Compte rendu complet du débat du Conseil régional

Objet du Conseil n. 638 du 4 juillet 1989 - Resoconto

OGGETTO N. 638/IX - REVOCA DELLA CONVENZIONE PER L'INSEDIAMENTO INDUSTRIALE DELLA SOCIETA' BLACKSTONE ITALIA S.P.A. (Interpellanza)

PRESIDENTE:Do lettura dell'interpellanza presentata dai Consiglieri Mafrica, Chenuil e Bajocco, ed iscritta al punto 12 dell'ordine del giorno.

INTERPELLANZA

Con tacitiana brevità la Giunta regionale (vedasi la deliberazione n. 4967 del 19 maggio 1989) ha liquidato un progetto che per anni ed in decine di occasioni era stato dato per sicuro. Nella deliberazione citata si può infatti leggere che la Giunta regionale "accertato che l'insediamento previsto non rientra più nei programmi della Società Blackstone Italia S.p.A. e che la medesima ha già provveduto a riconsegnare alla Regione lo stabilimento che le era stato concesso;

ad unanimità di voti favorevoli

DELIBERA

di revocare la propria deliberazione n. 3781 in data 1° maggio 1987".

Non risultando per nulla chiare le ragioni della rottura tra Regione e Blackstone,

i sottoscritti Consiglieri regionali del Gruppo Comunista

INTERPELLANO

la Giunta regionale per conoscere:

1) quali difficoltà hanno negli ultimi cinque anni turbato il rapporto tra la Regione e la Blackstone (la cui localizzazione è mutata almeno tre volte);

2) quali motivi hanno indotto la Giunta a rinunciare ad un insediamento industriale di cui per anni erano stati evidenziati la solidità e l'alto indice di occupazione.

PRESIDENTE:Ha chiesto la parola il Consigliere Mafrica; ne ha facoltà

MAFRICA (PCI):Il nome della Blackstone ha avuto una certa notorietà nella nostra Regione. Mi pare di ricordare che sia comparso per la prima volta come attività sostitutiva dell'attività della Montefibre a Châtillon: durante le numerose riunioni con i cassintegrati della Montefibre era stata prospettata la soluzione dell'insediamento della Blackstone.

Successivamente la stessa soluzione era stata prevista per risolvere i problemi dei cassintegrati dell'Ilssa Viola. Mi pare che la soluzione recepita nella convenzione prevedesse uno spostamento iniziale nel fabbricato ex Besso di Hône, per poi giungere all'insediamento definitivo nell'area dell'ex Ilssa Viola.

Noi siamo rimasti un po' sorpresi quando abbiamo visto questa deliberazione della Giunta regionale, che è di una brevità che abbiamo definito "tacitiana". Vi si dice testualmente:

"Richiamata la propria deliberazione n. 3781 in data 1° maggio 1987, recante "Società Blackstone - Concessione di immobili ad uso industriale e finanziamento di attività produttiva - Approvazione dello schema di convenzione;

dato atto che tale convenzione è stata stipulata in data 15 giugno 1987, n° di repertorio;

accertato che l'insediamento previsto non rientra più nei programmi della Società Blackstone Italia S.p.A. e che la medesima ha già provveduto a riconsegnare alla Regione lo stabilimento che le era stato concesso;

la Giunta regionale, ad unanimità di voti favorevoli, delibera di revocare la propria deliberazione n. 3781 in data 1° maggio 1987".

Mi pare che questa sia più una presa d'atto che non una deliberazione. Le premesse e le ragioni che hanno portato a questa decisione non sono minimamente spiegate.

La nostra interpellanza ha quindi lo scopo di verificare cosa effettivamente è successo e quali ragioni hanno indotto la Giunta o la Blackstone a mandare a monte questo tipo di insediamento che, per un certo periodo, per i cassintegrati della Bassa Valle aveva rappresentato una prospettiva di soluzione.

PRESIDENTE:Ha chiesto la parola l'Assessore all'Industria, Commercio, Artigianato e Trasporti, Lanivi; ne ha facoltà.

LANIVI (ADP):Ringrazio gli interpellanti, perché mi danno la possibilità di chiarire il senso di questa deliberazione e le sue possibili prospettive.

La deliberazione della Giunta regionale è di tipo tacitiano perché risponde soprattutto all'esigenza di non tenere impegnati presso la Finaosta, a seguito della deliberazione precedente, delle risorse finanziarie consistenti, che in questo momento vanno utilizzate per attività industriali e per far fronte ad impegni che l'Amministrazione regionale ha assunto. Quella deliberazione, quindi, ha solo questo significato e non segna la rottura, né la fine dei rapporti con la Blackstone.

Volendo ricostruire, sia pure in maniera sintetica, i rapporti con la Blackstone e la sua diversa dislocazione rispetto a quella iniziale, contenuta nel protocollo d'intesa del settembre 1985 tra la Regione e la Blackstone Italia, prevista nell'area ex Montefibre di Châtillon, c'è da ricordare che in quel momento era nata la seconda proposta, quella della Tecdis. Motivi di ordine prevalentemente tecnico e cioè l'alto consumo di energia, richiesto dalla Blackstone, e la consistente quantità di acqua necessaria per l'attività della Tecdis, avevano portato ad una inversione della localizzazione delle due imprese: la Tecdis a Châtillon e la Blackstone nell'area ex Ilssa Viola di Pont-Saint-Martin.

Tengo a precisare che la società Blackstone Italia fa parte della Backstone Europa e quest'ultima di un gruppo multinazionale americano. Nella strategia, nei tempi e nelle modalità di intervento, la Regione ha mantenuto rapporti costanti con la Blackstone, la quale, anche a causa del mancato rispetto da parte dell'Ilssa Viola dell'impegno a suo tempo assunto di liberare entro certe scadenze gli immobili, ha di volta in volta modificato i propri programmi.

Quella convenzione prevedeva una temporanea localizzazione nello stabilimento ex Besso, che la Regione si era impegnata ad acquistare ed a ristrutturare per consentire di preavviare l'attività della Blackstone nello stabilimento ex Besso.

Nel frattempo, esattamente l'8 marzo di quest'anno, la Blackstone ci ha comunicato che, avendo in corso di perfezionamento l'acquisto della società l'Ipra, si sarebbe trovata nelle condizioni di dover modificare la propria presenza in Valle d'Aosta.

Noi abbiamo posto delle scadenze, anche perché pressati dalla necessità di fornire un quadro completo delle utilizzazioni non solo dell'area ex Ilssa Viola, ma anche dello stabilimento ex Besso, di fronte ad una nuova richiesta di utilizzo di questo stabilimento da parte della ditta Elelys, che è una società Lysfusion di Aosta ed Eleprint del gruppo Olivetti.

Allo stato attuale, quindi, non vi è alcuna rottura e, come del resto è stato comunicato anche alla Blackstone da parte del sottoscritto con una lettera scritta in data 11 aprile 1989, le cose si pongono in questo modo:

- è stato chiesto alla Blackstone di riconsegnare al più presto lo stabilimento ex Besso, per poter iniziare al più presto (estate 1989) l'attività della Elelys;

- qualora entro il 30 giugno 1990 la Blackstone presenti un programma produttivo, occupazionale, economico e finanziario compatibile con gli indirizzi di politica industriale della Regione, l'Amministrazione si impegna a costruire un capannone di circa 3000 metri quadrati, come ci era stato richiesto, nell'area in cui è anche collocato lo stabilimento ex Besso.

Questo è lo stato attuale della trattativa con la Blackstone, che, come ho detto, non è interrotta. Torno a ribadire che solo motivi di ordine finanziario ci hanno spinto ad approvare quella deliberazione di revoca, per non mantenere impegnate presso la Finaosta delle somme consistenti e renderle disponibili per attività che stanno per essere attuate.

Colgo l'occasione per fare alcune considerazioni su certe affermazioni che il Consigliere Mafrica aveva fatto precedentemente rispetto agli insediamenti industriali ed alla difficoltà di reinserire nell'attività lavorativa i cassintegrati dell'ex Ilssa Viola.

Rispetto ai circa 600 cassintegrati iniziali, presenti al momento della chiusura dell'Ilssa Viola, oggi ve ne sono circa 230 o 240. Questa cifra è complessiva e non distingue fra residenti e non residenti in Valle d'Aosta. Un numero limitato è stato assunto dalla Conner: dei primi 60 assunti, 8 sono cassintegrati ex Ilssa e ricordo che vi è stata una rinuncia.

Sono prevedibili 18 prepensionamenti in seguito agli interventi per la siderurgia pubblica, nei quali siamo riusciti a far inserire parzialmente anche l'Ilssa Viola. Una ventina di cassintegrati dovrebbe essere assunta nel corso di quest'anno dalla Elelys, che ritiene di poterne reclutare una ventina.

Oltre a queste misure, ci adopereremo per un'ulteriore proroga della cassa integrazione per gli ex lavoratori dell'Ilssa Viola, almeno fino al 31 dicembre 1990, così come da delibera CIPI già approvata.

Sempre a favore dei cassintegrati, ci sono da segnalare altri due interventi:

- uno recente, già approvato dal Consiglio regionale nella sua ultima adunanza, e riguarda i cantieri forestali aperti a cassintegrati e disoccupati speciali: al di sopra dei 45 anni di età;

- l'altro è costituito dalle misure previste dal piano dell'occupazione che andrà in discussione domani o dopodomani nel corso di questa stessa adunanza del Consiglio regionale.

PRESIDENTE:Ha chiesto la parola il Consigliere Mafrica; ne ha facoltà.

MAFRICA (PCI):A mio giudizio, questa cronistoria fatta dall'Assessore dà l'impressione di una trattativa che è sempre stata tenuta aperta, ma che in realtà non è mai arrivata alla stretta finale e che in qualche modo viene ancora tenuta aperta. Mi pare di poter dire che forse si è di fronte ad un mancato matrimonio, i cui contraenti cercano di mantenere una certa amicizia. Ho l'impressione però che la cosa non possa essere facilmente definita.

Dico questo perché i programmi delle grandi imprese non possono avere tempi così lunghi, tali comunque da essere validi nel 1984 ed esserlo ancora nel 1990. Buon per noi, comunque, se la prospettiva viene mantenuta aperta, ma contiamoci solo fino ad un certo punto.

Do atto all'Assessore d'un certo interesse concreto per risolvere i problemi dei cassintegrati di Châtillon e di Pont-Saint-Martin. Mi pare però che continuiamo ancora a lavorare sui piccoli numeri, per cui il problema deve essere tenuto sempre presente e l'attenzione alle scadenze deve essere sempre molto pronta, altrimenti potremmo dover affrontare anche altre situazioni difficili.