Compte rendu complet du débat du Conseil régional. Les documents ci-joints sont disponibles sur le lien "iter atto".

Objet du Conseil n. 3957 du 19 septembre 2024 - Resoconto

OGGETTO N. 3957/XVI - Interpellanze: "Intendimenti in merito alla gestione dei focolai di Bluetongue e "Intendimenti in merito alla vaccinazione preventiva di bovini, ovini e caprini dall'epidemia Blue tongue".

Bertin (Presidente) - Siamo al punto n. 59, che viene discusso congiuntamente con il punto n. 54. Consigliere Planaz, ne ha facoltà.

Planaz (RV) - Con quest'iniziativa portiamo all'attenzione del Governo regionale una problematica che forse non ha mai interessato la nostra regione. Molti di noi hanno visto su tutti i notiziari che la Bluetongue ha rischiato di sconvolgere tutte le attività zootecniche di questo periodo - in particolare la Reine de l'Espace Mont Blanc svoltosi l'altro giorno in località di Valpelline, e tutta una serie di altre attività - che è un periodo molto delicato, dove ci sono tutte le désarpe e tutte le demonticazioni, di conseguenza ci sono molti spostamenti degli animali che devono scendere a valle e spesso non sono sempre negli stessi alpeggi. A quanto abbiamo visto, per effettuare una movimentazione, soprattutto per le battaglie, le fiere, le compravendite bisogna fare questa prova per diagnosticare se effettivamente gli animali siano stati contagiati da questo moscerino e purtroppo in alcuni casi sono usciti dei focolai che per la prima volta interessano la nostra regione perché, se non erro, eravamo stati interessati da un vincolo sanitario causato dalla Bluetongue, adesso non mi ricordo più l'anno, ma per un caso fuori valle accaduto ai confini della Valle ma non avevamo focolai all'interno nella nostra regione. Infatti potevamo vantarci, come per molte altre malattie, tipo tubercolosi, brucellosi e rinotracheite infettiva, che tutti gli allevamenti regionali fossero ufficialmente indenni per quello che riguarda questo tipo di malattie.

Avevo già parlato con l'Assessore per portare all'attenzione questa problematica.

Subito sembrava che a fronte di casi positivi ci fosse il blocco intero di tutto lo stabilimento e di tutto l'allevamento, dopodiché - e ringrazio tutti coloro che hanno collaborato, sia gli uffici competenti che i veterinari interessati, e anche lei, Assessore, - si è giunti a una svolta e a questo punto - ringrazio ancora a nome mio e a nome di tutti gli allevatori valdostani - non c'è bisogno di bloccare l'intero allevamento: viene messo in stalla di sosta l'animale infettato fino a quando poi non si negativizzi e possa di nuovo avere la possibilità di circolare, sia per la vendita che per altre movimentazioni.

Io avevo presentato tre quesiti: uno riguarda l'aspetto tecnico per le movimentazioni, che in parte è stato risolto per le piccole movimentazioni, perché per le compravendite e lo spostamento di piccoli gruppi di animali la cosa è fattibile e dà un valore aggiunto al monitoraggio dell'infezione, dall'altra parte c'è l'aspetto economico: le misure per i repellenti che tengono lontano questo moscerino dagli animali e tutta una serie di spese, dalla prova della PCR, poi valuteremo e non so se in futuro ci sarà un piano di vaccinazione che, di conseguenza porterà a dei costi non indifferenti a carico delle aziende. Nella mia interpellanza avevo chiesto quali erano le intenzioni da parte del Governo per capire se c'era la possibilità di venire incontro per i costi delle vaccinazioni e dei test e per capire - eventualmente ci fossero stati dei casi di vincolo di un intero allevamento per cui non potevano essere commercializzati gli animali - se c'era la possibilità di andare magari a risarcire in parte l'eventuale danno.

Se noi facciamo un'analisi oggi, anche all'infuori del nostro territorio regionale, soprattutto in questo periodo (tenendo conto anche della nostra situazione territoriale, dove da oggi a un mese-un mese e mezzo ci saranno tutte le demonticazioni) molti di questi animali dovranno andare in altre regioni - e si è pensato al protocollo delle demonticazioni: non c'è bisogno di andare a fare la prova, ma basta questo liquido repellente - in futuro- lo anticipo e chiedo scusa che non è citato nell'interpellanza, ma come ho detto, l'abbiamo presentata tempo fa - avremo un altro problema quando avremo la necessità di vendere i vitelli nelle regioni vicine, perché magari c'è una regione, come il Piemonte, che è vicino a noi, che potrebbe anche accettare i nostri animali, perché il livello di rischio è quasi uguale (il sierotipo, se non ci sono evoluzioni, è lo stesso), ma il problema è che, per contenere questi focolai, poi gli animali che vanno in Piemonte, che è la regione più vicina a noi, non possono essere più commercializzati nelle regioni vicine.

Teniamo anche conto che nel periodo invernale, come tutti gli insetti, questo moscerino smette di veicolare malattie, infatti lo dimostrano i protocolli già degli anni passati: dal 15 dicembre fino al 15 marzo non c'era l'obbligo dell'uso dei prodotti repellenti che tengono distante l'insetto.

Però, fino a prova contraria, dai dati forniti dagli uffici veterinari e anche del Ministero il contagio nelle bovine può durare a lungo e può mantenere l'animale positivo per 60 giorni, per cui avremo questa difficoltà a superare questo periodo, fino ad arrivare al momento più freddo, quando speriamo che poi la situazione ritorni sotto controllo.

Le impegnative sono tre: quella relativa alla movimentazione animale che al momento, secondo me, è risolta, poiché si dà una garanzia in più sia sul monitoraggio della malattia sia riguardo alla salute degli animali (con questi test siamo sicuri che non vengono movimentati degli animali che sono positivi) e poi le altre due riguardano l'aspetto economico.

Aspetterò la sua risposta per poi concludere nella replica.

Dalle ore 18:58 assume la Presidenza il vicepresidente Sammaritani.

Sammaritani (Presidente) - Sempre per l'esposizione, Consigliere Lavy.

Lavy (LEGA VDA) - È una questione che sta diventando seria questa della Bluetongue che, per certi versi, sembra assomigliare sempre di più al fenomeno del Covid, per cui giustamente all'inizio c'era tanta paura e quindi nascevano dei protocolli molto stringenti, poi finalmente entrava il buon senso nelle teste e quindi si ritornava un poco alla libertà e si ragionava di più su alcune questioni.

Ci sono 1.300 focolai in Sardegna, in Piemonte gli animali a rischio sono 160 mila, il Piemonte è la seconda regione più colpita dopo la Sardegna. La Valle d'Aosta era rimasta indenne fino a circa un mese fa e, notizia di oggi, dovrebbero essere stati confermati sei focolai sul territorio regionale, ma nel caso ci aggiornerà lei, Assessore.

L'iter che devono seguire gli allevatori è determinato dalla nota del 28 maggio del Ministero della salute, quindi si va dai trattamenti con prodotti insetto-repellenti ai test ELISA, poi test PCR e c'è il rischio di bloccare intere stalle o comunque di dover spostare degli animali infetti in altre stalle di sosta; bisogna capire se queste stalle di sosta ci siano o no, perché è un altro punto interrogativo, ma comunque, al di là del danno diretto della malattia, ci sono diversi danni indiretti che gravano sulle spalle degli allevatori.

Razionalmente bisogna in qualche maniera pensare ad avere delle priorità nell'azione contro questa malattia che, in alcuni luoghi, è assolutamente endemica, quindi si ripresenta di anno in anno.

La specie più colpita tra i ruminanti sono le pecore, gli ovini, sono loro che vengono maggiormente colpite dalla malattia, i caprini e i bovini patiscono meno, soprattutto per i caprini la sintomatologia non è del tutto evidente, quindi può darsi che anche la malattia possa passare sotto traccia se appunto non viene fatto nessun tipo di test.

Dai dati che abbiamo in Sardegna, perché appunto lì la malattia è molto endemica, la mortalità di ovini oscilla fra 03 e 05%, quindi è una percentuale - per carità - bassa ma che non deve essere sottovalutata, però questa malattia può portare a tutta una serie di aborti, quindi dei danni indiretti.

In Valle abbiamo poco meno di 2 mila ovini, quindi magari lavorare innanzitutto come priorità per la vaccinazione su di loro, visto che sono una specie che potrebbe avere maggiori problemi, potrebbe essere la soluzione nel breve termine, in attesa poi, dopo, di avere magari un maggior numero di vaccini, perché i vaccini non sono così tanto disponibili: dato che è una malattia che si sta diffondendo in Europa, la richiesta di vaccini è alta, quindi può darsi che manchino appunto i vaccini.

C'è però un problema, che è quello dei sierotipi, delle varianti, perché ce ne sono ben 27 di sierotipi e ci sono diversi tipi di vaccini studiati perché ogni vaccino vale solamente per un sierotipo, e questo ovviamente limita un sacco l'azione anche di questi vaccini, perché, per esempio, esiste il vaccino per il sierotipo 4, per il sierotipo 8, mentre per il sierotipo 3, che si sta comunque diffondendo, il vaccino non è ancora stato autorizzato da parte del Ministero della salute, quindi bisogna ancora aspettare.

Giustamente bisogna capire qual è o quali siano i sierotipi che circolano qui in Valle e poi magari relazionarsi con la Sardegna, che ha - leggendo anche delle interviste di Assessori sardi - degli slot di vaccino, dato che appunto lì è una malattia che, data la grande presenza di ovini, è molto diffusa, si potrebbe collaborare con la Sardegna per magari avere una parte di questi vaccini, o altrimenti collaborare tramite l'Istituto Zooprofilattico con il Piemonte.

L'Assessore Bongioanni ha detto poche settimane fa che l'Istituto Zooprofilattico del Piemonte, Liguria e Valle d'Aosta sta analizzando i nuovi ceppi virali arrivati dalla Francia per mettere a punto un vaccino che possa essere efficace anche nel medio-lungo periodo.

Io mi auguro che su questa questione, Assessore, lei sia in contatto con l'Istituto Zooprofilattico e magari anche con l'assessore Bongioanni proprio per capire se ci si può muovere insieme.

C'è poi il problema delle demonticazioni, che non sono solamente le manifestazioni; abbiamo visto che la Désarpa di Valtournenche non si farà, la Dévéteya a Cogne invece dovrebbe farsi, come anche la Désarpa di Saint-Nicolas, speriamo che da questo lato tutto vada bene, l'importante è non avere troppi animali a contatto di mandrie diverse.

C'è però appunto il discorso delle demonticazioni dagli alpeggi, quelli generali, perché c'è la nota del Ministero della salute che regola il discorso delle demonticazioni però bisogna capire, anche a livello di casi pratici, cosa può capitare, perché pensiamo che magari un allevatore abbia, nella stalla di fondovalle, degli animali che risultano positivi. Se ovviamente gli altri animali che sono in alpeggio scendono, dove mette quelli positivi? In una stalla di sosta. Però, capiamo, ci sono queste stalle di sosta in numero sufficiente? Sì o no? Altrimenti cosa capita? Dove metti le mucche che arrivano dall'alpeggio o quelle infette?

È un problema pratico che ovviamente deve essere in qualche maniera affrontato, perché ci sono dei problemi logistici non di poco conto.

Altra questione da valutare, soprattutto per i prossimi anni: abbiamo diversi casi in cui in Valle arrivano diverse greggi di pecore, ma non solo, anche di bovini, per avere il carico minimo sugli alpeggi. Chi si occuperà, nel caso, dell'eventuale vaccinazione di queste greggi? Noi come Regione o la Regione di provenienza in cui dovranno tornare? Perché adesso la stagione degli alpeggi sta finendo, quindi anche varie greggi, che sono arrivate su per l'estate, torneranno magari in Piemonte.

Anche questa è una questione da porre e da analizzare.

Altro tema che è già stato citato è quello dei vitelli, io mi spingo oltre, non solamente all'interno delle regioni italiane, perché sappiamo che una parte di vitelli nostri va anche in altri Stati, per esempio anche la Polonia, e la Polonia prende vitelli solamente da zone in cui non c'è questo virus, quindi anche lì c'è un discorso molto serio riguardo alla commercializzazione e alla vendita di questi vitelli in altri Stati, perché questi Stati pretendono che questi vitelli provengano da zone assolutamente indenni dalla Bluetongue.

È ovvio che, per bloccare i danni diretti della malattia, si rischia un po' lo scatafascio del sistema dell'allevamento in Valle d'Aosta ma non solo, perché appunto si vanno a toccare diversi tipi di ambiti; a queste domande, Assessore, non voglio che risponda perché, anzi, sono tutti elementi che metto sul tavolo da approfondire in senso costruttivo da qui ai prossimi mesi, però con quest'interpellanza voglio, in qualche maniera, fare un poco di chiarezza, per capire qual è lo stato attuale della Bluetongue, della sua diffusione, dell'eventuale prevenzione, della profilassi, e ovviamente anche della prospettiva della vaccinazione.

Sono tutti temi che devono essere affrontati e che con quest'interpellanza speriamo che alcuni di questi siano chiariti.

Presidente - Per la risposta del Governo, l'assessore Marzi.

Marzi (SA) - Nel rispondere alle interpellanze 54 e 59, partirei dalle prime risposte di ordine più generale alle domande del collega Lavy, perché erano domande più di carattere generale, per poi arrivare alle risposte al collega Planaz.

Siccome questo è un tema, come richiamato dai due interpellanti, assolutamente di dominio generale, e tra l'altro di assoluto interesse in una regione come la nostra, anche se non erano domande, provo a rispondere anche al collega Lavy rispetto ad alcune indicazioni perché in realtà è fondamentale rispetto a questo tema cogliere la ratio di fondo sulla quale abbiamo cercato di trovare delle soluzioni, prima di tutto riflettendo, poi confrontandoci e alla fine cercando di fare il meglio possibile con il territorio e sicuramente con tutte le associazioni coinvolte, a partire innanzitutto da Anaborava e AREV per poi naturalmente arrivare ai vari comitati, che siano Les amis des batailles des Reines per arrivare poi anche a la Désarpa piuttosto che la Dévéteya.

Quello che però è assolutamente importante capire subito è che nella normativa di riferimento alla quale si è arrivati non si sono fatte delle distinzioni di sorta, per cui oggi in Valle d'Aosta, se si vuole movimentare un animale da vivo di quelli che possono essere colpiti dalla febbre catarrale degli ovini o Bluetongue, non è importante la finalità per la quale viene movimentato l'animale da vivo, che sia un ovino, un caprino, un bovino piuttosto che un camelide, ma si parte dal presupposto e ci si è interrogati rispetto a quello che è l'oggetto del contendere sul fatto che si debba movimentare un animale da vivo.

Nel partire quindi da questo presupposto, si è individuata una prassi che, ripeto, ha avuto un processo di raziocinio, confronto, condivisione e azione, che ha portato a scegliere quanto individuato.

Veniamo alla domanda n. 1 del collega Lavy che dice: "Sì sì, sono casi accertati di contagio di Bluetongue nel territorio della Regione".

In Valle d'Aosta a oggi sono confermati 15 focolai. La scelta pensata, condivisa e agita di testare ogni animale che doveva essere movimentato da vivo tramite test PCR segue appunto il principio di massima tutela, anche perché è assolutamente normale che più si va cercando la Bluetongue e più di fatto i focolai risultano apparire.

Questo è di fondamentale importanza rispetto a quello che abbiamo appena richiamato, perché è proprio il fatto di aver fatto, come Regione, la scelta di andare a cercare e a testare con il test PCR la possibilità nel caso in cui si volesse movimentare un animale, ovviamente da vivo, per andare a fare qualsiasi tipo di cosa, che di fatto si è potuto arrivare a circoscrivere un numero ampio di focolai, ed è proprio il fatto di aver cercato di agire in questa maniera che di fatto ci ha concesso poi, nell'arrivare a definire l'ultima normativa di riferimento con il Ministero, di aver avuto la possibilità di diventare, proprio per questo motivo, best practice e quindi di poter arrivare a fare delle scelte che vanno oltre, ma - nelle risposte al collega Planaz poi lo diremo - a quello che oggi è il fatto che nel momento in cui in una stalla si arriva ad avere un animale con test PCR positivo si dovrebbe bloccare la stalla: noi invece riusciamo a testare eventuali animali della stessa stalla che debbano muoversi all'interno della Regione per le motivazioni previste.

Proprio questo principio di massima tutela, assieme alle misure di riduzione di rischio che abbiamo sin da subito intrapreso, è diventato appunto best practice a livello nazionale e sta consentendo la movimentazione da vivo di ogni tipo consentita delle specie animali sensibili al contagio.

L'obiettivo è stato quindi sin da subito salvaguardare l'impegno degli allevatori e delle associazioni, tutelando nel contempo la salute degli animali, che rappresenta sempre la priorità di un settore così importante e peculiare per la nostra regione.

I risultati attuali sono stati raggiunti infatti grazie all'approccio molto severo che abbiamo sin da subito adottato quando ancora nella nostra regione non erano presenti i focolai e che ha previsto, e tutt'ora prevede, la movimentazione dei soli capi negativi al test PCR (come spiegato all'inizio) e all'obbligo di trattamento con insetto-repellente sui capi sensibili alla malattia.

Il test PCR è progettato per la rilevazione, nelle specie sensibili a contagio, di batteri o virus nel materiale genetico.

Il test viene eseguito:

a) in caso di rilevazioni di segnali clinici in un animale delle specie sensibili di uno stabilimento;

b) in caso di richiesta di movimentazione di un animale per compravendita o partecipazione a manifestazioni, battaglie o fiere del bestiame.

Qui viene tenuto però conto del fatto che lo stabilimento è considerato sospetto focolaio in seguito all'esito positivo dell'animale al test PCR di prima istanza eseguito a Torino, e che viene confermato solo dopo l'esito del test PCR positivo effettuato presso il laboratorio nazionale di referenza di Teramo. Per cui il focolaio possibile nel momento in cui il test PCR che viene fatto è stato fatto a Torino, il focolaio viene confermato e quindi si arriva ai quindici di cui sopra nel momento in cui Teramo risponde in maniera positiva.

"Quale sia la prassi da seguire in merito alla demonticazione degli animali degli alpeggi": come indicato nella nota della veterinaria regionale dello scorso 30 agosto - veterinaria regionale che, tra l'altro, mi corre l'obbligo, ma soprattutto la stima di ringraziare per il lavoro che ha fatto da subito, e tra l'altro diciamo pure con un'azione di rottura del ghiaccio rispetto al ruolo, direi che nessuno si auspicava e voleva - tutte le movimentazioni per demonticazione degli animali delle specie sensibili alla Bluetongue che non sto a ripetere, ho citato poc'anzi, sia all'interno del territorio regionale che verso il Piemonte, possono avvenire, fermo restando l'obbligo di: applicare un prodotto con effetto insetto-repellente almeno 48 ore prima della partenza; effettuare trattamenti insetticida nei mezzi di trasporto; generazione del modello 4 informatizzato; monitoraggio dei segni clinici da parte dell'allevatore sia prima della partenza che una volta rientrati nello stabilimento di piano con immediata segnalazione in caso di sospetto.

Quanto richiamato, che tra l'altro è stato anche frutto di una collaborazione e di un forte e continuativo momento di confronto con l'Assessore Carrel e con i suoi uffici, come vede prevede il fatto che si cerchi di agevolare nella maniera più assoluta possibile, ovviamente, lo spostamento da vivo dalle zone alte della nostra Valle verso gli stabilimenti, quindi verso le stalle.

Perché? Perché naturalmente non era assolutamente possibile pensare che un capo a 2 mila metri di altezza potesse essere tenuto fermo con il rischio anche - e di fatto la stagione è anticipata da un punto di vista autunnale-invernale - che poi avessimo dovuto spostare l'animale una volta diventato negativo da PCR con gli elicotteri. Non è assolutamente il caso, quindi, di conseguenza si è fatta una scelta di assoluto buon senso.

Nella presentazione della sua iniziativa è chiaro il fatto che lei giustamente abbia letto la normativa di riferimento a livello nazionale di maggio. Questa tiene però conto di un aspetto, e cioè il fatto che, nel momento in cui ci dovesse esserci un animale già positivo nello stabilimento, il passaggio deve arrivare assolutamente verso lo stabilimento e in teoria gli animali dovrebbero restare lì, soltanto - e qui arriviamo alle deroghe richiamate anche dal collega Planaz, deroghe che ci sono state consentite a livello nazionale proprio per il fatto di aver agito secondo criteri di massima sicurezza - a quel punto, nello stabilimento in cui c'è un animale positivo, qualora dovesse esserne spostato un altro per i motivi di cui sopra, a quel punto ci è stata data la facoltà di andare in deroga e di testare solo quell'animale che, nel caso in cui risulti essere negativo al PCR, può essere spostato anche se nella stessa stalla ci sono degli animali positivi. Per cui il concetto di stalla di sosta non è stato preso in considerazione perché l'obiettivo è consentire agli animali presso gli alpeggi di raggiungere la propria stalla nel minor tempo possibile.

Questo è stato anche il criterio di riferimento applicato per quanto riguarda la circolare che è stata data in risposta agli enti territoriali (i Comuni in prima istanza e poi le associazioni che gestiscono le Désarpe e le Dévéteye) perché se uno legge quella nota, come lei sicuramente avrà fatto vista la preparazione nel rappresentare quest'iniziativa, avrà notato che viene chiaramente detto che gli animali devono passare tenendosi a una distanza adeguata e non possono sostare alla fine del passaggio all'interno del paese di riferimento, ma debbono immediatamente essere caricati con l'obiettivo di raggiungere nel minor tempo possibile la propria stalla.

Venendo alla domanda n. 3, "Se si intenda per la prossima stagione estiva procedere con la vaccinazione preventiva di bovini, ovini e caprini": la vaccinazione rappresenta un'importante misura di profilassi indiretta che però, in questo momento, è sconsigliata dal punto di vista sanitario perché siamo in una situazione di massima diffusione che, tra l'altro, si sta presentando proprio in questo momento.

Stiamo però consigliando agli allevatori che intendono commercializzare i vitelli fuori regione nella prossima stagione invernale di considerare, insieme al proprio veterinario aziendale di fiducia, il ricorso alla vaccinazione degli stessi, ovviamente su base volontaria, non appena demonticati.

Questo tenuto conto che i vitelli nati da madri vaccinate attraverso l'assunzione del colostro risulterebbero immunizzati per la malattia.

Lo stesso consiglio è rivolto a coloro che mandano in affidamento i propri capi in Piemonte, bisogna infatti considerare che i vaccini non sono al momento facili da reperire, come tra l'altro avete richiamato, per una scarsa disponibilità in commercio e una forte richiesta.

Inoltre il vaccino, per espletare la sua efficacia dal punto di vista dello sviluppo dell'immuno-protezione, impiega un tempo di circa 30-40 giorni, tempo di cui bisogna tenere conto per la valutazione delle attività.

Per quanto invece concerne il ricorso alla vaccinazione massiva, l'Assessorato e la struttura complessa sanità animale dell'Azienda USL, che tra l'altro ringrazio perché è sempre stata presente, stanno valutando di poterne fare ricorso durante la stagione invernale, visto il fatto che si deve intervenire dopo che c'è questo momento di massimo sviluppo della diffusione del virus, così da arrivare a fornire la protezione per la prossima stagione vettoriale.

Bisogna anche ricordare che il vaccino ha un'efficacia, in termini di copertura, di circa sei mesi.

Rispetto alla Bluetongue, lei ha citato i sottotipi: è vero che i sottotipi sono vari, ma in questo momento, nella nostra parte d'Italia, quindi in Piemonte e in Valle d'Aosta, noi di fatto siamo lambiti dal sottotipo BTV8. I vaccini del sottotipo BTV8 sono, di fatto, acquistabili e somministrabili sia per il sottotipo BTV8 che per il sottotipo BTV4.

In Sardegna invece, dove - ahimè - la situazione è assolutamente drammatica e dove purtroppo tutta una serie di situazioni non sono come in Valle d'Aosta, allo stato attuale è presente anche nel sud dell'isola il sottotipo BTV3 che lei ha citato e che sta arrivando anche dal nord dell'Europa.

Veniamo ora ai quesiti posti dal collega Planaz, "Se sia previsto un piano di rimborso sulle misure di controllo e di gestione per contenere i focolai": tra le misure più efficaci per contrastare il diffondersi della malattia, vi è l'applicazione del trattamento insetto-repellente. Tale misura in Valle d'Aosta è stata resa obbligatoria per tutti gli animali sensibili alla Bluetongue con nota del 30 agosto, quella richiamata più sopra, e l'Assessorato formalmente ha autorizzato - e questa è una grande novità e probabilmente in termini di sistema è anche uno dei motivi per i quali riusciamo ad avere in un ragionamento di sistema anche un controllo rispetto ai focolai e alla mobilitazione da vivo - l'Associazione Anaborava (ringrazio tantissimo, sia il dottor Vevey che il presidente Bianquin) a fornire gratuitamente il trattamento agli allevatori all'interno del Piano di assistenza zooiatrica 2024: in poche parole, in questo momento a livello pubblico stiamo pagando per il tramite di Anaborava.

Tra le altre cose, visto che anche rispetto al farmaco insetto-repellente si cominciano ad avere delle problematiche in termini di reperimento del farmaco stesso, stiamo fortemente incentivando il fatto che questo farmaco venga somministrato tramite i veterinari regionali invece che acquistando direttamente il farmaco stesso e quindi ricettando, perché questo prevede anche di continuare a ragionare in massima tutela, avere la garanzia di un monitoraggio e anche della somministrazione corretta del farmaco, anche perché, qualora venga acquistato in altra maniera, viene utilizzato per trattare i propri bovini, ad esempio, ma magari, quando si sono finiti di trattare i pochi bovini, se ne avanza, resta giustamente in disponibilità per le prossime volte, mentre invece, siccome c'è la difficoltà assoluta a reperirlo, il fatto di averlo per tutti fa sì che si riesca a trattare più animali.

Venendo alla domanda n. 2, per agevolare la compravendita è stata chiesta una deroga per consentire le motivazioni all'interno delle regioni. Come ho richiamato poc'anzi, la deroga può essere applicata in caso di focolai per positività alla PCR da batteri o virus rilevata dal materiale genetico se vi è assenza di sintomatologia clinica in atto. Ovviamente le deroghe non esistono qualora l'animale clinicamente dallo stesso allevatore e poi dal veterinario sembri essere affetto da Blue tongue.

Vi confermo il fatto che nel momento in cui un animale è risultato essere clinicamente sospetto è stato sempre poi considerato, anche con i test, realmente malato.

Per quanto riguarda il commercio dei vitelli fuori regione vale la risposta resa prima al quesito posto dal collega Lavy circa la vaccinazione su base volontaria e la valutazione in corso circa il ricorso alla vaccinazione massiva durante l'inverno, in modo da fornire la protezione per la prossima stagione.

Sicuramente quanto già affiorato nel corso delle interlocuzioni che ci sono state in queste settimane e che lei ha rappresentato anche poc'anzi rispetto alla questione movimentazione da vivo dei vitelli è una cosa che possiamo provare ad approfondire nelle prossime settimane.

Venendo alla risposta alla domanda n. 3, il regolamento UE 8.9.2020 - nel caso di sospetto o confermato focolaio di una malattia quale la Bluetongue - dispone il vincolo sanitario e quindi il blocco della movimentazione verso altri stabilimenti a tutti gli animali presenti nello stabilimento.

Il protocollo che abbiamo adattato alla realtà regionale e che è stato autorizzato grazie al principio di massima tutela che abbiamo applicato in Valle d'Aosta - quindi quello di cercare il focolaio nel momento in cui era necessario movimentare un animale (che è stato applicato in Valle dal Ministero della salute e dal Centro di referenza per lo studio e l'accertamento delle malattie esotiche degli animali) - consente invece al momento, per le movimentazioni infra-regionali, quindi solo all'interno della Regione, quanto segue:

1) in caso di focolaio per positività alla PCR, con presenza di sintomatologia clinica in atto, il codice stabilimento viene posto in blocco di movimentazione per vincolo sanitario e non è autorizzata alcuna movimentazione. Il focolaio viene estinto dopo almeno 60 giorni dalla data dell'ultimo caso sospetto, anche in caso di morte o macellazione del capo sintomatico;

2) in caso invece di focolaio per positività alla PCR, con assenza di sintomatologia clinica in atto, il codice stabilimento viene comunque posto in blocco di movimentazione per vincolo sanitario. Sono comunque autorizzate - ed è questa la deroga - le movimentazioni intra-regionali per compravendita e partecipazione a manifestazioni fiere, battaglie, mercati e per gli affidi degli animali che rispettino la seguente procedura: esito favorevole al test PCR eseguito dopo almeno sette giorni di trattamento con insetto-repellente; garanzia della copertura con insetto-repellente al momento della movimentazione; trattamento insetticida nei mezzi di trasporto documentabile; generazione del modello 4 informatizzato che deve essere validato dal veterinario ufficiale.

Il focolaio viene estinto dopo 60 giorni dalla data della prima PCR positiva corrispondente alla data di apertura del sospetto focolaio del Sistema Informativo Malattie Animali, ciò anche in caso di ulteriore positività su altri capi dello stabilimento o di morte o di macellazione del capo risultato positivo.

Alla luce di quanto sopra rappresentato, non si ritiene al momento necessario modificare ulteriormente il protocollo di cui trattasi, in quanto è stato ampiamente condiviso dall'Azienda USL, dalle Associazioni di categoria, Anaborava e ARER, ed è già il risultato di una serie di deroghe approvate, come già detto, dal Ministero della salute e dal Centro di referenza animale rispetto alle norme molto più restringenti imposte dai regolamenti europei, proprio grazie alla prassi applicata nella nostra regione, per cui cercheremo sicuramente di fare determinati ed ulteriori ragionamenti rispetto alle evoluzioni.

Quello che mi sento di dire - perché è la prima volta che mi capita di avere a che fare con un'epidemia zootecnica sugli animali - è che, di fatto, sicuramente anche l'evoluzione di quello che a livello nazionale ed internazionale sta avvenendo permetterà poi dopo, nonostante le buone prassi, di fare dei ragionamenti rispetto a quelli che potrebbero essere ulteriori o ampliamenti del caso o deroghe.

Dalle ore 19:23 riassume la Presidenza il presidente Bertin.

Bertin (Presidente) - Per la replica, consigliere Planaz, a lei la parola.

Planaz (RV) - Grazie, Assessore, per la chiarezza, perché sembra una cosa banale ma vediamo che, quando si approfondiscono gli argomenti, emergono molte difficoltà anche a mettere in atto tutte le prassi.

Bene le deroghe e tutto quello che si è fatto fino adesso, l'ho già anticipato prima.

La nostra preoccupazione, da adesso in avanti, è per la commercializzazione dei vitelli, ma accettiamo e ci rendiamo disponibili alla collaborazione per far poi sì di creare un documento e un protocollo che non blocchi l'intera commercializzazione, perché ci ritroveremmo con le stesse difficoltà della demonticazione: le strutture, soprattutto nostre regionali dei nostri allevamenti, non sono attrezzate per mantenere tutti i vitellini che nascono nel periodo invernale e, di conseguenza, dovremmo cercare di adottare delle misure per far sì che questo non avvenga.

Ringrazio di nuovo per la chiarezza delle risposte alle nostre interpellanze, per fortuna aveva a disposizione venti minuti, perché era una risposta molto corposa.

Continueremo a collaborare e a monitorare per risolvere al meglio questa situazione.

Presidente - Consigliere Lavy, a lei la parola.

Lavy (LEGA VDA) - Grazie, Assessore, per la risposta e anche per lo sforzo che ha fatto a rispondere a delle domande a cui non pretendevo assolutamente risposta; ha saputo in maniera corretta, anche brillante in alcuni momenti, dare una risposta.

L'ha detto lei: è il buon senso che deve guidare in questa situazione, forse l'esperienza del Covid ha un poco insegnato che non bisogna agire troppo d'impulso, ma ragionando con tutta una serie di misure e valutando magari deroghe in alcuni casi o facilitazioni in altri, che in questo tipo di prassi che riguardano la Bluetongue sembrano esserci.

La questione di portare giù gli animali il più possibile in qualche maniera verso le stalle di fondovalle, il fatto di separare gli animali positivi da quelli negativi dopo il test PCR, la vaccinazione volontaria che verrebbe fatta nel caso sui vitelli e il fatto d'inserire i prodotti insetto-repellenti sono tutte misure di cui magari chi non è del settore non capisce l'efficacia, e anche l'importanza di avere queste misure comprese, però chi è del settore sa che sono delle questioni non di secondo piano, anzi, soprattutto in una fase in cui c'è preoccupazione nel settore dell'allevamento, al di là del mondo del settore bovino, soprattutto nel settore ovino, che è già ancora più in crisi di suo, che rischia con questa malattia di avere una mazzata finale; speriamo ovviamente di no, se ci si continua a muovere in questa sorta di solco tracciato dal buon senso, problemi ce ne saranno comunque, per carità, però si potranno dare risposte e tranquillizzare gli allevatori per i prossimi mesi che sicuramente, al di là di tutto, non saranno facili.