Objet du Conseil n. 636 du 4 juillet 1989 - Resoconto
OGGETTO N. 636/IX - ILLEGITTIMITA' COSTITUZIONALE DI NORME CONTENUTE NEL DECRETO LEGGE SUGLI STANDARD OSPEDALIERI. (Interpellanza)
PRESIDENTE:Do lettura dell'interpellanza presentata dai Consiglieri Mafrica e Tonino ed iscritta al punto 10 dell'ordine del giorno.
INTERPELLANZA
Con sentenza 338 la Corte Costituzionale ha accolto parte dei ricorsi delle Province autonome di Trento e Bolzano e delle Regioni Toscana ed Umbria contro alcuni articoli del decreto Donat-Cattin sugli standards ospedalieri.
In particolare sarebbe stata accolta l'incostituzionalità dell'articolo che introduceva poteri sostitutivi dello Stato nei confronti delle Regioni "inadempienti"
Dato atto che la Corte Costituzionale ha salvaguardato alcune prerogative delle Regioni dall'iniziativa centralista del Ministro Donat-Cattin,
i sottoscritti Consiglieri regionali
INTERPELLANO
l'Assessore competente per sapere:
1) quali sono gli altri punti significativi del decreto Donat-Cattin annullati dalla Corte Costituzionale e quali riflessi ciò avrà sulle determinazioni in materia di standards che la nostra Regione si avvia a prendere;
2) per quali motivi (disinformazione, indifferenza o scelta politica) la nostra Regione non si è associata alle altre Regioni e Province che hanno contestato alcune forzature centraliste del decreto del Ministro Donat-Cattin.
PRESIDENTE:Ha chiesto la parola il Consigliere Mafrica: ne ha facoltà.
MAFRICA (PCI):Sono trascorsi ormai 50 giorni da quando il Governo ha rassegnato le dimissioni, ma in prospettiva non si vede ancora alcuna possibile soluzione. Ciò pone grossi problemi politici, però pone anche problemi rispetto al modo di mandare avanti l'attività legislativa. In passato, infatti, c'era già stata una larga propensione all'uso dei decreti, ma ora Ministri dimissionari continuano ad emanare decreti che probabilmente non saranno convertiti in legge dal Parlamento.
Tra i Ministri che amano molto i decreti c'è anche Donat-Cattin, il quale in questi anni si è fatto quasi promotore di normative nuove, ma molto particolari, che hanno creato problemi a non finire. Mi auguro che, con la formazione del nuovo Governo, determinati Ministri siano lasciati da parte.
Tra i decreti che Donat-Cattin ha promosso voglio ricordare quello sui ticket, con il quale è stata contemporaneamente riorganizzata l'intera struttura delle USL. Tra i decreti discutibili di Donat-Cattin c'è anche quello sugli standard ospedalieri, di cui si parla in questa interpellanza, che dovrebbe proporsi come modello organizzativo per le unità operative dei reparti e dovrebbe fornire indicazioni alle Regioni in tema di opportuni provvedimenti da assumere.
Abbiamo avuto notizia che la Corte Costituzionale ha cancellato buona parte di questo decreto ministeriale sugli standard, soprattutto nelle parti che riguardavano i poteri sostitutivi del Governo rispetto alle Regioni. Alcune Regioni e Province (Toscana, Umbria e le Province Autonome di Trento e Bolzano) avevano presentato dei ricorsi contro numerosi articoli di quel decreto.
Stando alle nostre notizie, che provengono da fonti di stampa, la Corte Costituzionale avrebbe accolto la richiesta di dichiarare illegittima quella norma che in sostanza permette al Ministro di sostituirsi alle Regioni. Di ciò siamo particolarmente lieti, sia perché lavoriamo in una Regione autonoma, sia perché ci pare che non si possano lasciare sempre al Ministro poteri di questo tipo.
Vorremmo sapere dalla Giunta quali altri effetti produrrà la sentenza della Corte Costituzionale in tema di adempimenti che le Regioni devono ottemperare in materia di standard ospedalieri. Vorremmo cioè sapere quali effetti potrebbe produrre in concreto nella nostra Regione la sentenza della Corte.
Abbiamo poi una curiosità, nel senso che vorremmo sapere se la nostra Regione aveva inoltrato ricorso e, nel caso non lo avesse fatto, da quali motivi era stata indotta a non associarsi alle altre nel contrastare le parti inaccettabili del decreto sugli standard. Non vorremmo che ciò fosse avvenuto per affinità politica tra i gestori locali e nazionali della sanità.
PRESIDENTE:Ha chiesto la parola l'Assessore alla Sanità ed Assistenza Socia le, Lanièce; ne ha facoltà.
LANIECE (DC):La sentenza n. 338 del 15 giugno 1989 della Corte Costituzionale, oltre a dichiarare l'illegittimità delle disposizioni dell'articolo 1, commi 1° e 2°, del decreto ministeriale 13 settembre 1988, relativo all'esercizio di poteri sostitutivi da parte dello Stato nei confronti delle Regioni inadempienti, ha altresì affermato l'illegittimità dei commi 4°, 5°, 6° e 7° dello stesso articolo, in quanto contengono disposizioni di indirizzo e coordinamento sprovvisti dei requisiti di forma e di sostanza propri di quella funzione, nel senso che non sono stati adottati nella forma del DPR, nonché per gli stessi motivi dell'illegittimità degli articoli 2 (commi 1°, 2° e 3°) e 6 (commi 2° 4°, 5° e 7°).
La sentenza ha invece dichiarato legittime le disposizioni dell'articolo 2 (comma 3°, 1° periodo), degli articoli 3, 4, 5 e 6, concernenti i riferimenti per la determinazione degli standard dei posti letto e del personale.
Complessivamente, pertanto, gli effetti della sentenza sono stati limitati, in quanto, oltre a rilevare l'illegittimità del potere sostitutivo, la stessa ha evidenziato vizi di forma nell'esercizio del potere di indirizzo e coordinamento in materia di riorganizzazione dei presidi ospedalieri, vizi peraltro facilmente superabili reinserendo le stesse disposizioni nell'ambito di un'apposita legge o del piano sanitario nazionale.
Detto questo come premessa, i motivi per i quali la Valle d'Aosta non ha ritenuto di ricorrere contro tale decreto sono essenzialmente quattro.
Primo. E' noto che l'esercizio del potere sostitutivo da parte dello Stato in materia sanitaria, di competenza regionale, è difficilmente esercitabile, soprattutto se riguarda compiti di programmazione. Lo stesso Ministero della Sanità, pur in assenza della sentenza citata, si è ben guardato infatti dall'attivare tale procedura. Ciò è dimostrato d'altra parte proprio dalla situazione della Valle d'Aosta, che deve ancora trasmettere al Ministero il provvedimento di applicazione del decreto stesso.
Secondo. Le disposizioni di indirizzo annullate per vizi di forma non riguardano la situazione della Valle d'Aosta, che non ha ospedali da chiudere, bensì nuovi posti letto da istituire. L'Umbria e la Toscana, nonché le due Province autonome di Trento e Bolzano, infatti, hanno impugnato il decreto perché avevano diversi presidi ospedalieri con meno di 100 posti letto e quindi erano più tangibilmente toccate dal decreto, tant'è ché avevano già preannunciato durante la stesura del documento che, se fossero rimasti validi quei dati, sicuramente avrebbero inoltrato ricorso alla Corte Costituzionale.
Terzo. Essendo le disposizioni del decreto finalizzate alla razionalizzazione del fondo sanitario nazionale, avvantaggiano la Valle d'Aosta, la quale riceverà maggiori entrate per spese di parte corrente per circa 13 miliardi e finanziamenti per spese di investimento per la costruzione di circa 200 posti letto, cioè quelli attualmente mancanti alla Regione per raggiungere il rapporto di 6 posti letto per 1000 abitanti, sancito dallo stesso decreto.
Quarto. In un quadro di pianificazione nazionale, il decreto concernente la materia ospedaliera consente di coinvolgere maggiormente lo Stato nella questione dell'Ordine Mauriziano e di avviare pertanto a soluzione l'annoso problema.
Nell'evidenziare che la Regione, tramite i suoi funzionari, ha partecipato attivamente, insieme alle altre Regioni alla formulazione del decreto in oggetto, ottenendo sostanziali modifiche nella costruzione dell'elaborato, anche se lo stesso mantiene ancora aspetti di difficoltà applicativa e di mancata considerazione delle peculiarità regionali, appare evidente che, per i motivi suddetti, la Regione, con la mancata impugnativa della normativa in esame, ha operato una precisa scelta. Infatti noi non eravamo toccati in maniera particolare dal decreto, mentre certi aspetti del quale, sia pur lievemente modificati, possono essere tranquillamente inseriti in qualsiasi legge. Ciò è confermato anche dal fatto che solo due Regioni, tra quelle che hanno partecipato ai lavori preparatori, hanno impugnato il decreto.
PRESIDENTE:Ha chiesto la parola il Consigliere Mafrica; ne ha facoltà.
MAFRICA (PCI):L'Assessore è stato molto chiaro, perché ha detto: siccome il decreto, che presentava alcuni principi antiregionalisti, nella sostanza ci dava qualche vantaggio finanziario e quindi una maggiore possibilità di manovra, e poiché la nostra Regione non veniva toccata in modo particolare, ecco che noi abbiamo preferito lasciar perdere.
Credo però che la Corte Costituzionale abbia fatto bene a negare al Ministro della Sanità quei poteri sostitutivi che non sono di sua competenza, anche perché proprio l'atteggiamento accentratore di alcuni Ministeri rappresenta un freno allo sviluppo dei servizi in numerosi campi.
L'Assessore ci dice che non ci saranno grossi problemi rispetto agli elaborati predisposti. Ciò sta bene, ma avremo modo di verificarlo in seguito. Rimane il fatto che l'Assessore ha precisato che il nostro non intervento è stato dettato da ragioni di merito, rispetto ad un possibile intervento dettato da ragioni di principio. Lasciamo ovviamente la responsabilità di ciò a chi ha fatto tale scelta.
Si dà atto che alle ore 10,55 assume la Presidenza il Vicepresidente Dolchi.