Objet du Conseil n. 434 du 14 juillet 1982 - Resoconto
OGGETTO N. 434/VII - DISEGNO DI LEGGE CONCERNENTE: "AUMENTO, PER L'ANNO 1982, DELLA SPESA PER L'APPLICAZIONE DELLA LEGGE REGIONALE 3 AGOSTO 1971, N. 10, RELATIVA ALLA SOTTOSCRIZIONE DI CAPITALE AZIONARIO DI SOCIETA' DI FUNIVIE E SEGGIOVIE LOCALI E DI ALTRE SOCIETA' AVENTI PER FINE INIZIATIVE DI INTERESSE TURISTICO LOCALE".
PRESIDENTE: Si tratta del disegno di legge n. 405 presentato dalla Giunta regionale in data 28 giungo 1982. Relatore è l'Assessore al Turismo, Urbanistica e Beni Culturali che ha la parola.
POLLICINI - (D.P.): Come il Consiglio sa, la Regione interviene nella formazione del capitale azionario delle società che gestiscono gli impianti di risalita fino ad un massimo del 35%. Lo sviluppo in questi ultimi anni è stato notevole, tant'è che oggi la stagione invernale, che dura quasi 5 mesi, rappresenta un grosso fatto economico. L'anno scorso, in presenza di un anno difficile sul piano finanziario, la Giunta aveva proposto uno stanziamento di 900 milioni. Quest'anno, purtroppo, solo 300 milioni sono stati presentati nel bilancio di previsione per questo tipo di investimento. Nell'assestamento di bilancio sono previsti ulteriori 300 milioni, per giungere così a 600 milioni complessivi per quest'anno per fare fronte a quelle che sono le richieste di partecipazione al capitale azionario da parte della Regione.
Devo dire subito che questa ulteriore aggiunta di 300 milioni non è sufficiente a coprire tutte le richieste. Vi è una situazione chiaramente difficile, anche perché non sono ancora completamente assorbite le conseguenze della mancanza di innevamento dello scorso anno.
Dobbiamo dire che nell'81 è stato fatto un investimento pari a 7 miliardi per gli impianti di risalita, e che lo scorso anno sono stati fatti investimenti per 3 miliardi, e voi sapete quanto il costo del denaro sia proibitivo. L'intervento della Regione, che avviene sempre dopo che i privati hanno versato la loro quota e che non supera mai il 35%, è importante, visto gli alti costi. Uno degli aspetti più importanti è relativo all'indotto che proviene dall'impianto di risalita, che ha un coefficiente 8: di fronte ad un incasso di 1 miliardo ricavato dagli impianti di risalita, circolano 8 miliardi circa.
Mi pare, dunque, che questi investimenti rappresentano una delle scelte più importanti e delicate della Regione, perché se si rompe questo giocattolo, che è rappresentato dai 180 impianti di risalita, rischiamo di fare saltare tutta la stagione invernale, che oggi è per noi la più grossa stagione poiché rappresenta, in 5 mesi, un giro di affari di centinaia di miliardi.
Ecco perché io sono molto attento a queste proposte. Esse rappresentano, infatti, la garanzia dello sviluppo futuro specialmente per le valli secondarie che oggi stanno emergendo - Val di Rhêmes, Valsavarenche, Valgrisenche, ecc. - e che devono essere dotate di questi impianti. La richiesta turistica invernale, infatti, in questo campo è ancora molto ampia per cui sono giustificati ulteriori insediamenti di impianti, specialmente verso località medie o minori, evitando così di congestionare le località turistiche che noi conosciamo.
Questo intervento, pertanto, si propone di venire incontro parzialmente alle richieste, perché le cifre complessive di cui avremmo dovuto disporre avrebbero dovuto superare il miliardo. Noi disponiamo complessivamente di 600 milioni.
PRESIDENTE: E' aperta la discussione generale.
Ha chiesto di parlare il Consigliere Carlassare; ne ha facoltà.
CARLASSARE - (Dem. Prol. - Nuova Sin.): Io colgo l'occasione per sottolineare come questo intervento sia un intervento passivo dell'Amministrazione regionale e di chi la conduce, cioè la Giunta, in particolare l'Assessorato preposto a questo settore, nel senso che si limita a dare una partecipazione finanziaria senza avere un peso corrispondente nella gestione delle società interessate a questo contributo per quanto riguarda la conduzione della società, l'andamento delle scelte che devono essere operate in un modo o nell'altro. In particolare, mi pare sia un atteggiamento passivo e poco incidente quando si tratta di affrontare dei problemi anche spinosi quando riguardano i lavoratori.
Io faccio riferimento a quanto abbiamo discusso la volta scorsa a proposito della Società delle Funivie, l'ISAG; le affermazioni fatte dall'Assessore sono state, almeno parzialmente, non confermate dagli avvenimenti e risultavano essere anche imprecise per quanto riguarda una serie di aspetti finanziari che sono di notevole importanza. In quel caso l'Assessore aveva affermato che tutti i dipendenti avevano ricevuto un congruo anticipo sulle loro spettanze: da quanto mi risulta ciò è abbastanza falso, nel senso che solo i lavoratori dipendenti, che continuavano a dipendere da questa società, avevano ricevuto un acconto di lire 500.000 su due mesi di stipendio arretrato, e nulla allora era stato dato ai lavoratori che avevano interrotto i rapporti di lavoro con questa società. Quindi, non so se nel frattempo sono state saldate queste spettanze.
D'altra parte mi pare che né l'Amministrazione regionale né l'Assessore ed i rappresentanti della stessa amministrazione si siano fatti sentire, per quanto riguarda il comportamento che questa società ha tenuto nei confronti dei lavoratori, all'incontro che doveva tenersi dopo le vicende che avevo ricordato, vicende che sono da imputarsi, a mio avviso, alla responsabilità di chi conduce a società.
Era in programma un ulteriore incontro all'ufficio del lavoro per risolvere la vertenza, o per lo meno per trattare e questa società è stata rappresentata in quella sede da un funzionario, senza nessun potere decisionale, tant'è che la riunione non si è tenuta ed è stata ulteriormente rinviata.
Ora, l'osservazione che io voglio fare è questa: è vero che questo è un giocattolo che rende moltissimo sul piano economico e sociale alla Valle d'Aosta, verissimo che senza gli impianti di risalita probabilmente si incepperebbe tutto il meccanismo del turismo invernale, mi sembra anche logico che debba esserci un intervento finanziario e di sostegno dal punto di vista organizzativo, dal punto di vista complessivo da parte dell'Amministrazione regionale, però ritengo che questo intervento debba trasformarsi anche in una presenza attiva e qualificata all'interno delle società e non limitarsi ad essere un contributo che viene elargito senza che questo 35% venga fatto pesare fino in fondo nella conduzione delle società stesse.
Mi sembra che sia sbagliato e che in molti casi questo comportamento determini situazioni che vanno a danno soprattutto dei lavoratori.
PRESIDENTE: Altri che intendono prendere la parola?
La parola al Consigliere Tonino.
TONINO - (P.C.I.): Io non voglio ripetere la posizione generale che abbiamo a proposito dell'intervento della Regione nelle società che gestiscono impianti di risalita. Approfitto dell'occasione per ribadire che la nostra opinione è che l'intervento non debba essere a pioggia, cioè un intervento che si fa sempre e comunque e a tutte le condizioni, ma deve essere fatto sulla base di programmi che siano decisi dall'Amministrazione regionale. Per esempio, noi non sappiamo capire la fossilizzazione sul 35%, perché a seconda delle iniziative noi non ci scandalizzeremmo affatto se, per favorire e promuovere lo sviluppo turistico di una zona che oggi è emarginata, l'intervento fosse anche superiore al 45%, magari anche superiore al 50% e poi si raggiunga successivamente un coinvolgimento degli operatori locali e si realizzi nel posto una imprenditorialità locale per cui si creino le condizioni di un ritiro della Regione.
E' quella funzione di volano che spetta alla pubblica amministrazione, una funzione cioè propositiva di incoraggiamento e di incentivazione, mentre non è assolutamente compito nostro quello di fare l'imprenditore.
Come dato positivo dobbiamo registrare che in questi ultimi anni queste società hanno presentato dei bilanci che sono migliori rispetto al passato. Si è raggiunta nella maggior parte delle società una economicità di gestione che è positiva, così come è da segnalare il fatto che alcune zone, impropriamente chiamate minori, grazie allo sviluppo degli impianti di risalita hanno creato le condizioni per una rinascita dell'economia locale ed è questo un fatto indubbiamente positivo.
Rispetto a questo provvedimento voglio chiedere all'Assessore Pollicini fino a quando si continuerà ad utilizzare la legge n. 10 e quand'è che, invece, si opterà per l'utilizzo della finanziaria regionale. Tutte le volte che si è discusso di finanziare, in questa aula si è detto che uno degli interventi della finanziaria regionale dovrebbe essere quello di sostituire il ruolo della Regione in queste società di risalita con criteri più legati all'efficienza ed alla capacità manageriale di quella struttura. Questa è una domanda.
Tra l'altro ho sentito che le richieste avanzate superano il miliardo. Noi oggi prevediamo un intervento di 300 milioni, perciò insufficiente; io chiedo se, rispetto alle richieste esistenti, c'è l'intenzione di intervenire subito con la finanziaria regionale. Un'ultima precisazione meriterebbe il parere che ha espresso l'Assessorato alle Finanze il quale sostiene, nel parere allegato al disegno di legge, che questa proposta non può essere approvata se il Presidente della Commissione di Coordinamento non vista la legge, che abbiamo approvato ieri, di assestamento del bilancio e comunque solo successivamente alla promulgazione della legge da parte del Presidente della Giunta regionale.
Poi chiedo come si può superare questo ostacolo che è segnalato dall'Assessore alle Finanze.
PRESIDENTE: Altri che intendono intervenire?
La parola al Consigliere Pedrini.
PEDRINI - (Ind. - P.L.I.): Due parole soltanto perché non voglio fare delle polemiche. Vorrei soltanto dire che, prima di parlare su certi argomenti, bisognerebbe informarsi bene ed essere un po' ferrati in materia. Io penso di avere, senza alcuna presunzione, il buon gusto di non parlare su certe cose se sono ignorante in materia. Io vedo invece che qui dentro c'è qualcuno che sa tutto su tutto.
Prendo atto, senza fare polemiche, delle grosse storture e delle falsità che vengono dette, perché ritengo che in quest'aula ci dovrebbe essere almeno un minimo di conoscenza dei problemi prima di parlare.
Sono d'accordo all'impostazione data dall'Assessorato su questo problema.
PRESIDENTE: Possiamo considerare chiusa la discussione generale?
La parola all'Assessore al Turismo, Urbanistica e Beni Culturali Pollicini.
POLLICINI - (D.P.): Anzitutto per dire che non è assolutamente vero che la presenza dell'Amministrazione regionale in seno al Consiglio di Amministrazione è una presenza passiva, proprio perché partecipa, con il ruolo che compete al capitale azionario, alla gestione ed all'impostazione degli indirizzi della società. Va detto, ad esempio, che dove c'è stato l'intervento determinante dei rappresentanti regionali, quando un anno e mezzo fa le funivie di Champoluc optavano per un investimento per un impianto interno, i rappresentanti in seno al Consiglio di Amministrazione dell'Amministrazione regionale, hanno invece insistito ed hanno fatto passare la loro proposta (che era quella dell'Assessorato) per privilegiare il collegamento intervallivo attraverso il Col della Betta Forca.
Questo è un esempio dell'intervento regionale in seno al Consiglio di Amministrazione, ed abbiamo raggiunto, quindi, il risultato di raccordare la Val di Gressoney con la Val d'Ayas.
Questo per dimostrare che non esiste una forma di intervento passivo e neanche un intervento a priori, perché tutti gli interventi sono preceduti da uno studio di fattibilità elaborato dalla Regione e da una verifica di situazioni socio-economiche. Può anche darsi che lo studio di fattibilità non garantisca sul piano economico l'assoluta economicità, però se vi sono motivi di carattere sociale ed economico nella zona, è compito dell'ente pubblico fare, ciò nonostante, un investimento che potrebbe costituire l'elemento di rilancio di una località che senza quell'intervento potrebbe non averlo.
Sul problema dei piani di programmazione regionale, penso che sia abbastanza chiaro quanto sta avvenendo, cioè la Regione sta portando avanti in questo campo una politica di lancio delle località medio-piccole, quelle che sono state giustamente definite "impropriamente secondarie", tant'è vero che la Regione sta dirigendo la sua attività proprio in questa direzione.
Problema dell'aumento del contributo regionale oltre il 35%: non è un feticcio la quota del 35%. Ci siamo posti quel limite per diversi motivi, perché, se non esiste il presupposto dell'altro 65%, probabilmente potrebbe non esistere la possibilità di una gestione basata su forze sufficienti a portare avanti il discorso in maniera equilibrata.
I grossi risultati ottenuti negli ultimi anni basati sull'equilibrio fra costi e ricavi, sui reinvestimenti e sui nuovi impianti, non è che portino alla distribuzione di redditi e di dividendi. Chiaramente tutto ciò che è incassato ed è attivo viene largamente investito. Se noi dovessimo guardare quello che è oggi il capitale degli impianti di risalita in questa Regione, verificheremmo che il suo valore è di centinaia e centinaia di miliardi, frutto dell'autofinanziamento delle società.
La stessa ISAG ha fatto un impianto recentemente che è costato un miliardo e 700 milioni ed è stato tutto autofinanziato, certamente anche con l'esposizione bancaria che chiaramente, attraverso gli incassi, dovrà essere pagata, ma se non fosse stato seguito questo indirizzo, che è un indirizzo certamente manageriale, se avessimo dovuto, cioè, attendere la disponibilità complessiva del denaro sufficiente per gli investimenti, oggi non disporremmo di 182 impianti di risalita. E' la realtà. Il concetto manageriale c'è, probabilmente non ci sarebbe se la Regione fosse maggioritaria.
Abbiamo visto quali sono stati i risultati derivati da un certo modo di gestire, quando cioè non c'è la responsabilità di chi rischiava in proprio. Quindi, ripeto, non è un feticcio la quota del 35%, però è importante che tale limite non sia superato, essendo impegnativo rispetto all'altra parte del capitale, in quanto serve per portare avanti un indirizzo di continuo potenziamento degli impianti stessi.
La società finanziaria, appena sarà costituita, svilupperà la sua attività anche in questo settore.
Nei consigli di amministrazione, secondo me, giustamente deve rimanere maggioritario il capitale privato: quindi la funzione regionale deve essere di stimolo e di controllo.
Io dico che, al limite, la Regione, quando una società per azione raggiunge l'equilibrio, può ritirarsi, perché noi abbiamo un compito promozionale, non abbiamo compito di carattere gestionale, né tantomeno imprenditoriale. La funzione, il ruolo della Regione è di costituire un incentivo, una promozione, dopodiché, se abbiamo interventi in società che possono camminare con le proprie gambe, è opportuno che questo denaro venga investito in altre società.
Certo, occorre che vi sia un controllo, un'attenta verifica di ciò che avviene, però bisogna lasciare la responsabilità di scelta al concetto manageriale, che è un concetto basato sul rischio che qualunque imprenditore serio deve correre, se vuole raggiungere certi risultati.
Riguardo al parere dato dall'Assessorato alle Finanze, chiaramente per tale Assessorato non esistono ancora i 300 milioni previsti con questa legge di aumento del capitale azionario, poiché non è ancora legge; l'assestamento di bilancio, infatti, è stato approvato ieri, però, siccome questo argomento costituisce l'espressione della volontà del Consiglio in questa direzione, noi andiamo ugualmente avanti.
Noi avremo contatti con il Presidente della Commissione di Coordinamento, in maniera che gli atti di approvazione dei provvedimenti siano successivi l'uno all'altro. Importante è che il provvedimento arrivi il giorno dopo a quello di approvazione dell'atto di assestamento del bilancio. In caso contrario rischieremmo di perdere 2-3 mesi, il che costituirebbe un ulteriore appesantimento degli oneri finanziari.
PRESIDENTE: Passiamo all'esame dell'articolato.
Do lettura dell'art. 1.
Art. 1
Per l'applicazione della legge regionale 3 agosto 1971, n. 10, - "Sottoscrizione di capitale azionario di società di funivie e seggiovie locali e di altre società aventi per fine iniziative di interesse turistico locale" è autorizzata, limitatamente all'anno 1982, la maggiore spesa di lire 300 milioni.
Alla copertura dell'onere di cui al comma precedente si provvede mediante riduzione di pari importo dallo stanziamento iscritto al cap. 50050 ("Fondo globale per il finanziamento di spese per l'adempimento di funzioni normali" spese di investimento, settore 2, sviluppo economico) della parte spesa del bilancio di previsione della Regione per l'anno 1982.
PRESIDENTE: Metto in approvazione l'articolo 1.
ESITO DELLA VOTAZIONE
Presenti: 22
Votanti: 21
Astenuti: 1 (Carlassare)
Favorevoli: 21
Il Consiglio approva
PRESIDENTE: Do lettura dell'art. 2.
Art. 2
La Giunta regionale è delegata a procedere con proprie deliberazioni all'impegno e alla liquidazione delle somme di cui al precedente art. 1, con le modalità di cui alla legge regionale 3 agosto 1971, n. 10.
PRESIDENTE: Metto in approvazione l'articolo 2.
ESITO DELLA VOTAZIONE
Presenti: 22
Votanti: 21
Astenuti: 1 (Carlassare)
Favorevoli: 21
Il Consiglio approva
PRESIDENTE: Do lettura dell'art. 3.
Art. 3
Al bilancio di previsione della Regione per l'anno finanziario 1982 sono apportate le seguenti variazioni:
PARTE SPESA
Variazione in diminuzione
Cap. 50050 - "Fondo globale per il finanziamento di spese per l'adempimento di funzioni normali (Spese di investimento) settore 2, sviluppo economico"
£ 300.000.000
Variazione in aumento
Cap. 37500 - "Spese per la sottoscrizione di titoli azionari di società di funivie e seggiovie locali e di altre società"
L.R. 3.8.1971, n. 10
L.R. 14.12.1972, n. 40
£ 300.000.000
PRESIDENTE: Metto in approvazione l'articolo 3.
ESITO DELLA VOTAZIONE
Presenti: 22
Votanti: 21
Astenuti: 1 (Carlassare)
Favorevoli: 21
Il Consiglio approva
PRESIDENTE: Do lettura dell'art. 4.
Art. 4
La presente legge è dichiarata urgente ai sensi del 3° comma dell'art. 31 dello Statuto Speciale ed entrerà in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.
E' fatto obbligo a chiunque spetti di osservarla e di farla osservare come legge della Regione Valle d'Aosta.
PRESIDENTE: Metto in approvazione l'articolo 4.
ESITO DELLA VOTAZIONE
Presenti: 22
Votanti: 21
Astenuti: 1 (Carlassare)
Maggioranza: 18
Favorevoli: 21
Il Consiglio approva
PRESIDENTE: Si passa alla votazione segreta.
ESITO DELLA VOTAZIONE
Presenti: 22
Votanti: 21
Astenuti: 1 (Carlassare)
Favorevoli: 18
Contrari: 3
Il Consiglio approva
PRESIDENTE: Il Consiglio approva l'oggetto iscritto all'ordine del giorno al n. 41/bis e passa alla trattazione dell'oggetto 41/ter.