Compte rendu complet du débat du Conseil régional. Les documents ci-joints sont disponibles sur le lien "iter atto".

Objet du Conseil n. 3556 du 17 avril 2024 - Resoconto

OGGETTO N. 3556/XVI - Interpellanza: "Iter di ricovero e di ricollocazione degli animali domestici vaganti".

Bertin (Presidente) - Punto n. 41. Ha chiesto la parola il consigliere Sammaritani, ne ha facoltà.

Sammaritani (LEGA VDA) - Parliamo anche in questa seduta del Consiglio della legge 37/2010, che è quella che riguarda le disposizioni per la tutela e il corretto trattamento degli animali d'affezione. L'articolo 1, che normalmente prevede le finalità della legge, recita che "la Regione Autonoma Valle d'Aosta promuove la tutela e la presenza nel proprio territorio degli animali di affezione quale elemento fondamentale e indispensabile dell'ambiente". Poi elenca le varie modalità attraverso le quali queste finalità devono essere realizzate, cioè favorisce il rispetto verso gli animali e la corretta convivenza tra uomo e animali di affezione domestici, promuove il valore educativo e culturale di un corretto rapporto con gli animali di affezione, anche in relazione alle potenzialità assistenziali e terapeutiche dello stesso, e questo l'abbiamo già sottolineato con varie iniziative, in particolare del collega Ganis sulla pet-therapy e altro. Poi c'è la tutela degli animali di affezione domestici attraverso la repressione degli atti di crudeltà o di maltrattamento contro di essi, compreso l'abbandono. Ancora infine tutela la salute pubblica e l'ambiente attraverso la prevenzione del randagismo e la promozione di un corretto trattamento degli animali di affezione domestici.

Abbiamo appreso che, in forza delle attuali disposizioni dettate al gestore del canile-gattile regionale, avviene che, in caso di rinvenimento di animali domestici vaganti, in particolare gatti, questi, una volta curati, devono essere rimessi in libertà sul territorio, quindi se si trova un animale, per esempio, vicino ad un'arteria di traffico magari ferito, viene ricoverato, viene curato, però poiché la struttura non dispone di posti per la loro custodia prolungata, vengono rimessi, secondo queste disposizioni che sono state fornite, laddove sono stati trovati. Queste condotte e questi protocolli, almeno se così è, risulterebbero piuttosto incoerenti e abbastanza privi di ragionevolezza, perché, oltre che costituire un'assoluta mancanza di tutela per gli animali, si comprende che ci sarebbe un dispendio di forze, di energie, di denaro e comunque anche di tutela degli animali, che poi, alla fine, in realtà del tutto tutelati non sarebbero.

Allora interpelliamo il Governo regionale per conoscere: "quali siano le ragioni che hanno condotto ad adottare tali linee di condotta nei confronti degli animali domestici vaganti", ammesso che ciò che ci è stato raccontato e descritto sia corretto e "se sia intenzione del Governo regionale di rivedere tali regole prevedendo un diverso iter di ricovero e di ricollocazione dei predetti animali in modo da garantirne la vita e la salute".

Presidente - Per la risposta, la parola all'assessore Marzi.

Marzi (SA) - Il cane è l'unico animale vagante per il quale lo Stato ha deciso di normare anche in termini di ricovero stanziale. Il gatto infatti, per definizione, non è vagante ma libero o del territorio. La legge 281/1991 prevede infatti la presa in carico dei gatti liberi solo nel caso in cui gli stessi debbano essere curati, disponendone poi il reinserimento nel proprio habitat di provenienza. Per questa ragione la delibera di affido della gestione del canile-gattile regionale, cioè la 1628/2021, ha previsto, per quanto riguarda i gatti, il solo recupero e trasporto presso una struttura veterinaria degli animali incidentati; la presa in carico di animali in particolare situazione e tipologia, su disposizione di autorità sanitarie e giudiziarie di pubblica sicurezza o su richiesta di enti o strutture pubbliche. Una volta curato e identificato tramite microchip e sterilizzato, così come previsto dalla normativa nazionale e regionale, il gatto va reimmesso in libertà nel luogo di provenienza. La convenzione 2022-2024 sul controllo del randagismo e protezione degli animali affida poi ai Comuni la sterilizzazione e la cura dei gatti di colonia anche attraverso la partecipazione alle campagne di sterilizzazione a cura delle colonie feline gestite dal CELVA, così come di fatto oggi già avviene. Alla base della scelta, sia a livello nazionale che regionale, di reimmissione sul territorio dei gatti dopo essere stati soccorsi e curati, vi è il benessere dell'animale. Per definizione il gatto è un animale territoriale che ama gli spazi aperti e che difficilmente si adatta a vivere in spazi chiusi con altri gatti. Pertanto, nonostante l'indiscussa utilità, il gattile non risulterebbe una struttura idonea a ospitare gatti che potrebbero in tale collocazione subire un forte stress.

Alla luce di quanto illustrato, riteniamo, pertanto, che sia al momento corretto e ragionevole seguire le indicazioni che sono state definite nella specifica materia a livello statale e dagli esperti veterinari di cui ci si avvale per normare. La ringrazio inoltre, senza ironia alcuna, per avermi dato la possibilità di imparare una cosa assolutamente nuova.

Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Sammaritani per la replica, ne ha facoltà.

Sammaritani (LEGA VDA) - Grazie Assessore. Su questi temi naturalmente non ci sono delle regole assolute, ci sono naturalmente quelle che lei ha citato come indicazioni, se vogliamo generali, da parte dello Stato e comunque, come abbiamo visto, norme che comunque anche noi, come Regione, ci possiamo dare, quindi si tratta anche di un discorso di visione, di scelte.

Quello che è stato riferito, cioè che il gatto è un animale libero del territorio, probabilmente con l'antropizzazione odierna forse la norma è abbastanza obsoleta a mio avviso, quindi credo sia abbastanza difficile sostenere che un animale ferito che viene trovato a fianco di una strada debba essere curato e rimesso lì dove è stato trovato, mi sembra anche abbastanza poco logico, come abbiamo già detto nell'esposizione della nostra interpellanza.

Ci sono persone esperte che ritengono invece il contrario, cioè che, di fronte ad animali che comunque vengono curati, magari anche recuperati in condizioni di criticità notevole e recuperati ma magari nemmeno al 100%, o comunque animali che probabilmente hanno anche già manifestato di non essere in grado di vivere nel territorio in modo così autonomo... perché, come dicevo prima, un po' l'antropizzazione, un po' la situazione stradale, un po' altre situazioni abbastanza di criticità per questo tipo di animali probabilmente non consentono loro di sopravvivere in modo idoneo in determinate condizioni. C'è tutto il problema delle colonie feline a cui lei ha fatto cenno, sicuramente su questi temi anche torneremo perché questo tipo di gestione attuale probabilmente non è nemmeno in questo caso e in questo proposito ottimale, si è demandato ai Comuni, quindi al CELVA, la gestione di queste situazioni e probabilmente questi enti non hanno né il personale, né le capacità a volte economiche per far fronte in modo corretto o comunque idoneo a queste situazioni, quindi alla gestione delle stesse.

Come dicevo prima, si tratta di visioni probabilmente diverse, si tratta di scelte che devono essere fatte e noi crediamo che, per la tutela degli animali, le scelte che attualmente sono state fatte non tutte sono adeguate, quindi che ci sarebbero delle cose da modificare e da cambiare, ma su questo punto naturalmente ci torneremo.