Compte rendu complet du débat du Conseil régional. Les documents ci-joints sont disponibles sur le lien "iter atto".

Objet du Conseil n. 1207 du 27 juin 2020 - Resoconto

OGGETTO N. 1207/XV -Continuazione della trattazione del D.L. n. 60: "Assestamento al bilancio di previsione della Regione autonoma Valle d'Aosta/Vallée d'Aoste per l'anno 2020 e misure urgenti per contrastare gli effetti dell'emergenza epidemiologica da COVID-19". (Reiezione di due ordini del giorno. Approvazione di sette ordini del giorno).

Rini (Presidente) - Alla presenza di 30 colleghi, possiamo iniziare i lavori. Siamo all'ordine del giorno n. 3. Darei la parola alla collega Pulz per l'illustrazione.

Pulz (ADU VDA) - Buongiorno a tutte e a tutti e auguri da parte di tutti alla collega Trione. Spero di stimolare anche questa mattina un confronto vivace in quest'Aula, che invogli magari chi non interviene mai a farsi sentire, come è successo ieri sera in chiusura di giornata come ho sfiorato il tema caliente dell'identità; ma abbiamo problemi urgenti da affrontare e non sensi di appartenenza da coltivare a mo' di quei totem e tabù che molti di voi hanno drizzato immediatamente.

La nostra prima proposta di oggi è ovviamente dedicata alla scuola, che ci pone di fronte a un bel dilemma: da un lato infatti dobbiamo salvaguardare il diritto fondamentale alla salute e dobbiamo essere in grado di rispettare nelle scuole tutte le misure di sicurezza, al fine di contenere la possibile nuova diffusione del Covid-19, ma allo stesso tempo dobbiamo anche garantire il fondamentale diritto costituzionale a un'istruzione accessibile a tutte le studentesse e agli studenti e quindi ritornare assolutamente alla didattica in presenza nelle scuole di ogni ordine e grado della Valle d'Aosta, perché la didattica a distanza, lo abbiamo detto più volte, è stata una didattica di emergenza, e meno male che abbiamo avuto almeno quella possibilità, ma di sicuro non si può continuare così da settembre. Però la difficoltà d'individuare soluzioni adeguate per molte classi, in particolare degli istituti di scuola secondaria di secondo grado di Aosta, è oggettivamente grande e penso in particolare al liceo Regina Maria Adelaide, al liceo Bérard e al Licam, la scuola da cui provengo, il liceo classico, artistico e musicale.

Questo a seguito anche della decisione - giusta per carità - dell'Amministrazione comunale di Aosta di utilizzare i suoi locali per la scuola primaria, quelli di Place Soldats de La Neige, e alcune aule dell'istituzione scolastica San Francesco, che costituivano le succursali delle scuole che vi ho appena citato. Ma forse una soluzione c'è, almeno una tra i tanti guai, perché i lavori di ristrutturazione del liceo Bérard, che è stato chiuso inutilmente per tre anni, si trovano ancora allo stadio di progetto esecutivo e non sono ancora stati avviati nei piani dove erano situate le aule che accoglievano le classi.

Quindi noi chiediamo, e vi prego colleghi, non facciamone assolutamente una questione di bandiera politica, perché noi tutti insieme ci stiamo assumendo la responsabilità di allagare o di non allagare quella casa in cui ognuno di noi è cresciuto, che è appunto la scuola, e non possiamo assolutamente condannare i nostri figli, i nostri giovani, a passare il tempo davanti a un desktop anziché cercare di socializzare con gli altri e imparare a vivere insieme da cittadini di oggi e di domani.

Questo è un ordine del giorno solo di buon senso e che ha l'intenzione di andare alla ricerca di soluzioni reali per un problema che potrebbe anche travolgerci tutti come comunità se non lo risolviamo al meglio, e dobbiamo risolverlo entro il primo settembre e oggi è il 27 giugno!

In conclusione, noi chiediamo che il Consiglio regionale impegni l'Assessore alla pubblica istruzione e la Giunta regionale a verificare, con la massima urgenza, l'agibilità del piano terra e del primo e secondo piano del liceo Bérard per le attività didattiche appunto dell'anno scolastico 2020/2021 e quindi a posticipare, perché siamo in emergenza sennò ovviamente non proporremmo assolutamente un'idea di questo tipo; appunto perché siamo in emergenza dobbiamo trovare soluzioni emergenziali.

La proposta è di posticipare - avvalendosi di procedure di massima urgenza e anche dei poteri commissariali straordinari che sono stati attribuiti al Presidente della Regione - e di rinviare questi lavori di ristrutturazione a data da stabilire, ovviamente quando la situazione di emergenza sarà davvero cessata del tutto.

Presidente - La parola al collega Cognetta.

Cognetta (VDALIBRA) - Quest'ordine del giorno mi lascia un po' perplesso perché all'interno della legge ci sono già alcune risposte rispetto a quest'ordine del giorno. ma al di là di questo, collega, vorrei farle notare due cose: la prima è che quando si invocano procedure di massima urgenza che dovrebbero risolvere i problemi che si protraggono da molto tempo - in questo caso però sono problemi già scadenzati, quindi non è che sia intervenuto qualcosa per il quale sia giusto invocare la massima urgenza, saltando tutte le procedure di controllo che normalmente si devono fare per i lavori pubblici come per qualunque altro tipo di appalto - si possono creare delle disfunzioni al sistema, disfunzioni che abbiamo già conosciuto rispetto alle cronache di questi ultimi tempi. Ho sempre dei grossi dubbi quando qualcuno invoca la massima urgenza senza specificare nel dettaglio il perché, visto che i lavori sono già partiti, visto che lavori si stanno già facendo, visto che c'è un piano, visto che c'è una risposta da parte del Governo, giusta o sbagliata che sia, già all'interno della legge, rispetto al problema.

Allora c'è qualcosa che non va su questo ordine del giorno. O lei non accetta ciò che c'è scritto dal Governo all'interno della legge, allora magari lo specificava nell'impegno, o faceva un emendamento, perché un ordine del giorno così su un argomento che è già compreso nella legge che non è stata emendata mi lascia perplesso.

È questo il punto, perché poi se vogliamo dire le cose a tutto tondo, bisogna poi anche compensarglielo, perché se parliamo di un argomento che c'è già nella legge, allora stiamo perdendo tempo con l'ordine del giorno. Si poteva fare un emendamento, ripeto, e la questione cambiava completamente, fermo restando che per quanto riguarda questo specifico argomento la massima urgenza con pieni poteri mi fa davvero paura, veramente, perché non è assolutamente necessaria e soprattutto non la condivido.

Presidente - La parola al collega Aggravi.

Aggravi (LEGA VDA) - Io mi trovo un po' spiazzato, leggendo quest'ordine del giorno, per un motivo molto più semplice e pratico. Io nell'analisi del DL 60 mi trovo appunto l'articolo 26, dove nella relazione viene specificato anche l'obiettivo dell'acquisto di moduli prefabbricati per ospitare l'intera istituzione scolastica del Bérard. Poi leggo l'ordine del giorno e mi trovo dall'altra parte la richiesta - lo ha già detto il collega Cognetta, lasciamo perdere la sottolineatura della massima urgenza - di posticipare, avvalendosi di qualsiasi cosa, i lavori di ristrutturazione a data da stabilire quando la situazione di emergenza da Covid sarà cessata; allora io non capisco il senso, perché se c'è una emergenza, se c'è la necessità di fare dei lavori, Covid o non Covid i lavori devono essere fatti, quindi delle due l'una: o la collega Pulz non ha letto il DDL 60, oppure ha un modo per risolvere i problemi.

E qua mi lego un po' a quando si parlò di Palazzo Cogne, perché è un po' un vizio della collega Pulz pensare che i poteri speciali del Presidente o dell'Assessore possano impedire che ci siano dei problemi strutturali su delle strutture. Quindi io mi chiedo se nel mondo da cui viene il politico o l'amministratore abbiano dei poteri particolari che riescono a impedire appunto alle strutture di avere dei problemi, oppure questa è una, mi perdoni, perdita di tempo perché si poteva andare a parlare della cosa sull'articolo dedicato, oppure, forse, ha degli obiettivi che non sono stati ben rappresentati, però, ripeto, se ci sono dei problemi strutturali e dei lavori da fare su una struttura, Covid non Covid o che il Presidente possa essere anche Mandrake, i lavori devono essere fatti. Questo è quello che io mi chiedo.

Vorrei capire qual è il vero obiettivo di quest'ordine del giorno perché altrimenti è una delle tante perdite di tempo di cui lei spesso accusa quest'Aula e soprattutto tutti quelli che sono a destra di lei.

Presidente - La parola alla collega Minelli.

Minelli (RC-AC) - Io credo di aver compreso la preoccupazione che sottostà all'ordine del giorno che la collega Pulz ci ha presentato e che è cercare delle soluzioni per una situazione complicata, però concordo con quanto è stato detto soprattutto dal collega Aggravi: quella struttura è da ristrutturare, ci sono dei problemi legati a rischi sismici eccetera eccetera. È una struttura che in questo momento ha una necessità, c'è un procedimento avviato e, pur essendo vero che i lavori stanno andando a rilento e che il liceo è chiuso da tre anni, non credo che possiamo noi ora chiedere soprattutto di posticipare i lavori di ristrutturazione, perché allora è quasi una contraddizione in termini: chiediamo di risolvere il problema dell'edilizia scolastica e poi laddove un lavoro è in itinere, se chiediamo di posticiparlo, creiamo un problema ulteriore.

Credo che in tanti siamo d'accordo che ci sia necessità di affrontare, in maniera magari più strutturale di quello che è stato fatto finora, il problema dell'edilizia scolastica, però, pur comprendendo - l'ho detto all'inizio - gli intenti che io ritengo positivi, cioè cercare di contribuire a trovare la soluzione, poi nella formulazione dell'impegnativa non la troviamo la soluzione, anzi, forse è addirittura un po' una complicazione della situazione attuale. Quindi su questo ordine del giorno noi ci asterremo.

Presidente - La parola al collega Gerandin.

Gerandin (MOUV') - Penso anch'io, come la collega Minelli, di capire quali possano essere le sue preoccupazioni, collega Pulz. Sarò molto breve nel mio intervento. Tra le procedure di massima urgenza e i poteri commissariali del Presidente della Regione non c'è quello di stampare moneta, semplicemente per dirle che quando si fanno delle proposte, esse devono amministrativamente stare in piedi e la prima clausola, affinché queste proposte possano essere messe in campo è la copertura finanziaria. Allora, collega Pulz, invece di continuare a buttare sassi nello stagno per smuovere un po' le acque, faccia i percorsi come devono essere fatti. Lei aveva una grande opportunità, quella di emendare e mettere risorse, che è esattamente quello che non ha fatto.

Allora vede, sinceramente, penso che questi spot, lanciati per sollevare il caso senza dare una soluzione concreta, siano inaccettabili.

Presidente - La parola all'assessora Certan.

Certan (AV) - Concordo sugli aspetti trattati dai colleghi Cognetta, Aggravi e Minelli, mi dispiace che lei non abbia letto i documenti che ho inviato alla II e alla V Commissione. perché lei avrebbe visto che nel piano lavori c'è scritto che i lavori sono partiti e il contratto è stato siglato i primi giorni del mese di dicembre 2019. I lavori sono stati sospesi per il Covid e sono ripresi dopo il 17, dopo il Dpcm del 17 maggio o quello del 4, uno dei due, e, oltre a tutto quello che è già stato detto, vi sarebbe anche un problema di contratto con l'impresa, cioè chi pagherà i ricorsi che l'impresa potrebbe fare? Quello che stiamo cercando di fare con il Comune di Aosta è di limitare la zona di passaggio all'interno del prato del Saint-Bénin per poter accedere al cantiere, perché nell'eventualità utilizzeremmo il prato interno per poter mettere dei moduli per la mensa del Convitto, che in questo momento ha dei grossi problemi legati appunto al distanziamento. Stiamo cercando di limitare la zona di passaggio del cantiere perché l'impresa passa dal portone del Saint-Bénin, entra nel prato e porta il materiale.

Nell' articolo di legge 24 bis, tra le altre cose, sulla somma urgenza persino noi siamo dovuti tornare indietro, perché con il decreto scuola del 6 maggio e con l'articolo 7ter, credo, che definisce e dà i poteri di commissari ai Sindaci e al Presidente della Regione, ci sono deroghe o ordinanze da fare, ma non più lavori in somma urgenza. La somma urgenza si dà solo per lavori fino a 200 mila euro e devo dirle che i lavori che dovremmo fare saranno anche superiori a questi, quindi potranno utilizzarla forse i Sindaci nei loro Comuni per i piccoli lavori, come diceva ieri il collega Restano, ma non potrà essere utilizzata, ad esempio, per una scuola modulare perché i costi sono molto più alti. Per quello sono previste deroghe, tant'è che voi troverete un nostro emendamento, l'emendamento 26 all'articolo 26, perché siamo stati obbligati a correggerlo. Noi abbiamo esaminato questo DL come Giunta il 6 e il 6 sera è uscito il decreto e quindi poi siamo stati obbligati a emendarlo. Alcune cose le abbiamo riprese e c'è anche via Torino, dove invece abbiamo messo le risorse perché lì non ci sono lavori in corso, quindi possono essere fatti un esame e una valutazione se sia possibile ancora utilizzare, ad esempio, il primo piano per alcune cose, ma perché non sono partiti dei lavori.

Al Lycée Bérard i lavori sono partiti, ripeto, primi giorni del mese di dicembre 2019. Poi sull'andare a rilento o no ci sono stati tre mesi di fermo che non sono stati decisi da noi.

Quindi capisco e la ringrazio anche per l'aiuto che dà sulla ricerca degli spazi, lei ha scritto in premessa "non dobbiamo più fare didattica a distanza". Su questo io sono la prima ad aver cercato di trovare delle soluzioni dicendo "rientriamo a maggio piuttosto", però poi in questa emergenza sanitaria ci sono delle cose che non si possono fare, perché, ripeto, la parte sanitaria prevale su tutto il resto.

Quindi stiamo cercando in tutti i modi... tant'è che tutti questi giorni che stiamo perdendo anche per noi sono giorni che stiamo... non sono persi, per carità, c'è una discussione in Aula, però sono giorni che non abbiamo più per portare avanti ad esempio i lavori perché fin quando non abbiamo la legge approvata e gli articoli approvati, chiaramente non possiamo agire. Il Presidente della Regione e i Sindaci hanno sì a monte una legge nazionale ma non hanno la nostra.

Presidente - Non ci sono altre richieste d'intervento? Prego collega Pulz.

Pulz (ADU VDA) - Ha ben colto il problema il collega Cognetta, le risposte della legge non ci sembrano sufficienti e davvero risolutive, siamo veramente, veramente preoccuparti per la ripartenza. La massima urgenza poi non la decido io, ma la decide il calendario, questo è il fatto, settembre non è lontano. Inoltre non c'è assolutamente confronto tra una scuola che è sita in un bel palazzo storico - ancorché di epoca fascista, ma chiudiamo un occhio - e moduli prefabbricati da sistemare non si sa bene dove. Si parlava della zona Cogne, a questo punto perché questa scuola non la mettiamo a Pompiod? C'è posto adesso, è tutto chiuso.

Vi assicuro poi che la mia proposta sta in piedi perché mi sono confrontata con chi quei lavori li conosce molto bene, non sono più quella farfallina gialla di due anni fa, quando sono entrata in questo Consiglio, ormai mi sento King Kong, non improvviso le cose, mi informo!

Le assicuro, collega Gerandin, che ho fatto l'impossibile per mettere risorse sulla scuola, ho rischiato un anticipo di menopausa, glielo assicuro, e all'Assessora voglio anche dire che il suo piano non solo l'ho letto nel dettaglio, ma potrei cantarlo, tanto l'ho letto e riletto con gli occhi sgranati.

In Via Torino, per concludere, non ci sono lavori in corso ma c'è il set del nuovo film di Rocco Schiavone. Ecco, io spero che meditiate tutti quanti.

Presidente - Prima di passare la parola, io richiamo tutti i colleghi al rispetto dell'Aula, non trasformiamola nel Bar Sport, con tutto il rispetto per il Bar Sport. Io vi chiedo veramente questa cortesia. Ho sentito prima un passaggio che è stato davvero triste su quanto e come intervengano i colleghi in quest'Aula. Talvolta non è la quantità delle parole dette ma la qualità delle parole dette. Quindi io invito a rispettare il lavoro di tutti all'interno di quest'Aula e fuori da quest'Aula. Prego, collega Spelgatti.

Spelgatti (LEGA VDA) - Collega, la richiamo veramente alla serietà però, serietà non solo negli interventi ma serietà del lavoro, perché che lei ci venga a dire che le cose si possono fare prescindendo dal quadro normativo fa spavento ed è un discorso profondamente fascista.

L'ho già visto varie volte, chi vede la pagliuzza negli occhi degli altri forse dovrebbe un attimo preoccuparsi e troppe volte sento discorsi fascisti e pericolosamente antidemocratici da parte sua. Le ricordo che viviamo in una democrazia, le ricordo che c'è un ordinamento giuridico da rispettare, le norme vanno rispettate e non esiste un duce che possa arrivare e possa prescindere dal quadro normativo e fare tutto quello che si vuole. Quindi si preoccupi un attimo in più di farsi anche un'analisi di coscienza su quello che lei pensa realmente, perché ieri il discorso sull'identità mi ha fatto veramente paura, perché quando una comunità non ha un senso di appartenenza si sfascia e le ricordo che la comunità è l'espressione del singolo individuo, non è nient'altro che una somma di individui, e se un individuo non ha un sano senso di appartenenza alla propria terra, alle proprie radici, alla propria cultura, tutto va a catafascio e forse i problemi della nostra società nascono proprio da quello. Si faccia un esame di coscienza e la smetta di fare la professoressa.

Presidente - Mettiamo in votazione l'ordine del giorno. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.

Presenti: 33

Votanti: 10

Favorevole: 1

Contrari: 9

Astenuti: 23 (Baccega, Barocco, Bertschy, Certan, Chatrian, Daudry, Farcoz, Favre, Lavevaz, Marquis, Marzi, Minelli, Morelli, Mossa, Nasso, Nogara, Peinetti, Restano, Rini, Russo, Testolin, Trione e Vesan).

Il Consiglio non approva.

Ordine del giorno n. 4. Per l'illustrazione la parola alla collega Pulz.

Pulz (ADU VDA) - Come sappiamo, dal 5 marzo 2020 fino alla fine dell'anno scolastico vi è stata appunto la sospensione delle attività didattiche e abbiamo già detto che la DAD è stata una soluzione di emergenza durante la quale tanti insegnanti, con la loro professionalità e con le loro competenze, hanno contribuito a "salvare" l'anno scolastico che è appena terminato. Quelle competenze raggiunte vanno tenute care ma per situazioni specifiche e, appunto, eccezionali.

La didattica a distanza, l'abbiamo detto anche ieri sera, ha incontrato tanti ostacoli oggettivi all'inizio, perché mancavano in alcune famiglie gli strumenti multimediali o anche perché c'era una scarsa pratica del loro uso per alcuni allievi e anche per alcuni insegnanti e poi ci sono state le notissime difficoltà di connessione con cui anche tutti noi ci siamo scontrati quando ci siamo collegati, tutti i giorni per tre mesi, nelle Commissioni.

Io sono sopravvissuta grazie alle saponette WiFi di cui ormai non mi libero più, ne ho una anche qui oggi, ma la didattica a distanza non garantisce pari opportunità, amplia le differenze socio-culturali, avvantaggia gli studenti più fortunati e lascia indietro quelli più fragili, come gli alunni che hanno bisogni educativi speciali - DSA, PEI - e che più degli altri hanno necessità della presenza costante dell'insegnante. Perché, alla fine di tutto, dobbiamo sottolineare che la didattica prevede partecipazione, dialogo, confronto, collegialità, in una sola parola richiede presenza. Presenza di docenti, di educatori, di allievi al fine di garantire questo diritto fondamentale all'istruzione che deve essere sempre libera, gratuita, laica e democratica, come ci ricorda la Costituzione.

Anche questo lo abbiamo ripetuto ieri sera: sono state rese possibili tutte le attività lavorative, parte delle attività culturali, le attività turistiche, ricreative, sportive ma la scuola è ancora del tutto disorganizzata rispetto al primo settembre.

Allora quest'ordine del giorno chiede appunto che il Consiglio regionale impegni l'Assessore e la Giunta regionale ad attivarsi, sempre con la massima urgenza, per fornire tutte le risorse professionali, logistiche, appunto in primis le strutture, e finanziarie alle istituzioni scolastiche per la famosa ripresa in presenza per tutte le scuole di ogni ordine e grado.

Noi vorremmo in definitiva un impegno scritto, quell'impegno che è stato preso oralmente anche l'altra sera nell'incontro richiesto all'Assessore e alla Sovrintendente dai professori senza cattedra, che sono molto preoccupati. Vogliamo quindi quest'impegno scritto con gli insegnanti, con gli allievi, con le loro famiglie e con la comunità tutta, perché la scuola è per tutti, anche per chi non è cosciente che la scuola è assolutamente il bene più prezioso.

È sottointeso che quest'impegno implica - non lo abbiamo scritto, ma dovrebbe implicare - anche la ferma volontà di predisporre seggi elettorali quest'anno lontani dalle scuole. Noi volevamo predisporre un ordine del giorno specifico su questo, ma poi abbiamo saputo che la ministra Azzolina ha invitato a organizzarsi nelle Province e nelle Regioni perché le scuole non siano seggi elettorali, perché sarebbe veramente ridicolo aprirle il primo settembre, chiuderle poi attorno al 20, con tutti i problemi di sanificazione precedenti e conseguenti.

Al proposito ci piacerebbe anche sapere se ci siano già notizie sull'apertura ufficiale della scuola perché molte Regioni si stanno muovendo e io stessa devo organizzarmi per il rientro di settembre.

Presidente - Ci sono richieste d'intervento? Ha chiesto la parola l'assessora Certan.

Certan (AV) - Collega Pulz, lei parte sempre da molto lontano e ripeto che su alcune premesse siamo assolutamente d'accordo e garantisco e confermo quanto detto l'altra sera: l'impegno della Giunta, e quindi mio in particolare e del Presidente Testolin, perché siamo le due parti coinvolte nell'attivarci con le necessarie risorse professionali e logistiche, c'è e continuerà a esserci; impegno dell'intera Giunta e dell'intera maggioranza - di quello che resta della maggioranza - se ci sarà bisogno, però lei parla del primo settembre. La ripresa delle attività scolastiche in alcune scuole già è avvenuta in presenza adesso poiché alcune insegnanti hanno comunque già fatto le riunioni dal 14 fino al 30 giugno nelle scuole, quindi l'attività scolastica nelle scuole il primo settembre sì. Le lezioni scolastiche invece partiranno il 14 settembre.

Ieri vi è stato l'accordo e l'intesa fra Stato, Regioni e Ministero e la data indicata - in qualche modo era stata concordata fra le Regioni per cercare di fissarne una la più condivisa possibile - è quella, c'è già stato il parere espresso dal consiglio scolastico e vi sarà dopo la prossima settimana la delibera della Giunta regionale, però la data è quella, quindi dal 14 settembre, non dal primo settembre.

Purtroppo noi non possiamo garantire per iscritto quello che lei ci chiede, perché se dovesse esserci la ripresa dell'epidemia, si dovrebbero seguire indicazioni del CTS che lei non cita nelle premesse: "fermo restando" - ad esempio - "le decisioni che deve prendere il CTS", per cui noi chiaramente in quell'eventualità sarebbero prese decisioni diverse dalle nostre, quindi o cambiamo il termine "garantire" con "a fare il possibile", l'obiettivo è quello...

Lei ha messo un po' tutto insieme e devo dirle che per quanto riguarda le risorse finanziarie dipenderà anche dalla votazione degli articoli e di questa legge se passeranno oppure no.

Noi le risorse le abbiamo indicate negli articoli del capo IV, dove potevamo e ci sembrava opportuno; come facciamo adesso a garantire le risorse finanziarie se non abbiamo ancora il risultato della votazione della legge?

Quindi l'obiettivo è questo ed è un impegno che mi prendo di fronte alla comunità valdostana e anche alle famiglie, dopo ci sarà occasione di discuterne in un altro ordine del giorno perché a volte si parla della scuola ma si parla solo dei diritti degli insegnanti e non dei diritti dei bambini, perché non hanno sindacati, e non dei diritti delle famiglie, perché non hanno sindacati che li difendono. Ogni tanto bisogna guardare anche a 360° e bisogna guardare tutti. A livello di Assessorato abbiamo sempre tenuto conto, ad esempio, dei diritti che i bambini hanno di avere i supplenti al primo giorno di scuola. La Valle d'Aosta lo ha sempre fatto, non l'ha mai tralasciato, non ha mai messo supplenze il mese di gennaio, come avviene invece a livello nazionale, perché i diritti bisogna guardarli sempre a 360 gradi, diritti e doveri dei docenti, diritti e doveri dei bambini, diritti e doveri delle famiglie.

Quindi non so come dirle, ci sono tantissime cose, noi siamo anche disponibili a rivedere eventualmente l'impegno, ma non possiamo garantire quello che lei ha scritto, tutte queste cose che lei ha scritto. Quindi ci asteniamo su quest'impegno.

Dalle ore 09:37 assume la Presidenza il vicepresidente Distort.

Presidente - Ha chiesto la parola la collega Minelli.

Minelli (RC-AC) - Io ho ascoltato con attenzione sia l'esposizione della collega Pulz che le osservazioni dell'Assessora. È comunque un ordine del giorno che nelle sue premesse - tolta la questione della ripresa della didattica in presenza al primo settembre - io condivido, perché tutto ciò che si dice sulla questione della didattica a distanza e sulla necessità di garantire in qualche modo - utilizziamo forse un termine diverso - la possibilità di partire con una ripresa della scuola in presenza penso che debba essere in qualche modo evidenziata e ritengo che un ordine del giorno di questo tipo abbia un valore anche per la comunità all'esterno fatta d'insegnanti, di alunni, di famiglie.

Quindi io chiederei, se è possibile e se c'è la volontà sia da parte della collega che dell'Assessore e di tutti, di trovare una formulazione che permetta di approvare un ordine del giorno che è di indirizzo, che ci dice delle cose importanti, e penso che non sia impossibile, anche perché, indipendentemente dalla quantità di risorse, il fatto di attivarsi per ottenere le risorse professionali, logistiche, questo c'è, c'è questo sforzo in vari modi, e l'idea di garantire la ripresa in presenza mi pare che sia stata più volte sottolineata anche dall'Assessora e dal Governo.

Quindi proviamo, se siete d'accordo, a modificare quest'ordine del giorno e a vedere se può passare. Questa mi sembra che potrebbe essere una proposta accettabile.

Presidente - Ha chiesto la parola il collega Restano.

Restano (VDA ENSEMBLE) - Come già detto da alcuni colleghi, quest'ordine del giorno, per quanto riguarda le premesse, è assolutamente condivisibile. È condivisibile da chi conosce le problematiche, per i ragazzi che hanno dei disturbi di apprendimento, per i ragazzi che hanno bisogni educativi speciali, per i PEI riguardo alla didattica a distanza. È condivisibile tutto quanto è stato detto avanti ieri in serata dalle insegnanti per quanto abbiamo sentito e per tutto quanto portato avanti da sempre dalla collega Pulz.

Ahimè, i soldi sono quelli che sono e bisognava far vedere in norma o con emendamenti, come già detto prima, quindi bisognava prevedere di prendere da un contenitore e spostarli nell'altro. È evidente che le idee del Governo non sono allineate con le sue proposte, è molto chiaro questo.

Noi lo voteremo così com'è, perché è giusto e perché, come scritto in un altro impegno che noi abbiamo portato, invitiamo il Governo a predisporre subito una nuova norma, la quarta, per trovare le risorse, risorse che possono servire per la scuola, che possono servire eventualmente per i Comuni, se spenderanno i soldi, che possono servire per la sanità, perché sono tante risorse che abbiamo ancora a disposizione e il Governo è lì per fare questo.

Quindi, collega Pulz, noi l'appoggiamo, abbiamo fiducia nella sua proposta e speriamo che il Governo l'ascolti, una volta tanto.

Presidente - Ha chiesto la parola il collega Daudry per il tempo residuo rispetto al precedente intervento di Restano.

Daudry (VDA ENSEMBLE) - Per completare brevemente rispetto all'esposizione della collega Pulz che ha sollevato un tema importante che è quello di lavorare al fine di evitare che tutte le varie elezioni, di quest'autunno e anche a seguire, - perché non possiamo prevedere oggi quale sarà l'andamento dell'epidemia, se ci saranno delle recrudescenze - si svolgano da qui in futuro negli edifici scolastici.

A questo proposito però vorrei solo dire che lei giustamente ha richiamato la Ministra, si è riferita a inviti che ci sono stati, quando in discussione generale parlavamo di autonomia, parlavamo di un miglior governo del territorio, vorrei farle notare che abbiamo presentato un emendamento in questa legge che porta, se sarà accettato, evidentemente, il Governo a predisporre un piano entro 45 giorni per trovare delle sedi alternative di voto, un emendamento presentato al DL 60.

Lo abbiamo presentato anche perché siamo profondamente conoscitori del territorio e si è parlato molto di Comuni in questi giorni: l'Amministrazione regionale e i Comuni hanno investito tanto in strutture, quindi tutti sappiamo che anche il più piccolo dei nostri enti locali, oltre ad avere una scuola, ha un salone ad hoc e quindi è un piano - e ringraziamo anticipatamente gli uffici perché sicuramente daremo loro un carico di lavoro importante - che in una Regione come la nostra, viste le tante soluzioni alternative che ci sono, potrà trovare concreta attuazione nello scopo preciso di evitare che nel prossimo anno scolastico la scuola non sia interrotta neanche un giorno, soprattutto per un momento elettorale che, ripeto e concludo, si può svolgere tranquillamente al di fuori delle nostre sedi scolastiche.

Presidente - Altre richieste d'intervento? La parola per replica alla proponente Pulz.

Pulz (ADU VDA) - Preciso, anche se è lapalissiano, che quest'impegno scritto prescinde dalla ripresa del contagio, che speriamo non ci sia. Sono disponibile a rivederlo e, anzi, ringrazio l'Assessora e la collega Minelli per la proposta. L'Assessora è stata velocissima a individuare il succo della questione e quindi procedo con la lettura di questo documento che alla fine penso possa metterci tutti d'accordo.

L'impegno sarebbe modificato così: "Il Consiglio impegna l'Assessora e la Giunta regionale ad attivare tutte le possibili azioni al fine di garantire la partenza delle lezioni in presenza sin dal 14 settembre", perché il problema è appunto evitare un nuovo ricorso alla didattica a distanza.

Io credo che questo voglia dire garantire i diritti degli insegnanti e, allo stesso tempo, e anzi soprattutto i diritti dei bambini e dei ragazzi, cioè garantire la ripartenza insieme, in presenza.

Non vedo altri diritti di cui dobbiamo preoccuparci in questo momento. Questa è davvero l'urgenza. Quindi se siete d'accordo questa è la nuova proposta e ringrazio tutti per gli interventi.

Presidente - Altre richieste? Da parte di tutti i presenti in aula è chiara la modifica dell'impegnativa? In caso colgo il silenzio-assenso e accolgo i cenni con il capo per cui possiamo mettere in votazione il presente ordine del giorno. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.

Presenti: 33

Votanti: 33

Favorevoli: 33

Il Consiglio approva all'unanimità.

Passiamo all'ordine del giorno successivo. La parola per l'esposizione alla proponente collega Pulz.

Pulz (ADU VDA) - Il decreto scuola, come sapete, istituisce le graduatorie provinciali, attribuendo in capo ai Provveditorati la redazione e la pubblicazione di queste graduatorie. Noi in Valle d'Aosta parliamo di graduatorie regionali di cui si occupa la Sovraintendenza agli studi. L'aggiornamento dei punteggi per il personale docente precario già inserito e del nuovo inserimento per i docenti che in questi anni hanno investito tempo, risorse, soldi per l'acquisizione dei titoli, è fondamentale. È fondamentale innanzitutto perché è un loro preciso diritto; vi ricordo che la carriera dell'insegnante è lunghissima e richiede un impegno notevole, credo che buona parte della società non abbia coscienza di questo, ripagato, tra parentesi, da stipendi imbarazzanti.

È necessario inserire chi ha nel frattempo ottenuto le lauree magistrali, le specializzazioni per il sostegno, la laurea abilitante in Scienze della Formazione e i famosi 24 crediti formativi che oggi sono necessari per accedere all'insegnamento. La validità biennale di queste graduatorie - se non venissero riaperte in Valle d'Aosta, contemporaneamente a quelle di tutto il resto del Paese - potrebbe comportare anche una pericolosa sfasatura temporale con conseguenti ricadute, ovviamente sul personale, e anche con il rischio poi di aperture riavvicinate nel tempo, che graverebbero sull'attività degli uffici che si occupano di questa questione.

È chiaro che anche adesso è prevedibile e, anzi, molto reale, ce lo hanno confermato gli uffici, la difficoltà della struttura, di chi si occupa del personale scolastico nell'affrontare le numerose incombenze del periodo estivo, anche in ragione della riapertura del prossimo anno scolastico, della complessità aumentata e, in più, delle procedure concorsuali già avviate.

Noi chiediamo quindi che il Consiglio regionale impegni sempre l'Assessore alla pubblica istruzione e la Giunta regionale affinché vengano date risposte reali ai docenti precari valdostani - che sono già fortemente penalizzati e in stato di notevole preoccupazione, come abbiamo sentito l'altra sera dopo il Consiglio - e a non attuare comportamenti differenti dal Ministero con conseguente disparità di trattamento rispetto ai colleghi delle altre Province e Regioni, quindi, a voler predisporre sostanzialmente con urgenza tutte le azioni finalizzate a consentire il regolare avvio dell'anno scolastico, procedendo anche con il potenziamento delle strutture competenti per questo aggiornamento, perché è chiaro che le strutture sono in difficoltà e bisogna procedere a potenziare le strutture stesse, perché vengano supportate per questa riapertura fondamentale delle graduatorie regionali.

Questo è il senso dell'ordine del giorno.

Presidente - Ci sono richieste d'intervento da parte dell'Aula? Ha chiesto la parola la collega Nasso.

Nasso (M5S) - Solo due riflessioni per annunciare il voto favorevole a quest'ordine del giorno della collega Pulz che ha sicuramente toccato un tema molto, molto caldo, infatti sono tanti gli insegnanti preoccupati in questa delicata fase e, come ha sottolineato la collega che mi ha preceduta, è ovvio che la Valle d'Aosta non può andare in contrasto a un provvedimento nazionale.

Quindi crediamo davvero che sia importante che si avvii una qualsivoglia interlocuzione o che si avviino delle azioni per evitare che questo accada, proprio nella tutela degli insegnanti, ma soprattutto anche degli alunni che troppo spesso non menzioniamo, ma anche quello è da riportare all'attenzione.

Quindi il nostro voto sarà assolutamente favorevole.

Presidente - Ci sono altre richieste d'intervento? Ha chiesto la parola l'assessora Certan.

Certan (AV) - Condividiamo la necessità di potenziare le strutture competenti, l'abbiamo chiesto fortemente all'ufficio personale da più di un anno, anche in vista proprio della costituzione delle nuove graduatorie regionali, perché noi non abbiamo un Provveditorato, collega Pulz, come lei sa penso bene, ma abbiamo una Sovraintendenza e quindi non saranno graduatorie provinciali ma graduatorie regionali, che non potranno comunque essere pronte per il regolare avvio dell'anno scolastico 2020/2021 per gli imprescindibili tempi tecnici necessari all'implementazione del sistema informatico regionale, - poiché chiedono che siano informatizzate -, alla presentazione delle domande, alla loro valutazione, alla definizione delle graduatorie nonché alle operazioni del conferimento delle supplenze, perché non è possibile fare tutto questo e arrivare il 14 settembre a coprire tutti i posti a supplenza, e quindi a garantire il regolare svolgimento e la regolare dotazione d'insegnanti ai bambini. Peraltro il 6 giugno è stato fatto il decreto, però manca ancora l'ordinanza ministeriale che disciplinerà la costituzione delle graduatorie in questione.

Quindi noi pur avendo allertato il dipartimento informatico dell'Amministrazione regionale per poterle fare, siamo al 27 di giugno e non abbiamo ancora nessun criterio per costituire queste graduatorie. Quindi siamo completamente fuori tempo massimo.

La scelta che, ahimè, ci troviamo a dover fare oggi è questa: o, come abbiamo scritto nell'articolo 24 bis della legge, deroghiamo quest'anno: ci attiviamo sin dai mesi di luglio e di agosto con una piattaforma e quindi poi con l'apertura delle graduatorie per l'anno scolastico 2021/22; allora continuiamo ancora con le graduatorie di circolo e garantiamo che il 14 settembre ci saranno le supplenze annuali, dal 14 settembre fino al 30 giugno del 2021, come peraltro è stato fino adesso nelle more appunto dell'approvazione delle nuove graduatorie regionali, oppure, se dobbiamo utilizzare la piattaforma per la quale il DIT ci ha già detto che ci vorranno almeno sei mesi per poterla predisporre, noi garantiremo dei supplenti ai bambini dal 14 di settembre fino probabilmente a gennaio, dopodiché verranno cambiati in corso d'anno in base alle nuove graduatorie che forse saranno finite, perché deve essere fatta la presentazione delle domande, la loro valutazione, la definizione delle graduatorie e poi il conferimento delle supplenze, a questo punto da gennaio a giugno . Vuol dire che andiamo a interrompere la continuità dell'attività educativa nel mese di gennaio. Questa non è una scelta dell'Assessore, è una scelta tecnica, abbiamo queste due possibilità.

Ripeto, avessimo almeno ricevuto i criteri insieme al Decreto scuola, ci fosse già stata l'ordinanza con i criteri con i quali aprire queste graduatorie, noi avevamo allertato già da aprile il DIT per farci la piattaforma ma ad aprile il decreto, che poi è stato convertito in legge il 6 giugno, diceva che non venivano aperte le graduatorie fino all'anno scolastico 2021/22. Quindi abbiamo detto alle strutture di Inva di dare la precedenza alla legge 5 e alle piattaforme della legge 5. Questo per darvi un'idea.

Quindi noi ad aprile avevamo allertato gli uffici per capire se potevamo in qualche modo procedere, poi il decreto diceva: "no, non apriamo le graduatorie". Nella conversione in legge il 6 giugno ci è stato scritto: si aprono le graduatorie provinciali. Per noi sono quelle regionali e quindi noi abbiamo chiesto di nuovo al DIT e a Inva di predisporre la piattaforma e loro hanno detto: adesso la predisposizione è a sei mesi.

È una questione esclusivamente tecnica e io vi assicuro che tra tutelare gli insegnanti, e assolutamente lo farò, ma anche tutelare la continuità dei bambini... non vuol dire che non ci saranno le supplenze, le supplenze verranno date comunque con quell'ordine che già è stato finora rispettato. A livello nazionale già attualmente le supplenze vengono date al mese di novembre, dicembre e gennaio, noi non abbiamo mai dato supplenze annuali in quel periodo, le abbiamo sempre date il primo giorno di scuola. Quindi vorrebbe dire che se noi approviamo questo - e questa alla fine è una scelta del Consiglio regionale e non mia - se si deciderà di aprire a questa presentazione, sappiamo che andremo incontro a un cambio d'insegnanti e di supplenti in corso d'anno e quindi non garantiamo la continuità ai bambini e agli studenti.

È una scelta che farà il Consiglio regionale e non noi, perché noi la scelta l'abbiamo fatta nell'articolo 24 bis.

Presidente - Ha chiesto la parola la collega Minelli.

Minelli (RC-AC) - È un ordine del giorno particolarmente importante per il carattere che riveste. Io ho ascoltato l'Assessora ma, soprattutto ieri nella pausa, insieme alla collega Pulz abbiamo cercato di capire con la sovrintendente e con i dirigenti dell'Assessorato e della Sovrintendenza il problema in maniera più dettagliata e più esaustiva.

Esiste una situazione pregressa che non è stata affrontata nella maniera corretta e noi siamo ancora una volta in ritardo con la questione delle graduatorie, perché avremmo dovuto molto tempo fa dotarci di sistemi informatici per essere adeguati alla situazione nazionale.

Nella situazione odierna, nel modo in cui ci troviamo adesso, c'è questo problema, se riapriamo le graduatorie ora, come sarebbe auspicabile, avremo un'interruzione delle supplenze a gennaio e non sappiamo che cosa succederà. Una persona che potrà avere il posto in questo momento ad Aosta potrebbe essere trasferita altrove, perdere la sua sede. Per chi si sposta forse non è un grande problema, l'importante è lavorare, però effettivamente avere una difficoltà di continuità didattica, soprattutto sulle classi di età inferiore io ritengo che sia un problema.

Mi rendo conto che si sarebbe dovuto fare di più, io credo che a ottobre scorso si doveva partire con l'implementazione della parte informatica per dare poi il via alle graduatorie dell'anno scolastico successivo, un anno per l'altro, quindi c'è un ritardo però prendere la decisione adesso d'interrompere, dopo tre mesi di scuola, il lavoro di un insegnante e far cambiare ai ragazzi la loro situazione didattica a me pare un problema grosso. D'altra parte ritengo che qualche cosa su queste graduatorie vada detto, quindi anche qui non è possibile prendere un impegno relativo ovviamente alla riapertura immediata, perché, oltretutto, la riapertura immediata delle graduatorie, senza una piattaforma informatica che permetta di farlo, non so come potrebbe essere realizzata, perché non è comunque un'operazione semplice, perché bisogna inserire i dati degli insegnanti che sono parecchi, lo sappiamo, e nella situazione odierna, oggi è il 27 di giugno, i tempi sono strettissimi. Il rischio, non lo so però vorrei conferma di questo, il rischio a mio avviso potrebbe essere questo: decidiamo di fare questa riapertura, quindi mettiamo in moto una macchina che forse non riesce a partire in tempo e, contemporaneamente, rischiamo di non fare le operazioni tradizionali, quelle che non vanno più bene, per riaprire le graduatorie normali d'istituto.

Mi sembra che sia una impasse abbastanza grossa che deriva, a mio avviso, da errori fatti prima a cui però in qualche modo bisogna mettere una pezza e mi dispiace, perché bisognerebbe invece affrontare le cose in maniera diversa. Non so se è ancora possibile per l'Assessora o per qualcun altro spiegare meglio questa cosa, vorrei capire se andare ora nella direzione di dire di sì a questa cosa significhi rischiare il rallentamento anche delle altre procedure e quindi di trovarci in una situazione per la quale poi non abbiamo più una soluzione valida.

Questo è quello che io ho capito ieri e che mi sembra di avere capito anche oggi dall'Assessora, però a beneficio anche un po' di tutti, vorrei che fosse ulteriormente chiarito se possibile.

Presidente - La sua richiesta si scontra con quanto deciso in capigruppo con l'ordine di discussione purtroppo. Per quanto sia legittima però non è questa la procedura che abbiamo deciso, concordemente, tutti i capigruppo. Pertanto prendiamo atto di quanto espresso dalla collega Pulz come atto finale.

La parola alla collega Pulz per definitivi chiarimenti.

Pulz (ADU VDA) - Io vi invito veramente a non negare ai docenti l'aggiornamento delle graduatorie, nascondendoci dietro a questo alibi della digitalizzazione della piattaforma che non c'è, perché questa piattaforma non c'è da troppi anni e sono veramente tanti, non riesco neanche a ricordare quanti siano gli anni che gli insegnanti invocano questo lavoro da parte della Sovrintendenza. Cerchiamo come Valle d'Aosta da subito di entrare nella piattaforma nazionale e così risolveremo anche il problema dell'aggiornamento delle graduatorie, che è un preciso diritto e non è un optional. Certo questi procedimenti non li possiamo banalizzare, non sono né facili né immediati, ma al limite, se non riusciamo a fare diversamente nell'immediato, torniamo alle graduatorie cartacee, le hanno fatte per anni e anni, chiediamo il supporto alle segreterie scolastiche che sono allenatissime sul tema.

Trovo poi, se posso permettermi, sinceramente assurda l'idea di una piattaforma rossonera da parte dell'Inva, non per l'Inva ma perché è necessario lavorare per far entrare la Valle d'Aosta nella piattaforma nazionale. Ma voi lo sapete che solo gli insegnanti valdostani sono esclusi da "Sofia", si chiama così la piattaforma, e quindi non possono accedere alle formazioni che fanno in tutte le altre regioni?

Allora io ribadisco un concetto che ho già detto tante volte, essere autonomi vuol dire fare le cose meglio, non peggio. Poi scusate, voglio anche essere molto franca, se lo scopo di qualcuno fosse la regionalizzazione della scuola valdostana, io vi dico veramente che è inutile insistere, perché gli insegnanti valdostani - e sono stata nella scuola per 29 anni - salvo rare eccezioni non la vogliono la regionalizzazione e non la vorranno e magari chiediamoci il perché!

Poi, andando al secondo argomento, non condivido del tutto l'analisi della collega Minelli anche se la capisco in profondità. L'argomento della continuità educativa non convince, perché se voi andate a vedere veramente che cosa succede nelle scuole, succede che la didattica è continuamente interrotta in tantissime classi, ci sono continue alternanze durante un anno scolastico.

Ho visto più volte anche tre-quattro supplenti su una stessa classe e su una stessa materia che si alternano, ovviamente per ragioni diverse, e questo non è del tutto negativo. Inizialmente pensavo che lo fosse, invece s'impara tanto da ogni docente, s'impara tantissimo da quelli capacissimi, s'impara tanto da quelli capaci ma s'impara anche dagli incapaci: da loro io per esempio ho imparato che tipo d'insegnante non avrei mai voluto essere.

Presidente - Vedo la richiesta della collega Minelli però purtroppo la sorte della regola (inc.) si accanisce contro di lei. Lei ha usato tutti i minuti a disposizione, mi rincresce. Così mi rincresce di non poter accettare la richiesta di ulteriore chiarimento da parte dell'Assessora, però questo è quanto è stato deciso. Diamo spazio invece, ne ha facoltà, al collega Ferrero.

Ferrero (VDALIBRA) - In questi anni direi che troppo si è detto e poco si è fatto per gli insegnanti precari della Valle d'Aosta, che hanno continuato comunque a fare dei sacrifici e hanno continuato ad acquisire una professionalità; abbiamo parlato tante volte, ma alla fine non siamo mai arrivati al dunque.

Quindi da parte nostra ci sarà senz'altro sostegno all'ordine del giorno della collega Pulz, però sarà anche necessario non nasconderci dietro a un dito. Bisogna che qui dentro noi 35 ci mettiamo d'accordo su quanto siano in Valle d'Aosta importanti la scuola e l'istruzione, che tipo di priorità vogliamo dare e soprattutto, anche a livello di serietà, se vogliamo sottoporre a delle TAC o a delle radiografie insegnanti che da 15 anni o più hanno dato il loro contributo alla scuola valdostana? E adesso cosa gli facciamo? Un concorso speciale? Gli facciamo fare il Tor De Géants, vediamo se lo superano e poi dopo li prendiamo?

Ecco, diventa anche ridicolo, perché se da un lato li consideriamo validi e hanno dato il contributo alla nostra scuola, allora hanno anche diritto a essere integrati in maniera automatica, perché bisogna trovare un sistema normativo, una cosa che stia in piedi per fare un'integrazione, perché non è possibile comunque disconoscere il fatto che ci siano persone qualificate che hanno di fatto acquisito il diritto a diventare insegnanti a tutti gli effetti.

Questo è un preludio a un ragionamento che dovrà essere portato avanti ma - come avevo già anticipato anche durante la capigruppo estesa agli insegnanti - se non stanziamo le risorse per fare un discorso futuro sulla scuola valdostana, possiamo stare qui a parlare delle ore ma sarà solo "fuffa", sarà solo aria fritta.

Presidente - Ci sono altre richieste d'intervento? In assenza di richieste pongo in votazione l'ordine del giorno. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.

Presenti: 33

Votanti: 17

Favorevoli: 17

Astenuti: 16 (Baccega, Barocco, Bertschy, Certan, Chatrian, Farcoz, Favre, Lavevaz, Marquis, Marzi, Minelli, Morelli, Nogara, Peinetti, Testolin e Trione).

Il Consiglio approva.

Passiamo all'ordine del giorno n. 6. La parola alla collega Pulz.

Pulz (ADU VDA) - Abbiamo già detto che il mese di settembre si aprirà con una situazione di assoluta incertezza, purtroppo dal punto di vista sanitario non possiamo prevedere nulla e tutto questo avrà ovviamente ricadute organizzative pesanti sulle istituzioni scolastiche, in ogni caso, sia che ci vada bene sia che ci vada male.

Nella conferenza delle Regioni e delle Province autonome, confrontandosi sulla proposta di linee guida, è stato già previsto l'uso della mascherina, il metro di distanza tra le persone nel corso degli spostamenti e si vorrebbe assicurare - laddove è possibile - percorsi diversi per l'entrata e l'uscita dagli edifici scolastici, nonché l'assunzione d'insegnanti e anche di collaboratori, di bidelli. Poiché scrivono così testuali parole: "il personale è insufficiente rispetto alla gestione di orari più ampi e con maggiore necessità di controllo e di vigilanza soprattutto all'entrata e all'uscita e negli spostamenti. Occorre quindi implementare le dotazioni con particolare attenzione al personale ATA", intendendo con questa dicitura il personale ausiliario e amministrativo che è fondamentale per il funzionamento delle scuole.

Per ripartire a settembre è indispensabile una garanzia di risorse sicure per cui va previsto un piano di potenziamento non solo per gli insegnanti ma anche per tutto il personale amministrativo, tecnico e ausiliario, così come per quello dei collaboratori scolastici che appunto sono anch'essi aumentati come esigenza a causa dell'emergenza sanitaria.

Ancora serve un piano di assunzione di assistenti tecnici informatici nelle scuole del primo ciclo, compresi i CPIA, per soddisfare tutte le esigenze di formazione legate appunto anche alle nuove tecnologie. Abbiamo visto noi stessi quanto sono stati fondamentali i tecnici durante questi mesi in cui ci collegavamo da casa, la stessa cosa è per gli studenti e per i professori nelle scuole.

È necessario inoltre un incremento anche degli assistenti tecnici che si occupano dei laboratori e delle strumentazioni, perché anche lì bisognerà applicare le misure di sicurezza e vi ricordo che i laboratori sono i primi a essere sacrificati quando servono aule. Per esempio nel vicino liceo Bérard, liceo scientifico e linguistico, hanno sacrificato gli storici laboratori per gli esperimenti nell'ambito della fisica e delle scienze, non hanno più da tantissimi anni il laboratorio linguistico e poi ci stupiamo se i nostri alunni, rispetto ad altri allievi dei paesi europei, non sono preparati.

Nelle lingue siamo molto più scarsi e lo sappiamo, e questo riguarda purtroppo anche il francese, per quanto riguarda le scienze e la fisica gli alunni hanno un approccio solo teorico per nulla sperimentale a differenza dei nostri vicini francesi che quando venivano negli scambi rimanevano stupiti per le pochissime o nulle ore di laboratorio.

Quindi noi alla luce di tutto questo chiediamo che il Consiglio regionale impegni sempre l'Assessora e la Giunta regionale a dare precise indicazioni alle strutture competenti, cioè al dipartimento del personale, affinché capiscano esattamente quali siano i bisogni e poi potenzino il più possibile il personale elencato, anche con modalità di trasferimento da un'istituzione all'altra se servisse più potenziamento da una parte piuttosto che da un'altra, oppure a procedere con nuove assunzioni.

Poi abbiamo aggiunto, e questo è un po' il cuore dell'invito, che il Consiglio regionale emetta nei confronti degli enti locali, dei Comuni, chiare linee d'indirizzo per l'utilizzo di questi fondi straordinari che arriveranno a seguito dell'emergenza, perché i Comuni possano procedere all'assunzione dei bidelli che sono indispensabili non solo per le maggiori necessità di sanificazione degli ambienti ma anche proprio a supporto degli insegnanti nelle scuole dei paesi.

Come sapete c'è un diverso regime per i bidelli che lavorano nei Comuni rispetto a quelli che lavorano nelle scuole medie e superiori, quindi parliamo di differenze rispetto alla scuola primaria, dell'infanzia e delle superiori, questo è già di per sé un paradosso organizzativo, ma comunque non è il caso adesso di approfondire, anche perché il Vicepresidente è molto severo, insomma io spero che insieme riusciremo a impegnarci per risolvere anche questo tipo di criticità che non sono di secondaria importanza.

Presidente - Dura lex sed lex. Questo è quanto abbiamo deciso tutti insieme.

La parola al collega Cognetta.

Cognetta (VDALIBRA) - Per dire che voteremo convintamente quest'ordine del giorno. Per quanto riguarda il secondo punto, perché, per brevità, anche nella spiegazione lei ha citato due punti, collega Pulz, il primo è per dare istruzioni all'Assessorato e il secondo invece invita il Consiglio a emettere nei confronti degli enti locali chiare linee d'indirizzo per l'utilizzo dei fondi a favore dell'assunzione del personale dei collaboratori scolastici da parte dei degli enti locali; è un impegno meraviglioso, io credo che sicuramente tutti i Sindaci che ci ascoltano se ne faranno carico e non utilizzeranno i fondi che riceveranno eventualmente per fare asfalti o per fare altre opere che nulla hanno a che vedere con le scuole.

D'altronde hanno un indirizzo preciso in legge, giusto? No, non ce l'hanno, in legge vengono dati dei fondi senza vincolo.

Allora vede, collega, noi nel nostro emendamento abbiamo invece dato un vincolo, scriverlo così è un invito bellissimo, io spero che lo seguano, non lo seguiranno, questo glielo posso dare per certo e chi sarà qui nel prossimo Consiglio regionale potrà verificare a novembre o a dicembre o il prossimo anno come sono stati spesi poi i soldi che verranno dati con questa tornata.

D'altro canto le vorrei anche suggerire che, a fronte di questa sollecitazione, forse sarà necessario nel prossimo intervento economico che lei giustamente appoggerà, - nel farlo dico, non nell'approvarlo - questo prima della fine di questa legislatura per dare dei soldi con vincolo di destinazione. Cioè se si fa un'altra legge mettendo ulteriori fondi, a quel punto lei potrà sicuramente anche impegnarli, se sarà d'accordo nel fare una nuova legge, perché sennò ci sarà una contraddizione tra quello che chiede politicamente con quest'ordine del giorno e quello invece che eventualmente è nelle sue funzioni, ancora in carica, per poter dare risposte concrete.

Quindi ripeto per noi è sicuramente un voto a favore di quest'ordine del giorno, visto che resterà solo un invito.

Presidente - Ha chiesto la parola l'assessora Certan.

Certan (AV) - Sicuramente il tema del personale ausiliario e del personale collaboratore scolastico è un tema che abbiamo avvertito, tant'è che nell'articolo 71, nelle disposizioni urgenti in materia di personale al comma 2 abbiamo dato risoluzione a questo problema, non abbiamo visto emendamenti da parte sua per potenziare queste risorse.

Quindi, soprattutto per il personale ausiliario, viste le disposizioni di pulizia frequente che vengono date per il rientro a scuola, - è evidente, lo abbiamo detto anche ai Sindaci nella conferenza che abbiamo avuto con loro il 9 giugno - la sovrintendente ha chiarito che sarà necessario rivedere tutti i contratti in essere con il personale ausiliario, perché, come lei sa, non credo che possa essere il Consiglio regionale, glielo ha detto molto bene il collega Cognetta molto meno direttamente di me ma glielo ha spiegato perfettamente il collega Cognetta: lei nel secondo punto invita il Consiglio regionale - non dovrebbe essere il Consiglio però, io guardi, non sarà un problema mio - a emettere nei confronti degli enti locali delle linee d'indirizzo per l'utilizzo dei fondi straordinari derivanti dall'emergenza straordinaria - questi fondi straordinari, non è ben chiarito dove - al fine di procedere all'assunzione di personale collaboratore scolastico.

Il personale ATA è personale regionale. C'è una confusione fra cosa deve fare l'Assessorato sul personale ausiliario delle scuole superiori e poi che cosa devono fare gli enti locali sul personale ausiliario della scuola dell'infanzia, primaria e les Unités per la scuola. E poi c'è un richiamo al personale collaboratore che è un personale diverso, che è personale invece regionale nelle istituzioni.

Allora io le dico questo: tendenzialmente, per essere più corretto, quest'ordine del giorno e quest'impegno dovrebbero essere, come le ha detto anche il collega Cognetta, solo la prima parte, noi soprassederemmo sull'"invita altresì il Consiglio regionale" perché è un invito che non ha nessuna concretezza. Voteremo sì, nel senso che non è realizzabile in questi termini ma nella prima parte, l'abbiamo già messo in legge, è l'articolo 71 il comma 2 per cui nei limiti del bilancio noi andremo chiaramente a potenziare, laddove gli enti locali ce lo richiedano, anche sul personale ausiliario per le pulizie frequenti, perché è Covid, quello.

Riguardo al collaboratore didattico che lei vuole per la didattica a distanza dovremmo un po' capirci perché lei mi chiede di potenziare i collaboratori didattici, perché servono per la didattica a distanza ed è quattro interpellanze che mi dice: cancelliamo e bandiamo la didattica a distanza.

Allora è chiaro che il collaboratore scolastico serve per tutta la parte d'informatizzazione e va bene, lo teniamo per quello perché lo condivido, però le ripeto, sono tre livelli diversi: Comuni, Unités, Regione.

Quindi veda lei. A mio avviso da "invita altresì" piuttosto aggiungerei "del personale ausiliario e collaboratori didattici" nel primo paragrafo.

Presidente - Ha chiesto la parola il collega Restano.

Restano (VDA ENSEMBLE) - Collega Pulz, anche noi le proponiamo un piccolo emendamento, anziché scrivere "invita altresì il Consiglio regionale" che come le è stato detto non è propriamente corretto, "invita la Giunta a fornire nei confronti degli enti locali indicazioni". Perché le dico questo? Perché in virtù di tutto quanto è stato detto, ma soprattutto delle misure prese, e mi riferisco ad esempio alla scuola dell'infanzia, io recepisco quello che ha detto lei, ma come fa un insegnante con cinque bambini a muoversi in maniera rispettosa delle norme quando deve magari accompagnare ai servizi un bambino che ha dei disturbi dell'apprendimento, del comportamento? Perché o abbandona gli uni o abbandona gli altri.

Quindi è importantissimo quel personale che richiama lei, e allora va scritto che la Giunta deve approvare delle linee d'indirizzo, delle procedure per da un lato salvaguardare i bambini e per salvaguardare dall'altro le insegnanti.

Quindi lasciamolo questo secondo punto, ma diamo a chi di dovere le giuste responsabilità e ci metterei anche che lo faccia in tempi brevi perché - brava, brava collega, lei ha dato il suggerimento giusto, e arriva proprio dalla maggioranza, "la prossima settimana" dice la collega Morelli! -. Io volevo dare quindici giorni, sette giorni, ma che lo facciano, perché sennò questo ordine del giorno rimane parole.

Presidente - Grazie collega Restano. C'è qualche altra richiesta d'intervento da parte dell'Aula? Vedo la richiesta della collega Pulz per replica.

Pulz (ADU VDA) - Io accetto molto volentieri tutte le modifiche proposte e, anzi, ringrazio tutti i colleghi che si sono preoccupati d'intervenire. Vi chiedo solo se riusciamo a procedere con la stesura del nuovo testo emendato, perché mi sono un po' persa, ma vedo che l'Assessore arriva in mio soccorso.

Presidente - Raccomando l'indosso del dispositivo e le mascherine nel momento in cui ci sia un contatto ravvicinato.

Pulz (ADU VDA) - Scusate, volevo solo aggiungere che non mi sarei permessa di porre vincoli precisi ai Sindaci ma pensavo appunto alle linee d'indirizzo, perché sono sicura che se sono davvero Sindaci, come direbbe Aristotele, se hanno la sostanza da Sindaco, è perché si preoccupano della loro comunità e quindi si preoccupano della scuola in primis, sennò non sono Sindaci.

Chiedo all'Assessore se può leggere le modifiche, perché mi sono un po' persa e adesso vediamo se vanno bene per tutti.

Presidente - Invito l'assessora Certan a dare lettura, così come è stato emendato in accordo con la proponente.

Certan (AV) - La nostra proposta è di scrivere "a dare precise indicazioni alle strutture competenti, dipartimento personale e Assessorato della Regione, affinché diano corso al potenziamento del personale suddetto" e io aprirei la parentesi e scriverei "personale ausiliario e personale collaboratore scolastico, anche con modalità di trasferimento di personale adeguatamente formato, se necessario, nonché a procedere a nuove assunzioni" che saranno a tempo determinato naturalmente, perché non ci sono i concorsi però questo sì. E non scriverei il secondo.

La proposta che abbiamo fatto era di mettere il personale collaboratore scolastico insieme al personale ausiliario, perché è possibile per l'ufficio personale della Regione anche eventualmente dare un sostegno agli enti locali, perché per i collaboratori scolastici e per il personale ausiliario è l'ufficio personale che provvede.

C'è già l'articolo, comunque si potrebbe anche modificare poi in un emendamento in aula se tutti i Gruppi e tutti i Consiglieri saranno d'accordo, all'articolo 71 si potrebbe aggiungere "non solo personale ausiliario dell'organico delle istituzioni scolastiche, ma anche personale collaboratore scolastico". Cioè queste due figure si potrebbero aggiungere anche nel comma 2, eventualmente, perché abbiamo già previsto le risorse su quell'articolo. Questa è la proposta.

Presidente - Collega Pulz, lei ha già esaurito gli interventi ma mi sembra opportuno darle un minuto per esprimere un'accettazione o un diniego rispetto a questo testo.

Pulz (ADU VDA) - Grazie mille per la sua sensibilità, Vicepresidente. Sì, mi sembra un buon testo anche se mi dispiace un po' rinunciare a quell'invito nei confronti degli enti locali. Perché non possiamo dare almeno delle linee guida, delle linee d'indirizzo agli enti locali che avranno tutti questi fondi straordinari?

Presidente - Espliciti accettazione o diniego.

Pulz (ADU VDA) Chiedo ai colleghi dell'altra sponda cosa pensino.

Presidente - Prego, prenda una decisione, è lei la proponente.

Pulz (ADU VDA) - Sì, direi che va benissimo.

Presidente - Bene, il testo è accettato. La parola al collega Cognetta.

Cognetta (VDALIBRA) - Chiedo scusa, collega Pulz, ha accettato il fatto di togliere l'invito? Mi dica solo sì o no da qui per capire, ho capito bene? Ha accettato il fatto di togliere l'invito? O sì o no, non ho sentito. Lo toglie l'invito? Guardi, ha accettato la modifica o non l'ha accettata? Mi può solo dire? Perché altrimenti non riesco a esprimere la mia opinione e il mio voto rispetto a quest'ordine del giorno. O ha accettata la modifica o non l'ha accettata. Ha deciso di togliere l'invito sì o no?

Presidente - Lapidaria, o sì o no. Prego.

Pulz (ADU VDA) - Sì, però potessimo mettere veramente una presina in più non sarebbe male.

Presidente - Scusate, stiamo eccedendo rispetto alle regole alle quali io cerco di essere assolutamente fedele nel rispetto dell'Aula.

Pulz (ADU VDA) - D'accordo, accetto.

Presidente - Abbiamo portato avanti un dibattito... quindi è accettato il testo proposto dall'assessora Certan. L'elemento è chiaro a tutti. Collega Cognetta, anche lei avrebbe esaurito gli interventi.

Allora per il tempo residuo, chiedo ai tecnici di affidare la parola al collega Cognetta per tre minuti.

Cognetta (VDALIBRA) - Ci metterò molto meno di tre minuti. Io volevo avere chiara la situazione, perché altrimenti non riuscivo a esprimere. Di sicuro a questo punto non appoggerò più questa cosa, perché se lei toglie un invito del genere, mi scusi, allora tutto questo bellissimo ordine del giorno decade, perché, vede, la questione è molto semplice, collega Pulz, o lei dice ai Comuni: datevi da fare per assumere queste persone con i soldi che vi arrivano, oppure no.

Siccome a me piaceva esattamente come l'aveva scritto e lei rinuncia a questo, allora guardi, mi dispiace, per quanto riguarda il nostro Gruppo, non so gli altri, non è sicuramente un impegno accettabile, perché allora è impossibile fare ciò che lei chiede.

Presidente - Ci sono richieste d'intervento? Ha chiesto la parola il collega Gerandin.

Gerandin (MOUV') - Sarò brevissimo. Vorrei solo capire su che testo votiamo, perché non mi è ancora chiaro perché mi dice: sì, forse vorrei aggiungere qualcosa ma non troppo. Ci dica solo che testo votiamo.

Presidente - Allora non intendo proseguire ulteriormente in questa deroga agli accordi previsti però mi sembra che sia opportuno che ci sia chiarezza in aula perché stiamo per votare, per cui io chiedo o alla proponente Pulz o all'assessora Certan la lettura del testo su cui noi ci stiamo esprimendo.

Preso atto che la modifica è stata proposta fondamentalmente dall'assessora Certan, è opportuno che ci sia una lettura. Prego la proponente, collega Pulz dia lettura del testo definitivo su cui ci si esprime e poi passiamo alla votazione. Un minuto per la lettura del testo.

Pulz (ADU VDA) - Allora il testo viene così: "...a dare precise indicazioni alle strutture competenti, dipartimento del personale, Assessorato all'istruzione, affinché diano corso al potenziamento del personale suddetto (personale ausiliario e personale collaboratore scolastico) anche con modalità di trasferimento di personale adeguatamente formato, se necessario, nonché a procedere a nuove assunzioni" s'intende sempre per le scuole di ogni ordine e grado della Regione autonoma Valle d'Aosta.

Presidente - Grazie collega Pulz, il testo è stato così esplicitato, è alla conoscenza di tutti per cui apriamo le votazioni. Prego votate. La votazione è chiusa.

Dalle ore 10:40 assume la Presidenza la presidente Rini

Presenti: 34

Votanti: 29

Favorevoli: 27

Contrari: 2

Astenuti: 5 (Barocco, Daudry, Gerandin, Marquis e Restano).

Il Consiglio approva.

Rini (Presidente) - Prima di passare al prossimo ordine del giorno, colleghi, io richiamo al rispetto del regolamento e come ci siamo detti anche ieri e soprattutto nelle decisioni assunte in seno alla conferenza dei capigruppo, abbiamo cercato di contingentare i tempi relativi agli ordini del giorno... Scusate colleghi, sono giornate lunghe per tutti, cerchiamo di renderle più facili e soprattutto più chiare anche perché stiamo effettuando delle votazioni.

Io vi dico solo questo, cerchiamo di attenerci ai tempi, abbiamo detto cinque minuti e cinque minuti nelle repliche e come abbiamo detto ieri non sono sommabili e computabili i minuti che avanzano alla singola persona. Quando s'interviene si fa il proprio intervento e quello è l'intervento sull'ordine del giorno, senza poi integrare, sennò davvero ci mettiamo quattro giorni per gli ordini del giorno e credo che non sia l'obiettivo di nessuno.

Quindi da una parte il diritto a esprimersi, a portare all'attenzione di quest'Aula giustamente gli ordini del giorno ma dall'altra anche l'obiettivo che ci siamo posti, che è quello di non occupare delle giornate intere solo sugli ordini del giorno. Chiedo di attenerci tutti quanti a quest'indicazione.

Siamo all'ordine del giorno numero 7. Ha chiesto la parola il collega Restano per una mozione d'ordine. La vuole esplicitare?

Restano (VDA ENSEMBLE) - Nella lettura dell'impegno, la collega ha detto "s'intende sempre per le scuole di ogni ordine e grado". Vorrei sapere se è stato scritto questo o se è solo una sua...

Presidente - Mi scusi però queste osservazioni vanno fatte prima di votare, se le facciamo a votazione fatta non capisco tanto il nesso.

Restano (VDA ENSEMBLE) - Collega, non è stato dato il tempo, perché quando lei leggeva quello eravamo già in votazione.

Presidente - Tra l'altro anche su questo, io vi invito, e mi rivolgo ai proponenti, se si fanno delle modifiche al testo, se vi accordate leggermente prima, forse evitiamo di fare tutta una discussione su un testo che poi viene modificato e soprattutto poi si creano queste situazioni di confusione.

Quindi chi ha intenzione di modificare i propri testi lo faccia prima, abbiamo tutte le occasioni per confrontarci tra colleghi, e poi si deposita il testo modificato e lo si mette in votazione, altrimenti poi succedono cose di questo tipo. Se vuole giusto specificare... è all'interno del testo, collega Restano, perfetto.

La parola al collega Mossa per l'illustrazione del suo ordine del giorno, prego.

Mossa (M5S) - Con quest'ordine del giorno si chiede alla Giunta, nel caso in cui si lavorerà a un quarto provvedimento sulle misure emergenziali da Covid-19, di prevedere per ogni persona residente in Regione di età superiore ai 14 anni un bonus d'importo uniforme che dia luogo alla possibilità di accedere a uno sconto sull'acquisto di prodotti e servizi prestati da attività con sede operativa in Valle d'Aosta.

Questo provvedimento è finalizzato da una parte a dare un supporto alle attività culturali, sportive e di accompagnamento ai servizi turistici che sono tra quelle maggiormente colpite dalla crisi economica post Covid, dall'altra a venire incontro alle fasce più deboli della popolazione che, in seguito alla crisi, sono state costrette a rinunciare o a posticipare il ricorso ai servizi e prodotti sanitari e parasanitari.

A titolo di mero esempio, per quanto riguarda il settore culturale si citano ingressi ai musei, eventi e spettacoli, abbonamenti o lezioni di attività sportive, cure termali eccetera, mentre per il settore sanitario si citano odontoiatria, oculistica, ortopedia, ausili, otorino eccetera.

Bisogna considerare che l'attivazione e la stimolazione della domanda dei servizi o prodotti di cui sopra avrà un benefico effetto sia per i fruitori che per i produttori e un esito positivo, effetto moltiplicatore, sull'economia in genere, si tratta di un circolo virtuoso.

Si prevede inoltre che tale bonus potrà essere aumentato del 50% in valore assoluto nel caso in cui esso sia parzialmente o interamente dedicato all'attività o a prodotti sanitari o parasanitari.

Presidente - Ci sono richieste d'intervento? Colleghi, vi chiedo d'indossare la mascherina in aula, per cortesia, quando non siete seduti al vostro posto. Ha chiesto la parola l'assessore Baccega.

Baccega (UV) - Collega Mossa, esistono già delle leggi regionali che danno sostegno - parlo della legge 23 del 2010 - e che aiutano proprio chi ha bisogno in ambito di situazioni difficili sanitarie e di politiche sociali; molte delle prestazioni che lei ha individuato dal punto di vista sanitario sono dei livelli di assistenza che vengono già erogati e quindi sono dovute e non necessitano di un bonus per l'accesso perché, o sono gratuite o sono gravate da un ticket, ma per le persone in difficoltà dal punto di vista economico, e quindi con Isee molto basso, spesso sono già esenti.

Credo che come ordine del giorno abbia ancora delle lacune, non si fa cenno a quali criteri: è per tutti, perché solo sopra i 14 anni, quali modalità di utilizzo... è abbastanza difficile come attuazione devo dire.

Quello che posso dire alla fine di questo brevissimo intervento è che è un'indicazione che raccogliamo sicuramente e che nell'ambito di un successivo disegno di legge potremmo elaborare un qualcosa dal punto di vista legislativo che meglio chiarisca i passaggi e vada nella direzione di valutare bene se sia sostenibile o meno. Per questo noi ci asterremo.

Presidente - La parola al collega Cognetta.

Cognetta (VDALIBRA) - Per quanto riguarda l'impegno, collega Mossa, a me sembra che sia indirizzato a qualsiasi residente, non soltanto a quelli che citava l'Assessore, quindi alle fasce deboli. Trovo che sia un'idea interessante, anche se non è esplicitata, questo è un impegno politico, di conseguenza non deve avere i crismi di "regolarità contabile" nonché passaggi tecnici che devono essere poi formalizzati all'interno di una legge. Questo è semplicemente un indirizzo politico che si vuole dare a una eventuale quarta legge.

Poi come verrà delineata una quarta legge lo si vedrà nella quarta legge. Quindi questo è come dire: noi vorremmo fare una cosa di questo tipo e ha dato degli esempi, c'è scritto per esempio se ci sono questioni sanitarie odontoiatriche, oculistica, ortopedia e così via è una cosa che vorremmo inserire. Poi dice anche: non vorremmo inserire questioni legate a servizi prodotti prevalentemente estetici, quindi dà già un discrimine, ma li cita come esempi, non è che fa tutto l'impianto di legge, che verrà fatto in legge se si farà questa quarta legge.

Quindi io credo che sia un ragionamento accoglibile, di conseguenza per quanto ci riguarda avrà un parere positivo.

Presidente - La parola al collega Mossa.

Mossa (M5S) - Il collega Cognetta ha sicuramente colto la mia proposta appieno, io volevo comunque dire all'assessore Baccega che probabilmente è stata interpretata male la mia proposta. Rispetto a quelle fasce che lei indica essere già coperte, perché comunque non pagano il ticket, perché sono esentate in tutto o in parte, probabilmente lei non tiene conto del fatto che c'è stata una crisi di mezzo e probabilmente le persone che non si possono più permettere determinate visite mediche sono aumentate. Quindi un contributo sicuramente non danneggerà nessuno né tantomeno danneggerà la nostra Amministrazione.

Il fatto che io non sia andato a esplicitare esattamente quali siano le dinamiche di assegnazione, addirittura non ho neanche esplicitato l'importo, è semplicemente per dare la possibilità al Governo di avere un ampio margine d'azione e di decidere lui stesso in quali modalità erogare questo contributo. Quindi, come dice il collega Cognetta, vuole essere semplicemente un indirizzo politico per il futuro, per rimettere del denaro in circolazione in un circolo virtuoso.

Presidente - La parola alla consigliera Spelgatti.

Spelgatti (LEGA VDA) - Noi invece ci asterremo su quest'ordine del giorno, proprio perché non c'è scritto assolutamente niente. Se lei avesse dato un indirizzo noi volentieri avremmo potuto sostenerlo, ma qui si parla di tutto e di niente senza dare dei criteri, senza dare delle indicazioni, qui passiamo dagli sconti sull'acquisto di prodotti venduti o servizi prestati da attività con sede operativa in Valle d'Aosta, poi si parla degli sconti per ingressi e musei, eventi e spettacoli, abbonamenti, lezioni per attività sportive e cure termali, cioè si passa dalla sanità al turismo agli ingressi senza dare nessuna indicazione, nessun input e dei criteri, qualsiasi cosa.

Diamo un bonus a tutti sulla base di cosa, per andare dove, per far cosa? Ci fosse stato un indirizzo, bene. Così per noi non è assolutamente votabile.

Presidente - La parola al collega Restano.

Restano (VDA ENSEMBLE) - Per quanto mi riguarda, a titolo meramente di esempio e come ha ben colto l'Assessore quando ha detto che sarà fatta una legge, è in quel momento che dovremo confrontarci in Commissione o sulla proposta del Governo, quindi comprendo quanto detto dalla collega Spelgatti, però dall'altra parte, come ben recepito da Cognetta, colgo anche la volontà del collega Mossa di spronare, d'invitare la Giunta a legiferare in merito e ad avviare un percorso di agevolazioni per la popolazione rispetto a questo momento di crisi che stiamo vivendo.

Mi riferisco in particolar modo ad argomenti che tengo sempre a cuore che sono quelli dello sport per tutti e questo andrebbe in quel senso in un particolare momento dove c'è bisogno, per la prevenzione primaria, di avviare i ragazzi a certi tipi di attività.

Quindi voterò a favore di questa proposta.

Presidente - La parola al collega Bertin.

Bertin (RC-AC) - Ricordo che l'iniziativa legislativa è del Consiglio e nel momento in cui si dovesse prevedere un altro intervento legislativo, in quel momento tutti potrebbero presentare le loro iniziative. Pertanto in quell'ambito, se verrà definita in modo chiaro questa intenzione generica magari poi la si potrà valutare, ma così francamente è un po' troppo confusa per poter esprimere un giudizio su quest'ordine del giorno che rischia di avere poco significato.

Presidente - Altri? Si può mettere in votazione l'ordine del giorno? La votazione è aperta. La votazione è chiusa.

Presenti: 32

Votanti: 9

Favorevoli: 9

Astenuti: 23 (Aggravi, Baccega, Bertin, Bertschy, Certan, Chatrian, Daudry, Distort, Farcoz, Favre, Lavevaz, Luboz, Lucianaz, Manfrin, Marzi, Minelli, Morelli, Nogara, Peinetti, Sammaritani, Spelgatti, Testolin e Trione).

Il Consiglio non approva.

Per l'ordine del giorno successivo è stato fatto un lavoro di raccordo tra due ordini del giorno simili, quindi l'8 sarà discusso insieme al 27 e do la parola per l'illustrazione ai due proponenti, Mossa e Manfrin. Prima la parola al collega Mossa.

Mossa (M5S) - Con quest'emendamento si chiede al Governo regionale di essere più elastici sull'applicazione dei protocolli sulle norme igienico-sanitarie e socio-assistenziali per gli utenti disabili che frequentano i centri educativi assistenziali o altri centri diurni. Perché si chiede questo? Perché per alcuni disabili l'obbligo di fare il tampone è considerata una vera e propria violenza e sarà praticamente impossibile che si sottoporranno a questa disamina senza essere sedati. Vogliamo permettere questo?

Il problema è che se non si sottoporranno all'esame del tampone non potranno partecipare ai centri educativi assistenziali, agli altri centri diurni, all'abilitazione equestre o all'acquaticità. Quindi si chiede di prevedere per questi utenti come alternativa al tampone altri metodi, come, ad esempio, l'esame sierologico o, meglio ancora, una visita medica del referente sanitario o del medico di base, come avviene in altre regioni, non ci stiamo inventando niente di che.

Io credo che, se c'è la volontà e un po' di umanità, si possano applicare le stesse misure di sicurezza senza per questo traumatizzare gli utenti disabili.

Per questo, attraverso quest'ordine del giorno si impegna la Giunta regionale a prevedere, come alternative all'esame del tampone necessario alla partecipazione ai centri educativi assistenziali o agli altri centri diurni per gli utenti disabili, il test sierologico e se anche il prelievo del sangue per il test sierologico risultasse estremamente difficoltoso da compiere, a causa della scarsa collaborazione dell'utente, consentire la partecipazione al centro diurno attraverso un certificato di buona salute del soggetto disabile e dei suoi familiari rilasciato dal medico di famiglia o dal referente sanitario. Nei casi di scarsa collaborazione o difficoltà cognitive o motorie gravi, si contempla inoltre la possibilità di consentire al personale sanitario incaricato di effettuare gli esami di recarsi presso il domicilio dell'utente, financo nei locali della sua abitazione.

Presidente - La parola al collega Manfrin.

Manfrin (LEGA VDA) - Ringrazio il collega Mossa con cui abbiamo trovato una sintesi fra i due ordini del giorno che avevano ovviamente lo stesso obiettivo, che è quello di andare incontro alle famiglie e soprattutto a chi vive già una situazione di disagio. È già stato detto molto, aggiungo solo qualche piccolo altro elemento. Cominciamo ovviamente con il fatto che quelle famiglie che hanno dovuto fare i conti con il Coronavirus e che avevano appunto anche a che fare con una disabilità all'interno del nucleo familiare hanno vissuto una doppia difficoltà. La prima chiaramente è quella legata a tutte le conseguenze negative che il lockdown ha portato e la seconda è stata, ovviamente, il mancato supporto durante il lockdown, perché i CEA sono stati chiusi, perché non è stato dato nessun supporto particolare a chi aveva queste necessità.

Io mi riferisco, per esempio, in maniera specifica visto che appunto è stato detto, ai soggetti per cui è difficoltoso fare un prelievo piuttosto che un tampone, pensiamo ai soggetti autistici che, abituati a una routine quotidiana fatta di accessi ai CEA e appunto al ritorno in famiglia, pensiamo a questi utenti che siano costretti da un giorno all'altro a rimanere chiusi fra quattro mura senza nemmeno poter uscire. Questo attiene per esempio anche alla scrittura dei protocolli che hanno portato a non considerare le necessità di queste disabilità, ma nemmeno la pubblica Amministrazione è venuta loro incontro, magari prevedendo delle eccezioni all'interno dei singoli protocolli regionali.

Al di là di questo, ovviamente, come è già stato presentato, ci troveremo a che fare con un'assoluta necessità, ovvero che i CEA ritornino attivi e che gli utenti possano ritornarvi.

I CEA sono stati riaperti, così ci hanno detto, ma il problema degli utenti è questo: voi immaginate di sottoporre un ragazzo autistico, per il quale anche soltanto una visita dentistica diventa un grave problema, a un tampone, immaginate d'infilare un tampone profondamente nel naso e nella gola e di vedere quali sono le reazioni e soltanto se si riesca a fare un'azione di questo tipo. Diventa assolutamente impossibile, figuriamoci poi il prelievo sierologico, diventa ancora più arduo!

Ecco perché, in questo momento in cui le famiglie affrontano le conseguenze della crisi e hanno ovviamente nel contempo la necessità di gestire la condizione di disabilità dei componenti del proprio nucleo, risulta prioritario il ruolo dei CEA e l'Emilia Romagna, per esempio, ha previsto che per l'ingresso nei CEA sia effettuata una visita medica in cui il medico curante attesti che il soggetto si trova in buona salute, che non è stato contagiato e che quindi non è neanche venuto in contatto, sempre su dichiarazione della famiglia, con soggetti affetti da Covid-19.

Seguendo un analogo protocollo, a questo punto consentiremmo alle famiglie di poter accedere e di poter usufruire di quei servizi e al contempo potremmo permettere a questi ragazzi di ritrovare la propria routine quotidiana, una propria regolarità di cui hanno assolutamente bisogno.

Dalle ore 11:02 assume la Presidenza il vicepresidente Distort.

Distort (Presidente) - Chiediamo scusa ma ci sono spesso problemi e inconvenienti tecnici nati dalla riorganizzazione dell'architettura dell'aula e di tutto quanto l'impianto. Grazie per l'esposizione da parte dei proponenti Mossa e Manfrin. Ha chiesto la parola il collega Peinetti.

Peinetti (UV) - Grazie ai proponenti. Ci sono alcuni problemi molto semplici che vorrei evocare, il primo è il problema del test sierologico che, purtroppo, in realtà non è un'alternativa al tampone, nel senso che nel caso in cui il test sierologico, e sono d'accordo che probabilmente sarebbe per certi versi forse più semplice che non un tampone, in certi casi, nel momento in cui dovesse essere positivo dovrebbe essere seguito poi da un tampone, perché in realtà il test sierologico ci dice solo che il paziente è venuto in contatto con il virus, ma non sappiamo se in quel momento preciso lui sia o non sia infetto. Quindi il test sierologico può essere utile per screenare questi pazienti ma non certo per definirne lo stato clinico in quel momento.

Il secondo è quello che proponeva il collega Manfrin di un certificato medico che attesti in questo caso che il soggetto non abbia nessun tipo d'infezione. È chiaro che è un problema anche qui da valutare, perché diventa una certificazione senza in realtà avere dei fondamenti clinici, o meglio, se il paziente è totalmente asintomatico, tu puoi dire che è asintomatico, ma non puoi dire che non è infetto perché sono due cose diverse, non coincidono.

Quindi penso che probabilmente quello che si potrebbe fare è valutare l'ipotesi di coinvolgere sicuramente il comitato tecnico scientifico per valutare quali siano le misure adeguate alternative al tampone, da utilizzare in pazienti in cui non sia possibile utilizzare nessun tipo di screening.

Presidente - C'è qualche altra richiesta d'intervento? Ha chiesto la parola la collega Minelli.

Minelli (RC-AC) - Io capisco la precisazione del dottor Peinetti, è chiaro, sappiamo tutti che il test sierologico non è la stessa cosa del tampone, ma mi sembra che le proposte arrivate vadano nella direzione di dire: facciamo in precedenza questa deroga, diciamo così, facciamo il test sierologico e poi ovviamente, se sarà necessario il tampone si farà il tampone, ma è per evitare un trauma - io lo chiamo così, forse non è il termine più corretto -, considerate le difficoltà dei soggetti di cui abbiamo parlato mi sembra che se si può facilitare in qualche maniera la possibilità di tornare a frequentare con relativa sicurezza i CEA, i corsi di acquaticità eccetera eccetera, dobbiamo mettere queste persone nelle condizioni di poterlo fare il più in fretta possibile perché, come è stato ben ricordato, il periodo del lockdown che è stato difficile per tutti, per queste persone e per le loro famiglie lo è stato in maniera esponenziale.

Quindi in qualche modo ora bisogna cercare di sbloccare questa situazione e non penso che questo vada a scapito della salute di tutte le altre persone perché poi sono monitorati e sono ragazzi, persone costantemente sotto osservazione, di conseguenza è vero, potrebbero essere asintomatici, ma lo potrei essere anch'io e aver contagiato chiunque di voi in questo momento. Quindi io penso che ci voglia un'attenzione particolare in questa situazione, così come è stato proposto.

Presidente - Altri interventi? Ha chiesto la parola la collega Trione.

Trione (SA) - Volevo sottolineare anche io l'importanza del tema, legato appunto agli aspetti che già sono stati sottolineati dai miei colleghi. Mi viene da proporre, è quasi banale, però magari un approfondimento rispetto a come viene fatto nelle altre regioni. Non sarà mica solo un nostro problema? Quindi magari fare un excursus su quali modalità vengano utilizzate per fare in modo che effettivamente questa grave problematica venga in qualche modo presa in carico.

Presidente - Ha chiesto la parola il collega Restano.

Restano (VDA ENSEMBLE) - Mi sembra che il discorso sia già molto avanti, nel senso che parecchi tamponi siano già stati eseguiti e non so quanti utenti debbano ancora procedere con il tampone, perché siamo prossimi all'apertura; forse, però, in aggiunta a quanto detto dal collega Peinetti giustamente vanno riviste le cose.

Ritengo fondamentale il coinvolgimento degli educatori, perché sono loro che conoscono l'utenza, sono loro che conoscono i comportamenti di questa utenza particolare, che ha tante esigenze, e che possono indirizzare le scelte del comitato tecnico scientifico. Quindi ritengo di portare questa suggestione all'Aula.

Presidente - Ha chiesto la parola l'assessore Baccega.

Baccega (UV) - Sì, colleghi, questo è certamente uno dei temi più scottanti che abbiamo in Assessorato, intanto l'apertura dei CEA è stata un'apertura solo parziale, nel senso che gli operatori vanno a domicilio delle persone e vanno per un certo numero di ore per dare un sollievo alle famiglie, semplicemente perché l'attività in questo momento è solo quella di passeggiate all'esterno e quindi di fatto all'interno dei CEA l'attività è limitatissima.

Il tema ci è stato posto dal CodiVdA e sulla base di questo ci siamo mossi come Assessorato. È un tema che anche a livello nazionale è fortemente dibattuto, in realtà siamo in presenza di un protocollo, un protocollo che dà degli indirizzi ben precisi e in questi indirizzi, ovviamente, il comitato tecnico è stato rigoroso, il certificato medico non sostituisce il tampone e tantomeno il test sierologico, quindi questo mi sembra che sia comprensibile.

Come Assessorato e come Giunta ne abbiamo parlato, ci siamo mossi nella direzione di dire: riformuliamo un nuovo protocollo, cerchiamo di capire, anche attraverso il nazionale quali sono le indicazioni che possono venirci a sostegno e cerchiamo di andare incontro a queste persone che hanno delle oggettive difficoltà a effettuare il tampone. In realtà solo due si sono rifiutati, tutti gli altri lo hanno fatto, ma questo è un problema, anche perché va detto: cosa è più invadente? Il tampone o il prelievo del sangue? Perché poi anche per il prelievo del sangue vi è una sua oggettiva difficoltà con le persone. Quindi io suggerirei ai proponenti, se sono d'accordo, di modificare l'impegnativa: "dando mandato alla Giunta di andare nella direzione di rivedere, di proporre al comitato tecnico scientifico la revisione del protocollo che è in atto e che è stato approvato" e poi in questo senso mi sento tranquillamente di poter sostenere una iniziativa di questo tipo.

Presidente - Per la replica, la parola al consigliere Manfrin.

Manfrin (LEGA VDA) - Ho ascoltato con molta attenzione gli interventi dei vari colleghi che si sono susseguiti, però c'è un punto di caduta in tutto questo discorso, il punto di caduta è questo: l'attestazione per l'accesso ai CEA è già stata adottata, e l'ho detto durante la mia esposizione, dalla Regione Emilia Romagna.

Ora che si sollevino delle eccezioni nel dire che quello non può essere considerato come un test che esclude la possibilità va benissimo, ma allora se vogliamo partire da questo presupposto, possiamo anche dire che il tampone fatto prima dell'ingresso del CEA non certifica che questa persona poi non venga contagiata una settimana dopo. Allora dovremmo fare il tampone a queste persone tutti i giorni. Siccome noi non stiamo ovviamente parlando di certificare per l'infinito la non positività di questi utenti, che stanno già lottando con mille difficoltà, e siccome noi quello che proponiamo è una sequenza, come ha giustamente spiegato il collega Mossa, che è: tampone, eventuale test sierologico e nell'impossibilità di effettuare questi ovviamente l'attestazione da parte del medico di famiglia, allora secondo me questa successione è assolutamente applicabile a questi casi per evitare e per ridurre al minimo il disagio di questi utenti che hanno la necessità di essere tutelati.

Assessore, lei ci presenta il protocollo come un totem immutabile ma il protocollo l'avete fatto voi, non è che discenda da una imposizione, ogni Regione ha fatto il suo il protocollo tanto è vero che, come ho già detto, l'Emilia Romagna ha inserito nel suo protocollo che si potesse fare ovviamente l'attestazione da parte del medico di famiglia. Per cui, per quanto mi riguarda, io sono contrario a modificare l'impegnativa di questo ordine del giorno. Se il collega Mossa sarà favorevole e vorrà modificarla lo lascerò fare, ovviamente, non voglio obbligare nessuno ma poi al punto 27 ridiscuteremo il nostro ordine del giorno e quello si andrà a votare così vedremo effettivamente quale sarà la volontà di questo Consiglio.

Presidente - Assessore Baccega, lei ha esaurito gli interventi, mi spiace. Ha chiesto la parola il collega Mossa.

Mossa (M5S) - Anche io ho seguito attentamente tutti gli interventi ed evitando di ripetere cose che sono state già affermate, come quelle della collega Minelli al Consigliere Peinetti, mi rivolgo all'assessore Baccega.

Assessore, se lei mi avesse proposto la revisione del protocollo un mese, due mesi fa, probabilmente io avrei accettato, ma siamo davanti all'imminente apertura dei centri estivi, dei centri CEA, dei centri diurni, dei centri acquatici e non c'è tempo, non c'è assolutamente tempo, anche perché i tamponi li stanno già facendo, alcuni li hanno già fatti e non esiste la possibilità di allungare i tempi per aspettare un'ulteriore decisione su una revisione dei protocolli, non esiste proprio il tempo.

Quindi neanche io ritengo che sia opportuno modificare l'impegno di quest'ordine del giorno e lo porterò avanti esattamente così com'è.

Presidente - Mi spiace, collega Spelgatti, però gli spazi d'intervento sono stati tutti utilizzati quindi rimane lo spazio per i Gruppi che non hanno avuto intervento. Ha chiesto la parola l'assessore Bertschy.

Bertschy (AV) - Non in sostituzione, ma è solo per spiegare che siamo d'accordo, ma non possiamo prevederlo, è proprio una questione di come è scritto, non siamo noi che possiamo prevedere di sostituire questo nel protocollo senza fare un passaggio nel comitato sicurezza e senza unità di crisi. Quindi non è l'impegno, ci mancherebbe ancora, che vogliamo cambiare, ma come è scritto. I protocolli li stiamo modificando tutte le settimane; ha ragione il collega Manfrin perché da come si è proposta la situazione un mese fa ad adesso cambiano le cose. Ieri l'Emilia Romagna ha, per esempio, cambiato il protocollo sul trasporto, ormai siamo alla piena capienza seduti con mascherina vicini e lo stanno facendo altre Regioni, ci stiamo lavorando anche noi e per la prossima settimana andremo sicuramente a fare delle modifiche.

Quindi sostituire i protocolli con delibera di Giunta è possibile, ma noi non siamo i sanitari che possono saltare un passaggio.

Dividerci su questa cosa a nostro avviso è un peccato ma prendersi un impegno per come è scritto sarebbe scorretto nei confronti di coloro che collaborano intorno alla politica per cercare di raggiungere gli obiettivi. Ve lo chiedo in questo senso, altrimenti lo faremo e stop. Il comitato di sicurezza si riunisce tutte le settimane, anzi, a volte anche due volte la settimana, l'impegno che ci prendiamo è di portarlo e di farlo, però vi chiediamo anche la cortesia di rispettare le procedure.

Presidente - Ha chiesto la parola il collega Restano.

Restano (VDA ENSEMBLE) - Assessore Bertschy, lei ha detto secondo me una cosa giustissima: i protocolli vengono scritti e sono in attesa di modifica, perché non sono scolpiti nella pietra, allora vi suggerirei una cosa, se può essere utile, perché io me lo sono stampato questa mattina presto e ho dato una lettura ma avevo già visionati gli altri. Quando vengono revisionati i protocolli accreditati o certificati si scrive revisione 1, revisione 2, revisione 3, perché è utile sapere se sono già stati revisionati o meno i protocolli. Se invece si modifica e si mette lì è difficile capire, parlo in generale, perché poi ci sarà un mio intervento su questo aspetto dei protocolli.

Quindi condivido che debbano essere modificati, non so da quanto sia stato scritto questo ma è evidente che è superato, è superato da tanto.

Presidente - Ci sono altri interventi? In assenza d'interventi, mettiamo in votazione l'ordine del giorno. Si apre la votazione. Si precisa che la votazione è impostata sul testo congiunto di entrambi gli ordini del giorno, numero 8 e numero 27. Prego votate. La votazione è chiusa.

Presenti: 33

Votanti: 33

Favorevoli: 33

Il Consiglio approva all'unanimità.

Passiamo all'ordine del giorno numero 9. Per l'esposizione ha chiesto la parola il collega Mossa.

Mossa (M5S) - Il tema più o meno va ad incidere sullo stesso discorso, parliamo sempre della situazione dei disabili. Con quest'ordine del giorno si chiede una maggiore flessibilità sull'obbligo per gli operatori dei servizi diurni per persone con disabilità psicofisiche dei centri educativi assistenziali e degli altri centri diurni di indossare tutti i presidi medici chirurgici previsti. Attualmente per questi operatori vige l'obbligo di indossare mascherina, camice, guanti, calzari eccetera eccetera eccetera alla stregua degli stessi reparti Covid.

Queste misure, oltre a essere eccessive rispetto a quelle previste in contesti analoghi nelle altre regioni italiane, possono trasmettere delle sensazioni negative agli utenti disabili e nel contempo impedire agli operatori di muoversi agevolmente, di svolgere i loro compiti concentrandosi maggiormente sull'utente senza contare...

Presidente - Chiedo scusa, chiarisco, siamo sull'ordine del giorno numero 9, collega Mossa.

Mossa (M5S) - Chiedo scusa, c'è stata un'incomprensione, allora forse prima doveva intervenire il collega Restano perché abbiamo trovato un accordo su questo punto e poi quando illustrerò il mio non starò a ripetere le cose...

Presidente - Collega Mossa, lei ha ancora del tempo residuo, abbiamo deciso che non è possibile utilizzare il tempo residuo per la stessa persona ma in questo caso lei è proponente.

Dalle ore 11:18 assume la Presidenza la presidente Rini.

Rini (Presidente) - Credo che ci sia stato proprio un errore di ordine del giorno, se non sbaglio, mi pare di aver capito che sull'ordine del giorno 9 stiamo parlando di tate familiari, giusto, ci sia stato un accordo per trovare una sintesi tra i due ordini del giorno del collega Restano e del collega Mossa, giusto? Diamo la parola al collega Restano. Avete un nuovo testo? Se c'è un nuovo testo vi chiedo per cortesia così possiamo darlo a tutti i colleghi, anche. Quando soprattutto unite magari i due ordini del giorno, se ce li fate avere un attimo prima così anche gli altri colleghi possono prenderne visione; 36 più 9 di Mossa. Collega ci faccia avere il nuovo testo. Intanto, collega Mossa, vuole cominciare l'illustrazione del nuovo testo?

Mossa (M5S) - Chiedo scusa, ma ho fatto un po' di confusione con gli ordini del giorno. Con la fase 2 numerose famiglie hanno ripreso la propria attività lavorativa e molte altre lo faranno a breve. Diverse famiglie valdostane, prima dell'interruzione dovuta al periodo di lockdown, usufruivano del servizio socio-educativo delle tate familiari rivolta ai bambini dai tre mesi ai tre anni di età. In questo momento di ripartenza, beneficiare nuovamente di questo servizio garantirebbe a queste famiglie un fondamentale sostegno per riprendere la loro attività lavorativa. Le tate familiari -al fine di riavviare il loro servizio in totale sicurezza e salute, in un contesto protetto e controllato finalizzato a tutelare sia loro che gli utenti che ne usufruiranno - hanno proposto di adottare un patto di responsabilità, che sarà sottoscritto dalle professioniste e dai genitori e che impegni questi ultimi a tenere alta la guardia sulla sorveglianza sanitaria e a comunicare eventuali sintomi spia di contagio che si manifestino in famiglia. Oltre a questo, hanno posto all'attenzione dell'Assessore alla sanità un protocollo di misure anti-Covid redatto seguendo le linee guida ministeriali che intendono adottare nel rispetto delle normative vigenti.

Considerato che molti servizi analoghi, indirizzati sempre a fasce d'età comprese da zero a tre anni, come ad esempio i centri estivi, stanno riprendendo la loro attività, garantendo esattamente gli stessi protocolli di sicurezza offerti dalle tate, non è chiaro del perché le professioniste non possano riprendere allo stesso modo la loro attività.

Assessore Baccega, durante l'audizione con le tate, avvenuta il 18 giugno, lei ha affermato di non poter garantire la riapertura dei loro servizi per ragioni di sicurezza igienico-sanitaria perché, come sicuramente mi risponderà a breve, la fascia da zero a tre anni non ha ancora l'autorizzazione governativa di riapertura dall'ultimo decreto ministeriale dell'11 giugno 2020 e di conseguenza voi non vi prenderete la responsabilità di aprire servizi alla prima infanzia in Valle d'Aosta. Inoltre Lei dice che il comitato sanitario non vi dà via libera, perché le disposizioni di sicurezza e di prevenzione del contagio con i bambini più piccoli non è garantita.

Guardi, Assessore, fin qui ci potrebbe anche stare se facciamo finta di non essere una Regione Autonoma, questa millantata autonomia sempre presente sulla bocca di tutti ma che mai viene applicata nel momento in cui si presenta l'occasione, e la sua applicazione potrebbe davvero fare la differenza anche perché poi questa autonomia, attraverso lo statuto speciale, in teoria, ci consentirebbe di avere potestà legislativa su determinate materie, ma facciamo finta di non tenerne conto e facciamo anche finta di non accorgerci che stiamo parlando di strutture private e non pubbliche, come le scuole.

Quello di cui invece non riesco davvero a fare finta è che lei, Assessore, durante l'incontro con le tate, ha detto che visto che è prevista la riapertura dei centri estivi a cui possono accedere anche i bambini da 0 a tre anni, le tate potrebbero organizzarsi al riguardo - attenzione - e cambiare il nome della loro attività da servizio per la prima infanzia a centro estivo.

In questo modo si risolverebbero tutti i problemi e le famiglie potrebbero beneficiare del bonus centro estivo, fra l'altro in scadenza prevista per fine luglio e a cui molti non potranno accedere perché hanno già usufruito del congedo parentale.

Guardi, io quando sento queste cose surreali davvero mi si accappona la pelle, quindi per lei, Assessore, se capisco bene basta cambiare il nome dell'attività per diventare magicamente protetti e immuni da ogni rischio. È come dire che se mi chiamo Luciano Mossa il virus mi aggredisce senza pietà ma se invece mi chiamo Mauro Baccega mi rimbalza via come se avessi una armatura di ferro. Quindi il sapere che la sicurezza in Valle d'Aosta è misurata non tanto dall'accurata applicazione dei protocolli sanitari ma dalla denominazione che ha la vostra attività mi preoccupa davvero molto!

Per questo, attraverso il mio ordine del giorno e con l'integrazione che ha proposto il collega Restano, che l'illustrerà a breve, le chiedo la riapertura in tempi brevissimi dell'attività delle tate familiari senza l'assurda costrizione di dover cambiare nome della denominazione di questo servizio.

Presidente - La parola al collega Restano.

Restano (VDA ENSEMBLE) - Ritengo che le problematiche siano già state illustrate molto bene dal collega Mossa. Devo dire che sull'argomento in questione mi è stato riferito che altre Regioni autonome hanno già provveduto all'apertura, mentre invece mi sfugge, Assessore, dal punto di vista medico epidemiologico quale sia la differenza tra il servizio erogato dai centri estivi - laddove si usufruisce di personale che probabilmente non ha neppure la stessa formazione e la stessa esperienza delle tate familiari - e il servizio di tata familiare.

Abbiamo potuto apprezzare, durante l'audizione, quello che sia il livello di preparazione e di professionalità di quest'impegno e allora mi sono consultato con un epidemiologo che mi dice che dal punto di vista medico non vi sono sostanzialmente delle grosse differenze, al di fuori che il centro estivo, come si legge nelle procedure, può essere svolto all'esterno, ma da quanto appreso in audizione dalle tate familiari anche loro svolgono la loro attività sia all'esterno sia all'interno di strutture all'uopo organizzate.

Quindi vedo una grossa affinità tra i due servizi prestati e aggiungo a quello che ha detto il collega Mossa che è previsto anche il cosiddetto voucher bebè. Il voucher bebè è per permettere l'assistenza in famiglia, cioè vale a dire le baby-sitter che vanno in casa dei bambini. In questo caso il rapporto è inferiore dell'uno a tre proposto dalle procedure che abbiamo adottato noi come Valle d'Aosta però dico dal punto di vista della contaminazione crociata qua non si fa niente? Si tratta di un voucher previsto dalla Stato, non dalla Regione. Allora quando la tata che si spoglia dalla sua veste di tata rinuncia alla Partita Iva e va a svolgere le stesse funzioni presso una famiglia non deve fare niente, l'ha detto bene il collega Mossa: quando, cambiando la sua veste, va a lavorare o s'inventa un centro estivo è autorizzata, quando lo svolge con tutti i crismi previsti dalla legge, in strutture attrezzate per questo, seguendo delle procedure che ci hanno proposto, adeguandosi anche a eventuali proposte da parte del comitato scientifico, da chi è competente, io dico la Giunta perché poi le approvate voi, a quel punto non è più autorizzata.

C'è un problema che sicuramente non avete sollevato voi però come ha ben detto il collega, lo vogliamo superare? O siamo a complicare le cose che apparentemente sono semplici? E qualcuno che è portato a pensar male potrebbe dire: no, vogliamo agevolare gli uni e penalizzare gli altri.

Quindi l'invito, e qua sta l'accordo che abbiamo trovato, è quello di chiedere in tempi brevi l'apertura e inserire le tate familiari tra le attività che possono operare secondo le procedure da loro presentate e, se del caso, integrate con quelle già indicate per i centri estivi.

Questo ritengo che sia un atto dovuto da parte nostra e sia dovuto, visto l'interesse che ha manifestato più volte l'Assessore, un tentativo da parte della Giunta, che ritengo che non possa che andare a buon segno.

Presidente - Altri? Ha chiesto la parola il collega Barocco.

Barocco (GM) - Io intervengo perché qualcuno ieri ha detto che l'autonomia deve servire non solo a spostare di qualche giorno l'apertura della coltivazione di un giardino, o qualcosa del genere. Ecco, questo ne è un esempio. Va tutto bene, difficoltà e tutto... però qui vi è un esempio di che cosa vuol dire esercizio dell'autonomia, il consigliere Mossa ce l'ha ricordato.

Io capisco tutte le difficoltà e non voglio mettere becco, e non ho amici consulenti epidemiologi o cose di questo genere, però in altre regioni alpine è già stato fatto e stanno andando avanti.

Ancora una cosa: i centri estivi si stanno aprendo con degli sforzi non indifferenti anche per la prima infanzia, da zero a tre anni, con degli artifizi all'italiana, proprio perché si usano strutture pubbliche per dare questo servizio, che è quasi uguale al servizio di asilo nido con una differenza: l'esborso per le famiglie è decisamente oneroso. Allora forse bisognerebbe anche conoscere quello che si svolge sul territorio: le famiglie ricevono su WhatsApp tutta una serie di proposte nel mio Comune, nei Comuni vicini e fermiamoci lì perché poi se dobbiamo analizzare dal punto di vista amministrativo, contabile eccetera, bisognerebbe essere più precisi e controllare le cose come devono essere fatte; poi ci sono delle integrazioni, i Comuni che partecipano alla retta per il 60%... ma il problema è l'uniformità di servizio che viene svolto per i cittadini della Valle d'Aosta. Ci sono degli amministratori più avveduti, delle cooperative che si cercano il lavoro... poi ci sarà un ordine del giorno col quale torneremo su questo tema presentato dalla Consigliera Trione, in cui c'è un aiuto indiretto all'occupazione, perché c'è gente che sennò sta a casa.

Quest'ordine del giorno, secondo me, pone un problema molto pertinente, molto profondo, io non metto in dubbio che il Governo l'abbia analizzato in tutti i suoi aspetti, ma un ordine del giorno penso che vada solo a chiedere un impegno maggiore e quindi io volevo solo portare questo mio contributo che viene da una piccola conoscenza del territorio e dell'autonomia.

Dalle ore 11:35 assume la Presidenza il vicepresidente Distort.

Distort (Presidente) - Ha chiesto la parola il Presidente Rini.

Rini (PNV-AC-FV) - Io mi riallaccio assolutamente con quello che ha detto molto bene il collega Barocco, stiamo parlando di un tema molto importante, molto delicato: la fascia di età da zero a tre anni, dobbiamo dircelo, è una fascia di età che è stata particolarmente dimenticata non a livello regionale, anche a livello regionale, ma pure a livello statale, e devo dire che i problemi per le famiglie sono tanti, perché dopo il lockdown, quando le attività lavorative sono riprese, si è creata questa grandissima difficoltà per le famiglie, peraltro in un frangente in cui i nonni, che sappiamo essere ormai vero perno della conduzione e della gestione anche familiare dei bimbi piccoli, stanno vivendo un momento anche più di fragilità legato proprio all'emergenza sanitaria. Quindi crediamo profondamente che sia assolutamente necessario intervenire in maniera rapida ed efficace su questo tema, che è un tema molto sentito, perché le famiglie sono in grandissima difficoltà nella gestione dei bimbi piccoli.

Noi ci esprimeremo ovviamente a favore di quest'ordine del giorno e torneremo a parlare della fascia zero-tre anni più avanti, abbiamo presentato un ordine del giorno relativo agli asili nido e crediamo che l'offerta globale di sostegno a questa delicata fascia di età debba essere analizzata nel suo complesso ed è quello che chiediamo noi.

Presidente - Ha chiesto la parola la collega Spelgatti.

Spelgatti (LEGA VDA) - I colleghi hanno ben spiegato quale sia la gravità di questa situazione, bene ha spiegato il collega Mossa dell'assurdità delle spiegazioni date dall'Assessore Baccega.

Il problema che emerge però più drammaticamente da questa situazione è la mancata applicazione della nostra autonomia, cioè noi abbiamo assistito in tutto questo periodo di lockdown a un Presidente e ad Assessori che non hanno veramente mai, mai, mai, nemmeno una volta, esercitato la propria autonomia.

Abbiamo visto Governatori di Regioni ordinarie, assolutamente coraggiosi, prendere delle posizioni molto forti nei confronti del Governo, addirittura il Governatore della Regione Calabria, senza andare a citare quelle leghiste che porterei volentieri come esempio, ma anche il Governatore della Regione Calabria fare delle scelte molto forti, della Regione Emilia Romagna, per citare delle Regioni non governate dalla Lega.

E qui in Valle d'Aosta la nostra autonomia dove è finita? Ma ce l'abbiamo ancora un senso dell'autonomia? E soprattutto su queste cose che non hanno veramente nessuna logica e dovrebbero essere le prime su cui intervenire, le prime, perché non si può dire i centri estivi si e le tate no, bisogna cambiare nome? Ma cambiamo nome. No, forse dovrebbe prendere una posizione, lei.

Dalle ore 11:38 assume la Presidenza la presidente Rini.

Rini (Presidente) - Altri? La parola all'assessore Baccega.

Baccega (UV) - Secondo me, forse non c'era neanche bisogno di tanto dibattito però visto che sono chiamato in causa per affermazioni che non sono esattamente quelle che ha citato il collega Mossa, va spiegato che cosa si è voluto dire in quella riunione. Intanto l'aver convocato le tate familiari ha significato dare un segnale molto forte dell'attenzione che si voleva dare a quel percorso, non solo le tate familiari ma metto insieme anche gli asili nido, quindi tutta la fascia zero-tre anni.

L'affermazione era che non si doveva cambiare nome, si doveva cambiare la tipologia di attività che non è più l'attività di tata familiare ma si tratta di attività educative. In quel momento loro affermavano: perché avete autorizzato i centri estivi e non avete autorizzato le tate? Perché è molto più delicato, il percorso zero-tre anni in quella fase, e 15 o 20 giorni fa, era ancora molto, molto delicato. Nessuno in quel momento aveva ancora aperto né gli asili nido né i servizi di tate familiari.

Noi abbiamo collaborato fortemente con la Provincia di Trento e l'unico ente che ha aperto questa settimana è stata proprio la Provincia di Trento, con oggettive difficoltà; però anche noi abbiamo lavorato nella direzione per riaprire appunto sia il servizio tate familiari che il servizio asili nido. Abbiamo elaborato anche noi la nostra procedura di sicurezza per i servizi prima infanzia, in cui sono inserite anche le tate familiari, e la procedura sarà sottoposta nei prossimi giorni al comitato regionale per la sicurezza nei luoghi di lavoro e dopo la validazione sarà approvata con delibera di Giunta. Siamo in dirittura d'arrivo su questo percorso e quindi sicuramente voteremo quest'ordine del giorno.

Zero-tre anni è molto più delicato, non so se avete approfondito e se avete letto, i bambini zero-tre anni sono di più difficile gestione, è vero che il rapporto è uno a tre, quindi un operatore per tre bambini, ma sono bambini che sbavano, che hanno dei rigurgiti, che hanno tutta una serie di problematiche che in qualche modo mettono davvero a rischio lo stare insieme, però hanno bisogno di socialità e sulla base di questo io credo che si troverà un protocollo idoneo anche per farli dormire, per fare il riposino del pomeriggio.

Ci sono tutta una serie di processi che sono molto più delicati - parlo degli asili nido in questa fase - rispetto a un centro estivo che si svolge all'aperto e che può dare un inizio di attività e di socialità ai ragazzi. I centri estivi sono partiti ed è stato un buon risultato per tutti. Voteremo sicuramente quest'ordine del giorno.

Presidente - La parola al collega Mossa.

Mossa (M5S) - Assessore, io sono veramente contento che lei voterà a favore di quest'ordine del giorno, ma sarei ancora più contento se la messa a terra - visto che ultimamente piace tanto questo termine - di quest'ordine del giorno venisse fatta nell'immediatezza, perché ci sono persone che stanno aspettando, ci sono lavoratori che devono riprendere la propria attività, ci sono professioniste che devono tornare a lavorare.

Tornando al fatto che io ho detto cose non vere, probabilmente lei non ha detto effettivamente di cambiare il nome ma di cambiare la tipologia dell'attività, quindi se non è zuppa è pan bagnato. Alla fine stiamo parlando dello stesso servizio offerto, degli stessi protocolli sanitari adottati dai centri estivi, quindi che cosa cambia effettivamente? Cambia il nome, è questo che lei ha consigliato.

Grazie per il voto favorevole.

Presidente - Ha chiesto la parola il collega Gerandin.

Gerandin (MOUV') - Sarò brevissimo. Non ho capito bene quale fosse il senso di dire: va beh, non sono più tate perché dobbiamo cambiare tipo di patologia. Vedremo quale sarà il percorso.

L'unica cosa che voglio ricordare all'Assessore è che noi queste tate le abbiamo formate, regolamentate e illuse. Non vorrei che alla fine del percorso qualcuno eventualmente dovesse accorgersi di aver sbagliato negli anni scorsi a credere a un messaggio della politica di allora - e io ero tra quelli - che aveva promosso l'attività delle tate familiari affinché fosse un servizio complementare agli asili nido, perché sappiamo benissimo che le tate sono state a un certo punto anche contingentate, erano presenti dove non c'erano i nidi, fornivano un servizio in più per le famiglie in determinati territori privi dei numeri necessari per avere gli asili nido.

Questo cambiare tipo di patologia vuol dire tutto e vuol dire niente, io vorrei evitare che queste persone che negli anni hanno creduto in un messaggio, a un invito della politica, si accorgano magari di aver sbagliato o di essere state illuse.

Presidente - Altri? Mettiamo in votazione? La parola al collega Restano.

Restano (VDA ENSEMBLE) - Grazie per il voto favorevole, Assessore, mi permetto di evidenziare alcune cose. Nelle procedure, io le chiamo procedure, o protocolli, che avete approvato si parla di attività e servizi ludici ricreativi educativi, centri estivi organizzati in spazi misti o a domicilio e fate proprio qui riferimento alla fascia da zero a tre anni, quindi è previsto anche il domicilio, così come per le tate, così è scritto. Quindi è del tutto uguale, con quale differenza? Le tate hanno 500 ore di formazione Assessore, ce lo hanno dimostrato quando sono venute in audizione.

Io vorrei vedere, per quel poco che conosco i centri estivi se, gli educatori, i ragazzini che fanno assistenza negli stessi centri estivi abbiano la stessa formazione.

Quando sono venuti in audizione ci hanno dato una piccola lezione di professionalità e di preparazione; quindi ribadisco, è scritto anche nelle procedure, la delicatezza che lei ha sottolineato: "ma è una fascia particolarmente debole che bisogna salvaguardare". Ma sbavano tutti i bambini, sbavano ai centri estivi come sbavano presso le tate familiari. Con quale differenza? Le tate sono già abituate, perché hanno sospeso un servizio, conoscono già i bambini e le particolarità di ogni piccolo utente.

Ritengo che il servizio dato dalle tate sia molto più accurato e puntuale rispetto a quello che può dare, senza nulla togliere, un centro estivo dove si accolgono i bambini che al primo giorno non si conoscono.

Non vedo questa differenza, non la percepisco, e, collega Barocco, non mi sono rivolto a un amico medico, mi sono rivolto a un professionista, a uno specialista, non a uno qualunque, che mi ha puntualizzato che non vi sono differenze, salvo quelle che anche lei può aver richiamato, ma in questo caso non ci sono, perché le tate ci hanno garantito che lavorano in spazi misti, proprio perché hanno percepito l'importanza del loro lavoro e hanno dato un'offerta diversa.

Raccolgo anche quanto detto dalla Presidente Rini: si tratta anche di mantenere i livelli occupazionali: queste persone sono a casa e anche i genitori, che ambiscono a ritornare a lavorare o sono appena tornati, hanno il problema dei bambini. Quindi andremo a completare un'offerta.

Quindi ben venga il suo voto favorevole, ritengo che non ci sia molto da fare, salvo inserire le tate familiari in questa procedura e farle riaprire.

Presidente - Collega è già intervenuta, c'è spazio solo per un intervento all'interno della discussione. Se non ci sono altre richieste poniamo in votazione l'ordine del giorno, prego. La votazione è aperta. Il testo di sintesi quindi tra i due ordini del giorno 9 e 36 dei colleghi Mossa e Restano. La votazione è chiusa.

Presenti: 35

Votanti: 35

Favorevoli: 35

Il Consiglio approva all'unanimità.

Ordine del giorno numero 10. Su questo ordine del giorno anche c'è stata una aggiunta insieme al collega Restano, è stato emendato, ma non ha accorpato però un ordine del giorno suo, semplicemente emendato l'ordine del giorno. Vi facciamo distribuire la nuova versione e do la parola al collega Mossa per l'illustrazione.

Mossa (M5S) - Con quest'ordine del giorno si chiede una maggiore flessibilità sull'obbligo per gli operatori dei servizi diurni per persone con disabilità psicofisiche dei centri educativi assistenziali e degli altri centri diurni di indossare tutti i presidi medici chirurgici previsti.

Attualmente per questi operatori vige l'obbligo di indossare mascherina, camice, guanti, calzari eccetera eccetera alla stregua dei reparti Covid. Queste misure, oltre a essere eccessive rispetto a quelle previste in contesti analoghi nelle altre regioni italiane, può trasmettere sensazioni negative agli utenti disabili e, nel contempo, impedire agli operatori di muoversi agevolmente, di svolgere i loro compiti concentrandosi maggiormente sull'utente. Senza contare poi che, con le giornate di caldo che stiamo per affrontare, abbigliarsi di tutti questi dispositivi diventa pesante e oppressivo. Per questo s'impegna la Giunta regionale a consentire agli operatori dei centri educativi assistenziali e degli altri centri diurni di scegliere - a seconda delle necessità del contesto, delle mansioni da svolgere in un dato momento e all'assunzione di responsabilità da parte di operatori e famiglie - quali presidi medici chirurgici adottare, permettendo così una maggiore flessibilità riguardo alla scelta dei presidi sanitari da indossare per la protezione della persona e degli utenti, fatto salvo l'obbligo della mascherina, che rimarrà tale. Per l'integrazione esporrà poi il collega Restano quello che va ad aggiungersi all'impegno concordato.

Presidente - Altri? La parola al collega Restano.

Restano (VDA ENSEMBLE) -Abbiamo chiesto di emendare anche quest'ordine del giorno, ma proprio perché dalla lettura della procedura emerge, abbastanza in maniera evidente, che i comportamenti che dovrebbero attuare i professionisti, gli educatori, sono impossibili, nel senso che se quando devono uscire dal CEA devono dotarsi di calzari, di grembiule, di maschera, diventa un pochino difficile vederli a spasso con queste attrezzature.

Vi leggo: "per quanto riguarda i DPI da prevedere per operatori e utenti dei servizi, gli operatori in servizio devono indossare un grembiule monouso, dei guanti monouso e una mascherina chirurgica al giorno. Si raccomanda di procedere all'igiene frequente delle mani preferibilmente con acqua e sapone".

Allora se devo indossare i guanti monouso per tutto il giorno o cambiarli, allora perché devo lavarmi le mani? Devo lavarmi i guanti, Assessore? Ci sono un pochino di cose incomprensibili.

Gli operatori devono indossare una mascherina ffp2 e una visiera.

Io mi metto nei panni di questi operatori, non so se vi siano delle soluzioni tecniche alternative, per carità, non mi permetto di dirlo, però per l'attività territoriale l'operatore deve indossare camice impermeabile a maniche lunghe, visiere, guanti monouso e mascherina ffp2. Anche in questo caso vederli uscire ad accompagnare i ragazzi così non lo so... Mi metto nei panni di qualcuno che non ottemperi a questo, che cosa accade? Perché poi materialmente, probabilmente, non saranno in condizioni di farlo, allora li mettiamo in difficoltà. Valutiamo se sia possibile, ed è per questo che avevo detto di rivedere caso per caso le procedure, se vi sia l'opportunità di rivedere i protocolli secondo come è fatta la struttura, secondo come sono gli spazi aperti, secondo l'attività che sono in grado di svolgere.

La procedura, abbiamo scritto, dovrà essere rivista nel termine di giorni sette. Se serve qualche giorno in più va bene. Devono aprire, ma che aprano! Ma bisogna essere consapevoli che sarà molto difficile vedere all'esterno un educatore che accompagna un utente conciato così come è scritto, quasi impossibile con i calzari, con questo abbigliamento, è proprio una questione pratica!

Presidente - Altri? Non ci sono altre richieste? Ha chiesto la parola l'assessore Baccega.

Baccega (UV) - Certamente, per rispondere rispetto a quest'ordine del giorno. I dispositivi di protezione individuale sono sicuramente a tutela degli utenti ma sono soprattutto a tutela degli operatori. Io non so se una Giunta o un Consiglio regionale possano derogare a disposizioni soprattutto in un contesto così delicato come quello dei CEA, non lo so, non credo, non è così. Noi ovviamente dobbiamo avvalerci delle collaborazioni dei sanitari e di coloro che sono sul campo.

Queste disposizioni che lei, collega, dice così stringenti sono per l'interno, ovviamente, e quelli che vanno a passeggio, come ho avuto modo di vedere, vanno con la mascherina e i guanti ma non certo bardati con visiera e tutto.

Le disposizioni sono state approvate dalla Giunta con una delibera dopo, ovviamente, una validazione del comitato regionale per la sicurezza nei luoghi di lavoro e se si vuole portare delle modifiche questo è l'organismo che deve valutare attentamente questo percorso, perché sono presenti i sindacati, anche a tutela dei lavoratori. Quindi, chiedere flessibilità in quest'ambito così delicato, collega Mossa, mi sembra una questione un po' complicata.

Io personalmente, come ho detto, sono disponibile a portare, a rivedere tutti quanti i protocolli adottati, ma qui il tema per questa categoria è piuttosto complicato e delicato.

Se poi lì non c'è scritto che sono solo per l'interno magari lo aggiungeremo, lo faremo aggiungere, però di fatto questa è la situazione. Quando vanno all'interno o a casa ovviamente devono indossare i dispositivi da adottare, ma non certo all'esterno.

Presidente - La parola al collega Mossa.

Mossa (M5S) - Guardi, Assessore, le chiedo di non stare a intervenire, perché, se lei mette questa disposizione per l'interno, non fa altro che peggiorare le cose, perché le ricordo che quest'anno in molti istituti è previsto il non utilizzo dell'aria condizionata proprio per motivi di sicurezza, quindi queste persone con temperature che arriveranno fino a 38-40 gradi saranno costrette all'interno della struttura a calzare camice, guanti, mascherina eccetera. Forse sarebbe meglio se le usassero solo all'esterno, almeno prendono un po' d'aria che circola all'esterno ma sinceramente all'interno mi sembra veramente di penalizzare ulteriormente queste persone.

Poi parliamo dell'autonomia, l'autonomia dove l'abbiamo messa?

Le ricordo, Assessore, che nelle altre regioni, non mi sto inventando niente, gli stessi operatori che operano negli stessi centri adottano solo esclusivamente la mascherina e le dovute precauzioni, quindi non vedo perché i nostri si devono adoperare a mo' di reparto Covid.

Non la vuole votare? È la sua responsabilità, Assessore, faccia pure.

Presidente - Altri? La parola al collega Restano.

Restano (VDA ENSEMBLE) - Assessore, nessuno ha chiesto di modificarla in autonomia, non mi sono spiegato. L'invito è di riportarla a chi di dovere, sottolineando questi aspetti e queste criticità, non ci permettiamo di Invadere il campo tecnico.

(Interruzione dall'aula)

Restano (VDA ENSEMBLE) - Allora lei sta invadendo il campo tecnico in questo momento, Assessore, noi nell'impegnativa abbiamo scritto di rivedere il protocollo, chi lo fa il protocollo? Lo fa lei o lo fanno i medici? Allora lo fanno i medici. Riveda il protocollo, dia l'indicazione, per cortesia, chieda se vogliono rivedere il protocollo, almeno mi sembra che siamo stati sufficientemente chiari.

Se vogliamo discutere sul tempo va bene, poi se non lo volete votare ve ne assumete le responsabilità rispetto agli utenti di questo servizio, come sempre ognuno vota ciò che vuole..., perché gli operatori, glielo assicuro, sono così disponibili nel rispetto dell'utenza che mettono anche a rischio la propria salute. Poi è un rapporto personale e di fiducia, si conoscono molto bene e quindi non hanno timore di mettere a repentaglio la propria salute, però veda se può fare qualcosa e noi gliene saremo molto grati, nel rispetto dei ruoli.

Presidente - Ci sono altri? Se c'è una proposta emendativa... Assessore Baccega, vuole presentare una proposta emendativa? Se è per fare una proposta emendativa, prego, non è un intervento.

Baccega (UV) - Volevo suggerire ai proponenti di modificare l'impegno perché l'impegno a questo punto dice: "la Giunta regionale a consentire agli operatori dei centri assistenziali e degli altri centri diurni, a seconda delle necessità di contesto", giustamente quello che proponete voi. Io invece accolgo la sua riflessione e mi impegno a riportare il protocollo nell'ambito della commissione regionale per la sicurezza nei luoghi di lavoro...

(intervento di un Consigliere, fuori microfono)

... però se avevamo un altro documento... ah okay, parliamo di due cose diverse. Quindi la parte precedente legata "a consentire agli operatori" non c'è, "a rivedere il protocollo" è l'impegno?

Presidente - Capite perché è fondamentale trovare l'accordo prima e inviare i testi? Perché altrimenti si rischia, uno, di fare delle discussioni su testi superati...

Baccega (UV) - Avevamo due testi differenti. Allora se l'impegno è di rivedere il protocollo di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 per la prevenzione del contagio e la tutela della salute degli utenti e degli operatori, finalizzato alla graduale riattivazione delle attività dei servizi diurni rivolti a persone con disabilità, la procedura dovrà essere rivista nei termini di sette giorni mi sembra complicato in questo periodo, facciamo quindici.

Presidente - Scusate ma questo paragrafo qui annulla quello precedente quindi, è la fotocopia che ci avete mandato, giusto? No, è integrativo? Se è integrativo allora è un altro discorso credo. Da come è arrivato e come è stato consegnato è integrativo però, se è integrativo, des deux l'une.

Scusate però veramente, cercate di approfondire e di sistemare i documenti prima di presentarli per cortesia. Di questi due paragrafi è o uno o l'altro a rigor di logica. Scusate, chiedo per cortesia ai proponenti di specificare questo.

Prego. collega Mossa, ha la parola.

Mossa (M5S) - La ratio è quella di fare in modo che gli operatori che operano con questi utenti disabili non siano gravati da tutti questi presidi medici chirurgici previsti e quindi di consentire che possano svolgere il loro ruolo in sicurezza adottando semplicemente la mascherina.

Se questo lo volete portare avanti, andando a modificare i protocolli sanitari previsti a noi va benissimo, non è un problema, ma l'importante è che si vada in questa direzione. Se c'è questa volontà da parte della Giunta noi siamo d'accordo a qualsiasi tipo di emendamento.

Presidente - Scusate, adesso siamo al momento della votazione, questo è l'emendamento che è stato consegnato, io chiedo solamente se i due paragrafi sono mantenuti entrambi oppure se uno esclude l'altro, come a rigor di logica leggendoli pare essere. Li lasciamo entrambi? Scusate per cortesia, diventa difficile seguire i lavori, lasciate entrambi i paragrafi come sono scritti?

Collega Gerandin, prego, venga in ausilio.

Gerandin (MOUV') - Volevo fare la proposta di mediazione, perché leggendoli così sembrano un po' alternativi. Allora sul secondo invece di dire "rivedere", "rivedendo il protocollo" potrebbero rimanere a mio parere perché il primo ti dice qual è l'obiettivo il secondo ti dice qual è il percorso per arrivarci.

Presidente - Ha chiesto la parola l'assessore Bertschy.

Bertschy (AV) - Io vi chiederei la cortesia di capire anche cosa ci stia dentro un protocollo che stabilisce la sicurezza dei luoghi di lavoro e la certezza di mettere in condizioni i lavoratori di non ammalarsi.

Sapete bene qual è stata la vertenza Inail, i problemi che ci sono stati. Non è che possiamo decidere noi in che condizioni far lavorare le persone senza fare i passaggi che vanno fatti. Quindi noi vi chiediamo solo di dire: benissimo l'impegno politico di procedere, come stiamo facendo su ogni protocollo, tutte le cose stanno cambiando, però non recitiamo quello che non è il nostro ruolo, cioè le indicazioni sono un conto, ma modificare le cose fa parte di percorsi, e di educatori che lavorano nei CEA tutti ne conosciamo tanti, ci sono addirittura educatori che vorrebbero essere più protetti.

Facciamo attenzione a lavorare in questa maniera, perché se saltiamo i passaggi tecnici e scientifici diventa poi difficile avere una validità di quello che andiamo a deliberare in Giunta. Noi ci impegniamo perché si vada in quella direzione ma la tipologia di mascherina non la definisce la Giunta.

Presidente - Scusate, allora se inauguriamo il momento del "libera tutti", dove a ogni ordine del giorno si possono apportare tutte le modifiche che vogliamo su ogni tema, bene. Altrimenti io vi chiedo, e io sono di questa idea, di mantenere un minimo di rigidità, un minimo di serietà nella discussione.

È stato presentato un ordine, è stato modificato, è stato modificato in una maniera che è poco comprensibile, io chiedo, e do la parola per l'ultima volta al proponente Mossa, per chiarire semplicemente cosa stiamo votando in quest'aula. Dopodiché verranno accettate delle modifiche se sono delle integrazioni accordate e concordate, altrimenti si discutono gli ordini che sono stati presentati.

Prego collega Mossa, le chiedo di essere sintetico e chiaro.

Mossa (M5S) - Sarò brevissimo. Ci tengo a sottolineare che comunque stiamo toccando temi importanti e che probabilmente le regole di tempismo potrebbero anche essere un attimino derogate, visto che comunque poi da quest'aula dovranno uscire anche delle misure importanti per i cittadini.

Comunque io e il collega Restano siamo d'accordo su quanto proposto dal collega Gerandin, quindi aggiungendo quella voce. Magari possiamo leggere tutto il testo, collega Restano... Era solo per leggere il testo così com'è, almeno i colleghi sanno cosa stanno esattamente votando, per leggere l'impegno dell'ordine del giorno così com'è in modo che i colleghi sappiano.

"S'impegna la Giunta regionale a consentire agli operatori dei centri educativi assistenziali e degli altri centri diurni di scegliere a seconda della necessità del contesto delle mansioni da svolgere in un dato momento e all'assunzione di responsabilità da parte degli operatori e famiglie che tipo di PMC utilizzare permettendo così una maggiore flessibilità riguardo la scelta dei presidi sanitari da indossare per la protezione della persona e degli utenti, fatto salvo l'obbligo della mascherina, rivedendo il protocollo di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19, per la prevenzione del contagio e la tutela della salute degli utenti e degli operatori finalizzando alla graduale riattivazione dell'attività dei servizi diurni rivolti a persone con disabilità. La procedura dovrà essere rivista nel termine di giorni sette".

Questo è quanto andremo a votare.

Presidente - Apriamo la votazione. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.

Presenti: 33

Votanti: 22

Favorevoli: 21

Contrario: 1

Astenuti: 11 (Baccega, Bertschy, Certan, Chatrian, Lavevaz, Marzi, Morelli, Nogara, Peinetti, Rini e Testolin).

Il Consiglio approva.

Ordine del giorno n. 11. La parola per l'illustrazione alla collega Minelli.

Minelli (RC-AC) - Quest'ordine del giorno che presentiamo è in un certo qual modo collegato a un emendamento che abbiamo portato al Disegno di Legge 60, per la precisione all'articolo 30. Nel decreto legge 34, nel decreto rilancio, ci sono delle importanti disposizioni, contenute in particolare negli articoli 119 e seguenti, che specificano la possibilità di usufruire d'incentivi per l'efficientamento energetico.

Come sapete tutti, ci sono ancora molti dettagli per rendere operativa quest'operazione del super bonus, dell'ecobonus al 110% con il quale l'intenzione del Governo nazionale è di dare una scossa al settore edile e nel contempo di agire concretamente contro il cambiamento climatico.

Per l'ampiezza del provvedimento, che molti giudicano addirittura eccessivo, questi obiettivi però sono a portata di mano. Uno degli ostacoli, tuttavia, è proprio il meccanismo della cessazione delle detrazioni fiscali che, se lasciate soltanto come è ora alla gestione delle banche, rischia di perdere forza e attrazione e di diventare appannaggio dei soli soggetti più forti, quindi le grandi imprese, i soggetti che sono già protagonisti nel settore e i grandi intermediari finanziari organizzati.

Quindi il rischio è in un certo qual modo che le ricadute positive di questa azione non intercettino i piccoli, e in particolare nei territori limitati, nei territori piccoli come il nostro.

L'idea che sta alla base dell'ordine del giorno e poi anche dell'emendamento è che Finaosta possa diventare il player principale di questo processo in Valle con il preciso scopo di facilitare le piccole e le medie società edili e di poter offrire ai loro clienti, ai cittadini, un servizio trasparente e professionale che garantisca loro il 100% di sconto in fattura, senza doverci rimettere in qualche maniera.

È vero, sappiamo che CVA ha avviato un'azione in questo senso, ha aperto la strada per così dire, e che si offre come partner tecnologico, e questa è una cosa positiva, però non è altrettanto utile sulla parte fiscale, perché non è il suo ruolo specifico e perché CVA potrà sì intercettare una parte rilevante del monte totale delle detrazioni, ma non tutto, però lo userà, come è giusto che sia, per i propri interessi fiscali.

Se invece fosse Finaosta a occuparsi di questa parte, sarebbe lei, su indicazione ovviamente della Regione, a definire come impiegare queste detrazioni. Naturalmente le girerà in primis a CVA, ma potrebbe anche cederle ad altre partecipate che ne troverebbero del giovamento. Avere una visione più generale come dal punto di vista di Finaosta, a noi sembra più corretto.

C'è l'esigenza poi, e lo presenterò come emendamento, di una norma di legge ma l'ordine del giorno intende sottolineare proprio quest'impegno, questa indicazione. Finaosta ha un ruolo strategico, può avvalersi di qualsiasi operazione finanziaria, mobiliare e immobiliare ritenuta necessaria o semplicemente utile, questo è nella normativa, con la sola esclusione dell'attività bancaria e della raccolta del risparmio. In una situazione di emergenza, derivante dalla pandemia del Coronavirus, noi pensiamo che occorra cercare di attivare tutte le strategie utili e possibili per far ripartire l'economia e l'efficientamento energetico del nostro patrimonio immobiliare, questa azione è una delle priorità che possono contrastare gli effetti dei cambiamenti climatici e, al tempo stesso, possono essere utili per far ripartire la filiera edilizia.

Per questo l'impegnativa di quest'ordine del giorno chiede al Governo di dare mandato a Finaosta di attivare ogni strumento utile per offrire alle imprese valdostane il servizio di acquisizione e cessione delle detrazioni fiscali e dei crediti d'imposta di cui agli articoli del decreto legge, di disporre che l'acquisizione delle detrazioni e dei crediti avvenga da soggetti cessionari privati, persone fisiche o persone giuridiche, con un fatturato inferiore ai 15 milioni di euro e di disporre che le detrazioni fiscali possano essere riscosse a vantaggio del proprio bilancio fiscale, oppure essere cedute esclusivamente a delle società partecipate della Regione, o, direttamente o indirettamente, per il tramite di Finaosta.

Presidente - Ha chiesto la parola il vicepresidente Farcoz e poi il collega Aggravi.

Farcoz (UV) - Ringrazio la collega Minelli e il Gruppo di Rete Civica per aver portato all'attenzione di questo Consiglio un argomento sicuramente importante, à la une, però voglio sottolineare che se per l'Italia in qualche modo questo super ecobonus è sicuramente un'ottima iniziativa, però è stato un po' un fulmine a ciel sereno e soprattutto una conseguenza di una pandemia mondiale, di conseguenza a una crisi economica; questo Consiglio regionale, attraverso un voto su un ordine del giorno del dicembre 2018, ha voluto una strategia ben più ampia ed è quella chiamata, poi potremmo chiamarla come vogliamo, comunque, fossil free 2040, in cui ovviamente si punta a uscire totalmente dall'economia fossile in questi vent'anni, sostanzialmente.

Quindi noi, come Valdostani, abbiamo deciso d'intraprendere quest'iniziativa - ovviamente l'efficientamento energetico è una gran parte su cui lavorare per evitare l'utilizzo di combustibili fossili - perché appunto credevamo che lo sviluppo economico di questa regione alpina, dedita ovviamente anche alla cura e alla tutela dell'ambiente, debba passare necessariamente per questa strategia.

Quindi permettete un piccolo motivo di orgoglio per questa assemblea: la strategia era già nella nostra testa ed era stata deliberata in questo senso, prima ancora che esplodesse il fenomeno di Greta Thunberg, prima ancora che la von der Leyen ufficializzasse il New Green Deal, addirittura prima che arrivasse appunto questo super ecobonus.

Un piccolo rammarico: una strategia di questo genere che prevede venti anni di sviluppo per uscire appunto dalle fonti fossili, necessariamente ha bisogno di essere implementata e in questi due anni so che le strutture - a partire dagli Assessorati, l'Arpa, Coa, i liberi professionisti incaricati - hanno lavorato alacremente per addivenire a una strategia che possa essere la più adatta possibile per intraprendere questo percorso. Quello che manca - chiedo lumi all'Assessore, ma credo che siamo in dirittura di arrivo - è la copertura finanziaria, e lì immagino sarà il prossimo Consiglio regionale che dovrà inserire le necessarie disposizioni.

Cos'altro sicuramente riprendere del suo discorso? Verso metà giugno, se non sbaglio, su alcune testate locali CVA aveva diffuso un comunicato stampa in cui si paventava questa ipotesi, non mi è chiaro se solo come General Contractor o anche come creditore d'imposta. Nel caso in cui fosse così, evidentemente quest'ordine del giorno sicuramente porta all'attenzione di questo Consiglio un argomento importante, ma potrebbe essere già superato, però, visto che non abbiamo questi elementi, sicuramente la Giunta potrà darci qualche lume in più e, nel caso in cui non si abbia una definizione particolare di questo argomento, potremmo ovviamente andare ad approfondire questa tematica.

Credo che, a grandi linee, sia sicuramente un'iniziativa più che importante, perché obiettivamente, come Valdostani, sappiamo che nelle nostre vallate laterali ci sono molte case, molte di queste degli anni '70, molte non ristrutturate, e giustamente per mettere a rendita queste case del patrimonio edilizio valdostano, prima che i Valdostani stessi svendano, è importante appunto investire per dare ovviamente una mano a tutto il settore edilizio, soprattutto su questa Green Economy che vogliamo come settore trainante della nostra regione.

Presidente - La parola al collega Aggravi.

Aggravi (LEGA VDA) - Volevo fare alcune considerazioni sulla proposta considerando anche già un mio intervento in Commissione. Sono contento di questo entusiasmo pro-green che si è generato, io porterò l'intervento purtroppo a un livello più di natura tecnica e finanziaria, non me ne vogliate, ma questo è l'oggetto dell'ordine del giorno.

Io mi ero già espresso contrario alla proposta di emendamento dei colleghi in Commissione e stessa cosa farò durante la votazione del DDL, non perché sono contrario al principio, il principio ci può stare e sicuramente è interessante, infatti con la presidente Rini abbiamo firmato un ordine del giorno che è più alto dal punto di vista valutativo e l'interlocuzione avviene coinvolgendo anche lo specialista del gruppo finanziario Finaosta che è Aosta Factor, che si occupa di compravendita di crediti.

Perché dico questo? E qui vado a specificare, perché è vero quello che lei ha detto, collega Minelli, sulle attività che può fare Finaosta, poi ci dovrebbe essere un livello di analisi più basso, cioè andare a vedere quelle che sono effettivamente autorizzate dalla Banca d'Italia perché, come sappiamo, la normativa ha un livello alto e un livello invece più di dettaglio.

Voglio spiegare perché non voterò questo ordine del giorno, e così farà il mio Gruppo, la ragione è di duplice natura: da un lato la finalità di Finaosta è una finalità di natura se vogliamo pubblica o pubblicistica; la compravendita di crediti o debiti fiscali ha una finalità tipica di mercato. Io tempo fa dissi che a mio giudizio il decreto rilancio era un grosso favore alle banche, come è già avvenuto nei decreti precedenti, perché sono gli operatori principali - vi sono anche altri operatori privati - che beneficeranno del credito fiscale. Andare a definire già - non è scritto nell'ordine del giorno ma in parte nella sua relazione è stato esposto -, quanto anche deve essere - lei parlava del 100% - il beneficio delle aziende, cioè uscire da una logica di mercato di questo tipo io la vedo prima di tutto non conveniente per Finaosta e in generale per il gruppo, perché poi parlate anche di compravendita di crediti all'interno, a questo punto, del gruppo Regione. Bisogna anche capire se all'interno del gruppo Regione qualche partecipata ha convenienza a comprare il credito fiscale, perché se va verso il pareggio o ha una tendenza di non fare utile o perdite, la compravendita di crediti fiscali e più a svantaggio della società partecipata, cosa diversa invece se lo si lascia al mercato, perché tecnicamente è poi l'operatore che ne ha necessità che va a fare questa compravendita. Tra l'altro, CVA da quanto ho compreso non ha ancora definito se la gestione del credito fiscale verrà gestita in capo a lei o con una partnership con un altro operatore, e questo è fondamentale, perché ovviamente non è detto che chi si occupa della parte tecnica faccia il General Contractor e abbia una necessità di utilizzare questo credito fiscale, cosa diversa è un altro operatore che può sicuramente trarne vantaggio, e non è detto che sia una cosa negativa; so che ideologicamente su questo la vediamo in maniera differente, però quello che mi preoccuperebbe è sobbarcare in questo momento la finanziaria regionale di un'attività che non è nel suo core business, punto primo, e , punto secondo, che possa forse sì essere a vantaggio dal punto di vista almeno dell'idea delle PMI valdostane, ma che in realtà non lo è poi per il gruppo finanziario o comunque per il gruppo di Finaosta.

Quindi io, come ripeto, anche soprattutto sull'emendamento che è dispositivo, eviterei anche di mettere in norma certe cose prima di aver definito un'interlocuzione che deve essere necessariamente allargata con Aosta Factor, anche per valutarne non solo la fattibilità tecnica ma anche la convenienza, perché altrimenti pensiamo di fare bene da un lato ma in realtà creiamo un problema da un altro e di sicuro sono due società che non ne hanno assolutamente bisogno in questo momento.

Dalle ore 12:27 assume la Presidenza il vicepresidente Distort.

Distort (Presidente) - Ha chiesto la parola la presidente Rini.

Rini (PNV-AC-FV) - Devo dire che c'è poco da aggiungere a quanto ha ben esplicitato il collega Aggravi, tra poco discuteremo di un ordine del giorno a cui tengo particolarmente, perché il tema che stiamo trattando è un tema molto importante; queste disposizioni nazionali possono davvero diventare un'occasione di rilancio di una parte dell'economia che, di fatto, già prima del Coronavirus era profondamente in crisi; crisi ovviamente acuita poi da questa situazione, quindi crediamo profondamente che sia necessario che queste belle disposizioni sulla carta siano poi attuabili. Concordo con la collega Minelli così come è scritta se non si viene a intervenire in altre maniere sarà difficilmente attuabile, soprattutto per quei piccoli interventi che poi sono quelli che muovono l'economia alla base; ma l'ordine del giorno che andremo a presentare, e non entro nel dettaglio perché lo faremo più tardi, come giustamente ricordava il collega Aggravi, va non solo ad ampliare ma a focalizzare sul soggetto preposto a fare ciò, che è Aosta Factor. Quindi giusto è anche muoversi con i canali che poi hanno uno: gli strumenti, due: le capacità e le possibilità di dare le risposte migliori e più performanti anche sul territorio.

Noi su questo ci asterremo, perché ovviamente in linea di principio, condividiamo alcuni dei punti anche perché poi la finalità è quella e ne sono contenta anche in vista dell'ordine del giorno successivo; condividiamo tutti che così com'è, se non si mettono davvero in piedi delle collaborazioni... noi siamo contenti, abbiamo letto con attenzione l'iniziativa di CVA che però, ricordiamo, comprende solo la parte di efficientamento energetico, c'è poi anche tutta l'altra parte di ristrutturazione che, è vero, ha una percentuale diversa, ma comunque è importante anche quella, quindi riuscire ad andare a mettere quest'iniziativa di CVA in un quadro più complesso, ampliare tutte le offerte e far sì che anche i piccoli interventi, per esempio su un'abitazione, possano essere ricompresi in questa agevolazione, con quindi il doppio beneficio, sia per il privato che vuole appunto fare questa opera sia per la piccola impresa che ovviamente non ha una capacità tale da poter garantire un numero d'interventi elevato in questa direzione, quindi crediamo che dobbiamo e abbiamo il dovere di mettere in campo tutte le condizioni per rendere possibile questo tipo d'interventi.

Presidente - Ha chiesto la parola l'assessore Chatrian.

Chatrian (AV) - È un tema assolutamente importante, mi è spiaciuto in queste settimane, in questi mesi, non aver potuto illustrare, con il tavolo tecnico, con Arpa e con tutti i professionisti che l'hanno redatta, la strategia 2030 e soprattutto il lavoro fatto nel 2019 per quanto riguarda Valle d'Aosta Fossili Free 2040; nella prossima Legislatura ci sarà spazio e modo per poter non solo illustrare la strategia e i risultati ma soprattutto per trovare delle soluzioni anche finanziarie ed economiche per dare corso alla strategia 2040 Fossil Free Valle d'Aosta.

Per quanto riguarda l'ordine del giorno, vorrei fare solo una considerazione di ordine generale: l'ottimismo mio in questo caso è medio, una via di mezzo, forse, fra il primo intervento del collega Farcoz e il secondo del collega Aggravi, nel senso che forse abbiamo fatto i conti senza l'oste: è ottimo l'articolo 119 nel decreto rilancio, il 34 del 2020, ma, se non ci saranno dei correttivi nei dispositivi applicativi, non si toccherà il boccio, nel senso che se non ci sarà una modifica robusta all'articolo 119, gli hotel ci rientreranno oppure no? Tutto il comparto ricettivo rientrerà nell'ecobonus 110% oppure no? Tutti gli edifici degli anni '60,'70 e '80, che sono dei colabrodo dal punto di vista energetico e ambientale, ci entreranno oppure no? A oggi no.

Quindi speriamo che nelle prossime settimane, nei prossimi giorni, ci sia non una modifica, un perimetro certo, perché altrimenti a oggi ci rientrerebbero solo le prime case e quindi mettere in campo una bella misura, ma dall'altra parte non ci sarebbe la possibilità di poter dare corso, anzi, non so se avete avuto modo di poter verificare: se rimane l'articolo 119 praticamente è migliore la vecchia misura del 65% e del 50%, ormai datata 2009-2010. Questo è il passaggio più importante.

A livello nazionale, ci sono degli emendamenti depositati per far rientrare gli alberghi, per far rientrare le seconde case non di lusso, che poi sono degli appartamenti da reddito, stiamo parlando di edifici già esistenti, quindi nel momento in cui l'idea è buona, nel momento in cui lo strumento è buono, poi bisogna avere anche la capacità di far rientrare in un perimetro utile altrimenti è solo uno spot.

Ieri parlavamo di "fatti e non parole", noi speriamo che a livello nazionale ci sia la volontà d'inserire tutto il ricettivo, quindi tutto il patrimonio immobiliare esistente, l'ADAVA e non solo, a gran voce ha richiesto che sia inserito comunque questo patrimonio immobiliare e che per gli edifici degli anni '70-'80-'90, dislocati principalmente nelle vallate laterali, ci sia spazio per rientrare all'interno di questa misura.

Detto questo, che è la parte più importante, per quanto riguarda invece l'oggetto dell'ordine del giorno, poi il Presidente chiuderà su questo tema, io penso che ci sia spazio di poter quantomeno valutare... è difficilissimo, innanzitutto una società deve fare utili per poter utilizzare il credito, perché altrimenti siamo fermi anche su questo primo passaggio che non è banale, anzi, è fondamentale.

Il secondo invece è legato alla gestione ordinaria e alla gestione speciale, anche questo da approfondire.

In terza battuta l'articolo 121 e 122 del DL rilancio prevedono la cessione del credito ad altri soggetti, inclusi intermediari finanziari e istituti di credito.

Non è chiarissimo, oltretutto, il percorso e quando le cose non sono chiare io penso che il buon legislatore debba quantomeno dire, se c'è la volontà, da parte dei proponenti, di valutare il percorso. Da parte nostra c'è la volontà di valutarlo attentamente con tutto quello che ho cercato di mettere in elenco; la parte più importante è che ci sia una modifica all'interno dei decreti applicativi, delle delibere applicative, delle linee guida e che facciano rientrare, oltre alla prima casa, le seconde case non di lusso e facciano rientrare tutto il patrimonio immobiliare ricettivo.

A questo punto, il tutto si sommerà anche rispetto all'intervento che ha fatto il collega Farcoz, cioè alla programmazione e pianificazione 2040 Fossil Free Valle d'Aosta.

Presidente - La parola al presidente Testolin.

Testolin (UV) - Solo per tirare un po' le somme di quello che hanno detto i colleghi che mi hanno preceduto e che hanno, quota parte, espresso quello che avrei voluto dire io come sintesi di quest'ordine del giorno.

Credo che ci siano - per arrivare puntualmente alle tre declinazioni espresse all'interno del medesimo ordine del giorno - alcune perplessità da verificare.

La prima sicuramente è l'assenza di oneri da applicare nel momento in cui vengano messe a disposizione della finanziaria queste detraibilità fiscali, evidentemente queste vanno utilizzate in cinque anni e probabilmente ci sarà bisogno di uno sconto per attualizzarle, e quindi per renderle fruibili fin da subito, per chi ne avrà bisogno per attivare l'aspetto operativo dei lavori. L'altro aspetto che contrasta con le indicazioni di mandato è la sicurezza che determinate operazioni si possano fare.

Al di là di quanto già sottolineato dal collega in precedenza, evidentemente le società che potranno utilizzare questi crediti dovranno avere innanzitutto degli utili, perché altrimenti manca l'aspetto fondamentale, e questo è ancora tutto da verificare.

L'altra perplessità rimane sulla possibilità di dare, da parte di Finaosta, alle società partecipate, quindi nello specifico solo ed esclusivamente le società partecipate, le quali, tolta CVA, evidentemente non hanno dei grossi ritorni da un punto di vista di detraibilità fiscale.

Detto questo però rimane valido il principio che si legge sia in quest'emendamento sia in quello presentato dalla collega Rini e dal collega Aggravi, nel voler verificare quello che può essere un percorso da seguire e quindi, per quanto ci concerne, in questo caso facciamo una proposta emendativa chiedendo alla proponente se volesse modificare il suo impegno in: "impegna il Governo regionale a verificare con Finaosta S.p.A. di" e poi le cose che sono state esplicitate in modo da renderlo sostanzialmente in linea, anche se è un po' più limitativo rispetto a quanto viene chiesto nell'ordine del giorno successivo, "di andare a fare una verifica puntuale delle iniziative che possono essere attivate e di darci contezza delle stesse"; nel qual caso saremmo disposti ad approvarlo altrimenti ci asterremo.

Presidente - La parola al collega Gerandin.

Gerandin (MOUV') - Volevo solo chiedere al Vicepresidente Testolin, per riallacciarmi all'intervento del collega Farcoz prima, se si poteva avere qualche elemento in più su quello che si è detto, vale a dire sul discorso CVA, perché si è detto del General Contractor, ma sul credito d'imposta non è stato chiaro quale possa essere il ruolo di CVA - poi non so se questa assise e gli altri Consiglieri abbiano qualche indicazione in più - e va considerato che comunque quelli che usufruiscono dell'energia elettrica prodotta e venduta da CVA sono anche soggetti che sono dislocati in tutta Italia; vorrei capire se la proposta fatta da CVA, vale a dire General Contractor, era riferita ai Valdostani o alla globalità degli utenti CVA ed eventualmente se può dirci qualcosa in più sul credito d'imposta.

Presidente - Invito a stare sul tema dell'ordine del giorno, perché qui andiamo a fare un approfondimento sulla proposta CVA.

Testolin (UV) - È solo per dire che al momento non ho degli elementi da poter mettere a disposizione, quindi rispondo solo per quello.

Presidente - Consigliera Minelli, Per rispondere, solo per la questione emendativa.

Minelli (RC-AC) - Sulla questione emendativa e anche, se è possibile, su un paio di considerazioni, mi spiace di avere poco tempo.

Molto brevemente, il collega Farcoz ha fatto un riferimento all'ordine del giorno del Fossil Fuel Free che abbiamo votato l'anno scorso. Io credo che quest'iniziativa s'inserisca del tutto in questo contesto e che vada proprio nella direzione di procedere verso il Fossil Fuel Free; certo non possiamo aspettare il 2040 e quindi dobbiamo mettere in campo delle azioni fin da subito.

Il collega Aggravi dice: Finaosta non ha nel suo core business questi obiettivi e non bisogna sobbarcare Finaosta in questo momento di una questione di tale importanza.

Io credo che nel core business di Finaosta ci sia il sostenere le imprese e lo sviluppo e questa proposta ritengo che rientri in questo aspetto. Il riferimento ad Aosta Factor: allora Aosta Factor è uno strumento ma non ha la capacità economica di Finaosta, poi è certo che sarà Finaosta a decidere, però fare riferimento, come indirizzo, a una struttura di Finaosta e non direttamente a Finaosta mi sembra limitare il campo.

È stato detto che è qualche cosa di superato, ciò che si propone, ma non è così, perché CVA non deve occuparsi dei risvolti fiscali, non è questo il suo compito, il compito è più generale, lo deve svolgere un soggetto che è deputato a questo.

L'altra questione che è importante e che volevo sottolineare riguarda proprio il decreto Rilancio, l'Assessore Chatrian ha detto, a mio avviso, un paio di inesattezze.

Il problema ce l'abbiamo per gli alberghi, è vero, perché non è stato definito che ne possano usufruire, e per le seconde case, ma gli edifici vecchi, gli edifici risalenti agli anni '70, tutte le abitazioni private rientrano nel decreto, basta alzare di due categorie il livello di efficientamento. Il dubbio, certo, è sugli alberghi e sulle seconde case.

Quello che non capisco comunque è questa faccenda: CVA va bene, se fa questa cosa e Finaosta invece no. Ma c'è una gerarchia, c'è la Regione, c'è Finaosta e c'è CVA, quindi l'indirizzo deve essere dato dalla Regione, è questo il discorso, altrimenti aspettiamo che vengano fatte altre cose.

Per quanto riguarda la proposta emendativa, il presidente Testolin, se ho scritto giusto, chiede "impegnare il Governo regionale a verificare con Finaosta" e poi si mantengono i punti dell'impegnativa. Io chiedo se si può aggiungere a quanto scrive e a quanto propone il Presidente: "impegna il Governo regionale a verificare con Finaosta la praticabilità tecnica di attivare e disporre". La praticabilità tecnica, e spiego il perché, perché l'indirizzo politico è da definire.

Presidente - La parola al collega Cognetta.

Cognetta (VDALIBRA) - Mi sembra di aver capito, da come si è sviluppato il dibattito, che ci sono questioni tecniche che in teoria impediscono quanto dichiarato dalla collega, però magari mi sono sbagliato, perché probabilmente la collega ha delle informazioni che noi non abbiamo e che contrastano con quanto detto da alcuni colleghi.

Il fatto che gli enti pubblici o Finaosta possano in qualche modo acquisire dei crediti d'imposta è alquanto fantasioso, perché non credo che un ente pubblico possa portarsi a casa il credito d'imposta, visto che l'ente pubblico non paga le tasse, quindi mi sembra alquanto strano.

L'altra cosa che vorrei poi far notare è che la presidente Rini ha fatto un altro ordine del giorno in cui impegna però Aosta Factor, che di mestiere compra i crediti; cioè normalmente Aosta Factor cosa fa? Tu hai una fattura e te la sconta, si dice tecnicamente, cioè ti dà un anticipo dei soldi che devi prendere, e quindi in un qualche senso è "più titolata" a fare lo stesso su un credito d'imposta, che poi gestito nel modo in cui si pensa di gestirlo con lo Stato è più o meno la stessa cosa - è più o meno, ho detto, collega - non è proprio esattamente la stessa cosa, andrebbe fatta una modifica anche lì, ma diciamo che è più vicino a quello che si vorrebbe fare. Di sicuro è un po' più lontano Finaosta. Mentre invece CVA lo propone perché, avendo una grande quantità di utili, chiaramente è un vantaggio per CVA. Quindi quando lo fa una partecipata, lo può fare se ha degli utili, perché altrimenti le creiamo un danno.

Allora se nella parte filosofica generale può anche avere un senso, poi quando la vai ad applicare questa roba qui, secondo il mio modesto parere, potrebbe avere dei grossi problemi.

Poi volete modificarla smorzandola completamente e aggiungendo una frase "verificare la fattibilità tecnica" attraverso la quale poi si arriverà alla conclusione che la fattibilità tecnica ti dirà che non si può fare? Va bene lo stesso, così l'approviamo e siamo tutti contenti, giusto Presidente? Perché è lì che andiamo a finire. Noi scriviamo "verifichiamo la fattibilità tecnica" per poi scoprire che non si potrà fare con quella fattibilità tecnica. Va bene.

E quindi, per quanto mi riguarda, mi attengo a quanto ha detto, perché mi fido ancora di quello che dice da questo punto di vista il collega Aggravi, perché mi sembra che ne sappia qualcosina in più.

Presidente - Grazie collega. Possiamo mettere in votazione il testo emendato? La votazione è aperta. La votazione è chiusa.

Presenti: 34

Votanti: 31

Favorevoli: 21

Contrari: 10

Astenuti: 3 (Gerandin, Restano e Rini)

Il Consiglio approva.

Vista l'ora, colleghi, possiamo sospendere i lavori che riprenderanno alle ore 15:00.

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La seduta termina alle ore 12:48.