Compte rendu complet du débat du Conseil régional

Objet du Conseil n. 429 du 13 juillet 1982 - Resoconto

OGGETTO N. 429/VII - DISEGNO DI LEGGE CONCERNENTE: "MODIFICHE ALLA LEGGE REGIONALE 8 OTTOBRE 1973, N. 33, E SUCCESSIVE MODIFICAZIONI: COSTITUZIONE DI FONDI REGIONALI DI ROTAZIONE PER LA PROMOZIONE DI INIZIATIVE ECONOMICHE NEL TERRITORIO DELLA VALLE D'AOSTA."

PRESIDENTE: Devo comunicare che il Presidente della Giunta mi fa presente di essere trattenuto da un'importante riunione di una Commissione speciale, si scusa per la sua assenza ed in caso di necessità è reperibile nel Palazzo.

Ha chiesto di parlare l'Assessore al Turismo, Urbanistica e Beni Culturali Pollicini, ne ha facoltà.

POLLICINI - (D.P.): La proposta di legge in discussione si propone di fissare la distribuzione di una decisione già assunta da questo Consiglio, di elevare il tetto dei fondi di rotazione per l'edilizia alberghiera dai 250 ai 700 milioni. Il settore alberghiero è un settore in crisi, lo scorso anno abbiamo visto la chiusura di 20 alberghi con la perdita di 800 posti letto. Stiamo continuamente assistendo ad un deperimento di questo patrimonio, oltre alla difficoltà di avere nuove iniziative di carattere turistico alberghiero. Questa proposta vuol essere un incentivo per favorire la ripresa dell'edilizia alberghiera.

La suddivisione che viene portata è quella che favorisce i piccoli e medi investimenti, un po' meno quelli più alti. In sostanza, rimanendo ferme le percentuali previste prima, cioè il 60% per i primi 150 milioni, oggi diviene il 60% per i primi 300 milioni; il 40% per la cifra successiva era precedentemente già inserito nella legge, così viene riproposto a questa.

Ciò consente un investimento - per un tetto di 500 milioni - pari a 1 miliardo e 600 milioni, cioè un albergo con 65-70 posti letto. Posso dirvi però che questa nuova proposta di elevazione dei massimali ha provocato un incremento notevole delle domande; ne abbiamo complessivamente 46, per un totale di 1400 posti letto, e questo può portare ad un inversione di tendenza ed alla costruzione di alberghi che effettivamente in questo periodo rappresentano l'anello più debole dell'offerta turistica regionale. Siamo di fronte ad una presenza di poco più di 18.000 posti letto alberghieri, che per una struttura regionale come questa, essenzialmente turistica, è notevolmente ridotta. Siamo convinti che senza l'albergo non si può fare turismo; invece vediamo crescere sempre di più l'edilizia residenziale e quella della seconda casa, tanto che abbiamo già superato oggi i 170 mila posti letto. Quindi questa legge va nella direzione di incentivare l'aumento dei posti letto in albergo e questo primo sintomo delle 46 domande fa ben sperare che la legge porti a buoni risultati.

PRESIDENTE: Ha chiesto di parlare il Consigliere Tonino, ne ha facoltà.

TONINO - (P.C.I.): Siamo d'accordo sulla modifica alla legge sui fondi di rotazione che viene proposta oggi, in particolare segnaliamo come positivo il disposto dell'art. 2 dove si vincola finalmente la destinazione d'uso dell'albergo per il periodo di durata delle provvidenze regionali, impegnando i Comuni a rispettare questo tipo di vincolo. Non è il caso di ripetere l'importanza della struttura alberghiera per lo sviluppo del nostro turismo, ed i danni, che ha provocato nella nostra Regione la bocciatura da parte del Governo della legge regionale sul vincolo alberghiero, stanno venendo a galla.

I dati che ha fornito l'Assessore al Turismo sono dati significativi, tuttavia crediamo che di fronte a quella bocciatura la Giunta regionale non abbia fatto del tutto il suo dovere, soprattutto perché ha perso l'occasione di studiare anche la possibilità di vincolare gli alberghi attraverso una normativa urbanistica regionale.

Il cambiamento di destinazione è ancora permesso da troppi strumenti urbanistici comunali, proprio perché manca un indirizzo di tipo regionale. La fissazione a secondo delle zone, di aliquote minime di edilizia alberghiera al di sotto delle quali non è permessa alcuna trasformazione urbanistica di destinazione, è una normativa che noi dobbiamo proporre come Regione se vogliamo fare in modo che questo drenaggio di alberghi cessi.

Le politiche da seguire sono a nostro avviso due: la prima è quella di incentivazione, e ben vengano questi tipi di provvedimenti; la seconda però è anche quella di prevedere, attraverso calibrati interventi urbanistici, la garanzia che ci siano determinate aliquote di edilizia alberghiera; in mancanza delle quali non è possibile costruire niente altro. Se non seguiamo anche questa seconda strada il rischio è quello di avere, proprio in virtù dei meccanismi della rendita speculativa, ancora una volta privilegiato l'investimento più redditizio nel breve tempo, quello speculativo della seconda casa, rispetto all'intervento più produttivo per l'economia regionale, cioè l'investimento alberghiero.

Siccome già in altre occasioni in quest'aula si è parlato della necessità anche di utilizzare le norme urbanistiche per favorire l'edilizia alberghiera, vorremmo conoscere a che punto siamo con una legge urbanistica regionale, che predisponga questa normativa e che la faccia applicare a tutti i Comuni.

Oggi siamo in presenza di Comuni che decidono secondo la propria volontà e molte volte sono scarsamente orientati in questo senso. Per cui chiediamo che questa Giunta regionale intervenga, prima che sia troppo tardi, intendendo con ciò non solo la chiusura degli alberghi ma anche il fatto che è difficile discutere serenamente di una legge urbanistica che abbia quei concetti in campagna elettorale, cioè nel momento in cui le spinte possono essere le più diverse.

Vorrei chiedere rispetto a questo tema all'Assessore competente cosa sta facendo la Giunta.

PRESIDENTE: Ha chiesto di parlare il Consigliere Clusaz, ne ha facoltà.

CLUSAZ - (U.V.): In più di quanto ha detto il Consigliere Tonino, direi che c'è ancora una terza via, ed è quella di non bocciare dei progetti di edilizia alberghiera solo perché magari non si fa una porta, o al contrario c'è una porta in più.

PRESIDENTE: Ha chiesto di parlare il Vice Presidente Faval, ne ha facoltà.

FAVAL - (U.V.): Nous aussi, de l'Union Valdôtaine, apprécions beaucoup ce que l'article 2 affirme, en obligeant l'emploi de l'immeuble jusqu'à ce que l'emprunt ne soit pas rendu. Il est spécifié aussi que, ce soit le Syndic à faire cela; à ce sujet nous sommes de l'avis que nous devons l'aider à faire respecter la loi. O'est à dire, je ne crois pas qu'il soit prévu qu'on envoie la documentation au Syndic pour savoir combien de temps l'emprunt peut durer; alors, pour que l'autorité puisse faire son devoir, il est indispensable, lorsque toute la documentation est prête, qu'on l'envoie directement au Syndic de la Commune concernée, en lui rappelant l'art. 2 de cette loi.

PRESIDENTE: Ha chiesto di parlare l'Assessore al Turismo, Urbanistica e Beni Culturali Pollicini, ne ha facoltà.

POLLICINI - (D.P.): Vorrei ricordare che l'art. 2 era un impegno che era stato preso proprio in questa sede, quando abbiamo potuto aumentare i fondi di rotazione, quindi modificare il tetto; era l'occasione per vincolare e per non cadere più in quello che è stato praticamente il rischio di vedere finanziato un albergo ad un privato che poi, restituendo quanto aveva ricevuto come mutuo, poteva trasformarlo in edilizia residenziale.

Chiaramente questa era un'occasione, d'altra parte l'accordo era proprio quello di prevedere il vincolo e quindi non consentire la trasformazione sino a quando non è stato estinto il mutuo nel tempo normale, dopodiché sarà il Sindaco a decidere su eventuali proposte di trasformazione.

Secondo punto, la bozza di legge urbanistica che è stata consegnata in Giunta a dicembre e che adesso è all'esame della Presidenza della Giunta, penso che possa venire in Consiglio in tempi normali o comunque entro quei limiti cui faceva cenno il Consigliere Tonino. In quella bozza è previsto uno strumento che consente di evitare queste trasformazioni che oggi avvengono senza nessun controllo.

Infine mi pare importante informare con una circolare i Sindaci del contenuto dell'art. 2 in modo da non cadere nell'errore.

PRESIDENTE: Ha chiesto di parlare il Consigliere Bordon, ne ha facoltà.

BORDON - (D.C.): Vorrei esprimere una mia piccola perplessità. L'albergatore fa questo mutuo, supponiamo di durata ventennale; dopo 6-8-10 anni, malgrado la conduzione e la buona volontà, l'albergo non riesce ad andare avanti; cosa fa se non ha ancora passato il periodo dei 10-15 anni? Non sono molto convinto su questo vincolo, che mi sembra esagerato. Molti albergatori, che hanno trasformato il loro albergo in hôtel-meublé, non l'hanno fatto certo per divertimento, ma perché non trovavano più il personale o perché magari la stessa conduzione lasciava a desiderare. Se costringete un albergatore che abbia fatto un mutuo per vent'anni, a questo vincolo, questi chiuderà l'albergo perché hi può obbligarlo a condurre l'albergo se si trova in cattive condizioni economiche e a subirne egualmente le passività?

PRESIDENTE: Ha chiesto di parlare l'Assessore al Turismo, Urbanistica e Beni Culturali Pollicini, ne ha facoltà.

POLLICINI - (D.P.): Il problema sollevato dal Consigliere Bordon esiste, però ci sono due aspetti che mi portano a sostenere il concetto del vincolo: primo, questi mutui vengono dati oggi al tasso dell'8% di fronte ad un tasso corrente del 23,5% ca., quindi si tratta di un grosso incentivo; secondo, la legge è chiara per cui tutti coloro che potranno usufruire, sanno che esiste questo vincolo. D'altra parte la proposta della nuova legge urbanistica dovrebbe prevedere un premio in volumetria anche per gli edifici alberghieri dallo 0,5 al raddoppio. Il che vuol dire che si ha il premio proprio perché la destinazione è l'albergo. E' evidente che se uno ha quel premio che raddoppia la volumetria dell'edificio alberghiero, magari dopo due anni lo trasforma in condominio, non vedo perché abbia avuto questo premio che ne raddoppia la potenzialità. Non esiste una legge perfetta, questa ha voluto vedere se c'era la possibilità di correggere una situazione che in questi ultimi tempi ha penalizzato sempre più l'offerta turistica regionale, riducendo la disponibilità ricettiva. La realtà è che stiamo perdendo sempre più alberghi, senza i quali non si fa turismo, mentre stanno aumentando a sproposito le seconde residenze.

Quindi si tratta di porre un limite con un incentivo importante ad un interesse vantaggioso come l'8%; chiaramente l'Ente pubblico ha il dovere e l'interesse generale di salvaguardare la prospettiva della sua massima industria, che è quella turistica.

PRESIDENTE: Ha chiesto di parlare il Consigliere Bordon, ne ha facoltà.

BORDON - (D.C.): Per quanto riguarda gli alberghi che si trasformano, vorrei far notare che tanti alberghi della Vallata di Gressoney, non appena sono stati aperti certi insediamenti industriali dove è stato assunto del personale femminile, non hanno più trovato il personale. Le carenze sono nate già da lì, perché è mancata la manodopera.

La mia preoccupazione è questa: se un domani un albergatore, dovendo ristrutturare il suo albergo, venisse a fare un mutuo di 200-300 milioni con un vincolo di 20 anni; dopo magari 10 anni, malgrado la sua buona volontà non riesce ad andare avanti, cosa fa? Il mutuo lo deve pagare, e non si può pensare che con questo sistema possa portare avanti un albergo in attività se le cose non gli vanno bene. Allora la domanda che ci dobbiamo porre è proprio questa: perché tutta questa gente trasforma gli alberghi? Perché non ce la fa ad andare avanti. Mettiamo allora un limite a questo vincolo della durata del mutuo.

PRESIDENTE: Ha chiesto di parlare il Vice Presidente Faval, ne ha facoltà.

FAVAL - (U.V.): Je ne veux pas entrer en polémique avec le Conseiller Bordon, mais je crois qu'il est indispensable qu'on réfléchisse attentivement sur ce sujet. On a eu l'occasion de dire ici au Conseil régional que malheureusement ment en Vallée d'Aoste il n'existe pas encore une mentalité touristique, comme il est démontré par ce petit exemple.

Un Messieur va dans un hôtel avec sa famille, mais pendant le voyage il est obligé de s'arrêter, car sa voiture est en panne. Dans le lieu où il se trouve - il s'agit d'une localité assez connue en Vallée d'Aoste - il demande de pouvoir téléphoner dans un hôtel, mais on ne le lui permet pas. Alors il cherche un taxi, qui n'accepte pas de l'amener à destination. Enfin quelqu'un, qui est arrivé sur la route, amène sa famille avec les bagages à l'hôtel, tandis qu'il reste pour essayer de réparer sa voiture.

En ce qui concerne la question des hôtels qui sont transformés en hôtels meublés, car on n'arrive plus à gérer l'hôtel, ce n'est pas tout à fait comme ça. A Courmayeur, et même dans d'autres endroits en Vallée d'Aoste, on transforme les hôtels en hôtels-meublés car leur valeur est d'environs 4-5-6 millions le mètre carré. C'est une rente parasitaire que le Conseil régional ne doit pas faciliter. C'est pour cela que moi j'insiste sur la validité de ce qui est affirmé dans l'article 2.

Pour la question du personnel, il y a dans la Vallée d'Aoste des hôteliers sérieux, qui savent faire leur travail et qui travaillent non seulement pendant deux mois, mais durant toute l'année; il y a aussi d'autres hôteliers qui prétendent de travailler 3-4, peut-être 5 mois pour vivre le restant de l'année. A mon avis, on doit finalement croire dans l'activité du Tourisme en Vallée d'Aoste; jusqu'ici on n'y a jamais cru. Elle a toujours été considérée une activité secondaire par rapport à une activité principale, par exemple l'Agriculture ou le Commerce, etc. Nous devons donner du sérieux à cette activité et à cet égard je crois que la ligne à suivre est justement celle-là.

D'ailleurs, les gens qui viendront à l'Administration régionale demander de l'argent, doivent savoir auparavant quelles sont le conditions auxquelles la Région a choisi ces fonds; il s'agit d'emprunts au taux de 8% et cela est déjà un énorme avantage.

Donc, on doit savoir que cet argent est accordé à la condition qu'on fasse de l'hôtellerie sérieuse chez nous, car nous ne voulons pas augmenter les rentes parasitaires en Vallée d'Aoste.

PRESIDENTE: Ha chiesto di parlare il Consigliere Carlassare, ne ha facoltà.

CARLASSARE - (Dem. Prol. - Nuova Sin.): Sono d'accordo su gran parte delle cose che sono state dette dal Consigliere Faval, in quanto il vero problema è non tanto la trasformazione degli alberghi in hôtels meublés, dove viene dato un servizio solo parziale, quanto la trasformazione degli stessi in condomini dove il valore degli alloggi che sarà adesso 3 milioni, è arrivato anche a 4 - 4,5 milioni.

Chiaramente se la resa dell'albergo deve essere correlata a quella speculativa che viene fornita da una ristrutturazione che consente di vendere gli alloggi a quel valore, non c'è nessun paragone che tenga. Nessun albergo renderà mai quanto può rendere un'operazione speculativa immobiliare. Però ritengo che sia preciso dovere di questo Consiglio di impedire che in Valle d'Aosta si generalizzino quelle che sono situazioni presenti in alcune località, dove l'elemento essenziale è proprio la speculazione immobiliare. In effetti ci troviamo di fronte ad un flusso turistico che il più delle volte non è finalizzato a rilanciare l'industria "Turismo", bensì la speculazione immobiliare. Questa è una stortura, a vantaggio di pochi, che finisce con il danneggiare nel lungo periodo la Comunità, perché in effetti a seguito di questo fenomeno riscontriamo il disinteresse a iniziare una seria opera promozionale nel settore turistico in Valle. Intendo dire che gli albergatori e gli operatori turistici in genere devono cambiare mentalità, perché se finora è stato possibile vendere l'immagine del Monte Bianco o del Cervino, d'ora in poi sarà necessario accompagnare a questa situazione di privilegio che abbiamo, tutta una serie di attività che consentano di abbattere i costi; questo potrà essere fatto attraverso un paio di operazioni che consentano di allungare la stagione turistica, magari con un turismo di tipo alternativo che non sia né quello estivo né quello invernale, oppure attraverso l'approntamento di un flusso turistico legato a congressi, iniziative, che richiamino grossi gruppi di persone. Inoltre è necessario avviare la costruzione di tutta una serie di iniziative collaterali al turismo in senso stretto, che consentano di avere una serie di attrattive nel senso serio del termine, al di là della possibilità di fare dello sci o di avere delle belle viste panoramiche.

In tal senso penso sia corretto approvare questa legge, che tende ad evitare quel fenomeno che possiamo constatare si sta generalizzando ed in alcuni casi ha assunto dimensioni colossali, dove l'attività turistica è un'attività secondaria perché vista solo come possibilità di effettuare delle operazioni di carattere speculativo.

PRESIDENTE: Ha chiesto di parlare il Consigliere Bordon, ne ha facoltà.

BORDON - (D.C.): Ogni tanto, dopo lunghe pause di silenzio, mi intestardisco su una determinata cosa, quindi vi chiedo scusa ma sarò brevissimo.

Al mio giovane amico, Consigliere Faval, auguro di azzeccare in pieno queste sue previsioni, che purtroppo non sono le mie. Innanzitutto non voglio che generalizzi quando dice che non abbiamo una mentalità alberghiera: lo abbiamo sempre detto questo. Ma non dobbiamo dimenticare la cortesia del valdostano; se volessi insistere farei della demagogia e non è il caso. Dico solo che con questa norma dell'art. 2, sulla quale mi asterrò, non raggiungiamo certo lo scopo che vogliamo, perché se c'era ancora qualcuno che voleva strutturare l'albergo venendo a prendere i denari a basso tasso di interesse come in tutti gli altri mutui che vengono dati, indubbiamente questo signore mediterà sul fatto di dover tenere l'albergo aperto per vent'anni. Ed anche se decide di fare il mutuo, quando si troverà in condizione di non potere più andare avanti, lo chiuderà e non c'è legge che può costringerlo a non farlo. Avendo voglia di ristrutturare l'albergo con questa clausola che lo spaventerà certo, non farà più il mutuo e lo venderà ancora prima, per fare degli alloggi. Mi auguro di sbagliarmi, ma vi dico che in futuro accadrà questo.

PRESIDENTE: Ha chiesto di parlare il Consigliere Voyat, ne ha facoltà.

VOYAT - (U.V.): E' da più di un anno e mezzo che discutiamo con l'Assessore Pollicini sul vincolo e noi dell'Union Valdôtaine siamo convinti che ci deve essere, non solo in vista dell'alberghetto che va male e che domani potrebbe essere ristrutturato con altra destinazione, ma soprattutto per l'andamento del mercato edilizio, perché oggi ci sono delle zone in cui conviene ristrutturare l'albergo, venderlo come mini alloggi e poi far chiedere alla moglie, al figlio o al fratello un altro mutuo alla Regione. Succede anche questo. Sarei piuttosto favorevole, e ne avevo già parlato con l'Assessore, a vincolare per 40 o anche 50 anni la destinazione di un edificio ad una certa attività, dando un premio di volumetria. Si sa allora che quella è praticamente un'azienda, e se ci sono delle difficoltà in queste aziende oggi in Valle purtroppo non sempre è per carenza di personale. Conosco gente che ha fatto la scuola alberghiera, che non fa più il cuoco o il cameriere perché è stufa di lavorare solo 6 Mesi all'anno, e poi magari tre mesi a Courmayeur ed altri tre a Gressoney; è gente che vuol fare il cuoco o il cameriere per almeno 11 mesi all'anno. A questo punto viene fuori un altro discorso. Là dove ci saranno, sorge la necessità per gli alberghi di restare aperti dieci o undici mesi all'anno, in tal caso dovranno stare più bassi con i prezzi per avere gente che almeno paghi le spese. Tenendo aperto solo sei mesi di punta, è chiaro che in questo periodo devono guadagnare di più perché devono pur vivere durante il periodo di chiusura.

Un'ulteriore problema: mi è successo nel mese di maggio a Pila, in Comune di Gressan, di non riuscire a bere un caffè con tutti i bar e alberghi che ci sono. Allora se vogliamo fare del turismo, evidentemente con gli aiuti della Regione, con i diritti che si hanno, si devono pur sempre avere dei doveri oltre che verso i turisti anche nei confronti della popolazione locale, che a volte ha bisogno di lavorare per almeno 11 mesi all'anno.

PRESIDENTE: Ha chiesto di parlare il Consigliere Nebbia, ne ha facoltà.

NEBBIA - (P.S.I.): Questa discussione sarebbe stata più utile averla fatta in Commissione, perché gli interventi in Consiglio sono piuttosto dispersivi. Purtroppo questo non è potuto avvenire, anzi non trovo allegato nel disegno di legge il parere che mi sembra fosse stato dato da parte della Commissione Affari Generali. Comunque vorrei fare solo alcune valutazioni e precisazioni, perché qui stiamo parlando di alberghi in senso estensivo, cioè sono alberghi anche i meublés e dovrebbero essere alberghi anche altre attrezzature turistiche (quelle che stanno progettando a Prè-Saint-Didier) che in Valle d'Aosta non sono state ancora classificate. Sappiamo che in molte Regioni d'Italia è stata fatta una classificazione delle attrezzature turistiche, ricettive, mentre qui in Valle non ancora, per cui ci troviamo di fronte ai cosiddetti "résidences" e non capiamo cosa sono o potrebbero essere. Quindi questi interventi credo dovrebbero essere estesi a tutte le attrezzature ricettive classificate, in tal modo alcune opinioni espresse potrebbero anche essere modificate.

Direi che si deve incentivare di più l'attrezzatura alberghiera non dotata di ristorante piuttosto che l'altra che ne è invece fornita, cioè l'albergo classico che ha costi elevatissimi ed è destinato ad una clientela d'elite. Ci troviamo di fronte a dei prezzi diversissimi; nelle vallate laterali con 20-25 mila lire c'è la pensione giornaliera, se andiamo invece nei centri maggiori, non riusciamo mai a scendere sotto le 50 mila lire. Sarebbe necessario in questo senso operare verso una maggiore omogeneità di trattamento e anche di servizi.

Poi si dovrebbe - è stato già accennato dall'Assessore - incentivare l'attrezzatura alberghiera o para-alberghiera non solo con premi di volumetria, ma anche con dotazioni superiori, nel senso di prevedere gli alloggi per il personale. Sappiamo tutti che il problema del personale, che molto spesso è saltuario, è abbastanza pesante. C'è il problema della ricettività dello stesso, il poterlo ospitare in condizioni normali e non in locali di sott'ordine, quindi sarebbe opportuno che ci fosse la possibilità da parte degli albergatori di dotarsi di camere per il personale che non siano onerose, se non per la costruzione.

Per quanto riguarda i mutui ed il famoso art. 2 di cui molti hanno parlato, farei rilevare che anche se la li cifra è stata elevata a 700 milioni, per certi tipi di impianto questa cifra è insufficiente. Ad esempio su un investimento di 2 miliardi - per un albergo di 80 letti - rappresenta il 35% della spesa, il restante 65% deve essere fornito dal capitale dell'impresa oppure mediante mutui a tasso normale. E questo non rappresenta un incentivo sufficientemente importante. Fatte queste considerazioni, per poter meglio valutare l'argomento contenuto nell'articolo 2, bisognerebbe dire che la Commissione che valuta i progetti dei nuovi impianti alberghieri deve fare attenzione anche alla redditività dell'albergo, perché se viene realizzato un albergo che poi non rende - ricordiamo one un mutuo di 700 milioni all'8% vuol dire 54 milioni l'anno - non può esserci neanche la restituzione degli interessi e del capitale. Se poi viene chiuso, anche il fatto di porlo sul mercato non può rendere certo molto, in quanto ipotecato da parte della Banca che ha a suo favore l'ipoteca.

Quindi credo che in linea di massima l'art. 2 possa andare bene, però dovrebbe essere affinato tenendo conto che il mutuo copre solo una parte della spesa, quindi dovrebbe essere vincolata quella quota di edificio coperto da quel mutuo, non tutto l'edificio. Poiché c'è una diversità di oasi che non sempre possono essere ricondotti al caso generale, direi che la formulazione è forse un po' troppo lapidaria e generica.

Detto questo, e ritenendo che il problema alberghiero non possa essere discusso esclusivamente in questa sede, siamo del parere che così com'è stata formulata, con i dubbi e le riserve esposte, la legge possa essere approvata.

PRESIDENTE: Passiamo all'esame dell'articolato.

Do lettura dell'art. 1.

Art. 1

L'art. 7, 2° comma, punto 1°), della legge regionale 8.10.1973, n. 33, e successive modificazioni, è sostituito dal seguente:

"1) per i casi di cui ai nn. 2,2,4 del precedente comma:

- fino ad un massimo del 60% della spesa riconosciuta ammissibile, per i primi 300 milioni di spesa;

- fino ad un massimo del 40% della spesa riconosciuta ammissibile, per la parte di spesa eccedente i 300 milioni".

PRESIDENTE: Metto in approvazione l'articolo 1 testè letto.

ESITO DELLA VOTAZIONE

Presenti: 26

Votanti: 25

Astenuti: 1 (Bordon)

Favorevoli: 25

Il Consiglio approva

PRESIDENTE: Do lettura dell'art. 2.

Art. 2

All'art. 22 della legge regionale 8.10.1973, n. 33, e successive modificazioni, è aggiunto il seguente comma:

"Le norme di cui ai precedenti commi 3° e 4° non si applicano alle attrezzature turistico-ricettive beneficiarie delle provvidenze di cui al capo II della presente legge, le quali restano vincolate alla loro destinazione per un periodo uguale alla durata originaria del mutuo; durante tale periodo il Sindaco non può autorizzare un diverso utilizzo dei fabbricati interessati".

PRESIDENTE: Metto in approvazione l'articolo 2 testè letto.

ESITO DELLA VOTAZIONE

Presenti: 26

Votanti: 25

Astenuti: 1 (Bordon)

Favorevoli: 25

Il Consiglio approva

PRESIDENTE: Do lettura dell'art. 3.

Art. 3

La presente legge è dichiarata urgente ai sensi del terzo comma dell'articolo 31 dello Statuto Speciale ed entrerà in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.

E' fatto obbligo a chiunque spetti di osservarla e di farla osservare come legge della Regione Autonoma Valle d'Aosta.

PRESIDENTE: Metto in approvazione l'articolo 3 testè letto.

ESITO DELLA VOTAZIONE

Presenti: 26

Votanti: 25

Maggioranza: 18

Astenuti: 1(Bordon)

Favorevoli: 25

Il Consiglio approva

PRESIDENTE: Metto in approvazione la legge nel suo complesso per votazione segreta.

VOTAZIONE A SCRUTINIO SEGRETO

ESITO DELLA VOTAZIONE

Presenti: 26

Votanti: 25

Astenuti: 1 (Bordon)

Favorevoli: 24

Contrari: 1

Il Consiglio approva