Compte rendu complet du débat du Conseil régional. Les documents ci-joints sont disponibles sur le lien "iter atto".

Objet du Conseil n. 3552 du 17 avril 2024 - Resoconto

OGGETTO N. 3552/XVI - Interpellanza: "Esame in commissione consiliare competente delle idee progettuali per le comunità di energia rinnovabile valdostane".

Bertin (Presidente) - Punto n. 35. Ha chiesto la parola la consigliera Minelli, ne ha facoltà.

Minelli (PCP) - Abbiamo presentato quest'ennesima iniziativa sulla tematica delle CER perché era stata annunciata per inizio aprile l'apertura del portale GSE per la presentazione, da parte delle Comunità di energia rinnovabile, delle CER, e anche dei gruppi di autoconsumo delle domande per usufruire dei contributi in conto capitale del PNRR per impianti di CER in Comuni con meno di 5 mila abitanti. L'apertura del portale è avvenuta l'8 di aprile e quindi è possibile presentare le domande.

Il fondo del PNRR ha una dotazione di 2 miliardi e 200 milioni e i contributi vanno presentati - c'è la data di scadenza - entro il 31 marzo del 2025, salvo esaurimento delle risorse disponibili, quindi questa data potrebbe anche, come termine ultimo, essere anticipata. È una data che peraltro si conosceva, anche prima della data di apertura del portale, perché la scadenza era stata già più volte ribadita.

Le domande di contributo al PNRR possono riguardare impianti in tutti i comuni valdostani, a eccezione di Aosta, che è in pratica l'unico dei nostri Comuni a superare la quota dei 5 mila abitanti.

È per la nostra Regione, noi lo crediamo, una grande opportunità, i tempi però sono stretti, anzi, direi decisamente molto stretti, sono undici mesi praticamente e a noi sembra che in Valle d'Aosta bisogna adesso recuperare un ritardo visto che si sono fatti dei passi per quello che riguarda la questione delle CER, ma non è ancora stata definita l'architettura che si vuole dare a queste comunità di energia rinnovabile, cioè non abbiamo deciso che cosa vogliamo fare in Valle d'Aosta per quello che riguarda il progetto CER regionale e non è stato individuato il partner tecnologico.

Ci risulta che in numerose altre realtà, in varie regioni italiane, sia vicino a noi che anche più distante, molte CER sono già state ufficialmente costituite, hanno già anche realizzato gli studi di fattibilità, hanno individuato un partner tecnologico e quindi hanno le carte in regola per partire e per depositare le domande; hanno fatto un percorso che si è sviluppato nel corso di tutto il periodo in cui si attendevano i decreti attuativi, le cui linee però erano state definite e in un periodo in cui fare una discussione, una valutazione, una progettazione anche di massima, di come costruire quelle CER, si poteva fare e appunto qualcuno lo ha fatto. Noi lo avevamo già detto in precedenti iniziative, avevamo presentato sia delle interrogazioni, delle interpellanze e anche delle mozioni, a noi pare che in una realtà piccola come la Valle d'Aosta l'opzione più logica, più semplice forse anche per certi versi, è la costituzione di un'unica grande CER territoriale che comprenda tutta la regione, articolata poi in vari sottogruppi, tante quante sono le cabine primarie o forse anche più, però appunto un'articolazione in sottogruppi ma facente capo a un'unica CER territoriale. Questa opzione della grande CER territoriale è quella che è già stata scelta in varie realtà, per esempio, è stata scelta - lo avevo già detto anche in quest'aula - dalla Diocesi di Treviso, che comprende 265 parrocchie, ma anche dalla provincia di Asti, che conta 118 comuni, da Biella con 74 comuni, cioè lo stesso numero esattamente dei nostri comuni, esclusa Aosta, che sappiamo non potrebbe rientrare in questa CER, nonché dal progetto RECOCER in Friuli Venezia Giulia, lì sono interessati quindici comuni. Poi è notizia di alcuni giorni fa che anche la Diocesi di Alba sta partendo con una CER formata da varie parrocchie.

Tutti questi progetti di unica CER territoriale suddivisa in sottogruppi si avvalgono di un partner tecnologico e spesso questi progetti sono stati messi a punto - almeno queste sono le informazioni che siamo riusciti a desumere cercando un po' sia in rete, sia attivando alcuni contatti - con un'intensa collaborazione con il Politecnico di Torino. Non si parte quindi da zero, neanche per quello che riguarda la definizione dell'architettura, ci sono tanti esempi da cui si può sicuramente imparare, sempre ovviamente se c'è la volontà politica di andare nella direzione di un grande sviluppo in Valle d'Aosta del movimento delle CER, un movimento che può permettere un notevole incremento di produzione di energia pulita, questo è uno degli obiettivi, una riduzione dei costi energetici, ma soprattutto una partecipazione attiva e direi responsabile dei cittadini alla produzione e al consumo di energia. Non ultimo, questo potrebbe portare anche a un significativo indotto occupazionale, richiedendo l'impiego di molti professionisti e di artigiani.

Quello però che noi riteniamo - lo abbiamo già detto in altri momenti e lo ribadiamo - è che la nostra Regione dovrebbe avere un ruolo trainante e coinvolgere nel progetto, oltre ai Comuni e alle imprese, anche la Diocesi e migliaia di cittadini. Tra l'altro, ci sembra di aver capito, anche attraverso alcune interlocuzioni, che da parte di vari Comuni c'è un interesse in questo senso, però appunto con l'assicurazione o comunque la possibilità che sia la Regione a guidare il progetto, quindi siamo preoccupati perché da una parte intravediamo la grande opportunità che si apre davanti a noi adesso, ma non abbiamo capito bene se e come la Regione intende impegnarsi a guidare questo movimento, da parte nostra crediamo che realisticamente questa è una cosa che può fare soltanto la Regione.

Le domande che rivolgiamo al Governo regionale sono queste: "se è stata individuata - a questo punto - l'architettura che si vuole dare alle CER in Valle d'Aosta e, in particolare, se si sta valutando positivamente l'opzione di un'unica grande CER su tutto il territorio valdostano articolata in sottogruppi; se nella definizione dell'architettura delle CER valdostane è stato coinvolto il Politecnico di Torino, dotato - lo sappiamo - di un centro operativo che si occupa specificatamente delle CER; quali interlocuzioni ci sono già state, oppure si intendono avviare con la Diocesi e le parrocchie della Valle d'Aosta al fine di un loro coinvolgimento nel movimento delle CER; infine quando intende portare all'esame della Commissione consiliare competente le idee progettuali che si stanno definendo".

Presidente - Risponde l'assessore Bertschy.

Bertschy (AV-VdA Unie) - Grazie collega Minelli. Riprendiamo il discorso fatto quindici giorni fa, proverò a dirle cosa siamo riusciti a fare.

Come lei immagina, gli uffici non si occupano solo di comunità energetiche, qualche avanzamento c'è stato, però non possiamo lasciare tutto il resto delle attività per dedicarci esclusivamente a questo e soprattutto - ma oggi è una giornata zen, quindi evitiamo di far arrabbiare le persone -, mentre lei ha sempre un sacco di certezze, io continuo a leggere una delle ultime pubblicazioni su "QualEnergia": "Terremoto sulle CER, il Consiglio nazionale del notariato dice la sua su atti costitutivi e soggetti pubblici", ci racconta poi di un po' di questioncine che hanno fatto drizzare i capelli agli Enti locali, non quelli valdostani, in generale, perché non tutti i temi hanno delle risposte, ci sono ancora tante regole operative che hanno determinato numerosi quesiti da parte delle strutture, quindi io tutta questa certezza che il quadro normativo giuridico ci metta nella condizione di poter lavorare in serenità non ce l'ho, ma allo stesso tempo non posso che condividere con lei che questa sia una strategia, sulla quale noi dobbiamo fare tutto il possibile per cercare di raggiungere il risultato che auspichiamo: che attraverso le CER ci sia una migliore condivisione del nostro modello energetico, basata sulla possibilità di produrre di più e, dall'altro, di consumare al momento giusto il modello che le CER possono rappresentare.

Come abbiamo detto, qual è il ruolo che possiamo giocare? È cercare di coordinare insieme agli Enti locali questa fase di lavoro che ci deve portare poi a fare una scelta definitiva, stiamo lavorando per definire la predisposizione dello studio giuridico-amministrativo che dovrà determinare la forma giuridica più idonea per noi per la costituzione delle CER, l'ho detto al CELVA e lo dico qua: io non nascondo che se potessimo andare verso la direzione di un'unica CER con dei sottogruppi, non la troverei assolutamente un'idea sbagliata, ma deve essere confermata dalle analisi giuridico-amministrative e anche dalle analisi tecniche di queste forme associative.

Del lavoro che stiamo facendo, ripeto, ne abbiamo parlato quindici giorni fa, quindi grandi novità in questa direzione non è che gliele possa portare oggi, le racconterei delle bugie, si sta andando in questa direzione per avere al più presto questo studio e allo stesso tempo avanzare con le altre questioni che sono sul tavolo, perché, quando lei parla del Politecnico di Torino, sia il Politecnico di Torino che quello di Milano sono stati coinvolti dallo studio della CVA, noi stiamo lavorando con i Politecnici, poi lei lo sa, stiamo lavorando per andare alla costituzione del progetto che interessa la Valle d'Aosta, ricordandoci bene che il modello è un modello aperto, cioè la Regione non ha una titolarità di governo, ha una possibilità di coordinare delle politiche, ma sono due cose diverse. Farlo vuol dire cercare di condividere con tutti gli attori questo percorso che stiamo facendo e la necessità di condividere questi percorsi ci ha portato ad avere questi primi studi di CVA, l'ulteriore studio sull'aspetto giuridico-amministrativo e le analisi complessive che si stanno facendo su una serie di elementi, ripeto, del quadro normativo che alle nostre strutture e a delle strutture che lavorano con noi a livello regionale non sono ancora chiare. Non le racconto cose che penso io, sono cose che portano all'attenzione della parte politica gli uffici che stanno lavorando come lei. La novità di questi ultimi quindici giorni è che abbiamo sentito la Diocesi di Treviso, dopo una serie di interlocuzioni siamo riusciti a entrare in contatto con loro, ci hanno dato delle notizie, ci hanno permesso di acquisire delle informazioni, informazioni che, se vuole, poi le posso lasciare perché tanto quello che è stato raccontato è in disponibilità da parte di tutti. La loro è una fondazione di partecipazione, hanno richiesto di poter essere ente del terzo settore, ci sono tutta una serie di questioni che vengono ricordate nella nota che ci è stata predisposta, ci deve essere, da un lato, la visione più politica da parte di chi vuole sviluppare la Diocesi, poi c'è anche la visione più economica di chi anche all'interno della Diocesi controlla i conti, che è un po' più cauta di quella più politica, perché l'attenzione che pongono è la stessa attenzione che stiamo ponendo noi. Ci è stato dato l'atto costitutivo, quindi ce l'abbiamo in disponibilità ed è utile per fare le valutazioni che stiamo facendo.

Ricordo, per venire alla domanda n. 3, che è un lavoro della Diocesi e non della Regione e della Provincia, quindi anche loro stanno lavorando in questa direzione. Era per dire che noi possiamo anche interloquire ma anche la Chiesa può interloquire con noi, nel senso che se ci fosse questa volontà, lì si sono posti con questo progetto, io non ho nessun problema ma non so evidentemente cosa presentare oggi, quando non siamo ancora riusciti con i Comuni a trovare una nostra definizione, perché poi - lo vedrà nella nota che ci è stata preparata - le finalità anche a livello statutario e come andare a riconoscere i benefici prodotti dalla CER dipende molto dagli attori che costituiscono la comunità energetica, perché ognuno ha obiettivi diversi. Anche la promiscuità non è detto che sia una ricchezza intesa come obiettivo assoluto, magari sì ma va verificato.

"Quando intende portare all'esame della Commissione consiliare le idee progettuali che si stanno definendo", risponderei senza rispondere alla domanda che il mio principale obiettivo è portare alla Commissione la legge che ormai abbiamo definito e stiamo solo cercando di capire anche a livello legislativo se si tratta di emendare i due testi o se si tratta di ripresentare un testo nuovo, questa è una questione che a livello legislativo spetta agli uffici e anche alla Presidenza del Consiglio. So che c'è un'interlocuzione in corso, appena avremo una risposta, spero di portare in Giunta la legge di modo che possa essere così discussa in Consiglio. Avanziamo in questa direzione e di qui a quindici giorni ne parliamo di nuovo.

Presidente - Ha chiesto la parola la consigliera Minelli, ne ha facoltà.

Minelli (PCP) - Lei dice, Assessore: "Riprendiamo un discorso che è stato fatto solo quindici giorni fa e ovviamente non ci possono essere tante novità, tanti aggiornamenti sulla situazione". Poi mi ricorda che gli uffici non si occupano soltanto di CER, che ci sono anche tante altre cose e lo sappiamo benissimo. Lei insiste sul fatto che io viva di certezze e che invece lei è molto più cauto, addirittura sulla normativa ci sono ancora molti punti interrogativi e via di questo passo. Io non è che viva di certezze, però mi rendo conto che in situazioni analoghe alla nostra, perché poi stiamo parlando di un argomento che interessa tutto il Paese, si sta lavorando in una modalità un po' diversa. Lei dice anche: "Agli Enti locali a leggere certe notizie drizzano i capelli", allora il sentire questa cosa rafforza la mia convinzione ossia che in Valle d'Aosta, per le caratteristiche che abbiamo - e parlo soprattutto del fatto che abbiamo Comuni molto piccoli, sappiamo come sono messi a livello di dipendenti, di risorse umane, eccetera -, o decidiamo - e questa è una decisione politica che va al di là di tutte le normative e gli studi giuridici, che sono sicuramente importanti - che nella nostra realtà la Regione prende la direzione di questo progetto, oppure rischiamo un buco nell'acqua. Lo dico perché ho veramente la preoccupazione che si riesca ad arrivare fra sei mesi, non lo so, ad avere definito l'architettura delle CER nella nostra Regione; rischiamo di non poter accedere a quei finanziamenti perché non mi risulta che ci siano delle quote riservate alle Regioni.

Lei insiste sulla questione che la sua priorità più importante in questo momento è la legge regionale. La legge regionale è opportuno farla, però prima bisogna che sia chiaro che cosa vogliamo fare, cioè quali sono gli obiettivi che si vogliono raggiungere in termini di produzione di energia, di architettura delle CER, di coinvolgimento dei vari soggetti. Lei ha detto: "È inutile che andiamo a coinvolgere la Diocesi" con cui mi sembra, se ho capito bene, che non ci sono state delle interlocuzioni dirette in questo periodo "quando non sappiamo ancora bene come saranno le cose", ma per l'appunto. Secondo me, bisogna che, nel momento in cui si definisce l'architettura e si ragiona su come farla, tutti i soggetti che possono essere interessati debbano essere coinvolti, quindi le affermazioni che lei ha fatto mi fanno pensare che il ritardo che si è accumulato fin qui è ancora più grave di quello che io ho prospettato, perché manca una volontà precisa, una volontà politica di dare sviluppo al movimento delle CER. Per un anno, mentre da altre parti si organizzavano in maniera operativa, abbiamo sentito ripetere che mancava questo, mancava quello, i decreti attuativi, il regolamento, GSE, eccetera, poi tutto è arrivato e adesso si continua a dire: "Bisogna vedere".

Ci sono due cose positive, visto che lei ha detto che bisogna essere zen: la prima è che lei ha detto che si sta operando per uno studio giuridico che è in fase di definizione, magari poi farò una richiesta specifica per sapere a chi è stato affidato questo studio, come si sta procedendo, poi ha ricordato che c'è stato lo studio del Politecnico con CVA, ma quella è un'altra cosa, loro hanno dato una collaborazione per quello che riguardava tutto il censimento delle superfici, i consumi dei comuni, eccetera. Qui si tratta di fare un'altra cosa. Ripeto: secondo noi, la Regione deve svolgere un ruolo preciso.

L'altra volta lei mi aveva anche detto: "Dobbiamo anche vedere che cosa fanno fuori", ha fatto il paragone con la Regione Piemonte che ha milioni di abitanti e le altre realtà sono più complesse. Io credo però che in questo momento la nostra Regione non debba sottrarsi a un compito, che sarà anche quello che lei dice di coordinamento, ma ci vuole una capacità progettuale della Regione. Se fra sei mesi non sarà costituita la CER valdostana - e mi fa piacere che anche lei stia pensando a una CER unica -, si rischierà fortemente di perdere quei finanziamenti.