Compte rendu complet du débat du Conseil régional. Les documents ci-joints sont disponibles sur le lien "iter atto".

Objet du Conseil n. 3542 du 17 avril 2024 - Resoconto

OGGETTO N. 3542/XVI - Interpellanza: "Intendimenti in merito alla proposta di creazione di un Gruppo europeo di cooperazione territoriale nell'area "contesa" del Monte Bianco".

Marguerettaz (Presidente) - Punto n. 25 all'ordine del giorno. Per la presentazione, la parola al collega Aggravi.

Aggravi (RV) - L'interpellanza parte da un evento che si è tenuto lunedì 25 marzo scorso presso la stupenda cornice di Skyway, un convegno organizzato tra l'altro dalla Fondazione Courmayeur, in collaborazione con l'Università della Valle d'Aosta, l'Università di Torino e l'Università di Trieste, dal titolo: "Monte Bianco, la montagna senza confini", un convegno a cui ha portato i saluti anche il presidente Testolin.

È stato un convegno che aveva come tema principale e temi annessi al tema principale lo stato dell'arte sia storico, sia attuale, sia giuridico relativamente alla cosiddetta contesa sul posizionamento del confine tra Italia e Francia sulla vetta oppure intorno alla vetta del Monte Bianco.

Voglio presentare quest'interpellanza con una considerazione che, in apertura dell'interessante volume che è stato presentato: "Monte Bianco, la montagna senza confini", hanno fatto i dottori Traverso e Berthier, che aprono il primo capitolo dicendo: "Nel corso della storia sabauda la linea di confine tra i territori, al di là e al di qua delle Alpi, non ha mai rappresentato un problema significativo", perché effettivamente, come spesso la storia ci insegna, i problemi si generano nel momento in cui si prende carta e penna e si tracciano quelli che sono confini, righe o quant'altro, ed effettivamente è dal momento in cui si sono divisi gli États de Savoie, che è nata ed è partita una disfida di mappe, dalla carta Muletti a quella Federici, che facevano passare il confine sulla vetta, a quella, ad esempio, del Mieulet che allargandosi ha, di fatto, generato la querelle.

Vi è poi una carta che è invece annessa ai trattati che hanno determinato i confini tra Italia e Francia, quindi nel periodo 1861-1862 per la quale, tra l'altro, vi è una sorta di giallo: vi è solo una riproduzione perché l'originale si è persa, dicono le autorità francesi, durante l'occupazione tedesca di Parigi.

È una questione tutt'altro che banale e dagli effetti tutt'altro che banali, perché chi ha la proprietà del confine, e quindi del relativo territorio - tra l'altro è un'area che potremmo dire non è né tanto più piccola o più grande della superficie della Città del Vaticano - ne ha la responsabilità di gestione e non soltanto: quest'Aula ha già discusso varie iniziative nel corso di questi anni su quelle che erano state le azioni ad esempio dei Comuni di Saint-Gervais e di Chamonix relativamente a ordinanze sulla possibilità di atterrare o di attraversare le linee orografiche con i parapendii, o comunque tutta una gestione legata ovviamente a un territorio stupendo ma che ha delle complessità dettate dall'evoluzione climatica, ma soprattutto perché è un territorio, per antonomasia e per effettività, di alta montagna.

Noi intanto, con quest'interpellanza, chiediamo: "Quale sia a oggi lo stato di avanzamento della candidatura del Monte Bianco a patrimonio mondiale dell'Unesco, che era stata anche oggetto di presentazioni pubbliche e quant'altro", chiediamo: "Quale sia lo stato attuale, ovvero se vi siano ulteriori casi di controversia, a conoscenza dell'Amministrazione, in merito alla questione riguardante il confine tra i due Stati oppure riguardanti casistiche che insistono o hanno interessato quell'area"; tra l'altro durante il convegno si è giustamente fatta una parentesi relativamente al soccorso in montagna e alla frequentazione di alta montagna.

La terza domanda, che traina principalmente la tematica dell'interpellanza: "Se, alla luce di quello che abbiamo rappresentato, si ritenga meritevole di approfondimento una proposta che è stata fatta nel corso del convegno, ovvero creare un gruppo europeo di cooperazione territoriale nell'area "Contesa" del Monte Bianco, per intenderci, e in caso positivo quali azioni in tal senso il Governo intenda porre in essere".

Il gruppo europeo di cooperazione territoriale è stato rappresentato e può essere una soluzione, se vogliamo, alle contese dell'area e un'opportunità pratica di salvaguardia di un patrimonio di fatto naturalmente comune; e vi è stata anche una parentesi relativamente alla possibilità di assegnare sull'area un marchio di patrimonio europeo.

Qual è l'obiettivo di questa possibilità? Quello di facilitare e promuovere la cooperazione territoriale tra le realtà che vi insistono; ha come vantaggio anche quello di dare una forma giuridica definita a una cooperazione transfrontaliera che, perché no, potrebbe - anzi, dovrebbe - coinvolgere la vicina Svizzera, perché comunque sappiamo che, legato al tema dell'attraversamento del confine, sul traforo il Canton de Genève ebbe non poca importanza nella sua realizzazione... sarebbe una possibilità di dare una forma giuridica che potrebbe anche permettere una migliore gestione dei flussi di scalata, eventuale assistenza ordinaria e speciale in caso di calamità o di necessità e, perché no, anche azioni comuni e salvaguardia dell'ambiente montano.

Come plus è stata presentata nel corso del convegno anche l'eventuale possibilità di richiedere l'assegnazione per la vetta del Bianco del marchio del patrimonio europeo, gli European Heritage Level, sulla base dei presupposti della decisione 1194/2001, un marchio assegnato per valorizzare siti anche naturali che assumano un significato particolare per la storia, per il patrimonio, tra l'altro in un'area transazionale.

Detto questo, potrebbe essere una soluzione che oltre alla valorizzazione dell'area, potrebbe far uscire dall'empasse in cui oggi si trova, un'empasse un po' "Fredda", grazie a Dio, che si è basata fino a oggi su una disfida di carte non soltanto geografiche ma anche di ordinanze; questo perché, almeno da parte di noi proponenti, abbiamo visto in questa possibilità soprattutto una concreta politica, o comunque una possibilità di dare più concretezza e soluzione a una situazione complessa o che potrebbe esserlo ancora di più caso per caso come speriamo che non accada, ma che ci potrebbe essere.

La valorizzazione e la salvaguardia di un patrimonio, che comunque è comune, al di là o al di qua del colmo di vetta, può trovare magari una soluzione in questo meccanismo.

Ci rendiamo conto che dal 25 marzo a oggi è passato poco tempo, però vogliamo capire se c'è da parte del Governo regionale una volontà di approfondire e di comprendere meglio questa possibilità e magari, perché no, di farsi anche promotori di quest'iniziativa, che volevamo porre per comprendere, al di là di una più ampia considerazione che dovrebbero fare ovviamente e sicuramente gli Stati nazionali.

Chiudo dicendo una cosa, forse il grande assente del trattato del Quirinale è stato proprio - purtroppo o forse proprio volutamente - tra le due realtà anche quello che rappresenta il Monte Bianco, sia per l'Italia sia per la Francia; nulla quaestio sulla Valle d'Aosta e la Savoia, Sentiremo la risposta da parte del Governo.

Presidente - Per la risposta, la parola al presidente Testolin.

Testolin (UV) - Pour ce qui est de la première question, je répondrai en ce qui concerne la candidature du Mont-Blanc au patrimoine mondial de l'UNESCO, en évitant, autant que possible, toute confusion quant à la décision qui ne relève pas des compétences régionales.

La question est complexe : en premier lieu, car il s'agit d'une candidature transfrontalière et en second lieu, car les candidatures peuvent être présentées exclusivement par l'État et chaque État suit des règles, des modalités, des procédures différentes.

Pour l'Italie, par exemple, sont les trois Ministères de la Culture, de l'Environnement et des Affaires étrangers qui sont concernés, alors que pour la France, c'est le Ministère de la Culture et pour la Suisse c'est une structure spécifique de la Confédération. En outre, je vous rappelle que, jusqu'à un certain moment, il n'y a pas eu de coordination entre les trois états ; la France avait envisagé une candidature du Mont-Blanc en tant que site naturel et culturel à la fois, alors que l'Italie avait mis l'accent uniquement sur sa qualité de site naturel. Dans tous les cas, en 2017 la conférence transfrontalière Mont-Blanc et les représentants territoriaux qui la composent ont décidé de lancer la procédure nécessaire pour présenter le dossier de candidature Mont-Blanc au patrimoine mondiale de l'UNESCO ; à ce propos, l'espace Mont-Blanc a joué un rôle fondamental pour créer une équipe transfrontalière d'experts qui a ensuite élaboré un projet commun de candidature du Mont-Blanc, projet validé en 2020 par le comité exécutif de l'espace Mont-Blanc, pour l'inscription sur la liste du patrimoine mondial en tant que paysage culturel : selon la définition de l'UNESCO, il s'agit de " paysages qui représentent des créations conjointes de l'homme et de la nature et illustrent l'évolution d'une société et des occupations humaines, au fil du temps, sous l'influence des contraintes des opportunités présentes dans l'environnement naturel et sous l'effet des forces sociales, économiques et culturelles successives, internes et externes ; leur protection peut contribuer aux techniques modernes d'utilisation durable du territoire et de conservation de la biodiversité ".

La prochaine étape sera l'inscription à la "Tentatives list", c'est à dire la liste nationale des propositions, ou plutôt, les listes des propositions des trois états, pour signaler, ainsi au centre du patrimoine mondial, l'intention de demander l'inscription du massif du Mont-Blanc à la liste du patrimoine mondial ; ce n'est qu'à partir de ce moment qui commencera véritablement la présentation de la candidature.

Pour ce qui est de la deuxième question, en revanche, pour le second point de cette interpellation, la frontière entre la France et l'Italie au sommet du Mont-Blanc, aucune nouvelle discussion n'a eu lieu, mais vous n'êtes certainement pas sans savoir que ces controverses sont généralement soulevées à la belle saison, quand la voie normale pour l'ascension au sommet se déroule sur le territoire français.

Sur ce point, il est d'ailleurs important - même sans se baser sur l'examen des cartographies officielles des deux états et sur les débats qui en découlent - de souligner des aspects : tout d'abord, les arrêts des maires de Saint-Gervais et de Chamonix ont été dictés par les impératifs de sécurité, puisque - et que cela nous plaise ou non - la cartographie officielle française situe le sommet du Mont-Blanc sur le sol français; de plus - face à l'augmentation exponentielle du nombre de personnes qui tentent l'ascension de ce sommet et à l'augmentation tout aussi exponentielle du dilettantisme et de l'improvisation de ces mêmes personnes - les deux maires se sont vus dans l'obligation de prendre des mesures immédiates pour faire face à cette situation-là.

En second lieu, la collaboration pratique et opérationnelle qui caractérise les professionnels du secours de Haute-Savoie et de la Vallée d'Aoste, tout comme la collaboration en place avec les professionnels valaisans sur l'autre versant, constitue une solide tradition qui ne s'arrête pas à la frontière, bien sûr, que celle-ci soit reconnue ou contestée.

Pour la troisième question, enfin, en ce qui concerne ce point, c'est depuis l'année 1980 que, dans le sillage de la convention cadre européenne sur la coopération transfrontalière, les collectivités ou autorités territoriales de la Vallée d'Aoste collaborent avec les régions des départements français, ainsi qu'avec le canton du Valais, pour effacer les frontières - par le biais de la coopération transfrontalière et d'organismes tels que COTRAO - ou pour revenir à l'interprétation de l'espace Mont-Blanc, et ce bien avant que la naissance des programmes européens comme INTERREG, dans le sillon de ce de ce que vous venez de dire.

Ce qui manquait à l'époque était la possibilité de créer des organismes dotés de personnalité juridique européenne, c'est à dire d'un outil juridique pour la gestion conjointe des aspects transfrontaliers, y compris les aspects économiques. De ce point de vue, le GECT que vous avez nommé vous aussi, créés en 2006, est sans aucun doute une solution importante ; il suffit de dire que le canton du Valais peut aussi participer même s'il appartient à un pays tiers, et d'ailleurs le rapport 2020 de l'espace Mont-Blanc a défini le GECT comme le meilleur outil-gouvernance du massif du Mont-Blanc en tant que site du patrimoine mondial de l'UNESCO.

La conférence transfrontalière Mont-Blanc, réunie le 26 de mai 2023 à Saint-Pierre, a officiellement lancé la phase de création du GECT espace Mont-Blanc et un premier projet de document constitutif - à voire la convention et le statut - a été partagé le 5 décembre dernier avec les membres de la Conférence; le travail de rédaction et de concertation se poursuivra au cours des prochains mois, avec la participation de toutes les municipalités concernées, donc valdôtaine, française et suisse, et le prochain rendez-vous c'est pour le 14 du mois de juin.

Tout de même, pour être clair, la création du GECT ne changera rien de ce qui concerne la controverse sur le sommet du Mont-Blanc, mais, d'un point de vue pratique, l'existence d'un organisme transfrontalier unique pour la gestion du massif du Mont-Blanc permet d'envisager que la ligne de frontière, à tout compte fait, c'est une question d'importance secondaire, comme vous venez de dire.

Pour ce qui est le traité du Quirinal - que nous avons essayé de porter à l'attention même des autorités françaises dans la réunion qui s'est tenue à la fin de l'année passée à Turin - nous avons bien parlé si non du Mont-Blanc, sur ce qui est la ligne de frontière, au moins des rapports intenses de collaboration, surtout sur le secours, qui arrive tous les jours presque dans notre réalité et qui confirme la nécessité d'une approche commune à cet argument.

Président - Pour la réplique, la parole au collègue Aggravi.

Aggravi (RV) - Oui, sans doute, ce n'est pas une ligne qui va changer notre vie, mais on le sait que bien souvent c'est une ligne qui a changé l'histoire de l'humanité ; donc c'est bien de comprendre, surtout là où on a des responsabilités à tous niveaux, bien vous avez fait à rappeler en répondant à la deuxième question : au-delà de ce qui peut être une vision plus nationaliste, on a des problèmes de sécurité, on a des nécessités contingentes et en effet, les mairies de l'autre côté du Mont-Blanc ont fait - ou bien les maires ont fait - ce qu'on aurait probablement fait même de ce côté.

Pour ce qui est de la candidature de L'UNESCO, on voulait tout simplement faire une mise à jour de ce qui est à connaissance de l'administration ; on le sait bien, ce n'est pas directement l'administration régionale, mais c'était bien de le faire, vu que depuis la dernière initiative au Conseil est passé bien longtemps.

Pour ce qui est de la troisième réponse, bon, je prends acte et je suis content des informations que le Président nous a données et du parcours qu'on est en train d'entamer et qui est déjà commencé ; je pense que le les travaux - pas seulement le travail qu'ont fait les professeurs, les consultants, qui ont rédigé la publication que j'ai citée aux prémisses - pourraient donner encore plus de contribution pour ce qui est des travaux que, sans doute, les référents techniques et même politiques feront.

Sans doute, le groupe européen de coopération territoriale ne doit pas se concentrer sur la ligne de la frontière, bien évidemment, mais sur la protection d'une partie de notre Vallée et même de la Savoie, une partie de l'Italie et de la France, une partie de l'Europe, une partie de l'humanité, un territoire qui, je pense, est avant tout de qui n'est pas là par hasard ...mais même pour qui veut conquérir, du point de vue sportif, le sommet du Mont-Blanc ; donc, bien ce parcours et on souhaite qu'il pourra trouver un bon résultat et, sans doute, être utile à éviter toute problématique qui pourrait entamer d'autres problèmes et, surtout, trouver une solution qui pourrait relier deux parties qu'une fois étaient la même chose.

Presidente - Bene, possiamo concludere i lavori, riprendiamo alle ore 15:00.

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La seduta termina alle ore 13:06.