Compte rendu complet du débat du Conseil régional. Les documents ci-joints sont disponibles sur le lien "iter atto".

Objet du Conseil n. 1206 du 26 juin 2020 - Resoconto

OGGETTO N. 1206/XV - Continuazione della discussione generale sul D.L. n. 60: "Assestamento al bilancio di previsione della Regione autonoma Valle d'Aosta/Vallée d'Aoste per l'anno 2020 e misure urgenti per contrastare gli effetti dell'emergenza epidemiologica da COVID-19. (Approvazione di due ordini del giorno)

Rini (Presidente) - Alla presenza di 30 colleghi apriamo i lavori. Punto n. 7 dell'ordine del giorno. Ha chiesto la parola il collega Cognetta.

Cognetta (VDALIBRA) - Per mozione d'ordine. Siccome durante gli interventi di questa mattina alcuni colleghi hanno chiesto se c'era intenzione da parte del Governo di convocare una riunione, una Capigruppo per valutare la possibilità di trovare dei punti di incontro, prima di chiudere la discussione generale, volevo capire, mi basta anche un cenno... siccome non vi è stata risposta a queste domande fatte dai colleghi... ripeto: mi basta anche un cenno positivo o negativo, non c'è nessun problema, purché si abbia una risposta.

Presidente - Il Presidente è lì, ovviamente non è una domanda a cui posso rispondere io. Presidente, per la Capigruppo, prego. Vuole ripetere brevemente il quesito e poi lasciamo la parola al Presidente per la risposta?

Cognetta (VDALIBRA) - Volevo solo sollecitare una risposta, non per maleducazione, ma soltanto perché siamo ancora in discussione generale e volevo sapere da parte del Governo, rispetto alle richieste fatte da alcuni colleghi, se c'è intenzione o no di instaurare un dialogo per addivenire a un accordo possibile. Non che la cosa mi riguardi personalmente, non sono neanche Capogruppo, ma soltanto per avere modo di proseguire poi i lavori in un modo anziché in un altro. Se c'è questa disponibilità allora... capisco, magari voleva rispondere nella replica, però, onde evitare di chiudere la discussione generale, credo sia opportuna una risposta, qualunque essa sia.

Presidente - La parola al presidente Testolin.

Testolin (UV) - Nell'ottica di quello che ci siamo detti ieri, credo che il fatto di trovarsi in una Capigruppo per definire quali sono i termini di un confronto sia il minimo sindacale, quindi per me trovarsi in una Capigruppo è assolutamente possibile, lo facciamo anche subito se pensate che così potete gestire adeguatamente secondo quelli che sono i vari punti di vista il prosieguo dell'adunanza.

Presidente - Per la replica sulla mozione d'ordine, la parola al consigliere Cognetta.

Cognetta (VDALIBRA) - Mi sembra di aver capito dalle parole del Presidente che c'è una disponibilità ad aprire un dialogo per trovare una soluzione. Chiedo a questo punto all'Aula se vogliamo farlo subito, se vogliamo farlo al termine della discussione generale. Insomma, di decidere se farlo, quando farlo a questo punto, vista la richiesta dei colleghi e poi proseguire con i lavori come meglio riterrà opportuno il Presidente del Consiglio.

Presidente - Io ovviamente mi rimetto a quelle che saranno le decisioni dell'Aula. Quello che mi permetto di dire è che, visti comunque i tempi, sia il caso di procedere con una certa celerità e non interrompere i lavori dell'Aula durante l'orario dei lavori e della seduta. Credo quindi che questa più che una Conferenza dei Capigruppo sia un'analisi di tipo politico, quindi di un incontro informale tra i Capigruppo, non una riunione dei Capigruppo, quindi credo che possa essere promossa anche o al termine dei lavori o nelle pause che abbiamo in queste giornate, così da non andare a compromettere la tempistica dei lavori. Se siete d'accordo, vi propongo questo. Va bene? Almeno chiudiamo la discussione generale e poi ci aggiorniamo dal punto di vista politico, magari si sospende giusto per lasciare una discussione. Presidente, vuole controreplicare sulla mozione?

Testolin (UV) - Io ho dato la disponibilità a una Capigruppo, non ho dato la disponibilità a incontrarmi politicamente in maniera informale. Ho detto che all'interno di una Capigruppo definiamo se ci sono i presupposti per fare determinati tipi di scelte, poi chiaramente decidere quando farla... ho proposto di farla subito ma solo per chiarirlo, se vogliamo fare stasera, per me va bene, non c'è assolutamente nessun tipo di problema, però una Capigruppo formale.

Presidente - Mi permetto di ricordare che ogni organismo ha una missione, ha il suo compito ben preciso. Ovviamente la Conferenza Capigruppo non ha il compito di essere un mediatore politico in ambito legislativo, quindi per questo ci sono le commissioni competenti e ci sono i tavoli politici. Dopodiché se si vuole utilizzare la composizione della Conferenza dei Capigruppo, poiché è rappresentativa dei Capigruppo, è un'altra questione, questo ci mancherebbe. Ci aggiorniamo alla fine della discussione generale, va bene?

Possiamo andare avanti, ricordo che siamo in discussione generale. Rinnovo l'invito per i colleghi che ancora non lo hanno fatto, se hanno piacere di intervenire, di prenotarsi, altrimenti chiudiamo la discussione. Ha chiesto la parola il collega Nogara.

Nogara (AV) - Con il mio breve intervento - e sarà uno degli ultimi in quest'aula del Consiglio visto che non mi ricandiderò nella prossima tornata elettorale, quindi mi sento escluso da ipotetiche marchette come abbiamo sentito questa mattina e ieri da tanti colleghi, appunto di cui qualche collega ha parlato - vorrei spiegare soprattutto a chi ci ascolta la situazione in cui si è lavorato da diversi mesi a questa parte. È lampante che non c'è maggioranza - e mi collego un po' al discorso che aveva fatto questa mattina il collega Barocco -, che non è una novità, ed è proprio per quel motivo che si doveva andare a votare il 19 di aprile e che si andrà a votare a fine estate. La maggioranza è da un po' di tempo che manca, quindi non c'è nessun fortino da difendere. Ci si è trovati con l'emergenza Covid che ha fatto sì che non venissero svolte le elezioni e che un Governo a ranghi ridotti - e mi ricollego anche un po' a quanto è stato detto questa mattina - che non si è voluto ricomporre nonostante anche un parere legale che i gruppi di Alliance Valdôtaine e Stella Alpina avevano messo a disposizione... Vorrei anzitutto ringraziare questo Governo per il lavoro che ha svolto e per le grandi responsabilità che si è assunto, senza dimenticare appunto che questo Governo sta operando in ordinaria amministrazione e, come ho già detto prima, a ranghi ridotti. In più, per non farci mancare nulla, ci troviamo in piena campagna elettorale e un assaggio lo abbiamo avuto ieri all'apertura dei lavori e continuiamo ad averlo oggi per la discussione del disegno di legge n. 60. Proprio sul disegno di legge n. 60 vorrei fare alcune precisazioni. Dopo aver sentito ieri vari punti di vista sull'iter che ha seguito questa legge, mi sono andato a rileggere quanto c'è nelle audizioni che sono state fatte in II Commissione. Mi sono andato a rileggere quanto era successo e ho avuto la conferma di quanto ha sostenuto ieri il collega Lavevaz, che, come membro della II Commissione, ha ricostruito come il Governo abbia chiesto alla commissione se preferiva lavorare sulla bozza presentata il 15 maggio o se doveva presentare il disegno di legge scaricato dalla Giunta, e questa ultima ipotesi è stata scelta dalla commissione.

Vorrei poi tornare sull'affermazione di vari colleghi sul fatto che il presidente Testolin, con le dichiarazioni fatte all'inizio della discussione generale, si sarebbe presentato con il "cappello" in mano per chiedere i voti e per l'approvazione del disegno di legge n. 60. La mia interpretazione di quanto ha detto il Presidente è che si auspicava che dopo la discussione sul gran numero di emendamenti presentati si sarebbe giunti alla condivisione di una legge così importante per la comunità valdostana.

Un'altra considerazione che vorrei fare è sulle audizioni delle diverse categorie e delle associazioni. Sono andato a rileggermi la maggior parte delle audizioni e alla fine di questa interessante lettura devo dire che è stato detto tutto e il contrario di tutto: categorie o associazioni moderatamente soddisfatte del disegno di legge, altri soddisfatti per alcune parti e delusi da altre, altri ancora non soddisfatti dalla manovra; ma tutti con la stessa raccomandazione e lo ripeto: tutti con la stessa raccomandazione di licenziare al più presto possibile una legge così importante per la comunità valdostana. Da quello che ho visto finora, noi la stiamo tirando abbastanza per le lunghe, perché da quello che ho sentito, tra l'altro, ci sono anche un sacco di ordini del giorno e bisognerebbe magari in questa Capigruppo che giustamente si deve fare magari discutere anche di queste cose.

Altra situazione che mi ha colpito è la capacità da parte dei colleghi di giudicare il lavoro altrui sempre negativamente, in modo sempre negativo soprattutto da colleghi con una collaudata esperienza politica, ma che non hanno mai brillato nei loro incarichi passati, anzi, ma che ora scopriamo esperti in qualunque campo e che chiaramente avrebbero risolto qualsiasi tipo di necessità e di problema propinandoci sempre la stessa lezione da grandi manager, ma che ormai assomigliano sempre di più a un disco rotto.

Parliamo ora degli emendamenti. Diversi colleghi hanno affermato che è una vergogna che la maggioranza abbia fatto degli emendamenti. A parte che, come ho già detto in precedenza, la maggioranza non c'è più, altrimenti non saremmo in ordinaria amministrazione. Per questo motivo si è cercato di dare un sostegno proponendo alcune idee, già quello che la mia collega Favre ha detto nel suo intervento, con l'intento di migliorare la legge, in aggiunta di emendamenti tecnici proposti dal Governo, che, come in ogni disegno di legge, vengono presentati.

Altro appunto che è stato sollevato a questa legge è il fatto che questo disegno di legge non guarda al futuro, lo abbiamo sentito anche in commissione nelle audizioni da diversi soggetti. Allora qui dobbiamo chiarire un po' la cosa: o un Governo in ordinaria amministrazione può presentare iniziative che si prolungano nel tempo o, come abbiamo sentito spesso in commissione, in ordinaria amministrazione non si possono adottare dei provvedimenti a lungo termine, senza dimenticarci che queste misure sono riferite all'emergenza Covid. Non si ha la pretesa di sostenere che questo DL sia perfetto, anzi, avrà sicuramente delle criticità e non accontenterà tutti, come d'altronde succede con tutte le leggi, ed è altrettanto chiaro che la copertura finanziaria è quella che è e non riuscirà quindi a soddisfare l'intera platea, perché chi ha ascoltato le varie audizioni sa che avremmo dovuto avere molti soldi di più per soddisfare tutti per le richieste che sono state fatte, per riuscire a soddisfare l'intera platea degli aventi diritto. Ieri ho preso alcuni appunti su quanto è stato detto e comincerei su chi sostiene che questo disegno di legge, ma in particolar modo gli emendamenti sono stati fatti per scopi elettorali. Questa mattina l'ha ripreso di nuovo il collega Vesan e mi hanno colpito le sue affermazioni, perché sono affermazioni, a mio parere, gravi che i sindaci userebbero questi soldi per scopi elettorali. Ecco, forse lei ha vicino persone che le danno queste informazioni ma non penso che sia una cosa da dire, secondo me, perché sono patenti gratis che vengono date a chi soprattutto in questo periodo ha lavorato tanto e bene per la comunità. Così, riprendendomi gli appunti che ho preso anche proprio ieri, tanti colleghi hanno detto che con gli emendamenti appunto si danno delle mancette in giro. Guardate che se prendiamo gli emendamenti di tutti dal primo all'ultimo, se si vuol dire che si dà una mancetta, si può fare, se non sono degli emendamenti prettamente tecnici, si può dare questa patente. Si può dire: "tu hai sentito in audizione le bande, i cori e tu adesso fai l'emendamento, questa è una mancetta". Bisogna anche cercare - e io mi sento di dirlo e penso che tutti abbiano lavorato in questo modo - di essere onesti in quello che si è fatto. Se si è fatto un emendamento, se si sono messi degli articoli in una legge, si è fatto questo per veramente soddisfare le necessità e affrontare la crisi che come tanti hanno detto... sì, c'è stata una crisi in questi mesi, però la crisi la vedremo, faremo i conti forse... speriamo di fare dei conti positivi alla fine dell'estate e si è cercato, secondo me, con questa legge di dare un aiuto, anche se non si poteva parlare di futuro, perché erano degli impegni che si dovevano prendere per l'emergenza Covid, un minimo di futuro, secondo me, con questa legge si è dato.

Poi si sono dette un sacco di cose. Rivedo anche quanto è stato detto dalla consigliera Russo, che "le misure previste dalla legge sono solo, secondo voi, destinate al consenso elettorale". Non so io come si possano anche fare certe affermazioni. Se si è convinti di questa cosa, che si vada fino in fondo, non lo so, che si dica apertamente che Tizio, Caio e Sempronio hanno fatto questo emendamento per aiutare Tizio, Caio e Sempronio. Non lo so, a me queste mi sembrano sempre solo scuse, queste sì, pre-elettorali per portare o buttare del fango addosso a delle persone, che non mi sembra il caso di poterlo fare. Accuse alla scuola, sempre fatte dalla collega Russo. Ecco, io direi che se dobbiamo parlare di scuola dovremmo dare un'occhiata a quanto sta succedendo a livello nazionale che come indicazioni non è che ci dà delle grandi indicazioni. Vedo lei, collega Pulz, ma ha ragione, la scuola con la sanità e col lavoro dovrebbero essere e sono le cose più importanti di cui dovremmo occuparci. Io dico che anche a livello nazionale non siamo stati un granché aiutati, soprattutto per quanto concerne le misure, le cose, siamo sempre lì che remiamo. Va beh, la Presidenza del Consiglio lasciamo perdere... Ecco, io con questo mio primo intervento volevo appunto spiegare un po', soprattutto a chi ci ascolta da fuori, qual è la situazione che abbiamo dovuto affrontare e che non è stata facile: non è stata facile per chi soprattutto si è preso certe responsabilità. È chiaro sempre che in una campagna elettorale è facile parlare e sparlare di chi si prende sulle spalle tutta la responsabilità di un momento così difficile. Altre cose io non avrei da dire, però, sempre con lo spirito con cui ha iniziato questa seduta il presidente Testolin, direi che sarebbe il caso probabilmente di non continuare con delle schermaglie tra di noi, ma cercare di essere più concreti e portare a termine questo disegno di legge n. 60.

Dalle ore 15:24 assume la Presidenza il vicepresidente Distort.

Distort (Presidente) - La parola alla presidente Rini.

Rini (PNV-AC-FV) - Anch'io per secondo intervento, molto brevemente. Ho ascoltato con attenzione tutti i colleghi in aula, ho sentito tante cose interessanti, devo dire anche qualche spunto costruttivo anche per il futuro, che spero possa poi trovare una concretizzazione. Apprezzo la volontà anche di trovare delle sintesi, è vero, lo abbiamo detto, l'ho detto all'inizio nel mio primo intervento: siamo in assoluto ritardo, un modus operandi che non abbiamo condiviso, però se ci sono delle possibilità di trovare delle convergenze, noi sicuramente non ci tireremo indietro e faremo la nostra parte. Ho ascoltato anche con attenzione, apprezzo anche il coraggio di qualche collega nell'intervenire e anche nel chiudere i propri interventi dicendo: "basta schermaglie tra colleghi" quando non ha fatto altro che gettare in realtà zizzanie, cattiverie, peraltro alcune anche incomprensibili a destra e a manca. Dicono che a volte excusatio non petita accusatio manifesta, credo che questo faccia un po' il caso. Lega che magari ha incentrato tutto il suo discorso proprio sulle due "m": sulle mance e le marchette, rimarcandole in una maniera quasi ossessiva. Effettivamente avevamo letto ultimamente che ci sono proprio gruppi e, in particolare, persone un po' ossessionate da queste mance e marchette soprattutto in periodo elettorale e quindi di questi colleghi un po' stimo il coraggio e l'audacia.

Detto questo, io credo che davvero questo Consiglio dopo tanti mesi anche di burrasche, di lotte forti tra di noi, possa cogliere l'occasione però durante la fase di approvazione di questo importante disegno di legge di provare a trovare alcune sintesi. Per quello che ci riguarda, abbiamo provato a farlo, devo dire che abbiamo trovato una grande disponibilità in diversi gruppi all'interno di quest'aula e spero davvero che il proseguo di questi lavori possa dare velocemente delle risposte concrete alla nostra comunità.

Presidente - Siamo ancora in discussione generale. Ci sono altri interventi? Ha chiesto la parola il segretario Daudry.

Daudry (VDA ENSEMBLE) - Sì, Vicepresidente, anch'io penso che stiamo volgendo al termine di questa importante discussione generale, quindi mi pregio di portare all'attenzione dell'Aula poche e semplici considerazioni. Vorrei partire, se possibile, dal lungo percorso di audizioni, quello che ci ha visto attraversare la composizione di queste tre leggi, abbiamo avuto occasione in molti, perché eravamo tutti collegati, di ascoltare più volte gli importanti contributi che ci sono stati portati. Penso che abbiamo avuto con questo anche l'occasione di capire, di approfondire e anche già di monitorare un po' l'evoluzione dei contributi che ci sono stati appunto apportati sia dalle categorie produttive che dai sindacati. Ovviamente li abbiamo tutti a mente, non è mia intenzione richiamarle né in toto, né in parte. Vorrei però condividere con voi, perché ne sono profondamente convinto, che questo lavoro ha avuto due momenti, due riflessioni che sono comuni: la prima, chi più direttamente e chi meno ci ha sottolineato che aveva veramente difficoltà a capire il modo e il metodo con cui stavamo lavorando, ci hanno richiamato più di una volta a cercare di affrontare questa situazione in una maniera unita e condivisa il più possibile. Se volete ripercorrere i verbali, ma penso che guardandovi vi vengono in mente. Più di un rappresentante di categoria dalle più piccole alle più grandi ci ha fatto capire come era veramente difficile, nelle difficoltà che ci sono sul territorio, capire questo modo di lavoro così strano che ci eravamo dati e questo è valso sia per le leggi che abbiamo affrontato sicuramente e con l'attitudine che abbiamo avuto in II Commissione, sia anche con l'attitudine con cui è stato portato avanti il disegno di legge n. 60.

Il secondo insegnamento che mi è rimasto di questo lungo periodo è che una cosa talmente ovvia, talmente banale che quasi me l'ero dimenticata, perché il sistema pubblico trae le sue risorse dal sistema privato. Lo sforzo che ci è stato chiesto quindi è stato quello assolutamente di poter individuare in una maniera unita e coesa quelle misure che potessero dare il più possibile respiro al settore economico che mai come questa volta ci ha chiesto non solo di dargli i servizi migliori possibili e dargli i servizi sanitari e sociali, eccetera, che è il compito che noi dobbiamo portare avanti in tempo di pace, visto che abbiamo usato sovente questa espressione, ma ci ha fatto capire soprattutto che la tenuta di questo sistema economico e dei comparti principali su cui si regge la nostra regione, il turismo in particolare, era la chiave di volta per il mantenimento del sistema pubblico e che quindi il sistema pubblico doveva prestare un'attenzione e un ascolto ancora più forte se possibile nella situazione che ci siamo trovati ad affrontare.

Ascoltare quindi ieri le parole del Presidente della Giunta con quest'apertura, se da un lato, lo ammetto, ho trovato sicuramente un po' di mestiere, arriviamo in aula a dire che siamo senza numeri, è evidente che c'è sempre stata una parte che proponeva e una parte che esaminava, non esiste più la maggioranza e l'opposizione, è stato sottolineato da tutti. Mi ha fatto pensare sicuramente, finalmente in maniera positiva, che questi tre mesi hanno portato al di là, lo ripeto, se c'è stato anche un po' di mestiere, lo si capisce, fa parte del gioco, però questo grido, questa sottolineatura senza enfasi che è arrivata dal territorio è stata accolta. Negli interventi molti l'hanno citato indirettamente, io non ho nessun problema a fare il nome, passo alla dispensa della relazione del professor Louvin, già Presidente del Consiglio e Presidente della Giunta, mi riallaccio all'appello che ha portato il Presidente della Giunta ieri, c'è un passaggio molto importante che cercherò di ripetere con mie parole, sicuramente non ho l'altezza del profilo di cui abbiamo discusso evocandolo ma senza mai, e non capisco perché, citarlo direttamente in questa lunga discussione generale. "La gravità sanitaria e economica non solo avrebbero reso lecita, ma probabilmente anche necessaria la ricomposizione della Giunta regionale", questo è scritto non con queste parole, ma questo concetto è scritto a chiare lettere in questa breve dispensa che penso che assieme a me molti colleghi hanno avuto la possibilità di leggere in questo periodo. Ecco, io credo che in queste due semplici frasi, a mio modo di vedere e di analizzare quello che si è manifestato in questo periodo in cui è assolutamente evidente che le crisi trovano la preminenza del sistema esecutivo rispetto al sistema dell'assemblea, ma questo è scontato, non potrebbe essere così, perché una crisi non può essere affrontata che da un potere esecutivo. Ripeto però che il suggerimento che ci è stato dato e, se ben ci ricordiamo, era uscito anche a mezzo stampa all'inizio della crisi, è stato: "lecito ma anche necessario ricomporre l'Esecutivo". A mio modesto modo di vedere, anche per tutto il proseguo delle vicende che si sono succedute, questa sarebbe stata una grandissima prova che ci è arrivata - e mi riallaccio ai precetti delle audizioni - anche dal basso, questa sì che dobbiamo lasciare lì per il futuro... occorre affrontare le cose in una maniera seria, condivisa, partecipata... e sicuramente non saremmo stati qui in aula continuamente ad arrovellarci su questi tristi dibattiti sulle mancette, chi l'ha fatta prima, chi l'ha fatta dopo, eccetera.

Voglio condividere ancora alcune considerazioni sul testo, voglio dire anche una cosa non per fugare dei dubbi ma per lasciarlo agli atti. Io sosterrò sicuramente l'iniziativa dei dodici, sosterrò sicuramente gli emendamenti che sono portati avanti dal... una notizia nota, penso che la collega Morelli con cui ho avuto modo di confrontarmi in questi giorni lo sa e lo può testimoniare. Sosterrò sicuramente le iniziative del territorio, sosterrò sicuramente le iniziative dei sindaci, è talmente chiaro. Vorrei però dire che nel dibattito forse questa cosa è stata un po' spostata per quello che era, perché è nato come un piano per incentivare i lavori pubblici, che insieme al turismo è uno dei settori portanti della nostra economia e si è trasformata un po' la cosa come la battaglia - che è l'altro ritornello di questo periodo - di quest'Assemblea e quella dei sindaci.

Approfitto per aggiungere che, per quanto riguarda sicuramente l'impianto generale della legge, è sicuramente condivisibile, sicuramente è un lavoro importante; i miei dubbi e le mie perplessità, quello che poi ne è seguito sicuramente derivano invece sul percorso, sui metodi e sul come le cose sono state portate avanti. Dal punto di vista del contenuto, le osservazioni che sono state fatte un po' da tutte le parti sono sicuramente i punti deboli, ma è normale che ci siano; qui quasi tutti si sono alternati tra governo e opposizione, salvo pochi gruppi, sanno qual è la difficoltà, sanno qual è la differenza. A questo proposito si è parlato molto di scuola; è ovvio che la scuola è il terzo settore fondamentale, perché adesso il problema della scuola è talmente connesso al problema economico, sociale, anche qui di futuro, perché nella riunione di ieri - io non sono un tecnico - molti si sono messi a discutere... quella che è stata evocata di ieri sera, molti si sono messi a discutere sulla natura degli emendamenti e sui soldi che servono e che non servono. A me ha impressionato molto sentire dagli insegnanti che alcuni ragazzi sono assolutamente persi, la didattica a distanza ha avuto sicuramente un ruolo importante ma la riattivazione delle scuole e dare le giuste risorse alle scuole, pensare anche a come organizzare la scuola se si ripresenteranno di nuovo dei problemi come quelli che abbiamo vissuto in questi mesi diventa fondamentale. Mi scuso con la collega Pulz se l'ho messo al terzo posto, lei subito ha alzato il pollice per dire al primo, però questa trilogia tra turismo, scuola e lavori pubblici, sia di edilizia privata che di edilizia pubblica, penso che siano assolutamente fondamentali per una regione come la nostra.

Voglio terminare ricordando tre inviti che hanno accompagnato il lavoro in questi mesi: due inviti e un modello, si è parlato tanto del grado di autonomia che abbiamo messo in campo in questa vicenda, sono stati fatti dei paragoni anche per certi versi velleitari e sommari tra Regioni ordinarie, a statuto speciale... in fondo poi, quando parliamo di autonomia, pare chiaro a tutti che il concetto che stiamo evidenziando è quello di com'è stato gestito il territorio, se il territorio sia stato gestito nella maniera migliore e se si siano utilizzati gli strumenti migliori. Da questo punto sicuramente la nostra Regione ha una legge di protezione civile, sicuramente sapevamo dal 31 gennaio che l'Italia era in uno stato di emergenza, però purtroppo sono successe tante cose che ormai derubrico nel campo dell'incomprensibile. Visto che noi stiamo tracciando una legge e forse cercheremo anche di capire in questi giorni se affronteremo anche un quarto provvedimento, perché la cosa che prima sembrava sicura adesso probabilmente non lo è più, ci saranno anche qui dei motivi sia di natura politica e sia di natura tecnica, però sarà importante questo Consiglio per capire anche in questa direzione cosa faremo... sicuramente alcune Regioni, alcuni spunti ci hanno insegnato che noi, anche per un ritorno di crisi che un po' tutti prevediamo, le risorse devono essere spese almeno con una logica del "dopodomani".

Concludo veramente con l'osservazione a questo proposito della Chambre e del SAVT che è il nostro sindacato, il sindacato di chi ha l'appartenenza a movimenti autonomisti, senza offendere nessuno, sia chiaro, anzi, che sia di sprone. Credo che dovremmo concentrarci sia nell'analisi degli emendamenti che nei lavori dei prossimi giorni sia a un'attenzione su quello che potrà essere un ritorno, come ho già avuto modo di sottolineare, ma anche all'introduzione di quelle che dovranno essere delle misure che non dovranno guardare semplicemente al contributo - e nella legge ci sono sicuramente dei passaggi importanti - ma che dovranno guardare al sostegno del sistema economico e soprattutto dei livelli occupazionali. Ecco, ho voluto condividere queste brevi riflessioni, credo che, anche se da molte parti ho letto che, nonostante il genere umano quando attraversi delle crisi abbia quello che si definisce anche "istinto di sopravvivenza", abbia una certa velocità, una certa predisposizione, una certa programmazione naturale a dimenticare facilmente quello che è successo, io spero che per il tempo che rimarremo qui almeno noi 35 cercheremo ancora di lavorare avendo ben presente quello che può succedere e cercare di fare quel poco che ancora possiamo fare per evitare o, meglio, per anticipare al meglio eventuali ritorni futuri di situazioni come questa.

Dalle ore 15:41 riassume la Presidenza la presidente Rini.

Rini (Presidente) - Ha chiesto la parola il collega Marzi.

Marzi (SA) - Io credo che a qualcuno di noi abbia fatto un po' specie, a me sicuramente, il fatto di aver preso la parola in quest'aula o comunque di aver sentito molti di noi prendere la parola, anche semplicemente di vederci, perché di fatto ci eravamo tutti quanti salutati pensando che, avendo fatto la scelta politica di sciogliere il Consiglio, non ci sarebbe più capitato di vederci almeno con questa compagine in quest'aula, invece ci troviamo, perché poi dopo, ripeto quanto dissi la prima volta che presi la parola in quest'aula: "il diavolo fa le pentole ma non i coperchi", ci troviamo poi dopo a tutti gli effetti a distanza oramai di mesi nuovamente qua ad aver ricevuto tutti politicamente il ben servito per aver politicamente strumentalizzato una grandissima debolezza della politica valdostana. Ci sono tutti e tre i colleghi, oltre al sottoscritto, che hanno avuto la strana sfortuna di entrare in quest'aula il 20 di dicembre del 2019 per motivi tristissimi, hanno richiamato l'assoluta stranezza che tutti quanti noi, ma credo tutti e 35 abbiamo provato nel corso di questi mesi per quanto accaduto.

Io ovviamente a livello istituzionale e personale rivolgo un pensiero ai Valdostani che purtroppo sono deceduti a causa del Covid o col Covid e alle loro famiglie, ma non mi sento all'altezza e non ritengo sia corretto, ovviamente a titolo personale, impostare un qualsiasi intervento di natura politica, perché questo è il dibattito generale nella presentazione di un disegno di legge, trattando tematiche che non mi attengono e sulle quali non posso non solo non portare nessun tipo di contributo, ma rischiare addirittura di toglierne. Quello che invece a me ha colpito molto della prima parte del dibattito politico su questo disegno di legge è la terminologia che molti di noi hanno utilizzato e continuano a utilizzare, senza nessun tipo ovviamente di commento di sorta, ma più come un'osservazione dall'esterno; sono stati utilizzati concetti come le "forche caudine", una "guerra di posizione", spesso si fa attinenza a tutta una serie di metafore rispetto al passaggio da situazioni di posizione o guerre di posizione che dir si voglia rispetto ad approcci più da guerriglia o più attinenti, ad esempio, a situazioni che non prevedevano il fatto che due schieramenti si confrontassero l'uno di fronte all'altro. Io ritengo che questo sia uno dei motivi per i quali la politica valdostana tutta, noi compresi, mi prendo anch'io il mio trentacinquesimo di responsabilità, tutti e 35, abbiamo probabilmente portato quest'assise a uno dei livelli più bassi della sua storia. Dato questo paradosso però, sul quale, secondo me, tutti quanti dobbiamo fare mea culpa, è anche il caso di fare un'analisi però molto corretta e puntuale rispetto al fatto che noi facciamo politica e non ci troviamo a confrontarci in campo aperto piuttosto che nella piana e sulla collina del Little Bighorn, citando il collega Barocco oggi; è un appassionato di storia, lo sono anch'io, ho passato tanti anni della mia vita a leggere dei nativi americani e trovo assolutamente interessante il fatto che durante la giornata... e anche da un'osservazione politica che faccio, tra virgolette, come parte in causa ma anche da soggetto che osserva in maniera privilegiata una cosa che da solo sei mesi ha cominciato a vedere applicare... rende benissimo il motivo per il quale tutti quanti siamo andati a casa e rende anche benissimo il fatto che, in realtà, i numeri non esistono da nessuna delle parti.

Ci sono dei colleghi in quest'aula che presentano un modello di guerra da posizione, quindi quello che poi è stato superato di fatto con la prima guerra mondiale con le guerre di trincea, uno schieramento contro l'altro. Normalmente quelli che resistevano di più portavano poi di fatto teoricamente a vincere le battaglie, ma, in realtà, come sa chi queste cose le ha studiate, le battaglie si vincevano da sole per altri motivi. Si è poi arrivati a fare delle citazioni rispetto a guerre navali di ordine nipponico, piuttosto che approcci di natura difensivistica che hanno portato... e sono state perse tantissimi anni prima, si è poi arrivati addirittura a citare Cavallo Pazzo, Tashunka Uitko, Tatanka Yotanka... ero matto quando ero giovane per cui me li studiavo anche in lingua lakota... tutta una serie di aspetti di riferimento, ma anche questo altro approccio, che è quello più consono all'attuale Governo regionale, quindi quello da "Aventino" tanto per essere chiari, per tornare di nuovo alle "forche caudine" della collega Pulz, a tutti gli effetti risultano presentare un modello che è quello di un confronto nel quale non si media. La cosa divertente è però che oggi ci sono un disegno di legge supportato da alcuni consiglieri regionali che supportano il Governo, io ho apprezzato molto quanto detto dal Presidente ieri; è una presa d'atto sicuramente, ma va anche detto... perché poi abbiamo dei cittadini valdostani che non ci hanno capito, probabilmente non stanno capendo neanche me e faccio mea culpa immediatamente, però non hanno capito le cose che sono state presentate. Qualche amico mi ha scritto dicendo: "ma com'è possibile che un Governo non abbia i voti per supportarlo?". Per provare a spiegarglielo, ci metterei un paio di giorni, quindi alla fine della fiera gli ho detto: sai cosa c'è? Se usciamo da quest'aula, poi facciamo due chiacchiere e ti spiego quelli che aprioristicamente dovrebbero essere dei criteri da matematica o aritmetica elementare, cioè il fatto che la maggioranza relativa di 35 sia 18, però a tutti gli effetti come si è arrivati a queste cose è veramente troppo difficile, noioso e brutto da raccontare, per cui la cosa più opportuna sarebbe quella di sorvolare.

Abbiamo pertanto delle situazioni assolutamente paradossali in termini governativi e amministrativi, abbiamo dall'altra parte però anche una proposizione sulla quale devo fare assolutamente i complimenti - glieli ho già fatti privatamente - ai colleghi che hanno presentato un contro assestamento. Apprezzo anche l'approccio che è stato esplicitato nell'essere così chiari, nel dire chiaro e tondo come si vuol vedere una parte della Valle d'Aosta e, tra l'altro, ripeto, ho anche avuto occasione di dirglielo amministrativamente, che parte da un assunto, cioè dal fatto di prendere dei soldi da un accordo politico che è stato fatto dal Governo nei confronti degli Enti locali per dire: "noi una parte di quei soldi li gestiremmo così". Queste sono due posizioni diverse rispetto a come vedere il disegno di legge n. 60. Peccato però che in questa sede noi ci troviamo a fare politica e nel fare politica una delle cose dalle quali bisogna partire e uno dei presupposti sui quali bisogna assolutamente tararsi non sono le proprie posizioni personali ma sono i risultati concreti che si ottengono attraverso la somma arte umana, lo diceva già Pericle, che fondamentalmente è contemperamento di interessi, quindi il fatto di mediare rispetto a delle posizioni date. Perché questo? Questo di fatto avviene sempre, soprattutto in una democrazia assembleare come quella prevista dallo Statuto valdostano. Addirittura anche le posizioni possono cambiare secondo quanto quest'Assemblea decide. A maggior ragione questo avviene nel momento in cui ci si trova a dover prendere, in un momento delicatissimo per la storia della Valle d'Aosta, delle posizioni politiche, amministrative in un momento in cui il Consiglio regionale è sciolto, cioè noi prima di tutto abbiamo deciso tutti e 18 - qualcuno con motivazioni più o meno valide, cioè almeno politiche: pensava di vincere le elezioni, qualcun altro non ho ancora capito perché - di sciogliere questo Consiglio. Nel momento in cui si è sciolto questo Consiglio, coerentemente il Consiglio non può far altro - tra le altre cose non dovremmo neanche esistere in questo momento - che cercare delle soluzioni; perché, siccome la maggioranza relativa per approvare un atto è 18 e noi ci troviamo nella condizione che nessuno dei gruppi, gruppetti, sottogruppetti - lasciamo da parte le appartenenze politiche - riesce a raggiungere il numero di 18, a tutti gli effetti una qualche mediazione va trovata per forza.

Ora, ci sono dei gruppi politici, delle filosofie politiche che nel corso degli ultimi 15-20 anni hanno smarcato una serie di termini politici in maniera negativa, per cui oggi in Italia non si può parlare di contemperamento di interesse perché viene immediatamente in mente il termine "inciucio"; in realtà è una visione scorretta di quella che in realtà è un'arte politica e cioè mettersi d'accordo. Siccome noi siamo 35, rappresentiamo 126.500 Valdostani, capite bene che, se dovessero mettersi d'accordo 126.500 Valdostani, sarebbe impossibile arrivare a una sintesi. Esiste una roba che si chiama democrazia rappresentativa e cioè il potere del popolo che sceglie dei rappresentanti, noi siamo i rappresentanti - ahimè, facciamoci delle domande - di questi 126.500 abitanti della Regione Autonoma Valle d'Aosta e codesti 35 hanno già delle difficoltà a trovare delle mediazioni tra di loro, per cui capite bene che il mestiere, il lavoro, l'arte della democrazia è difficilissimo da raggiungere. Essendo difficilissimo da raggiungere, è naturalmente non un inciucio il fatto che si provino a trovare delle mediazioni, ma il fatto che a tutti gli effetti, se noi oggi ci troviamo nella condizione di lasciare le cose come stanno, noi abbiamo il Consiglio regionale diviso in tre parti da 11, 12, 13 e via discorrendo. Siccome nessuna di queste tre parti fa 18, capite bene che quello che ci dicono giustamente per strada i Valdostani e cioè: "che cavolo state facendo? Perché perdete tempo?"... la Valle d'Aosta si è trovata in una situazione difficilissima, ci siamo trovati nella condizione addirittura di dover gestire una pandemia senza un Consiglio regionale eletto ma addirittura sciolto, ci troveremo addirittura nella situazione di dover gestire determinati tipi di crismi attraverso la prorogatio, ebbene tutto quanto questo diventa incomprensibile per le persone che si trovano in difficoltà, verissimo. Ebbene sappiate, per quegli appassionati che ci stanno seguendo da casa, perché li si può definire solo in tal senso, e che spero mantengano questo tipo di passione pur ascoltandoci, a tutti gli effetti questo è l'unico posto nel quale il fatto di parlare, di trovare mediazioni, di cercare posizioni per dare delle soluzioni non si chiama "inciucio" ma si chiama "politica". È quindi giusto che i colleghi parlino trenta minuti per presentare ognuno la loro proposta, è giusto che vengano fatti degli emendamenti, è giusto che si trovino delle mediazioni ed è giusto che, rispetto a un disegno di legge che ha avuto un percorso molto particolare, sicuramente con tante carenze sia politiche che amministrative, siano stati presentati da questo Consiglio, un po' strano da parte del Governo ma comunque sia in senso lato ci può stare, delle proposte politiche, delle proposte migliorative. Qualcuna di queste proposte verrà approvata, qualcuna di queste proposte non verrà approvata. Addirittura una volta che finiremo dopo 30-45 minuti di intervento ciascuno, questa roba che per qualcuno sembra una cosa strana ma che in realtà è politica e si chiama fondamentalmente esplicitare la propria posizione... ma perché è necessario esplicitare la propria posizione? È necessario esplicitare la propria posizione sia per dare dignità a quest'Aula, che ha sempre più bisogno di dignità. Ricordatevi sempre, ricordiamoci sempre che anche se i frutti sono così lontani dall'albero, l'albero della democrazia non è degnamente rappresentato dai frutti ma è più importante dei frutti stessi. Insomma se non siamo 35 consiglieri regionali buoni, non buttate anche l'albero nel falò, buttate solo noi 35. Ricordatevi però sempre che Place Deffayes, che questa stanza è la massima rappresentazione democratica che questa Regione deve avere e speriamo che nel futuro sia meglio rappresentata che da noi, però a tutti gli effetti rimane fondamentale il fatto che questo rimane e deve rimanere il luogo della politica.

Una volta che noi ci troveremo a dover dibattere di queste tematiche e smetteremo di parlare di politica, entreremo nel merito rispetto agli aspetti più amministrativi, cioè il fatto che, dovendo discutere un disegno di legge, questo disegno di legge è composto da una serie di articoli, questi articoli in parte vogliono essere cambiati da qualcuno di noi, perché ognuno di noi pensa che questo provvedimento possa essere migliorato. Prima di arrivare addirittura a parlare di questa roba, ci sentirete di nuovo dire, magari per mezza giornata, tre quarti di giornata, eccetera, una roba che si chiamano "ordini del giorno" nei quali politicamente diremo ancora altre cose, che agli occhi di uno che pensa che perdiamo tempo in realtà sembreranno ancora più strane. Non è così, anche in quel momento lì noi staremo facendo politica, perché anche nel corso di questi mesi, nonostante io sono passato per quello che fino all'ultimo minuto in zona Cesarini ha cercato di evitare che il Consiglio regionale andasse a casa il 14 di febbraio... mi sono beccato del "poltronaro" da buona parte dei miei colleghi e da buona parte della Valle d'Aosta, ma io non ritenevo corretto utilizzare in maniera impropria una roba come la scadenza dei 60 giorni previsti dall'articolo 15 del nostro Statuto senza trovare un accordo politico, fosse la maniera giusta per togliere legittimità a un'assise eletta dopo 18 mesi, per lo stesso motivo, in piena coerenza, nei mesi che poi sono intercorsi da quando il lockdown ci ha chiuso tutti in casa... non voglio citare il collega Barocco nuovamente... ma a tutti gli effetti noi abbiamo passato tutti quanti, con tutte le difficoltà del caso, delle intere ore a lavorare, discutere e dibattere su posizioni diverse. È capitato per la legge n. 4, è capitato per la legge n. 5 ed è capitato anche per il disegno di legge n. 60. Addirittura, naturalmente sulla legge n. 5 siamo arrivati ad avere l'unanimità in commissione e 34 voti a favore su 35 in Consiglio regionale, ma anche quello è stato frutto di mediazioni; mediazioni che poi nella traduzione amministrativa possono aver avuto delle incomprensioni, incomprensioni che hanno fatto arrabbiare i Valdostani. Ci può stare, però sappiate che la politica e l'amministrazione sono una cosa molto complessa e non sempre i tempi della politica e dell'amministrazione coincidono con le necessità che poi ognuno di noi vive nella propria quotidianità. Oggi arriviamo alla fine di un percorso, ci abbiamo messo troppo tempo. Quando dico "fine del percorso", capiamoci bene cosa intendo dire, perché vi ho appena finito di dire che passeremo qui ancora del tempo, arriviamo alla fine di un percorso politico-amministrativo che è durato due mesi.

Per strada capita anche in pausa pranzo che degli sconosciuti ti fermino, se ti riconoscono più o meno, se vedono la spilletta sul bavero della giacca, ti dicono: "che cavolo state facendo?". Ebbene, a tutti gli effetti non stiamo facendo nulla di diverso da quello che dovrebbe essere il nostro mestiere, che in alcuni momenti è molto difficile. Applicarlo in un momento pandemico con un Consiglio regionale sciolto e in prorogatio è ancora più difficile, soprattutto quando le uniche scelte che puoi fare sono quelle indifferibili e urgenti. Ecco perché io dico da un punto di vista personale - e, tra virgolette, è la prima volta che torno quasi agli fausti o agli infausti del comune parlando addirittura più di dieci minuti in quest'Aula - che probabilmente la posizione che tutti quanti noi cercheremo di avere nei prossimi giorni, esponendoci, esprimendoci e alla fine votando o non votando questa legge è sicuramente un approccio politico che ha l'obiettivo di migliorare un disegno di legge, che però rimane fondamentale per la Valle d'Aosta in questo momento.

Dalle ore 15:59 assume la Presidenza il vicepresidente Distort.

Distort (Presidente) - Ha chiesto la parola per secondo intervento il collega Cognetta.

Cognetta (VDALIBRA) - Anch'io romperò la tradizione che normalmente mi contraddistingue nel fatto che faccio degli interventi molto brevi, poi in discussione generale al massimo intervengo una volta, invece devo dire che la sollecitazione del collega Marzi mi ha acceso una sorta di lampadina. Ha fatto un intervento devo dire molto importante: ha cercato in qualche modo di riassumere, da un punto di vista strettamente politico e senza dare nessun giudizio, qual è la situazione che si è creata dal primo giorno che è nata questa legislatura, perché la divisione in tre c'era già allora. Io che l'ho vissuta dall'inizio però devo soltanto permettermi di darle due spunti di riflessione, come lei ne ha dati a me quando ha fatto questo suo intervento, quindi esco per un momento da questo disegno di legge, ma, visto che stiamo facendo un ragionamento più ampio, è giusto, secondo me, che esprima la mia opinione rispetto a quello che ho visto in questi due anni.

Vede, collega Marzi, è inusuale che mi rivolga direttamente a lei perché lei non è il Governo, dovrei parlare al Governo, però è giusto che sia chiara una cosa: buona parte dei problemi che ci sono stati sono stati creati dal suo gruppo, capisce? Cioè se lei ha seguito un attimo il periodo precedente a quello della sua entrata, e anche il motivo per cui è entrato... comunque sia arrivano da lì, perlomeno dalla sua lista ma anche dal suo gruppo. Allora mi va bene tutto, mi va bene l'analisi che ha fatto, mi va bene il fatto che ci sia una rappresentanza politica che non funziona, mi va bene il fatto che non si sia giunti a una sintesi, però, guardi, giusto per darle ancora un altro spunto, c'è chi ci ha provato a fare sintesi, perché c'era in II Commissione quando si è fatto la legge n. 5 qualcuno che ha lavorato per trovare una sintesi, giusto? L'ha ammesso anche lei. Anche su questo io potevo presentare 50 emendamenti di abrogazione degli articoli, non scrivere assolutamente nulla, non sforzarmi di fare nessuna proposta e dire semplicemente che faceva schifo e che erano marchette e poi mi mettevo su ogni articolo che non mi piaceva a dire: questo articolo va abrogato perché così, così e così, è una marchetta, e così via. Non fare nessunissimo sforzo, non dare nessunissima indicazione e ottenere così un risultato, faticavo di meno e facevo più scena, invece penso che da un certo punto di vista... forse anche per l'esperienza maturata in quest'aula in questi anni, ho preferito fare un altro tipo di ragionamento. Provo a fare delle variazioni, neanche tanto grandi, per dare delle risposte verso l'esterno migliori di quanto scritte qui dentro.

Allora la mancanza di sintesi, se vogliamo proprio dirla tutta, vale per tutti e tre i gruppi, identificando per gruppi le tre fazioni che si muovono come le ha giustamente indicate lei, ma tre quarti dei problemi vengono dal suo gruppo, ma non perché voglio darle un'etichetta, che sia chiaro, ma perché è la storia di ciò che è accaduto. Perché quando uno, per esempio, sul bilancio lo fa mandare avanti e indietro due o tre volte, com'è successo qui a gennaio, ed è successo quello che sappiamo, non è che è successo per caso. Penso di non dire delle eresie rispetto a questo. Allora un esame di coscienza ce lo dobbiamo fare tutti, perché se tu fino al giorno prima discuti con uno dei due gruppi per trovare un accordo e il giorno dopo te lo vai a vendere dall'altra parte, quello sì che crea un problema, siete d'accordo o no? Politicamente può creare un problema, no? Perché se io e lei ci mettiamo d'accordo su un emendamento e va tutto bene, arriviamo fino in fondo e poi all'ultimo momento io, per dire, cambio idea, lei magari si arrabbia. Che ne dice? Può succedere, e questa è politica di alto livello o di basso livello? E poi quando ci si viene a raccontare a noi, a me in particolar modo, che forse non bisogna più dare il pesce ma insegnare a pescare... e lo si viene a dire a me che l'ho raccontato per filo e per segno! Se c'è uno che ha sempre detto che i soldi a pioggia non vanno bene... caspita, vi prendo i verbali, vi faccio un libro così di tutte le volte che l'ho detto. Allora poi uno, se vuole stare un attimo attento, mi sembra perlomeno non convergente tra di voi qual è la linea di pensiero, perché io e il mio collega ce l'abbiamo molto chiara. Potremmo dire soltanto chi è più all'estremo dell'altro, forse giochiamo a superarci sull'estremità, ma non che divergiamo. Lei invece con questo intervento ha fatto emergere una divergenza gigantesca, a meno che il suo intervento non sia un intervento di facciata, ma io non credo che lei sia così, io credo che lei l'abbia detto perché ci crede e quello che sto dicendo io è perché ci credo, è perché l'ho visto.

Per concludere, così non perdiamo altro tempo e andiamo avanti in questo dialogo a due che però penso sia un'analisi di tutto quello che è accaduto fin adesso, se non si è trovata la soluzione a un Governo quando lei giustamente al termine dei 60 giorni fece quella proposta, non si è trovata perché c'è qualcuno che qui voleva a tutti i costi sedersi lì dove c'è seduto il presidente ad interim Testolin. È questo il punto e questo se lo ricorda anche lei. La maturità politica che dovrebbe in qualche modo far arrivare a un punto nel quale chi veramente ha a cuore quello che sta succedendo o fa un passo indietro, o cede su qualche cosa, o trova una sintesi politica, ovvero fa quello che lei dice, giustamente un accordo politico, si trasforma poi per tanti l'accordo in un inciucio, e l'ho visto tante, tante, tante volte e mi è stato chiesto in tante, tante, tante occasioni - parlo soprattutto della passata legislatura ma qualcuno anche in questa - di fare la stessa cosa. È questa la differenza: che chiunque di noi qui dentro può trasformare un accordo in un inciucio, tutto qua, poi c'è chi lo fa e chi non lo fa. La vera differenza che io vedo rispetto al suo ragionamento quindi è che probabilmente lei in questo momento è seduto in una situazione nella quale non dovrebbe sedere se ha veramente convinzione di ciò che ha detto, perché l'artefice del problema più grande arriva da lì.

Presidente - Ha chiesto la parola la collega Russo.

Russo (M5S) - Io volevo solo dire due parole al collega Nogara, ma in realtà anche a tutta l'Aula e al collega Peinetti rispetto ad alcune osservazioni che ha fatto questa mattina sulla situazione sanitaria della nostra regione. Allora, io sono in Consiglio da soli due anni e vi assicuro che l'approccio che ho avuto nei confronti di tutti i provvedimenti su cui ci siamo dovuti esprimere, su cui ci dovremo esprimere non è stato certamente quello delle marchette, che peraltro era un termine che non faceva parte dalla mia testa, cioè io non ho la lente di ingrandimento "marchette", questo non ce l'ho e non ce l'ho mai avuta. Mi dovete perdonare però, perché quando in una legge, in questa, non trovo progettualità, non trovo visione, sono stati destinati soldi a pioggia, l'abbiamo detto tutti, l'abbiamo confermato tutti, quindi non è che dico una grande novità, quando durante le audizioni - e questo lo voglio dire - i portatori di interesse danno del tu ai colleghi Consiglieri e ai Presidenti della Commissione con un linguaggio familiare che poco si addice al nostro contesto istituzionale, quando trovo una sproporzione importante tra la determinazione delle risorse finanziarie a favore della comunità e quelle invece a vantaggio di piccoli settori, queste scelte mi sanno di consenso elettorale. Questo semplicemente.

Rispetto al collega Peinetti, mi dispiace veramente molto che un medico utilizzi i dati sanitari, che sono oggettivi e che sono nazionali, e li interpreti in modo personale, un po' come dire pro domo sua. Io sono sicura che lei è un medico molto valido e molto in gamba, sa benissimo quanto la raccolta di dati sanitari sia essenziale per tutte le scelte di progettazione sanitaria. Lo sono sempre ma durante un'epidemia ovviamente sono ancora più importanti, perché si modula l'intervento rapidamente in base ai dati che si raccolgono, sennò non eravamo in una pandemia, eravamo in una situazione ordinaria.

Un affondo sulle strutture socio-sanitarie. Le strutture socio-sanitarie sono state abbandonate dall'Azienda USL, lo abbiamo capito e gli stessi auditi ce l'hanno detto: ce l'hanno detto alcuni con un tono più forte, altri con un tono più leggero, ma alle nostre domande ci hanno fatto capire che la Direzione dell'Azienda USL non è stata in grado di supportarle in questo momento. La sanitarizzazione di tutte le strutture o di molte strutture socio-sanitarie l'abbiamo già detto a dicembre quando abbiamo fatto forse l'ultimo Consiglio "normale", tra virgolette, quindi non ha senso se non si fa una valutazione dell'insieme. Io vi dico che credo che sia per le strutture per anziani private, sia per quelle pubbliche ci sia necessità - e infatti ho presentato un emendamento in questi termini, che è un emendamento molto più fine rispetto a quello che avete presentato voi - importante di una direzione sanitaria unica per tutte le strutture socio-sanitarie private e pubbliche, perché noi abbiamo già i direttori di distretto, quindi fare sì che in tutte le strutture ci sia un medico e un infermiere, non lo so, può essere una soluzione ma in questo momento non abbiamo i dati per capirlo a mio avviso.

Un'ultima osservazione sempre sulle parole del collega Peinetti. Lei ha continuato a dire "dobbiamo", "dobbiamo fare", come se ci fosse un'intenzione, cioè come se dovessimo ancora fare delle cose, ma in realtà quello che a me è chiaro, ma penso a tutti noi, è che noi adesso non abbiamo solo il problema del Covid - e se ci sarà una seconda ondata, probabilmente saremo più preparati - ma abbiamo un altro grande problema: l'interruzione di tutte le attività ospedaliere dei distretti. Oggi un collega probabilmente presenterà un ordine giorno proprio su questo, cioè sappiamo benissimo che abbiamo un problema perché a oggi le attività degli ambulatori ancora non sono attive. Adesso quindi dobbiamo velocemente allungare gli orari delle prestazioni, perché sennò non ne usciamo mai più, abbiamo il problema delle liste d'attesa importantissimo. Come facciamo? Dobbiamo fare rapidamente degli investimenti sulla telemedicina, ma non sono investimenti sulla struttura, dobbiamo fare investimento sui medici che poi dovranno fare telemedicina, perché mettere la struttura digitale va bene, dobbiamo metterci i soldini e va bene così, noi dobbiamo formare i medici per fare la telemedicina, che non è assolutamente banale, e poi dobbiamo fare un'altra cosa preziosissima, io credo che i medici di medicina generale ci ringrazierebbero: dovremmo fare una formazione importante con loro per fargli capire quali sono le prestazioni sanitarie necessarie per i nostri cittadini e quali no, perché così andiamo a evitare che si intasino ulteriormente le liste d'attesa. Io mi chiedo: ma tutto questo quand'è che vogliamo farlo? Cioè lo stiamo già facendo? Io chiedo veramente scusa, ma io a oggi, nonostante sia qui, nonostante mi informi sempre su quello che avviene a livello sanitario in particolare, non ho ancora capito cosa sta facendo la nostra Direzione e cosa sta facendo la task-force, se c'è ancora, se sta lavorando. Sono queste quindi le mie preoccupazioni.

Dalle ore 16:11 riassume la Presidenza la presidente Rini.

Rini (Presidente) - Per secondo intervento, la parola al collega Peinetti.

Peinetti (UV) - Ringrazio la collega Russo perché sarei comunque intervenuto dopo, comunque in ogni caso forse mi sono spiegato male, forse non sono stato abbastanza chiaro nel mio intervento. Innanzitutto io non faccio e non sono l'Assessore alla sanità, sono un Consigliere come lei, collega Russo, e quindi posso fare delle proposte. Faccio delle proposte, le ho fatte qui in aula questa mattina, ho portato delle proposte che sono in linea a quello che stabilisce il decreto legislativo n. 34 previsto dallo Stato, che ci dice di fare certe cose e di farle entro un certo periodo, che, ahimè, è già addirittura scaduto, e che è stato in parte prorogato perché nessuna delle Regioni italiane è riuscita a mettersi in regola.

Penso quindi che noi dobbiamo partire da delle proposte e in questo caso... lo ha detto anche lei adesso: "dobbiamo, dobbiamo, dobbiamo". Io quello che posso fare è questo: fare delle proposte, dopodiché non sono io che decido se le proposte vanno avanti o no. Ho spiegato quali sono le mie proposte in termini strutturali, quello che io credo si dovrebbe fare all'interno del Parini per mettersi a norma in base al decreto legislativo n. 34. Più di quello io non posso fare, non ho altre armi, posso cercare di ridirlo, lo ridico un'altra volta, lo posso ridire venti volte, dopodiché se si fa, bene, se non si fa, non sono io che decido. Prima cosa.

Seconda cosa: io non ho detto che le cose hanno funzionato perfettamente, l'ho ribadito più di una volta, ho ridetto che ci sono stati dei problemi, ho portato delle cifre. Le cifre non sono solo cifre: 29 deceduti nelle strutture sanitarie delle micro di Covid sono dati ufficiali, non è che glielo dico io, è una cifra interpretabile, è una cifra reale. Io quello ho detto, che, purtroppo, sono comunque tanti, sono il 20 percento, il 19 virgola qualcosa dei pazienti deceduti in questa emergenza e sono concentrati in sei strutture sanitarie. Di queste una in particolar modo ne ha avuti 14, questi sono dati che immagino abbia anche lei, quindi li avrà visti anche lei, non è che li ho visti solo io e sono dati che ci devono far riflettere, perché evidentemente c'è stato qualcuno che è stato più bravo e qualcuno che è stato meno bravo, qualcuno che è stato più fortunato e qualcuno meno fortunato.

Ora, io non voglio fare la difesa d'ufficio di nessuno, io credo di aver avuto in questa emergenza lo stesso ruolo che hanno avuto tutti gli altri Consiglieri, cercando di dare il mio contributo fattivo dove potevo darlo, dove potevo cercare di inserirmi con delle proposte pubbliche, con delle proposte articolate, come ho fatto questa mattina, e credo che da lì noi dovremmo partire. Poi sono d'accordo che ci sono molte cose che vanno migliorate, che vanno riviste: un atto aziendale che è fermo da troppo tempo perché manca purtroppo lo strumento per poterlo rifare, c'è una Direzione generale che non c'è. Ci sono delle cose che quindi vanno riviste, che vanno rimesse in moto, io non so se si possono fare oggi o si possono fare domani, certo che ci sono delle cose che noi dobbiamo fare oggi perché sono legate all'emergenza ed è quello che noi possiamo fare ed è il motivo per cui siamo ancora qui, altrimenti qua non ci saremmo già più se non ci fosse stata l'emergenza Covid, noi saremmo già da un'altra parte, ci sarebbero già degli altri Consiglieri qui dentro, quindi non saremmo più noi qui a discutere, io e lei o io e gli altri Consiglieri assieme su che cosa fare. Questo è il compito che ci è stato dato. Noi ci dobbiamo muovere in questo perimetro. Dire cosa possiamo fare per fronteggiare un'eventuale recrudescenza del Covid per quanto attiene ovviamente all'emergenza sanitaria e che cosa fare per l'emergenza economica. Questi sono i nostri due compiti. Io devo dire che sono anche d'accordo con chi ha detto questa mattina che è inutile andare a fare voli pindarici oltre, cioè non è compito di quest'Assise, di questa Giunta e di questo Consiglio fare voli pindarici: il compito di questa Giunta e di questo Consiglio è quello di cercare di dare degli indirizzi per cosa fare nell'immediato, fino alle prossime elezioni, finché ci sarà un nuovo Governo che deciderà che cosa fare del futuro. È inutile che decidiamo noi l'atto aziendale, noi diamo mandato all'azienda di fare oggi un atto aziendale? Noi possiamo essere in grado di fare in questo momento un piano sanitario regionale? Noi siamo in grado in questo momento di dire come fare l'ospedale nuovo? Io non credo che noi siamo in grado di farlo e non penso neanche che ci riusciremo.

È inutile quindi, dobbiamo uscire dall'equivoco, o da una parte diciamo che non c'è programmazione, o dall'altra parte diciamo che dobbiamo limitarci a quello. Io credo che sia questo il nostro compito già di per sé titanico. Io quindi non voglio giocare con i numeri, che è una cosa che non mi piace, anche perché, quando si è abituati a fare un certo mestiere, i numeri sono numeri. Quando si parlava delle microcomunità, abbiamo citato comunque un numero: 29 deceduti, che sono tanti comunque e che rappresentano il 20 percento. Ora, è stato fatto bene in molti posti e non è stato fatto bene in altri. Ci saranno probabilmente altre autorità che decideranno se ci sono delle colpe. Certo che, di fronte a un'emergenza di questo tipo e a una cosa di questo genere che in quest'aula nessuno di noi aveva mai visto prima, non è stato facile confrontarsi.

Detto questo, ribadisco quello che ho detto questa mattina: non si tratta di assolvere nessuno e non si tratta assolvere un sistema a prescindere. Ci sono state sicuramente delle cose che non hanno funzionato, delle cose che potevano funzionare meglio, ma alcune cose hanno funzionato bene, altre meno bene, quindi penso che bisognerà trarre da questo insegnamento cosa fare nel prossimo futuro immediato. Dopodiché non saremo più noi a gestire quello che succederà credo da ottobre, novembre, dicembre, quando ci sarà una nuova Giunta, che cambierà completamente, anche stravolgendolo quello che noi oggi dobbiamo fare da qui a settembre, che è quello che ci dice il decreto legislativo n. 34.

Presidente - Per secondo intervento, la parola al collega Ferrero.

Ferrero (VDALIBRA) - Una rapidissima precisazione. Dato che il collega Peinetti dice appunto che i numeri sono numeri, bisogna anche tenere conto che non bisogna dare i numeri e, quando si parla di decessi, i 147 decessi ad Aosta confrontati con le province di Biella e Vercelli, bisogna vedere... ma quanti abitanti ci sono in Valle d'Aosta e quanti abitanti ci sono nelle province di Biella e Vercelli? Perché qui ce ne sono 130.000, lì ce ne sono circa 180.000. Allora se mi dice che 208 a biella e 219 a Vercelli, oh che paura! e da noi 147 decessi è andata bene, io dico: no, perché se lei fa una semplice proporzione, può vedere tranquillamente che effettivamente noi siamo allineati con i dati delle peggiori regioni a livello di Covid. Anche su questo quindi bisogna iniziare a sgombrare il campo, perché sennò poi si equivoca e la gente non riesce più a capire. Noi siamo allineati con il Piemonte, che dopo la Lombardia assieme al Veneto sono le Regioni, che sono state purtroppo messe peggio dal punto di vista del Covid. Da noi quindi le cose potevano sicuramente andare meglio, siamo, diciamo, al vertice dei peggiori in Italia. È inutile nasconderlo, questo serve per ragionare su un'eventuale ricaduta della prossima epidemia e su quanto è successo. Poi se uno vuole anche incensarsi e pensare che qui sia andato tutto bene, per carità, è libero, però se i numeri sono i numeri, i numeri sono questi.

Presidente - Per secondo intervento, la parola al collega Nogara.

Nogara (AV) - No, volevo solo chiarire con la collega Russo che io ho letto quanto ha detto lei: "le misure previste nella legge sono solo - secondo voi - destinate a consenso elettorale". Non le ho messo in bocca nessuna mancia o mancetta, ma altri colleghi l'hanno detto durante il dibattito, ma non era assolutamente riferito a lei perché io le ho letto questo.

L'altra cosa su quello che è stato messo a disposizione con questa legge, col disegno di legge n. 60, ma è tutto discutibile. Io, per esempio, il lavoro che è stato fatto dai colleghi della Lega l'ho apprezzato, perché è stato un lavoro con un senso, nel senso che poi si può essere d'accordo o non d'accordo politicamente su quello che è stato fatto, ma lei sta giudicando un lavoro senza dare un'alternativa. Io mi sono guardato tutti i vostri emendamenti. È come quando al bilancio si chiedono delle cose fuori dal normale che si sa che non si possono ottenere. Voi non le avete neanche scritte, avete fatto degli emendamenti sulla sanità, per carità, anche lì stesso discorso, sulla scuola. Per fare però un discorso, come diceva lei, che qui si è dato poco e non nei settori giusti... e fateci una proposta di bilancio. Fatecela per capire come vedete voi un intervento del genere. Solo questo io intendevo dire. Non volevo né offendere nessuno, né dire che qualcuno è più bravo o più cattivo. Ecco, politicamente poi si può essere d'accordo o non d'accordo sulle misure che si vogliono mettere in piazza, però era questo che volevo intendere.

Presidente - Ci sono altre richieste di intervento? Per secondo intervento, la parola al collega Manfrin.

Manfrin (LEGA VDA) - Raccolgo solo qualche spunto che è uscito da alcuni colleghi relativamente alla collaborazione o non collaborazione durante questa crisi ma anche eventualmente prima. Facciamo un passo indietro. Ho apprezzato alcuni spunti del collega Marzi, che ovviamente ho avuto modo di apprezzare durante la mia esperienza nel Consiglio comunale, ho apprezzato soprattutto il fatto che non ricordo una volta in cui il collega Marzi non abbia utilizzato tutti i minuti a sua disposizione, quindi per la prima volta ho potuto vedere che ha utilizzato solo metà del suo tempo e questo è un merito che devo assolutamente ascrivere alla sua capacità di sintesi di oggi. Quella che in realtà appunto era contenuta nell'intervento del collega Marzi era una critica che, devo riconoscergli, anche in questo senso ha avuto il coraggio di portare avanti, c'è chi si è nascosto dietro alcune formule quasi di circostanza: "lavoriamo per mettere insieme una squadra per dare le risposte ai Valdostani", e sappiamo benissimo che l'obiettivo era poter rimanere su quella sedia fino a fine legislatura, e ci sono persone che, invece di dire: "lavoriamo per dare un miglior futuro ai Valdostani perché noi, la progettualità e il futuro e quant'altro", ha detto: "no, non ritengo sia opportuno sciogliere il Consiglio", prendendosi anche i relativi insulti.

Il fatto di andare a sostenere delle posizioni anche di difficile motivazione, giustificazione è una cosa che devo assolutamente riconoscere al collega Marzi. Il problema però, collega Marzi, è questo: lei è arrivato effettivamente, come ha sottolineato il collega Cognetta, a Consiglio iniziato, ma io credo che non le sarà sfuggito un dato, ovvero che la prima maggioranza che ha potuto gestire la Valle d'Aosta per poco più di sei mesi o sei mesi o poco meno, non lo so, è stata con un accordo di palazzo fatta fuori, appunto messa in minoranza da un giorno all'altro, ma soprattutto è nata con il voto determinante di un Consigliere che poi è stato arrestato con un'accusa direi molto pesante e molto grave. Ecco, il problema è che da quel momento in poi noi avevamo chiesto - in realtà da quando è stato fatto poi il ribaltone - politicamente che si lasciasse ai Valdostani scegliere quale doveva essere il futuro Governo della Regione e non dedicando agli accordi di palazzo la scelta di quale dovesse essere il futuro. Il problema è che non siamo stati ascoltati allora, probabilmente qualcuno pensava che noi avessimo l'unica intenzione di tornare a occupare chissà quali posti di potere, e ricordo sempre, ma è bene farlo una volta di più, che se avessimo voluto occupare qualche posto di potere... posso assicurare a tutti quanti in quest'aula e posso assicurare a tutti quanti i cittadini che ci ascoltano fuori che abbiamo avuto centinaia di offerte, avremmo potuto accettarne una, sia singolarmente, sia come gruppo, eppure non l'abbiamo fatto. Evidentemente quindi non era quello che ci interessava o ci interessa nel momento in cui c'è un'idea politica, una visione dei valori condivisi e non un pastrocchio fatto soltanto per sedersi. Dicevo, un Governo che era stato così gravemente appesantito da quel voto determinante e che, a nostro avviso, inficiava anche la validità di quella maggioranza, ma ovviamente questa è storia passata, non avrebbe avuto, secondo noi, i titoli per poter andare avanti, non aveva i titoli allora, non aveva i titoli dopo la sospensione dell'allora Consigliere Rollandin e a maggior ragione non aveva senso di proseguire dopo le dimissioni dei quattro Consiglieri indagati anche lì per fatti molto gravi. È per quello che noi abbiamo chiesto a più riprese le elezioni e spiace dover constatare ad oggi che se in quel momento si fosse acconsentito a mandare questa Regione alle elezioni, probabilmente avremmo potuto affrontare questa crisi in maniera sicuramente più pronta e non nella situazione di caos istituzionale con la quale abbiamo dovuto affrontarla.

Il problema però, giustamente diceva di accordi e non accordi, è in realtà un pochino più complesso, perché io ricordo in maniera molto importante, nel mio primo intervento di ieri ho evocato alcune immagini di quella crisi, ma ne voglio evocare un'altra: eravamo tutti qui in quest'aula, durante la convocazione di una Capigruppo, non so se questo ci è stato comunicato a tutti gli appartenenti dei vari gruppi ma io questo al mio gruppo l'ho comunicato e ci sono i verbali che testimoniano di quanto è avvenuto, avevamo deciso una cosa molto semplice: siccome si era creato un caos e le informazioni non arrivavano ma tantissimi cittadini si rivolgevano a noi per avere delle informazioni su come si stava evolvendo la crisi, su cosa doveva essere fatto per poter preservare la propria salute e su quali erano le decisioni del Governo, si era deciso in Capigruppo - mi pare addirittura all'unanimità, ma sicuramente si era deciso - che il Presidente del Consiglio e l'Ufficio di Presidenza in generale avrebbe dovuto partecipare alle riunioni dell'Unità di crisi. Ebbene, anche se quello in realtà non era un qualcosa che potesse far gridare all'inciucio, ma era sicuramente un modo per coinvolgere almeno anche una parte dell'opposizione, che avrebbe avuto delle risposte da dare a delle persone che in quel momento davvero si trovavano in una situazione di difficoltà. Ebbene, a questa decisione della Capigruppo non è mai stato dato corso con una giustificazione o con un'altra e questo è un grosso vulnus che si è creato, perché noi ci siamo trovati nell'impossibilità di rispondere alle persone su che cosa stava succedendo e su quali decisioni stavano prendendo. Ma fosse stato solo questo, diciamo era grave ma quasi digeribile; ci è stato spiegato che c'erano troppe riunioni che si susseguivano da una parte, dall'altra e quindi era impossibile partecipare all'Unità di crisi, che in realtà una vera e propria unità di crisi non è che c'era perché il Presidente si riuniva con uno, un Assessore si riuniva con l'altro e quindi io non ho mai capito esattamente come funzionasse questa Unità di crisi. Il problema però è anche un altro: che in un momento come questo, effettivamente quando ci si richiama all'unità e alla collaborazione, noi questo richiamo all'unità e alla collaborazione lo abbiamo raccolto e lo ha ben definito e spiegato la collega Spelgatti. Abbiamo evitato di fare polemiche, perlomeno polemiche pubbliche, dopodiché abbiamo portato le nostre istanze anche in maniera veemente, spesso dove si poteva farlo, in Commissione e in Capigruppo, ma abbiamo evitato e addirittura abbiamo collaborato alla scrittura di alcuni testi che poi sono diventati legge in maniera proattiva e senza alcuna polemica. Ecco, da tutto questo però cosa ne abbiamo raccolto? Ne abbiamo raccolto che noi venivamo bombardati di annunci, di conferenze stampa, anche qui convocate con poco preavviso, di cui non ci veniva informato preventivamente di cosa si sarebbe parlato; i dati che oggi ci arrivano via mail sull'evolversi della crisi, sui bollettini e quant'altro non ci venivano mandati, oggi ci vengono mandati via mail, adesso che la crisi sta scemando, invece prima nessun bollettino ci veniva inviato via mail per sapere com'era la situazione. Probabilmente qualcuno pensava che poter essere depositario di queste informazioni importanti poteva portarlo ad avere una condizione di superiorità rispetto agli altri e magari poter essere protagonista di risposte che potevano metterlo in buona luce, io questo provo a ipotizzarlo, ma io sono sempre molto maligno nei miei ragionamenti, o probabilmente non si ritenevano degni tutti i membri di questo Consiglio di poter essere messi a conoscenza delle informazioni che quotidianamente arrivavano. Io ritengo che effettivamente un comportamento responsabile avrebbe invece richiesto che si trovasse un modo per dare in maniera precisa e efficace prima che diventasse di dominio pubblico e prima che si facessero le conferenze stampa, si trovasse un modo per comunicare con tutti, dare gli aggiornamenti magari quotidiani, dare le informazioni che si richiedevano, anche soltanto un canale per comprendere col Governo cosa dovevano fare i cittadini, a chi dovevano rivolgersi e cosa, come poter formulare le proprie richieste, le proprie criticità perché in quel momento evidentemente c'era un sistema davvero che non era comprensibile. Ecco, il problema è proprio questo: che a distanza di tempo e a distanza di quella mancata collaborazione, si arriva, si fanno delle dichiarazioni: "daremo mille mila milioni a questo settore, ne daremo mille mila a quell'altro, ne daremo mille milioni anche a quelli lì", dopodiché arriviamo, vediamo questo provvedimento, arriviamo qui in aula e ci viene detto: "sì, questo è il provvedimento, però non abbiamo i voti per approvarlo. Dateci una mano". Capite che potrà anche sembrare sgradevole... come dire? l'espressione "pietire col cappello in mano", però purtroppo è esattamente quello che pare. Perché se non ho i voti, evidentemente il percorso che porta alla produzione di quel DL lo comincerò prima, cercherò anche soltanto una condivisione, ma questo non è stato fatto, poi anche soltanto se l'avessi tentato e non l'avessi ricevuto, avrò la giustificazione di dire: "io ve l'ho chiesto", ma nessuno mi ha detto nulla, nessuno ha raccolto questa sfida, invece non è stato così.

Vengo a quanto dichiarato dal collega Nogara, non è che abbiamo trovato di cattivo gusto il fatto che un'ex maggioranza proponga degli emendamenti al suo stesso progetto di legge, il problema è che sono stati presentati non soltanto degli emendamenti da parte della maggioranza ma anche emendamenti da parte della Giunta e il problema è che spesso emendamenti di maggioranza e di Giunta sono addirittura contrastanti e opposti rispetto alla formulazione originale dell'articolo: questo è il vero problema. Allora se un Assessore riesce a scrivere un articolo, dopodiché emendarlo una settimana dopo in aula scrivendo l'opposto, evidentemente un problema c'è, non è che si dice che si è fatto tutto bene, tutto male, qualcuno fa tutto bene e qualcuno fa tutto male. Se io avevo un'idea ben precisa e una settimana dopo che ho depositato il DL su cui ho lavorato per tre-quattro settimane con l'ausilio di tecnici, di professori, di coordinatori, di dirigenti di consulenti e quant'altro e lo cambio e mi viene l'idea di cambiarlo, evidentemente risulterà molto meno comprensibile.

Dopodiché io credo, sempre lei, collega Nogara, che abbia manifestato un certo fastidio quando si parla di mancette elettorali e quant'altro, e sono d'accordo con lei, spesso alcuni interventi poi da qualsiasi parte li si giri effettivamente possono essere connotabili come quel tipo di idea, di impostazione. Il problema è uno solo effettivamente: che, quando si parla di una categoria e quando si fanno degli interventi su una categoria, si possono fare degli interventi che sono genericamente diretti a una categoria, pensiamo al mondo della scuola, così facciamo un esempio ancora più largo, se io penso di fare un emendamento che vada a dedicare al mondo della scuola nella sua interezza un intervento per fare in modo che tutte le scuole abbiano delle dotazioni organiche e fondi sufficienti per affrontare le necessità, evidentemente fare un intervento che probabilmente potrebbe anche portare del consenso per chi nel mondo della scuola, ad esempio, fonda la propria base elettorale, facciamo un esempio, ma fare un intervento che è calibrato su tutto quel settore; se io invece andrò a dire che soltanto in quella scuola specifica, soltanto un piccolo settore di quella scuola o soltanto una categoria di docenti saranno oggetto di quell'intervento, evidentemente il sospetto che la mia volontà di legislatore di andare a dedicarsi su quello specifico settore per un mero interesse di bottega sarà molto più forte; evidentemente ho fatto l'esempio della scuola proprio perché non ci sono stati interventi di questo tipo così possiamo parlarne liberamente senza tacciare nulla in maniera precisa.

Io quindi credo che la collaborazione sia alla base effettivamente di qualsiasi intervento nel momento in cui non c'è una maggioranza definita e nel momento in cui i numeri sono ballerini. Evidentemente venire qui in aula al buio, insomma è stato, secondo me, un azzardo e credo però che questo azzardo si sia rivelato soltanto nella giornata in cui non è passata una proposta che si credeva effettivamente dovesse passare. Io però ricordo una cosa - e poi chiudo anche perché ho finito il tempo -: che sul finire della prima maggioranza che ha visto appunto iniziare la quindicesima legislatura venivamo bombardati ai tempi da una dura reprimenda, ovvero eravamo dei gravissimi irresponsabili a voler affrontare un bilancio senza avere i numeri per far votare quel bilancio, quindi noi ci ponevamo la responsabilità di voler affrontare quel bilancio senza avere i numeri per farlo. Allora noi eravamo visti come gli irresponsabili, oggi invece chi si presenta in aula senza numeri è una persona che ha... non so come poterla definire, però direi che una differenza di valutazione si possa assolutamente evidenziare.

Presidente - Non vedo altre richieste, quindi credo che possiamo chiudere la discussione generale. La discussione generale quindi è chiusa e quindi anche il termine ultimo per presentare ordini del giorno. A questo punto eravamo rimasti d'accordo di fare una breve riunione dei Capigruppo e quindi chiedo ai colleghi che non fanno parte della Conferenza dei Capigruppo di lasciare momentaneamente l'aula.

La seduta è sospesa dalle ore 16,38 alle ore 17,25.

Rini (Presidente) - Prima di chiedere se qualcuno vuole intervenire in seguito alla sospensione, visto comunque l'elevato numero di ordini del giorno pervenuti e depositati alla Presidenza, si è deciso di contingentare i tempi in 5 minuti a disposizione per i proponenti e 5 minuti in discussione generale per gruppo. Possiamo quindi passare... sulla sospensione? La parola al collega Cognetta.

Cognetta (VDALIBRA) - Ringrazio il Presidente per aver accolto la possibilità di fare un confronto al termine del quale abbiamo capito che non c'è nessuna voglia di fare nessun tipo di accordo, quindi sono state solo chiacchiere. Abbiamo quindi molto chiaro il fatto che, di fatto, il Governo ritiene di avere i voti necessari per approvare questo disegno di legge così com'è stato presentato o forse con gli emendamenti di qualche parte politica che ha già preso accordi per votarlo; a questo punto sarebbe opportuno esplicitarlo così magari perdiamo anche meno tempo successivamente e andiamo più in fretta all'approvazione. Se invece non è così, allora la responsabilità di quello che accadrà rispetto a questo disegno di legge credo sia tutta in capo alla maggioranza e ai gruppi che sostengono... scusate, alla minoranza che in questo momento occupa impropriamente i banchi del Governo non avendo i numeri per far approvare questo disegno di legge. Di conseguenza vorrei che fosse chiaro che, per quanto riguarda i gruppi Lega, Vdalibra, MOUV' e Ensemble, e credo anche quelli che rappresenta lei, presidente Rini, la possibilità e l'apertura c'è stata, è stata rifiutata, di conseguenza è chiaro per tutti che non dipenderà da noi ciò che accadrà da qui in avanti.

Presidente - Possiamo quindi riprendere. Siamo in fase di replica, ha chiesto la parola il collega Lavevaz.

Lavevaz (UV) - Intervengo in replica come relatore visto che ho avuto l'onore di essere l'autore di questo importante disegno di legge, soltanto per fare alcune brevi considerazioni sull'interessante dibattito che si è sviluppato fra la giornata di ieri pomeriggio e oggi mattina e anche pomeriggio. Non cederò alla provocazione e alla tentazione di entrare nella bagarre che qualcuno ha tentato con esternazioni che avrebbero avuto anche la possibilità di chiedere fatti personali o cose di questo tipo, ma che da spettatore esterno, quando non ero ancora seduto su questi banchi, insomma erano quelle cose piuttosto antipatiche che alla gente non interessano e quindi non voglio cadere in questo tranello. Ovviamente il grosso della discussione di questa giornata e mezzo è stata intorno soprattutto all'articolo 17 e alla diversa interpretazione che ne è stata data. C'è stato da una parte un posizionamento forte da parte di alcuni gruppi e, come ho detto anche ieri, un posizionamento coraggioso; in particolare va riconosciuto al gruppo della Lega e ad alcuni Consiglieri dei gruppi annessi, diciamo così, che questo posizionamento forte appartiene all'ambito delle scelte politiche ovviamente che sono legittime, sono coraggiose e quindi vanno ovviamente sempre rispettate, questo ça va sans dire. Credo però che, quando le posizioni sono coraggiose, devono anche essere sostenute, bisogna anche avere il coraggio di sostenerle. La sensazione che un pochettino ho avuto tra i vari interventi è un po' quella che in questo momento si voglia quasi nascondere la mano rispetto a quello che è stato fatto; magari è una sensazione mia e mi sbaglio e chiedo scusa. Non so però se questo è dato dal posizionamento di alcune associazioni datoriali che si sono espresse nelle ultime ore o qualcos'altro, comunque abbiamo letto già ieri delle dichiarazioni di stampa in cui si parlava, permettetemi, in maniera un pochettino subdola di presunte non volontà di togliere soldi agli Enti locali o cose di questo tipo. Ovviamente il creare confusione fa un po' parte del gioco, in politica può essere funzionale al gioco, però credo che il fatto di fare riferimento ai trasferimenti senza vincolo che ovviamente erano messi nel bilancio regionale, quindi trasferiti ai Comuni, come dire: "quelli non li tocchiamo", e mi viene da dire: "e ci mancherebbe altro che quelli non li tocchiamo!". Quello che stiamo discutendo è un assestamento di bilancio, quindi un assestamento di bilancio per definizione è una riallocazione di risorse. In questa riallocazione di risorse che deriva da un conto consuntivo che ha generato un avanzo, c'è anche il capitolo cosiddetto "di finanza locale", in questa finanza locale ci sono circa mal contati poco meno di 200 milioni di euro, di questi 200 milioni di euro, fra l'altro, meno della metà sono trasferiti senza vincolo ai Comuni, l'altra metà sulle leggi di settore, quindi anche questi hanno compartecipato, tra l'altro, a formare questo avanzo di amministrazione. La riallocazione quindi... credo che vada anche nella direzione di essere riallocata anche su finanza locale, ma questa era solo una parentesi.

Io credo che non ci dobbiamo nascondere dietro le sottigliezze sintattiche, dobbiamo essere chiari. Il Governo ha fatto una proposta molto chiara: si propone di trasferire con destinazione investimenti ai Comuni 22 milioni di euro, oltre ai 16 milioni sulla parte corrente, eccetera, cose che conosciamo molto bene, alcuni gruppi hanno fatto una proposta di allocare per questa stessa destinazione 5 milioni di euro. Possiamo quindi dire che non c'è la volontà di togliere soldi ai Comuni, sono d'accordo fino a un certo punto. Il posizionamento è molto chiaro. Io quindi credo che la Lega, così come i consiglieri Gerandin, Restano, che hanno giustamente sostenuto e difeso questa posizione, ne hanno tutto il diritto e anche il dovere di difendere questo posizionamento.

Nell'ambito dei vari emendamenti proposti c'era la possibilità, visto che qualcuno ha detto che il problema dell'edilizia scolastica era comunque uno degli aspetti conosciuti e da affrontare... grossi emendamenti in questo senso non sono stati presentati, a parte forse il gruppo dei Cinque Stelle che ha proposto di imporre un vincolo di destinazione sull'edilizia scolastica; la Lega forse ha fatto un sub-emendamento, che, confesso, non ho ancora avuto il tempo di guardare, lo guarderò ovviamente prima di votare o ci confronteremo, però questi soldi sono stati tolti dagli Enti locali, ad esempio, è stata fatta una lunga lista di destinazioni a cui questi soldi sono stati destinati, cose condivisibili o meno. Ci sono altre cose che non sono state citate forse un po' per imbarazzo, come il fatto che sono stati tolti i soldi degli Enti locali per creare, ad esempio, il voucher "VdA Mon Amour", che magari ha tutta una logica e una destinazione che è assolutamente condivisibile, però questo non è stato citato.

Noi abbiamo invece ritenuto, nella logica io credo veramente federalista, non soltanto diciamo nel modo di dire ma nella vera attuazione di una visione federalistica dell'Amministrazione Pubblica, di dare una piena autonomia ai nostri Comuni, quindi, dove c'è una necessità di affrontare problemi legati all'edilizia scolastica, l'ho citata io per primo già nella mia relazione, perché effettivamente è uno dei grossi problemi che in questo momento i Sindaci hanno da affrontare - ma è uno dei problemi che hanno da affrontare -, è uno dei problemi legati a doppio filo ovviamente all'emergenza sanitaria. Ci sono quindi anche dei comuni, l'ha detto il collega Vesan, che non hanno gli asili-nido, anche se gli asili-nido rientrano in altri settori non nell'edilizia scolastica, ma ci sono comuni che non hanno la scuola primaria, non hanno la scuola dell'infanzia, ma ci sono questi stessi comuni che hanno problemi magari sull'acquedotto, che hanno altri tipi di problemi. L'edilizia scolastica quindi è sicuramente un'emergenza, diamo piena fiducia ai Sindaci che questi soldi che vengono trasferiti... l'abbiamo detto e ripetuto quindi non sto a ripetermi, l'obiettivo di questa misura era arrivare al destinatario finale possibilmente facendo cose utili, e sono sicuro che, se passa attraverso i Sindaci, questo sarà, però la piena autonomia di azione va data e va riconosciuta ai Comuni.

Non voglio poi entrare in polemica anche col collega Lucianaz, che cerca sempre di buttarla un pochettino in bagarre, a me non piace perché credo che in quest'aula dobbiamo parlare di politica e di contenuti e a me la politica sullo stile social o sullo stile bar, non so come chiamarlo, o sullo stile "parlateci di Bibbiano" non piace tanto. L'autoanalisi all'interno del nostro movimento l'abbiamo fatta, la stiamo facendo, riconosciamo i nostri errori. Io non ho la presunzione di arrivare e non voglio parlare ovviamente dei processi che sono in corso, perché appunto sono processi delicati che riguardano anche iscritti al nostro movimento che hanno delle pesanti responsabilità ovviamente personali, che dovranno essere ovviamente giudicate se ci saranno da chi di dovere; io non arrivo a dire oggi una sentenza come il collega Lucianaz invece ha fatto. Se però il fatto di avere avuto dei problemi di questo tipo, deve impedire a me o al mio movimento di parlare di federalismo, io non ci sto, perché permettetemi la battutina, allora io non dovrei parlare con voi di bilanci o di assestamenti, visto che è abbastanza risaputo che in via Bellerio ci siano stati un po' di problemi sulla contabilità negli anni passati, ma questa era una battutina che mi permetterete.

Il collega Restano mi permetterà anche di dire che io sono sicuramente ingenuo, come lui ha detto, ma mi sono attenuto ai fatti nella mia relazione di ieri, ossia sul percorso. Io non mi ricordo se il collega Restano era presente in II Commissione quando si è deciso il percorso per questa legge, a me sembra di sì, e sembra anche che fosse fra quelli che ha proposto di portare questo disegno di legge in maniera formale alla Giunta senza fare il percorso diciamo di condivisione informale all'interno della Commissione, però non mi ripeto perché l'abbiamo già detto in diverse salse.

Collega Gerandin, io ho profonda stima della sua persona, abbiamo condiviso anche insieme un percorso più o meno lungo all'interno degli Enti locali, l'ho anche sostenuta convintamente in quanto Presidente del CELVA e del Consiglio permanente degli Enti locali. Devo dire che le informazioni che le hanno dato e che lei questa mattina ha espresso sono sbagliate, perché io in quella assemblea di fine novembre del 2015 ero presente ma ho apertamente criticato il fatto che gli avanzi di amministrazione venissero prelevati ai Comuni in quella maniera, quindi i miei voti - perché i miei voti erano due, non è dovuto alla mia stazza ma è dovuto al fatto che votavo anche come Presidente dell'Unité des Communes -, i miei due voti non erano fra quei 44 che lei ha citato; il collega Barocco se lo ricorda molto bene perché abbiamo avuto anche uno scambio di vedute, diciamo così, in quel momento.

Io faccio parte di un movimento politico da quando ho 18 anni, lo sostengo e appartengo a questo movimento in maniera fiera, nonostante tutti i passaggi difficili che questo movimento ha vissuto e sta vivendo in questi momenti, ma non ho mai ricevuto ordini di nessun tipo. Ho condiviso le linee del movimento anche discutendole a volte, ma quella degli avanzi non era una condivisione che veniva all'interno del movimento e quindi io ho ritenuto che in quanto convinto unionista, Sindaco unionista in quel momento il mio dovere fosse di difendere il mio Comune e non la linea che qualcuno aveva dettato. Sempre sul fatto di ricevere ordini e non parlo di ordini ricevuti da Avenue des Maquisards perché anche qua non la voglio neanche citare per il rispetto che ho di quella sede che purtroppo è vittima... non la sede, la sede come simbolo... di tanti passaggi che sono avvenuti negli ultimi anni, ma credo che quanto a ricevere ordini non da Avenue des Maquisards ma piuttosto dal secondo piano di Place Deffeyes, lei, collega Gerandin, possa in qualche modo fare una lectio magistralis a me e alla maggior parte dei Sindaci presenti al Consiglio permanente degli Enti locali in questo momento.

Dalle ore 17:40 assume la Presidenza il vicepresidente Distort.

Distort (Presidente) - La parola all'assessore Certan.

Certan (AV) - Chers collègues, Mesdames et Messieurs, je pense que cette loi de règlement financier soit particulièrement lourde soit d'un point de vue des ressources, soit surtout pour le moment, un moment difficile parce que d'un côté encore inséré pleinement dans un moment d'émergence ; un moment difficile parce que cette soi-disant épidémie-pandémie qui n'est pas encore finie ou qui, mieux, pourra encore avoir des conséquences, a touché droit et profondément les rapports humains outre naturellement que la santé. J'ai lu et approfondi dans ces mois, dans cette période de fermeture, j'ai pris acte de toutes les propositions et des suggestions, des informations, des requêtes d'aide que nous avons reçues et qui nous sont parvenues. Elles avaient toutes un fil rouge, elles étaient toutes adressées à rétablir les rapports humains et donc la vie normale avec toutes ses nuances naturellement.

I rapporti umani sono sicuramente quelli che più hanno subito condizionamenti per questo periodo e questa situazione, lo hanno già ricordato alcuni colleghi, voglio ricordarlo anch'io. L'isolamento, la solitudine da una parte e, dall'altra, il bisogno e la necessità di ritrovarsi, di avere relazioni e credo che se da una parte sono quelli che hanno subito di più, siano anche quelli che ci potranno far uscire da questa situazione e far ripartire; la sfida vera credo che sia come ripartire, naturalmente prendendo anche lezione da quanto è successo, ripartire però con maggiore sicurezza. Il settore scolastico è un settore che ha nella sua essenza come elemento fondante le relazioni, l'inclusione ed è sicuramente questo aspetto che in questo periodo di isolamento è emerso, ci è mancato maggiormente ed è stato percepito da tutti. La libertà di insegnamento lo sappiamo è un diritto costituzionale, passa attraverso la didattica e la pedagogia, e questi sono due elementi che a loro volta hanno alla loro base proprio le relazioni. Le sfumature di una didattica, di un insegnamento passano proprio attraverso la sfumatura della relazione che si crea tra studente e alunno. Si è anche preso atto in modo evidente e chiaro di quanto sia importante il ruolo di ogni settore.

Qualcuno ha detto oggi che vi è stata poca progettualità, non vi è stata del tutto progettualità. Sicuramente negli anni e nei decenni precedenti poteva esserci una maggiore progettualità anche nel settore scolastico, ma anche da un punto di vista sociale. Credo che quello che è venuto fuori ed è evidente a tutti è che forse è mancata la progettualità per due generazioni: quella dei nostri papà, dei nostri nonni, delle nostre mamme e delle nostre nonne naturalmente, e quella dei nostri giovani; sono le due categorie, i due gruppi nella società che in definitiva sono stati più isolati. I nonni e i nostri papà sono la nostra memoria, sono la nostra storia, ci portano questo, e i nostri giovani ci portano l'avvenire e il futuro. Io credo che su questo dobbiamo riflettere attentamente. La scuola è stata sostenuta in questo momento di chiusura di emergenza da due attori principali che già abitualmente collaborano ma che è stato fondamentale lavorassero in modo sinergico, in modo perfetto. Laddove vi è stata sinergia e collaborazione, tutto ha funzionato, però purtroppo è dipeso proprio da questo. Parlo del mondo della scuola e della famiglia, parlo di genitori, di nonni, perché in molte famiglie i nonni hanno avuto un ruolo fondamentale, hanno rischiato nonostante si dicesse di non mettere insieme queste due generazioni... però in alcuni momenti è stato fondamentale il loro ruolo. Sin d'ora intendo ringraziarli, ringraziare tutto il mondo della scuola, i dirigenti scolastici, gli insegnanti, tutto il personale scolastico, che dal 5 marzo ha saputo reinventarsi e in qualche modo ha adeguato profondamente e in modo radicale il modo di lavorare. È stato con risultati più o meno positivi, magari anche criticabili, però direi che è stato riconosciuto questo ed è anche una delle categorie, direi che non ha avuto riflessi economici come invece li hanno subiti altre categorie. Ecco, io credo che questo, perlomeno per chi lavorava a tempo indeterminato, sia chiaramente anche da mettere in evidenza. Vi è stato però un enorme sforzo. Egualmente fondamentale è stato il ruolo e il supporto dei genitori che hanno sostenuto e integrato laddove possibile il lavoro dell'insegnante. In questo periodo sono uscite evidenti - molti di voi lo hanno anche sottolineato in modo anche condivisibile - le luci e le ombre del mondo scolastico; se da un certo punto di vista su alcune questioni eravamo certi che la generosità della scuola sarebbe stata capace di affrontare le difficoltà, dall'altra è apparso evidente su quali settori è necessario intervenire e potenziare. Sicuramente ne cito qualcuno e ne dimenticherò altri: la formazione, la formazione anche digitale degli insegnanti. Una classe insegnante è definita dallo stesso Premier, soprattutto la classe insegnante italiana, anziana. Ecco, nonostante questo, è una classe insegnante che ha saputo mettersi in discussione. In generale la didattica a distanza in Valle d'Aosta ha funzionato. Da un punto di vista dei contenuti, direi che tutto ha funzionato nel periodo della chiusura, ripeto: ciò che è mancato è stato l'anima della scuola, la vera essenza, ripeto, sono i rapporti umani, l'esempio dell'insegnamento. Dicevo che la didattica a distanza in generale ha funzionato perché vorrei anche dire... la collega Pulz, ha citato ad esempio dei dati nazionali, uno su due è stato raggiunto dalla didattica a distanza, beh, in Valle d'Aosta abbiamo i dati: 87 percento nella scuola dell'infanzia, fino al 98-99 percento nelle scuole superiori, quindi la didattica a distanza è arrivata. Quello che manca dappertutto è il dato su quale qualità e che cosa abbia trasmesso a livello di competenze ai nostri studenti.

Direi che quindi la didattica a distanza ha riempito le ore ai nostri ragazzi ma non ha riempito il cuore, l'anima e non ha trasmesso forse i valori necessari, che sono quelli che vengono ricercati quando i ragazzi vanno a scuola, magari anche malvolentieri. È stato bello però incontrare dopo due settimane di chiusura molti ragazzi che dicevano: "adesso però dopo due settimane vorremmo tornare a scuola". Le prime due settimane sono stati contenti della chiusura, poi si è capito qual era la gravità e il peso di quello che stava succedendo. Ecco, io credo che mancassero anche i valori, quei valori che la scuola trasmette per crescere e la sete di apprendimento. Io condivido che la scuola debba essere messa al primo posto proprio perché non se ne sente la necessità quando c'è e quando funziona, ma è fondamentale mai perderla di vista e mai trascurarla. Questo ogni tanto, condivido con la collega Pulz, viene dimenticato, proprio perché funziona quasi tutto e allora passa in secondo piano. È con questa coscienza che abbiamo lavorato e ci siamo messi al lavoro per poter dare le risposte concrete ai nostri studenti, alle nostre famiglie, fare in modo che in sicurezza ma in modo inequivocabile possano essere riprese a settembre le lezioni in presenza, proprio per garantire questo. È anche importante, a mio avviso, in questa sede - qualcuno lo ha fatto prima di me ma vorrei sottolinearlo -, prima di entrare nel dettaglio degli articoli, chiarire in questo periodo di emergenza sanitaria il ruolo che i vari comitati tecnici superiori nazionali hanno avuto: sono stati molto pesanti. Ci sono stati decreti nazionali che nell'emergenza sanitaria hanno impedito ogni altra azione o scelta autonoma e questo, a mio avviso, a volte si è perso di vista.

Il collega Barocco ha dato una bella immagine di quanto poteva succedere ogni giorno all'interno delle varie riunioni e commissioni, le varie videoconferenze. Ecco, mi è parso a volte di avere mani legate da un'ordinaria amministrazione, i piedi legati da una prorogatio, da un Consiglio e una Giunta che stavano per finire il loro ruolo, quindi mani e piedi legati, però ci è stato chiesto in quel momento di correre e di fare in fretta e generalmente molti aspettavano o stavano a guardare per vederci cadere e magari anche per deriderci. Ecco, questa è un po' la sensazione che, ad esempio, la voglio portare come immagine, abbiamo avuto noi... almeno io l'ho proprio percepita. Nonostante questo, ripeto, abbiamo cercato di lavorare, ringraziando naturalmente tutti i funzionari, tutti i dirigenti dell'Amministrazione regionale ma anche comunali, che in questo periodo comunque sono stati presenti e assolutamente molto collaborativi, però, ripeto, questa percezione di essere in un momento in cui bisognasse nonostante tutto con lacci e lacciuoli cercare comunque di fare qualcosa per i cittadini. Vorrei anche dire che in questi mesi abbiamo cercato di fare, non abbiamo parlato tanto, con i paletti che naturalmente ci venivano dati, con le possibilità che trovavamo e riuscivamo in qualche modo a ottenere, e abbiamo incontrato tantissime volte i Sindaci, per quanto mi riguarda, con la Sovraintendente abbiamo avuto un contatto continuo con i Sindaci, con i dirigenti scolastici, con i Sindaci naturalmente anche dei Comuni, delle Unités, non solo col Sindaco di Aosta, perché era evidente che la collaborazione e la sinergia fosse fondamentale. Abbiamo predisposto quindi un gruppo di lavoro tecnico dove c'erano i dirigenti scolastici, il Sovraintendente, che coordinava questo gruppo, medici della scuola, Responsabile della sicurezza delle scuole, e abbiamo cercato di predisporre un piano che prevedesse due momenti di possibile apertura della scuola, proprio per dare la possibilità qualora ci fosse stata data la possibilità dal CTS (Comitato Tecnico-Scientifico) che in questi mesi ha deciso su alcune linee in modo inderogabile, e avevamo previsto un momento di possibile rientro a maggio, qualora vi fosse stata una direi lungimirante presa di coscienza da parte del Ministero competente di quanto fosse importante che la ripresa economica passasse naturalmente prima attraverso la ripresa dell'attività didattica delle scuole. Io condivido quanto hanno detto alcuni colleghi, siamo stati capaci di far protocolli per tutto meno che per la scuola, abbiamo pensato prima a quale distanza bisognasse mettere le sedie in un ristorante prima che a quale distanza dovessero essere le seggiole dei nostri bimbi. Io credo che questa sia stata una gravissima mancanza da parte innanzitutto del Ministero che, nonostante le sollecitazioni delle Regioni, perché molte Regioni su questo hanno insistito, e poi dopo hanno iniziato le famiglie, perché naturalmente, quando si sono ritrovate dopo il 4 maggio a riprendere l'attività lavorativa, vi è stato un altro problema: quello della custodia; i bambini dai 3 ai 12 anni è stata la parte di popolazione che più ha subito e ha avuto più danneggiamenti.

Queste linee che noi abbiamo tracciato per questo piano quindi erano molto semplici, molto chiare ed era la strada che è stata percorsa da tutti i Paesi europei.

Noi abbiamo seguito alcune linee che il Canton Ticino aveva... erano molto semplici, erano molto chiare, non vi era confusione. Io direi che un gran can-can è stato fatto da notizie che sono state anche date in modo falso da qualcuno che rimpallava anche per far vedere che esisteva. Direi che il Ministero non ci è certo venuto in aiuto. Io ho apprezzato chi in questo periodo non ha preso posizione ma è stato a guardare. In questa sede magari ci porta anche delle critiche o ci porta delle proposte, ma in un momento di emergenza non è intervenuto. L'altro momento è quello chiaramente del rientro a settembre. Con tutto il dibattito di questi giorni e di questi momenti, pare che oggi finalmente abbiamo trovato un accordo, è da lunedì-martedì che correggiamo e che rivediamo le bozze delle linee guida e del piano nazionale insieme al Ministero, insieme alla Conferenza Stato-Regioni e col presidente Bonaccini e oggi alcuni accordi sono stati probabilmente chiusi. Credo sia stato un lavoro utile il nostro, il nostro piano della Valle d'Aosta è pronto, chiaramente deve essere rivisto alla luce del documento del Comitato Tecnico-Scientifico che verrà chiaramente siglato, e direi anche questi documenti che non sono sorpassabili perché, non so se in virtù o a causa del fatto che siamo nel periodo di emergenza fino al 31 luglio, sicuramente avranno ancora un ruolo importante nell'imporre eventualmente regole sanitarie imprescindibili che noi, come Regione, non possiamo bypassare, che ci piaccia o no. È evidente quindi che tutti noi stiamo lavorando, credo che anche i Sindaci, tutti gli Enti locali, tutte le Comunità stiano lavorando per un rientro a settembre e ci auguriamo che non vi sia nessuna ripresa che anche in questi giorni... speriamo sia solo un picco ma non sia una ripresa dell'epidemia. In questo piano vi sono aspetti che la situazione di emergenza naturalmente richiede di affrontare, certo, distanze, mascherine, tutto questo dibattito che viene fatto, ma ci sono chiaramente anche dei passaggi molto chiari che abbiamo voluto definire, tra i quali appunto la didattica in presenza sin dal primo giorno. Ora, devo dirvi che è stato un periodo in cui è stato molto difficile lavorare, ma abbiamo la certezza e nel capo IV abbiamo cercato di mettere le prime indicazioni, dopo entreremo nel dettaglio e sono sicura che l'école valdôtaine ripartirà. Madame Pulz, je suis sûre que l'école valdôtaine pourra redémarrer avec ou sans nous parce qu'elle a la force, la force de notre terre pour recommencer.

Presidente - La parola all'assessore Chatrian.

Chatrian (AV) - Vorrei fare insieme a voi qualche considerazione entrando nel merito ma soprattutto nel pratico. È un Consiglio sciolto in prorogatio e oggi noi non dovremmo essere qui, avremmo dovuto già aver affrontato praticamente quelle che erano le elezioni ma è successo un qualcosa di grave, di disastroso in questi mesi, quindi oggi ci accingiamo ad approvare nel miglior modo possibile speriamo un provvedimento che è tutto emergenziale, è urgente, indifferibile e se possiamo fare questo strappo, approvare questa enorme manovra, è perché a monte c'è una pandemia e soprattutto c'è una crisi di natura economico-sociale. Forse il passaggio più delicato, più importante è che tutto quello che si approverà oggi dovrà rientrare in un quadro temporaneo e concesso entro il 31 dicembre 2020. Questo è fondamentale.

Un altro passaggio fondamentale è che le risorse messe a disposizione oggi all'interno di questa proposta si sommano all'approvazione che abbiamo portato a termine nel mese di gennaio, il bilancio approvato a gennaio, quindi tutte quelle misure, tutte quelle azioni che saranno approvate in questi giorni si sommeranno. Devo dire che ho cercato di ascoltare con molta attenzione gli interventi, soprattutto quelli di natura propositiva, quelli che ti mettono in campo delle modifiche, che vogliono integrare, che vogliono andare su strade che non condividiamo. È stato sicuramente tutto difficile per mille ragioni, com'è stato detto da tutti, ma ci siamo mossi non a caso in parallelo anche alle indiscrezioni e alle varie bozze di decreto che stavano prendendo forma a livello nazionale, sfociate poi nel decreto rilancio con l'intento di intervenire come Regione in modalità integrativa e non sostitutiva delle misure di aiuto elaborate a Roma e rendere, per quanto possibile, efficaci. Questa è stata, diciamo, la nostra sfida.

Il nostro focus si è concentrato prima di tutto su imprese e lavoro, i veri motori dell'economia ma anche dell'autonomia. Senza questi due pilastri infatti non sta in piedi il tessuto economico di uno Stato o di una Regione, ma non regge nemmeno la miglior forma di autonomia politico-amministrativa. Qualche piccolo numero: 125.660 abitanti la nostra piccola regione, 10.800 imprese, 9.400 imprese hanno meno di 5 addetti, cioè più del 90 percento e le altre praticamente fino a 9 raggiungiamo 10.200 imprese su un totale di 10.800, quindi un tessuto molto piccolo. Quasi tutte queste imprese hanno subito un danno enorme e la proposta che è stata fatta a livello di governo e l'auspicio è quello che venga ulteriormente migliorata, mi sembra che degli spunti ci siano, ha dei suoi capisaldi con una sfida fondamentale, che, oltre a inserire delle misure utili e a ristorare i danni che hanno subito le imprese, le aziende, è quella di trovare il percorso e il modo per mettere a terra queste risorse, fondamentale in questo momento e necessario.

Quali sono questi capisaldi della proposta che abbiamo cercato di elaborare e, di conseguenza, confezionare? Oltre 50 milioni di euro sono destinati in buona parte a ristorare rispetto ai danni che hanno subito le nostre aziende con degli scaglioni, quindi tu hai avuto un danno, tu hai dovuto chiudere la tua attività, il tuo bar, il tuo ristorante, la tua impresa, la tua azienda, il fatto di essere artigiano, quindi è un ristoro, è un indennizzo di quello che è andato. Poi ci sono cinque o sei articoli, dal 43 al 48, che invece sosterranno il rilancio, non solo con i DPI ma con delle attrezzature, con quelle attrezzature che serviranno a rilanciare la propria attività, per le distanze, per i dehors magari, per gli - perché no? - arredi, per - perché no? - degli strumenti utili a poter rilanciare le attività. Da parte dei colleghi ci sono delle proposte di andare ad ampliare eventualmente questo aiuto diretto di ristoro anche ai liberi professionisti, 1.600 all'incirca sono quelli iscritti all'interno di ordini, ma non ci sono solo loro, ci sono altre figure, che comunque hanno avuto dei danni secchi. Regole chiare per chi ha subito dei danni, per chi non li ha subiti all'interno dell'impianto c'è una sostanziale differenza, poi un ulteriore grosso caposaldo è sicuramente quello legato agli Enti locali. Io non voglio parlare del passato, penso che altrimenti perderemmo veramente ore e ore. Dal 2009 qualcuno ha deciso di rapinare gli Enti locali, oggi forse per la prima volta c'è un'inversione di tendenza vera, è una scelta. Sono d'accordo col collega Aggravi, col collega Cognetta quando hanno proposto comunque una strada, se non alternativa, diversa per andare a riallocare 22 milioni all'incirca su 160. Grande o piccola che sia la scelta, io penso che le idee che sono state messe in campo sono delle idee diverse, che hanno una loro validità sicuramente, ma che in questo momento, per quanto ci riguarda, noi crediamo che gli oltre 40 milioni che verranno, se sarà approvato così com'è scritto l'articolo 17, andranno ad alimentare le casse dei 74 Comuni in una maniera diversa: 22.300.000 euro per ogni Comune e io spero che i Comuni riescano a mettere a terra subito queste risorse. Questa mattina qualche mio collega diceva pubblico-privato, è troppo pubblica questa manovra, troppo privata, ma queste risorse io spero che atterrino il prima possibile nel settore di natura privata, non solo edilizio, investimento io penso che il perimetro è più ampio. Gli altri 16,2 milioni non sono versamenti uguali per tutti i Comuni. Il Comune di Aosta avrà 3.800.000 euro di versamento, quindi, quando sento dire che non è equo quello che è stato inserito all'interno dell'articolo 17, non è corretto, ma, oltre ai 38 milioni di euro, ci sono altri 6 milioni sulla finanza locale, 2,3 per Plan Checrouit e oltre a quelli per delle misure alle Unités. La somma fa oltre 100 milioni di euro tra imprese, occupazione e lavoro e più di 40 milioni di euro che saranno gli Enti locali, io spero, auspico e sono certo, che il 31 di agosto ci faranno avere, faranno avere al legislatore, così c'è scritto sull'articolo 17... cos'è stato fatto in questi due mesi e mezzo... io penso che in questo momento abbiamo la stessa maglietta di stesso colore, la stessa casacca, sia il legislatore Regione che quello comunale. L'obiettivo innanzitutto ce lo impone la legge: di utilizzare e concedere, entro il 31 dicembre, questa manovra, dall'altra riuscire a far ripartire, da una parte, l'indennizzo, il ristoro e, dall'altra parte, il rilancio, che sia la Regione o che sia il Comune a far ripartire parallelamente il settore economico-sociale della nostra Regione io penso che sia in questo momento molto importante. Devo dire che mi spiace quando un ex Presidente del CELVA rapina più della metà di quelle risorse e parla ancora del passato, parla del 2016. Io non voglio scomodare il 2010 quando è iniziata la rapina, ma parliamo dell'oggi, parliamo dei fatti concreti, non parliamo del passato, parliamo di cosa oggi noi andremo e spero ad approvare.

Vi è poi un altro caposaldo fondamentale e importante, che rientra all'interno del quadro temporaneo: l'occupazione. Diversi di voi tra ieri e oggi hanno affrontato questo tema e ci sono dei settori che sono strategici per due motivi: il primo motivo a gennaio, quando abbiamo approvato il bilancio, non abbiamo affrontato il tema degli impianti a fune, perché all'interno proprio del nostro bilancio avevamo scritto nero su bianco che l'avremmo affrontato in seconda battuta, utilizzando l'avanzo di amministrazione; oggi in quello che la Giunta ha scaricato e su cui ha lavorato ci sono più di 18 milioni di euro per gli impianti a fune, impianti a fune che sono strategici, ma gli impianti a fune sono strategici per le grandi stazioni, per le medie, ma anche per le piccole, abbiamo approvato non solo degli ordini del giorno, delle mozioni. Quanti di noi conoscono molto bene Chamois? Quanti di noi conoscono molto bene Antagnod? Quanti di noi conoscono molto bene Crevacol, o Palasinaz, o Champorcher, o la Weissmatten? Ebbene, ci sono dei gruppi consiliari, è una scelta di natura politica, che hanno azzerato, abrogato, non esiste più, effacé l'articolo 31, l'articolo 32, l'articolo 33, cioè da 18 milioni a 0. Altri gruppi hanno azzerato la viabilità, da 4,2 milioni a 0. È una scelta di natura politica. Questo gruppo è il gruppo dei 5 Stelle. Inviterei i colleghi che magari non abitano nelle vallate laterali, di fare qualche piccola gita in montagna, non solo il sabato pomeriggio, la domenica mattina, ma 365 giorni all'anno nella Valtournenche, nella Val d'Ayas, nella Val di Gressoney, nelle vallate laterali dove si azzera praticamente quella che è una manutenzione "pronti, via"... stiamo parlando di economia, stiamo parlando di piccoli lavori sì, stiamo parlando di lavori che oltretutto sono già pronti e appaltabili. È un piccolo rilancio? Da una parte sì ma c'è dall'altra parte, noi pensiamo, una necessità o quant'è bella la piccola stazione di montagna che però deve avere dei finanziamenti per poter fare della manutenzione ordinaria, della manutenzione straordinaria e poi magari bisogna di nuovo mettere in campo un po' di investimenti per quanto riguarda anche l'innevamento artificiale.

All'interno di questo impianto abbiamo voluto integrare anche rispetto al bilancio di gennaio, per quanto riguarda l'agricoltura, la zootecnia, 2 milioni di euro per la monticazione, l'aiuto anche per le locazioni delle cooperative vitivinicole, la possibilità di anticipare 3 milioni e mezzo all'interno del PSR. "Ah, ma questo si poteva fare un altro anno". No, se l'abbiamo fatto adesso, è perché si potranno utilizzare queste risorse subito. Tutto questo però, e questo è un altro passaggio penso... ogni tanto diversi di voi mi prendono in giro quando dico che la Pubblica Amministrazione parla per atti, ma non avremmo mai potuto approvare questa variazione di bilancio, è la prima volta dopo quattro anni e mezzo che possiamo, abbiamo la facoltà di utilizzare l'avanzo di amministrazione, che equivale a circa 178 milioni di euro, quindi all'interno di un quadro difficile, all'interno di un quadro temporaneo... poter spendere e quindi concedere entro il 31 dicembre queste risorse, per la prima volta dopo quattro anni, ed è per quello che ci sono tanti soldi a disposizione per questa manovra, perché è il primo anno che l'Amministrazione regionale può di nuovo utilizzare l'avanzo di amministrazione.

Se questi sono i capisaldi... come tutte le leggi, possono e devono essere migliorate, possono e devono essere affinate, cercando di tenere e mettere in fila uno dopo l'altro i principali obiettivi. I numeri che dicevo all'inizio, legati alle nostre piccole imprese, io penso che si aspettino da noi, dal legislatore, veramente il ristoro, ma perché è giusto che sia così, che sia integrativo rispetto alle misure e alle azioni che lo Stato sta e metterà in campo e che anche le misure di rilancio sono quelle dal 43 al 48, dove abbiamo cercato di non lasciare indietro nessuno per quanto riguarda anche il prodotto valdostano, il chilometro zero, dove abbiamo cercato di incentivare l'utilizzo e la materia prima della nostra produzione, inventandoci magari un qualcosa di nuovo ma con l'obiettivo che si mangi valdostano, si utilizzino prodotti locali e soprattutto si creino le condizioni per sostenere e far rivivere le nostre piccole aziende.

Termino con un auspicio e che non sarà sicuramente facile. Una volta approvato questa legge... è un ente pubblico che approva la legge, quindi dovremo cercare di essere più rapidi spiegando assolutamente ai fruitori e cercando di semplificare dove si può e, dall'altra parte, cercando anche di spiegare fino in fondo che viviamo in un momento molto particolare con un Consiglio sciolto, con una Giunta dimezzata, con una prorogatio, io spero che oggi si definirà anche nell'articolo 41 l'election day, quindi quando si andrà a votare nel mese di settembre... e poi io penso che la parte bella della discussione sia sulle proposte, sulle idee.

Dicevo prima, i colleghi, principalmente i colleghi Aggravi e Cognetta ci hanno proposto una parziale modifica, che, entrando nel dettaglio, ha un suo perché. Nel momento in cui però per noi in questo momento riteniamo capisaldi quei quattro che ho cercato di sintetizzare nel mio breve intervento, noi gradiremmo che tutto questo vada in quella direzione affinandola e migliorandola in certi settori dove magari non c'è stato né lo spazio e neanche la creazione di misure che possano aiutare, sostenere e soprattutto in maniera molto trasparente e molto diretta rilanciare un'economia, la nostra piccola, fragile, fatta di piccoli numeri come vi dicevo, calcolate che 6.000 aziende su 10.800 hanno un addetto, quindi la nostra microimpresa è molto piccola ma il suo fondamento è lì, la differenza la facciamo lì. È un po' come nei piccoli comuni: 42 comuni hanno meno di 1.000 abitanti, una dignità politica, amministrativa e nell'articolo 17 c'è tutto questo. Ci sono 6 Sindaci qua all'interno del nostro Consiglio che hanno avuto l'onore e l'onere di fare i Sindaci di grandi, medi o piccoli Paesi, diversi Vicesindaci, numerosi Assessori o Consiglieri, quindi sappiamo perfettamente qual è il ruolo dell'Ente locale, io penso che questo articolo 17 ridia un po' di dignità agli Enti locali, dignità che è stata azzerata da circa il 2009-2010, con l'obiettivo che la Regione possa muoversi su altri percorsi e i Comuni in contemporanea possano mettere a terra investimenti utili al proprio Comune, al proprio Paese, alla propria Unité e soprattutto al cittadino valdostano.

Presidente - Ha chiesto la parola l'assessore Baccega.

Baccega (UV) - Credo che il dibattito di ieri e di quest'oggi abbia in qualche modo richiamato tutta una serie di quesiti ai quali ritengo doveroso dare una risposta e soprattutto perché in questo disegno di legge la sanità ha certamente un ruolo importante e anche di svolta se vogliamo. Io mi sono anche un po' stupito di non essere stato chiamato in Commissione come avviene d'abitudine, insomma in V Commissione normalmente l'Assessore viene chiamato a relazionare, questo non è avvenuto, ma non è un problema. Per fortuna, nel periodo, nel percorso di pandemia ci ha pensato la presidente Rini, che per quattro volte mi ha convocato a riferire alla Capigruppo sulla situazione della pandemia. Tra i tanti quesiti che si sono posti negli interventi che si sono succeduti più di uno ha evidenziato la mancanza di un direttore generale dell'USL. Ebbene, non si poteva nominare un direttore dell'USL quando si è in attesa di una sentenza. Questa è l'unica risposta che si può dare a un quesito di quel tipo.

Qualcuno ha parlato di gestione disastrosa delle strutture, delle micro sul territorio. Qui va detto che subito dopo la formazione dell'Unità di crisi tutti i Presidenti di struttura sono stati convocati a Palazzo, sono state impartite loro una serie di indicazioni precise e immediatamente l'Assessorato ha scritto loro dando delle indicazioni chiare sulla necessità di non far entrare e non far uscire nessuno dalle micro. Chi ha rispettato le indicazioni impartite ha sicuramente salvato tante persone, chi lo ha fatto di meno ha avuto non pochi problemi e purtroppo anche lì si sono avuti dei decessi. Laddove i privati, anche le strutture pubbliche, ma soprattutto i privati si sono trovati in difficoltà, l'Azienda USL è intervenuta fornendo addirittura tre documenti dei gruppi di lavoro con l'implementazione delle azioni di contenimento nelle strutture residenziali sui temi e sui modi di comportarsi nell'ambito del Coronavirus: un gruppo di lavoro formato da otto medici di assoluto prestigio e di assoluto livello, che ringrazio per il lavoro che hanno fatto. Le RSA sono parzialmente sanitarizzate, le micro non lo sono, ed è quello che ho sempre sostenuto in quest'aula, lei ricorda - guardo lei perché è lei che ha sottolineato questo aspetto -quello che ho sempre sostenuto: che, dopo un approfondito percorso che abbiamo fatto nelle micro, evidentemente c'era la necessità di rendere queste micro sanitarizzate, almeno un certo numero e noi avevamo proposto 5 micro sul territorio: Alta Valle, Bassa Valle, Media Valle e cintura di Aosta, per dare una risposta sanitaria a quella parte di anziani che è pesantemente aggredita da patologie croniche e che in quelle micro dovrà rimanere a lungo. Qualcuno si mise di traverso, quel provvedimento non passò in questo Consiglio e quindi probabilmente era una questione più politica che di concretezze. Molti hanno evocato il commissario, uno di quelli proposti in realtà aveva gestito il territorio fino al 30 novembre 2011 e non mi è sembrato il caso di premiarlo a commissario. Io devo sottolineare che, lo ribadisco, ospedale e territorio hanno dato delle risposte al meglio. Noi abbiamo un solo ospedale rispetto ad altre Regioni che hanno più possibilità di muovere e gestire, quindi per forza si è dovuto lavorare modulando gli interventi, passo dopo passo, mano a mano che la pandemia cresceva o diminuiva ed ecco qual era il problema e poi soprattutto all'inizio si è lavorato con una grande difficoltà nel reperimento dei DPI, laddove gli stessi sono stati anche bloccati in Dogana.

Oggi l'indice di contagio RT è 0,18, ma, se ricordate bene, qualche settimana fa era superiore all'1 ed ecco che le riaperture si sono dovute pianificare con grande attenzione. Certo, l'aspettativa di tutti era di riaprire tutto (ambulatori, poliambulatori, consultori, centri per disabili, centri diurni) da un giorno all'altro; non è come alzare o abbassare la serranda di un negozio, bisogna rendersi conto, colleghi, di quello che è successo: qualcosa di molto grave, si è combattuta una guerra contro un nemico che non si conosceva. Ecco che mi preme ringraziare i medici, gli infermieri, gli operatori socio-sanitari, tutti i volontari, tutti coloro di altre professioni sanitarie che si sono prodigati, anche il grande apporto delle Unités e dei Sindaci è stato importante, si è fatta una grande squadra per andare nella direzione di combattere questo nemico.

Poi, lo dico a tutti, per riaprire è stato necessario predisporre dei protocolli per consentire a tutti di accedere e di lavorare in sicurezza. I DPCM ci vincolavano non poco e ora siamo alle prese con forse gli ultimi passaggi, perché l'ultimo caposaldo che ci interessa in modo particolare è quello dell'infanzia e quindi gli asili-nido e le tate familiari e in questa direzione stiamo lavorando per capire se da qui a qualche settimana si può riaprire, ma c'è anche un altro aspetto importante per la questione dei consultori e dei poliambulatori: la carenza di personale. Al momento hanno riaperto i poliambulatori, è iniziata l'attività parziale dei CEA, perché non è totale, non è che possiamo ospitare tutti gli ospiti nei CEA e diventa complicato. I centri estivi si sono avviati, tra qualche giorno, credo il 6 luglio, riapriranno i centri consultori sul territorio, sicuramente quello di Variney, di Verrès, di Pont Suaz, di Charvensod, di Nus e di Saint-Pierre. Questo con la collaborazione dei volontari, perché sarebbe stato complicato nell'ambito del triage, quindi dell'accesso ai consultori, avere un'infermiera, era tempo sprecato; i volontari si metteranno a disposizione e quindi anche qui devo ringraziare la collaborazione dei Sindaci, ma anche questo deve essere fatto tutto in sicurezza, non si possono creare gli affollamenti all'interno dei consultori e dei poliambulatori, è necessario che tutti accedano previo appuntamento. Com'è noto, si aggiunge anche il periodo di ferie, siamo in un periodo di vacanze, e sommiamo a questo i più 12 giorni che vengono disponibili per chi ha la 104, gli ulteriori 30 giorni di congedo parentale, anche queste cose fanno la differenza per avere il personale a disposizione. Ci è stato chiesto la cabina di regia che cosa sta facendo. La cabina di regia sta lavorando, sta collaborando in modo fattivo e, entro il 31 di luglio, com'è previsto dalla delibera, ci consegnerà una relazione approfondita che la Giunta poi valuterà con attenzione.

Concludo questo intervento ringraziando la Direzione strategica che si è trasferita nella biblioteca all'interno dell'ospedale, quindi in trincea, in prima linea quando si era in piena attività Covid. Ringrazio i Dirigenti dell'Assessorato, i Dirigenti della Protezione civile, i Dirigenti della Direzione territoriale e della Direzione ospedaliera, ma anche le strutture private che, appena hanno dovuto chiudere gli ambulatori, si sono messe a disposizione per aiutare la sanità valdostana. Dico quindi che questa sanità non è malata, come molti vogliono sostenere, è una sanità che ha avuto una brutta batosta ma che sta piano piano recuperando il suo percorso e con indirizzi di governo già dati dal DEFR, il bilancio che è stato approvato a gennaio e soprattutto, qualora questa variazione di bilancio e questo decreto di disegno di legge vada a compimento, credo che ci siano tutti i presupposti per dare una svolta importante alla sanità della Valle d'Aosta.

Dalle ore 18:31 riassume la Presidenza la presidente Rini.

Rini (Presidente) - Ha chiesto la parola l'assessore Bertschy.

Bertschy (AV) - Dopo una lunga giornata di dibattito, se calcoliamo che abbiamo iniziato ieri pomeriggio, per il Governo c'è la possibilità di comunicare in maniera trasparente ai cittadini il lavoro che è stato fatto in questo periodo, la situazione che ha vissuto e anche le difficoltà che ha dovuto superare. Siamo stati messi molte volte sotto accusa, è stato detto un po' da tutti. Chi si sarebbe mai aspettato di affrontare nel peggior momento politico-amministrativo della nostra storia una situazione come questa? Inutile ribadire in quali condizioni l'abbiamo affrontata, inutile ribadire che probabilmente si poteva fare sempre e tutto meglio, inutile ribadire che questo l'hanno detto tanti Governatori in Italia, compresi quelli che hanno lavorato bene. Di fronte all'emergenza, evidentemente i piani non sono mai sufficientemente pronti e le persone non sono mai sufficientemente pronte e, di fronte all'emergenza, si affrontano sfide di tipo politico e amministrativo ma anche di tipo umano, personale e giudicare dagli altri, dal freddo computer attraverso il quale molti cittadini e molte persone, compresi noi, abbiamo dovuto svolgere il nostro lavoro può risultare superficiale soprattutto per coloro che poi alcune accuse e alcune critiche le hanno vissute sulla propria pelle. Noi non dobbiamo difenderci, anche perché è stato detto tanto, è stato detto tutto, è stato soprattutto comunicato molto nei confronti del lavoro svolto. Io auguro a tutti di vivere esperienze politiche future in condizioni diverse da quelle che hanno visto impegnati noi in questa situazione, non vi auguro di vivere i nostri momenti, vi auguro un'esperienza politica brillante; tanti di voi in questi giorni hanno dimostrato a parole di essere sicuramente più capaci di quello che abbiamo saputo fare. Io vi auguro di saper realizzare i vostri progetti politici in una situazione completamente diversa da quella che ha affrontato questo Governo: ve lo auguro perché io mi aspetto per la nostra Regione e per la comunità valdostana un futuro completamente diverso. È comodo oggi dire che Banca d'Italia ha raccontato dati che ormai hanno una coda lunga di anni, è comodo raccontare che questi dati rappresentano forse le scelte del Governo di questi mesi; è difficile dire che la progettualità politica è un po' che manca in Valle d'Aosta, ai movimenti ancor prima che chi rappresenta i movimenti, alle persone che non sempre sono state lungimiranti e un po' a tutti.

Usare però sempre i dati semplicemente per giustificare una presenza politica e forse per affossare l'avversario politico di turno, io non credo che sia lungimirante, credo sia più lungimirante saper affrontare la politica non parlando male degli altri ma dimostrando ai nostri cittadini di avere nel fare e nell'agire quotidiano, oltre alle parole, la capacità di realizzare i progetti e gli obiettivi che si rappresentano alle persone. Se poi ci aggiungiamo che in questo momento politico direi è iniziata la campagna elettorale già da tempo, ma in queste ultime settimane la situazione politica è completamente in evoluzione e, rispetto a questo, l'esperienza mi porta a dire che aspettiamo di capire che cosa si realizzerà e che cosa si vorrà fare un po' tutti insieme per portare alle elezioni del prossimo settembre dei progetti chiari ai cittadini e per mettere in condizione i cittadini valdostani finalmente di fare un voto chiaro e non un voto, com'è stato nell'ultimo periodo, confuso. Premieranno o non premieranno le linee politiche, premieranno o non premieranno le capacità delle persone, sicuramente premierà rispetto ai cittadini la capacità di dire dove si sta, con chi si sta e cosa si vorrà fare ed è in questo senso che stiamo agendo come gruppo UVP all'interno del gruppo Alliance e come movimenti. Vedremo, l'obiettivo di tutti i movimenti autonomisti è mettere in condizione tutti di presentarci non per fare la somma dei voti di ogni movimento ma per chiarire una volta per tutte le posizioni e per dimostrare a tutti che si può ripresentare un progetto attraverso le persone credibile alla comunità. Per farlo, bisogna che i nostri movimenti abbiano la possibilità di esprimere le proprie linee politiche e appunto di farlo nella maniera più trasparente possibile.

Io ringrazio i Consiglieri per la legge n. 5, ringrazio soprattutto la II Commissione. Mi dispiace che questa legge viene rappresentata come una legge quasi in contrasto con la Giunta, perché la Giunta in quel momento ha partecipato per quello che è stato possibile, e io devo dire che in questo lungo periodo ho avuto anche la sfortuna di stare un po' più degli altri a casa visti i miei 38 giorni di Covid, ma in quel momento, attraverso i propri rappresentanti nelle Commissioni, ogni gruppo ha cercato di portare il proprio contributo, sicuramente si poteva collaborare di più e meglio. La collaborazione va ricercata giustamente sempre e facciamo ammenda, direi che il Presidente sa bene quante discussioni in Giunta abbiamo fatto durante questi tre mesi di malattia, quante discussioni abbiamo fatto nei gruppi di maggioranza fino a quando ci siamo trovati. Alliance ha detto in maniera chiara che era per un commissario, l'ha detto all'inizio e lo ha sostenuto in Giunta, nonostante la differenza di pensiero col Presidente, ma questo non ci ha messo nelle condizioni poi di non collaborare, perché fuori c'era la comunità, i cittadini, i bisogni delle persone e c'era la necessità comunque di lavorare. Sarebbe stato molto più semplice farsi da parte, sarebbe stato forse molto più populista farsi da parte, ma, rispetto ai problemi che le persone vivono, per noi è stato molto più serio cercare di fare qualche cosa, nonostante non si condividesse e magari anche il Presidente non condivideva le cose che si dicevano. Io mi chiedo, e pongo una domanda, se a un certo punto anche la Giunta avesse smesso di lavorare in questa crisi che cosa sarebbe successo. Sicuramente quindi tanti limiti e probabilmente tante persone che sono sedute qua avrebbero fatto meglio di noi. Noi abbiamo fatto il possibile con le nostre piccole competenze, un po' di capacità, tanta umiltà. Abbiamo parlato poco, sarebbe stato bello parlare di più perché in certi momenti fa più piacere parlare alle persone piuttosto che lavorare, e abbiamo accettato delle sfide.

La II Commissione ci ha lanciato la sfida dell'innovazione della legge n. 5 e io faccio i complimenti perché quello è stato un pensiero giusto, coraggioso, sicuramente un pensiero che ci porterà avanti. Vi do qualche dato, perché poi rappresentare le cose senza dati è sempre un po' limitativo. Nel 2019 l'Amministrazione regionale ha fatto circa 39.000 liquidazioni, nei primi sei mesi di quest'anno siamo a circa 33.000 liquidazioni, di queste 14.000 riguardano - a ieri, saremo a 15.000 ad oggi - la legge n. 5. Quando si dice che i cittadini valdostani non hanno percepito i soldi, sicuramente non li hanno percepiti nei tempi che speravamo e io ho fatto la mia dichiarazione inopportuna dicendo che il 10 maggio sarebbero partite tutte le misure una volta costituita la struttura amministrativa il 27 aprile, ma l'ho fatto anche per dare un po' di entusiasmo, sicuramente ho sbagliato, sono stato catechizzato. In quel momento in cui l'Amministrazione regionale era ancora paralizzata e la Presidenza del Consiglio aveva gli uffici ancora in smart working, c'erano strutture... forse ancora oggi perché mi dicevano che la scorsa settimana i Consiglieri cercavano le risme di carta ma erano chiusi gli uffici perché non c'era personale in servizio... allora in quel momento noi mettevamo i piedi l'innovazione di questo decennio dell'Amministrazione regionale, provata una volta col bon de chauffage, su misure che hanno una complicazione di applicazione enorme. Allora, tanto per dirvi, le liquidazioni rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso sono l'82 percento in più, questo grazie all'innovazione politica e amministrativa, ma alla capacità delle persone che si sono messe in campo di dargli applicazione, e questi sono i fatti. Abbiamo cercato di recuperare, senza dare colpa a nessuno, una legge che è stata fatta bene, è stata migliorata e abbiamo cercato di mettere in campo quelle azioni che servivano per migliorarla ancora e la miglioreremo ancora. In questo provvedimento di legge c'è l'applicazione automatica degli articoli 5, 7 e 8 e si andrà ancora più veloce in futuro. L'ultima misura aperta, quella del contributo di 200 euro sull'articolo 8, è stata aperta l'8 giugno mi pare, a distanza di 15 giorni ci sono già 2.000 liquidazioni fatte: liquidazioni vuol dire che poi ci sono le tesorerie che devono erogare i soldi. Allora non saremo stati performanti, potevamo fare sicuramente meglio, ma ripeto mi sarebbe piaciuto vedere anche altri mettersi in campo su una sfida così complicata, bella, ed è così che l'Amministrazione regionale cambia, migliora, che le persone si mettono in gioco. Ribadisco quindi la mia è un'osservazione positiva del lavoro che è stato fatto ed è così che bisogna lavorare. Bisogna però anche essere seri a parlare con la nostra comunità, non si può raccontare che non ci sono i problemi. I nostri cittadini hanno affrontato la sfida con noi e le persone hanno chiesto collaborazione, hanno telefonato e adesso ringraziano per essere stati aiutati. Hanno sbagliato a fare la loro domanda e gli è stato offerto supporto per modificarla. Allora è questa la collaborazione, non la stretta e fredda idea che si mette una piattaforma e il rapporto tra cittadino e Amministrazione è risolto. È così che possiamo migliorare e lavorare insieme per andare avanti.

Si dice che questo disegno di legge non ha progettualità. Ci si dimentica che la progettualità è costruita attraverso il bilancio e il bilancio annuale e triennale. Questo è un provvedimento straordinario. Se avessimo dovuto fare il provvedimento per com'è stata raccontata la cosa in questo Consiglio, sinceramente non so come l'avremmo fatto, perché c'è chi chiede l'intervento straordinario e urgente su poche cose, c'è chi chiede la progettualità di lungo periodo, c'è chi chiede l'intervento esclusivamente per certi settori. È difficile raccogliere, ma, per fortuna, questa è la politica. Noi ci siamo messi a disposizione, potevamo sicuramente fare meglio e il Presidente sa quante volte abbiamo chiesto di essere un po' più collaborativi, ma allo stesso tempo abbiamo capito anche le difficoltà di un Presidente che si è trovato in un attimo a dover gestire una questione enorme. Ognuno reagisce alla sua maniera, probabilmente per come siamo fatti, e sinceramente la collaborazione sarebbe stata, a mio avviso, da ricercare anche prima. Ripeto però che ognuno gestisce le responsabilità nel momento che ha e nel momento in cui bisogna mettere delle firme pericolose, pesanti, come meglio crede e saranno i cittadini poi che giudicheranno.

Questo disegno di legge ha cercato di dare alcune risposte, se fosse stato un disegno di legge di bilancio, le avrebbe date tutte. Abbiamo cercato di capire quali erano i settori da colmare, ricordandoci, per esempio, che per l'occupazione stiamo usando pesantemente il Fondo sociale europeo e il FESR. Ci è stato richiesto dal Consiglio regionale di lavorare su quei fondi, anche qui sono state fatte critiche forti al fatto di aver perso dei fondi e, nonostante questa emergenza, noi abbiamo continuato a usarli. Certo, sarebbe stato più semplice prendere delle risorse già in bilancio e utilizzarle. Non ci sono le complicazioni dei regolamenti, eppure a fine anno dovremo di nuovo fare il conto di quanto abbiamo speso e qualcuno dirà cos'è successo durante la crisi, perché non sono stati usati questi soldi. Allora, nonostante queste complicazioni, siamo andati a cercare quei soldi e ne stiamo cercando degli altri e gli incentivi alle assunzioni, 2.300.000 euro, e mi permetto di dirlo, sperando che su quell'articolo si possa andare sul sicuro, permetteranno alle aziende alberghiere maggiormente in crisi di assumere per la prima volta, almeno per contratti di due mesi retroattivi, quindi già a partire da giugno, il personale che speriamo di far lavorare, piuttosto che di tenere in cassa integrazione, o piuttosto che in NASpI, ma questo credo sia un elemento condiviso. Sull'occupazione, il mantenimento occupazionale dovremmo avere milioni di risorse, tant'è vero che anche voi, avendo fatto un'azione corretta, avete comunque allocato 3.700.000 euro, oggi ce n'è 4,3 milioni sul FESR, ma sappiamo bene che quello sarà un intervento; c'è un bando della Regione Calabria, l'unico che abbiamo visto fin adesso utilizzare quel tipo di beneficio, che va a ristorare il 50-60 percento del costo del gruppo di lavoratori, dovremo cercarne ancora di più di queste risorse.

Qui vengo alla scelta dei Comuni, io sinceramente non sto a giudicare perché non credo che qui sia stata fatta una scelta di campo. Qui sono state fatte sì scelte di campo ma anche scelte economico-finanziarie. Noi abbiamo visto i Comuni in questo momento come dei partner di questa ripresa economica. I Comuni si giocano con noi questa sfida e dovranno essere molto attenti a giocarla bene, perché se avanzeranno questi soldi, le critiche che oggi vengono fatte, anche la posizione politica che è stata assunta diventerà pesante da parte di tutti. I Comuni si giocano una sfida come l'Amministrazione regionale. L'impianto federalista valdostano è fatto di Comuni e di Regione e allora vedremo se saranno capaci di mettere in spesa energie e risorse per far ripartire l'occupazione e se è stato giusto assegnargli ulteriori risorse oltre a quelle che hanno. Noi in questo senso abbiamo voluto giocare la sfida coi nostri Comuni e speriamo che sia una sfida giusta, vincente, che sappiano essere nei prossimi giorni già all'altezza della situazione.

Voi avete giocato una partita diversa: quella di provare invece a gestire queste risorse con interventi più puntuali. Io non ci vedo nulla di male, sicuramente una linea politica amministrativa che ci vede su sponde opposte, ma un tentativo legittimo di mettere comunque la nostra Regione in condizione di ripartire. Bisogna però, sotto questo profilo, e questo ve lo chiedo, rispetto a partite così importanti, essere trasparenti nei confronti della comunità. Chi ha firmato quegli emendamenti ha messo la faccia anche di fronte ai Sindaci, chi non li ha firmati ha sostenuto le sue battaglie qui. Sarebbe un peccato vedere questa scelta passare attraverso un voto segreto. Io spero che ci sia la forza politica di mettere tutti nelle condizioni di assumersi la propria responsabilità, se non sarà, andrà bene lo stesso, i giochi della democrazia passano anche attraverso il Consiglio regionale, sarà una sconfitta soprattutto per chi l'ha proposta quella scelta, non sarà la sconfitta di chi andrà sotto al voto segreto, sarà la sconfitta di chi ha messo la faccia coerentemente, brillantemente, in un'idea diversa rispetto a quella che noi abbiamo messo in campo.

Avrei ancora tante cose da dire, però io credo che le persone si aspettino da noi - daremo tutte le attenzioni agli ordini del giorno - una discussione definitiva sugli emendamenti e una proposta di legge che possa finalmente cominciare il suo percorso di risposta fuori da questo Palazzo, fuori da questo Consiglio e nei confronti delle persone che attendono ormai da tempo.

Presidente - Assessore, lei ha richiamato il lavoro in presenza o meno della Presidenza del Consiglio e quindi mi preme fare qualche puntualizzazione. Io spero che il dibattito politico rimanga sempre e solo sul livello politico di chi ha scelto di mettere la faccia e di portare avanti un progetto appunto in ambito partitico-politico. Direi che non possiamo accettare che invece vengano tirate in mezzo nelle discussioni, probabilmente dal clima di campagna elettorale, come tutti hanno affermato, gli uffici della Presidenza del Consiglio e per questo mi consenta di puntualizzare che la Presidenza del Consiglio ha sempre lavorato durante tutto il periodo di lockdown, anzi credo che i Commissari di II Commissione possano confermarlo, in maniera anche molto più importante del solito, proprio a supporto dell'attività dei Consiglieri. Mi dispiace se qualcuno le ha riferito, qualche eletto immagino, che non è riuscito ad avere una risma, credo che i Consiglieri siano dotati anche di mani e possano procurarsi le risme di fogli da soli. Il personale della Presidenza del Consiglio è stato collocato in smart working, soprattutto per quanto riguarda la parte dei gruppi consiliari poiché i Consiglieri non erano presenti fisicamente, quindi giustamente, anche in ottemperanza alle disposizioni nazionali, non essendoci i Consiglieri in ufficio, non c'era nemmeno il personale. Dal primo giorno la Presidenza del Consiglio ha sempre garantito, attraverso i suoi dirigenti, attraverso i suoi dipendenti, la presenza e l'ausilio a questi Consiglieri. Questo quindi credo sia dovuto da parte nostra riconoscerlo, ringraziando chi in questi mesi ci ha supportato in una forma di lavoro non sempre semplice. Credo che tutti noi lo abbiamo visto e per questo non posso permettere che venga accusata appunto la Presidenza del Consiglio in generale di una carenza di lavoro e di attività in questo momento. La parola all'assessore Bertschy.

Bertschy (AV) - Presidente, la ringrazio per la precisazione. Per il rispetto che ho delle persone, assolutamente la mia non voleva essere un'accusa ai lavoratori, ci mancherebbe, come credo aspettino delle scuse quei lavoratori che in questa difficoltà hanno subito anche degli attacchi sui social, per esempio, rispetto all'attivazione delle misure. Io quindi mi scuso se questo è stato interpretato in questa maniera, mi scuso con lei, facciamo attenzione a tutti i nostri lavoratori e a tutti i dipendenti che in Amministrazione regionale sanno fare, quando viene richiesto, il loro lavoro con precisione, impegno e dedizione.

Presidente - La ringrazio, credo sia dovuto ai nostri collaboratori. In fase di replica, prego, presidente Testolin, ha la parola.

Testolin (UV) - Partirò da questa ultima considerazione che ha fatto lei con il collega Bertschy per ripercorrere un attimino quella che oggi è stata una rivisitazione di questi ultimi cento giorni. Un doveroso ringraziamento a tutti coloro che hanno contribuito a vario titolo e con le loro possibilità e opportunità a essere presenti o a essere comunque utili in questo percorso che ha stravolto in questi pochi mesi, anche se sembrano periodi molto più lunghi, il nostro agire quotidiano, il nostro modo di confrontarci, il nostro modo di prendere delle iniziative, il nostro modo di assumerci delle responsabilità che nel tempo si sono susseguite. Ecco, oggi c'è stata la possibilità per tutti i Consiglieri di esprimere - ed era evidente che fosse così - una serie di considerazioni su quello che è stato il percorso che ci porta oggi in quest'aula a decidere in merito a una legge importante, una legge che potrà dare delle risposte attese per il percorso di rilancio economico e di sostegno alla nostra economia. Un discorso che parte dai primi di marzo di quest'anno e quindi quattro mesi fa, cento giorni o giù di lì, dove un giorno per l'altro ci si trova confrontati con una situazione che sinceramente a ripensarla non si trovano le parole per riuscire a descriverla in quelli che sono i sentimenti, le paure, i timori, le necessità, la forza per poterla contrastare. Penso che sia una sensazione che ognuno di noi ha vissuto a suo modo e con le sue paure e con i suoi impegni, con le sue responsabilità, qualunque ruolo avesse in quel momento. Ci sono dei ruoli che più di altri ti pongono davanti a delle scelte, a delle scelte che fortunatamente sono anche supportate, se così possiamo dire, da una serie di informazioni che probabilmente non sono a disposizione di tutti, non sono condivise da tutti, sono frenetiche e improvvise come la pandemia, e sono frutto di confronti anche con altre realtà, sono frutto di confronti con altre criticità, sono messe a confronto a situazioni che si vivono su tutto il territorio nazionale nello stesso modo, perché la salute, come poche altre cose, è uno di quegli aspetti che non ha latitudine e deve essere, a mio avviso, affrontata come una priorità in senso assoluto, una priorità per salvaguardare prioritariamente le nostre famiglie, i nostri amici, i nostri conoscenti; se hai altri ruoli, la nostra Regione, il nostro Stato, l'Europa e il mondo intero. È un meccanismo che ha coinvolto a tutti i livelli personalità di grido, gente che ha urlato certe cose e poi ha dovuto ritrattare; ognuno ha il suo modo di affrontare le criticità, ha la sua possibilità di confrontarsi nel momento in cui ne ha bisogno con chi ha più fiducia, così come quando all'interno di una famiglia hai un'emergenza sanitaria, vai a cercare il medico che conosci meglio, magari non il più bravo, ma quello per il quale provi e ti confronti per avere un consiglio che possa rassicurarti, che possa essere disinteressato e che possa essere qualcosa da poter mettere in moto. Ecco, in questo periodo le sensazioni che si sono susseguite hanno dato adito evidentemente all'opportunità di ricevere tante critiche, ma anche alla certezza di aver sempre cercato di operare nel migliore dei modi e nell'interesse soprattutto della necessità primaria di dare le risposte che si intravvedevano come le più adeguate in un momento di forte criticità.

L'attività che è stata portata avanti, anche sotto pressioni molto importanti da parte di collaboratori con i quali, è stato ricordato da chi mi ha preceduto, ci si è scontrati in maniera anche non semplice: dico "scontrati" non a caso, ma perché su determinate scelte ci si è trovati su situazioni totalmente diverse... non c'è la controprova se quello che sarebbe stato il risultato... se avesse potuto portare a dei risultati migliori, ma credo che, tout compte fait, determinate situazioni sono state attenzionate, governate e risolte grazie alla presenza di chi è stato messo in campo, alla professionalità, alla dedizione di tutta una serie di persone, volontari, professionisti, super professionisti, gente che come noi probabilmente non aveva mai vissuto questo tipo di situazione, e adesso sarà più preparata per poterla affrontare nel prossimo futuro e avrà a disposizione tutta una serie di dati raccolti, di confronti, di opportunità che fino a oggi non c'erano fortunatamente mai state. Ecco, alla fine di questo percorso ci sarà il tempo di mettere in fila non solo le sensazioni ma anche le criticità che si sono affrontate in maniera un po' più organica di quello che si riesce a fare oggi ancora fortemente impegnati a cercare di dare altre risposte, quelle che si vedono oggi qua in quest'aula. Alla fine di un percorso in cui, come anche qua ha già detto qualcuno prima di me, più di una volta è venuta la tentazione di abbandonare per fare delle scelte più semplici, per togliersi dalle responsabilità che toccano l'amministratore e che toccano ancora maggiormente quando le si affronta in una situazione di ordinaria amministrazione ormai, se vogliamo dire, di delegittimazione dal punto di vista istituzionale, ma che ti impongono per certi versi di dover portare a compimento un percorso anche sapendo che questo non possa assolutamente essere un trampolino di lancio per qualcosa di positivo. Se qualcuno pensa che all'interno di questo percorso uno abbia potuto intravvedere delle possibilità di farsi, chiamiamola volgarmente, pubblicità, perché non la voglio chiamare in un altro modo, o di "farsi bello" di fronte a una situazione del genere, beh, non gli auguro di provare ma sicuramente lo auguro a ripensarci o a condividere magari qualche pensiero in un momento un po' più tranquillo. Poi si capisce che in queste situazioni le scelte che vai a fare, che vai a proporre saranno sempre oggetto di critica perché sono impopolari. Se poi ci si limita a intravvedere molte volte l'autonomia come la possibilità di aprire gli orti due giorni prima o due giorni dopo gli altri, queste sono delle visioni un po' miopi. Io credo che l'autonomia si eserciti nel cercare di garantire alla nostra popolazione quell'attenzione e quella sicurezza che prioritariamente e soprattutto in questa situazione era dovuta.

Detto questo, oggi siamo al terzo provvedimento legislativo, terzo provvedimento che è un punto di partenza non un punto di arrivo: un punto di partenza che dovrà vedere ancora molto lavoro con le forze che sono rimaste a questo Governo e anche agli uffici che si sono prodigati in questi mesi per garantire il massimo della celerità in ogni iniziativa, sia essa normativa, di attenzione a quelle che erano le necessità da un punto di vista della ripresa economica, dal punto di vista della sanità, da un punto di vista dell'informazione al cittadino, da un punto di vista della risposta alle istanze che comunque arrivavano in merito alle aziende che non dovevano chiudere o potevano non farlo, alla intersezione che c'è stata forte e costante con le Forze dell'ordine, prima chiamate a proteggerci e poi chiamate a non vederci o a attenzionarci di meno nella fase di ripartenza. Ecco, io penso che in questo percorso ci siano tante cose che potranno darci spunti di riflessione per il futuro e anche per redigere nella prossima campagna elettorale dei programmi che possano contemplare delle visioni che non avevamo mai visto. Tra queste sicuramente ci sarà la possibilità di rivedere, di ripensare, anche alla luce degli sforzi fatti da tutti in questo senso, perché condivido che lo stimolo impartito con la legge n. 5, pur in maniera non compiuta, abbia permesso all'Amministrazione regionale di avviare un processo di innovazione del quale si è cercato di fare tesoro anche in questa legge, ipotizzando che l'impostazione di questa proposta potesse sviluppare ulteriormente delle tecniche di automatizzazione di tutta una serie di acquisizione di dati. L'auspicio è anche quello che a regime, e non soltanto per questo periodo che ci vede coinvolti fino alla fine dell'anno, possa consentirci ancora uno snellimento delle impellenze e delle necessità burocratiche da seguire, perché fortunatamente ancora per questo provvedimento e ancora per i prossimi sei mesi avremo la possibilità di allentare gli obblighi di una burocrazia che ci impone sovente trasversalmente di acquisire tutta una serie di dati, di permessi, di informazioni, di nozioni che il cittadino è obbligato a fornirci e che allunga, attraverso istruttorie sempre più complesse, i tempi di risposta.

La sfida che oggi si lancia è una sfida raccolta nel mese di aprile con il provvedimento n. 5, che ha voluto portarsi un po' avanti, l'ho detto nell'intervento di ieri pomeriggio, che evidentemente dovrà fare i conti con quella che sarà un'approvazione di questa legge, un'approvazione che oggi è stata messa in luce come una responsabilità solo di questo Governo, è una responsabilità io credo di tutti. La responsabilità del Governo è stata quella di proporre un disegno di legge, di indicare delle iniziative, alcune innovative, alcune che vanno nel solco della sussidiarietà, alcune che tengono conto del fatto che la nostra comunità e le nostre risposte sono arrivate in questo periodo di crisi tanto dalla Regione quanto dai nostri Comuni, dalla presenza capillare sul territorio di persone che si sono assunte la responsabilità di gestire questa pandemia e che oggi, da domani, se ci sarà da domani, dalla prossima settimana o da quando sarà, si dovranno assumere anche una parte di responsabilità del rilancio della nostra economia, con scelte che vadano esattamente nella direzione che è stata indicata o proposta comunque su questo disegno di legge.

Io oggi ho trovato, oltre a quelli che sono gli sviluppi, dicevo prima, di critiche di momenti di giudizio del percorso di questi ultimi tre mesi, anche alcune proposte che sono più attinenti al disegno di legge che oggi siamo a discutere; proposte che sono più affini alla proposta presentata, proposte che sono, diciamo, alternative o comunque che danno una visione diversa. Ecco, io ieri ho esplicitato una cosa che è sotto gli occhi di tutti ormai da mesi: l'impossibilità da parte del Governo di avere una maggioranza che superi o che raggiunga comunque i 18 voti; penso anche che però, come detto anche da qualche Vicepresidente del Consiglio, non ci si debba nascondere dietro la possibilità di accordarsi a ogni costo su ogni cosa. Penso che ci siano delle visioni che possono trovare dei miglioramenti e qualcuno ha detto che sono state presentate 200 idee, tra queste 200 idee ce ne saranno sicuramente di quelle che sono più allineate con una visione, che è quella del disegno di legge n. 60, altre che lo sono di meno, altre che si sono trovate a dover giustificare il loro contrasto con gli Enti locali. Io penso che, quando si cerca di fare delle proposte che sono sostenibili, ci si possa anche giustificare ma si debba anche tranquillamente cercare di sostenere quello che si è proposto; bisogna farlo con la consapevolezza che ogni scelta ha dei rischi, ogni scelta può essere soggetta a un giudizio, ogni scelta avrà qualcuno che la sostiene e tanti che la criticano. Questo è un percorso che abbiamo vissuto, abbiamo mai apprezzato, ma con il quale abbiamo imparato un po' a convivere. Lo faremo ancora nei prossimi giorni con l'impegno, quello sì, che se questo disegno di legge verrà licenziato, i nostri ultimi sforzi saranno ancora quelli, e dovranno essere ancora quelli, nei prossimi mesi di lavorare affinché questo disegno di legge possa dare i suoi frutti, e questo non va confuso con altre iniziative, non va confuso con altre arrières-pensées, che sono stati espressi in malo modo, a mio avviso, in quest'aula in alcuni interventi.

Credo che l'impegno sarà assolutamente quello di continuare a lavorare con l'aiuto delle strutture che dovranno ancora una volta supportarci tecnicamente e che molto in trasparenza hanno già iniziato a lavorare e a dirci che le possibilità di partire con quelle che saranno le misure a favore, soprattutto delle risorse da destinare al ristoro delle attività commerciali e produttive, non potrà avvenire prima del 20-22 di luglio per un allestimento completo e definitivo dei meccanismi per poter poi accelerare e dare le risposte nella maniera più puntuale possibile. Questo per la massima chiarezza, proprio perché evocata sempre da tutti e voluta solo quando le cose le fa qualcun altro. Penso che questo non sia un modo troppo giusto per approcciare le problematiche, penso invece che bisogna essere molto onesti, l'onestà generalmente, se non subito, alla lunga paga ed è con questo principio che chiediamo e crediamo di poter trovare un percorso condiviso con coloro che hanno presentato alcune di queste 200 idee migliorative e di portare a compimento questo disegno di legge per metterlo a disposizione della nostra Regione.

Presidente - Possiamo quindi ora passare all'esame degli ordini del giorno con l'esame del primo ordine del giorno e lascerei subito la parola al vicepresidente Distort.

Distort (LEGA VDA) - Partiamo subito dopo questa parte di maratona con un ordine del giorno che confesso è particolarmente tecnico e quindi spero di riuscire a spiegarlo correttamente in modo tale che sia acquisito nella maniera più completa. Allora, trattiamo di un caso che, tra l'altro, è stato segnalato dalle Amministrazioni comunali, dagli uffici tecnici. Se vogliamo dare un aiuto ai Comuni, quindi questo è un metodo, un modo e un'opportunità per dare un aiuto concreto a costo zero. Premetto ancora che questo discorso tratta l'allineamento delle pratiche urbanistiche, l'allineamento della documentazione depositata negli uffici comunali per le costruzioni che sono avvenute negli anni Sessanta-Settanta e i primi anni Ottanta, periodi in cui si costruiva in base a un permesso di costruire e si depositava chiaramente la documentazione progettuale. In sede di esecuzione potevano avvenire, d'altronde l'urbanistica lo prevede, varianti sui lavori concessionati. Queste varianti all'epoca in tanti casi non sono state trasmesse nei Comuni, non sono state depositate. Cosa significa? Si sono commessi degli abusi? Assolutamente no, questa era una prassi. La prassi prevedeva il rilascio del titolo abilitativo per eseguire i lavori con la documentazione depositata, poi in fase di esecuzione si potevano svolgere delle modifiche, tra l'altro, in certi casi anche consistenti in incremento dell'unità immobiliare, in certi casi, soprattutto in realtà condominiali, c'erano addirittura delle sopraelevazioni di piano sulla base di un progetto depositato di piano tipo, però cosa succede? Attenzione, perché questa è la fase importante. Queste modifiche venivano dichiarate al Catasto, quindi catastalmente le opere eseguite hanno rispondenza. Se era in vigore dopo il 1971 la legge relativa che disciplinava le norme per la progettazione strutturale, esisteva il collaudo strutturale, si concludeva l'iter di agibilità con un sopralluogo che veniva svolto...

Presidente - Un po' di silenzio, per cortesia, perché si fa fatica a seguire.

... con la visita dell'ufficiale sanitario che constatava la regolarità dal punto di vista igienico-sanitario. Tutto questo ha fatto sì che diverse unità immobiliari costruite negli anni Sessanta, Settanta e prima degli anni Ottanta hanno di fatto avuto una loro regolarità edilizia, però questa regolarità edilizia non corrisponde per quanto riguarda la documentazione, i disegni, piante, sezioni e prospetti depositati negli uffici comunali. Ora, l'obiettivo è portare all'attenzione del Consiglio, fondamentalmente portare all'attenzione del Governo questa problematica. È una problematica che si risolve con un provvedimento dirigenziale o con una delibera di Giunta, si tratta semplicemente di una misura a scala regionale che autorizzi i Comuni a poter accogliere pratiche di allineamento delle documentazioni depositate negli uffici. In questo modo si risolve e si sana una situazione che non è un abuso, ma che comunque corrisponde a una situazione di disallineamento, di non corrispondenza della documentazione depositata. Perché oggi nell'emergenza Covid? Perché ovviamente se i possessori di queste unità immobiliari oggi vanno a chiedere un mutuo e chiedono una garanzia bancaria e hanno bisogno di un'ipoteca, non possono farlo. Se hanno bisogno di operare una compravendita, non possono farlo perché manca quel pezzetto di regolarità dal punto di vista urbanistico edilizio. Se hanno bisogno di fare dei lavori di adeguamento per le norme relative al contenimento epidemiologico, non lo possono fare e non possono farlo in regola. Ecco, si tratta di regolarizzare una situazione di fatto con una documentazione svolta da un tecnico abilitato. Spero di essere chiaro, quindi chiedo al Governo regionale "di avviare tempestivamente con gli uffici competenti un approfondimento relativo all'individuazione di un percorso che, attraverso l'allineamento documentale presso gli uffici comunali, permetta la regolarizzazione della situazione descritta nelle premesse".

Presidente - Qualcuno intende intervenire? La parola al collega Ferrero.

Ferrero (VDALIBRA) - Certamente tutto quanto va nel senso della sburocratizzazione e nel chiarimento delle norme e questo è, secondo me, un sassolino che viene buttato in quella specie di "lago" di interpretazioni, che spesso poi va a ostacolare il fatto che uno deve ristrutturarsi una casa, aprirsi una finestra, allargarsi una porta, andare a fare delle verifiche documentali in un caso di cui sono testimone proprio diciamo personalmente, mi erano state chieste delle cartografie del 1935, quando all'epoca al Catasto non c'era neanche bisogno di fare quella presentazione. Questo quindi può essere un segnale di una direzione che dovrebbe poi andare ad affrontare il problema generale della questione del rispetto dei vincoli architettonici e di tutte quelle norme e di quelle cose poco chiare che alla fine come unica poi soluzione per il privato danno la possibilità di vendere o svendere magari l'abitazione o il piccolo appartamento di famiglia perché non è possibile o comunque è possibile regolarizzarsi solo con costi che sono dei costi esagerati. In questo caso quindi si va in una direzione, che è una direzione decisamente condivisibile ma deve essere semplicemente un passo, un segnale di un percorso che si vuole intraprendere.

Presidente - Altri? Se non ci sono richieste, mettiamo in votazione. Apro la votazione. Chiudo la votazione.

Presenti, votanti e favorevoli: 35

Il Consiglio approva all'unanimità.

Presidente - Ordine del giorno n. 2. Per l'illustrazione, la parola al vicepresidente Distort.

Distort (LEGA VDA) - Il secondo ordine del giorno è relativo a un progetto di riapertura delle scuole di montagna, scuole di paese. Premessa la nota emergenza epidemiologica che ha portato alla chiusura delle scuole e l'adozione della didattica a distanza, visto il disegno di legge che stiamo cercando di approvare, si propone di attuare provvedimenti urgenti in materia di edilizia scolastica, preso atto che l'edilizia scolastica è indirizzata da anni a scelte orientate all'accentramento dei plessi con ingigantimento delle dimensioni, e rilevato che invece le scuole o gli spazi disponibili nell'ambito dei Comuni nelle nostre vallate garantirebbe delocalizzazione, distanziamento e quindi come tale avrebbe un ottimo vantaggio, risulterebbero molto vantaggiose e potrebbero far crescere un senso di maggiore appartenenza degli allievi alle comunità locali. Consideriamo anche che le piccole scuole di montagna potrebbero fornire spazi adeguati al fine di diminuire il sovraffollamento dei plessi scolastici più grandi. Si potrebbe configurare la situazione in cui, nell'ambito delle nostre realtà territoriali delle valli, si realizzino luoghi di didattica dove si possono fondere modelli assolutamente innovativi, quindi fondere sia la presenza fisica legata a un numero contenuto di persone che svolgono le loro attività didattiche sul territorio in vicinanza ai propri luoghi di abitazione, evitando gli accentramenti nell'ambito cittadino, e nello stesso tempo l'applicazione di metodologie di comunque didattica a distanza ma svolte con una presenza contenuta di allievi e con la presenza e sotto la sorveglianza di personale educativo. Questa è una proposta del personale educativo, potrebbe essere invece il coinvolgimento di tutto quel personale docente che ha bisogno di un rinnovo del proprio contratto, che ha bisogno di un coinvolgimento, quindi sarebbe l'opportunità anche di estendere le possibilità lavorative per coprire il fabbisogno didattico e nello stesso tempo la richiesta di posti di lavoro. In questo spirito... ovviamente io parlo di scuole di montagna, nel momento in cui parlo di scuole di montagne intendo spazi comunali, spazi individuabili, ovviamente di concerto con gli Enti locali, opportunamente idonei dal punto di vista edilizio e igienico-sanitario.

L'impegnativa dell'ordine del giorno è: "si chiede al Governo regionale di adottare tempestivamente ogni iniziativa di propria competenza e in dialogo con gli Enti locali, al fine di avviare un piano di riapertura delle scuole nei piccoli comuni che, oltre ad alleggerire i plessi scolastici più grandi, congestionati da classi in sovrannumero, garantirebbero una maggiore qualità didattica e sociale e un maggior rispetto delle misure di contenimento dell'epidemia da Covid-19".

Presidente - Ci sono richieste di intervento? La parola all'assessore Certan.

Certan (AV) - Quest'ordine del giorno credo sia interessante e lo prendiamo in considerazione. Ci sono diversi Comuni di montagna che in questi giorni ci hanno contattato e hanno messo a disposizione anche i loro spazi. Io chiedo al collega Distort se è d'accordo al fine di avviare un piano di riapertura, direi anche di mantenimento, perché ci sono alcune piccole scuole o plessi scolastici che non hanno più il numero necessario di studenti per mantenere in quella sede il plesso, mentre con l'emergenza Covid, con le regole che direi sono quelle che ci hanno accompagnato in tutta questa emergenza che sono tre: no assembramento, distanziamento e pulizia frequente, è evidente che le piccole scuole, anche piccoli spazi possono dare questo respiro ai plessi più grandi. È quindi assolutamente di buon senso, peraltro nell'articolo sull'edilizia scolastica, proprio anche in virtù delle funzioni da commissario che il Sindaco di un Comune o il Presidente della Regione potrà avere, vi è anche prevista la stesura e la ricognizione da mettere in un piano che può andare in questa direzione. Peraltro ci sono interlocuzioni già fra diversi Comuni, il Comune di Aosta ha avuto interlocuzione anche con il Comune di Roisan, ad esempio, per quanto riguarda alcune classi che appoggiano sul plesso di Porossan e che potrebbero essere accolte anche da un altro Comune. Credo quindi che, proprio nell'ottica della sussidiarietà, ci sia questo aiuto. Non vado nel dettaglio dell'impegno, io credo che quanto lei ha spiegato possa essere davvero anche interessante e, ripeto, credo che l'aiuto reciproco che i vari Comuni nel tempo e nella storia valdostana hanno avuto debba davvero essere di nuovo valorizzato, proprio in virtù anche di quelle relazioni che si stanno riprendendo.

Presidente - La parola alla collega Pulz.

Pulz (ADU VDA) - Per quanto l'école d'hameau d'antan mi smuova un sentimento tipo quello libro "Cuore", non condivido per nulla quest'ordine del giorno: in primis per quella voce che sta nelle premesse, laddove dite che avete rilevato che le scuole d'hameau avrebbero l'enorme vantaggio di far crescere un maggior senso di appartenenza degli allievi alle comunità locali. Ecco, questo senso di appartenenza, non so perché, ma mi fa venire un po' di orticaria istintiva e credo che andrebbe approfondito, ma soprattutto mi disturba quel punto che si intitola: "precisato che gli studenti...", eccetera, perché lì si parla di lezioni attraverso la didattica a distanza in collegamento. Ecco, io credo veramente, scongiurando una possibile nuova ondata di contagi, credo veramente che noi dobbiamo andare oltre questi mesi di didattica a distanza, che è stata di fatto una didattica d'emergenza, cioè l'unica cosa che di fatto potevamo fare per non chiudere l'anno scolastico il 5 marzo, che sarebbe stato veramente drammatico. Qui poi stiamo parlando di scuola primaria immagino e quindi assolutamente non la didattica a distanza, proprio un'idea che è controproducente e lo dicono i pedagogisti, lo dicono gli psicologi, l'hanno detto anche i pediatri, quindi non sono assolutamente d'accordo.

Presidente - La parola alla collega Minelli.

Minelli (RC-AC) - Io non entro nel merito della parte che si riferisce al senso di appartenenza. Sono piuttosto perplessa invece dall'impianto di tutto l'ordine del giorno perché innanzitutto non si precisa quali alunni, e di quali ordini di scuole, sarebbero interessati da questa didattica a distanza. Se si parla di alunni della scuola primaria, nei nostri 73 comuni, esclusa Aosta, che forse ha qualche problema in più, avere delle scuole dove mettere degli alunni di altri comuni mi sembra una cosa già un po' difficile. Mi chiedo poi, secondo questo ordine del giorno, come si risolverebbe il problema dei trasporti, perché avremmo il problema di trasportare gli alunni; si parla inoltre di sorveglianza, di personale educativo e si indicano operatori di sostegno e simili e sappiamo tutti qual è la situazione degli operatori di sostegno, degli insegnanti di sostegno: se andiamo a fargli fare la sorveglianza nelle scuole sparse sul territorio, non riusciamo poi ad averli sugli alunni che ne hanno la necessità, direi documentata in tutte le maniere... Oltre al fatto di dire: "troviamo una soluzione, visto che non abbiamo spazi, li portiamo un po' di qua, un po' di là", non riesco a capire qual è il senso. Non solo, ma si parla di didattica a distanza in collegamento con gli insegnanti delle scuole madri. La didattica a distanza allora tanto vale se la fanno da casa! O comunque nel Comune dove risiedono, che organizza degli altri spazi; ma non ci mettiamo a trasportare alunni in tutta la Valle d'Aosta per andarli a portare un po'... che ne so? a Etroubles, un po' a Saint-Oyen e un po'... no, per me è una cosa che non sta in piedi.

Presidente - La parola alla collega Morelli.

Morelli (AV) - Volevo fare anch'io qualche riflessione in merito a quest'ordine del giorno, che, da una parte, capisco, dall'altra, però, avrei bisogno dello stesso tipo di chiarimento chiesto dalla collega Minelli. Quando si parla di scuole di vallata, io immagino ci si riferisca alla scuola primaria o dell'infanzia, comunque a una fascia di alunni che arriva agli 11 anni. Nella premessa dell'ordine del giorno si dice: "preso atto che da anni l'edilizia scolastica è indirizzata a scelte orientate all'accentramento dei plessi, con ingigantimento delle dimensioni...". Se si parla di scuola primaria, io per le realtà di vallata che conosco nella mia zona - e penso a Valgrisenche, a Valsavarenche, alla Valle di Rhêmes - le scuole sono state mantenute sul territorio, non si sono obbligate le famiglie a spostarsi o, meglio, le famiglie si sono spostate ma non perché mancassero le scuole primarie e quindi non mi è chiaro quale sia l'obiettivo. È vero che si è scelto di orientarsi verso l'accentramento dei plessi, ma io credo, non sono un insegnante, anche per permettere una didattica che veda insieme nelle aule un numero di allievi che renda l'insegnamento più stimolante, che faciliti la relazione sociale, perché piccolo è bello, sicuramente, ma non sempre piccola scuola è così bello, essere in una classe di 2-3 bambini forse non è sempre il massimo. Per quanto so io, laddove sarebbe estremamente difficoltoso spostare i bambini - e io penso ai bambini di Valgrisenche - della scuola materna o della scuola primaria, non è pensabile portarli quotidianamente in basso nella valle centrale, in quel caso credo che si siano mantenute le scuole. Francamente quindi non mi è chiaro qual è l'obiettivo.

Presidente - Assessore Certan, non c'è più tempo a disposizione. La parola alla collega Trione.

Trione (SA) - Anch'io faccio un po' fatica a capire il senso dell'ordine del giorno dal punto di vista del contenuto, quindi ribadisco anch'io, com'è già stato detto, la didattica a distanza è stato un modo per in qualche modo venire incontro a questa situazione difficile ma non è sicuramente auspicabile, abbiamo detto che le relazioni sono importanti, quindi mi sembra che in questo modo si andrebbe contro tutto quanto abbiamo detto, sia dal punto di vista organizzativo... perché con quali risorse questi bambini starebbero nelle scuole? Mi sembra quindi che ci sia una serie di questioni sia dal punto di vista organizzativo del personale che di contenuto che non permettono insomma di condividere fino in fondo l'ordine del giorno.

Presidente - Altri? La parola al collega vicepresidente Distort.

Distort (LEGA VDA) - Sarà un record da battere quello di stare in cinque minuti per replicare alle richieste. Mi rendo conto che l'ordine del giorno è un ordine che ha bisogno di un approfondimento, motivo per cui l'impegnativa era esattamente di adottare ogni iniziativa per approfondire un tema, nel senso che l'obiettivo è quello di creare delle opportunità alternative all'attuale situazione di didattica a distanza, in alternativa, si tratta di studiare nuovi modelli dove il decentramento diventa, anziché una penalizzazione, una virtù, un vantaggio dal punto di vista del distanziamento, un vantaggio dal punto di vista della possibilità di questi ragazzi di rimanere nel proprio territorio. Non dobbiamo metterci a fare un servizio di pullman per portare la gente su Valgrisenche o a Valsavarenche, a Valtournenche, eccetera. Dobbiamo fare in modo che le persone che abitano in un certo territorio possano trovarsi. Ripensare nuovi modelli, l'obiettivo è solo questo: avere la capacità di ripensare, questo è chiesto a un'amministrazione, questo noi chiediamo all'azione di governo. Non ho nessun dubbio, nessun problema a riesplicitarlo. È chiaro che comunque l'ordine del giorno o viene votato così o sennò verrà ripreso in altre sedi, ma l'obiettivo è questo, poi che la collega Pulz esprima la sua anaffettività verso tutto ciò che abbia delle radici era più che scontato, per me questa è una conferma che sono sulla strada giusta.

Presidente - Ha chiesto la parola il vicepresidente collega Farcoz.

Farcoz (UV) - Quelques considérations sur cet ordre du jour sur lequel évidemment on devrait faire différentes réflexions, mais je crois que l'esprit dans lequel est inséré soit suffisant pour moi personnellement évidemment pour voter en faveur, parce que dans ces années on a fait beaucoup d'efforts pour maintenir les écoles d'hameau dans le territoire, dans les vallées latérales évidemment pour permettre celle vie de montagne pour laquelle nous avons investi pas mal d'argent de toute la communauté. Si on met en doute la question des numéros, évidemment nous sommes contre ce modèle fédéraliste que nous avons bâti dans ces années pour lequel nous sommes en train de combattre pour maintenir cette vie de montagne qu'autrement n'aurait pas d'espoir.

Concludo con una piccola considerazione. Prima ho inteso, magari ho mal interpretato un ragionamento un po' sinistro, quasi contro les écoles des hameaux. Io voglio ricordare che delle persone come i Trèves e i Chanoux e tutti coloro che sono i padri fondatori storici della nostra autonomia per i quali possiamo essere qui a difendere certe peculiarità, si sono battuti fortemente quando nel 1921 il Fascismo ha voluto sopprimerle. Io quindi voglio ricordare che qui dentro non si può solo ed esclusivamente fare dell'amministrazione ma a volte ci devono anche essere dei principi che ci animano e se abbiamo potuto in questi anni sviluppare tutta una serie di territorialità e di sviluppo delle nostre montagne, è anche grazie a questa volontà di mantenere i comuni, di voler mantenere le scuole, di mantenere i servizi nelle nostre vallate laterali.

Dalle ore 19:43 assume la Presidenza il vicepresidente Distort.

Distort (Presidente) - Prima di dare la parola al collega Manfrin, do la parola alla presidente Rini che ha chiesto a voce di intervenire.

Rini (PNV-AC-FV) - Io chiedo scusa ma non posso prenotarmi. Molto brevemente semplicemente per esprimere la nostra posizione e il nostro voto convintamente favorevole a quest'ordine del giorno. Ringrazio il collega Distort per avere portato questo tema così importante, come lo ha peraltro molto bene ricordato il collega Farcoz, che è intervenuto prima di me. Sono dispiaciuta se quest'ordine del giorno non verrà approvato da quest'Aula, anche perché il dibattito che c'è stato sulla scuola, soprattutto sull'apertura delle piccole scuole ha animato e tenuto banco in maniera corposa nell'ultimo mese e mezzo. Addirittura più volte abbiamo assistito, come ormai qualcuno ci ha abituato, a delle boutade, a degli slogan dove si parlava appunto dell'apertura dei piccoli plessi scolastici di montagna. Credo quindi che ora che dalle parole bisogna passare ai fatti, spero che non ci siano difficoltà nel sostenere questa iniziativa, perché mantenere vive le nostre piccole scuole di montagna, e ricordo la grande collaborazione che con il CELVA abbiamo avuto negli anni anche in cui ho avuto l'onore e l'onere di condurre l'Assessorato dell'istruzione, abbiamo cercato di fare grandi sforzi anche... io capisco che il tema non appassioni particolarmente l'Aula ma vi assicuro che intervenire così è difficile. Dicevo che con il CELVA abbiamo provato e siamo andati in deroga alle previsioni proprio anche di contingentamento, di iscrizione di previsione di alunni nei piccoli plessi di montagna, perché l'autonomia - e ci torneremo più volte in questi giorni - e le nostre peculiarità si difendono con i fatti, non con le parole! Siamo stati troppo abituati negli ultimi anni a sentire ogni tre per due e poi andare direttamente in overdose in campagna elettorale del tema della nostra peculiarità e della nostra autonomia, ma poi, quando bisogna poi effettivamente dimostrarlo con i fatti concreti, ahimè, troppo spesso non lo si fa. Io quindi ringrazio il collega e ovviamente il nostro voto sarà favorevole.

Presidente - Il collega Manfrin chiede di intervenire, se il personale tecnico mi dà conferma, dovrebbero rimanere 3 minuti rispetto al mio intervento di replica. La parola al collega Manfrin per 3 minuti.

Manfrin (LEGA VDA) - Al di là ovviamente del fatto di confermare che il gruppo Lega voterà convintamente quest'ordine del giorno, mi sono sentito ovviamente in dovere, alla luce di quanto è stato dichiarato dalla collega Pulz, di pormi degli interrogativi. Ecco, al di là del merito specifico della parte relativa a questa impegnativa di quest'ordine del giorno, mi ha colpito particolarmente un'affermazione che ha fatto la collega Pulz relativamente al richiamo delle radici, un richiamo che giustamente, come ha detto anche il collega vicepresidente Distort, facendo uno specifico riferimento al fatto che... quando si parla di radici, evidentemente noi siamo assolutamente granitici sul sostenere questo richiamo e venendo da una tradizione di destra che ha come motto una frase che io ho nella mia cameretta, che è: "Le radici profonde non gelano mai", che è associata a una bellissima immagine di un albero in inverno... Appunto mi chiedevo il perché di questa idiosincrasia verso questo tema delle radici ma anche del senso di appartenenza verso una comunità dal momento in cui però, com'è stato ricordato anche giustamente da parte del presidente Rini, poi in campagna elettorale quasi tutte le forze politiche, se non tutte - e mi pare di non sbagliare ma mi pare di aver visto anche all'interno di questo Consiglio parecchi riferimenti anche da parte della collega Pulz -, poi ci si richiama magari perché questo può portare a alcuni consensi facili o magari può pensare di aprire la porta a una specifica fetta di consenso. Quello che mi spiace è proprio questo: il fatto che magari durante la campagna elettorale si faccia leva su questo senso di appartenenza e sulla cura che si deve verso il riconoscimento all'accrescimento del senso di comunità e di appartenenza a un popolo, a una località, a un luogo, poi dopo però a un certo punto lo si denigri lanciando un certo marchio su chi invece si richiama a questi valori. Io spero che lei, collega Pulz, magari abbia anche del tempo, ci possa rispondere su questo tema perché sarebbe davvero interessante capire una volta per tutte cosa ne pensa di questo argomento così avremo stabilito una volta per tutte su quali valori lei fonda la sua azione politica che potremo poi andare a distinguere rispetto alla nostra.

Dalle ore 19:50 riassume la Presidenza la presidente Rini.

Rini (Presidente) - Tre minuti anche per il collega Marzi.

Marzi (SA) - Io prendo la parola per esprimere il voto favorevole a quest'ordine del giorno a titolo personale, soprattutto grazie all'intervento del collega Farcoz che è sempre un piacere ascoltare, e soprattutto perché a tutti gli effetti nel momento in cui ci troviamo nella condizione di parlare di radici, a mio modesto avviso, risulta anche essere fondamentale partire da un principio che, tra l'altro, è assolutamente "chanousiano" e quindi mi collego al collega Farcoz, che giustamente parte dal presupposto che le persone a tutti gli effetti tendono poi a creare delle comunità, mentre invece gli individui non lo fanno, e ovviamente le persone si fondano su quello che sia la famiglia che la scuola creano nel contesto in cui un singolo individuo ha la possibilità di diventare persona. Questo accade unendo l'uomo all'uomo, come diceva Chanoux, ma anche unendo i bimbi, i figli di una famiglia e i bimbi all'interno di un'aula. Questo approccio, che tende poi a far passare le persone a comunità e quindi poi dopo a trasformarle in qualcosa di più grande, secondo me, se posso permettermi, è un approccio che va bene al di là del concetto di semplice radice.

Presidente - La parola al collega Barocco.

Barocco (GM) - Io non posso che essere d'accordo su quest'ordine del giorno, anche perché, quando sento qualcuno che parla di orticaria e quando si parla di radici, a me esplode l'orticaria. Già stamattina avevo cominciato il mio discorso parlando di stereotipi; la collega Pulz non c'era in aula, ma aveva esordito nel suo interessante intervento, poi forse avevo capito male, ma "si danno i soldi agli allevamenti e agli allevatori e pochi soldi alla cultura", ma queste cose qui sono uno stereotipo, perché si deve sempre contrapporre o mettere in evidenza certe relazioni che non ci sono? Poi soprattutto quando ambiente, diritti e non me lo ricordo più il terzo... l'ambiente, l'allevamento, il mantenimento... poi dove c'è scritto che chi lavora nell'ambiente non abbia cultura? Ma questa è una mia interpretazione, non l'ha detto la Pulz. Usciamo un po' quindi da questi stereotipi. Adesso abbiamo scoperto la didattica a distanza, in Australia la facevano forse da sempre perché se qualcuno si ricorda delle scuole, dei villaggi remoti e delle case sparse, così ci colleghiamo un po' a quello che ha detto prima anche Distort quando parlava di architettura e cose dei Comuni, molte sono delle case sparse quelle che non si sa come sono accatastate; per le case sparse dell'Australia c'era la maestra che faceva lezione via radio. Australia e Nuova Zelanda mi sembra che siano ai massimi vertici della cultura e del modo di fare scuola e li prendiamo ad esempio. Io quindi non ci vedo niente di strano se ci fosse una scuola d'hameau moderna che potesse dialogare a distanza con un professore, con una maestra. Una volta a scuola, quando andavo io, c'era le correspondant. Io avevo un correspondant de l'Isère. Altro secolo, ma adesso ci può essere correspondant via etere, quindi non ci vedo nulla di strano. Qui abbiamo sempre la concezione che nei villaggi ci sono quei zoticoni, quei bacan. A me queste cose qui mi fanno un po' uscire dai gangheri, scusate. Nei nostri comuni, nei nostri villaggi les écoles d'hameau erano finanziate da quegli allevatori a cui noi adesso diamo più soldi, forse allora erano più furbi, senza contributi aprivano le scuole. Allora usciamo un po' da questi stereotipi stantii: scuola, allevamento, agricoltura, poi detto da chi fa la lotta per affrancare le classi sociali... ma che diciamo? Mi viene cioè l'orticaria perché facciamo le scuole d'hameau, ma dove siamo? Comunque voterò a favore.

Presidente - La parola al collega Restano.

Restano (VDA ENSEMBLE) - Grazie consigliere Barocco perché ci ha convinti, anche noi voteremo a favore, ma voteremo a favore soprattutto e convintamente perché, dopo aver speso una mattinata a parlare degli aiuti ai Comuni, ai piccoli Comuni, ma ci mancherebbe altro che adesso non trasformiamo in pratica la valorizzazione delle nostre scuole, anzi, dovremmo vincolare dei fondi, i fondi che noi trasferiamo ai Comuni dire: "adesso fate le pareti contro il virus, valorizzate le scuole d'hameau". Dovremmo dare forza a questa nostra convinzione, a questo nostro credo, poi i problemi della didattica effettivamente ci sono e li viviamo. Qui senza investimenti bisognerebbe iniziare a ragionare come ci ha insegnato poc'anzi Barocco.

Presidente - La parola al collega Vesan e mi scuso con lui, si era prenotato prima, purtroppo non vedevo la prenotazione.

Vesan (M5S) - Mi spiace andare un po' in controtendenza, però annuncio il nostro voto di astensione su questa proposta. Non vorrei tanto entrare nella filosofia delle scuole di villaggio. Io abito in un comune con meno di mille abitanti, ho tre bambine che hanno frequentato le scuole del mio comune; non solo, ma hanno anche fatto la didattica a distanza, quindi ho un po' di esperienza diretta. Ho anche un po' di radici particolarmente solide perché il mio bisnonno è partito da Pontboset per venire a Torgnon a fare il maestro delle scuole elementari e quindi una certa affezione per queste istituzioni ce l'ho. Il problema non è l'affezione al territorio e non è nemmeno il quantitativo di risorse, perché sono state messe, per poter mantenere delle scuole aperte in montagna, delle risorse enormi, che hanno inciso pesantemente, per poter dare risultati purtroppo per brevi tempi che alla fine hanno portato alla chiusura o comunque alla complicazione, perché quello che manca per le scuole di villaggio sono i bambini e i bambini nelle scuole di villaggio non mancano perché sono stati accentrati nelle grandi città, poveri bambini di villaggio costretti a urbanizzarsi: mancano perché i loro genitori sono andati a vivere sul fondovalle o in centri più grandi e a causa di questo si è creata una maggior pressione sulle scuole di Aosta e sulle scuole dei comuni principali e c'è stato un grosso problema per poter mantenere aperte le scuole di villaggio. Tanto che in alcuni comuni sono stati fatti con grossissime spese degli sforzi per portare i bambini dal centro più grande al centro più piccolo facendo il contrario, cioè i bambini non vanno a scuola vicino a dove abitano ma vengono deportati dagli scuolabus in un altro centro per poter mantenere una scuola di villaggio che nessun altro invece avrebbe usato.

Altra piccola perplessità su questa proposta di legge è quella che invita a realizzare all'interno delle strutture scolastiche di montagna lezioni attraverso la didattica a distanza. Sono contento per voi che non abbiate dovuto subire, in gran parte immagino, i problemi della didattica a distanza nei piccoli centri della Valle d'Aosta, ma le connessioni dei piccoli centri della Valle d'Aosta fanno schifo e la didattica a distanza è veramente un problema. Io sono favorevole, sono un fervente sostenitore del fatto che si debba fare tutto quello che si può per mantenere i Valdostani nei villaggi dove abitano, dove sono cresciuti, dove sono nati, anche per riportare quelli che se ne sono andati, ma bisogna lavorare per delle infrastrutture che permettano di farlo. Quando le connessioni alla banda larga permetteranno di poter fare attività a distanza, che non sarà solo la scuola, ma sarà il telelavoro, sarà anche la possibilità di gestire il commercio online da parte delle nostre piccole imprese di montagna, allora questo discorso avrà un vero significato. Fatto adesso in questi termini e come risoluzione al problema dell'epidemia, avrebbe dei costi elevatissimi e non porterebbe a soluzioni. Ribadisco quindi il voto di astensione. L'iniziativa è lodevole, però non in questi termini.

Presidente - Collega Minelli, è già intervenuta, non è possibile... ah, chiedo scusa, avanzano tre minuti.

Minelli (RC-AC) - Non li userò tutti. Semplicemente per annunciare l'astensione su questo emendamento, un'astensione che non ha nulla a che vedere con la questione dell'école d'hameau. Vengo dal comune della Valle d'Aosta che per primo ha avuto una scuola pubblica grazie alla donazione di un muratore emigrato che aveva lasciato al suo paese mille scudi per creare una scuola. Ho quindi presente benissimo il valore delle scuole di villaggio e delle scuole comunali che hanno fatto la differenza per la cultura di base di tanti Valdostani. L'astensione è motivata dal fatto che l'emendamento è estremamente confuso nella sua formulazione, non si capisce a che cosa si riferisca esattamente. Ringrazio il collega Vesan per aver anticipato un'altra questione che volevo sottolineare ed è quella della scarsa capacità di connessione che c'è in molti comuni della Valle d'Aosta. Parlare di didattica a distanza in quelle condizioni significa non aver ben chiaro la situazione reale. Infine, mi spiace che ancora una volta, ma com'è successo tante e tante volte, qui si confondano le "pere" con le "mele" e siamo finiti a parlare di questioni ben più importanti quali l'autonomia, eccetera, su un emendamento che doveva essere più tecnico, a mio avviso, e doveva specificare meglio le cose. È ovvio che qui tutto viene utilizzato per vari motivi, ma l'astensione è totalmente giustificata dalla inconsistenza, a mio avviso, del dispositivo di quest'ordine del giorno.

Presidente - La parola al collega Ferrero.

Ferrero (VDALIBRA) - Sarò rapidissimo. Qualsiasi iniziativa che vada a incentivare la presenza sul territorio dell'istruzione nella nostra regione è fondamentale, basta guardare i dati di abbandono scolastico, che sono dei dati che fanno veramente venire i brividi. È singolare quindi che proprio da parte di alcune degnissime rappresentanti del corpo insegnante venga quest'astensione, questo ci fa riflettere su molte cose.

Presidente - Non ci sono altri interventi? Dopo questa prima tranche di ordini del giorno cerchiamo di concentrare gli interventi, perché qua anche gli uffici debbono contare il minutaggio al dettaglio... almeno che la stessa persona faccia un solo intervento. Prego, collega Restano, ha due minuti.

Restano (VDA ENSEMBLE) - Fa specie sentire ex Consiglieri comunali di piccoli Comuni, ex Assessori, ex Vice Sindaci e Sindaci che votino contro un emendamento di questo genere.

Presidente - Posso mettere in votazione? Apro la votazione. Chiudo la votazione.

Presenti: 35

Votanti: 26

Favorevoli: 25

Contrari: 1

Astenuti: 9 (Bertin, Marquis, Minelli, Morelli, Mossa, Nasso, Russo, Trione, Vesan)

Il Consiglio approva.

Presidente - Con l'approvazione di quest'ordine del giorno abbiamo terminato i nostri lavori, che riprenderanno domani mattina alle ore 9:00. Buona serata.

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La seduta termina alle ore 20:05.