Compte rendu complet du débat du Conseil régional

Objet du Conseil n. 436 du 14 juillet 1982 - Resoconto

OGGETTO N. 436/VII - INDICAZIONI PER LA PROGRAMMAZIONE DELLE GRANDI STRUTTURE DI VENDITA AI SENSI DELLA LEGGE 11 GIUGNO 1971, N. 426 E DEI DD.MM. 14 GENNAIO 1972 E 28 APRILE 1976.

PRESIDENTE: Do lettura del testo della delibera.

IL CONSIGLIO REGIONALE

- visti gli articoli 26 e 27 della legge 11 giugno 1971, n. 426;

- visti i DD.MM. 14 gennaio 1972 e 28 aprile 1976;

DELIBERA

di approvare le sottoriportate indicazioni per la programmazione delle grandi strutture di vendita.

...Omissis...

PRESIDENTE: Ha chiesto di parlare l'Assessore all'Industria, Commercio, Artigianato e Trasporti Chabod, ne ha facoltà.

CHABOD - (D.C.): Ai fini del rilascio delle autorizzazioni per l'apertura degli esercizi di vendita al minuto, l'innovazione più importante della legge 11.6.1971, n. 426, oltre all'acquisizione della professionalità da parte degli operatori, consiste nell'aver abolito il sistema della licenza caso per caso, sistema previsto dalla precedente legislazione dal 1926 al 1938, che riconoscevano a ristrette Commissioni un potere discrezionale molto ampio, il quale ha dato non pochi riflessi negativi sull'apparato distributivo italiano. Tale sistema è stato sostituito dalla programmazione attraverso appositi strumenti, individuando due livelli di governo: quello comunale, tramite i piani di sviluppo e di adeguamento, e quello regionale. In realtà i poteri delle Regioni, per indirizzare lo sviluppo del commercio al dettaglio, completati dall'attuale legislazione, sono relativamente ampi. La Regione può infatti intervenire a tre livelli:

l) formazione di indicazioni programmatiche i urbanistica commerciale per zone socio-economiche omogenee nelle quali la Regione suddivide il proprio territorio. Possono costituire zone di tale tipo anche le Comunità montane, istituite dalla legge 3.12.1971, n. 1102. Nel fornire date indicazioni la legge dovrebbe precisare i criteri di programmazione della rete distributiva attinenti alle grandi strutture di vendita (art. 21, D.M. 28 aprile 1976).

2) competenze specifiche per quanto riguarda il rilascio dei nulla osta per le grandi unita di vendita, cioè superiori ai 400 o 1500 mt., e per i centri commerciali di interesse sovracomunale anche in deroga ai contingenti dei piani comunali.

3) interventi surrogatori (commissario ad acta) per l'elaborazione dei piani dei Comuni inadempienti (art. 21 della legge). Alla Regione compete inoltre il controllo e la definizione degli orari di apertura oltre alle competenze istituzionali in. materia urbanistica.

La Regione dovrà pertanto individuare una strategia e degli adatti strumenti per giungere ad una programmazione degli interventi, che siano in precedenza concordati con i Comuni.

Così, significativamente, si esprime il dettato legislativo nazionale.

Ma tale prospettiva non appare in alcun caso fuori luogo, in quanto si va ad inserire in una tradizione scelta dalla politica di governo valdostano.

Risale infatti agli inizi degli anni '70 una opposizione politica per la programmazione come metodo di governo; in questo senso appunto, è possibile riconoscere, ed è opportuno sottolineare una continuità ideologica tra gli indirizzi di fondo dello schema 1973 ed i supporti metodologici del piano regionale di sviluppo che, a partire dalle prime indicazioni discusse in Consiglio regionale, dovrà concretare in espressione operativa coordinata di scelte politiche complessive.

In linea con la scelta del metodo della programmazione democratica come irrinunciabile punto di riferimento per un corretto dispiegarsi delle attività economiche sul territorio, si inserisce lo studio che si è realizzato per poter disporre di elementi che forniscano i parametri di valutazione, che pongano in grado di definire delle indicazioni programmatiche nel campo commerciale, in sintonia con quel metodo di governo regionale che si è ormai consolidato in leggi e prassi e che costituisce comunque una componente positiva e necessaria di una qualsiasi politica di interesse generale.

E' proprio in questa distinzione che entra in gioco la grande distribuzione, venutasi a localizzare in ambiti non esclusivamente funzionali della popolazione residente, anche senza misurare la capacità di questi grandi impianti distributivi.

In parole povere con ciò non si intende certo auspicare la presenza di troppi altri grandi esercizi commerciali, ma è necessario che la grande distribuzione accetti di contrattare la propria presenza, la propria consistenza, la propria localizzazione nella Valle, così che, senza comprimere in misura inaccettabile le sue ragioni di profitto, essa si adatti a svolgere anche quelle funzioni sociali, fin quando è ammissibile, che le funzioni private non contribuiscono a fornire in misura adeguata.

PRESIDENTE: E' aperta la discussione generale.

Ha chiesto di parlare il Consigliere Carlassare, ne ha facoltà.

CARLASSARE - (Dem. Prol. - Nuova Sin.): Leggendo la relazione, mi sono sorti alcuni dubbi sull'effettiva validità di questa ricerca. Per esempio, non sono stati presi dei campioni di quante siano effettivamente le persone che in Valle d'Aosta abitano le seconde case, e di conseguenza affluiscono nei grossi magazzini; non è stata fatta una ricerca approfondita su quanto incida il traffico in Valle ed in ultima analisi quante sono le persone che, attraversando la nostra Regione, si fermano ad acquistare merci nelle strutture di vendita valdostane; inoltre ad una mia precisa domanda posta ad un ricercatore su quanto avesse modificato la struttura di vendita esistente l'apertura di un magazzino un po' particolare come la CO.IN.OP a Pont-Saint-Martin, mi è stato risposto che le ricerche, quindi i dati, si erano fermati anteriormente all'apertura di questa struttura. Noi, non fosse altro che per le reazioni che avevano avuto a suo tempo i commercianti della Bassa Valle, riteniamo che questo magazzino abbia modificato parecchio la situazione da tutti i punti di vendita.

Fatte queste considerazioni, ritengo che prima di tutto sia necessario fare chiarezza su questi aspetti se si vuole in seguito legiferare in modo da non creare ulteriori storture. E' chiaro che per arrivare a stabilire che intorno ad Aosta ci sono i famosi grandi magazzini e che altrove ce ne sono pochi, non occorreva una grande ricerca, per cui le indicazioni che scaturiscono mi paiono banali.

Vorrei a questo punto domandare all'Assessore quanto è venuta a costare questa ricerca, e quali garanzie si richiedevano dallo studio esecutore, perché, per le motivazioni di cui parlavo prima, mi pare che le conclusioni siano di un'estrema superficialità, per cui c'è il rischio di deliberare senza avere una precisa visione della reale situazione del commercio in Valle.

PRESIDENTE: Ha chiesto di parlare il Consigliere Tonino, ne ha facoltà.

TONINO - (P.C.I.): Questa ricerca è stata commissionata dalla Giunta regionale a seguito di una mozione presentata dal nostro Gruppo, che il Consiglio aveva approvato.

La mozione partiva dalla constatazione ormai evidente che uno sviluppo incontrollato di grossi centri di vendita, soprattutto alle porte di Aosta, poteva provocare una crisi per il settore commerciale diffuso nel tessuto della città di Aosta e dei paesi circostanti. Già allora si disse che un processo di modernizzazione del settore distributivo era necessario, ma che se la crescita di questi centri commerciali fosse stata lasciata solo alle leggi di mercato, si sarebbero potuti creare degli inconvenienti ancora più gravi. La Giunta ha affidato una ricerca, sulla base della quale si sarebbero dovute trarre le conclusioni in merito alla programmazione delle grandi strutture di vendita.

La ricerca, ed abbiamo avuto modo di dirlo già un'altra volta, è stata voluminosa come quantità ma discutibile nella qualità, nel senso che portava una ingente mole di dati che tuttavia si fermavano ad una fotografia della realtà della nostra struttura commerciale, per cui i risultati che oggi abbiamo sottomano sono abbastanza deludenti. I dati che emergono dalla ricerca indicano che la percentuale di spesa presso le strutture tradizionali è abbastanza ridotta rispetto alla media nazionale, indice questo di una presenza sovradimensionata di punti di vendita. Inoltre si mette in evidenza il fatto che la scarsa specializzazione e le difficoltà di rinnovo delle attrezzature tradizionali danno al settore commerciale una certa staticità, che gli addetti al settore commerciale hanno un'età media piuttosto alta, e che è largamente presente la conduzione familiare. L'ultimo elemento negativo fornito da questa indagine è che le forme associative fra i dettaglianti sono sostanzialmente mancanti (in effetti sono limitatissime).

Il salto ed il passaggio da queste affermazioni alla proposta è incomprensibile nel senso che non siamo riusciti a capire a cosa è servita la ricerca quando si guardano le conclusioni del lavoro. A parte un comma che a mio avviso sfiora il ridicolo - tipico di chi vende un prodotto a chi lo ha pagato - in cui si esaltano le capacita programmatorie della Regione valdostana, si sono fatte delle scelte per esclusione; infatti si dice che questi centri esistono ad Aosta, Saint-Vincent e Châtillon, quindi per esclusione si scelgono Morgex, Etroubles, Pont-Saint-Martin. La funzione di questi centri dovrebbe essere: turistico-residenziale quella di Morgex, frontaliera quella di Etroubles, residenziale quella di Pont-Saint-Martin, dimenticando che a Pont-Saint-Martin esiste anche l'esperienza della CO.IN.OP.

Altro è difficile dire di questa ricerca: la nostra opinione è che si tratta di un documento privo al suo interno di una qualche volontà o espressione politica della Giunta o della maggioranza; si tratta di alcune indicazioni - per altro molto carenti - lasciate ai tecnici, per cui dobbiamo esprimere la nostra perplessità sull'utilità di questo piano.

Le perplessità sono maggiori se si ritorna a quelle affermazioni di carattere generale che erano state fatte nella prima parte delle ricerca, che inducono alla necessità di una politica regionale di aggregazione degli operatori esistenti; la scelta che facciamo oggi con questo piano è quella di dire no e basta. A nostro avviso, all'interno delle indicazioni della Regione non solo dovrebbe essere consentita la possibilità di aggregazione degli esercizi commerciali esistenti, ma questa dovrebbe essere indicata ed agevolata.

PRESIDENTE: Ha chiesto di parlare il Consigliere Minuzzo, ne ha facoltà.

MINUZZO - (P.S.D.I.): Non starò a ripetere quanto detto dal Consigliere Tonino, perché sarebbe una inutile perdita di tempo. A parte il fatto che questo piano è stato portato in Consiglio regionale con notevole ritardo e non già a causa della Commissione o gli organi che dovevano essere consultati, ma piuttosto per colpa di chi l'ha elaborato, vorrei sottolineare che questi 40 milioni, tanto era l'ammontare previsto dalla delibera di Giunta, sono stati abbastanza mal spesi, perché nel piano non ci sono indicazioni precise, si va per esclusione, ignorando quindi la questione importante della politica della grande distribuzione.

Un fatto ancora più grave si ha per quanto concerne l'area urbana di Aosta; più specificatamente, a pag. 16 della relazione che ci è pervenuta si dice: "nelle aree urbane regionali (considerando come tali principalmente Aosta, ma per certi aspetti anche Pont-Saint-Martin e per altri anche il micro-sistema urbano Châtillon/SaintVincent) potrebbe invece essere consentita dai "governi del commercio" ovviamente entro precisi limiti, una certa concorrenzialità sia fra esercizi esistenti, sia fra questi nuovi impianti". Praticamente non si dice assolutamente niente: si è individuata una certa situazione, però si afferma che i "governi di commercio" possono rilasciare le licenze che preferiscono.

E' di questi giorni la notizia che la Rinascente vuol venire ad insediarsi ad Aosta; ci sono gia al riguardo delle trattative con una grossa azienda aostana per l'acquisizione di certi locali e risulta che ci siano delle grosse pressioni affinché il Comune di Aosta rilasci la licenza per una tabella attualmente mancante a questo magazzino che sembra disponibile a cedere l'attività, dopodiché si andrà a costituire un nuovo centro commerciale, che veramente non è previsto in questo piano, ma che ci si è premurati di poter salvare con quanto detto a pag. 16.

A questo punto vorrei delle risposte precise e puntuali da parte dell'Assessore e cioè se è disponibile ad avallare un'operazione del genere che andrebbe a danneggiare soprattutto i piccoli commercianti di Aosta, che sono già stati penalizzati da quel selvaggio insediamento di centri commerciali alla periferia della nostra città.

Ritengo che questo piano si potrebbe votare o non votare, in quanto non dice assolutamente niente e di fatto non dà nessuna indicazione; non avevamo certo bisogno di spendere quaranta milioni per dire all'Assessore che poteva concedere l'autorizzazione ad aprire un ipermercato a Pont-Saint-Martin, Morgex, o Etroubles, quando lo ha fatto altre volte senza aver sentito il parere dell'ISCOM. Io voto a favore di questo piano, proprio perché non ha nessun significato, ma chiedo all'Assessore Chabod, che spero sia in grado di rispondermi, se sono fondate le voci di un possibile insediamento della Rinascente o della Upim nella nostra città, e se è favorevole a questo insediamento.

PRESIDENTE: Ha chiesto di parlare l'Assessore all'Industria, Commercio, Artigianato e Trasporti Chabod, ne ha facoltà.

CHABOD - (D.C.): Vorrei cominciare con il rispondere al Consigliere Carlassare. Come è stato detto, la CO.IN.OP. non c'era ancora quando abbiamo elaborato questo piano, che è stato commissionato a seguito di una mozione, come è stato ricordato. D'altronde la Regione pensava già da tempo di far eseguire questa ricerca di mercato per vederne i risultati. Non so se tutti avete ricevuto il malloppo di volumi mandati dall'ISCOM; penso che non si tratti di una cosa tanto per ridere, visto che si è condotta una specie di indagine per vedere la popolazione ed il turismo esistenti. Non è stato possibile avere i dati relativi alle persone che passano per la Regione e si fermano, perché sono difficilmente reperibili.

Al Consigliere Minuzzo voglio dire che non so niente né della Upim nè della Rinascente: so che una ditta di Aosta ha chiesto la tabella 8, ma non so altro, e penso che la cosa non c'entri per niente con l'approvazione di questo piano.

PRESIDENTE: Ha chiesto di parlare il Consigliere Carlassare per dichiarazione di voto, ne ha facoltà.

CARLASSARE - (Dem. Prol. - Nuova Sin.): Intanto voglio precisare che questa enorme massa di dati è stata reperita nel modo più semplice, perché sono tutti dati che sono disponibili in Regione, per cui questi signori sono venuti qui e se li sono fatti dare, assemblandoli poi in qualche modo.

Si possono effettuare, per avere dei dati non conosciuti, delle ricerche sul campo e delle proiezioni di queste ricerche. Quindi, per quanto riguarda la fotografia della realtà commerciale derivata dal turismo o dal passaggio di flussi turistici dalla Valle d'Aosta, questi signori, non essendo i dati disponibili in Regione, hanno detto semplicemente che erano di difficile reperibilità e non ne hanno tenuto conto nell'elaborazione del piano.

Per quanto riguarda il magazzino di Pont-Saint-Martin, vorrei precisare che quando questa ricerca è stata fatta la CO.IN.OP. esisteva; non esisteva invece quando sono stati raccolti i dati utilizzati da questi signori, che si sono guardati bene, anche in questo caso, dal fare indagini sul campo per rendersi conto delle variazioni intervenute nel tessuto commerciale di quella zona in seguito all'apertura di una Cooperativa dove possono affluire migliaia di soci.

Tutto questo non è stato preso in esame, si è fatto un lavoro non qualificato che non è possibile prendere come base valida per fare delle scelte sul piano politico: di conseguenza voterò contro.

PRESIDENTE: Ha chiesto di parlare il Consigliere Tonino, ne ha facoltà.

TONINO - (P.C.I.): Voteremo contro non certo alla necessità di un piano che regoli lo sviluppo di queste grandi strutture di vendita, ma ad un piano con questi contenuti, perché un giudizio di merito rispetto alle indicazioni che ci sono state fornite è impossibile darlo.

Le scelte qui sono state fatte per esclusione, in base ad alcuni elementi da tutti conosciuti; al di là di questi non ci sono indicazioni più approfondite.

Il fatto di dichiararsi d'accordo con una struttura commerciale diffusa, vuol dire prendere atto della realtà che esiste; però poi si conclude che per, quanto riguarda le grosse strutture, rimangono dei buchi in bassa Valle dove ci potrebbe essere l'interesse ad una certa arginatura di un flusso commerciale che si rivolge verso Ivrea, ma non si riesce a capire sulla base di quali elementi, per cui noi non possiamo assolutamente condividere questo tipo di conclusione.

PRESIDENTE: Metto in approvazione la delibera in oggetto.

ESITO DELLA VOTAZIONE

Presenti: 22

Votanti: 22

Favorevoli: 16

Contrari: 6

Il Consiglio approva