è molto facile, specialmente in una famiglia grande come la nostra, poterli accontentare tutti.
Naturalmente che cosa volevamo dire? E, volevamo dire alcune cose, che non suonino come demagogia, perché è vero che sarebbe un argomento che potrebbe prestarsi per noi della minoranza. Ma riteniamo che saremmo veramente non degni di stare in questo Consiglio, perché è un problema talmente delicato e di tale importanza che, fare della demagogia sarebbe un gravissimo torto e sarebbe un disonore.
Quindi, una delle mie osservazione, è questa: noi abbiamo avuto un po' l'impressione... non ce la voglia la Giunta, il Presidente della Giunta che queste gatte da pelare ha nelle mani giustamente... ma noi abbiamo avuto l'impressione che questo problema sia stato trattato dal Presidente della Giunta con i Sindacati con un sacco di difficoltà, un sacco di discussioni e, pertanto, ad un certo momento, è pervenuto a noi, in un solito allegato, quando non abbiamo neanche avuto tanto tempo di approfondire questa questione.
E questo è stato detto anche da tutti i Commissari della Commissione Affari Generali, perché se avessimo potuto avere già fin dal principio determinate delucidazioni, forse saremmo anche riusciti a discuterne, a parlarne con altri e a dimostrare che questa linea era quella che si doveva seguire perché, per esempio, noi, abbiamo saputo soltanto adesso che erano state sentite anche le Commissioni interne del personale. Anche se mi si dice che, forse, qualche rappresentante non era più stato eletto, non era nei termini giusti.
Ma, per continuare a spiegare queste nostre perplessità noi avevamo guardato questo provvedimento con un po' di timore. E qual era il timore? Il timore che noi, approvando questa distribuzione di 200 mila lire pro capite, si approvasse il principio che noi, in fondo in fondo, non condividiamo. Perché non lo condividiamo? Non lo condividiamo perché riteniamo che, in altre sedi, in altri posti, in altri Enti, vedi la scuola, vedi il Comune di Aosta, vedi altre Amministrazioni, era stata fatta una certa differenziazione. Perché noi riteniamo che queste differenziazioni tra i gradi massimi e quelli più bassi abbiano da essere il minimo possibile, perché io penso che, qualche volta, avendo degli stipendi di una certa entità, le 200 mila lire facciano più comodo a chi ha meno. Però, è altrettanto vero che una certa responsabilità si deve pur avere, perché allora è inutile di avere certe categorie, certi gradi, per avere tutti uguale.
Quindi, noi siamo stati molto perplessi, però, approviamo questo provvedimento perché, come dicevo, non vogliamo ritardare niente per niente. Siamo contenti che questo provvedimento venga preso in questo modo per adesso. Però, noi vorremmo fare una raccomandazione molto viva.
L'abbiamo fatta in Commissione, è stata letta adesso. Questa raccomandazione dovrebbe essere che cosa? Dovrebbe dire che cosa? Dovrebbero chiedere che cosa alla Giunta? Vorrebbe chiedere alla Giunta di voler riesaminare con i Sindacati, con le Commissioni interne, con coloro che qui dentro in modo particolare rappresentano correnti di malcontento, perché si veda se si possano smussare quegli angoli che potrebbero forse anche essere smussati.
In quantocchè, dicevo prima, se fosse possibile studiare una certa differenziazione, oltrecchè in base a determinate categorie, in base a determinate anzianità, in determinati punteggi, ma in altre parole, lasciare aperta una porta di rivedere, di revisionare tutta questa decisione, al fine di poter arrivare ad un eventuale conguaglio che appunto tolga queste difficoltà che oggi sussistono, per cui forse, su tutta la massa degli impiegati, forse non dico la metà sia malcontenta - perché forse esagererei - vorrei ce ne fossero meno, ma che anche questi abbiano ad avere la soddisfazione che loro spetta.
Quindi, noi approviamo questo provvedimento. Nell'approvare le 200.000 lire non approviamo il principio, perché questo non lo condividiamo. Nello stesso momento preghiamo la Giunta di voler riesaminare questo per un eventuale conguaglio in base a determinate aliquote che io ho poi già illustrato prima e con questo noi saremmo sufficientemente tranquilli.
Naturalmente, è inutile che io dia delle raccomandazioni, perché è un impegno della Giunta per il 1974. É ovvio che bisognerà rivedere quel pacchetto di rivendicazioni che i Sindacati hanno presentato, che il personale ha dato. Quelle altre 30 mila lire mensili, con l'aumento degli assegni familiari, ecc. - che verrà preso avanti.
Quindi, penso di essere stato sufficientemente preciso nella mia dizione, perché è indubbio che è un argomento che si presta a della demagogia, a delle speculazioni, che noi qui dentro non vogliamo fare a carico di nessuno, ma non vogliamo neanche che altri possano fare a carico nostro.
Quindi approvare queste 200 mila lire non in via di principio - che vengano distribuite al più presto, perché credo che tutti ne abbiano bisogno. Nello stesso momento la Giunta riesamini con chi di competenza e con chi ha già riesaminato prima - chiamando magari in causa anche la Commissione Affari Generali ecc.., perché ci sia una possibilità di un eventuale conguaglio che dia soddisfazione a coloro che non sono soddisfatti in questo momento.
Parisi (MSI-DN) - Signor Presidente e Signori Consiglieri, mi rendo conto della grave responsabilità cui ha accennato il Signor Presidente della Giunta per risolvere questi problemi. Ovviamente, il disegno di legge presenta delle sperequazioni che non vi dovrebbero essere. Ad ogni buon fine, il Movimento Sociale che qui ho l'onore di rappresentare, vota a favore di questo provvedimento. Ma, ovviamente, colgo l'occasione per raccomandare alla Giunta alcune questioni che stanno a cuore di parecchi elementi del personale dipendente dalla Giunta stessa, dalla Regione, e vertono su questo: qui vi è del personale che ha frequentato dei corsi, con regolare delibera del 1952, vi è del personale che, sempre nel 1952, è stato assunto in un determinato servizio. Questo personale è stato tenuto come avventizio e non so sino a quando è possibile tenere come avventizio il personale, sino al 1966. Dopo di che, pare, gli sia stato riconosciuto agli effetti delle retribuzioni, il 40% stabilito dalla legge.
Mentre, invece, questi Signori dovevano beneficiare, a mio modesto avviso, dell'art. 104 e dell'art. 203 della legge 28 luglio 1956 n. 3. Ma, ovviamente, forse non so per quale ragione, vi è stata una modifica a questa legge, modifica che, a mio giudizio, è anticostituzionale, perché? Perché mentre questo personale aveva diritto a questo trattamento già dall'inizio, con legge del 1° luglio 1956, è stata abrogata la disposizione dell'art. 104 e dell'art. 203 della legge anzidetta. E, di conseguenza, il personale viene a sentire un danno notevole nei riflessi delle sue spettanze.
É una raccomandazione che io voglio fare alla Giunta la quale - la ringrazio Signor Presidente - ha detto: "Noi abbiamo delle gravi difficoltà nell'affrontare questo problema". Ma desidererei veramente che questo problema fosse affrontato nell'interesse dei dipendenti. Grazie.
Manganoni (PCI) - Io ero molto perplesso su questa proposta di legge, senonché devo prendere atto dei chiarimenti forniti dal Presidente in seguito agli interventi dei componenti - almeno di quelli presenti - della Commissione.
Con l'impegno di rivedere alcuni aspetti di tale legge, accogliendo le richieste di fondo del personale, io chiedo che le dichiarazioni del Presidente risultino integralmente a verbale e, particolarmente, che ci sia la volontà di rispettare questo impegno. Comunque, da parte mia, mi farò diligente nel ricordare questi impegni.
Vorrei fare osservare ancora una cosa che ho dedotto dalle relazioni che il personale ha trasmesso ai Consiglieri, cioè, io vorrei fare osservare che bisogna ed è bene trattare con le organizzazioni sindacali, ma anche con le organizzazioni dei dipendenti.
Allora, mi pare che nella relazione il Presidente ha parlato dei funzionari, dei dipendenti, mi pare, no. Comunque, qui, beh, io non ne faccio una questione, però da queste relazioni, almeno, sembra che in un certo modo, non so, le trattative siano avvenute particolarmente fra Amministrazioni e Sindacati e meno con gli organismi dei dipendenti.
Comunque, chiudo questo problema. Non voglio fare assolutamente delle polemiche.
Però, facevo solamente presente questo. Io faccio parte del Consiglio di Fabbrica della Cogne dove cose del genere non avvengono, perché in tutte le trattative con la Direzione sono presenti le Organizzazioni Sindacali, ma è presente il Consiglio di Fabbrica. E le decisioni - quando si parla di questioni interne di fabbrica, non di questioni generali - ma di questioni interne di fabbrica, come sono in questo caso, i Sindacati non prendono nessunissima decisione se non c'è il bene placido del Consiglio di Fabbrica.
Praticamente quello che decide cos'è? É il Consiglio di Fabbrica.
Ora, qui, sarà, io non so, non avrò afferrato bene, ci saranno dei malintesi, ecc. Ma qui si avrebbe l'impressione che, non so, non so come si chiama - noi lo chiamiamo Consiglio di Fabbrica alla Cogne. Qui, le organizzazioni dei dipendenti non so come le chiamano, commissioni interne, non so come le definiscono. Comunque, io sono del parere che quelle non solo debbano essere sentite, ma prima ci debba essere il loro benestare, prima di siglare, di firmare gli accordi. Almeno, io mi riferisco sull'iter, sulla prassi che noi seguiamo nello stabilimento Cogne, è vero, da parte del Consiglio di Fabbrica di cui io faccio parte.
Andrione (UV) - Puramente, a titolo personale per lamentare una questione formale e per fare alcune affermazioni sostanziali su questa legge.
La questione formale è il metodo di lavoro della Commissione Affari Generali. Non è per caso che, questa mattina eravamo assenti come Consiglieri dell'Union, ma aveva il significato di una protesta, perché io non mi considero ancora un montone e non ritengo che le convocazioni telegrafiche fatte il venerdì sera, quando il venerdì stesso una Commissione ha preso una certa decisione, abbiano valore.
Non solo, ma allora, ripeto quello che ho detto in Commissione, tanto vale sopprimere le Commissioni, perché non servono a niente se non a sprecare dei soldi.
Non solo non istruiscono le pratiche, ma quello che dicono - io purtroppo non ho portato il testo del telegramma, perché vorrei chiedere al Presidente della Giunta se il personale dipende dalle Confederazioni sindacali o dalla Giunta, perché dice: "Causa sollecitazioni sindacati et Giunta" "et" la Giunta viene molto dopo.
Ora, a noi questi sistemi non piacciono, quindi questo sistema di lavoro lo criticheremo poi ancora in altra sede. Per adesso sia solo chiaro che se eravamo assenti alla Commissione Affari Generali non era per caso.
In merito alla sostanza di questa legge, sempre a titolo personale, dirò che io sono contrario, perché è il solito vecchio sistema di non risolvere i problemi dando una caramella e promettendo per il futuro delle belle, magnifiche cose da venire, che non verranno mai. E, tutto l'intervento del Presidente della Giunta, è stato accentrato su questo simpatico ritornello, dice "dopo".
Il problema grosso è quello di sapere cosa si vuole fare per il personale. Il problema è quello di stabilire che la retribuzione non è tutto. É importante, ma, che, via dicendo. Faremo, vedremo, discuteremo.
E, intanto, si fa un provvedimento che, nella sostanza, è stato preso fuori dal Consiglio regionale e senza aver udito il personale. Perché, è stato preso dalle Confederazioni Sindacali.
E qui -non sono io che lo dico - ma mi permetto di ricalcare fedelmente le orme di quanto ha detto Claudio Manganoni qualche minuto prima di me.
Per cui, a titolo personale, non essendo partecipe e non essendo favorevole a questo tipo di politica del personale, voterò contro.
Jorrioz (PSDI) - Le mie perplessità su questa legge erano veramente grosse, perché io ritenevo che di fronte ad una legge regionale per gli aumenti al personale, che sono agganciate alla legge nazionale, questa legge fosse applicata.
Ora, dopo le dichiarazioni del Presidente, dopo quello che ha stabilito la Commissione, cioè di rivedere il problema per il 1974, di sentire, eventualmente anche le Commissioni del personale, di modificare quello che era l'impostazione primitiva, cioè delle 30 mila lire per ogni dipendente, cioè di vedere l'aumento fatto per gradi, per gruppi di personale, io sarei a favore di votare per questo aumento, cioè per questa indennità delle 200 mila lire ad una condizione: che l'aumento che verrà effettuato per il 1974 sia dato anche a differenza per il 1973, cioè mi spiego: queste 200 mila lire dovrebbero essere soltanto un acconto sull'aumento che verrà fatto nel 1974 per tutto il personale. Cioè, un acconto per tutti uguale, con gli aumenti che si faranno nel 1974 verranno riportati nel 1973, e verranno date le differenze a tutto il personale.
Grazie.
Chanu (DP) - Io ritengo che, effettivamente, come tutti i problemi che investono il personale, il problema appaia di una delicatezza estrema e certamente difficilmente suscettibile di poter accontentare tutti.
D'altra parte, a questa difficoltà, in questo genere di problemi si accompagna l'urgenza, perché è evidente, che soprattutto in questi periodi di recessione la cosa si fa sentire con maggiore drammaticità, appare ben difficile evitare, per evitare magari soluzioni non perfette, comunque suscettibili di perfezionamento, accantonare o rinviare i problemi alla ricerca di una soluzione che poi, magari, sarebbe stata perfetta se ancorata ad un parametro che era quello di adesso, ma che poi risulterebbe poi imperfetta se rapportata al parametro, presente il quale, la situazione economica verrà forse ad essere modificata.
Ecco perché io ritengo che bene ha fatto la Giunta a sollecitare anche questo "sur plus" di riesame da parte della Commissione Affari Generali, perché quanto meno il provvedimento, con le precisazioni che il Presidente della Giunta ha fatto - e che tutti accogliamo - venisse portato avanti e venisse approvato in questa sede per quello che riguarda la corresponsione dell'assegno di Lire 200 mila per l'anno 1973 ai dipendenti.
E, a questo proposito, è evidente che ogni Commissione deve rivendicare dignità e deve rivendicare possibilità di azione nel proprio ambito, e, in questo caso, però, ogni Commissione deve anche rendersi conto che ci sono alcuni problemi i quali, proprio per l'urgenza che ho testé sottolineato, meritano - senza che per questo una Commissione debba poi sentirsi diminuita di dignità magari essere riesaminata in tempi brevi.
Mi fa piacere che la Presidenza della Commissione Affari Generali abbia sentito questa importanza del problema e non abbia esitato nonostante quello che era stato il suo atteggiamento precedente, a riconvocarsi, a ridiscutere il problema ed a portare queste soluzioni, questi suoi pareri in sede di assemblea per poterci oggi consentire di discutere e di approvare, quanto meno, per la parte che attualmente più interessa, il disegno di legge.
Il Presidente della Giunta ha fatto delle dichiarazioni inequivoche ed esplicite, proprio in relazione alla possibile perfettibilità del problema. É certamente, però, questo problema, problema che deve essere inquadrato in un ambito maggiore, in un ambito che trascenda la semplice questione economico-retributiva - come bene ha detto il Presidente della Giunta - deve essere poi affrontato e risolto nell'ambito di quella ristrutturazione dell'organico di cui tutti, ed io credo prima di tutti, lo stesso personale sente la necessità.
Perché è evidente che, se da una parte legittime e ineccepibili sono le rivendicazioni di carattere finanziario ed economico, d'altra parte altrettanto legittimi da parte di chi effettivamente ha la responsabilità della cosa pubblica, sono le esigenze di vedere ristrutturato il personale in modo tale che il personale stesso, nella pienezza dei suoi diritti possa comunque essere ristrutturato in modo tale da poter, con maggiore efficacia, con maggiore profondità, svolgere l'espletamento delle funzioni che sono necessarie per il buon andamento della cosa pubblica.
E, quindi, io ritengo che, senza che la Giunta si sia lasciata prendere la mano da chicchessia... io credo, e approfitto del rientro del Consigliere Andrione, che l'area... dei Sindacati e della Giunta, non sia voler dire mettere prima i sindacati e poi la Giunta. Sia un po' la traduzione del francese quando si dice "Mon chien et moi" anziché "moi et mon chien". É questione di educazione.
Effettivamente, i Sindacati si sono agitati e si agitano così, come devono agitarsi e si agitano per queste soluzioni, perché essi si ritengono investiti di questi problemi.
Ma, d'altra parte, e con questo io concordo con quanto ha detto Manganoni, con quanto ha detto Bordon, effettivamente lo stesso personale deve trovare in sé stesso i metodi, i modi, le possibilità, gli organigrammi per poter portare avanti la sua azione, la sua azione anche di carattere rivendicativo - naturalmente in modo organico, in modo efficiente, non certo distaccato, disordinato, diviso, così come la Giunta ha potuto constatare in questo ultimo periodo in cui certamente non si è peritata di non sentire i rappresentanti del personale.
Quindi io credo che, concludendo, sotto questi impegni che la Presidenza della Giunta ha assunto, il Consiglio regionale possa senz'altro approvare questo disegno di legge, riservandosi poi, al futuro, di affrontare il problema della perequazione o meno, della modifica o meno di questa impostazione che era stata data, e che aveva, per quanto mi consta, trovato anche l'assenso da parte di una assemblea di maggioranza dei dipendenti della Regione.
Teniamo conto che effettivamente si trattava e si tratta, a mio avviso, di un intervento, per ripianare il cosiddetto minimo vitale e non certo un intervento, a mio avviso, di carattere forse superiore, questo che si è voluto portare innanzi proprio in questo particolare momento.
E, sotto questo profilo, detto intervento deve essere anche riguardato, anche per evitare che, praticamente si possa poi venire a delle conclusioni, sia pure ineccepibili dal punto di vista formale, ma che potrebbero poi suonare addirittura in diminuzione con le categorie di dipendenti che, effettivamente, non sono di quel livello delle categorie superiori e che in un piano di stretta, strettissima e rigida perequazione, potrebbero venire a trovarsi anche in situazione di grosso svantaggio rispetto a quello che non è un vantaggio, ma che è un ripianamento minimo - a mio avviso - che questo disegno di legge intendeva e intende portare.
Fosson (UV) - Ma, il Consigliere Andrione ha fatto delle dichiarazioni a titolo personale e io vorrei, invece, fare una dichiarazione a nome dell'Union Valdôtaine, di Gruppo sparuto che siamo qui in questo momento e anche del Rassemblement Valdôtain.
Non posso che concordare con quanto ha detto il Consigliere Andrione su certe convocazioni urgenti di Commissioni, perché ho avuto occasione proprio anche nell'ultima riunione dei Capigruppo e dell'Ufficio di Presidenza - quando si è parlato del lavoro delle Commissioni - di fare una raccomandazione che le Commissioni non venissero convocate così, con urgenza, in maniera che tutti potessero tranquillamente discuterne. Non solo, quelli che partecipano a quella Commissione, specialmente in casi che sono importanti, perché molte volte quello che partecipa ad una Commissione è giusto che abbia anche il conforto e possa scambiare dei punti di vista con gli altri componenti del suo Gruppo.
Quindi, avevo fatto questa raccomandazione. Seconda raccomandazione era quella di non fare delle riunioni delle Commissioni in coincidenza con il Consiglio, perché naturalmente queste Commissioni, devono sempre lavorare a tambur battente e molte volte devono prendere delle decisioni, perché in aula gli altri Consiglieri aspettano, senza forse approfondire, poter approfondire il problema e, dall'altra parte - in aula - molte volte i Consiglieri aspettano un'ora per iniziare le sedute, perché c'è magari una Commissione.
Quindi, queste indipendentemente dal caso che abbiamo in discussione, queste osservazioni le avevo fatte, erano state accolte dall'Ufficio di Presidenza, dal Presidente, da tutti i Capigruppo e, quindi, non mi pare che sia stato fuori luogo il richiamo che è stato fatto dal Consigliere Andrione su questo punto.
Nella questione del merito, io non vorrei entrare perché effettivamente non avevo approfondito questo problema. E, siccome desidero sempre parlare avendo tutti gli elementi, in questo momento tutti gli elementi io non ho. Però, è chiaro che c'è stata una presa di posizione da parte del personale della Regione che non era in gran parte - forse la maggioranza poteva essere soddisfatta - ha detto il Vice Presidente Chanu che si è espressa a maggioranza. Ma sappiamo come vanno, alle volte, queste maggioranze.
Quindi, non tutto il personale, ed anzi gran parte del personale non era contento di quello che è stato deciso e delle proposte fatte dai Sindacati. Quindi, se c'è una raccomandazione da fare è proprio quella che è già stata fatta da qualcun altro e che io ripeto, a nome del nostro Gruppo e del Rassemblement Vald?ôtain, di sentire anche i rappresentanti di tutte le categorie dei dipendenti regionali.
Questo per dare la possibilità di approfondire il problema.
Sulla questione specifica, io ritengo che al punto in cui siamo noi dovremmo votare a favore pere queste 200 mila lire per l'anno 1973 - che ci vengono proposte.
Se c'è la volontà di perequare ed effettivamente tener conto di quelle che sono le proposte che potranno essere accolte, le eque proposte che potranno essere accolte, che potranno pervenire da parte del personale. La possibilità c'è, perché noi diamo queste 200 mila lire. Queste 200 mila lire mi sembra che possano coprire tranquillamente il minimo anche che venisse in base alla legge, però con un impegno da parte delle Giunta di rivedere se - io non so in questo momento, non so quale cifra potrebbe venir fuori anche per il 1973 - ma se questo è un acconto e dando il mandato alla Giunta, sentite le Organizzazioni Sindacali, sentiti i rappresentanti del personale, di analizzare, quando analizzerà per il 1974, anche la posizione del 1973, allora noi potremmo votare a favore.
Pedrini (PLI) - È chiaro che voterò a favore per l'urgenza che è stata data a tutta la questione. Tengo, però, a pregare la Giunta di tenere presenti le parole del Consigliere Manganoni e del Consigliere Andrione che, evidentemente, non si possono non approvare, data la situazione attuale.
Manganoni (PCI) - Il nostro Gruppo voterà a favore, però, non per proseguire la polemica. Quanto io dicevo prima è confermato - e adesso ho dato un'occhiata all'allegato che mi era sfuggito, dove dice, al secondo comma: "Al riguardo sono state concordate con le organizzazioni sindacali regionale le seguenti modalità di applicazione". E non parla delle organizzazioni dei dipendenti!
Quindi, le raccomandazioni che facevo io era quella, confermata da questo allegato.
Bordon (DC) - ...ci siano dei malintesi, ci siano dei dubbi, naturalmente la parola la dovremmo avere adesso dalla Giunta. Il Presidente ci dovrebbe dire, io penso che abbia anticipato e non voglio che sia considerata una cartuccia sprecata la mia. Voglio ancora una valvola di sicurezza.
Però mi sembra che l'impegno era proprio quello che abbiamo chiesto, che l'abbiamo detto attraverso la Commissione Affari Generali.
Adesso, mi si viene a fare una discussione: dice che tu hai parlato di conguaglio. Noi vogliamo un acconto. Ma scusate, chi ha preso le 200 mila lire non ha più niente da conguagliare. Non è un acconto! Noi vogliamo - e lo abbiamo detto - e non lo voglio ripetere per non tediare nessuno, eventualmente poi vedremo a verbale quello che ne viene fuori che, ad un certo momento, si riveda questa questione.
Che come è stato fatto per altri Enti Pubblici, altre Amministrazioni, si guardino queste categorie, queste classificazioni. Ad un certo momento si guardi di poter venire incontro a quelli che non sono contenti portando avanti quelle aliquote che non dovrebbero essere tutte così livellate duramente, io penso che abbiamo detto tutto.
E, per quanto riguarda Manganoni - che io non volevo neanche ricalcare questo - perché ognuno dice quello che vuole, anche se lo ha detto uno prima, ma quando io ho protestato, che, ad un certo momento sembrava un incontro fatto fra Giunta e Sindacati, a noi della Commissione Affari Generali ci si butta fra i piedi all'ultimo momento questo argomento, ma non lo voglio fare per non fare della polemica, ma allora dirò a Manganoni che è stato chiesto se si erano sentite le Commissioni interne. Io le ho chiamate così, anche tu non le hai sapute definire.
E mi è stato detto che sono state sentite le Commissioni interne, anche se poi fra qualcheduno di questi rappresentanti forse non erano tutti a posto con le votazioni, cioè ho voluto dire che non siano eletti regolarmente o siano scaduti. Ma questo è stato detto prima.
Dujany (DP) - Mi pare, brevemente, per chiarire alcuni interventi che potrebbero dar adito a delle confusioni.
L'indennità delle 200 mila lire, previste per l'anno 1973, è una indennità "una tantum" ed è chiusa la vertenza per l'anno 1973.
È stata una conclusione di compromesso fra l'Amministrazione regionale e le richieste delle Organizzazioni Sindacali con i rappresentanti del personale. La richiesta iniziale era di 30 mila lire nette pensionabili con decorrenza 1° gennaio 1973. L'Amministrazione ha controproposto una indennità "una tantum" di 200 mila lire sia per evitare un allargamento di trattamento economico senza una opportuna riflessione e sia per evitare un ulteriore maggiore differenza di retribuzioni e di tempi tra il personale dell'Amministrazione regionale e il personale delle Amministrazioni comunali.
Differenza che già esiste, seppure in forme diverse ed in modo diverso.
Per quanto riguarda il futuro 1974, ho già detto che esamineremo, in accordo con le Organizzazioni Sindacali e i rappresentanti del personale la raccomandazione fatta dalla Commissione Affari Generali.
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Si dà atto che dalle ore 17,19 assume la presidenza il Vice Presidente CHANU.
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Chanu (Presidente) - Ci sono altri che chiedono la parola? Chiusa la discussione generale. Se qualcuno vuole ancora chiedere la parola per dichiarazioni di voto.
E allora, se nessuno chiede la parola, si passa alla votazione del disegno di legge articolo per articolo.
Articolo 1 - Nel testo che vi è stato presentato. Nessuno chiede la parola. Metto in votazione l'articolo 1. Chi è d'accordo è pregato di alzare la mano. Chi non è d'accordo? 27 presenti, 22 votanti a favore, 5 contro.
L'articolo 1 è approvato.
Articolo 2 - All'articolo 2 viene proposto un emendamento tecnico, vi prego... "la spesa lorda di Lire 189.514.000 derivante dall'applicazione della presente legge..." nel testo originario c'è scritto "graverà sui sottoindicati capitoli" - l'emendamento tecnico modifica l'articolo in questo senso: "la spesa lorda di Lire 189.514.000 derivante dall'applicazione della presente legge viene impegnata ed imputata sui sotto indicati capitoli".
Rimane invariato il testo dell'articolo 2 per le altre parti.
Propongo e metto in approvazione quindi, con l'emendamento testé suggerito, l'articolo 2. Chi è d'accordo è pregato di alzare la mano. Chi non è d'accordo? Astenuti? Stesso risultato dell'articolo 1. L'articolo 2 è approvato.
Articolo 3 - Chi è d'accordo è pregato di alzare la mano.
Chi non è d'accordo? Astenuti? Stesso risultato. L'articolo 3 è approvato.
Si passa alla votazione segreta.
Esito della votazione: presenti 31, votanti 31, maggioranza richiesta 16, voti favorevoli 18, voti contrari 13.
Il Consiglio approva.
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Si dà atto che dalle ore 17,27 riassume la presidenza il Presidente DOLCHI.