Compte rendu complet du débat du Conseil régional. Les documents ci-joints sont disponibles sur le lien "iter atto".

Objet du Conseil n. 3033 du 12 décembre 2023 - Resoconto

OGGETTO N. 3033/XVI - Inizio della discussione generale congiunta sulle Relazioni della Sezione regionale di controllo della Corte dei conti, sul D.L. n. 127 (Legge di stabilità regionale per il triennio 2024/2026) e sul D.L. n. 128 (Bilancio di previsione finanziario per il triennio 2024/2026).

Bertin (Presidente) - Alla presenza di 31 Consiglieri, possiamo dare inizio alla discussione generale congiunta delle relazioni della Sezione di controllo della Corte dei conti, della legge di stabilità e della legge di bilancio.

La discussione generale è aperta. I Consiglieri sono invitati a prenotarsi. Consigliere Manfrin, ha facoltà di intervenire.

Manfrin (LEGA VDA) - Grazie Presidente. Se dovessimo definire, come si suol dire, con un tweet questo bilancio, lo potremmo definire in maniera ancora più breve di un tweet: il bilancio di Schrödinger, ovvero un bilancio che contemporaneamente presenta risorse e non ne presenta; o meglio, ne presenta molte nel 2024, per poi andare a ridursi nel 2026.

Preliminarmente, per inquadrare la questione, sarebbe stato molto più interessante esaminare questo bilancio, per trasparenza e facilità di lettura, con una distinzione che permettesse di suddividere meglio alcune voci: ad esempio, il costo del personale dipendente, magari suddividendo e quantificando anche i lavoratori interinali, i costi di personale incaricato da società esterne, le consulenze e gli incarichi.

Di sicuro, ci avrebbe fornito una panoramica più ampia su tutto il complesso del documento e ci avrebbe permesso di ragionare in maniera più precisa sull'evoluzione della spesa.

Si è in ogni caso parlato molto del pareggio a 1,8 miliardi, ne hanno parlato soprattutto alcuni membri di questa maggioranza, quasi come se a fare la differenza forse la cifra finale e non invece l'allocazione di questa cifra, ovvero che cosa si intende fare con fondi che, alla lettura della documentazione, si assottigliano via via che passa il tempo.

Non deve sfuggire però a questo Consiglio che gli aumenti di spese di questi anni sono in diverse voci imputabili alle extra risorse del PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) ed è di tutta evidenza che certi totali si raggiungono anche con un grosso apporto di risorse non proprie, quindi il già citato PNRR, e con i fondi europei, oltreché, come già rappresentato nella relazione di minoranza, per cui ringrazio il collega Aggravi, dall'inflazione che si dimostra, come ben sappiamo, un'arma a doppio taglio. Questo è quanto mai evidente se si guardano i picchi ridiscendere nel 2026.

Proprio per questa discontinuità, il documento che andiamo ad esaminare sembra non venire incontro a quelle necessità d'intervento che portano ovunque sviluppo, dai giovani al miglioramento della sanità, dalla formazione terziaria alla promozione industriale.

Collegato a questo, bisogna ricordare che, in alcuni casi, l'utilizzo di fonti proprie, invece di quelle europee, vincola molto e non si comprende quale sia la ratio dietro a queste scelte.

Un esempio è l'articolo 38 della legge di stabilità, concernente il finanziamento del Piano delle politiche del lavoro, sul quale anche i sindacati hanno mosso perplessità rispetto all'entità del finanziamento (circa 32 milioni), nel quale si predilige l'utilizzo delle risorse regionali a discapito di quelle dei fondi europei, che stanno scontando, per diverse ragioni, un deciso ritardo nella loro attuazione, con il rischio di perdere delle risorse e causa del probabile mancato raggiungimento dei target previsti da regolamenti.

Un altro esempio è l'articolo 15, sempre della legge di stabilità - e su questo avremo di cui discutere - che decide di destinare fondi regionali ai servizi per gli immigrati, incontrando - e questo l'ho trovato particolarmente curioso, anzi strano ma vero - addirittura la contrarietà della CGIL che scrive nella relazione che ci ha mandato, nero su bianco, come "i percorsi d'integrazione degli stranieri possono essere finanziati dal Fondo sociale europeo e liberare risorse del bilancio regionale".

E noi, ovviamente, non possiamo che concordare con quest'affermazione, ed ecco perché su questo specifico punto abbiamo voluto inserire un emendamento che possa, come richiesto, liberare risorse in favore delle persone meno abbienti, andando a far rivivere il prestito d'onore.

Da citare, anche a fronte di questi dati, dei risultati resi noti da un recente studio reso pubblico dal Centro studi della CGA di Mestre, dove la nostra Regione viene classificata e fa registrare un risultato che è di pochissimo sopra il PIL 2019, ovvero nel momento pre Covid (questo studio appunto misurava quella che era la differenza fra il PIL pre Covid e il PIL post Covid); mentre la Lombardia, in questo studio, fa segnare un + 5,3%, i nostri vicini piemontesi fanno segnare un + 1,6%, una regione montana come il Trentino è al + 3,4%, il Nord Ovest si attesta un + 3,9% e perfino il Sud fa segnare un + 2,3%, la nostra Regione evidenzia un asfittico + 0,2%, che di certo non giustifica certe rosee previsioni evidenziate da alcuni colleghi all'interno di quest'Aula e che evidenzia, una volta in più, come, a prescindere dai totali, sia la qualità della spesa a fare la differenza.

Importante però è ricordare che, anche durante la relazione di maggioranza, sono stati evidenziati due fattori importanti che stanno mordendo con ferocia le famiglie, ovvero l'inflazione che ha abbattuto il potere d'acquisto e l'aumento dei costi energetici.

Proprio di fronte a queste due tagliole, non si rileva all'interno del documento una risposta concreta, che possa mettere in sicurezza e concorrere positivamente ad aiutare quelle famiglie che stanno scivolando nella povertà o che nella povertà già ci si trovano.

Nell'audizione con le parti sociali questa mancanza è stata rilevata da più parti; principalmente non possiamo non citare come sia l'Associazione dei consumatori che i sindacati ritengono che ci debba essere una misura d'aiuto che possa contrastare gli effetti negativi dei rincari delle bollette e che tenga conto della condizione climatica in cui la nostra regione è inserita.

Questo è quello che da tempo, fin dal 2018, la Lega sostiene in ogni legge di bilancio e da allora prova a rimpinguare quel capitolo che è stato svuotato in maniera sconsiderata.

Fortunatamente, anche quest'anno ci sarà la possibilità di rimediare a questa mancanza grazie all'emendamento presentato che, se approvato, permetterà di dotare migliaia di famiglie di un aiuto concreto per far fronte all'aumento delle spese per il riscaldamento.

Su questo - va detto - non ci sono state voci dissonanti, anzi, mi ha stupito particolarmente vedere che sul calo del potere d'acquisto delle famiglie si sono trovate a concordare tanto Confindustria - che ha osservato come i consumi delle famiglie siano pressoché stagnanti, evidenziando che se le famiglie più benestanti utilizzino risparmio accumulato, quelle a basso reddito siano in difficoltà con le loro disponibilità erose dall'inflazione, come testimonia la caduta delle vendite di beni alimentari -, quanto le associazioni dei consumatori, che hanno lanciato l'allarme sulle quasi 5 mila famiglie che sono già in povertà energetica da parecchio tempo e che rischiano, a causa della situazione internazionale, un percorso di aumenti non indifferenti di quello che è il gas e di quella che è l'energia elettrica, con gli effetti che ben possiamo ipotizzare.

Oltre a questo, abbiamo potuto apprezzare come anche i sindacati più vicini alle posizioni dell'attuale Governo regionale abbiano espresso rimostranze circa la scarsa attenzione data verso la condizione delle famiglie più in difficoltà, ad esempio verso chi si è trovato a dover pagare mutui a tasso variabile con tassi schizzati verso l'alto, grazie ad una dissennata politica di aumenti varata dalla BCE (Banca Centrale Europea), facente parte di quell'Europa disattenta ai più deboli e alle realtà più piccole, che qualcuno vorrebbe poter replicare nel 2024.

Altro capitolo è quello che riguarda il teleriscaldamento, anche questo al centro dell'audizione e dei pareri espressi dalle associazioni di categoria che hanno fatto percepire plasticamente come tutte le persone che hanno un ISEE (Indicatore della Situazione Economica Equivalente) inferiore ai 15 mila euro, se collegati a gas o alla corrente di compagnie nazionali, possano usufruire dell'aiuto economico, mentre questo non sia trasposto a chi è stato collegato, spesso controvoglia - l'abbiamo detto più volte anche in quest'Aula - al teleriscaldamento.

Nessun aiuto, nessuna considerazione e costi superiori a quelli di mercato, e gli effetti si vedono tra quelli che vivono nelle strutture dell'ARER (Azienda Regionale Edilizia Residenziale), che non riescono a pagare neanche le spese condominiali e addirittura non riescono a pagare neanche l'affitto ed il rischio è di peggiorare questa situazione.

Anche su questo il mio gruppo ha presentato un ordine del giorno che chiede di poter liberare gli assegnatari e permettere loro di collegarsi alla fonte energetica che preferiscono, quindi a quella più conveniente.

Curiosa, infine, è la disposizione che contiene i contributi per l'acquisto, da parte di giovani, di una macchina elettrica: quanti giovani infatti conosciamo con quest'esigenza e soprattutto con i fondi necessari per effettuare questo acquisto? l rischio concreto, con questa misura, è aiutare una piccola percentuale di persone che già ha le disponibilità economiche per accedervi, mentre chi ha realmente bisogno di un aiuto rimarrà escluso; e di certo non sono le macchine elettriche la soluzione circa i problemi di emissioni di CO2 (anidride carbonica), se i dati, come sappiamo, ci dicono che l'Europa, nella sua interezza, emette l'8% del totale della CO2 in atmosfera, mentre altri continenti inquinano come se non ci fosse un domani.

Ma, d'altra parte, siamo anche la regione che, con il vostro sostegno, spende 130 milioni di euro per elettrificare una linea che porterà quale beneficio una percorrenza inferiore di ben 30 secondi ed un risparmio in termini di CO2 - come già evidenziato il collega Perron più volte in quest'Aula - che dire risibili è dire poco, ma tanto basta potersi definire green.

Parlando invece di personale, evidenzierei altre due criticità particolari che si trovano in questo documento: da una parte la mancanza della copertura di un'indennità sanitaria estesa anche agli OSS (Operatori Socio Sanitari), mancanza che discuteremo con un emendamento che stanzia i fondi necessari a quest'implementazione; dall'altra parte, come evidenziato anche durante le audizioni, permangono criticità circa le assunzioni del personale ATA, ovvero il personale ausiliario che lavora nei plessi scolastici. È stato evidenziato, infatti, come su 396 unità di personale di cui si ha la necessità, ne manchino ancora 52 su cui non si comprendono le previsioni rispetto alla copertura di questi posti vacanti.

Anche il tema dell'Università risulta, purtroppo, poco seguito, al netto degli annunci shock fatti più per stupire l'opinione pubblica che per reale rilievo della situazione esistente.

Di fronte ad un Ateneo che finalmente apre, dopo una lunga odissea, che ho avuto piacere di attraversare in qualità di rappresentante degli studenti, infatti, l'audizione dei rappresentanti attuali degli studenti, ha evidenziato un aspetto particolarmente critico della nostra Università: a fronte infatti di 400 studenti fuori sede, di cui 100/150 si fermano ad Aosta, con una stima di aumento a fronte dell'isolamento che fra poco colpirà la nostra regione (sempre in virtù della chiusura delle linee e del rifacimento dell'elettrificazione di cui sopra), gli studenti sono preoccupati perché, a fronte dei contributi e alloggio che sono usufruibili per chi si trova in quella condizione, gli alloggi disponibili sono pochi ed i prezzi molto alti, addirittura - da quello che ci hanno detto - 400/450 euro in media per l'affitto di una stanza in coabitazione con altri. A fronte di tutto questo, del nuovo dormitorio non ci sono notizie.

I rappresentanti hanno riferito che, a seguito di una riunione con il direttore generale avvenuta sei mesi fa, era stato detto che tempo un anno, massimo un anno e mezzo, lo studentato sarebbe stato pronto. La realtà è però sotto gli occhi di tutti.

Sotto gli occhi di tutti è anche un'altra iniziativa, ovvero gli emendamenti presentati. Una di quelle assurdità amministrative di cui ancora, ogni volta, nonostante io discuta il bilancio e discuta leggi che presenta la Giunta da diverso tempo, non riesco ancora a capacitarmi.

Per l'ennesima volta, abbiamo un documento, che prevede una gestazione di mesi in cui immagino venga sottoposto ai raggi X da parte dei funzionari e autorità politica, che, dopo questo attento esame, viene deliberato e poi così, quasi per caso, si buttano lì più di dieci emendamenti con i quali, ad esempio, si prenotano i fondi dell'assestamento, inserendo una lista di proprietà con una logica del "caspita! Ce ne eravamo scordati, prenotiamoli".

Particolarmente interessante, fra questi, la presenza dichiarata dal Presidente in audizione del reperimento delle coperture per i lavori di efficientamento energetico messo in piedi dall'ARER, non soltanto per il quartiere Cogne, come abbiamo detto più volte, ma in tutta la Valle, che conferma la nostra previsione: quel progetto del 110% si è trasformato in un'enorme voragine, che inghiottirà fondi su fondi e non si sa se mai verrà portato a termine.

Nel frattempo, per gli assegnatari degli alloggi rimarranno cantieri, disagi, limitazioni, case sventrate, alloggi dati alle imprese senza alcun contratto e teleriscaldamento obbligatorio a prezzi maggiorati per tutti quanti

Un bilancio quindi iniziato male, con un confronto che ha coinvolto prima le parti sociali e soltanto dopo il Consiglio e le Commissioni consiliari competenti, con una mancanza di riguardo dei rappresentanti dei cittadini che, secondo me, denota l'incertezza verso il futuro, dove quello che manca è la forte impronta politica, al punto che lo stesso Presidente si è limitato ad elencare, come se l'avesse fatto un dipendente dell'Assessorato Finanze, le varie missioni con quello che contengono e finanziano, senza un acuto, senza una rivendicazione politica, quasi a riflettere il grigiore che questa maggioranza traballante, che tiene insieme tutto e il contrario di tutto, dai comunisti imborghesiti ai moderati centristi, in un solo afflato. L'unico sussulto, come detto, gli auto-emendamenti puntuali come un orologio che arrivano dopo mesi di gestazione a modificare il testo partorito; ben undici, tra i quali troviamo uno che indica su cosa in futuro questa maggioranza di Schrödinger vorrà porre la sua attenzione, ma ahimè comunicando anche che in fase di elaborazione di quei temi se ne era proprio dimenticata.

Presidente - Consigliere Lavy, a lei la parola.

Lavy (LEGA VDA) - Grazie Presidente. Ieri era la Giornata internazionale della montagna, una montagna da cui spesso oggi si parte, una montagna che sta diventando sempre più un luogo di divertimento e non d'investimento di vita. In tanti purtroppo partono, lasciando la propria famiglia, il proprio villaggio, la propria comunità, c'è chi lo fa con dolore, altri invece - purtroppo per noi - addirittura con piacere.

Sono tanti i giovani come me che decidono di andarsene e di non tornare più, perché questa terra non offre loro possibilità di crescita.

Oggi se ne vanno i giovani delle Regioni in cui non c'è possibilità di crescita, in cui non c'è un'imprenditoria sana, che dà stimoli o un ambiente in cui si possono sviluppare le proprie idee. Ciò accade con le Regioni del Sud, ciò accade anche per la Valle d'Aosta; ma d'altronde in una Regione in cui, per decenni, si è dipinto come unico obiettivo per i propri giovani quello del posto da dipendente pubblico in Regione, che futuro ci si poteva aspettare? E il colmo adesso è che addirittura si dice oggi che ci sia una carenza di personale, di dipendenti pubblici, infatti in una buona parte del disegno di legge 127, capo II, si parla di personale e di assunzioni, e lo sappiamo, per carità: in diversi uffici c'è una carenza di dipendenti pubblici; in alcuni, ci sono un sacco di dipendenti pubblici volenterosi che lavorano con l'obiettivo di fare il bene della comunità, in altri - diciamolo chiaramente - ci sono anche tanti feignants.

Nella storia della Valle d'Aosta partivano in migliaia, stagionalmente, a fare i maestri, i maçons, i commercianti, ma poi tornavano a casa per la bella stagione, per dare una mano a fare i fieni. Partivano per le loro competenze e la loro bravura. L'emigrazione divenne poi definitiva con l'unità d'Italia e il fascismo, che spinse più di 20 mila valdostani ad andarsene definitivamente.

La domanda che dobbiamo farci ora è: al di là dei dati economici che, al netto dell'inflazione e degli effetti della chiusura del Traforo del Monte Bianco, della chiusura della ferrovia che vedremo poi nei prossimi mesi e nei prossimi anni, al di là dei dati per esempio che abbiamo sentito da La Chambre che evidenziano un numero di imprese leggermente in crescita, tranne quelle impiegate nel settore del commercio e nell'agricoltura, non è che forse noi stiamo vivendo oggi una crisi più profonda di quella che crediamo? Non tanto economica ma, appunto, identitaria.

L'aspetto economico e l'aspetto identitario sono strettamente collegati. Qual è il prototipo attuale del Valdostano? Non c'è. Abbiamo piuttosto uno stereotipo negativo oggi del Valdostano, del bacàn.

Qui mi collego con l'articolo 23 del disegno di legge 124, riguardante la prevenzione suicidi, con un accostamento forse che potrebbe essere visto come un po' tirato ma che in realtà non lo è, perché bisogna chiedersi un attimo quali sono le cause di questi suicidi, chi si suicida, in che Comuni maggiormente si è propensi a suicidarsi.

La sensazione è che oggi in tanti, maggiormente rispetto alla popolazione valdostana, siano proprio i Valdôtains de souche più propensi al suicidio ed è necessario, per costruire una politica di prevenzione, capire le motivazioni che stanno alla base di questi gesti, i luoghi in cui vivono queste persone, anche il cognome di queste persone, perché si evidenzia, credo, un problema sociale, sociologico, che accomuna tante Regioni di montagna e di minoranze e non solo. Per cui oggi la propria comunità non diventa un trampolino, ma spesso diventa una gabbia e qui si lega tutto al tema dell'alcolismo.

Collegandosi a questo tema, per quanto riguarda il comparto della salute, è già stato fatto un quadro generale, e sicuramente se ne parlerà oggi a iosa, perché giustamente è la parte più importante del bilancio. La Missione 13 passa da 473 milioni di euro per il 2024 a 376 per il 2026, sicuramente fatto legato ai minori investimenti che nel triennio passano da 131 a 47, ma anche al minor finanziamento ordinario corrente per la garanzia dei LEA (Livelli Essenziali di Assistenza) che cala di 11 milioni nel triennio.

Aspettiamo dunque, anche qui, i trasferimenti correnti futuri. Trasferimenti correnti che sono ormai una colonna portante del bilancio regionale, che forse oggi sono inevitabili, diciamolo chiaramente, a causa dei fondi statali, fondi europei, ma bisogna anche appunto saperli maneggiare con cura, perché, si sa, di cattedrali nel deserto in Valle purtroppo è pieno.

63 milioni e 780 mila euro di trasferimenti correnti per il 2024, 31 milioni per il 2025 e 24 milioni nel 2026: altro che "politica dei rubinetti", verrebbe da dire.

Un esempio però di aspetto positivo che potrebbe provenire da questi trasferimenti correnti è per esempio quello del REPowerEU per sviluppare il settore energetico europeo, viste appunto le guerre tra Ucraina e Russia e in Medio Oriente.

È un bene che sia stato richiesto un finanziamento anche per CVA (Compagnia Valdostana delle Acque) riguardo a questo fondo, in modo, per esempio, da potersi concentrare sul revamping delle centrali che ormai sono datate e poco efficienti rispetto alle possibilità tecnologiche attuali.

Invece, un esempio, che purtroppo è diventato negativo, è quello del Bando Borghi.

A livello regionale c'è stata, credo, assolutamente buonafede da parte di tutti; la malafede forse è stata di chi ha concepito un programma del genere a livello centrale, perché dare 20 milioni ad un Comune così, tout court, non pensando a tutte le problematiche future, è appunto da pazzi, e abbiamo appreso purtroppo dei ritardi e della preoccupazione che c'è da parte del Sindaco di Arvier, e non solo ovviamente, anche dell'ente Regione, dato anche dal fatto che, per esempio, non si può neanche utilizzare il trust, il comodato d'uso per acquisire i fabbricati nel borgo di Leverogne; quindi si dovrà cambiare destinazione per quanto riguarda l'intervento su alcuni immobili.

La Regione, con l'articolo 19, dà un contributo straordinario di 273 mila euro per il rafforzamento delle capacità amministrative del Comune di Arvier, in deroga alla legge 48, sgravando anche l'ambito con i Comuni di Valgrisenche, Saint-Nicolas e Avise. Provengo da lì, quindi so benissimo le difficoltà che ci sono state, anche a livello prettamente di dipendenti nell'ambito, che giustamente da un lato si concentravano maggiormente sul progetto del Comune di Arvier.

Altro tema centrale, ovviamente, da qui ai prossimi anni è quello dei trasporti.

Con la chiusura del Traforo del Monte Bianco vedremo fra qualche settimana i primi risultati degli effetti di questa prima chiusura, la chiusura della tratta ferroviaria che può avere ripercussioni sicuramente negative, perché può portare alla creazione di un effetto di cosiddette scelte collettive, effetto che viene anche ribadito dalla stessa Banca d'Italia, per cui la Valle d'Aosta rischia di essere vista come isolata. Sono tutti degli aspetti che da qui ai prossimi anni saranno centrali.

Elettrificazione che, è già stato detto, porta a pochi aspetti positivi: forse uno dei pochi è che appunto ci sarà un intervento puntuale su alcune stazioni per consentire l'ingresso contemporaneo dei treni creando una sorta di piccolo incrocio dinamico.

Sul bilancio si passa da uno stanziamento di 147 milioni nel 2024 a 110 nel 2026, e spicca appunto il contributo di 2,3 milioni per l'acquisto di veicoli a bassa immissione per l'installazione di stazioni di ricarica domestica.

Si dà dunque per scontato il fatto che l'elettrico rappresenti un po' il futuro; personalmente ho i miei dubbi, basta testarlo: l'elettrico credo sia l'aspetto che più è negativo per la montagna perché se si usa un'auto elettrica in salita consuma il triplo. Poi a livello mondiale, ultimamente, ci sono state anche delle prese di posizioni importanti, per esempio dal Presidente del Consiglio di Amministrazione della Toyota che ha appunto dimostrato come in realtà l'elettrico non per forza rappresenti il futuro. Quindi non si capisce benissimo la ratio di questa misura.

La soluzione, almeno parziale, per il futuro della Valle d'Aosta, sta nello sviluppo dell'imprenditoria. Le associazioni audite, comunque, hanno specificato che la legge 7/2003, la 14/2011, la 8/2016 sono tutte leggi che devono essere centrali per l'insediamento e la nascita di nuove imprese e per dare una mano a quelle già esistenti.

In più, con l'articolo 44 del disegno di legge n. 127, "Fondo rischi per favorire accesso al credito delle PMI (Piccole Medie Imprese), insieme poi anche al bando per la Zona franca della ricerca di 1 milione e 350 mila euro, si può finalmente pensare ad uno sviluppo imprenditoriale in Valle d'Aosta, cosa che purtroppo negli ultimi decenni era stato molto vago.

Manca forse una regia che, insieme ovviamente alla Regione, potrebbe essere un'Università o uno spin-off di essa, sfruttando appunto il fatto di essere una regione di confine fra l'Italia, Francia e Svizzera, e questo magari permetterebbe veramente di far sviluppare la Valle d'Aosta per diventare davvero una piccola Silicon Valley.

Anche per ciò che concerne l'agricoltura è fondamentale dare un sostegno allo sviluppo imprenditoriale. Per troppo tempo si sono dati contributi a pioggia, mettendo sullo stesso livello chi lavora male e chi lavora bene, e non c'è stata una chiara visione di quale Valle d'Aosta, dal punto vista agricolo, si vuole avere: vogliamo avere grandi aziende o vogliamo avere piccole aziende che su tutto il territorio regionale mantengono appunto i prati, i pascoli, i boschi?

Il tema delle multifunzionalità poi lo affronteremo sicuramente, perché è un modo per dare un reddito anche alle piccole aziende che oggi soffrono essenzialmente di ricambio generazionale, per cui avere una piccola stalla non viene più visto come redditizio e quindi una volta in pensione i padri, i figli non riprendono più l'attività. Ne abbiamo già avuto modo di parlare, assessore Carrel, riguardo appunto il sostegno dei piccoli nel DEFR (Documento di Economia e Finanza Regionale). Parlando per esempio anche della legge 17/2016, le cui modifiche sono finanziate da 3 milioni di euro, e si specifica appunto che - è scritto nel testo della legge - l'obiettivo è anche di aiutare le micro-aziende.

Ora siamo tutti d'accordo, poi però uno va a vedere la definizione di "micro azienda" che è presente nell'allegato 31, articolo 2 del regolamento 702/2014, e si dice che appunto all'interno del PMI si definisce micro impresa "Un'impresa che occupa meno di dieci persone e realizza un fatturato annuo ed un totale di bilancio annuo non superiore a 2 milioni di euro".

Quindi, quale grande azienda nella Valle d'Aosta, agricola o zootecnica, non supera questa soglia? Questa legge comprende tutti. In realtà, appunto, aiuti ai piccoli non è che si diano più di tanto, ma lì bisognerà poi valutare anche bene certi periodi di accesso, ma di questo poi parleremo in futuro, in occasione della discussione di eventuali modifiche a questa legge.

Tutela dei più piccoli significa sostenere gli esercizi di vicinato: è bene che si lavori ad una misura strutturale. Anche qua però bisogna ragionare magari su un allargamento delle maglie, perché comunque ci sono alcune attività in alcuni Comuni assolutamente essenziali, che non hanno avuto in questi anni accesso a questi contributi, semplicemente perché magari stanno aperte tutto l'anno e quindi superavano il limite di fatturato e avevano magari qualche dipendente in più.

Come in questi ultimi anni, questo è un bilancio che paga il fatto di essere troppo vicino al DEFR, per cui le parole di tanti si ripetono e sono simili al dibattito che abbiamo avuto qualche settimana fa.

Un bilancio ricco, evidentemente, e qui mi permetto di dire che era anche difficile in qualche maniera non accontentare tanti. Poi ovviamente c'è il gioco delle parti, per cui da questa parte si dice che in prospettiva ci saranno meno soldi ma se si raggiunge il picco, è ovvio che prima o poi si cala; dall'altra parte invece si lodano tutte le risorse messe in campo.

Lei, presidente Testolin, ieri ha usato la parola "sostenibilità" per definire questo bilancio: è assolutamente corretto, cioè un bilancio non sostenibile sarebbe molto negativo, però in un bilancio che è praticamente quello di metà mandato, forse ci si poteva aspettare uno slancio in più, lo si vede appunto dalla legge di stabilità, che non ha niente di così "forte". E forse questo è dato dal fatto anche del rimpasto di Governo, perché alcune azioni portate avanti, o sono state un minimo rivisitate, o alcune per esempio cancellate.

C'è una diversità di visione di fondo su alcuni aspetti: per esempio, la maggioranza dà un sacco di finanziamenti agli enti locali, da parte nostra, del gruppo Lega, c'era più un'attenzione sulle famiglie (la questione del Bon de Chauffage, è già stata citata e quindi non sto a soffermarmi).

Avere però un bilancio corposo, senza avere una visione di quello che si vuole dare alla Valle d'Aosta, porta tutta una serie di rischi che avete già vissuto, io no, non ero ancora nato: quello che successe dopo la riforma del riparto fiscale, l'IVA da importazione e quant'altro, per cui i bilanci troppo ricchi hanno portato poi a fare delle scelte che paghiamo ancora oggi. I vari centri polifunzionali di ogni Comune che sono lì, centri polifunzionali di cui nessuno sa cosa fare.

Questo non è l'esempio da seguire, quindi questa visione in alcuni membri della Giunta la vedo, in altri molto meno.

C'è da augurarsi che le scelte prese in questi anni, e soprattutto con questo bilancio, non diventino degli enormi buchi nell'acqua, come purtroppo abbiamo già visto in passato. Grazie.

Presidente - Consigliere Marquis ha facoltà di intervenire.

Marquis (FI) - Grazie Presidente. Stiamo entrando nella discussione del bilancio triennale 2024-2026, è il momento più importante dell'anno per una pubblica Amministrazione, e sicuramente questo bilancio è stato gestito in una fase storica non semplice anche per la Valle d'Aosta. Viviamo l'eredità di una pesante pandemia, di guerre, con delle conseguenze che si sono riverberate sotto il profilo sociale ed economico con importanti conseguenze: grandi mutamenti demografici, il problema dei giovani, fragilità sociali che crescono, aumento della povertà, un tessuto produttivo che non si riesce a rinvigorire al netto di quello che è l'operato della pubblica Amministrazione.

Siamo chiamati a delle grandi sfide che attengono i mutamenti climatici, la transizione energetica e con ciò che ne consegue, anche il riposizionamento turistico a seguito di queste considerazioni.

Credo che mai tante difficoltà si siano sovrapposte in una fase politica come questa; è una sfida che bisogna saper cogliere. Non tutto sicuramente dipende dalla pubblica Amministrazione, ma in Valle d'Aosta la pubblica Amministrazione ha un ruolo più rilevante che in altre Regioni. Questo in forza e a causa della forte presenza nel settore economico.

Per gestire una fase di questo tipo ci va coraggio, perché per affrontare i cambiamenti non possiamo affrontarli con una gestione di continuità, ci va un approccio un po' diverso con la capacità d'innovare nel metodo e nel merito. Purtroppo, questo coraggio non riusciamo a leggerlo in questo bilancio che andiamo a commentare da forza chiaramente d'opposizione. Abbiamo seguito ieri con attenzione le relazioni che sono state presentate - una relazione, quella del collega Aggravi, che ha suscitato degli stimoli per poter intervenire-; sono state fatte delle considerazioni politiche. Purtroppo dalla relazione del relatore di maggioranza non abbiamo avuto questi stimoli perché abbiamo avuto modo di leggere e di sentire una rappresentazione meramente tecnica del bilancio come somma di numeri ed iniziative; credo che non sia questo l'obiettivo della giornata, che si prefigge di parlare della visione che sta a monte del bilancio e di quali sono gli obiettivi che si intendono perseguire sotto il profilo generale. Perché potremmo stare qui ad elencare migliaia di voci ma non credo che sia questo l'obiettivo della giornata.

Venendo nel merito, due considerazioni sulle entrate: abbiamo avuto modo anche noi di assistere alla presentazione che è stata fatta del bilancio, un bilancio che quest'anno pareggia su 1.800 milioni, quindi c'è stata una narrazione mediatica di somme molto più rilevanti a disposizione rispetto al passato. Io credo che sotto questo profilo vada posta particolare attenzione: già il collega Aggravi ha evidenziato quest'aspetto ieri nella sua introduzione, ma volevo anch'io dire due parole.

Sostanzialmente dal bilancio 2023-2024 la somma dei titoli delle entrate, dal titolo 1 al titolo 5, mette a disposizione 19 milioni di euro in più sul 2024 rispetto al 2023; il resto, che ci troviamo in più, sono la crescita del fondo pluriennale vincolato (che sono i fondi differiti già impegnati nello scorso esercizio,) e l'applicazione della quota di avanzo d'amministrazione, che portano, assieme alle partite di giro, a 1.800 milioni; ma, di fatto, abbiamo 19 milioni in più di entrate.

Se poi andiamo a fare un'analisi di come sono composte queste entrate, ci sono anche degli elementi che possono essere utili alla nostra discussione.

Il titolo 1, che è quello più rilevante, mette a disposizione 1.247 milioni, 150 milioni di tributi propri e 1.097 milioni di compartecipazione ai tributi erariali.

Se noi andiamo a vedere la composizione di queste entrate, nei tributi propri la voce più rilevante è l'IRAP; all'interno della rilevanza dell'IRAP, la voce più significativa è quella del contributo della pubblica Amministrazione, non del settore produttivo valdostano privato. Quindi l'IRAP è generata, per la maggior parte, dall'attività della pubblica Amministrazione. Questo evidenzia qual è la pregnanza della pubblica Amministrazione all'interno del sistema produttivo valdostano.

Se andiamo a vedere poi la voce "compartecipazione dei tributi erariali", la voce più rilevante è quella dell'IVA, sulla quale ritornerò dopo.

Altra considerazione, perché è difficile fare dei raffronti anno su anno perché non sempre danno contezza di quelle che sono le tendenze che ci sono a livello bilancistico, se consideriamo almeno due anni; facendo un raffronto tra il 2022 e il 2024, vediamo che abbiamo a disposizione 280 milioni in più a bilancio, che sono ripartiti 54% sulle spese correnti e 46% sulle spese d'investimento.

A fronte di una situazione che era consolidata di funzionamento della pubblica Amministrazione, c'è stata anche una significativa crescita di spese correnti a svantaggio di quelle che sono le spese d'investimento che servono per dare sviluppo all'economia e a rafforzare gli investimenti.

Se poi entriamo nel merito, come dicevo prima, delle entrate, ci sono alcuni segnali che sono da non sottovalutare: nel 2022 l'IRPEF valeva 360 milioni, oggi vale 390 milioni; nel 2022 l'IVA valeva 325 milioni, oggi vale 417. Significa che abbiamo un incremento di poco meno di 100 milioni di IVA. Ieri il collega Aggravi è entrato nel merito di cosa significa un incremento di IVA così notevole: è derivato dalla grande inflazione che, di fatto, ha impoverito la popolazione valdostana, perché sono aumentati i prezzi del costo della vita, i prezzi dei prodotti energetici e tutto questo ha riverberato sull'aumento dell'inflazione e sull'incremento dell'Iva.

Queste considerazioni fanno anche poi ragionare su quella che è la nostra autonomia finanziaria, perché si è autonomi nella misura in cui si hanno risorse da gestire sulle quali ci si può auto-determinare; le risorse che sono pregnanti di questo bilancio non ci consentono di essere auto-determinati, viviamo di finanza sostanzialmente derivata perché le scelte non dipendono da noi. Se ci fosse una mutazione d'approccio dallo Stato nei confronti dell'IVA, potremmo subire delle pesanti conseguenze.

Sotto il profilo invece della spesa, rimanendo ancora sul livello generale, abbiamo tenuto conto del fondo pluriennale vincolato e di tutti gli apporti a bilancio di circa un centinaio di milioni di più a disposizione; di questi 100 milioni, 67 in più sono stati messi nella sanità per investimenti.

Se teniamo conto che abbiamo un incremento di 50 milioni del costo del personale, di fatto abbiamo 20 milioni in meno a disposizione dell'anno scorso per i vari Assessorati, tant'è che, se andiamo a vedere le singole Missioni, su 18 Missioni, al netto delle partite di giro e del debito pubblico, ci sono 7 Missioni che hanno qualcosa in più rispetto all'anno scorso e 11 Missioni che hanno meno risorse a disposizione del bilancio 2023. Questo è un dato significativo, perché 11 Missioni su 18 hanno delle risorse inferiori rispetto a quelle che sono quelle dell'anno scorso.

Per quanto invece concerne la gestione, c'è da rilevare che il bilancio sta diventando un bilancio quasi semestrale, non più un bilancio annuale, perché la parte più significativa del bilancio viene considerata nell'avanzo di amministrazione. È un avanzo di amministrazione che è crescente ogni anno, l'anno scorso sono stati messi a disposizione, con l'avanzo d'amministrazione, con i vari assestamenti, 317 milioni di euro, che valgono tanto quanto quelli che sono gli investimenti in fase di bilancio triennale previsionale.

Questo credo che sia un problema, perché l'avanzo di amministrazione è sempre stato considerato un'appendice, un'integrazione, rispetto al bilancio previsionale; quando si arriva ad un livello per cui l'assestamento diventa preponderante quasi a livello di disponibilità finanziaria sugli investimenti rispetto al bilancio previsionale, c'è un problema che si riverbera sulla gestione amministrativa, perché il bilancio previsionale inizia ad essere applicato dalla sua approvazione dai primi mesi dell'anno a venire, dopodiché si arriva a metà dell'anno, si fanno gli assestamenti, c'è la pausa estiva e i soldi dell'assestamento, che sono la parte più pregnante, vengono messi a disposizione degli uffici dal mese di settembre. Ci sono due mesi per cercare di utilizzare e mettere in atto dei progetti, e quindi gli uffici vanno in grossa difficoltà; sarebbe molto meglio se ci fosse una programmazione annuale, dove si mettono a disposizione tutte le risorse e si riescono a pianificarne l'uso in un'unica sede contestuale, perché, diversamente, c'è un grosso dispendio di energie sotto il profilo amministrativo, che porta tutti gli anni ad aumentare questo numero.

È un loop negativo che, di anno in anno, porta delle conseguenze che non sono facili sicuramente da gestire e che riverberano dei problemi. Diventa anche difficile discutere la bontà o meno delle singole Missioni; faccio degli esempi, basta confrontare i previsionali con gli assestati per renderci conto di cosa sta succedendo. Prendo alcune Missioni: "Tutela e valorizzazione dei beni e delle attività culturali", è partita nel 2023 con 44 milioni, in assestamento diventano 69, adesso diventano 45 nel previsionale. La Missione 9, "Sviluppo sostenibile, tutela del territorio", parte con 89 milioni nel 2023, 213 milioni nell'assestamento, 80 milioni nel previsionale 2024.

"Soccorso civile", parte con 27 milioni nel 2023, 43 milioni nell'assestato, 32 milioni adesso. "Sviluppo economico, competitività", parte con 40 milioni nel 2023, 70 milioni nell'assestamento, 37 milioni nel bilancio 2024. "Politiche del lavoro", parte con 35 milioni nel 2023, 64 milioni, poi diventati 37 milioni.

Voi capite che è anche difficile fare dei commenti sotto il profilo politico, di cosa c'è, cosa non c'è, cosa manca, perché se noi oggi diciamo: "in un Assessorato manca questo", qualcuno si alza e dice: "ci penseremo poi nell'assestamento, è una cosa di cui teniamo conto, sappiamo che avremo numerose risorse disponibili a venire".

Quali segnali ci sono anche ad esempio sulle entrate?

Sulle entrate, dal 2022 al 2024 è calata del 33% l'imposta di registro, sono calate le imposte di bollo del 7,50%, l'imposta ipotecaria del 24%, i diritti catastali del 21%.

Questo significa che il mercato immobiliare ha dei problemi, che devono essere presi in carico e che ad oggi non sono gestiti, perché se i proventi che derivano dagli atti che vengono fatti sul territorio diminuiscono, questo è un dato emblematico di come sta andando quel tipo di settore, che ha sempre dato delle grosse soddisfazioni ed un grosso apporto allo sviluppo economico della Valle d'Aosta. Il settore delle costruzioni oggi è in una situazione di stagnazione e dovremmo essere tanto più preoccupati quanto più si avvicina la fine della gestione del 110. Questo bonus in qualche maniera ha tenuto in piedi gli investimenti in questi due anni dove alcuni ne hanno potuto beneficiare.

Poi facciamo delle piccole considerazioni a livello di alcune voci e di alcune Missioni: la Missione 13, per fare un esempio, che è quella della salute, 473 milioni nel 2024, le spese correnti sono 341 milioni. Se noi andiamo a vedere al 2021, le spese correnti nella sanità erano 264 milioni. Abbiamo messo a disposizione della sanità 70 milioni di euro in più all'anno, il 30%.

Credo che se andassimo a fare una verifica su tutto lo Stato italiano, non ci sarebbe nessuna Amministrazione che ha fatto lo sforzo che ha fatto la Valle d'Aosta d'incrementare le disponibilità in spesa corrente del 30% sul funzionamento della sanità, ma con quali risultati? Secondo voi il cittadino se n'è accorto? Il cittadino si è accorto che la situazione è peggiorata, e qui viviamo un paradosso, non basta mettere soldi, perché la politica dice: "ho messo i soldi, ho fatto il mio lavoro".

No, c'è un problema di come vengono gestiti i soldi, perché se oggi andiamo a fare una richiesta ai cittadini, "qual è il gradimento del servizio?", è un gradimento che sicuramente è inferiore rispetto a quello che c'era nel 2021. Le liste d'attesa da allora sono aumentate e gli interventi chirurgici sono diminuiti, quelli che vengono fatti in Valle d'Aosta, quindi c'è un problema, ma è anche sbagliato dire che si potrà organizzare in modo migliore la sanità quando ci sarà l'ospedale nuovo, perché sennò è solo un rimandare la gestione e la presa in carico di una situazione di oggettiva difficoltà che stiamo vivendo.

Il problema è di natura organizzativa, non è un problema del fabbricato, il fabbricato andrà aggiornato perché non risponde più alle esigenze attuali, va bene, ma la qualità del servizio non è addebitabile a come è configurato fisicamente l'ospedale.

I problemi sono ben altri e ben più profondi e bisogna analizzarli sotto questo profilo, non bisogna dire, come abbiamo sentito ieri velatamente: "quando ci sarà l'Ospedale nuovo, avremo modo di poter riorganizzare la gestione della sanità".

La gestione della sanità bisogna organizzarla oggi perché sennò sarà troppo tardi, e soprattutto se ne deve prendere in carico quest'Amministrazione, non demandare a quella successiva.

Così come il funzionamento e la revisione dell'organizzazione amministrativa: è stato acquisito lo studio che è stato prodotto dalla SDA Bocconi che ha detto tante cose, su come bisogna procedere, cosa bisogna fare. Anche su quello possiamo in parte capire, ma si dice sostanzialmente, per la parte più rilevante: "ci dovrà pensare la prossima Amministrazione", quindi da qui al 2025 continuiamo a vivere come abbiamo vissuto sino ad oggi, senza apportare delle grandi innovazioni.

Ma attenzione, come dicevo prima, in una fase di cambiamento, se non apportiamo delle innovazioni anche sotto il profilo del metodo e del merito, continueremo a dare delle risposte che non sono adeguate, perché non basta riempire i capitoli di risorse; va bene che mettiamo a disposizione della scuola le risorse, a disposizione dell'Institut Agricole, dell'Istituto Don Bosco, va tutto bene, ma la valutazione del risultato non è in funzione delle risorse che mettiamo a disposizione.

Cambieranno i programmi della didattica? Saranno adeguati a quelle che sono oggi le aspettative del mondo del lavoro sulla formazione delle competenze dei giovani?

Finché non entriamo nel merito di quegli aspetti, continueremo a mettere soldi, ma non cambierà niente rispetto alla situazione che abbiamo consolidata, non è che rimpinguando dei capitoli risolviamo i problemi della Valle d'Aosta, perché quando abbiamo avuto modo di sentire anche le categorie nell'audizione di bilancio, c'è una cosa che più di tutte mi ha preoccupato: Confindustria e i rappresentanti degli artigiani hanno detto che non sono previsti, da parte dei loro iscritti, degli investimenti che vanno oltre a quelli di impellente necessità.

Cosa significa questo? Che quando un imprenditore non vede degli investimenti nella sua attività, è perché non ha fiducia nel futuro, non vede un quadro chiaro di riferimento, perché se ci fosse un quadro chiaro di riferimento e ci fosse fiducia nel futuro, succederebbe quello che è successo alla fine del secolo scorso: che le imprese investivano.

Anche questa modalità di gestione del bilancio in due fasi annuali non porta chiarezza per chi guarda questi atti e deve investire, così come il rappresentante di Confcommercio ci ha detto: "abbiamo fatto delle richieste d'investimento, ci viene detto che non c'è il dirigente, è un anno/un anno e mezzo che i nostri iscritti aspettano il finanziamento di pratiche".

Credo che questo sia un problema per chi svolge dell'attività, dobbiamo essere anche più attenti sotto questo profilo, perché è inutile scrivere tanti numeri su dei fogli di carta se poi i numeri non si trasformano in risorse che vanno in circolo.

A questo proposito c'è anche da dire che abbiamo una situazione di difficoltà di spesa, basta guardare anche la dimensione del fondo cassa.

Nel 2019 c'erano 219 milioni di fondo cassa, oggi ne abbiamo 770 milioni. Se il trend rimarrà questo, nel 2025 festeggeremo il miliardo di euro di fondo cassa, ma un fondo cassa di questi livelli non è un buon dato per una pubblica Amministrazione, è il significato più chiaro che sostanzialmente c'è difficoltà nel mettere a terra gli investimenti, c'è difficoltà a far circolare il soldo.

Sicuramente stiamo vivendo dei grandi problemi che, come ho detto nella parte iniziale, non sono presi sufficientemente in carico. C'è il problema della povertà: la povertà si sta diffondendo anche in Valle d'Aosta, lo vediamo a seguito dell'aumento dei costi energetici, a seguito della gestione della casa - entrerà poi il mio collega più nel dettaglio anche di quella che è l'edilizia residenziale pubblica e sulle problematiche che vivono quelle persone meno abbienti -, ma preoccupa anche tutta la situazione che c'è nel mercato libero.

Abbiamo 2 mila famiglie che hanno meno di 7.500 euro di ISEE a disposizione, queste famiglie non riescono a pagare l'affitto, non basta quel contributo che viene erogato e che è previsto oggi per poter cercare di "sbarcare il lunario". Sono tutte famiglie che hanno eroso tutti gli ammortizzatori che avevano a disposizione, i risparmi all'interno dei rispettivi nuclei, ma oggi si trovano in una situazione ridotta all'osso.

Ci sono tanti altri temi, lo stesso BIM (Bacino Imbrifero Montano), il cui Presidente Creton è venuto in audizione, perché sul BIM si confida molto in questa fase nel mettere a terra degli investimenti riguardo al sistema idrico integrato, e ci ha detto che cominceranno a valutare come valorizzare i 27 milioni che hanno in cassa e che attualmente non hanno imminenza di spesa.

Cosa sta a significare questo? Che vedranno come investire questi soldi in banca, perché non riescono ad avere le progettualità nel breve per poter essere appaltate delle opere. Questo è un campanello ulteriore d'allarme.

C'è tutto il tema dei trasporti e della mobilità, per cui non si è ancora forse valutato a sufficienza qual è l'effetto che ci sarà nei prossimi periodi, su quello che andremo a vivere in questo settore con la chiusura della ferrovia, con le difficoltà che ci sono al Tunnel del Monte Bianco. Ci saranno delle ripercussioni, a nostro avviso, significative sull'economia della Valle d'Aosta e sulla mobilità dei valdostani; mobilità di coloro che lavorano, di coloro che utilizzano per altre ragioni i mezzi di trasporto anche pubblici.

Non sarà sicuramente una fase facile quella che andremo a vivere in questo periodo.

Per quanto ci riguarda, siamo consapevoli che la sfida è difficilissima, quindi non è sicuramente una questione semplice da affrontare, ma non affrontandola non le si può dare delle soluzioni.

Presidente - Consigliera Erika Guichardaz, ha facoltà di intervenire.

Guichardaz E. (PCP) - I disegni di legge che discutiamo oggi arrivano a distanza di poco tempo dal Documento di economia e finanza regionale, anzi, sono stati presentati prima dell'approvazione di quel documento e. inevitabilmente. le criticità che abbiamo evidenziato in quella discussione le ritroviamo in questi atti.

Manca una vera e propria programmazione finanziaria e non vi sono le risposte ai bisogni dei Valdostani, per cui sappiamo già che la grave crisi economica e sociale c'è ancora e purtroppo perdurerà.

Non entrerò quindi nel dettaglio delle singole spese, ma farò un discorso più in generale partendo dal metodo. Come abbiamo detto in discussione del DEFR, il bilancio è stato presentato prima all'esterno che all'interno della Commissione; i documenti richiesti nelle varie audizioni sono arrivati a ridosso della discussione di oggi, non permettendoci di fatto di analizzarli con attenzione e emendamenti di peso del Presidente, soprattutto in materia contrattuale di personale, sono arrivati il 30 novembre, dopo l'audizione dei sindacati, a partire dall'ennesima proroga delle PPO (Particolare Posizione Organizzativa).

Sin dalla presentazione del bilancio di previsione, la stampa e i vari commenti politici hanno dato molto risalto al totale complessivo del bilancio, che pareggia nel 2024 su un importo di 1,8 miliardi di euro, con un incremento di circa 96 milioni di euro rispetto alle previsioni iniziali del 2023.

Come evidenziato sia nella relazione del Presidente, sia nella relazione del consigliere Aggravi, in realtà le entrate finali (quindi le risorse che si prevede di accertare nell'anno e disponibili per i programmi di spesa) passano da 1,522 miliardi a 1,541 miliardi, con un incremento di 19 milioni, pari all'1,22%, ridimensionando di molto l'effetto incremento del bilancio di cui si parlava prima, soprattutto se raffrontato al tasso di inflazione.

L'incremento complessivo per la differenza è dato dalla crescita del Fondo pluriennale vincolato - come ha ricordato prima il Consigliere Marquis -, che sappiamo essere un meccanismo contabile per reiscrivere a bilancio risorse di anni precedenti, già impegnate per interventi, che non hanno trovato concretizzazione nell'anno, semplificando interventi già programmati e impegnati ma che non sono stati realizzati, a dimostrazione quindi di una mancata programmazione.

Analizzando poi molto brevemente gli scostamenti dal lato spesa: si evidenzia che la spesa corrente ha un incremento di 51 milioni di euro, sostanzialmente derivanti dall'incremento della spesa per personale e dagli accantonamenti per gli aumenti contrattuali.

Quanto alla spesa per investimenti, passa nelle previsioni iniziali da circa 327 milioni del 2023 a 374 milioni del 2024, con un incremento di 47 milioni.

Se parallelamente però analizziamo il Fondo pluriennale vincolato per spese in conto capitale, passa dai 74 milioni del 2023 ai 151 milioni del 2024, con un incremento di 77 milioni di euro.

Pertanto, al netto dell'effetto, si potrebbe dire, moltiplicatore degli investimenti causato da riportare sul bilancio investimenti finanziari di risorse del 2023 e non realizzati, come peraltro correttamente prevede la normativa contabile.

Possiamo dire che gli investimenti finanziari da risorse del 2024 decrescono quindi di circa 30 milioni di euro.

Come evidenziato dalla relazione del consigliere Aggravi, poi, le risorse disponibili decrescono rispetto al 2024 di 40 milioni nel 2025 e di 90 milioni nel 2026, con una conseguente minore capacità di spesa ridotta anche rispetto al 2023. Ciò significa che dovremmo iniziare veramente a pensare agli obiettivi prioritari e a migliorare qualitativamente la spesa del nostro bilancio.

Sicuramente la fa da padrone la spesa del personale, le spese per gli incrementi contrattuali e gli accantonamenti per i futuri rinnovi hanno un peso importante in questo bilancio, pur condividendo che i lavoratori debbano avere il giusto adeguamento dello stipendio al costo della vita e che, come ha ricordato il Presidente, sono risorse che entreranno in circolo nell'economia anche regionale, è innegabile che a lungo termine l'effetto riduzione di risorse disponibili, che già in questo bilancio evidenzia per gli anni 2025 e 2026, e la crescita della spesa di personale dall'altro, aumenterà il tasso di rigidità strutturale del bilancio, con una percentuale di spesa obbligata e una riduzione delle possibilità di indirizzare la spesa agli obiettivi prioritari e ai settori delle società maggiormente in difficoltà.

Saranno sicuramente necessarie delle riflessioni ormai irrimandabili sulla riorganizzazione dell'Amministrazione regionale.

Lo studio Bocconi ha delineato delle linee per dar corso alla riforma, ma queste non si stanno rispettando, e diversi emendamenti e ordini del giorno tratteranno proprio questi temi: la mobilità del personale, la valorizzazione dei dipendenti, il taglio dei dirigenti, la semplificazione delle procedure, per dirne alcuni.

Oltre alla mancata programmazione, che continua ad aumentare a dismisura il Fondo pluriennale vincolato e gli avanzi di amministrazione sono diventati ormai dei secondi bilanci, avanzi necessari alla messa a terra di interventi ormai addirittura citati con nonchalance nelle discussioni delle relazioni. Si ipoteca anche parte del bilancio, come ha evidenziato con attenzione il consigliere Aggravi, rispetto ai fondi globali, destinati al finanziamento di nuovi provvedimenti legislativi con impegni piuttosto consistenti, circa 27 milioni di euro nel triennio.

Sono risorse che il Governo accantona per iniziative legislative, alcune avviate, altre di cui non si sa assolutamente nulla, vanificando quindi la funzione di programmazione di questo Consiglio regionale attraverso il bilancio; per cui sarebbe necessaria, anche su questo, una maggiore trasparenza rispetto a questi capitoli che stanno all'interno del bilancio regionale.

Ora, invece, alcune brevi considerazioni sul contenuto dei vari capitoli.

Il Presidente, nella relazione, ha posto come base del bilancio la sostenibilità a medio e lungo periodo, che lo stesso declina riferendosi alle politiche del lavoro, sviluppo economico, mobilità sostenibile, sviluppo energetico.

Nella stessa relazione, evidenzia che nella Missione 17, "energia e diversificazione delle fonti energetiche" sono allocati circa 2,3 milioni nel 2024, 3,6 milioni nel 2025 e 2 milioni nel 2026; forse è un po' poco per garantire delle politiche di sviluppo energetico.

Continuano poi investimenti rispetto al monitoraggio per gli effetti climatici, ma poi si tritura un ghiacciaio come se questo si auto-producesse, come se non ci fosse un domani.

Rispetto alla sanità e politiche sociali molto è stato detto, su questo tema credo che la relazione, arrivataci ieri dallo SPI (Sindacato Pensionati Italiani) CGIL, metta in luce in modo chiaro come le politiche messe in atto da questa maggioranza non tengono conto del contesto demografico e l'evoluzione della domanda sociale.

Il rialzo dell'inflazione e l'indebolimento del potere d'acquisto delle famiglie, come la crescente precarizzazione nel mercato del lavoro, nonostante l'incremento dell'occupazione, hanno avuto riflessi importanti anche sui Valdostani.

Nel 2021, il reddito disponibile delle famiglie valdostane era il più basso di quello rilevato mediamente nelle regioni del nord, e noi sappiamo invece molto bene quant'è il costo della vita nella nostra regione.

Il forte aumento delle persone che vivono da sole, la senilizzazione crescente, l'isolamento fisico e relazionale che colpisce soprattutto i grandi anziani, ma non solo.

L'evidenza empirica poi mostra ancora una significativa diffusione delle dipendenze, come l'abuso dell'alcol e il disagio psicologico, fenomeni che ancora oggi non sono adeguatamente affrontati e alcuni dati sui suicidi, sicuramente anche legati a queste patologie e non solo legati alla situazione economica, forse dovrebbero farci riflettere ancora maggiormente.

Il bilancio contiene risposte a breve termine, mentre gli obiettivi a lungo termine sono completamente assenti.

Lo stanziamento per l'ampliamento di quell'ospedale Parini, a cui poi dobbiamo aggiungere la fase 4 e 5 per la demolizione delle superfetazioni, la costruzione del nuovo polo materno-infantile, lo spostamento del Dipartimento salute mentale e il mantenimento dell'ospedale Beauregard, avrà un impatto pesante e il ritorno in termini di servizi non è dato sapere.

Ad oggi non abbiamo ancora capito cosa vi sarà in quell'ampliamento dell'ospedale, non abbiamo ancora compreso qual è la vera idea di riorganizzazione sanitaria che passa per forza dal territorio, perché i dati fornitici ieri sul Pronto Soccorso ci dicono chiaramente che rispetto a quella tematica poco o nulla si è fatto.

Altri 70 professionisti che operano in sanità hanno deciso di cessare la loro attività lavorativa in quest'ultimo anno; fra loro - se guardiamo i dati - vi sono moltissimi OSS (Operatori Socio Sanitari) e ancora una volta in questo bilancio non è previsto che l'indennità di attrattività venga estesa a questa figura professionale, che è molto importante per la sanità valdostana.

Gli impegni relativi allo sviluppo dell'assistenza territoriale non sono sufficientemente dettagliati, la questione della riorganizzazione sanitaria ad oggi non sembra essere affrontata con la dovuta attenzione.

Nei prossimi giorni farò anche un sopralluogo presso il futuro ospedale di comunità, il G.B. Festaz, proprio perché mi vengono segnalate diverse cose che non vanno rispetto a quei lavori, quindi capiremo se fare nuove iniziative rispetto a tutto questo.

Rispetto alla presa in carico dei disabili e degli anziani non autosufficienti, alla tutela della salute mentale e al contrasto delle dipendenze, la nostra Regione si posiziona oggi agli ultimi posti della graduatoria territoriale. Una situazione non accettabile, anche considerando il livello delle risorse impiegate.

Nessuna misura sulle fasce deboli. Dopo aver eliminato il Bon Chauffage, il reddito d'inclusione e il bonus social introdotto per un anno, per il 2024 per queste famiglie, per queste persone con fragilità, non c'è nulla.

Anche l'aumento significativo rispetto alle risorse sulla scuola è da imputare sicuramente agli adeguamenti contrattuali e alla necessità di appianare buchi legati alla mala applicazione di alcune leggi, come l'elargizione del bonus formazione agli insegnanti precari che, con vari ricorsi, erano riusciti a far valere i propri diritti e che finalmente trovano risposta in questo bilancio.

Sull'istruzione ben poche sono le risposte: si pensa a costruire nuovi edifici quando quelli appena consegnati fanno acqua o non sono sufficienti per le attività didattiche; lo abbiamo già detto in una scorsa iniziativa, al Bérard mancano palestre, come alla scuola primaria di Quart, e al liceo musicale fino a pochi giorni fa ci pioveva dentro.

Anche per lo studentato aspettiamo Roma, mentre anche su questo punto, viste le esigenze rappresentate dagli studenti e molti ordini del giorno, visto che si concentrano su questo, chiedono d'intervenire con celerità rispetto a questo tema.

Si pensa poi ad una seconda canna del Tunnel quando non si riescono a risolvere nemmeno i problemi del Traforo del Gran San Bernardo: anche qui, aspettiamo Roma.

Ancora una volta, nonostante le ingenti risorse, non si risponde ai veri problemi dei Valdostani e si pensa già a come ipotecare l'assestamento, sapendo di aver gestito male le risorse e avendo quindi nuovamente degli avanzi.

Riteniamo che questo bilancio nulla di nuovo ponga, anzi, molto probabilmente è peggiorativo rispetto a quello degli anni passati.

Presidente - Consigliere Cretier ha facoltà di intervenire.

Cretier (FP-PD) - Grazie Presidente. Intervengo per esprimere un parere su questo bilancio che è stato presentato e sul disegno di legge per la sua approvazione.

Veramente mi rifaccio un po' alle audizioni che sono state fatte in II Commissione, alle quali in tanti abbiamo partecipato. Chiaramente, per l'essenzialità di questo bilancio, era opportuno sentire le parti in causa, quindi ho rilevato alcuni aspetti che vorrei presentare in Aula.

L'economia valdostana è in crescita in alcuni comparti produttivi, in particolare l'edilizia, grazie anche al vituperato 110%, ai fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza e gli interventi regionali messi in campo in questi anni, mediante mutui per i privati cittadini per la prima casa ed il controllo di molte infrastrutture locali per il settore pubblico, ad esempio.

Il peso specifico dell'artigianato locale è un dato di fatto, la sua forte presenza permette interventi mirati, dalla sua parte il numero degli occupati e il trend positivo del comparto nel 2023. Come settore ha retto alla crisi, certo, con qualche frenata per il costo dell'energia, dei trasporti e delle stesse difficoltà nelle forniture; si rendono quindi necessarie iniziative di sostegno finanziario come per gli altri settori.

Inoltre, come dichiarato in audizione e nella relazione de La Chambre, è presente una preoccupazione di fondo: sono necessarie comunque alle imprese e gli artigiani liquidità e finanziamenti per il perdurare degli aumenti dei costi all'origine, per i trasporti, gli scambi e purtroppo l'imprevedibile cambio di rotta del Governo nazionale per la scadenza del bonus 110% e per le ristrutturazioni condominiali, che sommano, a livello italiano, a 85 mila unità, circa 231 mila per gli edifici unifamiliari e 115 mila unità immobiliari indipendenti che devono finire i lavori a breve.

Per alcuni vi sarà la riduzione percentuale, e questi sono normalmente dei grandi cantieri complessi per le loro dimensioni e per la tipologia di cantiere, in particolare quelli nelle città: lo possiamo vedere qui di fronte anche a Piazza Deffeyes; lavori iniziati un anno fa e non ancora terminati, che si incrociano naturalmente con altre opere pubbliche (a dirsi, le piste ciclabili). Passaggi necessari, disagi evidenti, ma scelte fatte in passato e oggi in fase di realizzazione per cambiare il volto della città.

Il Governo nazionale ha fatto delle scelte, quello che diceva ieri il collega Aggravi, il Governo dà e, a volte, il Governo prende.

Le aliquote scenderanno e nel 2025 saranno al 65%, mettendo in sofferenza i bilanci familiari di coloro che hanno preso questi impegni e che devono compensare con altre forme di finanziamento, con costi maggiori, mettendo a disposizione garanzie supplementari o utilizzando i risparmi accantonati o collassando economicamente.

Ieri, con le due relazioni, sono state elencate le scelte e gli obiettivi di un bilancio regionale importante, che detta delle prospettive di sviluppo e di sostegno.

Non starò a fare l'elenco, in questa fase del dibattito dell'articolato, ma l'intento è di creare economia e sviluppo pensando alla comunità, in particolare alla sanità, alla scuola, alle politiche sociali per le famiglie.

In questo bilancio sono messi a disposizione sostegni mirati con investimenti in tecnologia e formazione, come anche per la copertura di organici in difficoltà per il comparto unico, e diventa necessario riprendere e sostenere l'efficienza degli enti che necessitano di formazione continua, ma è evidente che gli organici sono ai minimi storici.

Siamo passati dagli anni '90, ricchi di occasioni concorsuali, al blocco delle assunzioni e ora abbiamo un gap generazionale, a cui bisogna rimediare; per non parlare dei settori tecnici specifici al minimo storico, che fanno anche parte di servizi istituzionali dedicati alle aziende agricole ad esempio.

Stiamo completando la copertura del territorio regionale con la rete tecnologica, il collegamento delle residenze per lavorare in lavoro agile (Smart Working), ma anche per connettere al meglio la Valle con il resto del mondo, e questo tema si collega all'attrattività locale per i giovani e i professionisti, per i vari settori, in particolare per la sanità, e diventa necessario rendere accogliente la regione con propri servizi sanitari, scolastici e sociali, per rendere vivibile la montagna e recuperare il grande patrimonio urbanistico esistente, sia per forme residenziali che per dare ospitalità ai lavoratori stagionali, in prospettiva di attrattività e fidelizzazione, non solo del lavoratore ma anche del turista.

In Commissione, le organizzazioni sindacali hanno espresso un parere positivo, seppur con qualche segnalazione specifica, ma credo che tutti siano in attesa degli effetti positivi sul 2024 e sugli anni a venire; un riconoscimento generale di importanti sostegni a bilancio, che devono misurare con l'impatto dell'inflazione, già detto da qualcuno.

L'aumento delle materie energetiche, comunque con una palesata curiosità di tutti, in attesa dell'efficacia delle scelte apprezzate e fatte per sostenere i vari settori economici e le famiglie.

Alcuni commenti che riporto: bene all'aumento delle risorse, risposte soddisfacenti, alcuni commenti che riportano un po' di positività, di spirito costruttivo e di relazione tra le parti, sindacati, datori di lavoro, associazioni di categoria, comparto pubblico e il legislatore.

Anche il parere del Collegio dei Revisori dei conti, che ha analizzato il bilancio preventivo, l'ha dichiarato prudenziale, "È necessario valutare la situazione economica-sociale". Non sono stati effettuati investimenti coprendoli con debito autorizzato e non contratto, nel senso che si procede con cautela con misure rispettose e importi sostenibili, coerenti con la necessità di entrata e la programmazione. Congrue le previsioni di spesa e gli obiettivi programmati, il Collegio autonomamente ha approvato la relazione finale.

Anche il CPEL (Consiglio permanente degli Enti Locali) ha espresso parere positivo, evidenziando osservazioni proprie in merito agli organici in difficoltà strutturali e la necessità di reclutare personale per il Comparto unico; misura che viene messa in atto nella legge di bilancio.

Ho fatto una specifica analisi sulla programmazione per rendere comprensibile - almeno a me, ma spero anche ai cittadini - le settantasei determinazioni, o meglio, la destinazione dei finanziamenti dell'allegato 1, il loro destino nei prossimi tre anni, 2024-2026, per comprendere l'impostazione delle autorizzazioni di spesa e le scelte di questa maggioranza rispetto alle leggi regionali.

Semplificando nella comprensione, sono determinate e accorpate in:

- 50 hanno una stabilità di sostegno finanziario programmato, una serie di leggi che hanno una continuità ed un'efficienza strutturale da sostenere nel triennio;

- 12 hanno un aumento finanziario motivato e necessario per nuovi obiettivi, ad esempio lo sviluppo della ricerca e dei trasporti o il sostegno verso enti in crescita strutturale con risorse umane e territorio, tracciabile tutto sull'allegato 1;

- 14, infine, hanno una diminuzione del sostegno per vari motivi, ad esempio su leggi che terminano il loro sostegno finanziario e per scelte politiche motivate diverse e trasparenti, norme di legge che hanno esaurito il loro corso e che hanno raggiunto gli obiettivi.

Avendo semplificato l'esposizione e il quadro delle determinazioni della legge regionale, credo sia opportuno spiegare che qui, nel bilancio, si fanno scelte ragionate in prospettiva sul triennale, si fanno scelte sempre oculate e coerenti, con un programma di Legislatura depositato all'inizio del mandato. Certo, si fanno delle scelte e si sostengono, come si fa nelle famiglie.

Ringrazio i due relatori che hanno espresso un parere a nome delle due compagini di maggioranza e di minoranza, il collega relatore di maggioranza Malacrinò, che ha esposto sinteticamente le scelte e l'impostazione del bilancio, come è prassi fare durante la presentazione, ma ringrazio in particolare il collega Aggravi che ha definito intrigante il circolo vizioso gli aiuti comunitari e che mi dà uno spunto di riflessione personale.

Per me che ho svolto una professione a contatto con le aziende agricole, riconosco essere gli aiuti comunitari molto importanti nel mondo agricolo: gli stessi hanno da sempre sostenuto e compensato il settore in una zona montana difficile, che non è la baviera tedesca o il plateau del centro della Francia, ma una Valle che necessita, oggi più di prima, di regole certe che spesso non piacciono, ma abbiamo portato casa milionate di euro in questi ultimi anni e c'è spazio per tutti, se uno vuole inserirsi nel settore, lo può fare liberamente.

Tutto questo è stato grazie anche ad un'efficienza consolidata, a pagamenti regolari e puntuali degli aiuti, ad uffici territoriali che conoscono bene le condizioni aziendali, assieme ad una capacità imprenditoriale motivata, un impegno qualificato di enti e di un associazionismo attivo e direi anche un cooperativismo solidale che forma i suoi imprenditori agricoli e li paga discretamente per le fatiche messe in campo per sopperire alle condizioni di giacitura e di altitudine.

Le società cooperative sono basate sulla mutuità reciproca, partendo dai bisogni del singolo per arrivare alla fornitura dei servizi ai soci; li seguono e gli stessi sono capaci di aderire alle misure rese disponibili per equilibrare i bilanci aziendali.

Spesso solo la passione non è sufficiente a sostenere e la stessa non paga i mutui per proseguire nel duro lavoro in montagna all'estremo ovest dell'Italia, una regione alpina fatta di sole vallate, con costi di produzione non equiparabili al resto dell'Italia.

Il settore verrà sostenuto anche con legge regionale, forse l'obiettivo di avere un'inversione della tendenza della riduzione delle aziende non è così realistico, ma per lo meno un sostenuto ricambio generazionale è possibile.

Abbiamo bisogno di sentinelle presenti nel territorio per i tanti benefici a 360 gradi, che si intersecano con gli altri settori quali il turismo. Non è solo più un connubio, come citato storicamente, ma diventa nel complesso un sistema integrato e multifunzionale di reddito.

Ho relazionato sul mondo agricolo che meglio conosco, ma vale lo stesso per gli altri settori, vale anche per il pacchetto del Fondo sociale europeo e del Fondo sociale di coesione.

L'incidenza dei costi di trasporto dell'energia e delle mutabili condizioni ambientali pesa troppo sui bilanci delle famiglie, e questo vale anche per gli altri settori della produzione delle aziende e delle imprese locali, racchiuse in questo scrigno di regione, scrigno proprio per le dimensioni rispetto alle altre regioni.

Il disegno di legge di bilancio racchiude una serie di azioni positive, dal nostro punto di vista, e che per noi si possono concretamente leggere, se vi è la volontà; esse si devono tradurre in reazioni e raggiungimento di obiettivi sostenibili per i prossimi anni con questa maggioranza autonomista progressista.

La perfezione si raggiunge non quando non c'è più niente da aggiungere ma quando non vi è più niente da togliere. Siamo consapevoli del fatto che nessuna legge è perfetta, ma ci proviamo lo stesso: una legge di bilancio concreta. Grazie.

Presidente - Consigliere Baccega, a lei la parola.

Baccega (FI) - Grazie Presidente. Forse per la prima volta in un intervento a bilancio non ho una relazione preparata, un po' perché molti documenti sono arrivati all'ultimo momento, un po' perché è stato piacevole ascoltare e rileggere gli interventi di coloro che si sono presentati in audizione e soprattutto leggere la relazione di minoranza del consigliere Aggravi, che sosteniamo e condividiamo, la relazione di maggioranza del collega che si augura che andremo a licenziare al termine dei lavori (ci mancherebbe non fosse licenziata, vuol dire che c'è una crisi di governo in atto e quindi si torna a votare. Non sarebbe male).

Al di là di questo, quella cosa che maggiormente mi ha sollecitato è ovviamente la relazione del Presidente, che parla di sostenibilità a medio e lungo termine come tematica strategica di questo bilancio, indicando gli obiettivi che potranno attuarsi. E come raggiungibili? Raggiungibili nonostante il calo di risorse che sono indicate poi nel biennio 20252-2026. Questa è un'alchimia sulla quale lavoreremo.

Certo che gli interventi che mi hanno preceduto, soprattutto quello del mio collega Marquis, sottolineano che il bilancio di previsione è un bilancio che poi si concretizza nel momento in cui si va ad attuare l'applicazione dell'avanzo di amministrazione, ed è lì che il bilancio si completa e si conclude, e alla fine avremo un risultato assestato nelle varie Missioni, che sicuramente non va a richiamare quello che viene programmato.

Se noi andiamo a guardare le molte Missioni, guardiamo la sanità per esempio, che ha un assestato mi pare di 522 milioni, ne presentiamo 473, manca qualcosa, c'è qualcosa che dovremmo definire, ma ci arriveremo strada facendo, perché questo è un bilancio di previsione, abbiamo tutto un anno per confrontarci e poter dare delle risposte.

Certo, il lungo elenco che lei Presidente ha messo in campo, risorse distribuite a pioggia per spese correnti e distribuite a tanti fruitori nelle varie missioni evidenziano la volontà di dare un po' a tutti, e questo - dal punto di vista della vostra maggioranza - mi sembra che sia decisamente strategico.

Ma non ci fa vedere un disegno strategico, un disegno di prospettiva, un disegno di rilancio per la nostra Regione, un disegno di vero rilancio, anche perché nel biennio successivo andiamo a ridurre le risorse. C'è qualcosa che non funziona.

Mi è piaciuto il "per perseguire i propri sogni": è fantastico, glielo assicuro, fantastico, come ha detto lei, Presidente; quindi un lungo elenco di sostegni ripercorrendo le diverse Missioni, risorse che arrivano dal bilancio delle entrate proprie, dai fondi europei, dai trasferimenti statali, soprattutto dal PNRR.

Sì, è vero, un importo di risorse assolutamente importante, ma anche un sacco di avanzi d'Amministrazione, come hanno avuto modo già di sollecitare i miei colleghi.

Perché tanti avanzi? Il collega Aggravi, nella relazione di minoranza, che condividiamo in toto, ha richiamato anche il dibattito sul Documento di economia e finanza regionale, che soltanto un mese fa ci ha visti impegnati, e proprio in quel Documento è stata evidenziata, da parte nostra, la predisposizione di un nuovo modello organizzativo che possa dare davvero risposte concrete e che possa dire: "quelle risorse che mettiamo a disposizione dei bilanci, le riusciamo a spendere"; perché? Perché la struttura è organizzata in modo tale affinché si possa andare nella direzione di spendere.

Voglio ancora ribadire quello che ho già detto all'epoca, che in Commissione, quando si è chiesto: "per quale motivo non si va nella direzione di una nuova organizzazione e un cambio di paradigma", che era quello che era tanto auspicato e che era già un obiettivo del 2023 da parte vostra, la risposta è stata: "non siamo pronti, adesso, perché il nostro riparto di deleghe assessorili è diverso".

Vuol dire che noi nel 2025 arriveremo a quel percorso e nel 2026 la Giunta che si formerà successivamente dovrà applicarsi per andare nella direzione di modificare tutto il paradigma, un nuovo assetto amministrativo. Ancora bilanci degli avanzi.

Abbiamo più volte denunciato che c'è una forte complessità tra una rete di percorsi tra i tanti tavoli che sono stati messi in campo, tra le cabine di regia, le task force, che evidenzia le oggettive difficoltà che si sono riscontrate fino a raggiungere degli obiettivi in tempi ragionevoli e l'avanzo di amministrazione nell'ultimo anno, che incrementa l'ulteriore avanzo dell'anno precedente, lo evidenzia.

C'è comunque ancora una forte preoccupazione legata ai fondi del PNRR, Assessore, lo sa che noi su questo siamo attenti, l'auspicio è che si possa andare a buon fine.

Ora pare che anche per il 110 ci siano due mesi di proroga, queste sono le notizie di questa mattina, ma lo vedremo.

Ce la faremo? Lo auspichiamo tutti, perché non vorremmo venire qui a dire: "siete stati cattivi, non avete fatto". Bisogna fare, bisogna spendere e bisogna arrivare a buon fine.

Noi ci siamo occupati di diversi temi nel nostro percorso, ma, in verità, io ne evidenzierò qualcuno. Per esempio, in sanità abbiamo messo in campo un atto aziendale che, secondo l'audizione del dirigente e del dottor Uberti, ci vuole ancora un anno per essere messo in campo; quindi, approvato, e un anno di tempo per mettere in campo un atto aziendale.

Piano salute e benessere sociale: è stato approvato e ha una serie di grandi novità. Abbiamo parlato di ospedali di comunità, abbiamo parlato di Casa della comunità ad Aosta, Casa della comunità a Morgex (pensate che a Morgex quel reparto è pronto da due anni e mezzo ed è vuoto).

La Casa della comunità di Donnas, di Châtillon... quindi c'è tutta una serie di interventi che si faranno? Quando si faranno? C'è un crono programma? C'è un approfondimento su questo percorso per arrivare quantomeno ad avere un quadro della situazione sul territorio, un quadro che sia chiaro e pronto per tutti?

C'è il tema del Pronto Soccorso, lo hanno evidenziato altri colleghi poco fa. Il Pronto Soccorso, Assessore, è il nostro punto di arrivo all'ospedale, ormai, le criticità che si sono riscontrate sono davvero tante. È vero, avete agito con la Admission Room su nostro suggerimento, e questo ci ha fatto sicuramente piacere, ma anche questa Admission Room, se una volta ha sette letti, una volta ne ha sei, una volta ne ha dieci, si portano a diciotto e poi ritornano a dieci, c'è qualcosa che non funziona. Dobbiamo dare una buona organizzazione anche a quella parte dell'ospedale.

In sanità, l'organizzazione è fondamentale, soprattutto in ospedale. C'è una direzione medica di presidio, che non so se è in scadenza o se sarà in scadenza, ma sarebbe opportuno che prendesse in mano in modo più concreto certi aspetti, soprattutto il Pronto Soccorso.

Sono 473 milioni, vuol dire che andremo ad avere una spesa pro capite in sanità - udite, udite - di 3.834 euro cadauno. Quando lo sentiranno le altre Regioni, ci diranno qualcosa, ci tirano le orecchie.

Abbiamo parlato spesso d'innovazione e Agenda digitale; è vero, ci sono il POA e il POST di Inva, ma dal nostro punto di vista manca proprio un Piano triennale e annuale dell'Assessorato per capire che cosa fa e quali sono i percorsi.

Sarebbe opportuno avere un piano organico dell'Assessorato su quel percorso.

Il mio collega ha citato il tema della povertà, in questi giorni è uscito il piano Caritas. Abbiamo una povertà assoluta al 7%, ma non è solo quello. C'è un ceto medio, come abbiamo detto, che è sempre più in difficoltà, sono le nuove povertà. A me non piace chiamarlo "ceto medio", però è per far capire bene qual è il percorso.

Abbiamo il contributo a locazioni che è decisamente insufficiente per sostenere un quadro di abitanti e di famiglie che purtroppo hanno stipendi che sono rimasti bloccati da "n" tempo, stipendi e salari che sono troppo bassi, l'abbiamo detto nel Consiglio scorso. Questa regione è una regione di montagna, se in sanità spendiamo il 25% in più perché siamo una regione di montagna, evidentemente, anche gli stipendi dovranno avere un certo adeguamento. Ed è nel rapporto della CGA di Mestre che abbiamo evidenziato la volta scorsa che la Valle d'Aosta - loro la chiamano Provincia - ma è la Valle d'Aosta la Regione che ha gli stipendi e i salari più bassi d'Italia. Questo non va bene perché abbiamo delle spese che sono molto più alte, a partire dal riscaldamento, come diceva Manfrin poco fa.

Il tema della casa, il tema dell'ERP (Edilizia residenziale Pubblica): non so se avete avuto modo di guardare la graduatoria dell'aggiornamento 2023, dai 517 nuclei familiari che hanno chiesto domanda, ne abbiamo 645, sono tanti in più, tanti, e questo non va bene, questo è il quadro di persone che non ce la fanno più, perché non trovano neanche poi, ovviamente, sul mercato privato case in locazione.

Avete messo all'articolo 14 1 milione per la morosità incolpevole: ma se nel 2023 da 1 milione programmato hanno speso quasi 100 mila euro, mettiamo un altro milione per mandare in avanzo quei soldi? Che fine faranno quelle risorse? Non è opportuno rimetterle in gioco e metterle nel Fondo locazione, per esempio?

Noi presenteremo un ordine del giorno, ancora una volta, perché è vero che i progetti PINQuA, 110 %, riqualificazione hanno messo in campo 40 milioni di interventi, ma sono interventi esterni, è inutile fare il cappotto o mezzo cappotto in alcuni edifici come nelle Giacchetti e poi avere all'interno dei bagni che sono al limite della sanità pubblica.

Anche qui abbiamo bisogno di avere una risposta, di mettere delle risorse, non abbiamo voluto modificare il bilancio e con un emendamento abbiamo detto: "come l'anno scorso, chiediamo all'Amministrazione regionale di impegnare delle risorse per intervenire a ristrutturare una cinquantina di alloggi a nuovo".

Detto questo, siamo preoccupati perché, in realtà, è stato evidenziato che il monte stipendi dell'Amministrazione, al di là di una riorganizzazione che non si è fatta, potrebbe mettere in difficoltà il bilancio.

Io non lo so, può essere che si torni al 2013: io ricordo quando sono arrivato in quest'Aula, nel 2013, ci fu... Caro ex Presidente, si ricorda che abbiamo dovuto togliere tutti i contributi? Cancellati, in una botta sola.

Certo, se si arriva di nuovo a quel momento, sarà molto, ma molto grave.

Speravamo -e mi avvio a concludere - di avere una nuova visione anche sul progetto didattico della nuova Università che si poteva estrinsecare anche qui al bilancio. È vero, siamo un anno in ritardo per poter utilizzare l'Università, ma in realtà di questo non si parla ancora. Si voleva anche avere una nuova visione su un incremento dei progetti di ricerca, lo abbiamo evidenziato e sottolineato più volte nelle nostre interpellanze e nei nostri atti ispettivi.

Oltre alla CNP3 si era chiesto di valutare l'opportunità di inserire nuovi progetti di ricerca, non solo "5.000 Genomi". Non se ne parla.

C'era anche nella relazione del Presidente il dichiarato poco lungimirante sostegno del contributo conto-interessi sui mutui, ci sono state ben 257 famiglie che hanno avuto il contributo, certo, però poi che cosa è successo? Che si sono incrementati in tassi e quel contributo se lo sono praticamente mangiato gli interessi delle banche. Forse lì un'attenzione era opportuno darla.

Questo era quanto mi sentivo di dire e, sulla base anche degli ordini del giorno che il gruppo ha presentato, valuteremo come porci di fronte a questo vostro bilancio. Grazie.

Presidente - Sospendiamo brevemente per arieggiare i locali. Il Consiglio è sospeso.

La seduta è sospesa dalle ore 10:50 alle ore 11:07.

Bertin (Presidente) - Riprendiamo i lavori. Siamo sempre in discussione generale, invito i Consiglieri che intendono intervenire nella discussione generale a prenotarsi. Consigliere Aggravi, a lei la parola.

Aggravi (RV) - Grazie Presidente. Intervengo in discussione generale per dare alcuni piccoli ed ulteriori contributi al dibattito, e ringrazio anche i colleghi che vi stanno partecipando. E ne approfitterò anche per fare un dovuto - io penso - approfondimento su un emendamento che abbiamo voluto presentare e che, in realtà, non avrà corso per un parere negativo di compatibilità finanziaria, oggettivamente su un emendamento che, almeno nell'intenzione di chi l'ha presentato, ulteriori oneri e risorse non ne chiedeva, ma forse ci sono altri obiettivi, dietro a questo parere.

Volevo fare una considerazione generale, vedo il collega Malacrinò, che in un passaggio - e questo lo vorrei sottolineare perché l'hanno detto anche altri colleghi - ha giustamente evidenziato il fatto che le risorse non proprie, semplifico, del nostro bilancio sono in diminuzione ma verranno poi scritte à fur et à mesure che gli eventi finanziari, e non, si manifesteranno.

Penso che sia la giusta conferma rispetto ad un passaggio che ho cercato di rappresentare all'interno della relazione di minoranza e che altri colleghi, in particolare della minoranza, hanno voluto riprendere: il fatto che quest'evento determini e certifichi sempre di più che l'autonomia finanziaria dei nostri bilanci è minore rispetto ad un tempo.

Se io nel momento principale della programmazione di bilancio non ho certezze, non ho contezza di determinati fondi che poi arriveranno, sto venendo meno all'obiettivo della programmazione, perché dipenderà da quelli che sono gli eventi, le possibilità e le decisioni non prese da questo Palazzo.

A maggior ragione, saranno anche delle risorse che non potrò destinare come ritengo opportuno fare, perché saranno comunque vincolate e limitate in base alle finalità che l'ente che le eroga deciderà; pensiamo a quelli che sono i bandi europei e a quelli che sono i finanziamenti che provengono dallo Stato.

Come si è visto chiaramente durante il periodo emergenziale del Covid, alcune importanti voci di spesa sono state coperte da finanziamento statale ma che erano vincolate alle disposizioni e alle scelte non fatte dalla massima istituzione valdostana.

Sempre in ottica programmatoria, ci sono tre emendamenti che ha presentato il Governo, quindi successivamente alla discussione che è avvenuta in Commissione, che vorrei citare e su cui vorrei soffermarmi. Evito di considerare quelli che sono in risposta il Consiglio permanente degli Enti locali, perché se vogliamo ci sta, nel senso che ci può essere un confronto che il Governo ha fatto con il CPEL, il CPEL ha fatto le sue valutazioni e successivamente nel parere chiede tutta una serie di aspetti.

È vero e ci si chiede anche come mai queste richieste non siano avvenute in una fase precedente, però se esiste la liturgia dei passaggi, e soprattutto dei confronti tra enti e tra organi, ci può anche stare che alcune richieste arrivino dopo.

C'è una particolarità che si è evidenziata nelle audizioni, non so se chi era presente in II Commissione se ne è reso conto, ma su un particolare intervento normativo pro futuro, cioè quello che prevede nel biennio 2025-2026 3 milioni a favore del Comune di Aosta senza vincolo di destinazione per dar seguito - come, se non erro, ha detto ieri il Presidente - al post "Aosta capitale" (e sul tema poi tornerò), a mia specifica domanda in Commissione i rappresentanti del CPEL mi sono sembrati leggermente spiazzati.

Dico questo perché sul punto - e l'ho anche sottolineato nella relazione e l'hanno detto anche altri colleghi- si va sostanzialmente ad impegnare il futuro del prossimo anno con delle voci importanti sul bilancio che in realtà non hanno quella che nel mio mondo si chiamerebbe la disclosure, non hanno una specifica ed una rappresentazione dettagliata, al di là del titolo rappresentato all'interno delle tabelle della nota integrativa di bilancio.

Era anche l'obiettivo di un emendamento che abbiamo presentato, il n. 5, e con questo commento ne annuncio il ritiro (lo dico a beneficio degli uffici); era un emendamento che voleva aumentare il grado di trasparenza di queste leggi perché sì, è vero, sono rappresentate in elenco all'interno della nota integrativa, ma c'è un titolo e dietro al titolo si nasconde un mondo, perché se dietro ad un titolo che vale 3 milioni, 7 milioni o anche di più, si dice che alla fine semplicemente citando il titolo abbiamo già detto quello che vogliamo fare, signori miei, è qualcosa che, almeno a mio giudizio personale, e non soltanto, meriterebbe una maggior trasparenza ed un maggior dettaglio.

L'emendamento n. 5 aveva quest'obiettivo, non abbiamo saputo ben rappresentarlo - e me ne faccio carico di responsabilità - ma avremo modo di farlo, magari con degli altri interventi più ad hoc.

Detto questo, sono rimasto abbastanza stupito, e forse torneremo anche sul punto grazie ad un ordine del giorno presentato dalle colleghe di PCP, in particolare su due emendamenti che il Governo ha presentato: l'emendamento n. 1 e l'emendamento n. 3.

In particolare l'emendamento n. 3 è qualcosa che, secondo me, è iniziato male e continua ad andare male, cioè l'annosa questione delle posizioni di particolari responsabilità. Trovo davvero particolare il fatto che un emendamento alla legge di stabilità vada a cambiare una parte importante della legge 22 sulle posizioni di particolare responsabilità, intervento che non è stato fatto nel disegno di legge 107. Ci è stata presentata all'epoca come la legge che avrebbe cambiato e avrebbe finalmente statuito il primo mattone della riforma secondo le considerazioni dello studio fatto dalla SDA Bocconi, e ci troviamo improvvisamente a fine anno con un emendamento una norma di questo tipo che, si dice, "per dare piena attuazione alle posizioni di particolare responsabilità".

Sarà l'ultimo? Sarà il primo dei tanti? Non lo so, oggettivamente è qualcosa che, almeno dal punto di vista della forma, del metodo e soprattutto del posizionamento di quest'intervento, denota una confusione che un po' ci preoccupa.

Stessa cosa, se vogliamo, anche l'emendamento n. 1, anche qui oggettivamente non capiamo perché - sempre relativamente alle particolari posizioni organizzative - ce lo troviamo all'interno di un emendamento e non nella predisposizione di quella che è la legge di stabilità.

Stiamo capendo che qualcosa al personale si sta muovendo e si sta facendo, però oggettivamente io vedo su questo punto una grande confusione. È un giudizio espresso soprattutto nella forma con cui si stanno facendo le cose, che è molto frammentaria e, soprattutto, non sappiamo dove ci porterà.

L'emendamento n. 11, invece, come qualcuno ha giustamente sottolineato, in poche parole impegna già l'avanzo. Tra l'altro nel prossimo Consiglio ho presentato un'iniziativa proprio su questo punto, è molto particolare, perché ripeto - e l'ha detto anche il collega Marquis - dobbiamo un po' aggiornare i termini, nel senso che abbiamo dei bilanci semestrali, e forse anche non solo semestrali quando l'impegno dell'avanzo viene trattato in momenti separati, però qua si dà già contezza di una serie di necessità, vuoi perché non c'era spazio in ottica di programmazione, e allora mi dico perché poi si genera in avanzo se io conosco che una quota parte della mia programmazione andrà in avanzo, vuoi perché ci sono delle necessità - su cui avremo modo spero di approfondire il perché di queste necessità e soprattutto il perché non sono nate in sede di programmazione, vedi in particolare il punto A relativo alla Missione 13 e Missione 12 della tutela della salute e dei diritti sociali - che non si sono manifestate in precedenza.

In una scorsa relazione avevo cercato di mettere in fila quelli che erano i risultati presunti e i risultati presunti disponibili, quindi quello complessivo e quello disponibile, un andamento dal 2018 in avanti, sulle tabelle e sui dati di bilancio che stiamo analizzando troviamo un risultato presunto complessivo di quasi 440 milioni sul 2023 ed un risultato presunto di parte disponibile che ammonta a circa 180 e più milioni.

Se si vede un po' la serie storica precedente, è ovvio che non c'è un nesso necessariamente di causa-effetto su questi numeri, però vediamo che siamo, in particolare nella parte disponibile, ad un livello molto simile a quello che era il 2020, che erano 192 milioni di parte disponibile che poi si è tramutato in un risultato effettivo e finale in parte disponibile di più di 200 milioni.

Ci aspettiamo un avanzo anche in questo caso molto corposo, e su questo penso che i dovuti ragionamenti andranno fatti con ancora più dettaglio quando ci sarà la chiusura del rendiconto, perché altrimenti davvero si rischia di dire che alla fine l'esercizio del bilancio di previsione è un mero esercizio fine a se stesso e non si sta facendo vera programmazione, ma questo è un grande discorso.

Voglio invece puntualizzare un passaggio che è stato anche ripreso dai giornali - e poi anche perché giustamente il mio gruppo l'ha fatto anche in veste un po' provocatoria - e l'hanno intitolato come la "Riattivazione della tratta ferroviaria Aosta - Pré-Saint-Didier".

Abbiamo presentato un emendamento che si proponeva di introdurre un articolo dal titolo: "La valorizzazione in chiave turistica di trasporto leggero della tratta ferroviaria Aosta - Pré-Saint-Didier", andando a modificare quella che per me - e oggi lo dico con ancora più certezza - era ed è una legge monstre, non tanto nelle finalità ma in particolare nel peso che ci portiamo dietro, ovvero la legge 22/2016, che era una legge che ha fatto un suo percorso, con un'iniziativa di carattere popolare, ma il cui peso ce lo stiamo portando e ce lo porteremo dietro per un sacco di tempo.

La nostra proposta era quella d'introdurre una possibilità, ovvero di dare autorizzazione alla Giunta regionale di avviare necessarie consultazioni con Rete Ferroviaria Italiana, con il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti ed altre autorità per andare a riattivare la Aosta - Pré-Saint-Didier, ma con due obiettivi: quello di realizzare una linea ferroviaria turistica ai sensi della normativa in vigore, perché sulle linee ferroviarie turistiche c'è una normativa precisa, ci possono anche essere forme di collaborazione con la Fondazione RFI, oppure promuovendone la trasformazione della stessa in metropolitana da automatismo integrale, ovvero altra tecnologia similare ad oggi già autorizzabile ai sensi della normativa.

Non stiamo parlando del tram-treno, di cui io penso che lo studio che ci è stato presentato e l'ulteriore peso di quello studio ci dica che qualcosa forse di quel genere non si può fare oggi perché non ci sono le possibilità, e ai fini di quest'autorizzazione di questa possibilità, si chiedeva con il comma 2 dell'articolo che cercavamo di introdurre di aggiornare entro 180 giorni il programma strategico di interventi nell'ambito delle parti che riguardavano e che riguardano l'Aosta - Pré-Saint-Didier. Nulla di diverso da quello che è il testo, lo spirito e il modo di rappresentare le cose che oggi è presente all'interno della vigente legge 22/2016, in cui, al comma 2 dell'articolo 1, si diceva che entro 180 giorni dall'entrata in vigore della legge andava realizzato un programma strategico di interventi, all'interno del quale - questo è il vero assurdo - tra le azioni da fare c'era anche quella di prospettare le modalità per il reperimento di risorse finanziarie regionali per partecipare agli investimenti infrastrutturali, assicurandone la sostenibilità nel quadro complessivo delle finanze, nonché esporre le possibilità di attingere a risorse statali europee.

Non torno sul punto, ma questa è una legge che non ha un euro di stanziamento, su cui si dice di fare un programma strategico di interventi che deve dire come si fanno le cose e come si trovano i finanziamenti.

Non torno su questo punto perché è già stato oggetto nella scorsa Legislatura di ampia discussione, perché avere un programma strategico d'interventi che non ha il finanziamento è una cosa assurda.

Avere una legge che impegna pesantemente, o vorrebbe impegnare, l'Amministrazione senza un euro di finanziamento è una cosa, dal punto di vista della programmazione, ancora più assurda, e ancora più assurdo è trovarsi il fatto che l'emendamento che abbiamo presentato venga bocciato; perché? In un primo giro ci viene detto che l'Amministrazione oggi non ha le competenze tecniche e professionali, attualmente. Allora io mi dico: ma se il programma strategico di interventi al suo 100% è stato fatto in qualche modo dall'Amministrazione, l'aggiornamento di una sua parte necessita di competenze tecniche e professionali maggiori? Allora mi viene da dire che le competenze tecniche e professionali forse sono anche politiche, quindi mi sembra di dire che nella Giunta regionale non ci siano queste competenze per fare queste interlocuzioni. Mi sembra che l'Assessore Bertschy sia abbastanza scafato nelle interlocuzioni, e gliene do atto, e mi sembra che per fare un'interlocuzione ci siano queste competenze.

Ma la cosa ancora più bella che si trova è che giustamente si cita nel secondo parere il fatto proprio dell'aggiornamento di questo programma strategico di interventi, che è stato fatto e che si è ampiamente discusso, e dove, in particolare sulla Aosta - Pré-Saint-Didier, non c'è una lira certa, se noi andiamo a vedere.

Quindi oggettivamente mi viene da dire: se rispetto al luglio 2019 (adesso vado a memoria) qualcosa è cambiato, non abbiamo più queste competenze, oppure se ci siano altri obiettivi. Qua si parla anche di interlocuzioni con il Dipartimento trasporti, guardo l'Assessore, ma oggettivamente questo non cambia; si dice anche che se si fosse prevista l'invarianza ovviamente e comunque non si poteva arrivare a queste finalità proprio perché l'Amministrazione non ha queste competenze tecniche professionali.

Non è un problema però, davvero signori, non è un problema, perché annuncio che presenteremo un progetto di legge su questo punto, così almeno lo risolviamo e così almeno andiamo ad approfondire la tematica. Quindi, questo emendamento è ritirato per evitare la gogna del parere negativo nel momento in cui si andrà a fare la votazione, perché faremo un regalo di Natale o della Befana con una bella proposta di legge che vi metteremo sul tavolo e potremo andare a discuterne in Commissione e così avere anche conferma che sono sicuro che per fare determinate interlocuzioni, nei banchi del Governo le competenze professionali, tecniche e politiche ci sono. Assessore Bertschy, sappia che da quel punto di vista la mia fiducia ce l'ha, so che lei ha queste competenze, le annuncio il punto, non vado oltre.

Io ritengo oggettivamente assurdo che abbiamo una legge che ha impegnato e continua ad impegnare quest'Amministrazione per il futuro e nel momento in cui si fa una cosa similare che chiede di fare delle interlocuzioni e poi decidere, si dice che non si possa fare. A me sembra un corto circuito davvero notevole.

Ero anche tentato, visto il periodo, magari di presentare una legge che impegnasse l'Amministrazione regionale ad interloquire con l'Ente spaziale europeo per conquistare Marte e vedere come poter fare, tanto non c'è la necessità di definire le coperture. Se si fa una legge d'iniziativa popolare, sicuramente il sostegno dei Terrapiattisti l'avrei trovato e quindi avrei trovato le firme per presentare questa legge, però mi sembra davvero una cosa assurda dal punto di vista di quello che rappresenta quest'Amministrazione.

Questo volevo puntualizzare. Sul resto, ascolterò ancora chi vorrà intervenire nel dibattito e, ripeto, ringrazio ancora tutti per i contributi che sono stati dati sui vari aspetti, condivisibili o no che si possono avere, e aspetterò poi anche le repliche di altri colleghi di maggioranza, al di là del collega Cretier che ringrazio per la sua partecipazione al dibattito.

Presidente - Consigliere Rollandin, si è prenotato.

Rollandin (PA) - Grazie Presidente. Il tema era già in discussione ed è stato oggetto della proposta già attivata e che assolutamente mi trova cosciente dell'esigenza di arrivare ad una soluzione che tale sia nelle varie fasi perché ancora un po' di memoria ce l'ho, ho visto da quanto tempo lei sta proponendo delle soluzioni che, di volta in volta, andavano anche a sollecitare un riferimento che dia la possibilità di arrivare ad una definizione oggettiva.

Dico questo perché se quest'aspetto, che sicuramente troverà l'appoggio, sarà a sua volta a sostegno di questo, lo troveremo ancora più di quello che c'è, questo sicuramente.

Credo che la posizione importante sia di non lavorare solo sulla teoria, ma "lavorare" anche sulla disponibilità dei tempi, a seconda di quelle che saranno le prospettive che di volta in volta lei ha già affermato.

Questo credo che possa attivare un meccanismo che non vede differenze partitiche ma, anzi, mette a fuoco una situazione che porta a vantaggi assoluti.

Non si tratta di vedere qual è la somma che oggi può e domani no, c'è l'esigenza di avere un accordo che possa, nel più breve tempo, arrivare ad una soluzione.

Sul resto, si avrà la possibilità di farlo.

Non è immaginabile che si "eviti" e si trascuri una serie di problemi che rischiano di lasciare in coda delle soluzioni che sono possibili da oggi in avanti. Grazie.

Presidente - Altri vogliono intervenire nella discussione generale? Invito i colleghi a prenotarsi. Collega Restano, a lei la parola.

Restano (GM) - Grazie Presidente. Vorrei cominciare l'analisi del bilancio di previsione 2024, quindi dei DD.LL. 127 e 128, guardando, a differenza di altri colleghi, anche per non ripetere quanto già detto da chi mi ha preceduto, a ciò che è accaduto nel 2023, al bilancio regionale e considerare che tipo di lavoro oggi siamo chiamati a valutare in questa seduta consiliare.

In premessa, dobbiamo assolutamente tener presente che affinché l'analisi di un bilancio sia significativa e non un mero esercizio tecnico, occorre che i dati che si confrontano siano omogenei, quindi non inficiati da modalità di calcolo differenti tra loro, da valutazioni diverse o da dei dati scorretti.

Vorrei che prestiate particolare attenzione alla parte finale di quest'ultima mia affermazione, ovvero i dati corretti.

Non fraintendetemi, non voglio dire che i dati contenuti nei documenti che ci sono stati inviati siano differenti dalla realtà, i dati sono corretti, ma è la loro variazione tra il bilancio di previsione e l'assestato 2023 che mi lascia molto perplesso, e probabilmente al termine di quest'intervento, forse, lo sarà anche qualcun altro.

Vi ricordo che sto parlando di quanto accaduto quest'anno, quindi non del futuro, ma del passato, perché un grande filosofo come Nietzsche affermava che "il futuro influenza il presente tanto quanto il passato", e proprio basandoci su questa affermazione, a differenza di come forse hanno fatto altri, vorrei esaminare il passato, valutarlo obiettivamente per riuscire, almeno spero, ad influenzare positivamente il presente e anche il futuro.

In poche parole vorrei guardare avanti e quindi dobbiamo preventivamente chiederci cosa è accaduto al bilancio di previsione 2023.

A fine 2022, ci siamo trovati, come oggi, ad approvare il bilancio, che per il 2023 prevedeva entrate pari a 1.723.053.439,77 euro e spese per lo stesso importo.

Adesso, il bilancio 2023 si attesta su una cifra di 2.537.273.971,89 euro. Avete capito bene: da 1 miliardo e 700 di previsione iniziale, siamo passati a 2 miliardi e mezzo.

È una differenza notevole, ma la domanda che ci dobbiamo porre è: questa differenza di 814 milioni, ovvero un terzo del totale, da cosa dipende?

Dipende da tanti fattori; certo, l'errore potrebbe apparire davvero grande, errare in una previsione è normale, proprio perché si tratta di previsione, e la storia ci insegna che sono state poche le persone in grado di prevedere esattamente il futuro, comunque un bilancio fatto di dati certi, non dovrebbe - a parer mio - avere scarti così grandi, cioè di 800 milioni.

Per rispondere però in maniera adeguata, dobbiamo necessariamente scorrere un pochino le voci di bilancio.

La macroscopica differenza nelle entrate, tra la previsione e l'assestato, è relativa all'avanzo d'amministrazione, che è passato da una previsione di 17 milioni e rotti ad un totale di 354 milioni, con una differenza di 336 milioni, ovvero il 1960% in più.

Questo dato fa un pochino sorridere, però da sempre questa Regione ci ha abituato agli avanzi d'amministrazione importanti, in quanto la capacità di spesa è stata sempre il nostro tallone d'Achille, un pochino scarsa.

Ciò che fa specie è che il Governo, nella previsione 2023, aveva inserito come avanzo un valore incredibilmente basso, solo 17 milioni, per poi ritrovarsi, a fine 2023, con 354 milioni.

Alla luce di ciò che è accaduto nel 2023, cosa inserisce oggi nel bilancio di previsione che dovremmo approvare in questa seduta quale avanzo di amministrazione? 14,8 milioni.

Mi sembra logico, se si va in continuità con quanto scritto lo scorso anno; ciò può voler dire che nell'assestato del prossimo anno troveremo di nuovo 400 milioni circa di avanzo di amministrazione, ma questo primo scostamento da solo non basta, mancano all'appello altri 478 milioni per arrivare agli 814.

Una parte macroscopica è la voce del fondo pluriennale vincolato, che è pari ad un aumento che va dagli 84 milioni a 450 milioni. Su questo direi che non è il caso di approfondire, ben venga.

Detto questo, abbiamo trovato due differenze importanti, mancano ancora all'appello delle cifre importanti; queste cifre, che si aggirano sui 110 milioni, arrivano dall'IVA non calcolata in modo adeguato (28 milioni), come ha già detto qualche collega entra in gioco l'inflazione, soldi presi dalla gestione speciale di Finaosta (52 milioni), trasferimenti correnti (27 milioni) e altri spiccioli.

Ecco riassunta la differenza così grande tra la previsione e l'assestato.

A questo punto, le domande sono: perché nel bilancio di previsione 2024 che stiamo discutendo partiamo da un totale simile a quello dell'anno precedente? Non sono prevedibili altre entrate? Si è stimato correttamente l'avanzo di amministrazione?

Dobbiamo innanzitutto chiederci il perché abbiamo avuto un avanzo così esagerato; sicuramente, dal punto di vista politico - e lo abbiamo sempre sostenuto - la crisi di Governo che ha coinvolto la maggioranza nel 2022, la famosa "crisi dei Colonnelli", ne ha compromesso le capacità lavorative.

Oggi invece credo che sarebbe più corretto, più performante, più opportuno e produttivo che la maggioranza si dotasse di un Assessorato alle finanze e che questo non fosse affogato all'interno delle competenze del Presidente, che ha già mille deleghe e mille responsabilità.

Come emergerà in seguito questa, che definisco un'anomalia, è sicuramente alla base di alcune défaillances e di squilibri nella suddivisione delle disponibilità in capo ai vari Assessorati, e forse anche della futura (spero che non sia così), ma sicuramente della passata mancata operatività.

Un avanzo di questa portata poi, come già ricordato, ci porta a scrivere due leggi di assestamento molto corpose. Quest'onere sottrae tempo agli uffici, tempo che i dipendenti potrebbero utilizzare nell'impegnare le risorse finanziarie che hanno a disposizione.

L'auspicio qual è? È che il Presidente Testolin abbia risolto i problemi, che riesca ad impegnare tutti i soldi e che attraverso le nuove assunzioni - credo che pensi questo - si riesca a rendere più performante la macchina. Però, come ha già accennato qualcuno e come detto fin dal bilancio di previsione 2020 in quest'Aula dal sottoscritto e anche da altri colleghi, non è solo con le nuove assunzioni e con i 51 milioni di euro in più all'anno che riusciamo a rendere più performante la macchina: è con la riorganizzazione, tutelando il benessere lavorativo, che si rende più performante la macchina.

Molto personale regionale in questi giorni manifesta la propria disapprovazione rispetto a quello che chiamano la "pizza di Natale", cioè il piccolo aumento che hanno ricevuto in questi giorni, rispetto a quello che è risultato poi essere, alla luce di un aumento contrattuale, un decremento dello stipendio, perché hanno superato la fascia di reddito di pochissimo che permette di accedere agli incentivi previsti dallo Stato per la defiscalizzazione, quindi paradossalmente percepiscono meno oggi (qualche decina di euro in meno) rispetto a quando c'era il contratto vecchio.

Forse a queste cose bisognava portare maggiore attenzione all'atto della contrattazione sindacale, perché il benessere lavorativo, la voglia di partecipare - e l'ha scritto anche la SDA Bocconi - sentirsi parte di un'unica squadra di lavoro è determinante ed importante. Questo non sta avvenendo.

Io spero che la politica riesca in futuro a portare questi stimoli al personale, così da non trovarci a discutere di avanzi d'amministrazione monstre che partono non per responsabilità del personale, ma credo per grosse responsabilità della politica.

Come vengono gestiti questi avanzi di amministrazione, perché si creano? Forse ci sono delle precise volontà da parte dell'organo di governo di poter gestire questi soldi in assestamento, in maniera più snella, più fluida, non con gli occhi dell'analisi di un bilancio di previsione, gli occhi di tutti puntati addosso, ma in maniera più rapida durante il primo e il secondo assestamento di bilancio; ciò comporta però di porre gli uffici nella condizione di non essere in grado di spendere i soldi dal mese di agosto fino a dicembre, quindi di ritornare a discutere di un importante avanzo di amministrazione.

Certo che se un Governo ha a disposizione 400 milioni circa di maggiori entrate, durante l'anno forse li potrà gestire con più tranquillità, potrà andare a coprire i buchi che si sono generati durante i primi 6-7 mesi di lavoro e porre dei correttivi alla propria programmazione, però da lì la valutazione è che la programmazione non è stata delle migliori.

Quali sono state le differenze? L'hanno già detto i colleghi, lo avevano già fatto emergere, le differenze sono state essenzialmente nella sanità, che ha raggiunto la cifra di 522 milioni, 115 in più di quanto inserito nella previsione.

È vero che tanti soldi sono finiti nell'investimento (60 milioni) e sono giustificabili, 3 milioni e 600 per l'abbattimento delle liste d'attesa; penso che nel prossimo Consiglio andremo ad approvare un'altra norma che tende a fornire risorse per abbattere le liste d'attesa. Ben venga, ho avuto modo di parlarne con l'Assessore competente, forse una norma di questo genere l'avrei fatta nel 2020, perché metteva immediatamente le risorse a disposizione per risolvere determinate problematiche.

L'Azienda ha ricevuto, come ogni anno, e riceverà, dei contributi per l'investimento; è chiaro che la sanità percepita - lo leggiamo quotidianamente sui giornali - dai valdostani a fronte di tante risorse, non è delle migliori.

Nei giorni scorsi si è rivolta a me una persona che aveva necessità di un accertamento abbastanza urgente, almeno da lui definito così, ed è stato inserito nelle liste di galleggiamento, e questo è quanto di peggio noi possiamo aspettarci, come risposte da parte dell'Azienda sanitaria. Io mi auguro che con le nuove risorse e con questo bilancio si riesca a porre i correttivi dovuti a queste situazioni.

Certo che una considerazione la dobbiamo fare: forse le risorse economiche non sono l'unica leva necessaria per ridurre le liste d'attesa.

È per questo che guardo l'Assessore, e come già detto nel corso dello scorso Consiglio, al di là degli investimenti, cerchiamo di dare gambe al suo Piano socio-sanitario del benessere, perché è stato approvato sotto la sua direzione.

Uno può anche non condividerlo in tante parti, come me, però è importante che gli dia gambe, che la direzione strategica aziendale si metta al lavoro, soprattutto in quella che è la parte sanitaria. Le risorse le abbiamo messe (522 milioni), abbiamo di nuovo un bilancio importante sulla sanità, vediamo di dare gambe a quello che è il raggiungimento degli obiettivi che ci siamo e vi siete in primo luogo prefissi.

Cosa è successo? Altre voci di spesa nell'assestamento hanno avuto degli importanti ritocchi, una tra queste è stata il turismo che è passato dai 25,5 milioni a 38,9 milioni di assestato. È una cifra che sui 2 miliardi e mezzo rappresenta solo l'1,56%, assessore Grosjacques: mi sembra poco per una regione che ha nell'industria turistica quella che è la maggiore industria regionale.

Io chiedo ai colleghi della maggioranza, perché sono convinto che lei abbia esercitato tutte le sue forze messe in campo per ottenere di più, di guardare con attenzione questo settore, perché non sempre i turisti verranno in Valle d'Aosta perché è bella, perché ha le montagne più alte e perché piace; dobbiamo fare qualcosa in più, e guardando sotto un altro punto di vista la cosa, abbiamo tanta gente, continuano ad arrivare in Valle d'Aosta, ma forse potremmo fare di più, potremmo raggiungere obiettivi più ambiziosi.

Certo che a guardare dei numeri, il turismo ha un peso specifico politico che è irrilevante; possiamo paragonarlo al peso specifico dell'elio nei palloncini che facciamo volare per aria.

Sposto il tiro, guardo il collega Bertschy, che ha avuto degli aumenti in assestamento pari al 75%, all'80%, al 100%, al 107% di quanto aveva in previsione: il suo palloncino è di piombo, collega, lei esercita un vero potere sulla Giunta.

Guardando politicamente questa maggioranza, signori, siete quasi tutti della Recomposition, tranne i colleghi del PD, ma ci sono diversi pesi e diverse misure, e non è un buon auspicio per alcuni di voi entrare nella Recomposition valendo l'1,56%. Diamoci da fare e noi saremo dalla parte del turismo, perché con degli ordini del giorno cercheremo di dare una mano al turismo.

In conclusione di quest'intervento, colleghi, devo guardare il collega Cretier che ha parlato di un bilancio progressista di sinistra, vi dico: fate qualcosa di sinistra, perché i vostri sindacati hanno detto l'esatto contrario, non vi siete caratterizzati.

Se lasciamo al centro-destra autonomista andare a perorare la causa per dare dei contributi a chi non riesce a cambiare le macchine, perché non potrà comprare le macchine elettriche - e su questo ho fatto un ordine del giorno, aiutiamo a trasformare i diesel in dual fuel e la benzina in GPL -, se dobbiamo andare a guardare di aiutare gli studenti, dobbiamo essere noi a proporlo, e non l'abbiamo richiesto, non l'avete sollecitato in un assestamento da 400 milioni e nel nuovo bilancio, da riflettere ce n'è; però io vi voglio bene e cercherò di darvi una mano con i miei ordini del giorno che guarderanno anche al sociale.

Questo mio intervento ha un duplice obiettivo: quello di indurci ad una riflessione politica, ma soprattutto di non cadere nell'errore che ci ha già evocato il Presidente nella sua relazione, che ci diceva: "Abbiamo fatto tutto".

Sicuramente troverete una pagliuzza per dire che abbiamo fatto male.

Non mi permetto di dire questo, si poteva fare diversamente. Poi giusto, sbagliato, male, bene; si poteva porre più attenzione a determinati settori, dare gambe a certe sollecitazioni ricevute in sede di Commissione, ma soprattutto - e temo che sia ciò che non avviene - ascoltare un pochino le discussioni che si tengono in questo Consiglio, perché è un anno che qualcuno continua a dare le solite sollecitazioni, ma nulla è stato recepito.

Probabilmente, avete delle idee diverse e vanno rispettate. Certo che poi ci portano a 400 milioni di avanzo d'amministrazione e non è tanto bene.

Questo bilancio di previsione potrebbe, come è avvenuto per quello trascorso, essere molto lontano dalla realtà; anche se si tratta di una previsione, credo che la previsione non dovrebbe essere errata o avere degli scostamenti così evidenti, come quello che abbiamo vissuto.

Allora l'invito è quello di non continuare - è per quello che sono partito dal passato - sulla stessa strada, lasciando voci di bilancio a zero per poi andarle a riempire in assestamento, magari con decine di milioni.

È una strategia, va rispettata ma secondo me non è corretta rispetto a determinate fasce di popolazione, rispetto ai Consiglieri di maggioranza e di minoranza, quindi di tutta la popolazione valdostana, che deve avere contezza, fin dal bilancio di previsione, di quello che è il progetto, dove si vuole indirizzare la baracca, non deve apprenderlo ad agosto o, ancor peggio, a settembre.

Ritorno a guardare i colleghi della II Commissione e di maggioranza: forse, ancorché appartenenti tutti ad una stessa maggioranza, ma a partiti diversi, le Commissioni potevano incidere un pochino di più sul bilancio, potevano caratterizzarlo, dando sì un'impronta, se si vuole progressista o un altro orientamento, ma questo è il lavoro che si chiede alle Commissioni, non è il mero esercizio tecnico di ratificare una proposta, perché è una falsa compattezza.

Ci deve essere un confronto, si devono portare avanti delle idee, e questo non è avvenuto, non l'abbiamo potuto apprezzare e non l'ha potuto apprezzare la popolazione. Il blocco di governo è compatto, avranno fatto le loro valutazioni, ma all'interno dell'Aula, all'interno delle Commissioni, si possono anche esprimere delle opinioni diverse per poi trovare l'accordo e il compromesso più elevato che è quello politico, ma deve avvenire dopo un confronto, che non deve tenersi nelle segrete stanze, perché sennò non vi sono persone che possono apprezzare il confronto politico.

Da qui forse la situazione che stiamo vivendo di scarsa attenzione alla vita politica, viene tutto deciso altrove, qua non si decide più niente.

Allora l'auspicio è quello che, nel poco tempo rimasto, si senta battere un colpo d'orgoglio, dire: "Ma ci siamo anche noi, ci siamo anche noi peones, cambiamo qualcosa, accettiamo qualche emendamento". I miei no perché l'unico che ho prodotto è stato cassato, perché ci sarà pur qualcosa di buono in quello che viene proposto, in qualche ordine del giorno, in qualche emendamento.

Io concludo questa mia prima parte d'intervento, riservandomi nella replica ulteriori considerazioni che entreranno forse più nel merito di quelle che sono le proposte e degli ordini del giorno che dovrò presentare. Grazie.

Presidente - Invito i colleghi a prenotarsi. Siamo sempre in discussione generale. Chi è intenzionato ad intervenire nella discussione generale, è bene che si prenoti. Se non ci sono prenotazioni, sono obbligato a chiudere la discussione generale. Consigliere Chatrian, ne ha facoltà.

Chatrian (AV-VdA Unie) - Président merci. Quelques petites considérations même suite aux considérations des collègues qui vont toujours stimuler le débat et la discussion. Il y a à peu près un mois, on a abordé et voté le DEFR. Moi, j'avais annoncé pas seulement le vote favorable, mais un DEFR sérieux, un bon DEFR qui essayait de regarder au demain. J'avoue que ce budget nous le considérons extrêmement ponctuel d'un côté, mais de l'autre côté nous le considérons un budget qui, presque comme un vêtement, est fait sur mesure, qui regarde à aujourd'hui mais surtout qui essaie de regarder au demain. Hier le président Malacrinò, le collègue de la IIe commission, le collègue Aggravi et tout d'abord le Président en tant qu'Assesseur au budget ont bien mis en évidence les points de force et de faiblesse d'un modèle comme celui valdôtain. Mais je crois que c'est très important que ce budget pour nous c'est quelque chose qui regarde à l'avant et qui va donner pas seulement des réponses, mais c'est aussi un bilan montagnard. C'est un bilan qu'à l'intérieur essaie vraiment de garantir une bonne qualité de la vie où rôle du public... parce que si vous avez eu l'envie et le temps de bien étudier le budget, nous croyons, au-delà des numéros et des missions, à la possibilité que nos artisans, nos entreprises, les familles et même les gens en difficulté auront la possibilité de bâtir le futur de la famille, le futur des enfants, le futur des personnes qui croient à l'intérieur de notre petite région de montagne. En tout cela, nous croyons que notre culture fédéraliste inspire notre politique, notre administration, nos services et aussi notre système économique. J'avoue que les dimensions de notre communauté et de notre région peuvent garantir des services encore capillaires. Ce n'est pas facile mais on peut encore le faire, aidés par un système d'information diffusé et réceptif. C'est un autre défi tout à fait important. Sur le plan culturel, une tradition plurilingue nous place dans une situation de privilège. L'Assesseur à l'instruction a des défis et des objectifs à rejoindre. Notre région par son histoire, ses langues, sa culture, son terroir, ses ressources, son autonomie a tous les atouts encore pour bâtir un futur agréable, mais surtout bien organisé. C'est là qu'on doit probablement faire la différence. Notre organisation et notre dimension peuvent mieux répondre aux nécessités de chaque habitant de ce pays, des petits villages, des petits numéros. On a la capacité encore avec ce budget de rejoindre ces objectifs. Nous devons aborder le défi d'être à même de bâtir un système renouvelé pour notre pays. Nous croyons indispensable essayer de renouveler ce qui est même l'administration publique et nombreux parmi mes collègues ont déjà abordé ce thème. Notre organisation administrative est encore suffisamment bien vivace et organisée et je crois même que dans nos communes (gli Enti locali) on peut encore faire la différence.

Qualche altra considerazione invece più di merito, anche perché - come dicevo - ieri i colleghi intervenuti hanno veramente messo in evidenza i punti di forza, ma perché secondo noi su questo bilancio triennale 2024-2026 le nostre aziende, le famiglie valdostane e le persone tutte possono non solo coltivare la propria vita ma possono anche dare corso ai propri sogni? Perché all'interno di questo bilancio ci sono delle novità importanti, ne cito qualcuna cercando veramente di cibler quelle che dal nostro punto di vista sono quelle che possono fare la differenza.

Una è quella legata al fatto che abbiamo ancora di più attenzionato e fatto attenzione a quelli che sono gli interventi sui mutui della prima casa e non solo, quella legata all'edilizia scolastica mi sembra una scelta tutta politica, quella legata al fatto che all'interno è vero che non è sufficiente il fatto di andare ad allocare le risorse, ma che quasi il 40% del nostro bilancio si porti in pancia le due missioni principali, che sono quelle della salute e quelle del diritto allo studio.

Il diritto alla mobilità con delle novità che andremo sicuramente a sviluppare e a verificare le proposte che andremo ad inserire non solo all'interno di questo bilancio ma nelle delibere applicative.

Una certa attenzione al territorio e alla somma urgenza, una certa attenzione all'elisoccorso: ne parlammo per tanti anni in questo Consiglio, oggi una prima modifica è stata fatta, delle iniziative sono già operative e all'interno di questo bilancio troviamo delle novità per la CUS (Centrale Unica di Soccorso), troviamo delle novità per l'elisoccorso, quindi per garantire dei servizi.

C'è una nuova certezza per quanto riguarda l'ampliamento dell'ospedale, per le politiche del lavoro, e poi ci sono delle certezze per i nostri Enti locali.

Il rinnovo contrattuale, è stato detto da più parti, necessario ma non sufficiente, con l'obiettivo di premiare chi oggi fa la differenza all'interno della pubblica Amministrazione e anche delle nostre società partecipate.

Ho voluto mettere in evidenza le principali novità.

Termino facendo solo questa considerazione: collega Restano, non mi piace (e lo dico con una certa gentilezza) quando lei utilizza il termine "industria del turismo"; è brutto, perché non è un'industria il turismo, è proprio brutto, un'industria è un'altra cosa. Il turismo, per quanto ci riguarda, è veramente la sommatoria, l'aggregazione e la vocazione della nostra Regione, dove se i servizi vengono garantiti di qualità, se la sanità riesce a garantire una serie di servizi, se le infrastrutture che il pubblico garantisce danno comunque quelli che sono dei servizi di un certo livello, quello che fa la differenza è sicuramente legato al nostro bene primario che abbiamo che è il nostro ambiente.

Qualche settimana fa, insieme al presidente Testolin e all'assessore Grosjacques, abbiamo partecipato all'assemblea dei maestri di sci dove abbiamo fatto il punto proprio non solo sulla stagione invernale 2023-2024, ma proprio la temperatura, il termometro del nostro turismo.

Noi pensiamo che questo sia veramente il punto di forza della nostra regione, dove riusciamo a garantire nel nostro territorio tutta una serie di presidi, dove riusciamo a garantire una certa qualità della vita nelle vallate laterali, dove riusciamo a garantire tutta una serie di posti di lavoro, anzi, probabilmente è l'inizio di una carenza, abbiamo la necessità di avere della forza lavoro che arrivi dall'esterno e che sia preparata e che abbia indubbiamente una certa professionalità, perché vi assicuro che nelle vallate laterali la carenza di personale è altissima.

Questo è sinonimo di vivacità, questo è sinonimo sicuramente d'interesse, è sinonimo che, secondo noi, questo è quanto pensiamo dopo avere elaborato il percorso di questi due importanti disegni di legge. Abbiamo cercato veramente di realizzare un abito fatto su misura che guardi all'oggi ma soprattutto che traguardi il domani. Grazie.

Presidente - Siamo sempre in discussione generale. Ci sono altre richieste d'intervento? Altrimenti chiudo la discussione generale. Consigliere Restano per secondo intervento.

Restano (GM) - A seguito dell'assenza di interventi, per proseguire, quello che è il mio intervento e anche per cercare di chiarire quelli che sono i dubbi che ho lasciato durante il mio precedente intervento. Rispondendo al collega che mi ha appena preceduto, collega Chatrian, per certi aspetti lo comprendo che non condivida il termine utilizzato, "industria", però debbo rimarcare che è stato utilizzato volutamente, perché si tratta di un termine complesso che indica una filiera produttiva che è quella del turismo, che porta importantissime risorse in Valle d'Aosta. E questo è l'elemento che forse un pochino ci divide, pur arrivando tutti e due dalla montagna, andiamo ad affrontare un bilancio definito "montanaro", essendo professionisti della montagna, vediamo nello sviluppo del turismo due percorsi diversi: uno è quello dell'organizzazione a filiera dell'attività dedita alla produzione che indica un mix tra risorse umane ed investimenti di capitale, ma che ha la necessità di un'organizzazione ben precisa; l'altro - probabilmente vedendola come me - è quello dell'accoglienza che non deve mancare nell'industria del turismo, deve essere l'accoglienza tipica di quello che è l'ambiente che noi rappresentiamo.

Abbiamo quindi la stessa visione, probabilmente gli stessi obiettivi, gli stessi intendimenti, uno un pochino più strutturato ed organizzato che guarda verso il futuro che non può prescindere da quello di una considerazione industriale, che non è più solo il tramandare di una passione in famiglia, ma deve essere un'attività organizzata a livello regionale, cui compete quest'attività.

Da lì vorrei magari partire a fare altri approfondimenti su quelli che erano gli auspici che avevo nell'affrontare un bilancio di questo tipo; ovviamente - e l'ho detto prima - vedere molte più risorse impegnate nel settore del turismo e soprattutto risorse impegnate ed investimenti nel settore dello sport.

Ho visto un emendamento, mi sembra l'emendamento 11, che parla di emendamenti strutturali nell'ambiente sportivo, ma fa riferimento alla legge 6 e alla legge 8, che sono le leggi sugli impianti a fune, non parliamo di strutture sportive.

Allora l'input che voglio lasciare è che forse noi non pensiamo che nell'Alta Valle ci sia la necessità di supportare e valorizzare il Centro Sportivo Esercito e tutti quanti praticano gli sport della neve con piste di atletica e una pista di skiroll? Dobbiamo sempre aspettare che i nostri atleti del Centro Sportivo Esercito vengano ospitati nelle caserme dell'Alto Adige, dopo che noi abbiamo fatto un importantissimo investimento sulle caserme ad Aosta e ci vediamo soffiare gli atleti e forse anche il Centro sportivo?

Allora è il caso d'individuare una zona in prossimità del Centro sportivo da attrezzare a pista di skiroll. È una valutazione che metto all'attenzione vostra.

Abbiamo già avuto modo di parlare di palestra, mi sono confrontato con l'Assessore, per sapere quali fossero le sue richieste all'Assessore ai lavori pubblici rispetto alle strutture sportive in Commissione; ho avuto una risposta che non mi ha soddisfatto, perché non vi sono richieste. Io sono disponibile a portare delle suggestioni rispetto alle strutture: una pista di atletica al coperto, con 400 milioni d'avanzo, forse ci porterebbe tanta gente in Valle d'Aosta.

Potrei andare avanti con le suggestioni, ma non voglio tediarvi. Ma soprattutto non voglio darle gratis, perché poi ognuno ha il suo ruolo, allora qualcosa mettiamo su scritto negli ordini del giorno, qualcosa diciamo, le altre me le tengo, mi giocherò qualche mozione - cosa volete che vi dica? - soprattutto in previsione dell'assestamento. Ma il mio intervento vuole porre l'attenzione sull'opportunità che per far marciare l'industria del turismo o il turismo in Valle d'Aosta, per quello sportivo, ed evitare che dei valdostani vengano portati via, dobbiamo investire in strutture nella città e in strutture nell'Alta Valle.

Un'ulteriore riflessione la vorrei fare perché è il momento oggi di farla su quello che è lo snow farming, sui cumuli di neve. Quest'anno abbiamo potuto apprezzare il risultato del cumulo di neve di Bionaz e quello di Gressoney che è stato avviato lentamente, perché se non ci fosse stato quel cumulo, i valdostani non avrebbero sciato, e io l'ho monitorato con attenzione. C'erano dei piemontesi, delle squadre dei Centri sportivi provenienti da fuori Valle, gente che ha lasciato qualcosa al nostro territorio.

Allora con un ordine del giorno andremo a chiedere se è il caso di approfondire, se la Giunta e la maggioranza vogliono, questa tematica, esportarla ad alcune piccole stazioni di discesa - ho già avuto un confronto con l'Assessore delegato -, vedere se, con un ulteriore sforzo da parte dell'Amministrazione, riusciamo ad aumentare la presenza di atleti e di turisti della neve e soprattutto non facciamo andare i nostri in Piemonte e a Riale, come è avvenuto poco tempo fa, a sciare su un cumulo di neve privato. Non è una brutta idea, perché nella riforma eventuale che si può fare della gestione del turismo, bisogna anche prevedere il contributo del privato, ed è quello cui avevo accennato parlando dell'imposta di soggiorno: approcciare un modello diverso di gestione e programmazione del turismo. Ma soprattutto secondo voi, colleghi, investire nel turismo, investire nella casa, a Cervinia, a Courmayeur, per le aziende commerciali è la stessa cosa che investire a Valpelline? No, lo dico per esperienza personale. Allora vogliamo studiare un percorso sulla legge 19 dei mutui, sulla legge delle case che prevede una differenziazione a seconda della zona di appartenenza?

Abbiamo delle zone fortunate per il territorio, dove è stato investito di più nel tempo, ma investite anche risorse pubbliche, dove è più facile ritornare da un investimento, altre dove è un pochino più difficile, allora bisogna avere condizioni diverse.

Guardo l'Assessore al turismo e il Presidente nelle sue vesti di Assessore alle finanze, forse una riflessione sulle leggi mutui prima casa, collega Presidente di II Commissione e relatore Cretier, sulla legge 19 per i mutui degli esercizi commerciali in zone definite "disagiate" andava fatto, ma siamo ancora in tempo a farlo. Forse non era il momento di farlo a bilancio, lo dovevamo fare sul DEFR, forse andava fatto parecchi anni fa prima della crisi, però vi invito a riflettere su questo.

Degli studenti ho già avuto modo di dire, li abbiamo ascoltati tutti, ci siamo confrontati con loro in sede di Commissione e anche all'esterno dell'Aula e abbiamo percepito le fatiche che fanno per muoversi in città, fuori dalla Valle d'Aosta, parlo di Torino, quanto costa l'abbonamento per muoversi all'interno della città che non è più alla portata di tutti, e probabilmente un passo avanti in questo senso - e qualcosa è stato fatto - si poteva fare.

Avrei auspicato una marcia diversa sulla riforma della pubblica Amministrazione, l'ho già detto, prendo atto degli emendamenti e di quanto scritto, però ritorno sul fatto delle motivazioni e delle competenze.

Forse era il caso di non procedere a tante assunzioni prima di aver chiaro il quadro.

La maggioranza ha scelto un percorso diverso: "Applichiamo per step la riforma, l'applichiamo sì ma non troppo, vediamo come farla, l'importante è assumere".

Il rischio è quello che ci troveremo a gestire una spesa del personale elevatissima, a fronte di minori entrate certe nel futuro, e forse non avremo il ritorno sperato. Sta, credo, ai componenti della Giunta e ai vertici del Consiglio motivare il personale. Come ho detto prima, non avviene solo attraverso l'erogazione di soldi, ma avviene attraverso altre vie.

Cosa avremmo fatto forse di diverso negli altri settori? Qualcosa ho già avuto modo di dire. Nel settore della scuola, per avvicinare i giovani alle attività sportive, l'abbiamo fatto; non facciamo niente rispetto agli anziani, avrei colto come un approccio o una benevolenza da parte della maggioranza andare ad interessarsi della legge che abbiamo depositato sull'invecchiamento attivo. Non è casuale che altre Regioni parlino di sport di cittadinanza, qua non l'abbiamo proprio considerato.

Il numero di ragazzi che vanno a sciare - l'ha detto il Presidente degli impianti a fune - si attesta sul 10%, è bassissimo; come possiamo fare per incentivarli?

Se incentiviamo i ragazzini della scuola con "Sci...volare" va molto bene, ma poi ci vuole qualcuno che li accompagni, perché non è sufficiente il lavoro della scuola; quindi dobbiamo incentivare anche chi gli sta a fianco.

Mi sarei aspettato e vorrei una misura di questo tipo, il che porterebbe tanta gente verso gli sport della neve, ma non esistono solo gli sport della neve.

La prima cosa che fa una persona è camminare e correre, quindi, per attrarre persone verso lo sport, forse vanno incentivati anche altri sport, e manca una misura in tal senso. Ne abbiamo già discusso parecchie volte, lo vedrei con grande favore. Poi andremo a toccare tutta quella platea di persone citate dal Presidente degli impianti a fune che abitano lungo la vallata centrale e che, ahimè, praticano solo per il 6% lo sci, che iniziando a sciare, e questa è statistica, si inizia con la corsa, poi si va verso la camminata in montagna e alla fine si fa lo sci-alpinismo, lo sci da discesa e ci si approccia, con il passare degli anni, anche allo sci nordico. Perché quelli che sono i fanatici dello sport e dello sci, che io rappresento in quest'Aula, sono sempre di meno e per motivi forse economici hanno difficoltà ad approcciarsi. Tanto viene fatto con gli stagionali in favore delle categorie degli anziani, degli under 18, ma probabilmente non è sufficiente. Dobbiamo tutti insieme, perché non ho sicuramente la ricetta, però lo pongo all'attenzione della maggioranza, sarebbe stato forse il caso d'intercettare i dati del Presidente degli impianti a fune e svilupparli per poter già dare una soluzione in questo bilancio che comunque, signori miei, è ricco.

Queste sono un pochino le suggestioni (vedo che ormai il mio tempo a disposizione è terminato) che volevo lasciare all'Aula affinché nel prossimo futuro e per il prossimo assestamento - tanto sono convinto che avremo un assestamento importante - potremmo magari, nel corso dei Consigli, in sede di analisi dell'assestamento, dare delle risposte. Almeno, questo è l'auspicio.

Presidente - Consigliere Malacrinò, ha facoltà di intervenire.

Malacrinò (FP-PD) - Grazie Presidente, buongiorno colleghi. Intervengo per replicare un po' a quanto è stato detto nel corso della mattinata.

In tutti i previsionali che abbiamo approvato nel corso di questa Legislatura, dal 2020 in poi, abbiamo sempre riscontrato una diminuzione delle entrate negli anni successivi al primo. Tale andamento è sempre stato correttamente evidenziato.

Nella realtà, poi, abbiamo sempre avuto una crescita delle risorse messe a disposizione a bilancio, infatti il bilancio 2021 prevedeva 1,542 milioni, il bilancio 2022 1,723 milioni ed infine il 2023 1,818 milioni.

Dunque, quanto è avvenuto, è il contrario di quanto puntualmente evidenziato in sede di discussione dei vari bilanci. La motivazione forse può trovare risposte in uno dei principi cardine per la formazione del bilancio: il principio della prudenza, che comporta che le componenti positive, non realizzate, non debbano essere contabilizzate, mentre tutte le componenti negative devono essere contabilizzate e quindi rendicontate, anche se non definitivamente realizzate.

Credo dunque che in questo principio tecnico possa trovare la risposta alle perplessità evidenziate.

Quanto detto trova effettivamente richiamo nei numerosi passaggi della relazione accompagnatore al disegno di legge 128, di cui riporto alcuni stralci: "Come noto, ulteriori risorse saranno iscritte al bilancio nel corso dell'esercizio per gli anni successivi, con atti amministrativi e di variazione di bilancio stesso, sulla base degli atti formali di assegnazione degli stessi emanati dalle competenti autorità nazionali o europee".

Ancora: "Potranno essere iscritti in bilancio nel corso dell'esercizio anche per gli anni successivi sulla base degli atti di assegnazione delle componenti autorità nazionali ed europee".

Infinec, confermo che la mia è stata una relazione volutamente tecnica, perché fatta in qualità di Presidente della II Commissione, in rappresentanza e in rispetto dei ruoli di tutti i Consiglieri, mentre invece non ho riscontrato il fine altro ragionamento politico di che ha fatto tale osservazione. Grazie.

Presidente - Consigliere Aggravi per il secondo intervento, a lei la parola.

Aggravi (RV) - Grazie Presidente. Semplicemente per fare una giusta replica, perché come ha sottolineato qualcuno, e giustamente, il collega Malacrinò ha presentato una relazione che sicuramente ha delle parti tecniche ma che rappresenta la maggioranza e il sottoscritto ha avuto l'onere di rappresentare la voce della minoranza, perché così sta nel gioco democratico e soprattutto nelle possibilità che sono date dal regolamento.

Ovviamente non voglio entrare nelle querelles che possono aver interessato o toccato più che altro i vari attori che stanno partecipando a questo dibattito, di fatto ci sono due rappresentazioni che, per giuste parti, sono antitetiche, altrimenti qualcuno direbbe "perché c'è una minoranza" e "perché c'è una maggioranza".

A volte qualcuno si chiede perché, soprattutto all'interno di una maggioranza, ci siano delle voci antitetiche o anche dei silenzi antitetici, perché io mi sarei anche aspettato l'intervento contro la povertà del collega Padovani che sollecito, perché ad oggi non l'abbiamo ancora sentito in questa discussione, ma magari avremo modo di fare più avanti nel prosieguo, considerate tutta una serie di sollecitazioni che sono arrivate anche dai colleghi.

Sottolineo anche un altro passaggio: ho cercato, come relatore di minoranza, di rappresentare il meno possibile una parte della minoranza. Siamo delle componenti che hanno anche delle differenze notevoli, ma ho cercato di dare un'indicazione di trend, di andamenti e di particolarità al di là di considerazioni meramente politiche. Anche se in realtà della politica l'ho fatta, perché ho cercato di esprimere dei concetti che potessero essere condivisibili da più parti.

Infatti si è notato che non ho parlato di emendamenti e di ordini del giorno presentati da Rassemblement Valdôtain; l'ho fatto poi in modo separato, e anche perché ho ritenuto che in questo passaggio fosse necessario, soprattutto su questo bilancio, mettere in luce tutta una serie di aspetti che, nel bene o nel male, toccheranno tutti. Quindi l'augurio che ho fatto di buon lavoro a tutti noi è perché oggettivamente quello che vedo è sempre una maggior incertezza in termini di tempi, di risorse e di manovrabilità.

Io capisco benissimo perché - e ringrazio il collega Malacrinò per la sollecitazione, magari anche indiretta, magari non era nei miei confronti ma mi è servita, e adesso le spiego perché voglio ribadire un concetto che è politico ma è sostanzialmente super partes - è vero che noi abbiamo sempre affrontato negli ultimi periodi dei bilanci a pedana, io li ho citati così, perché ho detto che c'erano due caratteristiche andamentali che negli ultimi anni si sono ripresentate, quindi l'andamento decrescente della curva delle entrate, anche perché mi si insegna che l'effetto degli accertamenti viene nel corso di anni, ben venga il principio della prudenza, però perdonatemi, è come quando si dice: "Ah, che bello questo bilancio perché i revisori hanno dato parere positivo", sennò non eravamo qua, oggettivamente questa è una cosa di una banalità mostruosa perché, non diciamolo, meno male che l'organo di controllo ha detto "Potete discuterlo", perché altrimenti di che cosa stiamo parlando? Ma questo lo dico non a lei, adesso guardo lei perché siamo i due relatori, ci hanno dato questa responsabilità e non è neanche colpa nostra, però oggettivamente è così.

Il secondo punto che io ho cercato di puntualizzare, che è secondo me il vero problema che abbiamo, è la sempre maggior dipendenza da fonti terze per lo sviluppo di importanti progettualità.

Io capisco che chi viene da una scuola forse più dedita a politiche di pianificazione di bilancio o più dedita a politiche vicine al progressismo o socialismo non si stupisca di questo; chi invece viene dalla mia scuola, magari anche meno estremizzata rispetto alla mia, magari un po' più moderata, si preoccupa nel momento in cui mancano sempre di più i margini di manovra e di scelta di come agire, di come spendere, ma anche di come introitare le risorse.

Il problema dell'IVA, che sembra banale, in realtà è un esempio di come stanno andando le cose. Abbiamo la principale fonte di entrata, che è anche quasi banale dire da un certo punto di vista che sotto uno sciame inflattivo sia la voce di entrata più importante, che di fatto non decidiamo noi, come in altre situazioni, e ne abbiamo una, che forse è la principale per un'Amministrazione regionale, che è l'IRAP, che deriva principalmente da enti pubblici, perché lo abbiamo nello spaccato.

Queste sono delle considerazioni su cui poi ognuno di noi può avere le sue visioni e soluzioni politiche, perché uno potrebbe dire: "Che bello, viviamo in un sistema dove il pubblico fa, smonta" e sostanzialmente è il primo contribuente.

Per carità, ognuno ha il suo punto di vista, però il vero problema è questo.

È giusto dire che effettivamente verranno iscritte ulteriori risorse, arriveranno alla fine e non è vero che i bilanci saranno corti, io penso che tendenzialmente i bilanci saranno sempre più corti, ma non solo io, lo dicono anche i numeri e le prospettive, non solo per la Regione Valle d'Aosta ma in senso generale, e pagheremo, perché non esistono pasti gratis, non in economia ma nella vita, e anche nella contabilità, tutta una serie di azioni che sembravano e sono magari in alcuni effetti salvifiche nel periodo della pandemia ma le pagheremo perché ovviamente l'inflazione è una di queste e purtroppo abbiamo fatto delle scelte che hanno in parte anche aumentato (non dico noi, ma chi dirige degli strumenti che noi non possiamo dirigere, in particolare le politiche monetarie), le pagheremo e le stiamo già pagando con l'inflazione al netto di effetti di potenziamento, come è il caso della guerra in Ucraina che non era effettivamente quantificabile fino a che non si è materializzata.

Va bene, si può fare un richiamo al principio della prudenza, però il fatto è che abbiamo sempre più risorse che non dipendono dalla volontà di quest'Aula e direi degli organi di governo della Regione.

Questo è un dato di fatto, l'abbiamo visto, il PNRR ha potenziato questo perché è stato una fonte straordinaria rispetto alla programmazione europea, perché nessuno fino a qualche anno fa si aspettava che sarebbe arrivato il PNRR, è un dato di fatto che penso sia condivisibile, l'ha detto giustamente anche il relatore di maggioranza e anche altri colleghi.

Sicuramente poi ci troveremo, e in parte lo si è anche detto parlando dell'avanzo e dell'assestamento, delle voci che saranno maggiori quando andremo a fare i rendiconti, perché ci troveremo delle risorse da fonte terza che non avevamo stimato; però questo vuol dire che l'esercizio di programmazione è strozzato, perché noi in questo momento non possiamo accertare ed iscrivere delle risorse e soprattutto non possiamo decidere come dobbiamo spenderle e se per spenderle dobbiamo rispondere a dei bandi o comunque ad una programmazione che non dipende da noi.

Questo è un dato di fatto e questo, in senso generale, dovrebbe interessarci molto e dovrebbe - questo l'abbiamo già detto e lo ribadiamo - dare forse più dignità al momento in cui c'è la sessione europea del Consiglio e anche forse in Commissione, perché effettivamente una quota parte del nostro bilancio in realtà non lo conosciamo nel momento in cui noi discutiamo il bilancio.

Per chi la vede alla maniera del mio gruppo, ovviamente questa è una problematica maggiore, perché limita una parte di autonomia e quindi di scelta di poter agire.

Presidente - Consigliera Minelli ne ha facoltà.

Minelli (PCP) - Grazie Presidente. Faccio alcune considerazioni più sul dibattito che si è sviluppato questa mattina rispetto alle considerazioni sui documenti che sono in discussione e su cui si è espressa correttamente ed in modo articolato la collega Guichardaz.

Per quello che mi riguarda, ho detto già in precedenza, quando abbiamo discusso il Documento di economia e finanza, quelle che sono le considerazioni principali che facciamo e che faccio su questa manovra che parte, ovviamente, dal DEFR e che poi è seguita dalla legge di stabilità e dal bilancio di previsione.

Sottolineo, come hanno già fatto anche altri, la questione che mentre noi stavamo discutendo il DEFR, era già stato presentato pubblicamente il bilancio.

Sappiamo benissimo che chi decide è ovviamente la maggioranza, ma avere l'attenzione di consegnare questo documento e di discuterlo preventivamente con i Consiglieri, sarebbe - per quello che penso io - un atto dovuto, e diventa difficile poi anche intervenire su quello che, per forza di cose, per gran parte è blindato: lo sappiamo, ci sono spese da cui non si può derogare. Poi ci sono però delle scelte di fondo che, quelle sì, non sono legate all'ordinaria amministrazione ma ai progetti, agli investimenti, agli obiettivi, e in questo bilancio ci sono sicuramente degli obiettivi e delle scelte che noi non possiamo condividere e sono già state evidenziate dalla collega.

Volevo ringraziare il collega Aggravi per la sua relazione, ma anche per quanto ha detto poco fa nel suo intervento, cioè che ha cercato di mantenere distinto il ruolo di relatore di minoranza, che in qualche modo deve rappresentarci tutti, pur sapendo che le sensibilità, quelli che sono anche i pregressi, ciò che pensiamo riguardo a quello che può essere il futuro della Valle d'Aosta, possono avere delle differenze, chiaramente, a seconda dei gruppi a cui apparteniamo. Si esplicitano nell'attività quotidiana che svolgiamo in Consiglio e nelle Commissioni, si espliciteranno anche nella presentazione di ordini del giorno e di emendamenti, alcuni dei quali condividiamo, altri no, ci vedono su lunghezze d'onda estremamente diverse, molto lontani; dovrebbero vederci - almeno quelli che abbiamo presentato noi - più in linea con chi in questa parte di Aula dovrebbe rappresentare l'area più progressista, ma so già che molte delle cose che presenteremo non avranno assolutamente appoggio, così come certe scelte che nel bilancio, e prima ancora nel Documento di economia e finanza, avrebbero dovuto esserci e dovrebbero rappresentare quella fetta non tanto di Consiglio, ma di popolazione, di elettorato, che vuole avere dei punti di riferimento anche all'interno del Consiglio; so già che non ci sono state e non ci saranno, perché qualcuno ha abdicato completamente a questo suo ruolo.

Per quello che riguarda la relazione anche del Presidente, che abbiamo ascoltato ieri e che abbiamo riletto con attenzione: sono queste ventuno pagine in cui c'è un lavoro di ragioneria, un lavoro in cui sono elencati tutta una serie di investimenti, le missioni eccetera, eccetera, e poi per quello che riguarda invece l'anima di quello che dovrebbe essere il bilancio sono state utilizzate le parole chiave, tra cui la più importante è la sostenibilità a medio-lungo termine. Poi il Presidente si è subito premurato di spiegare che, quando si parla di sostenibilità, si parla di sostenibilità in senso molto lato e questo, secondo me, getta anche un po' il fumo negli occhi, perché quando si parla di sostenibilità, almeno etimologicamente, c'è un significato preciso, che non è poi così afferente alla sfera invece della mitigazione o della resilienza, sono cose abbastanza diverse, ma emerge anche da tutto quello che poi c'è nel bilancio per quanto riguarda i grossi investimenti.

Stamani abbiamo sentito utilizzare varie espressioni: il collega Chatrian ha parlato di "Bilan montagnard", non so bene che cosa significhi, e faccio una piccola precisazione: quando si parla di montagna, non si può parlare esclusivamente di quella che è la parte alta della montagna, le testate di valle eccetera eccetera, c'è tutto un discorso che è più legato alla media montagna, media montagna che io, in qualche modo, vivo quotidianamente e che conosco molto bene, per cui forse i principali termometri - perché è stata utilizzata anche quest'espressione - non sono forse i maestri di sci, ma sono altre categorie.

È stato detto questo, io faccio i miei rilievi, poi lei farà i suoi!

Comunque nelle medie vallate ci sono anche altri operatori che lavorano e vivono sicuramente di turismo, ma devono sforzarsi ogni giorno di conciliare, o comunque di trovare una possibilità tra turismo e altre attività, perché lavorano tutto l'anno, non soltanto i mesi invernali, poi si chiude e poi si riapre in qualche momento d'estate, sappiamo che in molti altri luoghi invece succede così.

Sono, come dicevo, delle considerazioni molto brevi, ci sarebbe da dire tanto sugli interventi di ciascuno; faccio ancora un piccolo riferimento al secondo intervento del collega Aggravi, quando ha parlato di posizioni antitetiche o di silenzi anche antitetici che si sono riscontrati alle volte in quest'Aula, e faceva riferimento nello specifico alla maggioranza. C'è chi si accontenta di silenzi, e chi, quando capisce che è in profonda antitesi con alcune scelte che vengono fatte, decide che non può rimanere in silenzio e fa altro, perché comunque in quel momento è - a mio avviso - molto più corretto, ma corretto per tutti, decidere posizioni alternative.

Nel prosieguo di queste giornate ci saranno sicuramente dei documenti, gli ordini del giorno e gli emendamenti che in qualche maniera ci metteranno di fronte ad una serie di responsabilità e di scelte; ce ne sono alcune - come dicevo prima - che noi condividiamo, così come ci sono degli articoli della legge di stabilità che noi voteremo, perché riteniamo che ci siano delle decisioni, delle scelte anche importanti; il problema però è che sulle questioni di fondo e su grandi investimenti, che in qualche modo possono essere considerati da qualcuno strategici e che danno le risposte alla comunità, noi crediamo invece che su quello ci sia veramente una grande differenza d'impostazione della motivazione, per cui ovviamente non potremo poi alla fine sostenere questo bilancio, i cui chiaroscuri sono già stati messi ben in luce dalla collega.

Presidente - Vi sono altri interventi in discussione generale? Altrimenti chiudo la discussione generale. Consigliera Erika Guichardaz per secondo intervento, ne ha facoltà.

Guichardaz E. (PCP) - Ci tengo a fare questo secondo intervento innanzitutto per ringraziare il consigliere Aggravi rispetto alla relazione che ha fatto e di cui ha ben esplicitato nel suo secondo intervento anche le motivazioni e le finalità; molto probabilmente avrebbe, in quella relazione, potuto mettere dell'altro, in altre relazioni di bilancio di minoranza lo aveva fatto. Addirittura, se vi ricordate, parlando sicuramente di me e della collega come due nazi-ecologiste. In questa relazione invece c'è stata una condivisione da parte della minoranza soprattutto rispetto a quello che avevamo letto in questo bilancio e, a seguito di tutte le audizioni che c'erano state, a quello che ritrovavamo in questo bilancio.

Sotto questo punto di vista, sottoscriverei ogni parola che sta in quella relazione ed in qualche modo, nel mio intervento, ho proprio ripreso passo passo quello che era stato evidenziato in quella relazione, poi certo integrandola invece con le scelte che dovrebbero arrivare dall'area progressista. Ed ecco che, analizzando semplicemente il bilancio, a fronte di grandi proclami su aumenti di risorse e via dicendo, tutti noi, ma il Presidente compreso, abbiamo rilevato che quei grandi aumenti si traducono in 19 milioni.

Questo è quello che, alla fine, credo che sia stato evidente a tutta la popolazione valdostana.

Dall'altra parte, e su questo invece rispetto al suo secondo intervento, Consigliere Aggravi, non condivido, il fatto di appartenere ad un'area diversa dalla sua non fa sì che quei dati vengano analizzati anche dalla nostra parte politica con attenzione, e quell'aumento della rigidità strutturale del bilancio, che lei ha voluto ben rappresentare, è una cosa che condividiamo assolutamente. Molto probabilmente sono le scelte che stanno dopo le cose che ci differenziano, fra noi e voi, e che sicuramente verranno messe in luce successivamente dagli ordini del giorno che abbiamo presentato, per non parlare del suo emendamento sulla ferrovia che naturalmente noi non avremmo votato, ma immagino che se lo potesse anche aspettare sotto questo punto di vista.

Quello che dicevo è che quest'aumento di rigidità del bilancio lo si traduce, e non vorrei passare per quella che pensa che esistano dei fagnàn all'interno dell'Amministrazione, io questo non penso assolutamente, ma che sia necessario invece riorganizzare quella macchina amministrativa, è una cosa che penso e che dico dal primo giorno che sono qui proprio da dipendente regionale quale sono.

Faccio un esempio su tutti: lo stesso dato una segreteria scolastica, quando assume un docente, lo deve inserire in cinque programmi diversi. Se noi parliamo di digitalizzazione, se parliamo di semplificazione delle procedure, non possiamo pensare che un dipendente debba mettere lo stesso dato cinque volte in cinque portali diversi.

Questo è un esempio molto semplice per far capire che cosa si intende anche per riorganizzazione: si intende semplificazione delle procedure, si intende mobilità del personale, altra cosa messa in luce dallo studio Bocconi. Quando in uno degli articoli di bilancio si prevede che l'accettazione in una graduatoria vuol dire l'automatica cancellazione dalle altre graduatorie, se esistesse una mobilità fra enti, questo non sarebbe assolutamente un problema, ma chiunque viva l'Amministrazione sa benissimo che questa mobilità fra enti non c'è assolutamente, basta guardare le nuove assunzioni, parliamo di nuovo di 83 nuovi assistenti amministrativi. Ci sono all'interno dell'Amministrazione delle persone che hanno chiesto di essere spostate? Questo è avvenuto?

No, perché uno non vale uno, mi è stato detto in audizione, ma sinceramente io credo che quando si parla di valorizzazione del personale, questo debba essere valorizzato anche permettendogli di utilizzare le sue competenze anche in altri settori.

Apprezzo quindi l'emendamento presentato da Rassemblement Valdôtain proprio rispetto a questo pezzo che è stato in qualche modo affrontato diverse volte dal nostro gruppo.

Anche sotto questo punto di vista ci sarà invece un nostro ordine del giorno che cerca di mettere chiarezza rispetto alla questione delle Posizioni di Particolare Responsabilità, perché quando abbiamo chiesto in audizione che cosa si pensava di fare delle PPO, non ci è stata data risposta, ora troviamo un emendamento depositato il 30 di novembre. Mi è addirittura stato detto che quello non rientrava nel bilancio, come se il FUA non stesse all'interno del bilancio regionale. É una cosa che cade dal cielo. Io vorrei evidenziare che il FUA sta assolutamente dentro il bilancio regionale, almeno questo credo lo possano dire anche i miei colleghi, quindi sotto questo punto di vista non c'è di nuovo chiarezza nemmeno su questa progressione di cui sentiamo ormai parlare da anni e poi vediamo (e ci sarà un'iniziativa nel prossimo Consiglio regionale) delle PPO dove quasi ci scriviamo nome e cognome, perché sono competenze e funzioni che svolgono da millenni le stesse persone.

Esiste un principio definito nelle raccomandazioni dell'ANAC, quindi anche rispetto all'anticorruzione, che dice che ci deve essere rotazione proprio rispetto a quegli incarichi. Di tutto questo noi non rileviamo nulla e credo che gran parte delle politiche passino anche dalla riorganizzazione dell'Amministrazione regionale.

Dopodiché, come dicevo, sono le scelte che distinguono se una maggioranza è una maggioranza progressista o se è una maggioranza invece che guarda di più all'ala conservatrice.

Allora ritroviamo in qualche modo delle politiche rispetto alla povertà? Io non ne vedo, vedo dei fondi nazionali - è stato detto più volte - quindi attingiamo a fondi nazionali, ma sulla povertà non c'è una grande attenzione.

Rispetto alla questione della sanità: quali sono, a parte il mega progetto dell'ampliamento dell'ospedale, le ricadute rispetto ai servizi e diamo le stesse possibilità all'operaio che vive al quartiere Cogne rispetto all'imprenditore che vive a Courmayeur? Io credo di no, in questo bilancio assolutamente non ritroviamo tutto questo.

Non parliamo poi della parte ambientale e della sostenibilità più volte citata, perché quando noi parliamo di cambiamenti climatici, e sono sotto gli occhi di tutti, credo, non possiamo parlarne in maniera asettica e dire: "Beh, ma stiamo dando dei soldi per la ricerca, per il monitoraggio, per i bacini" e via dicendo; poi dall'altra parte facciamo tutte delle scelte, e il nostro emendamento andrà proprio in quel senso: togliamo i soldi stanziati per la Coppa del mondo per fare un monitoraggio rispetto al ghiacciaio della Valtournenche. Andiamo a vedere se quel ghiacciaio, come gli altri ghiacciai, sta perdendo, sotto questo punto di vista, la sua capacità. Non credo che verrà mai votato quest'emendamento, ma credo che fosse giusto in qualche modo rappresentarlo in questo bilancio, perché sotto questo punto di vista la visione è una visione opposta.

Dopodiché uno dice: "Guardiamo", visto che anch'io mi ritengo un'autonomista - anche se qualcuno che dava le pagelline rispetto alla réunion pensava che fossimo altrove - sotto questo punto di vista andiamo a vedere la nostra autonomia quanto è spesa in questo bilancio.

Sull'istruzione tecnica professionale noi abbiamo competenza primaria: vedete degli investimenti? No, stiamo aspettando la riforma che ci farà il Governo nazionale.

Naturalmente altri potrebbero parlare dell'aspetto linguistico, e abbiamo anche in questo senso degli ordini del giorno; potremmo parlare dei frontalieri, chissà il nostro Presidente della Regione cosa ci dirà in discussione di quell'ordine del giorno, quali sono state le interlocuzioni con il Governo nazionale per arrivare a quell'accordo che ha portato sicuramente preoccupazione anche da parte di uno dei parlamentari valdostani, quindi sotto questo punto di vista siamo anche curiosi di capire rispetto ai tanti Valdostani che da immemore tempo vanno a lavorare in Svizzera, perché credo che in tutte le nostre famiglie qualcuno che sia andato a fare le vendemmie piuttosto che a lavorare in alberghi o in altre situazioni lo potremmo ritrovare.

Rispetto a tutti i bisogni che abbiamo in questo momento in Valle d'Aosta, noi risposte in questo bilancio non ne troviamo assolutamente nulla.

Qualcuno ha parlato di un bilan montagnard: io spero che non faccia la fine di situazioni come quella dello sgretolamento del permafrost e quindi sia un bilancio destinato a sgretolarsi come neve al sole.

Non è un bilancio, secondo me, che cambierà per nulla la vita dei Valdostani, anzi, molto probabilmente la peggiorerà sotto questo punto di vista.

Rimane un aspetto che, secondo me, è rilevante, che è quello di una critica anche costruttiva: gli ordini del giorno credo che vadano tutti in quel senso, anche gli emendamenti presentati, quindi immagino e spero che ci sia nella replica del Governo almeno la volontà di recepire quanto è stato detto dalla minoranza questa mattina.

Presidente - Sono le ore 12:58, in perfetto orario chiudiamo i lavori di questa mattina del Consiglio, che riprenderanno sempre con la discussione generale della legge di stabilità e della legge di bilancio alle ore 15:00.

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La seduta termina alle ore 12:59.