Objet du Conseil n. 435 du 14 juillet 1982 - Resoconto
OGGETTO N. 435/VII - DISEGNO DI LEGGE CONCERNENTE: "ULTERIORI MODIFICAZIONI DELLA LEGGE REGIONALE 11 MARZO 1968, N. 9 CONCERNENTE L'APPROVAZIONE DEL PIANO REGOLATORE DELLA CONCA DI PILA IN COMUNE DI GRESSAN".
PRESIDENTE: Si tratta del disegno di legge n. 410 presentato dalla Giunta regionale in data 5 luglio 1982. Relatore è l'Assessore al Turismo, Urbanistica e Beni Culturali il quale ha la parola.
POLLICINI - (D.P.): Questa proposta dovrebbe rappresentare la definitiva conclusione della vicenda Pila iniziata ormai 14 anni or sono, nel 1968. Va detto che questa proposta ha lo scopo di concludere gli interventi nella zona di Pila. Voi sapete oggi che la stazione manca: ha realizzato edifici alberghieri, un volume residenziale, ma di fatto mancano i servizi collettivi e le possibilità di attività sportive nella zona.
In effetti vi è l'esigenza di potere porre la parola fine a una stazione che sembrava essere lasciata a metà. Questa proposta si pone l'obiettivo di concludere nel modo meno peggiore possibile quella iniziative che, come dicevo prima, ha avuto alterne vicende sin dal 1968.
Quindi, noi potevamo proporre la modifica degli indici. Noi intendiamo, invece, proporre anzitutto la restituzione del territorio alla precedente sua funzione, cioè viene soppressa quella che nella legge precedente veniva definita la zona di ulteriore attuazione del Piano regolatore di Pila.
Quella zona è soppressa e, quindi, non è più sottoposta ad ulteriore attuazione di edificazione della zona.
L'obiettivo principale di questo intervento è quello di aumentare, per la destinazione a edifici alberghieri e a edifici collettivi, il volume complessivo già assegnato al Piano regolatore di Pila: quindi, si tratta di spostamento del volume e non di aumento del volume.
La situazione al momento è la seguente: rispetto al Piano di Pila era previsto un volume residenziale di 190.000 metri cubi, un volume alberghiero di 99.000 metri cubi e un volume di 39.000 metri cubi di collettivo, bar, negozi, attività commerciali, ecc. In totale erano 328.000 metri cubi assegnati al Piano regolatore della conca di Pila.
Sono stati costruiti fino ad ora 114.400 metri cubi dei 328.00 previsti, e più precisamente: residenziale 67.900 metri cubi, alberghieri 40.600 metri cubi, collettivi 5.000 metri cubi. Sono in via di costruzione, cioè sono state rilasciate le concessioni edilizie per 88.300 metri cubi di cui residenziali 50.700 metri cubi, alberghieri 17.600 metri cubi e collettivi 3.000 metri cubi. Rimane da assegnare ancora un volume pari a 125.300 metri cubi.
La legge si propone in questo momento di operare un trasferimento da zona a zona, da volumi residenziali a volumi alberghieri, o a volumi destinati a servizi collettivi, fermo restando il volume complessivo assegnato dal Piano regolatore di Pila.
Inoltre, per favorire le costruzioni di impianti sportivi, la sede della scuola di sci e di impianti coperti vengono derubricati da servizi collettivi e vengono inclusi fra gli edifici di carattere pubblico. In effetti, il concetto è quello di completare la stazione di Pila, mettendo praticamente in costruzione la parte che più ci interessa, cioè la parte alberghiera, la parte collettiva e quella sportiva, per concludere finalmente questa vicenda che ormai si trascina da troppo tempo.
Questa è la definitiva soluzione per concludere una vicenda complicata, proprio perché ormai era una stazione a metà strada che aveva in sè tutte le caratteristiche negative, ma non assumeva neanche una media tra le caratteristiche negative che oggi sono tutte presenti, e quelle positive che possono essere rappresentate da una rivitalizzazione della zona, dalla possibilità di dare lavoro alla zona, dall'aumento dei posti-letto alberghieri, dall'aumento dei posti-letto commerciali, dall'aumento delle strutture sportive (pattinaggio coperto, scuola di sci, ecc.).
Questo è lo scopo che vogliamo raggiungere attraverso questa proposta.
PRESIDENTE: E' aperta la discussione.
La parola al Consigliere Tonino.
TONINO - (P.C.I.): Noi abbiamo già espresso in Commissione il nostro parere contrario a questo disegno di legge. La nostra opposizione deriva da alcune considerazioni di carattere generale sull'esperienza o sulla vicenda di Pila, e su come ha agito la Regione anche recentemente oltre che da alcune questioni di carattere più particolare che riguardano l'articolato che oggi ci viene proposto e che affronterò dopo.
Sul piano più generale si è discusso parecchio in questa aula della vicenda di Pila. Noi siamo stati i primi a denunciare questa vicenda come uno degli aspetti più negativi dell'intervento pubblico. La stazione di Pila è diventata in tutto il paese un esempio di asservimento della pubblica amministrazione ad interessi speculativi di privati, è diventata l'esempio di un modello di stazione turistica da evitare, di un complesso ricettivo che è stato più volte indicato come il peggiore esempio di inserimento nel paesaggio.
Oltre a questi discorsi si parlò del cattivo inserimento nella realtà sociale ed economia di quel Comune e di una estraneità dell'operazione rispetto all'economia di quel Comune. E' poi uno dei pochissimi esempi, quello di Pila, di un intervento regionale che scavalca le potestà dei Comuni; lo stillicidio di leggi e leggine che ha regolato la crescita di questa stazione è l'esempio negativo di un adattarsi della politica regionale alle esigenze di quella società.
Se si dovesse ripercorrere la storia di quella società, si verificherebbe che ad un ridimensionamento dei programmi si è arrivati più per delle questioni legate alla logica del mercato che alla volontà espressa in questa Regione. In realtà quel tipo di stazione così concepito mal rispondeva alle richieste di mercato.
Noi abbiamo sostenuto nel passato che di fronte a questo stato di cose la Regione aveva gli strumenti per sospendere qualsiasi intervento pubblico in quella operazione, per uscire dalla società Alpila, per denunciare il mancato rispetto della convenzione regionale. La maggioranza ha scelto un'al tra strada, che è stata quella di una mediazione, cioè quella di spostare alcune volumetrie, prima previste nelle zone di Jardin Alpin e di Plan Perdu, nella zona che oggi si vuole completare, anche se l'indicazione di una riduzione di presenza all'interno della società è stata sostanzialmente seguita, tant'è che la partecipazione azionaria della Regione è diventata insignificante.
Il giudizio, perciò, su come si è agito su quel contesto è per noi sempre un giudizio negativo. Lo abbiamo ribadito anche recentemente, quando si sono ridistribuite le volumetrie, e lo ribadiamo oggi rispetto a questo provvedimento, che è per una parte, direi, scontato, nel senso che, laddove si dice che si sopprime l'ulteriore zona di attuazione, seppure è un fatto importante, è un fatto che io definisco scontato, nel senso che questa volontà credo sia stata ampiamente espressa in questa aula, o fuori di questa aula, ormai da anni. Contro questa nuova espansione c'è stato ed esiste nella Regione un larghissimo movimento di opinione pubblica, per cui credo che questa parte del disegno di legge prenda semplicemente atto che la legge regionale che aveva reso possibile l'operazione dovesse essere modificata.
Per quanto concerne la possibilità di ridurre i volumi destinati alla edificazione residenziale a favore della destinazione alberghiera, è anche questa, secondo la nostra opinione, una modifica che è legata all'andamento del mercato; cioè la crisi del settore immobiliare ha messo prima di tutto in crisi quel tipo di seconda casa che è diventata anche un investimento di dubbia validità, benché mantenga evidentemente un suo mercato, mentre il rapporto ed il legame con grossi gruppi alberghieri, di carattere nazionale ed internazionale, oggi fa diventare interessante l'investimento alberghiero.
Con questo non voglio assolutamente dire che è una scelta sbagliata. Noi abbiamo, come Regione, tutto l'interesse a fare sì che i volumi destinati all'alberghiero siano superiori rispetto a quelli destinati al mercato della seconda casa: in questo caso il rapporto è insoddisfacente; credo che le decisioni dell'Alpila siano decisioni legate al mercato: ancora una volta la Regione arriva dopo, si adegua e aggiusta la legislazione relativa a quella parte della Regione in modo di assecondare queste esigenze del mercato; lo stesso ragionamento si deve fare per quella derubricazione da edifici collettivi e edifici di carattere pubblico di parti che prima erano comprese nelle attrezzature collettive, cioè erano comprese nei 39.000 metri cubi di collettivi che dovevano essere realizzati dalla società Alpila.
Questa è un'ulteriore concessione volumetrica e perciò è un'ulteriore concessione economica a favore di quella società, considerando di carattere pubblico impianti che, invece, dovevano essere realizzati e dovevano essere funzionali a quel tipo di insediamento. Per cui non è vero che non si modifica il volume complessivo: il volume complessivo viene in questo modo implicitamente aumentato, rispetto alle tabelle decise nel passato e viene aumentato favorendo la realizzazione di strutture che, seppure sono interessanti da un punto di vista turistico, sono anche stranamente interessanti e funzionali al mercato della seconda casa, al mercato immobiliare del complesso.
Questo è un ulteriore elemento negativo che non ci convince, nè ci ha convinto la giustificazione che è stata portata in Commissione per cui o si sceglie questa strada, oppure queste attrezzature non si fanno. Se le norme urbanistiche, se la convenzione prevedevano la realizzazione di queste infrastrutture, almeno è normalmente ovvio che dovevano essere realizzate dagli operatori.
Un'ultima considerazione che ci lega a questa osservazione: nella nostra Regione si sono usati due pesi e due misure per l'intervento dell'imprenditore che realizza investimenti di questo tipo in altre zone della Valle rispetto all'Alpila. Nessun imprenditore si è mai sognato di avere a disposizione una maggioranza regionale che modifica leggi, che fa leggi speciali ad hoc rispetto alle loro esigenze. Gli altri operatori si sono sempre dovuti adattare a normative urbanistiche, più o meno ingarbugliate e difficili, ad arrangiarsi in quel modo.
Anche questo è un segno di un atteggiamento accondiscendente di questa maggioranza nei confronti di una operazione che è unanimemente ritenuta sbagliata.
PRESIDENTE: Altri che intendono prendere la parola?
La parola al Consigliere Carlassare.
CARLASSARE - (Dem. Prol. - Nuova Sin.): Quando si sente parlare di Pila secondo me si ottiene l'effetto di esemplificare in una sola parola su come non si debba operare per sviluppare, dal punto di vista turistico, una zona di montagna. Prima di Pila la realtà che veniva giudicata sintomatica di questo modo distorto di sviluppare certe zone di montagna era Cervinia.
Secondo me, in una sola operazione si è riusciti a Pila a superare, in questa graduatoria di negatività, Cervinia, costruendo una stazione che può essere considerata un obbrobrio, non solo nella sua componente centrale, ma per tutti quegli effetti indotti che ha ottenuto sul territorio, per cui noi abbiamo avuto il degrado del territorio. Inoltre, non abbiamo avuto uno sviluppo di quell'industria turistica di cui tanto stiamo parlando perché mi pare che la società Alpila navighi in condizioni molto precarie, o per lo meno non così floride come ci si potrebbe aspettare, e abbiamo ottenuto un solo ed unico scopo, tanto nel complesso centrale di Pila, tanto nei complessi ugualmente brutti, se non più brutti, dell'indotto: un'enorme e colossale speculazione sul territorio. Io mi ricordo che, sulla carta, quando è iniziata la costruzione di questa stazione invernale, era previsto un mercato e sono avvenuti tre o quattro passaggi di proprietà sulla carta, triplicando il valore dell'immobile prima che questo fosse costruito.
Per quanto riguarda gli effetti indotti probabilmente pensati nello stesso momento in cui si è presentata l'ipotesi Pila, voglio ricordare che gli effetti collaterali ed indotti hanno portato un allora seguito predecessore dell'Assessore Pollicini direttamente alla Torre dei Balivi.
Voglio sottolineare un altro aspetto. Non a Pila, gli effetti indotti alla costruzione di Pila, non c'entrava Pila, però secondo me gli effetti indotti della costruzione di Pila sono ancora più gravi della costruzione di Pila stessa e non si possono sganciare dalla costruzione di Pila. Secondo me gli effetti sono stati pensati contemporaneamente. Se per Pila abbiamo fissato determinate regole, per gli effetti e per gli investimenti indotti da questa costruzione, queste regole abbiamo visto che si sono smarrite per strada. Poi abbiamo avuto come effetto, per quanto riguarda l'interesse reale della popolazione di Gressan, che alcuni proprietari si sono trovati con dei miliardi in tasca, però, per il complesso degli abitanti di Gressan, il miglioramento della loro condizione reale economica è stato abbastanza insignificante. Qualcuno, però, si è trovato qualche miliardo in tasca.
Poi c'è un altro aspetto, ed è quello che riguarda la conservazione di un equilibrio ecologico del territorio; questa stazione, sotto questo aspetto, non va vista d'inverno, ma va vista d'estate: è stato fatto un vero e proprio disastro, è stato sconvolto tutto il territorio. Noi abbiamo questa enorme struttura che, per gran parte dei mesi dell'anno, è totalmente disabitata. L'ultima volta che vi sono salito d'estate è stato l'anno scorso e, a parte qualche aostano che era a prendere il sole nei prati, ho visto che tutto il resto del complesso era deserto.
Questo comporta sul piano sociale anche un enorme spreco di risorse e di lavoro per creare un complesso che viene utilizzato, dal punto di vista turistico, qualche mese l'anno e viene utilizzato, invece, per tutte quelle operazioni di carattere immobiliare che hanno raggiunto quegli aspetti speculativi di cui parlavo prima e che adesso magari sono un po' in declino, perché le vicende congiunturali fanno sì che questo tipo di operazioni, in questo momento, nel 1982, non rendano molto, però nel 1981 hanno reso moltissimo. Con una serie di interventi, probabilmente, renderanno altrettanto se non di più, nel 1983/1984.
Io ritengo che la cosa migliore che si possa fare è quella di cercare di ridurre al minimo questa stazione, perché qualsiasi suo ulteriore sviluppo probabilmente non potrà che peggiorare l'attuale dato di fatto. Io ritengo che questo debba essere considerato un esempio di come non si debba operare sul territorio da parte dell'Amministrazione regionale e ritengo che non solo queste operazioni non debbano essere favorite attraverso leggi di questo tipo, votate all'interno di quest'aula, ma che all'interno di quest'aula si debbano votare leggi che impediscano operazioni di quel genere.
Ritengo, pertanto, che questa correzione del piano non sia nient'altro che il completamento non di un'operazione di rilancio di un'attività turistica, ma di un'operazione di speculazione immobiliare - questa è la realtà delle cose - e, pertanto, io colgo tutti gli aspetti negativi di questa situazione che non sono contenuti tanto in questo disegno di legge, ma in tutta l'operazione Pila, con annessi e connessi. Dichiaro, pertanto, la mia opposizione a questo disegno di legge.
PRESIDENTE: Altri chiedono la parola?
La parola al Consigliere Voyat.
VOYAT - (U.V.): Noi siamo favorevoli a questo intervento in quanto, a nostro avviso, viene a migliorare quel complesso, da noi non molto apprezzato, costruito più di 10 anni fa. Riteniamo che questo intervento, cioè la riduzione della struttura di seconda abitazione, cioè privata, a favore di quella che è una struttura alberghiera, vada a sostegno del discorso che facevamo ieri sugli interventi e sui mutui a favore degli alberghi, per aumentare la recettività in Valle d'Aosta e diminuire le seconde case.
Evidentemente del senno di poi ne sono pieni i fossi, si dice, però ritengo che si possa sì gridare contro l'approvazione delle leggi fatte tra il 1968 ed il 1972 a favore del complesso Pila (fatta nel modo in cui è stata approvata allora) ma ritengo che, quando si fanno dei provvedimenti che prima riducono e spostano la volumetria e poi ribaltano la volumetria dal settore privato a favore delle strutture alberghiere, ebbene mi aspettavo almeno che anche l'opposizione avesse votato a favore.
Soprattutto direi a que11e forze che oggi sono all'opposizione, ma che una volta erano in maggioranza e sono state quelle che, insieme ad altre, sono state gli artefici di questo complesso, direi che forse dovevano pensarci allora ad operare meglio e a non criticare adesso, quando si cerca soltanto di correggere il male già fatto.
PRESIDENTE: La parola al Consigliere Mafrica.
MAFRICA - (P.C.I.): Siccome mi sembra che anche il Consigliere Voyat sia ritornato su una affermazione che in un precedente occasione aveva fatto il Consigliere Faval, per la verità dei fatti sono andato stamattina all'archivio ed ho verificato che non risulta vero che solo l'Union Valdôtaine si sia opposta al Piano regolatore di Pila dell'68. Caro Faval, ho qui il verbale: voti favorevoli 18, voti contrari 14. Siccome si discuteva in quel momento sul fatto che le maggioranze erano molto risicate, evidentemente non erano soltanto i 4 unionisti ad essere contrari, ma anche il Gruppo Comunista, contrario fin dall'inizio a questo tipo di discorso.
C'è stata una fase transitoria nel momento della convenzione, un nostro adeguamento a una politica di maggioranza che, peraltro, abbiamo autocriticato a sufficienza, ma il complesso del nostro giudizio dall'inizio fino alle fasi successive, è sempre stato molto critico nei confronti di questa operazione. Questo per la verità dei fatti.
PRESIDENTE: Altri che chiedono a parola?
La parola all'Assessore al Turismo, Urbanistica e Beni Culturali Pollicini.
POLLICINI - (D.P.): Anzitutto io mi pongo una domanda, anzi la pongo al Consiglio: era meglio lasciare così a mezza strada tutta l'operazione o cercare di completarla nella maniera migliore? Io dico che a cosa peggiore da fare era lasciarla così, perché vi era tutta la possibilità di concedere le concessioni edilizie per i restanti 125.000 metri cubi per i residenziali, così come era previsto. Quindi questa proposta è migliorativa perché a cosa peggiore era non fare niente, lasciare una cosa monca, così come lo è oggi.
Io sono convinto che la parte più brutta è stata fatta. Quello che si farà non lo si potrà che definire migliorativo rispetto alla bruttura one oggi c'è, non c'è dubbio.
Non possiamo dimenticare che non penso che il Consiglio voglia lasciare costruire il numero di condomini previsti dalle attuali norme legislative: penso che, invece, migliorare la situazione sia una cosa positiva. D'altra parte non va dimenticato che non è vero che oggi sia scontato, Consigliere Tonino, l'aumento dell'edilizia alberghiera. Non è affatto vero. Stiamo lottando proprio perché l'edilizia alberghiera è in profonda crisi, in quanto il mercato edilizio, nonostante si sia raffreddato leggermente in questi ultimi tempi, è ancora notevolmente premiante rispetto all'attività alberghiera.
Quindi possiamo dire, e mi pare che su questo concordiamo tutti, che soltanto attraverso l'edilizia alberghiera è possibile fare un turismo che dia un reddito alla collettività, cosa che evidentemente con le case morte, quelle che sono aperte 20/30 giorni all'anno, non è possibile avere. Quindi, non è affatto scontato l'aumento degli alberghi, così come non ritengo scontato che l'obbrobrio che è stato fatto debba rimanere.
Io dico che le modifiche che stiamo per proporre migliorano la situazione e, se è vero che oggi d'estate Pila è una stazione vuota, non abitata, io mi auguro che con quel centro commerciale, con quelle attività sportive al coperto sia possibile dare una certa vitalità anche nel periodo estivo a questa stazione.
Quello che mi preme sottolineare è questo: il completamento della stazione è molto importante, lo abbiamo visto noi quanto è stata carente la recettività di Pila proprio al momento in cui abbiamo fatto la Coppa del Mondo lo scorso anno. In quel momento ci siamo resi conto che non vi era recettività al di fuori di quella - ed abbiamo dovuto dire grazie alla Valtour - perché non era possibile avere posti per ricevere 350 persone, se non a prezzi diversi ed in un ambiente particolare.
Ed allora, proprio per correggere queste carenze, oggi occorre potenziare le strutture alberghiere nel settore, proprio perché l'alea era quella di scendere ad Aosta per fare dormire i 300 atleti. Ma, allora, come si poteva fare una gara di Coppa del Mondo per lanciare una località se poi si doveva dire che non abbiamo posto per dormire, che non vi è recettività logistica?
Quindi, mi pare estremamente importante completare la stazione e poi va detto che la stazione di Pila, come stazione invernale, ritengo sia una delle migliori del nostro paese. Ha dei grosse difetti: la mancanza di un centro sportivo, la mancanza di un centro commerciale, la mancanza di una struttura alberghiera variegata, diversa. Qui noi intendiamo portare avanti il discorso, proprio perché ci rendiamo perfettamente conto che dobbiamo concluderlo, limitandolo notevolmente.
Non è vero che è naturale non costruire nella zona che la legge prevede di successiva espansione, perché, stante la legge, era prevedibile la costruzione nella più ampia zona di espansione.
Avere detto "basta, chiudiamo l'operazione Pila", mi pare un fatto molto importante. Direi addirittura che questo territorio potrebbe essere restituito con questa legge alla comunità di Gressan, concludendo un intervento legislativo che la sottraeva alla comunità locale e la dava alla Regione.
Questo intervento legislativo, con cui noi sopprimiamo la zona di ulteriore espansione, può essere l'occasione ed il motivo per la restituzione del territorio di Pila alla comunità di Gressan. Io considero questo fatto nettamente positivo e sono convinto che Pila, una conca sciistica senza vento, accessibilissima perché vicina al capoluogo, possa essere notevolmente migliorativa e definitivamente lanciata.
Anche una serie di impianti non può essere migliorata ed ampliata se mancano certe strutture di base, qual è quella ricettiva. Io credo che con questa operazione sarà possibile fare sì che questa stazione raggiunga una grossa dimensione ed un grosso sviluppo. Questa è veramente un'occasione perché la comunità di Gressan venga coinvolta e venga quindi a essere la protagonista dello sviluppo della località, cosa che non è avvenuta nella prima fase di attuazione con quel maxi-albergo e le altre strutture.
Voglio solo dire al Presidente del Consiglio che c'è un errore tecnico: all'art. 2 - 4° comma - anziché leggere "secondo comma", va letto "terzo comma".
PRESIDENTE: Passiamo all'esame dell'articolato.
Do lettura dell'art. 1.
Art. 1
(Modificazioni degli allegati A e B)
All'allegato A della legge regionale 11 marzo 1968, n. 9, sono apportate le modificazioni seguenti: sono soppresse tutte le indicazioni grafiche concernenti il "settore di ulteriore attuazione" e le relative "aree di espansione da studiarsi in dettaglio", le parole: "Delimitazione zona settori di prima e ulteriore attuazione ed aree di espansione" sono sostituite con le parole: "Delimitazione della zona di particolare importanza turistica e dell'ambito destinato agli insediamenti"; le parole: "Settore di prima attuazione" sono sostituite con le parole: "ambito destinato agli insediamenti"; le parole: "aree di espansione da studiarsi in dettaglio" sono soppresse.
Nell'allegato B alla legge regionale 11 marzo 1968, n. 9, come modificato dall'art. 1 della legge regionale 4 aprile 1978, n. 6, sono soppresse tutte le indicazioni concernenti le "aree di espansione da studiarsi in dettaglio".
PRESIDENTE: Metto in approvazione l'articolo l.
ESITO DELLA VOTAZIONE
Presenti: 20
Votanti: 19
Astenuti: 1 (Minuzzo)
Favorevoli: 12
Contrari: 7
Il Consiglio approva
PRESIDENTE: Do lettura dell'art. 2 con la variazione suggerita dall'Assessore Pollicini.
Art. 2
(Modificazioni dell'allegato D)
Il 1° comma del punto 1) dell'allegato D alla legge regionale 11 marzo 1968, n. 9, è sostituito col seguente: "Nella zona di particolare importanza turistica della Conca di Pila è individuato e delimitato l'ambito destinato agli insediamenti".
Nel secondo comma del punto 1) dell'allegato D alla legge regionale 11 marzo 1968, n. 9, come modificato dal 1° comma dell'art. 2 della legge regionale 4 aprile 1978, n. 6, le parole: "Il settore di prima attuazione" sono sostituite con le parole: "l'ambito destinato agli insediamenti".
L'ultimo comma del punto 1° dell'allegato D alla legge regionale 11 marzo 1968, n. 9, è sostituito col seguente: "La rimanente parte è destinata all'attività sciistica e alle relative attrezzature, e all'attività silvo-pastorale".
Nel 3° comma del punto 2) dell'allegato D alla legge regionale 11 marzo 1968, n. 9, le parole: "scuola di sci", "impianti sportivi coperti", "scuole e istituti privati", sono soppresse.
Nel 5° comma del punto 2) dell'allegato D alla legge regionale 11 marzo 1968, n. 9, tra le parole: "ambulatorio" e "ecc.", sono inserite le parole: "impianti sportivi coperti".
Il punto 4) dell'allegato D alla legge regionale 11 marzo 1968, n. 9, è sostituito col seguente:
"In sede di approvazione dei progetti di utilizzazione di cui al punto successivo, e loro varianti, la Giunta può prescindere dagli indici di costruibilità relativi alle singole destinazioni d'uso, di cui alla tabella del punto 2° delle presenti norme, al fine di consentire, nelle zone 1 e 2, una diversa ripartizione nonché del volume con destinazione alberghiera e a collettivi, purché non sia superato il volume complessivamente previsto nelle zone 1 e 2, ai sensi della tabella anzidetta".
PRESIDENTE: Metto in approvazione l'articolo 2.
ESITO DELLA VOTAZIONE
Presenti: 20
Votanti: 19
Astenuti: 1 (Minuzzo)
Favorevoli: 12
Contrari: 7
Il Consiglio approva
PRESIDENTE: Do lettura dell'art. 3.
Art. 3
La presente legge è dichiarata urgente ai sensi del 3° comma dell'art. 31 dello Statuto Speciale ed entrerà in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione.
E' fatto obbligo a chiunque spetti di osservarla e di farla osservare come legge della Regione Valle d'Aosta.
PRESIDENTE: Metto in approvazione l'articolo 3 che concerne l'urgenza; come voi sapete è necessaria la maggioranza speciale di 18 voti.
ESITO DELLA VOTAZIONE
Presenti: 27
Votanti: 26
Astenuti: 1(Minuzzo)
Maggioranza: 18
Favorevoli: 9
Contrari: 7
Il Consiglio approva
PRESIDENTE: La parola al Consigliere Tonino per dichiarazione di voto.
TONINO - (P.C.I.): Voglio fare una brevissima dichiarazione di voto per rispondere ad una cosa che non credo sia giusto lasciare nel vago, ed è il quesito che ha posto l'Assessore al Turismo quando dice che qui ci troviamo di fronte a due alternative: o lasciamo le cose così, oppure le completiamo.
Quello che ci permettiamo di obiettare è che questo completamento significa il raddoppio della volumetria esistente e che si completa costruendo, se mi ricordo i dati che ha citato l'Assessore Pollicini, 120.000 o 125.000 metri cubi. Ecco, è su come si completa che noi siamo contrari. Le osservazioni che avevamo fatto quando si discusse, in quest'aula, di quelle famose nuove tabelle che ridistribuivano il volume.
La nostra posizione rimane quella; è su come si intende completare la stazione che si deve discutere. In questo caso, più che di completamento di una operazione che rende più funzionale il complesso, si tratta della realizzazione in quella zona dell'unica operazione immobiliare possibile. Operazioni più grosse, probabilmente avrebbero comunque comportato dei grandi problemi di mercato e in questo caso credo che ci sia l'ulteriore dimostrazione di una certa accondiscendenza della pubblica amministrazione nei confronti di quelle società.
PRESIDENTE: Non ci sono altri Consiglieri che chiedono la parola? Il Consiglio è chiamato a pronunciarsi per votazione segreta sul complesso della legge.
ESITO DELLA VOTAZIONE
Presenti: 27
Votanti: 26
Astenuti: 1 (Minuzzo)
Favorevoli: 17
Contrari: 9
Il Consiglio approva
PRESIDENTE: Colleghi Consiglieri, sospendiamo qui i lavori e riprendiamo con l'oggetto n. 24 di cui è relatore l'Assessore Chabod, alle ore 16.00 precise.
Vi ricordo che ci sono ancora parecchi oggetti: se vogliamo finire stasera dobbiamo cominciare alle 16.00 precise.
La seduta è tolta.
La seduta termina alle ore 12,45.