Objet du Conseil n. 2923 du 9 novembre 2023 - Resoconto
OGGETTO N. 2923/XVI - Continuazione e chiusura della discussione generale sull'approvazione del Documento di Economia e Finanza Regionale (DEFR) per il triennio 2024-2026. (Reiezione di quattro ordini del giorno. Approvazione di un ordine del giorno)
Bertin (Presidente) - 30 Consiglieri presenti, possiamo aprire ufficialmente i lavori del Consiglio della giornata di oggi.
Ricordo che siamo nel dibattito generale riguardo al Documento di Economia e Finanza Regionale. Si è prenotato il consigliere Marguerettaz.
Marguerettaz (UV) - In realtà non avevo grande voglia d'intervenire, perché mi pare che il DEFR sia stato ampiamente commentato e ben rappresentato dal Presidente della Regione e dai colleghi di maggioranza. Ho ascoltato con interesse anche tutta una serie d'interventi fatti dalle forze d'opposizione; non nascondo che alcuni argomenti sono veramente condivisibili e pongono a fattor comune problemi che toccano la nostra comunità.
Io volevo fare una considerazione più generale: molti si sono cimentati nel fare una serie di paralleli sui DEFR di questi ultimi anni, facendo una serie di confronti e di paragoni. Vorrei cambiare paradigma: anziché analizzare il DEFR, analizziamo gli interventi che abbiamo fatto in questi ultimi anni.
Io credo che con una tabella comparativa, senza fare grande sforzo d'immaginazione, avremmo grossomodo individuato tutti gli argomenti che i vari intervenuti hanno toccato, perché ognuno parla del proprio piccolo grande mondo, ovviamente con dovizia di particolari, ma il DEFR è un documento che deve dare una lettura d'insieme, deve dare in qualche modo una lettura; qualcuno quasi si è arrabbiato perché dalle notizie stampa sembrerebbe che il bilancio 2024-2025-2026 abbia più risorse rispetto al passato.
Questo non è un merito della maggioranza, è un merito di tutti, quindi vi direi: non rosicate, considerate questa cosa come un qualche cosa di positivo per la nostra comunità.
Nell'ambito di queste prevedibili osservazioni torno a dire - poi lo vedremo anche negli ordini del giorno - per i giornalisti e per coloro che ci seguono che sono poche le novità, tutti argomenti proposti e riproposti.
Prendo solo l'occasione per fare alcune precisazioni, perché in questi ultimi giorni c'è tutta una serie di polemiche e di critiche, perché siamo alla vigilia di uno degli eventi probabilmente più importanti che la Valle d'Aosta abbia avuto modo d'organizzare, cioè le gare di Coppa del Mondo, che sono una vetrina straordinaria, un momento migliore di questo non poteva esserci, perché siamo all'inizio della stagione, lanciamo la stagione turistica invernale, le condizioni della neve sono straordinarie, abbiamo avuto anche la fortuna - non c'è niente di merito né di Bertschy né di Grosjacques, anche se hanno pregato, hanno fatto sicuramente una serie di esorcismi - che è arrivata la neve e ci presentiamo con il vestito migliore.
In virtù di questo mi sono pizzicato perché ho letto delle lettere... mi dico: "Ma qualcuno fa uso di qualche situazione per vedere le cose che non ci sono?"
Siamo riusciti a riesumare un'attività del 1990, dove si è sviluppato in Valle d'Aosta un dibattito sull'organizzazione dei giochi olimpici; ma capite la disonestà intellettuale nel fare un parallelo tra una gara di Coppa del Mondo e l'organizzazione delle Olimpiadi totalmente in Valle d'Aosta?!
Ma state prendendo in giro le persone? L'organizzazione dei giochi olimpici in Valle d'Aosta comportava la costruzione di un palazzetto di 25 mila posti, comportava la creazione di uno stadio per il salto con gli sci a Charvensod, comportava una serie d'infrastrutture che, una volta finite le Olimpiadi, sarebbero state un peso enorme, esattamente come a Torino per tutta una serie d'infrastrutture che sono una zavorra.
Torino ha avuto un'attività straordinaria e dire - perché parlo a nome dell'Union Valdôtaine - che abbiamo cambiato idea è un'altra fesseria galattica, perché basta andare a prendere la rassegna stampa: noi abbiamo cercato, per esempio, il sostegno delle Olimpiadi a Sion, cercando di portare delle gare olimpioniche in Valle d'Aosta. È una differenza abissale tra fare delle Olimpiadi e organizzare delle gare.
È esattamente il discorso che abbiamo fatto con Torino, cercando allora - si ricorda l'Onorevole Caveri, allora Assessore - grazie all'intervento di Ottoz di avere delle gare di Coppa del Mondo e delle gare olimpiche.
Stravolgere la verità, cercando di portare l'acqua al proprio mulino, è tipico di una componente politica che viene qua, si alza, con fare accademico e cattedratico dicendo: "Questa è la verità". Io vorrei solo rammentare che l'ultima è stata quella della legge sulle guide di mezza montagna, si è detto con tono saccente: "Questa è una legge che è incostituzionale". Risultato: nessuna impugnativa. La legge sulle guide di mezza montagna è andata via liscia come l'olio.
Abbiamo avuto in passato una serie di affermazioni: "Il referendum sulla legge elettorale" - che è stato utilizzato come una clava - "È accoglibile". I tre saggi dicono: "Sbagliato, non è accoglibile".
Abbiamo parlato in aula di un eventuale ricorso alla Corte costituzionale per delle attività riguardanti l'insindacabilità di alcuni provvedimenti.
Anche lì si sono alzati dicendo: "Ma no, questa è una fesseria".
Morale: la Corte costituzionale dice: "Insindacabilità".
Io direi che un minimo di riflessione, di autocritica, dove si dica: "Forse qualche certezza che abbiamo non è poi così granitica, stiamo dicendo delle cose che sono opinabili, per lo meno, non dico che siamo noi detentori della verità"...
Così per il DEFR, noi stiamo dando delle indicazioni per cercare di dare delle risposte alla nostra comunità, si può fare di più? Ma certo, ma stiamo cercando di fare tutti gli sforzi possibili per cercare di migliorare.
Ho visto che siete molto attenti alle notizie stampa quando fanno emergere delle difficoltà nella nostra sanità; ultimamente ho visto delle notizie positive dove tutta una serie di reparti sono migliorati e viene riconosciuto questo miglioramento e lì, modello talpa, "Non diciamo nulla".
Riconosciamo anche gli sforzi che vengono fatti, riconosciamo che, con tutta la modestia che può esserci in un Governo, stiamo cercando di dare delle risposte, e l'ho detto ieri quando ho parlato dell'assemblea dell'APF: quando tu vai in un ambiente dove coloro che intervengono hanno le bombe alla frontiera o le bombe all'uscio di casa, concentriamoci un po' di più sulle cose che contano e cerchiamo di essere più costruttivi. Questo lo dico alla maggioranza, al Governo e all'opposizione.
Qua nei corridoi dall'inizio della giornata stiamo dicendo: "Non so se oggi riusciremo a chiudere il DEFR".
Ma voi pensate che, se passiamo il giorno a discutere tra sordi con le nostre bandierine da piantare, la comunità che sta fuori ci fa un plauso?
Attenzione, non è che farà una grande distinzione tra maggioranza e opposizione: al di là delle tifoserie, al di là dei comitati che vi battono le mani, la gente fuori dice: "Ma voi lì state perdendo tempo. Avete passato due ore a parlare dei coscritti e non credo che abbiate apportato un grande valore aggiunto alla nostra comunità".
È un invito, prima di tutto al Governo - ma pure fra di noi - nel momento in cui affronteremo 64 ordini del giorno, a essere in qualche modo pratici e a cercare di dare un segnale alla nostra comunità e a non parlarci addosso. Lo dico a me stesso per primo, chiaro.
Presidente - Consigliere Planaz a lei la parola.
Planaz (RV) - Ieri abbiamo ascoltato con attenzione i vari argomenti che sono all'interno di questo Documento Economico Finanziario Regionale, presentato come uno dei più importanti documenti al vaglio di quest'Aula, e mi collego alle parole del collega Marguerettaz, che condivido in parte, però io non mi stupirei se su questo documento ci soffermassimo un po' di più per affrontare delle problematiche che forse molti Valdostani si aspettano e che forse non si ritrovano sempre.
Io sono d'accordo che questo documento debba essere analizzato a fondo sia da parte della minoranza che della maggioranza.
Lei ha detto: "Riconosciamo gli sforzi fatti". Anche dalla nostra parte abbiamo visto il Piano salute e benessere sociale, abbiamo presentato degli ordini del giorno che non sono stati accettati, l'abbiamo visto nell'assestamento; oggi da parte delle minoranze sono stati di nuovo presentati tutta una serie di ordini del giorno.
Io ho invitato il mio gruppo a fare degli ordini del giorno che siano utili alla comunità e non fare degli ordini del giorno tanto per fare propaganda, per piantare le "Bandierine".
Io non dico che tutti gli ordini del giorno presentati per questo Documento Economico Finanziario siano utili o siano possibili da effettuare, però se questo Documento, come ieri è stato illustrato, è un Documento importantissimo, io credo che un minimo di valutazione su questi documenti, riconoscendo gli sforzi fatti - e qui mi ricollego a quello appena detto - sarebbe utile, ma non per noi della minoranza, ma anche per i Valdostani, perché io penso che, da parte delle opposizioni, si portano in quest'aula le necessità, le esigenze e le richieste di molti Valdostani, poi condivise o meno, però siamo stati eletti dal popolo e, di conseguenza, il nostro elettorato ci farà delle precise richieste e noi, come dovere, ci dovremo adoperare per fare in modo che queste esigenze si portino avanti.
Ieri sono stati toccati praticamente tutti gli argomenti da parte dei colleghi, sia di minoranza che di maggioranza; ho aspettato che intervenisse qualcuno da parte della maggioranza, però ci sono state un po' di criticità anche da parte della maggioranza: qualche parolina che andava a definire questo documento con alcune carenze o qualche mancanza di visione su aspetti fondamentali.
Si è parlato di trasporti, forse non se ne è parlato abbastanza per le difficoltà che ci sono in questa regione: abbiamo una ferrovia che verrà chiusa per essere modernizzata, e, a mio avviso, non è che ci sarà un grande risultato su quest'aspetto, al di là di questo, come abbiamo sottolineato molte volte in quest'Aula, verranno spese molte risorse non regionali ma purtroppo andranno a portare avanti un'opera che - dal punto di vista del nostro gruppo e di molti altri di quest'Aula - non è proprio del tutto condivisibile, soprattutto in un periodo dove le nuove tecnologie di trasporti sostenibili e non inquinanti, tipo l'idrogeno come si è discusso ieri... ma non voglio andare a ripetere le cose che sono state ripetute ieri, anche per andare incontro alla richiesta del collega Marguerettaz che non dovremmo farla lunga tutto il giorno; però anche qui forse, e andremo a sottolinearlo con un ordine del giorno,- anche se tutto è stato deciso - si dovrebbe fare una valutazione per far sì di non trovarci nel 2026 - sempre come ci è stato detto "Cemento maturando" perché così è stata la definizione del cemento, io non ho mai visto maturare il cemento - senza avere portato a termine quest'opera.
Abbiamo il problema del Traforo, e questo è un problema che toccherà i Valdostani nel futuro per molto tempo e logicamente quello che è successo al Fréjus ha fatto sì d'aumentare l'importanza di questa problematica sui nostri valichi per quanto riguarda i transiti, sia di mezzi pesanti che di veicoli leggeri. A volte qualcuno sottolinea il fatto che se non avessimo i mezzi pesanti nella nostra regione forse sarebbe meglio dal punto di vista turistico, perché saremmo molto più "Green" - usiamo queste parole che vanno molto di moda adesso - ma non dobbiamo dimenticarci che se non c'è il traffico pesante in questo periodo di chiusura del Traforo non c'è neanche il traffico leggero e tutte le comunicazioni che ci sono dal punto di vista turistico, importantissime nella nostra regione, come molti altri settori che vengono sottolineati come importanti però, a mio avviso, non sono abbastanza approfonditi.
Bene quello che sta avvenendo a Cervinia, quello che ha appena accennato il collega Marguerettaz sulla Coppa del Mondo che porterà un flusso di gente nella nostra regione, in un periodo di stagione più calma, che non è in piena stagione come le vacanze di Natale o le vacanze estive; anche questo ha creato delle polemiche, e condivido in parte quello che ha detto il collega Marguerettaz.
Se s'interviene con delle opere in contesti che oggi sono molto importanti per la popolazione, poi anche tutta l'opinione pubblica, a fronte delle sue idee, porta avanti le sue istanze e molte volte non sono piacevoli, anche se, secondo il nostro parere, questa azione non è poi così, speriamo, devastante, perché, se ritorna un inverno o degli inverni sulla media normale di nevicate, tutto questo fra un po' di tempo viene dimenticato e sepolto dalla neve.
Voglio dire due parole per quanto riguarda l'agricoltura: l'agricoltura oggi avrebbe bisogno di una riforma, come molti altri settori, e io non vedo delle grosse novità in quest'ambito, anche perché la nuova programmazione non possiamo vantarci che sia stata un'idea della politica valdostana, perché - anche se non ci piace o ci piace - ci è stata imposta dalla programmazione dettata dall'Unione Europea.
Io, prima di a decantare delle misure che non abbiamo ancora visto mettere a terra sul nostro territorio, non mi sento di dire quale risultato avrà. Logicamente ogni programmazione serve per dare... (lo dice la parola stessa) o per correggere gli eventuali errori o dimenticanze che sono stati fatti nelle passate programmazioni per portare il settore in un ambito d'innovazione, di nuove tecnologie, di maggior qualità dei prodotti e tutta una serie di obiettivi che sono dentro questa programmazione.
L'altro aspetto relativo all'agricoltura - riguarda l'Assessorato all'agricoltura - è la filiera legno; già è stato sottolineato anche ieri, non voglio ritornarci, però vedo che tanto alla fine, dopo tre anni che sono qui, assieme ad altri colleghi e che esaminiamo i documenti, non vedo questo grande innovamento, al di là dei tavoli tecnici che si incontrano ogni tanto, però oggi non vediamo nulla di concreto per attivare una filiera del legno veramente concreta, non solo scritta sulla carta, ma che abbia un risultato anche dal punto di vista della cura e del mantenimento del territorio, dell'occupazione e anche per quanto riguarda la qualità dei nostri legni, perché se noi andiamo a vedere le vecchie strutture che venivano costruite nel nostro territorio esse avevano una durata superiore del legno, che viene a volte acquistato fuori dalla nostra regione e che non ha le caratteristiche del nostro territorio e, di conseguenza, dopo 10-15 anni che si vedono stagionate, che sono praticamente nuove, sono già marce e sono da sostituire; al di là dell'aspetto paesaggistico, non è bello vedere un paesaggio trascurato, non sempre dovuto alla responsabilità tra l'allevamento e anche dei confini comunali.
Io penso all'impatto che c'è per la gente che viene a visitare il nostro territorio, se è ben curato e ben mantenuto, al di là che a volte si vedono delle staccionate o di angoli di prati trascurati o non ben puliti; bisognerebbe fare in modo d'incentivare chi lavora bene e fare in modo di correggere chi a volte, non sempre per negligenza, magari anche per problemi organizzativi aziendali, non riesce a mantenere il territorio e a presentarlo "Da cartolina" come quello che ci viene proposto dal Trentino; vediamo questi panorami, sanno anche fare delle foto che fanno risaltare bene il paesaggio: quando si visita quel territorio, si ha la sensazione di ordine del paesaggio.
Questa cura del territorio, logicamente, per chi viene a visitare la nostra regione, per il turismo, secondo me è un atout che vale molto per la nostra comunità.
Qui sul DEFR non vedo un'azione incisiva per andare a correggere o premiare chi mantiene in un determinato modo il nostro territorio ed è cosa importantissima anche per gli aspetti idrologici e quant'altro.
Vedo anche delle misure aggiuntive per il contenimento per le specie lupo e per le predazioni. Abbiamo portato in aula molte iniziative e anche qui mi dispiace, perché non mi diverto a portare sempre delle iniziative e parlare degli stessi argomenti, però mi è sempre stato ribadito che oggi non abbiamo una grande problematica al riguardo delle predazioni e che non ci sono casi problematici di predatori nella nostra regione, però poi vedo che nel DEFR l'importanza di mantenere delle misure su questa tematica c'è, allora non è vero quello che mi viene sempre risposto nelle iniziative e che la problematica viene sempre sminuita e un po' lasciata da parte.
Non voglio farla lunga più di tanto, non so se oggi riusciamo o no, io spero di sì, a portare a termine questo documento e votarlo; io spero che da parte di tutti ci sia la volontà di dare un segno di cooperazione, portare un po' le istanze di tutti e riuscire a rafforzare questo documento, anche perché poi quello che ci sarà scritto qua sopra non sempre si potrà o si riuscirà a portare a termine entro le date prefissate, però almeno dare un segnale fuori che le due giornate che abbiamo perso, come qualcuno dice, non sono state perse, ma sono giornate che serviranno a dare un futuro migliore a tutti i nostri cittadini e anche a tutto il nostro territorio.
Presidente - Altri interventi? Consigliera Erika Guichardaz per secondo intervento.
Guichardaz E. (PCP) - Abbiamo iniziato la giornata, ma lo immaginavamo, con un intervento del capogruppo dell'Union Valdôtaine che ci faceva un po' di storia.
Riprendendo la storia e riprendendo quei giochi olimpici... intanto sottolineiamo che quella lettera è inviata alla Presidente del Mouvement e non al Consiglio regionale, quindi forse è un'altra la sede in cui bisognerebbe rispondere, ma, facendo seguito a quello che ha detto il Consigliere - visto che alcuni di noi in quegli anni avevano poco più di 10-11 anni e molto probabilmente non si ricordano cos'è avvenuto - abbiamo ripreso i documenti all'interno del sito del Consiglio regionale: chi è che ha proposto la candidatura dei Giochi olimpici? Proprio l'Union Valdôtaine.
Quando, in un'interpellanza si chiede conto di cos'è avvenuto, si dice: "Appreso dagli organi di stampa che il Presidente del Consiglio dei Ministri, l'On. Ciriaco De Mita, ha inviato una lettera al Presidente del Comitato Olimpico Internazionale per chiedere l'assegnazione alla Valle d'Aosta della XVIII edizione dei Giochi olimpici invernali in programma nel 1998; appreso altresì che la candidatura della Valle d'Aosta è stata sollecitata dalla Giunta regionale della Valle d'Aosta".
Guardate cosa dice l'Assessore Faval che non credo essere del nostro partito, almeno non mi risulta: "S'il est vrai que le Conseil régional n'a jamais discuté jusqu'ici, à la suite d'un point spécifique à l'ordre du jour, la question de l'organisation des jeux olympiques en Vallée d'Aoste, il est aussi vrai qu'à l'occasion de la discussion du budget du 1999, le Président de la Junte informa officiellement le Conseil régional d'avoir envoyé une requête dans ce sens etc.."
Forse prima di farci la storia, sarebbe meglio ricordare tutto quello che è avvenuto, e, anche rispetto a quello che è stato detto, ognuno parla del proprio piccolo mondo.
Secondo me ognuno parla di quello che conosce, ognuno parla di quello che ha portato avanti, ognuno parla di quello di cui si è informato in questi anni ed è normale che gli ordini del giorno vadano proprio in quel senso.
Sono cose certo che abbiamo detto e ridetto in questo Consiglio regionale, che non ritroviamo nel DEFR e che quindi poniamo all'attenzione di quest'Aula e se è utile quando si va all'APF ascoltare chi interviene e parla della guerra a casa sua, bisogna ascoltare anche chi parla degli ultimi di casa sua.
Quando noi parliamo della Valle d'Aosta, in questo DEFR non troviamo nulla riferito a chi ha fame, a chi è sfrattato ogni giorno, a chi non può curarsi perché ci sono liste d'attesa, (E poi ne parleremo) che fanno paura; forse sono quelli gli argomenti che i Valdostani aspettano che noi prendiamo in considerazione e che vengano messi in evidenza, ed è questo che faremo.
Poi, permettetemi, ieri non sono intervenuta perché era la fine del Consiglio, ma mi piacerebbe riprendere il programma che abbiamo portato agli elettori nel 2020 per chiedere nel DEFR - visto che una parte di questa maggioranza è all'interno e sicuramente ha dato delle linee rispetto al DEFR - che cosa ci ritroviamo.
Su Cime Bianche dicevamo: "Ci impegniamo per la difesa della sua integrità e perché diventi un atout per la diversificazione".
Sull'aeroporto dicevamo: "Occorre ridefinire il ruolo dell'aeroporto di Aosta", e chi è stato in questo Consiglio prima di me ricorda le battaglie fatte dall'attuale Presidente Bertin in questo senso. Poi si dice, rispetto alla seconda canna del tunnel: "Evitando di arrivare a una situazione di collasso" per poi invocare il raddoppio della galleria.
Rispetto all'Ospedale: "Per uscire dalla crisi economica, si riprenderà a finanziare opere pubbliche, si dovrà riconsiderare la costruzione di un nuovo unico Ospedale moderno fuori dal centro città, più accessibile e adeguato alle normative di sicurezza".
Ho preso solo quattro temi a caso, ma ritrovate qualcosa in questo DEFR? No, ritrovate l'opposto di quello che dicevamo, e anche rispetto alla questione sociale, tanto evidenziata dal consigliere Padovani, che immagino quindi voterà tutti gli ordini del giorno che noi abbiamo portato, ci chiediamo: "Se siamo al Governo di una Regione e nella nostra Regione chi arriva dopo di noi negli uffici sappiamo che prende 6-7 euro l'ora, non vale la pena fare una battaglia perché quelle persone ne prendano almeno 9? Non vale la pena fare una battaglia perché gli operatori di sostegno abbiano un contratto diverso da quello attuale, senza pensare a un ente strumentale ma iniziando a valorizzare il loro lavoro?
Sullo studentato, andiamo a vedere, perché si è detto: "Interverremo sugli affitti degli studenti"; interveniamo come? Qui dello studentato si parla per la conclusione dei lavori nel 2026 e io non ho trovato nulla che dica che invece s'interverrà rispetto alla questione delle agevolazioni degli affitti degli studenti.
Quindi guarderemo e analizzeremo il bilancio, nel DEFR di tutto questo non c'è una parola.
Sulle misure rispetto alla povertà, ho visto che c'è nuovamente una richiesta di reintroduzione del Bon Chauffage, avevamo chiesto in assestamento che si potesse almeno riavere il Bonus Social se non c'era il Bon Chauffage; abbiamo anche chiesto che, in attesa del Governo nazionale, si potesse finanziare nuovamente il reddito d'inclusione che era stato votato all'unanimità da questo Consiglio e che aveva avuto dei riscontri positivi.
Sono questi i temi che non ritroviamo in questo DEFR e su cui naturalmente ci concentreremo.
Rispetto agli edifici scolastici, sicuramente ci sono degli interventi all'interno del DEFR e se ne parla, ma non possiamo non vedere quello che sta accadendo attorno a noi.
Dobbiamo ringraziare che la caduta di pezzo di soffitto alla Saint Roch non sia avvenuta durante l'ora di lezione, dobbiamo evidenziare che una scuola praticamente appena costruita...
(intervento di un Consigliere, fuori microfono)
...potrà parlare Assessore... L'Assessore del Comune mi risulta essere del suo partito e non del mio, ma evidentemente sotto questo punto di vista c'è un po' di confusione all'interno del PD, qualcuno crede che Area Democratica sia ancora lì e sottolineo che non c'è più, quindi non si scarichi sul Comune di Aosta.
Sappiamo bene che il Comune ha delle responsabilità ma, ad esempio, se parliamo del Liceo musicale, credo che andare avanti con i catini non sia responsabilità del Comune di Aosta ma forse di chi quella struttura l'ha messa in piedi poco tempo fa e che, ancora oggi, non risulta essere agibile.
Non parliamo poi di edifici che erano stati costruiti con procedure di velocizzazione, come il Bérard, che nascono già monchi, perché non hanno, ad esempio, le palestre sufficienti per gli studenti di quell'edificio.
Consigliere Lucianaz, io condivido il fatto che la struttura dell'Adelaide, ad esempio, debba essere rifatta, ma sotto questo punto di vista credo che ci debba essere un'attenzione affinché, nel momento in cui si rifà un edificio scolastico, questo possa dare accesso a tutte le attività educative di quella scuola, che quindi si pensi in un'ottica in cui poi gli alunni non debbano andare a fare educazione fisica altrove o in cui debbano usare altri spazi, ma si faccia con il buon senso.
Non tedierò oltre l'Aula perché sicuramente con gli ordini del giorno andremo ad affrontare i vari punti, ma quello che dico è che anche da questo dibattito purtroppo si vede una certa arroganza nelle sollecitazioni portate avanti dalla minoranza, che sono sollecitazioni e che tali devono rimanere, visto che comunque non possiamo incidere in maniera pesante rispetto a un Documento di Economia e Finanza, ma crediamo che se alcuni dei punti che noi evidenziamo verranno almeno posti all'attenzione e considerati poi nel bilancio, questo forse sarebbe importante anche per questa maggioranza.
Presidente - Non vedo altre richieste d'intervento, pertanto chiudo la discussione generale. La discussione generale è chiusa.
Si è prenotato, in fase di replica, l'Assessore Caveri.
Caveri (AV-VdA Unie) - Chiederemmo una breve sospensione prima di cominciare le repliche.
Presidente - Il Consiglio è sospeso.
La seduta è sospesa dalle ore 09:45 alle ore 10:22. Alla ripresa dei lavori presiede il vicepresidente Marguerettaz.
Marguerettaz (Presidente) - È stata chiusa la discussione generale. Ci sono delle repliche del Governo? Ha chiesto la parola l'assessore Caveri, ne ha facoltà.
Caveri (AV-VdA Unie) - Cari colleghi, abbiamo preso l'impegno di essere rapidi nelle nostre repliche e, in certi casi, saranno poi gli ordini del giorno l'occasione per riprendere alcuni dei temi che sono stati trattati.
Per quel che mi riguarda, ci sono due argomenti e una riflessione politica finale che vorrei fare.
Il primo argomento è stato sollevato dal collega Baccega, e anche dal collega Ganis, e riguarda il famoso PNRR. Come avrete visto dalla relazione periodica che abbiamo inviato, questi 400-450 milioni sono anch'essi soggetti a delle riflessioni che riguarderanno gli eventuali tagli che arriveranno sul PNRR, con l'assicurazione da parte del Ministro Fitto di spostamento di alcune di queste cifre su altre disponibilità; noi ci auguriamo che questo sia possibile. Ad esempio, per gli interventi cittadini sulla città di Aosta queste rassicurazioni dovrebbero avere già trovato conferma, vedremo per il resto.
Non si può però nascondere, cari colleghi, il fatto che il PNRR risulti alla fine un pasticcio che quotidianamente bisogna dipanare, è una responsabilità non solo di questo Governo, ma è una responsabilità anche del Governo Conte e del Governo Draghi quella di avere impostato il PNRR in una logica fortemente centralista, con gravi difficoltà di utilizzo - e lo verifichiamo ogni giorno, anche ieri in un incontro con i Comuni, ad esempio - di questa piattaforma che si chiama Regis - all'interno della quale vanno riversati tutti i dati e che dovrebbe diventare, purtroppo, anche la piattaforma dei fondi comunitari - e che non sempre è funzionante.
Mancano delle risposte, noi l'abbiamo visto anche nella vicenda dei Borghi di Arvier, aspettiamo ancora una risposta a una serie di sollecitazioni fatte nel mese di luglio, quindi ci sforziamo, presenteremo - come aveva chiesto il collega Baccega in Commissione - tutte le problematiche; non vorrei che ricadessero su di noi una serie di responsabilità che, purtroppo, vanno assunte dalla visione statale.
Devo dare atto al ministro Fitto di aver cercato comunque di mettere ordine in una situazione che si è fatta intricata.
À propos de la deuxième question, et je me réfère à ce qui a été dit par monsieur Lucianaz sur les minorités linguistiques, ce n'est pas toujours l'argent qui fait la guerre. Donc, je peux vous rassurer sur le fait qu'il y aura, autour de la question plus générale des minorités linguistiques, un grand engagement de notre part. De ce point de vue, c'est vrai qu'aujourd'hui il y a 25.000 euros sur trois années et j'espère dans les mois à venir de pouvoir ajouter de l'argent, mais par exemple pour rappeler l'importance de la loi cadre sur les minorités linguistiques historiques je vais vous rassurer : nous avons l'intention d'avoir un grand moment de débat qui sera organisé avec le parlement italien et sûrement avec le ministre Calderoli, qui s'occupe de cette matière.
Donc, nous aurons la possibilité de discuter avec les autres minorités linguistiques ; nous avons aussi une motion sur laquelle on pourra sûrement s'interroger sur le rôle du franco-provençal que personnellement je retiens capital dans la discussion sur l'essor linguistique de la Vallée d'Aoste. Bien sûr, moi aussi je souligne ce que fait partie de notre sensibilité personnelle mais doit être partie d'une sensibilité collective communautaire, à savoir le fait que le français est en crise et donc il faudra s'efforcer de plus en plus et souligner cet argument comme un argument fort qui, comme vous l'avez rappelé, est au fond des circonstances qui nous permettent d'avoir aujourd'hui le statut d'autonomie spéciale, même si limité dans les pouvoirs et les compétences.
Un'ultima riflessione riguarda la montagna che alcuni di voi hanno evocato: io credo che questo tema per noi sia un argomento importantissimo; chi se n'è occupato a livello parlamentare sa perfettamente che siamo ancora in attesa di una revisione della legge quadro; la legge quadro potrebbe portare delle risorse ulteriori e anche delle norme, soprattutto in materia fiscale, che potrebbero darci delle soddisfazioni.
È indubbio che il problema della montagna è un problema soprattutto di perimetrazione, di cosa s'intenda per la montagna, tema che per la Valle d'Aosta non è particolarmente significativo, perché siamo classificati indubitabilmente come territorio interamente montano, ma più il resto della montagna fittizia drena delle risorse nazionali meno noi otterremo nel tempo degli aspetti finanziari che ci possono servire, come si è visto quest'anno con il Fondo della montagna, che è sempre una risorsa aggiuntiva rispetto a quanto noi abbiamo nel nostro bilancio.
Quello che io trovo insopportabile nella discussione sulla montagna è quando c'è una furia ideologica attorno alla montagna che crea conflitti che talvolta, in qualche maniera, distorcono la realtà e, in qualche maniera, evitano di centrare gli argomenti fondamentali del futuro della montagna, ma sappiamo benissimo che c'è chi, all'interno della logica dei conflitti, prospera e ci sguazza.
Presidente - Grazie, Assessore. Ha chiesto la parola l'assessore Carrel, ne ha facoltà.
Carrel (PA) - Grazie ai colleghi per l'interessante dibattito avvenuto sul DEFR. Dal punto di vista politico i colleghi di maggioranza hanno già bene esposto il documento, mi accingo in quest'intervento a mirare due temi sollevati dai Consiglieri, essenzialmente quello della foresta e quello della nuova legge 17, quindi dell'attenzione alla media montagna e a dei settori sicuramente più difficili da coprire con delle politiche più ampie come quelle del CSR.
Per quanto riguarda la foresta, che è un tema che abbiamo dibattuto già anche in Commissione, ci tengo a sottolineare che nel DEFR non vi è una scheda definita esclusivamente per la foresta, perché ogni Dipartimento ha due obiettivi e capite bene che bisognava scegliere quali erano gli obiettivi, ma - e ci tengo a sottolinearlo - il programma forestale è in fase di affido alla CUC, sarà affidato entro i primi giorni del mese di dicembre e avremo (speriamo) la possibilità di firmare il contratto con gli affidatari entro un mese dal primo di dicembre, quindi da lì scatteranno i 18 mesi per avere un nuovo programma forestale regionale; quelli saranno i 18 mesi dove andremo a discutere del come sviluppare tutta la filiera legno e di come far evolvere il nostro settore foresta.
Mi prendo l'impegno - dopo che avremo ovviamente contrattualizzato e incaricato chi avrà vinto la gara che impegna circa 240 mila euro più Iva di questo studio - di avviare un confronto con i gruppi proprio per cercare di dare le linee guida fondamentali per lo sviluppo di questo importantissimo settore. Lo studio, ovviamente - e ci tengo a sottolinearlo - avendo una durata di 18 mesi, scadrà nel 2025, quindi questo è uno dei motivi per cui ho preferito inserire nelle schede del Dipartimento risorse naturale degli obiettivi più vicini nel tempo piuttosto che questo, ma non vuol dire che non stiamo seguendo questa pratica, anzi, la stiamo seguendo e abbiamo queste notizie che tengo a rendere in quest'aula.
Per quanto riguarda il CSR, ha sicuramente ragione il collega Planaz, non dipende da noi; dipende da noi però come lo attuiamo, e lei sa bene che ci sono delle grandi difficoltà a tradurre delle norme create a livello europeo cercando di renderle attuabili e attuali in un settore come quello agricolo in Valle d'Aosta, una terra che - come ha giustamente appena detto il collega Caveri - è di montagna con tante difficoltà.
Il collega Lavy ha evidenziato tutto il problema della media montagna, ebbene la legge 17 cerca d'intervenire proprio in quel senso.
È ovvio che non possiamo entrare nel dettaglio di che cos'è il CSR, lo abbiamo già fatto quando abbiamo discusso quest'importantissimo documento, oggi però stiamo cercando di differenziare all'interno delle varie misure gli alpeggi produttivi dagli alpeggi improduttivi, dai Fondovalle agli alpeggi; questo perché differenziare le varie misure e i vari contributi è fondamentale per poter garantire la cura del paesaggio di cui parlavamo prima e su cui siamo attenti e vigili.
Ovviamente nel DEFR, che è un documento di programmazione, non siamo potuti entrare nel dettaglio.
La legge 17 ci serve esattamente ad andare a finanziare una serie d'investimenti, soprattutto quelli piccoli, soprattutto per le piccole-medie imprese che popolano la nostra regione e che non possono accedere al CSR, o che, comunque, per accedere al CSR, avrebbero la necessità di produrre una quantità di documenti eccessiva rispetto alle risorse richieste.
Per questo motivo abbiamo inserito la necessità di rivedere la legge 17/2016, il che non vuol dire un ritorno al passato, ma vuol dire guardare la nuova programmazione con degli strumenti anche regionali per far fronte a delle esigenze che sono proprie della nostra agricoltura.
Per quanto riguarda il problema "Lupo" che ha citato il collega Planaz, c'è la massima attenzione su questo. Io capisco bene che vi sia anche un po' un gioco delle parti, è un tema che stiamo attenzionando e su cui stiamo lavorando, ma come sa - purtroppo ci siamo già confrontati in quest'aula su varie iniziative - ci sono delle norme europee che (ci dicono e leggiamo) possono cambiare in futuro, ma a oggi sono ancora vigenti, quindi è ovvio che stiamo facendo tutto ciò che possiamo fare all'interno di queste norme.
Presidente - Come vedete, cinque minuti per le repliche. La parola all'assessore Grosjacques.
Grosjacques (UV) - Solo alcune brevi risposte rispetto alle indicazioni venute dal dibattito consiliare.
Partirei dalla collega Minelli, che sottolineava la sostituzione dell'obiettivo degli anni precedenti, riferito all'individuazione di un nuovo modello di organizzazione turistica.
L'obiettivo non è stato ovviamente cancellato, così come le avevo già detto nel corso dell'audizione in Commissione, ma è stato soltanto sostituito, avendo a disposizione due obiettivi per Dipartimento; questo non significa che non si lavorerà e non si continuerà a lavorare su questo tema che, per le motivazioni che lei ha correttamente evidenziato nel corso della sua esposizione, non ha potuto avere quest'impulso che si era immaginato all'atto dell'individuazione; comunque proseguirà nei lavori con una tempistica diversa rispetto a quella che era stata considerata in fase di approvazione del DEFR precedente.
Ha sottolineato tutte le criticità derivanti dall'approvazione della legge sugli accompagnatori di media montagna, non torno sul tema perché credo che il capogruppo dell'Union questa mattina le abbia risposto in modo molto puntuale e con riferimento all'iter che ha portato all'approvazione da parte del Consiglio dei Ministri della legge senza alcun rilievo negativo, quindi la legge dispiega tutti i suoi effetti e i corsi di preparazione a questa nuova professione saranno gestiti con le risorse dell'Amministrazione direttamente dall'Unione Guide di alta montagna, quindi sotto la regia delle Guide e attraverso la costituzione dell'apposito albo specifico.
Per quel che riguarda la disabilità - e quindi le attività ulteriori rispetto al progetto dello sci per tutte le abilità - le risponderò puntualmente - perché lei ha fatto un ordine del giorno così come i colleghi della Lega - in fase di analisi degli ordini del giorno.
Per quel che riguarda l'iniziativa della Maison de la Montagne ribadisco - ma questo l'ho già detto anche in Commissione a precisa domanda - che l'individuazione dell'area è stata proposta dalle guide e dai maestri di sci ed è stata individuata da loro come la zona per una nuova costruzione, perché di questo stiamo parlando, come la zona a loro dire più rispondente a quelle che erano le loro esigenze.
Non ho altro da aggiungere, se non che l'Amministrazione ha preso atto di questa scelta e sta seguendo tutte le procedure per poter definire questo tipo d'accordo con Vallée d'Aoste Structure per arrivare alla definizione delle problematiche legate al diritto di superficie di quest'area.
Il collega Aggravi ha posto l'accento sul disegno di legge sul quale sono iniziati i lavori tra la struttura del mio Assessorato e la struttura Urbanistica, sul disegno di legge di cui si era parlato nelle legislature precedenti e che è stato in qualche modo recuperato per poter arrivare a dare le risposte che le categorie sollecitano.
Il lavoro è in atto, è uno dei due obiettivi dell'Assessorato e quindi sicuramente porteremo nei prossimi mesi - non sono in questo momento in grado di dare una tempistica - un testo (incomprensibile) sul quale le Commissioni poi daranno il loro contributo.
Al collega Restano, che ci sollecita a lavorare per recuperare la clientela straniera nella nostra regione, devo dire che non per merito mio, ma per lo sviluppo del lavoro che si è susseguito in questi anni da parte delle Amministrazioni che hanno lavorato su questo punto, devo dire che le ultime due stagioni, sia quella invernale che quella estiva, sono state le due migliori stagioni di sempre, sia con riferimento alla stagione precedente sia con riferimento all'ultimo decennio pre-pandemico, e, per quel che riguarda i turisti stranieri, nella stagione invernale abbiamo recuperato il differenziale che ovviamente si era creato nel periodo pandemico per le problematiche che tutti conosciamo e siamo tornati sostanzialmente a un 50 e 50 tra i turisti stranieri e i turisti italiani.
Direi che questo recupero premia il lavoro fatto negli anni anche in termini di promozione della nostra Regione che, come dicevo, essendo stata la stagione numericamente (sia in termini di arrivi che in termini di presenze) la migliore di sempre, direi che il lavoro che viene fatto dall'Amministrazione sta dando i suoi risultati.
Non ho sentito parlare - anche se è una delle attività che abbiamo citato nella parte relativa all'Assessorato al turismo - dell'École Hôtelière; vorrei spendere solo due parole per sottolineare che l'attività che è stata fatta dall'École Hôtelière, in collaborazione con l'Amministrazione, sta dando dei risultati, perché in controtendenza rispetto a quasi tutte le strutture nazionali, l'École Hôtelière quest'anno ha avviato una classe di prima in più che ci fa ben sperare anche per dare una risposta alla cronica crisi delle professioni nel settore turistico-ricettivo, quindi questo è un ottimo auspicio, perché alla fine del percorso, sia di formazione professionale sia del percorso quinquennale, ci sia la possibilità di offrire alle nostre strutture del personale altamente qualificato, personale che, tra l'altro, oggi sta già dando un grande contributo sia per l'organizzazione del catering e delle attività per la Coppa del Mondo del Breuil che su altri temi.
La scuola sta facendo tutta una serie di attività anche al di fuori dell'Istituto propriamente detto, anche con riferimento alle attività che sta facendo nella Casa circondariale, quindi un'École Hôtelière impiegata e attiva su tutto il territorio.
Questo ci tenevo a sottolinearlo, perché stiamo parlando di una delle eccellenze della nostra regione dal punto di vista scolastico, quindi è bene evidenziare anche le cose che funzionano.
Spero di aver dato una risposta puntuale a tutte le suggestioni.
Presidente - La parola all'assessore Jean-Pierre Guichardaz.
Guichardaz J. (FP-PD) - Ho ascoltato con attenzione gli interventi dei colleghi, che ringrazio perché comunque sono stati utili a fornire elementi anche di riflessione.
Le criticità che riguardano i due Dipartimenti che rappresento verranno affrontate, come nella prassi peraltro, attraverso gli ordini del giorno e gli emendamenti.
Un'annotazione la voglio rivolgere al collega Lucianaz, non tanto per instaurare con lei un rapporto speciale, ma per il semplice fatto che le sue cortesi critiche che ha evidenziato ieri non trovano poi alcun riferimento e proposta negli ordini del giorno presentati dal suo gruppo, pertanto è bene che almeno su un paio di elementi io le dia due spot d'informazione.
Riguardo alle questioni circa il supporto psicologico e di ascolto che sono citate nel DEFR, la vorrei confortare: nessuno vuole trasformare i poveri studenti in persone, in ragazzini e bambini imbottiti di psicofarmaci - non ho capito bene qual è il suo timore - né nessuno vuole modificare il proprio indirizzo di pensiero. È solo una prassi che già viene adottata nelle scuole, lei lo sa bene o probabilmente non lo sa perché altrimenti non avrebbe citato la questione; noi intendiamo potenziarlo questo servizio di supporto, che è un servizio molto utile, perché serve anche a prendere carico dei problemi che poi dopo si riversano anche sulle strutture sanitarie, lei probabilmente conosce anche i dati della struttura dei disturbi alimentari, sa benissimo anche la struttura complessa Psicologia come lavora già nelle scuole; quindi è un modo per potenziare, per dare un supporto in più agli studenti senza peraltro nessun tipo d'intendimento o di retropensiero.
Lei ha parlato dello 0-6, anche qua non l'ho capita tanto bene, probabilmente sono io che ho difficoltà a capire il suo eloquio, ma anche lì la voglio confortare, perché nessuno vuole riempire di psicofarmaci i bambini da 0 a 6 anni o trasformare la propria identità. Io francamente me la sono riascoltata, ma faccio davvero difficoltà a capire dove vuole parare.
La posso confortare sul fatto che lo 0-6 è anche questo un percorso stabilito a livello ministeriale, noi prendiamo già delle risorse, esistono già delle scuole, come la scuola di Jovençan, per esempio, che ha iniziato delle sperimentazioni sullo 0-6.
Si sono fatti fior di convegni ai quali lei avrebbe potuto partecipare, ma evidentemente era troppo impegnato, in altre faccende affaccendato, quindi d'ora in avanti ne faremo altri, le manderemo l'invito, così anche durante questi convegni potrà intervenire autorevolmente a dire la sua.
Lei ha citato anche la legge di recepimento della buona scuola in Valle d'Aosta, dicendo che i Sindaci sono già piuttosto impegnati e tanto oberati; le ricordo che i Sindaci si occupano delle scuole ma non della didattica.
I Sindaci, così come le Unités, si occupano degli edifici, perché noi trasferiamo del denaro alle comunità locali per mantenere e per fare le operazioni sulla scuola; la didattica - se permette - continuano a essere gli insegnanti e la Sovrintendenza e il Ministero per ciò che concerne la programmazione, quindi anche qua non riesco a capire qual è la sua somma preoccupazione rispetto alla fatica che i Sindaci dovrebbero fare negli aspetti pedagogici-didattici.
Poi magari avrà modo anche lì, durante gli incontri con il CELVA o con altri, di chiedere ai Sindaci quanto siano affaticati rispetto alla didattica.
Per quanto riguarda poi l'intervento della collega Guichardaz, lei parlava di questioni relative alle scuole che sono allo sfascio, questioni relative all'acqua che cola.
Io ricordo anche a lei, collega, che esistono dei livelli che sono noti quasi a tutti, lei ha fatto l'amministratrice comunale, quindi lei sa benissimo che le scuole, quelle di pertinenza dei Comuni, sia nella manutenzione sia nelle opere straordinarie sono di pertinenza dei Comuni. Noi ci siamo, perché trasferiamo la richiesta, già solo quest'anno abbiamo messo in campo una batteria di milioni di euro, ben 4 milioni di euro, che, su richiesta degli enti locali, possono essere utilizzati per la manutenzione e per le operazioni sull'edilizia scolastica degli enti locali, quindi anche qua francamente io non riesco a capire qual è il dibattito riguardo alle scuole.
Lei ha citato varie scuole, dopodiché il musicale. Bene, il musicale fa parte anche quello di un programma di manutenzione che peraltro non è in capo a me ma è in capo all'edilizia scolastica, ma che affrontiamo insieme e che si affronta, come tutte le manutenzioni delle scuole, ma da lì a far passare l'idea che abbiamo un sistema scolastico allo sfascio quando tutto sommato... (Interruzione fuori microfono)... Lei l'ha abbastanza detto, perché nel momento in cui lei ha fatto una critica sulle scuole che perdono pezzi da tutte le parti, io direi: "Si faccia un giro nelle scuole, si vada a vedere le scuole di montagna, così come le scuole di pertinenza della Regione, e poi ci racconta se fanno così schifo". Poi i colleghi delle altre Regioni, a quel punto, vengano a farsi un giro e capiranno se il nostro patrimonio scolastico a indirizzo scolastico fa veramente così schifo.
Per quanto riguarda la questione del sostegno agli affitti - lei lo dovrebbe sapere visto che è una campionessa di accesso agli atti - si vada a vedere esattamente che cosa si spende tutti i sacrosanti anni per i contributi agli alloggi, contributi agli alloggi fuori Valle, e si renderà conto che, percentualmente, siamo la Regione che investe di più in assoluto per contributi agli affitti e agli alloggi dei nostri studenti.
Queste sono le risposte che poi verranno eventualmente riprese negli ordini del giorno.
Presidente - Grazie Assessore. La parola all'assessore Sapinet, ne ha facoltà.
Sapinet (UV) - Brevemente alcune considerazioni, ringraziando tutti gli intervenuti per il dibattito proficuo e interessante.
Un Assessorato che ha affrontato questo DEFR e lo affronta - l'abbiamo detto, ma lo ripeto - con una nuova organizzazione, con una nuova conformazione, con l'associazione delle deleghe dell'ambiente insieme alle opere pubbliche, sicuramente scelta strategica che ci permette di affrontare con concretezza e velocità anche e soprattutto il dialogo con gli enti locali, in particolar modo anche con le imprese.
Si è parlato di crisi idrica del 2022, non va assolutamente dimenticata, e qui cito l'attività dell'Osservatorio regionale che ha voluto, così come sollecitato dal collega Restano, affrontare la tematica acqua nella sua complessità e totalità.
A breve un'azione anche concreta che ha permesso, proprio in queste settimane, di porre le nuove richieste al Piano nazionale degli interventi infrastrutturali e per la sicurezza nel settore idrico; poi tutta un'attività, quella del servizio idrico integrato, che è decollata e va avanti, con una serie di progetti che oggi sono ancora a livello comunale ma che poi, via via, andranno ad aumentare la portata; alcune iniziative sono state poste e ne parleremo nei prossimi Consigli.
La crisi idrica è solo una delle numerose facce del riscaldamento climatico, che è tematica centrale dell'Assessorato, quindi operare per ridurre i livelli di rischio, ma, soprattutto, operare in sinergia, come è stato fatto anche in questo 2022 tra le varie strutture in occasione degli eventi di Bionaz e Oyace.
Riscaldamento climatico che vuol dire anche monitoraggio, collaborazione, lavoro insieme ai bracci operativi, come Fondazione Montagna Sicura e ARPA, che sono strumenti fondamentali per l'attività dell'Assessorato.
Si è parlato delle sfide di questo 2024: revisione del PTP, delle norme urbanistiche e il PTA, Piano Tutela delle Acque, non ci siamo dimenticati, assolutamente, sono due sfide importanti che dovremo affrontare in questo 2024.
Nell'immediato invece un confronto andrà fatto sulla Legge Casa, come già anticipato in alcuni Consigli ma con un occhio particolare al mondo delle imprese, un mondo che si sta già adattando al nuovo codice dei contratti pubblici e l'Assessorato monitorerà il funzionamento e supporterà l'attività della stazione unica appaltante.
Parlando di opere e interventi, ricordo, tengo a segnalare l'attenzione agli enti locali con un cambio di metodo già negli ultimi anni, ovvero quello degli stanziamenti per le opere minori di pubblica utilità, che hanno sostituito la vecchia legge 26. Direi un cambio in meglio che dà dignità a tutti i Comuni, che permette una migliore programmazione e che ha degli aspetti positivi anche sul mondo delle imprese e credo anche un'attenzione con uguale dignità a tutti i Comuni, quindi una maggiore attenzione anche a quei Comuni di montagna.
Abbiamo vissuto la vecchia legge 26 con i suoi pro e i suoi contro, ma questo nuovo metodo è sicuramente più concreto ed operativo.
Dei lavori ne parleremo ancora sulla viabilità regionale.
Sui dossi, caro collega Lucianaz, la Regione autorizza i dossi su richiesta dei Comuni, ma sono poi i Comuni che li posano e che devono gestirli; così come l'attenzione sulle strutture scolastiche, con un intervento - l'abbiamo citato, quello sulle ex Magistrali - di una portata molto importante, sia dal punto di vista economico ma soprattutto anche come ricadute positive sul centro della città di Aosta.
ARER è stato oggetto di un interessante confronto in Commissione - sicuramente non sarà l'ultimo - dove abbiamo ribadito la nostra attenzione, mentre sulle piste ciclabili regionali abbiamo diversi ordini del giorno che ci permetteranno di trattare l'argomento.
Chiudo citando la parte dell'ambiente: sicuramente quando si parla di cambiamento climatico, gestione della raccolta dei rifiuti, il Dipartimento ambiente è al centro di un'attività di rilascio di autorizzazioni, di pareri, di valutazioni, di monitoraggio, un'attività complessa.
L'abbiamo detto e lo ripetiamo: una carenza di personale, più difficile forse che altrove, ma parlo dei miei Dipartimenti; una carenza di personale che è stata fatta notare ma che altrettanto contemporaneamente si sta cercando di risolvere con strategie, con sinergie, ad esempio sfruttando anche delle procedure concorsuali che ARPA ha messo in atto, delle quali beneficeremo noi come Assessorato ambiente e anche il collega Carrel.
Sicuramente un'attività trasversale, l'obiettivo di programma è dare comunque attuazione e supportare le azioni di pianificazione del settore, quelle recentemente approvate, tra le quali citiamo la strategia regionale di sviluppo sostenibile.
Tutela della biodiversità, funzionalità dei servizi ecosistemici e fruizione sostenibile del territorio sono anch'esse obiettivi strategici, così come la valorizzazione delle aree naturali protette, sulle quali abbiamo fatto un passaggio, rafforzando quella parte del DEFR, proprio così come è richiesto e come condiviso con gli enti locali in occasione del confronto sul Mont Avic.
Chiudo parlando dell'Osservatorio che verrà ricostituito con la nomina del membro esperto, che andrà sostituito per un problema tecnico.
Cito la delibera 374 del 17 aprile 2023, "Istituzione del gruppo di lavoro per l'individuazione delle soluzioni operative idonee ad avviare le azioni stabilite nel Piano regionale di gestione dei rifiuti 2022-2026 per la gestione dei rifiuti solidi urbani", un gruppo di lavoro operativo, che si è riunito in modo formale e in modo informale, che ha lavorato e sta lavorando decisamente; tra i vari argomenti la revisione del Piano delle discariche insieme ai Presidenti delle Unités, che hanno dato un'importante disponibilità proprio perché - come si è detto e come ripetiamo - è un percorso in cui l'Amministrazione regionale deve essere al fianco degli enti locali su questa tematica, così come su altre.
Presidente - La parola all'assessore Marzi, ne ha facoltà.
Marzi (SA) - Ogni qualvolta si arriva al momento nel quale la discussione consiliare si occupa del DEFR, cioè del Documento Programmatorio di Finanza Regionale, è assolutamente corretto che ci siano sia delle visioni di parte, tra chi governa e chi svolge un'attività ispettiva in Consiglio, sia una visione più vicina alle sensibilità che poi dopo, nel corso dell'anno, ogni singolo Consigliere, indipendentemente dalla propria appartenenza politica, sviluppa. Per cui è assolutamente naturale che in un dibattito così approfondito come quello di ieri siano stati toccati da Consiglieri di minoranza e anche dai colleghi di maggioranza punti più specifici sui quali io, nella mia brevissima replica, non mi dilungherò: non è mia assoluta intenzione intervenire su temi specifici che riguardano nel caso specifico l'Assessorato sanità, salute e politiche sociali.
Ritengo sia assolutamente giusto che vengano mosse delle critiche. Per quanto ci riguarda come Governo, invece, riteniamo che debbano anche essere esplicitati dei punti di analisi che hanno a che fare con aspetti più programmatori e di lungo corso.
Innanzitutto il DEFR 2024-2026 è un DEFR che interviene, per il secondo anno di seguito, in anticipo rispetto alla discussione del bilancio, dando la possibilità di aumentare il dibattito politico-amministrativo. Sia l'anno scorso che quest'anno viene presentato in maniera anticipata rispetto al bilancio di previsione e quindi permette anche di affrontare in maniera diversa lo stesso tipo di tematiche o lo stesso tipo di problematiche.
In secondo luogo, proprio l'anno scorso, la scelta che fu fatta e che viene ribadita anche quest'anno è una scelta, come richiamato da tanti colleghi, di essere sintetici, quindi sempre più cercare di essere puntuali rispetto a una serie di obiettivi che vengono individuati nuovi rispetto a tutta una serie di obiettivi che si stanno portando avanti, come attiene agli ambiti di natura programmatoria.
Per quanto riguarda l'Assessorato che si rifà ai Dipartimenti sanità e salute e alle politiche sociali, la fa assolutamente da padrone, rispetto all'anno scorso, l'approvazione - che nel frattempo c'è stata - del Piano della salute e del benessere sociale, quindi un tema enorme che è quello dell'integrazione socio-sanitaria.
Per ciò che attiene al Dipartimento delle politiche sociali, in particolar modo siamo assolutamente concentrati prima di tutto sull'applicazione - e per la prima volta è stato spesso richiamato nel corso di questi mesi - dei livelli essenziali per le politiche sociali - quelli che in sanità sono i LEA e che nelle politiche sociali sono i LEPS - nel loro incastro a seguito, finalmente, dell'arrivo del post-Covid e di tutta una serie di fondi che consentono di intervenire in maniera più articolata e programmatoria sui cardini delle politiche sociali pubbliche, ma allo stesso tempo anche di cominciare ad applicare tutta una serie di aspetti che si rifanno anche e non soltanto alla programmazione italiana e regionale, ma si incastrano anche con tutta la programmazione del PNRR.
In particolar modo, in maniera parallela rispetto all'applicazione programmatoria di quelli che sono appunto i livelli essenziali delle politiche sociali, stiamo anche collaborando e lavorando in maniera strenua innanzitutto alla riforma della 3/2013 e in maniera pluridisciplinare e multidisciplinare su tutta una serie di aspetti sia di natura strutturale, cioè cosa avverrà, ad esempio, sul patrimonio di edilizia residenziale pubblica tra i vari incastri anche di finanziamenti regionali, statali ed europei, oltre a un nuovo approccio rispetto all'edilizia residenziale pubblica e all'occupazione delle case popolari, volgarmente dette, che vuole raggiungere due risultati: l'eliminazione dell'assegnazione a vita e un percorso che accompagna le persone che si trovano a vivere il disagio socio-abitativo durante tutta la fase che li riguarda, fino all'emancipazione da questo genere di problemi, avendo un occhio sia sul mondo dell'edilizia residenziale pubblica che sul mondo privato, con tutte le difficoltà del caso.
Allo stesso tempo gli interventi legislativi sulla riforma del Terzo settore, sulla riforma della Legge dell'invalidità e sulla riforma della Legge sulla disabilità con tutti i fondi e le azioni di riferimento, a nostro avviso, risultano essere un ottimo biglietto da visita sia programmatorio che operativo nel quotidiano rispetto a quello che stiamo facendo.
Per ciò che attiene al mondo della sanità e della salute, i temi verranno sicuramente trattati da tutta una serie di ordini del giorno che sono stati presentati, alcuni dei quali sono anche molto puntuali rispetto a tematiche che riguardano e attengono anche al dibattito quotidiano.
Quello che secondo me è importante - e voglio brevemente rappresentare per un'azione di Governo ed è stato anche richiamato dagli interventi dei colleghi di maggioranza - che ringrazio tutti - è esattamente il fatto che questo Governo sta facendo il meglio possibile in un momento nel quale tutti quanti noi, per ciò che attiene il Servizio Sanitario Nazionale, quindi anche quello regionale, stiamo vivendo una fase delicatissima nella storia del mondo occidentale.
Venendo alla Valle d'Aosta, noi abbiamo gli stessi problemi che si hanno a livello nazionale, con una grande differenza che non va a risolvere tutti i problemi, ma che fa capire però che siamo e cerchiamo di essere sul pezzo, cioè quello del lato finanziario.
Noi, a differenza di altre Regioni, ci possiamo permettere e cerchiamo di sostenere finanziariamente il nostro Servizio Sanitario Nazionale.
Questo serve a risolvere tutti quanti i problemi? Durante il dibattito, in maniera provocatoria, è stato detto: "Con tutti i soldi che mettete, non risolvete nulla".
È una visione politica sulla quale non siamo assolutamente d'accordo per il semplice motivo che noi non diciamo questo. Noi sosteniamo il Servizio Sanitario Regionale riuscendo a mettere le risorse adeguate per farlo, ma sappiamo benissimo che ci sono dei problemi che vanno al di là del semplice finanziamento delle azioni programmatorie.
Lo sappiamo? Sì. Ci lavoriamo sopra? Assolutamente sì, tutti i giorni. Sono cose semplici, sono cose complicate? No, sono cose complesse. Il termine "Complesso" e "Complicato" sono due cose diverse. Le cose complesse non hanno delle risposte semplici e non hanno delle risposte immediate: hanno delle risposte programmatorie. A nostro avviso ci stiamo lavorando.
Tutto il mondo occidentale, ma fermiamoci all'Italia e alla Regione Autonoma Valle d'Aosta, si trova a vivere questo genere di problematiche? Sì.
Noi siamo avvantaggiati o svantaggiati rispetto a problematiche che riguardano tutto il Servizio Sanitario Nazionale e quello regionale compreso? In alcuni casi siamo avvantaggiati, e lì stiamo lavorando più velocemente di altri, in altri siamo svantaggiati e quindi, di conseguenza, stiamo cercando delle soluzioni.
Qual è la chiave di volta sulla quale chi vive in quest'aula deve lavorare per dare una mano alla propria comunità? Perché io sono assolutamente d'accordo rispetto al fatto che, quando si governa, si dice che si sta governando bene e quando si è in minoranza si dice che chi governa sta governando male, però, uscendo fuori da questi adagi, bisogna anche poi tutti quanti renderci conto che, senza vincolo di mandato, noi rappresentiamo tutta una comunità. Quindi se vogliamo dare una mano alla nostra comunità - non soltanto a lamentarsi ma anche a crescere, perché anche loro hanno bisogno di crescere come ne abbiamo noi - dobbiamo anche dargli dei messaggi positivi e di serietà.
Siamo a conoscenza che ci sono dei problemi? Sì. Stiamo cercando tutti quanti noi, con posizioni diverse, di trovare una soluzione? Assolutamente sì.
C'è un delta, una differenza, tra la situazione percepita e la situazione reale all'interno della quale, secondo me, un giusto e serio confronto istituzionale deve porsi per dare una mano a chi vive in questo Consiglio a fare meglio e, allo stesso tempo, per cercare anche le migliori soluzioni possibili nei confronti della comunità.
Presidente - Ha chiesto la parola l'assessore, vicepresidente, Bertschy, ne ha facoltà.
Bertschy (AV-VdA Unie) - Anche da parte mia, una brevissima illustrazione e replica del Documento che abbiamo presentato negli scorsi mesi e che - non per volontà, ma per una serie di concomitanze - è arrivato in discussione proprio nel momento in cui si è anche approvato il bilancio, quindi non c'è nessuna volontà di creare delle condizioni di mancato confronto, però credo che anche le tempistiche organizzative a volte non si riescono ad allineare e ovviamente ne siamo dispiaciuti, perché l'obiettivo è collaborare sui temi in discussione.
Come nell'intervento del collega Marzi, io mi limiterò a lavorare sul DEFR, per quello che il DEFR si propone di raggiungere. È un piano di visione politica complessiva del Governo e della maggioranza e per ogni settore si sviluppa per obiettivi più di tipo strategico e sul lavoro da sviluppare nei prossimi anni, piuttosto che su obiettivi puntuali.
Questo è il taglio che un po' alla volta abbiamo cercato di dare al Documento, ed è per quello che il Documento va inserito con i piani strategici che stiamo sviluppando, alcuni sono in corso, altri verranno, altri ancora sono in fase di conclusione.
Per quello che ci riguarda nel Piano politiche del lavoro, che andrà in scadenza nel prossimo anno, abbiamo sviluppato i precedenti DEFR; questo DEFR guarda al nuovo Piano politiche del lavoro che arriverà in aula di qui alla prossima estate. La stessa cosa vale per il Piano energetico che avrà nei prossimi mesi la possibilità di essere discusso in aula, visto che la Giunta l'ha approvato e l'ha messo a disposizione delle Commissioni, e poi ci sarà il tema del Piano regionale dei trasporti, sul quale stiamo cercando di accelerare nonostante che le strutture, un po' come si è già detto, siano impegnate - in particolare nei trasporti - su temi emergenti, contingenti e attuali. È chiaro che impegnare le persone in termini di progettualità e di obiettivi da raggiungere (in un momento in cui l'emergenza di quello che stiamo vivendo, in termini di chiusura della linea ferroviaria e dell'impatto che tutto questo avrà sul nostro sistema...) è sicuramente più difficile, ma devo dire che c'è grande disponibilità da parte di tutte le strutture per dare al più presto questo documento alla parte politica, al Governo e Consiglio.
Tutto questo s'inserisce in piani di strategia trasversale, tipo il Piano che abbiamo approvato lo scorso anno sulla strategia d'adattamento ai cambiamenti climatici, quindi la visione politica si deve concretizzare attraverso il DEFR e poi le azioni di bilancio sulla base dei piani, di questi programmi, altrimenti non avrebbe senso fare documenti di programmazione.
Lo scorso anno avevamo fissato degli obiettivi molto concreti: la predisposizione del Piano politiche del lavoro, la sottoscrizione del documento "Alleanza per il lavoro di qualità", l'attuazione del Piano energetico ambientale regionale, il sostegno alle politiche di sviluppo delle stazioni sciistiche, l'attuazione per il rafforzamento dell'economia regionale, con particolare riferimento alla strategia "Specializzazione intelligente", l'acquisto dei treni elettrici e poi la definizione di azioni coordinate per l'introduzione dell'idrogeno, quale vettore energetico nel settore della mobilità, sulla base dello studio della mobilità che era stato approvato.
Quest'anno abbiamo inserito nuovi obiettivi: l'avvio della riforma del settore dell'artigianato di tradizione, la prosecuzione di azioni di orientamento a favore dei giovani, ho visto che ci sono degli ordini del giorno e ne parleremo. Fissiamo un obiettivo molto concreto per sperimentare un'iniziativa in Bassa Valle, da estendere, con l'obiettivo di portare i centri dell'impiego e i servizi al lavoro vicino alle scuole e allo stesso tempo di portare le imprese all'interno di questi servizi, si realizzerà uno youth corner proprio per avvicinare giovani, lavoro, formazione e imprese.
Un altro obiettivo sarà l'attuazione di un Piano di comunicazione che ci permetta di essere più vicini ai cittadini e agli utenti che utilizzano il trasporto pubblico che nel tempo sono stati più abituati a parlare direttamente con i gestori dei servizi che non con l'Amministrazione regionale, quindi un obiettivo che avrà bisogno di un lavoro importante, anche di strutture dedicate, e che si pone l'obiettivo di riportare l'Amministrazione regionale, l'Assessorato dei trasporti in questo caso, più vicino ai cittadini e soprattutto più attento a raccogliere le loro esigenze.
Infine un obiettivo che non è stato citato in questo dibattito, ma per noi estremamente qualificante, è la creazione del Centro unificato della ricerca scientifica per la Valle d'Aosta. Probabilmente non si è colta l'azione strategica, ma questa è veramente un'azione forte che si mette in un documento di programmazione, utilissimo a cercare di fare un passo in avanti decisivo per rendere il nostro sistema di ricerca, già di elevata qualità, oggi un po' troppo frammentato, più forte, più di aiuto e soprattutto metterci in condizioni di sostenerlo in maniera adeguata per farlo crescere ancora.
Le piccole comunità hanno bisogno di qualità per essere più competitive e gli strumenti che possiamo mettere a disposizione sono: organizzare meglio quello che abbiamo, sostenerlo di più e creare le condizioni perché le competenze possano lavorare insieme e aiutarci a crescere.
Questi sono un po' i temi forti che stanno dietro al lavoro che stiamo cercando di fare. Ovviamente qualcosa abbiamo già iniziato a inserire in questo bilancio - ne parleremo quando ci sarà da confrontarci, ma tutto è un po' coerente e conseguente - sposando tutto questo con le risorse a disposizione che non sono, come tutti sappiamo, infinite, quindi sono alla base delle scelte politiche per le quali ognuno di noi si è fatto sostenere nel suo percorso politico, come movimento e a livello personale, e si farà giudicare alla conclusione di questa legislatura, quindi con la massima serenità ma allo stesso tempo anche con la massima trasparenza. Bisogna fare delle scelte. Ognuno, per le scelte che fa, porterà a compimento degli obiettivi e magari ne lascerà da parte degli altri.
Noi attraverso questo DEFR cercheremo di sviluppare i nostri piani cercando di avere le risorse a disposizione per sostenerli in maniera robusta, cercando di adattare nel campo della gestione e degli investimenti sugli impianti a fune i grandi investimenti sui collegamenti strategici come i piccoli comprensori.
Siamo intervenuti in passato sul Weissmatten, dovremo continuare a intervenire perché ci sono altre iniziative che riguardano quella località ma ci sarà da sostenere per esempio Estoul, e c'è la massima volontà di farlo. Lo stiamo facendo a Champorcher, andremo sugli altri piccoli comprensori, visto che il recepimento da parte degli enti locali, degli operatori locali e da parte di tutti coloro che abbiamo sollecitato con la nuova legge sulle piccole stazioni sta cominciando a crescere.
Gli accordi di cooperazione, che le strutture ci dicono stanno valutando, sono sicuramente più robusti di quelli dell'anno scorso, quindi la legge sta cominciando a raggiungere i suoi obiettivi e questo grazie alla collaborazione di tutti.
In una logica del "Non cosa è meglio e cosa è peggio" e "Non contro qualcuno o contro qualche cosa a deduzione degli altri", per quello che riguarda un settore che continua a essere oggetto di grandi attenzioni da parte della politica regionale, nazionale e da parte di tutti coloro che sono capaci di darci lezioni senza però mai assumersi delle responsabilità, cerchiamo di portare avanti un disegno organico, se possibile strategico, ma soprattutto, se possibile, di aiuto per l'occupazione e per lo sviluppo economico della nostra Regione.
Dalle ore 11:12 riassume la Presidenza il presidente Bertin.
Bertin (Presidente) - Si è prenotato il Presidente della Regione, ne ha facoltà.
Testolin (UV) - Per concludere gli interventi di replica del Governo; anche da parte mia un ringraziamento a quelli che hanno voluto partecipare a questo dibattito con i loro punti di vista, le loro riflessioni, le loro suggestioni, le loro indicazioni rispetto alle cose che possono essere migliorate, meno su quelle che invece sono state le osservazioni positive rispetto al DEFR. Chiaramente e generalmente ognuno di noi parla più nel dettaglio di ciò che conosce meglio, di quello che magari ha delle debolezze maggiori come sistema generale e dove si possano trovare delle iniziative per crearci delle opportunità, anche da un punto di vista politico di visibilità o di confronto un po' più acceso.
Credo nella presentazione da parte di ogni Assessore delle iniziative e delle volontà d'inserire in questo DEFR delle visioni, che io ritengo comunque trasversali e interscambiabili, a differenza di una visione che è stata rappresentata in qualche intervento di silos, e quindi di chiusura, perché la quotidianità ci porta a trovare delle sinergie e dei momenti di confronto tra Assessorati, perché ci sono delle tematiche trasversali, e tutte puntano a quella sostenibilità che vuole essere il punto fermo di questo DEFR, una sostenibilità che, come si è detto all'inizio, parte dall'attenzione al lavoro per arrivare alla sostenibilità ambientale, a tutte quelle iniziative che possono essere di programmazione e di visione medio-lunga, accompagnate però anche a tutta una serie d'iniziative puntuali.
È per questo che molte volte si rischia di fare un minestrone nell'ascoltare delle osservazioni che arrivano alla fine di una giornata lunga, di due giorni di confronto, perché si rischia di mischiare visioni strategiche con interventi puntuali.
Il compito di chi governa è quello di dare continuità a un percorso che è stato iniziato prima di noi, che ha dato il via a tutta una serie d'iniziative, che magari devono essere modificate ma che, se conservano una loro visione strategica di medio-lungo percorso, devono essere comunque sostenute e anche con delle modifiche portate a conclusione.
Questo è un po' l'obiettivo, un obiettivo che si va a intersecare con la necessità di unire dei temi di stretta competenza dell'Amministrazione regionale e quindi dove gli interventi di ogni singolo Assessore e di ogni singola struttura debbono essere animati da una conoscenza che emerge dai dettagli anche esplicitati dagli Assessori nelle loro repliche rispetto a problemi puntuali e vanno messi a regime assieme a visioni e momenti di confronto con altre entità sulle quali noi non possiamo incidere direttamente, ma con le quali dobbiamo confrontarci, entità che sono lo Stato, l'Europa, altri organismi indipendenti, quali può essere la Paritetica, dove noi possiamo dare delle suggestioni e cercare d'indirizzare, secondo il nostro desiderata, però non possiamo né dettare i tempi né dettare quelle che possono essere le conclusioni. Qui parlo dei temi più importanti, quali possono essere quelli citati del Traforo e delle Autostrade, che saranno anche oggetto di confronto all'interno di molti ordini del giorno e che evidentemente ci vedono sovente in una visione comune all'interno di quest'aula, quindi in quel senso bisogna andare a lavorare.
Poi, invece, a valle della Regione, ci sono anche i Comuni verso i quali si è cercato d'interpretare la necessità di voler dare una capacità e una possibilità di gestione nel prossimo futuro con la coscienza che bisognerà approfondire tutta una serie di riforme, piccole o grandi, che faranno parte del prossimo percorso di confronto con gli enti locali.
In quest'ottica credo che il dibattito e il confronto non sia mai qualcosa dal quale buttare via tutto, ci sono sicuramente dei momenti di confronto anche accesi, dei momenti dove si possono trovare delle sinergie per portare avanti delle politiche che sono comuni e stanno a cuore a tutti noi e altri dove invece ci sono delle spaccature forti e per le quali ognuno deve prendersi le proprie responsabilità e lavorare per portare avanti determinate situazioni, senza cercare, a tutti i costi, di rimanere in una situazione di stallo, ma di dare un avanzamento alle situazioni perché possano essere definite nella maniera che le possibilità economiche e normative ci mettono a disposizione.
Penso che in quest'ottica il DEFR abbia una sua fisionomia molto ben delineata, che vuole portare a compimento tutta una serie d'iniziative e di attività che sono sicuramente importanti per la nostra regione e che vedranno l'attuazione e il loro sostegno finanziario all'interno del prossimo bilancio.
Questo è l'obiettivo per poter chiudere dei percorsi e per metterli a disposizione della nostra comunità, è l'obiettivo finale e principe del nostro operato.
Presidente - Ricordo che è stato presentato un numero significativo di ordini del giorno. Possiamo iniziare con l'analisi degli ordini del giorno, ne sono pervenuti 24 da parte della Lega, 6 dal gruppo di Forza Italia, 15 da RV, 14 da PCP e 5 dal Gruppo Misto. L'ordine di presentazione prevede che si inizi dagli ordini del giorno della Lega.
Ordine del giorno n. 1 della Lega. Per illustrarlo, il consigliere Manfrin ne ha facoltà.
Manfrin (LEGA VDA) - In ossequio a quanto già fatto - e ringrazio la Giunta e i colleghi questa mattina per aver contratto i tempi e quindi permesso che si discutessero gli ordini del giorno - cercherò di essere altrettanto conciso e centrato sul punto.
Con questo primo ordine del giorno - e prendo solo un minuto in più rispetto a quello che avrei voluto fare per accelerare le pratiche, perché riteniamo quest'ordine del giorno particolarmente importante - abbiamo analizzato la situazione rispetto al nuovo Ospedale, il cosiddetto nuovo Ospedale, o ristrutturazione di quello vecchio, quindi vecchio Ospedale, e abbiamo fatto delle valutazioni.
Come sapete c'è stato anche un incontro di Vallée Santé che ha promosso proprio un approfondimento nel merito dell'Ospedale: riteniamo di aver tratto sicuramente delle informazioni importanti e giovamento dall'approfondimento che c'è stato, abbiamo seguito con molto interesse quest'incontro.
Rispetto al percorso che abbiamo fatto qui in Consiglio, sappiamo tutti che c'è stata una serie di portatori d'interesse che hanno evidenziato le tesi che portavano o alla parte dell'ampliamento dell'Ospedale vecchio, oppure all'idea dell'Ospedale nuovo. Il gruppo Lega, il gruppo che mi onoro di rappresentare, si è sempre schierato a favore del nuovo Ospedale, e l'ha detto anche in occasione del dibattito rispetto alla petizione qui in aula, con quest'ordine del giorno abbiamo ritenuto opportuno discutere nuovamente il tema, anche rispetto ad alcune criticità che sono emerse.
Abbiamo evidenziato che c'è stata una serie d'innovazioni, la progettazione del cosiddetto nuovo Ospedale è datata, molti eventi sono sopraggiunti nel mentre e questi eventi ne hanno condizionato ulteriormente le caratteristiche e, secondo noi, sarebbe indispensabile affidare a uno studio scientifico - proprio basato su quegli studi predittivi di cui si fa cenno nel DEFR che abbiamo voluto riportare e riassumere - che fosse finalizzato non solo alla mera valutazione di una scelta fra realizzazione di un Ospedale nuovo in un sito e la ristrutturazione e l'ampliamento del Parini, ma anche soprattutto sull'organizzazione dell'intera rete sanitaria regionale all'interno della quale l'Ospedale regionale costituisce presidio fondamentale, e non certo avulso, dal contesto complessivo.
Ecco perché noi con quest'ordine del giorno impegniamo l'Assessore competente e la Giunta regionale a incaricare un soggetto professionale specializzato in analisi e progettazione di strutture e organizzazione sanitaria al fine di valutare - alla luce di tutti i parametri necessari, sanitari, sociali, urbanistici e strutturali, nonché delle mutate condizioni emerse dopo la pandemia da Covid-19 - se l'attuale Piano progettuale che prevede l'ampliamento dell'Ospedale Parini, attraverso la costruzione di corpi edilizi nuovi, unitamente alla ristrutturazione della nuova struttura già esistente, sia ancora la soluzione migliore per i cittadini per tempi, costi e difficoltà di realizzazione per costi di gestione, per l'organizzazione e l'efficienza del sistema sanitario valdostano, rispetto invece alla costruzione di un nuovo Ospedale in un'area appositamente dedicata e individuata sulla base di criteri tecnici.
Presidente - Per il Governo, l'assessore Marzi.
Marzi (SA) - L'analisi costi-benefici dei dati sanitari è stata effettuata inizialmente in base alla legge regionale 12/2018 della Giunta Spelgatti che demandava alla società di scopo proprio uno studio specifico per l'analisi di tutti i parametri di accreditamento e degli indicatori di dettaglio sanitari alla base della progettazione.
Tale studio è stato redatto considerando le opzioni strategiche di sviluppo della programmazione sanitaria regionale in ambito ospedaliero territoriale e della prevenzione in relazione ai fabbisogni di salute della popolazione valdostana e alla garanzia e derivazione dei livelli essenziali di assistenza.
Successivamente, ulteriori studi e indagini hanno confermato la compatibilità realizzativa del nuovo Ospedale e che la stessa è pienamente integrata nell'assistenza sanitaria del Servizio Sanitario Regionale del territorio valdostano.
Sono poi state confermate, anche dall'Università Bocconi, l'attualità e la sostenibilità tecnica, economica e finanziaria, anche alla luce della revisione progettuale attuata per la valorizzazione dei reperti archeologici dell'area di cantiere, oltre naturalmente alla conferma del mantenimento di tutti i parametri quantitativi e qualitativi a suo tempo previsti e assentiti.
La variante ha consentito di tenere conto anche delle nuove esigenze, indicazioni e linee guida sanitarie emerse a seguito degli eventi pandemici, ad esempio numero e caratteristiche della dotazione di posti di terapia intensiva e sub-intensiva e la possibilità di separazione degli accessi agli spazi esterni da adibire a triage e, in casi straordinari, di convertire agevolmente aree di degenza ordinaria e aree di degenza effettiva.
I lavori della Fase 3 infatti saranno avviati a brevissimo e comprenderanno inizialmente gli interventi proprio di avvio degli scavi propedeutici e la realizzazione delle nuove centrali tecnologiche.
Per questo motivo chiediamo di ritirare l'ordine del giorno, altrimenti ci asterremo.
Presidente - Consigliere Distort, a lei la parola.
Distort (LEGA VDA) - Voglio condividere con l'Aula alcune riflessioni, anche alla luce della risposta dell'assessore Marzi.
Una cosa è la compatibilità e sostenibilità tecnica che proviene da uno studio, tutt'altra cosa è l'opportunità strategica.
In quest'aula noi, volenti o nolenti, ci dobbiamo occupare d'opportunità strategica.
I trent'anni di storia della questione dell'Ospedale - progetto di ristrutturazione e ampliamento - sono il segnale di una criticità, di una situazione estremamente delicata, perché opportunità strategica vuol dire che è un'opera fondamentale nella strategia di funzionamento dei meccanismi di una comunità: o si fa la scelta giusta o si sbaglia.
Se voi chiedete ai progettisti se è compatibile quanto emerso, per quanto riguarda i reperti archeologici, per l'inserimento nell'ambito cittadino, per le interferenze con gli spazi circostanti, con il tessuto, con il sistema città, è chiaro che il progettista fa questo di lavoro e quindi deve comunque rispondere sulla base delle iniziative.
C'è il committente che dice: "Io voglio che lì, in quel posto, in quel luogo, su quel fabbricato, mi realizzi questo".
Il progettista lo fa perché è addestrato e formato per questo, ma altra cosa è l'opportunità strategica di una scelta, e questa non compete al progettista, ma compete alla classe politica, sostenuta da uno studio e da un approfondimento multidisciplinare e fondamentale.
In questi trent'anni sono intervenute variabili molto rilevanti: reperti archeologici di primario rilievo, dinamiche di gestione dell'epidemia da Covid, evoluzione della letteratura progettuale in materia ospedaliera, evoluzione delle tecnologie dei parametri di efficienza energetica e antisismica di settore, evoluzione dei modelli di sanità territoriale ospedaliera, gli Ospedali di comunità, le Case della salute - tutta una serie di modelli che sono emersi - e sostenibilità della gestione di tutte le interferenze dei cantieri, quella parte di Ospedale funzionante e con il sistema urbano circostante... parlo di sistema urbano, non di tessuto urbano, perché il tessuto urbano è qualcosa di statico, il sistema urbano è qualcosa di dinamico, quindi noi interveniamo e andiamo a modificare le dinamiche con una scelta piuttosto che con l'altra. E, inoltre, evoluzione dei principi che regolano la rigenerazione urbana, dove un'opera strategica con un Ospedale incide pesantemente sui meccanismi di funzionamento della città e viceversa. Nel momento in cui noi saturiamo, aumentando la densità edilizia, la densità edificata di uno spazio urbanizzato, noi andiamo a precludere altre scelte future di gestione della rigenerazione urbana. Altro elemento: evoluzione di principi di gestione del traffico, dei percorsi, dei sistemi di mobilità, e anche qui un Ospedale interferisce pesantemente su questi aspetti e viceversa.
Insomma, la città evolve: questo è un fatto che per forza di cose fa parte della storia dell'urbanistica, quindi pensare che, nel momento in cui effettuiamo delle scelte, noi andiamo a condizionare quest'evoluzione, rileva ulteriormente la delicatezza della scelta.
In definitiva non è che si può dire: "A questo punto cosa dobbiamo fare?". Non dobbiamo fare niente, non dovremmo costruire niente per qualunque tipo di scelta, condizione futura, questo di fatto è così: ogni scelta comporta una rinuncia, però la parola d'ordine, soprattutto in un'opera strategica come questa, è versatilità.
Il progetto e la visione di Ospedale deve rispondere al requisito di versatilità, cioè essere in grado di adattarsi nel tempo a diversi usi e funzioni.
Versatilità è la parola d'ordine, criterio di progettazione su qualunque scala, figuriamoci sulla scala di un'opera strategica importante come un ospedale.
L'Ospedale ristrutturato ed ampliato, sarà in grado di garantire la versatilità nei confronti delle esigenze di un futuro prossimo o a medio termine, sia nelle dinamiche di tipo sanitario che nelle dinamiche di tipo urbanistico?
È questo a cui dovete rispondere, è la risposta a questa domanda che fa capire se si deve prendere una decisione piuttosto che l'altra.
L'Ospedale ristrutturato si collocherebbe in questa situazione, ma noi ne siamo certi? Voi ne siete certi? Siete disposti a dichiararlo apertamente? A sottoscrivere: "Il Governo regionale, rappresentanti del Governo regionale dichiariamo che questa soluzione è la soluzione più opportuna dal punto di vista strategico".
C'è un altro elemento che è parola chiave, esso è: attualizzazione.
Qualunque situazione, deve essere attualizzata nel momento in cui si opera e, in una visione futura, questo è fondamentale, è un altro requisito fondamentale per qualunque tipo d'iniziativa imprenditoriale, anche nell'ambito dell'attività dell'ente pubblico.
Quest'ordine del giorno rappresenta una riflessione che stiamo conducendo con le forze di centro-destra e anche con forze politiche non rappresentate attualmente in Consiglio e vogliamo esprimere una serie di dubbi, non stiamo dicendo: "Abbandonate questa soluzione"; noi esprimiamo dei dubbi che possano indirizzare le scelte in una certa direzione piuttosto che in un'altra. Questo è né più né meno che l'applicazione del principio di attualizzazione nelle scelte.
Siamo perfettamente a conoscenza che sono stati già spesi dei soldi pubblici per avviare l'attuazione delle previsioni progettuali, ma in quest'aula dobbiamo avere il coraggio delle scelte sulla base dei necessari approfondimenti, anche perché errare è umano ma perseverare è diabolico, senza contare che gli studi di approfondimento possono rivelare anche la possibilità di riuso e di riconversione di quanto già è stato fatto, quindi la possibilità di reintegrare le spese sostenute in un'altra direzione, con un'altra destinazione.
Nel caso in cui s'individuasse un'altra strada, quello che è stato fatto con uno studio approfondito, può essere reimpiegato.
Questo, tra l'altro, fa parte anche dell'attività di un normale progettista che, di fronte a cambiamenti di visione del proprio committente, s'impegna, usa le sue risorse e le sue capacità per far sì che quanto è stato fatto finora non sia perso ma sia riconvertibile in qualcos'altro.
Questo è lo spirito di quest'iniziativa che ha unito un percorso d'approfondimento di forze di centro-destra a cui noi oggi vogliamo dare voce.
Presidente - La parola al consigliere Aggravi.
Aggravi (RV) - Intervengo su questo punto per due parti: la prima una richiesta all'assessore Marzi perché, devo essere onesto, mi stavo appuntando delle altre cose sugli altri ordini del giorno; le chiederò, se è possibile, avere copia della risposta che lei ha dato all'ordine del giorno perché vorrei controllare, a scanso di equivoci, precisamente quello che lei ha detto, perché ho percepito che lei ha giustamente ricordato uno studio che ha avuto una genesi sì dalla Giunta Spelgatti, quindi una proposta che fu fatta in un articolo del bilancio 19-23, se non erro, ma il cui esodo - mettiamola così, visto che ho parlato di genesi - è stato molto differente, perché quell'articolo cambiò notevolmente e perse il vero senso di quello studio; io stesso dissi - sia in Commissione che in Aula - che era inutile fare quel tipo di studio se si cambiava la genesi.
Nel confronto iniziale c'era anche lo scenario di realizzare una nuova struttura al di fuori del contesto, cosa che poi invece, nell'articolo successivo - che segnò, tra le varie cose, la nascita di una nuova Giunta, che era quella Fosson - cambiò totalmente e, oggettivamente, lo studio, per quanto puntuale e sicuramente ben fatto, perse il vero input da cui era partita la genesi.
Vorrei controllarlo per non sbagliarmi e perché ritengo sempre che su certi passaggi - e lei su questo è sicuramente d'accordo con me - bisogna essere precisi e non dare a intendere cose che non ci sono, ma, molto probabilmente, se ho capito bene, magari chi le ha dato quest'indicazione non è stato del tutto preciso e forse l'ha indotta a dare a intendere un passaggio che, in realtà, non è quello che è avvenuto.
Su questo tema sicuramente ci sono delle posizioni variegate, anche antitetiche, complesse, e su questo punto... visto che ieri io non le ho fatto nessun regalo per il suo compleanno, lo faccio ora con una citazione, che sicuramente apprezzerà, di Ciriaco De Mita: "Chi crede che le cose complesse sono semplici non ha capito nulla".
Questo è un tema estremamente complesso da una parte e dall'altra.
È complesso pensare oggi di vendere delle certezze, da una parte e dall'altra: di chi pensa che realizzando l'ampliamento si risolveranno tutti i problemi, come di chi pensa che l'ampliamento si potrà fare in maniera semplice, lo stiamo dicendo da un sacco di tempo: non dice delle cose corrette, come dall'altro lato anche chi dice: "No no, chiudiamo pagina e facciamo tutto nuovo" in realtà non sta risolvendo il problema, anche perché nel frattempo ci sono state delle scelte, condivisibili o no, ci sono degli atti amministrativi, su quest'aspetto, tra l'altro, sto cercando di mettere in fila le cose proprio perché ritengo che i temi complessi debbano essere trattati in modo complesso, non in modo semplice, soprattutto quando ci sono degli organi amministrativi che hanno fatto dei passaggi e che vanno quindi anche compresi e rispettati, almeno nella logica del diritto amministrativo. La politica è un'altra cosa, perché spesso e volentieri dice che si possono fare delle cose che poi in realtà non si possono fare, da una parte e dall'altra, quindi il tema dell'Ospedale è estremamente complesso.
Come io credo anche (e mi collego a un'interrogazione a risposta immediata che abbiamo presentato - che purtroppo penso per i tempi non tratteremo in questo Consiglio - e che in realtà è un esempio di un caso, visto tutto quello che è successo da quando si è deciso di realizzare quest'Ospedale, perché di tempo ne è passato, di acqua sotto i ponti ne è passata, di guerrieri celtici ne abbiamo visti un po' da tutte le parti, veri e non) che però sono anche cambiati dei fabbisogni e anche delle strategie; abbiamo avuto una pandemia e soprattutto io penso che oggi - lei me lo insegna - le risorse sono scarse e seppur lei gestisca una grossa fetta della torta, è una torta che ha bisogno di notevoli ingredienti, quindi in realtà, come in tutti gli ambiti, i soldi non bastano mai, perché sono sempre più necessari, forse è anche il caso di pensare che le nuove strutture sanitarie... non voglio collegarmi soltanto all'Ospedale, perché risolvere i problemi della sanità parlando solo dell'Ospedale è sbagliato, dobbiamo considerare tutto il sistema, forse bisognerà fare delle valutazioni e alcune specializzazioni o alcuni servizi -, perché comunque c'è un'utenza, io ho una deformazione professionale di un certo tipo e quindi la chiamo così - forse conviene gestirli in altra maniera e, visti i numeri di casi che abbiamo qua, forse è meglio fare degli altri pensieri.
Dico questo perché - che quella struttura si realizzi con l'ampliamento o che si realizzi da un'altra parte o che si gestisca da un'altra parte - i numeri dell'utenza rimangono questi e quindi forse dobbiamo anche interrogarci sul fatto di andare a creare - passatemi il termine - una struttura generalista, perché tutti i casi non li possiamo gestire, altrimenti, al di là degli indicatori, abbiamo sicuramente delle esperienze che non possiamo gestire perché i casi sono quelli che sono.
Su questo punto io penso che un approfondimento si debba fare.
C'è anche una mozione che non discuteremo ma che voglio citare, sempre perché ieri ho avuto una simpatica interlocuzione in aula con il Presidente della V Commissione, che saluto cordialmente, magari dopo il tema del salario minimo se in Commissione vogliamo poi anche occuparci di temi riguardanti la sanità e non solo dell'Ospedale - però vedo che è molto occupato forse a parlare di Cime Bianche con il collega Cretier - magari abbiamo poi la possibilità di lavorare in Commissione e approfondire tutta una serie di tematiche.
Soprattutto potrebbe anche essere utile approfondire lo stato dell'arte relativamente alla realizzazione della scelta che questa maggioranza in continuità ha portato avanti.
Per quello che ci riguarda, a oggi non ci sono delle situazioni o dei fatti che ci fanno mutare la posizione che io e i miei colleghi abbiamo sino a oggi preso, quindi quest'ordine del giorno lo voteremo.
Sul passaggio iniziale, un po' mi spiace, perché ritengo che tutti gli eventi debbano essere rappresentati nella loro interezza e soprattutto mi spiace perché in quel momento quell'emendamento, e quindi quello studio, avrebbe potuto dare altri elementi d'analisi, confrontare effettivamente degli scenari totalmente differenti e permettere di fare delle scelte differenti con quella risorsa che ci è mancata, ci manca e ci mancherà sempre che è il tempo, perché comunque di tempo ne abbiamo perso: non solo un tempo nel prendere le decisioni, ma anche un tempo nella vita utile delle strumentazioni e degli stabili, perché comunque sia la realtà dei fatti - e molte iniziative di tanti colleghi lo dimostrano - è che comunque l'Ospedale mauriziano che oggi abbiamo ha necessità di notevoli manutenzioni che costano e che quindi impegnano notevolmente le finanze regionali.
Presidente - Consigliera Erika Guichardaz ne ha facoltà.
Guichardaz E. (PCP) - Intervenendo su quest'ordine del giorno, naturalmente dichiaro già il voto favorevole del nostro gruppo e accolgo anche con favore, se vogliamo, un po' un cambio di rotta da parte di alcuni Consiglieri che, durante la discussione del DEFR 2022-2024, non avevano votato un emendamento presentato dal nostro gruppo che proprio chiedeva lo studio che si chiede oggi e che definivano fuori tempo massimo - questo lo diceva l'attuale senatrice Spelgatti - la discussione di quell'opera.
Mi fa piacere che invece sotto questo punto di vista si è tornati a pensarla come in quel maggio 2021 in cui avevamo presentato una risoluzione, poi votata da quasi metà del Consiglio, che - ribadisco - non chiedeva l'Ospedale nuovo, chiedeva quello studio comparativo che, in qualche modo, era stato proposto dalla Giunta Spelgatti e che poi, come ha ben spiegato il consigliere Aggravi, è stato tramutato invece in uno studio con un'unica direzione, quindi non comparava nulla.
In più, oltre alla pandemia, le risorse del PNRR e l'orientamento di quelle risorse, quindi tutto il pezzo di organizzazione sanitaria, valeva la pena affrontarlo proprio in quel momento lì, perché molto probabilmente anche scelte - rispetto all'Ospedale di comunità, deciso al G.B. Festaz, rispetto ad altre strutture pensate sul territorio - in un'idea di riorganizzazione sanitaria potevano essere pensate in maniera diversa.
Accolgo poi quanto detto dall'assessore Marzi, invitandolo nuovamente a venire in V Commissione a relazionare rispetto alla questione dell'Ospedale, perché continua ad accennare alla questione degli scavi di cui abbiamo ampiamente parlato nello scorso Consiglio con l'assessore Guichardaz ma, rispetto al progetto delle nuove centrali, come ponevo ieri durante la discussione generale, ci chiediamo, visto che grandi lavori nel cimitero di Aosta non vengono fatti, se l'idea di chiusura delle camere mortuarie dell'Ospedale Parini è andata avanti o se c'è stata una variante rispetto a quel progetto.
Stiamo poi analizzando lo studio del traffico proposto da SIV e sinceramente guarderemo con attenzione il verbale del tavolo con il Comune di Aosta, perché c'è una grandissima incongruenza tra quello che si dice nel PUMS e quello che viene presentato in quello studio del traffico, quindi delle due l'una - prima qualcuno mi ha detto che quella è competenza del Comune - o noi stiamo interferendo su una competenza comunale oppure dall'altra parte il Comune si lascia passare al di sopra qualsiasi scelta... quindi sicuramente dello studio del traffico, se non lo presenterà in Commissione, parleremo in Consiglio regionale.
Presidente - Consigliere Baccega, a lei la parola.
Baccega (FI) - È certamente un tema complesso, più volte abbiamo cercato di affrontarlo in Commissione, mi auguro che quanto prima si possa approfondire la nuova progettazione, però - contrariamente a quello che dice il collega Distort, cioè che le forze di centro-destra vanno in quella direzione, ovvero quella di andare a rivedere... - noi - noi siamo di centro del centro-destra - facendo parte di quella ipotetica coalizione, in qualche modo la vediamo diversamente. Nel percorso che si è avviato negli anni rispetto al nuovo ospedale che si dovrà realizzare sull'area a Est e la ristrutturazione del Parini, quindi c'è un nuovo Ospedale, c'è una ristrutturazione del Parini - e questo l'abbiamo sempre sostenuto - e in quest'ambito, ci sono stati dei percorsi che sono stati anche richiamati dai colleghi: si sono realizzati nuovi reparti, si sono messe in campo nuove tecnologie, la sala operatoria ibrida è una di queste, tutti gli impianti di raffrescamento sono stati realizzati e poi un parcheggio con 500 posti auto, un parcheggio coperto, che è stato realizzato solo ed esclusivamente in funzione di quel percorso di ampliamento dell'Ospedale Parini.
Credo che l'inciampo di aver ritrovato il guerriero, e soprattutto gli ulteriori reperti archeologici, in qualche modo ci ha messo in difficoltà, ma abbiamo voluto e sostenuto di voler proseguire su quella strada.
C'è stata una trattativa con la Soprintendenza piuttosto lunga, il presidente Testolin se la ricorderà molto bene, e adesso siamo all'inizio della fase 3, della centrale termica energetica e del consolidamento dell'area.
Si è realizzato il percorso che dall'Ospedale porta alla piazza, quindi una serie di opere sono state fatte, e anche con ingenti somme.
L'opportunità strategica: io ricordo che la prima volta che si parlò d'ampliamento dell'Ospedale Parini, si guardò al Comune di Aosta; io ero Assessore al Comune di Aosta e mi venne, collega Distort, una grande perplessità: "E dopo, se lo portiamo da un'altra parte, in quella zona della città che cosa nascerà?".
Ho portato in quest'aula l'esempio di Biella, che ha spostato a Savigliano l'Ospedale e quella zona dove c'era l'Ospedale a Biella è diventata la morte civile. Ecco che la preoccupazione va anche in quel senso lì.
Poi mi dicessero una volta per tutte questi di Vallée Santé dove lo vogliono fare quest'Ospedale! Dove? A Saint-Christophe?
A Saint-Christophe non si può fare, nelle aree adiacenti all'aeroporto non si può fare perché il regolamento per la costruzione e l'esercizio degli aeroporti adottato dall'Ente nazionale per l'aviazione civile, l'ANAC, al capitolo 9 paragrafo 6 prevede delle prescrizioni per il piano di rischio e, tenuto conto che quelle zone sono classificate zona B, "Attività residenziali con indici di edificabilità bassi, attività non residenziali con indici di edificabilità medi che comportano la permanenza di un numero limitato di persone. Nella zona A e nella zona B - zona B - vanno evitati insediamenti a elevato affollamento e vanno cancellate costruzioni di scuole, ospedali e in generale obiettivi sensibili". Direi che questo la dice lunga.
Ci mettiamo di nuovo in campo a fare una trattativa, un percorso lungo anni, anni e anni? A che punto siamo adesso? Bisogna dire a che punto siamo, non so se l'ha detto l'Assessore perché non ho seguito.
"Contratto da firmare con la ditta per la realizzazione delle nuove centrali" - consegna lavoro in questi giorni - "Un milione e mezzo di euro. In arrivo le offerte per lo scavo archeologico, per i tiranti e per i micropali su Viale Ginevra, 6 metri in profondità: un milione e 600 mila euro. Esecutivo già presentato a RAVA", ce lo farete vedere in Commissione, me lo auguro. "Gara d'appalto per i lavori: gennaio 2024. Settembre 2024" - ammesso che la gara vada a buon fine - "Inizio lavori". Sono 3 milioni di progettazioni.
Io credo che non ci siano i presupposti per mettere ancora in pausa un percorso di questo tipo. Io dico: continuiamo a lavorare in quella direzione, lo dico io ma lo dice tutto il nostro gruppo Forza Italia con il quale ci siamo confrontati in una riunione apposita per dare senso a quello che pensiamo.
La città ha bisogno che quell'opera vada avanti, con tutte le difficoltà che ha incontrato in questi anni, ne siamo consapevoli, ma che la politica in generale è riuscita a sanare.
Certe manifestazioni, come quella che si è vista in remoto, sono state davvero imbarazzanti da guardare.
Presidente - Consigliere Restano.
Restano (GM) - Credo che i colleghi nei loro interventi abbiano trattato a 360 gradi il tema, quindi non sto a ripetermi, in parte mi vedo negli interventi che mi hanno preceduto.
Ritorno a quanto detto ieri: possiamo discutere dell'Ospedale nuovo, vecchio, mi sembra di riprendere un argomento e di rimandare le decisioni già assunte da altri a suo tempo e quindi riperdere ulteriore tempo.
Signori, il problema è la sanità a tutto tondo, sono le risposte che i Valdostani stanno aspettando, sono le liste d'attesa, è una sanità appropriata.
Non condivido totalmente il Piano della salute e del benessere, non condivido l'appiattirci a quello che ci dicono i poteri forti romani sul DM 77, però riprendo le necessità dei Valdostani: facciamo funzionare la sanità, scarichiamo a terra quanto detto sul Piano della salute e del benessere sociale e costruite questo Ospedale.
Mi asterrò.
Presidente - Mettiamo in votazione l'ordine del giorno. La votazione è aperta.
Invito i Consiglieri a rimanere in aula nel momento della votazione. Abbiamo aspettato ma questa sarà un'eccezione. La votazione è chiusa.
Presenti: 34
Votanti: 12
Favorevoli: 12
Astenuti: 22 (Baccega, Barmasse, Bertin, Bertschy, Carrel, Caveri, Chatrian, Cretier, Grosjacques, Guichardaz Jean-Pierre, Jordan, Lavevaz, Malacrinò, Marguerettaz, Marquis, Marzi, Padovani, Restano, Rollandin, Rosaire, Sapinet e Testolin)
L'ordine del giorno non è approvato.
Minelli (PCP) - Brevissimamente per ringraziare. Avevo un'esigenza fisiologica, era prenotata la collega Guichardaz, quindi pensavo di arrivare.
Rilevo soltanto che non è un'eccezione, è la ripetizione di varie eccezioni che sono state fatte per votazioni ben più importanti in assenza di altri componenti.
Presidente - Nel caso specifico l'eccezione era che lei non era in aula, sulla fiducia della sua collega che ci ha detto che stava arrivando, l'abbiamo aspettata, ma se uno non è in aula, uno non può saperlo.
Ordine del giorno n. 2. La parola al consigliere Manfrin.
Manfrin (LEGA VDA) - In questa due giorni di Consiglio da più parti si è sollevato - e abbiamo visto anche da più parti ordini del giorno similari da parte dei colleghi - lo studio che la CGA di Mestre ha elaborato rispetto alla nostra regione.
Credo che sia importante dare i dati della CGA di Mestre che, peraltro, sono anche in parte riassumibili dall'analisi sia demografica che economica della nostra regione, che viene riportata proprio nel quadro e nell'analisi della sezione 1 e 2.
In queste sezioni e in questo studio si può evidenziare come sul rapporto 2023 dell'Osservatorio italiano sulla povertà energetica ci siano 4.101 famiglie valdostane in povertà energetica, pari a 8.248 persone che nel 2021 vivevano in abitazioni poco salubri, scarsamente riscaldate d'inverno, poco raffrescate d'estate, con livelli d'illuminazione scadenti e con un utilizzo molto contenuto dei principali elettrodomestici bianchi.
Leggere questi dati e leggere il contrasto con la realtà della nostra regione lascia davvero sgomenti. Pensare che ci siano più di 8 mila persone nella nostra regione... questo ovviamente è un dato del 2021 che è sicuramente superiore per quanto riguarda il 2022, perché non ci dobbiamo dimenticare che la realtà dei costi del riscaldamento e della difficoltà delle famiglie a far fronte ai costi del riscaldamento nel 2022 è stata acuita dalla crisi dei costi dell'energia che ben conosciamo, dovuta appunto alla guerra in Ucraina, che ha portato a un aumento sconsiderato dei prezzi, in alcuni casi anche alimentato dalla pubblica Amministrazione, che ha imposto l'allacciamento forzato al teleriscaldamento per le case popolari, ma non solo, costi che si sono scaricati su tutte le famiglie valdostane (ovviamente su tutte le famiglie italiane e anche europee, ma noi guardiamo la nostra regione) che con fatica possono riscaldarsi d'inverno, che con fatica possono utilizzare i principali elettrodomestici bianchi, parliamo di frigoriferi, di lavatrici, parliamo di queste tipologie di elettrodomestici che sono essenziali, sono alla base della vita di ciascuno ...è un dato che sicuramente ci fa rabbrividire, soprattutto in una realtà come quella della nostra regione, che è sempre stata rappresentata come la cosiddetta "Isola felice" e pensare che in quest'isola felice ci sia una percentuale che vive con un reddito netto inferiore alla soglia di povertà che passa dal 6,1 all'8% delle famiglie, evidentemente non può che rattristarci.
Ebbene, in quest'aula abbiamo più volte presentato e rappresentato la necessità di tutelare le famiglie che vivono le difficoltà di arrivare a fine mese e sappiamo benissimo che un succedaneo di quei buoni benzina che la nostra regione purtroppo ha perduto, c'era - peraltro si sarebbero potuti mantenere, ma questa è un'altra storia - ed è stato utilizzato quale buono per l'acquisto di energia o il cosiddetto "Bon Chauffage" che, ricorderete tutti, la forza che mi onoro di rappresentare all'interno di questo Consiglio, fin dalla sua cancellazione - ovvero dal 2018, anno in cui venne cancellato il "Bon Chauffage" - cercò a più riprese di ripristinare.
Ci abbiamo provato nel 2018, nel 2019 e negli anni a seguire, presentando proposte, emendamenti, richieste, mozioni o ordini del giorno come in questo caso.
Una riflessione secondo me va fatta, una riflessione che ci porta a pensare e a immaginare che in un momento in cui la crisi che attanagliava le famiglie - e ovviamente a cascata le imprese - della nostra regione, in un momento in cui c'era una situazione differente di benessere rispetto alle famiglie valdostane - e lo vediamo dai dati come ho ripetuto e come ho ricordato - in quella situazione la nostra regione garantiva un buono alle famiglie per potersi riscaldare e per poter avere almeno un piccolo rientro delle spese utilizzate per questo tipo di approvvigionamento energetico.
Se in quei momenti la nostra Regione garantiva questo tipo di aiuto, per quale motivo oggi non addivenire alla stessa soluzione?
È per questo che ci chiediamo come mai dal 2018 a oggi mai si sia voluto acconsentire a questa richiesta.
Abbiamo una legge, che è la legge regionale 43/2009, "Disposizioni in materia di sostegno economico alle famiglie mediante concorso alle spese per il riscaldamento domestico" che è attiva, che ogni volta e ogni anno con il bilancio viene rinviata, quindi se ne rinvia l'efficacia, non si finanzia il capitolo che è dedicato.
Proprio per questo motivo con quest'ordine del giorno chiediamo una cosa molto semplice: che questo capitolo venga rimpinguato, che vengano messe a disposizione le risorse necessarie per fornire nuovamente un aiuto alle famiglie valdostane e chiediamo con quest'ordine del giorno di riattivare il "Bon chauffage".
Presidente - Per il Governo qualcuno interviene? Assessore Bertschy, a lei la parola.
Bertschy (AV-VdA Unie) - Come ha detto giustamente, ne abbiamo parlato in ogni edizione della discussione del bilancio negli ultimi anni. È uno dei temi che credo, come altri ordini del giorno, sarà sicuramente oggetto di emendamento del bilancio, infatti gli atti di programmazione prevedono, per quello che ci riguarda, risorse impegnate in spesa corrente per aumentare le possibilità di lavoro per le persone più fragili, circa 4 milioni di euro, e per dare la possibilità alle persone più fragili di godere di trasporti sempre meno costosi, anche per il diritto allo studio; quindi le fasce Isee ormai le abbiamo portate al livello massimo e con la nuova legge regionale che produrremo, arriveremo al massimo dell'intervento, non so se riusciremo a discuterlo oggi o nel prossimo Consiglio regionale.
La visione politica è di dare la possibilità alle famiglie di sostenersi attraverso il lavoro, la dignità che può dare l'avere un lavoro e poterlo avere all'interno del nucleo familiare.
La visione nostra politica è quella di dare la possibilità di utilizzare i servizi mettendo in disponibilità tutte le possibilità che ci sono all'interno del bilancio.
Credo che, come è giusto, si riporti questa discussione all'interno del bilancio per dire dove togliereste delle risorse per mettere insieme le misure necessarie per il "Bon Chauffage".
Vi ricordate che abbiamo dato la disponibilità tutti insieme di sostenere una misura importante: il Bonus Social che ha messo in gioco circa 8 milioni di euro l'anno scorso; quindi all'interno del nostro bilancio sarà credo un buon lavoro da parte di tutti capire se ci sono queste disponibilità e soprattutto dove togliere queste risorse per alimentare eventualmente - con la divisione non solo di tipo politico da parte vostra ma anche di tipo amministrativo finanziario - una misura che noi riteniamo di avere non sostituito ma introdotto con una visione diversa delle politiche attive per il lavoro, delle politiche a riduzione dei costi dei servizi e delle politiche che i servizi sociali stanno mettendo in campo a sostegno delle fragilità. Ci asterremo.
Presidente - Possiamo mettere in votazione. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 34
Votanti: 15
Favorevoli: 15
Astenuti: 19 (Barmasse, Bertin, Bertschy, Carrel, Caveri, Chatrian, Cretier, Grosjacques, Guichardaz Jean-Pierre, Jordan, Lavevaz, Malacrinò, Marguerettaz, Marzi, Padovani, Rollandin, Rosaire, Sapinet e Testolin)
L'ordine del giorno non è approvato.
Ordine del giorno n. 3 della Lega. Consigliere Perron ne ha facoltà.
Perron (LEGA VDA) - Io non sono intervenuto in discussione generale per non appesantire, visto che altri miei colleghi della Lega avevano già parlato, ho tagliato lì, invece sarò un po' più lungo su quest'intervento e farò alcune considerazioni generali.
Innanzitutto che cosa vi chiediamo? Di cosa stiamo parlando?
La Valle d'Aosta sta facendo, con la Fossil Fuel Free 2040, un passo molto lungo verso un'economia decarbonificata al 2040.
Le mie considerazioni partono a monte: la Valle d'Aosta a oggi si trova già ad avere un bilancio dei GHG, cioè dei gas climalteranti, molto vicino alla neutralità, perché le nostre emissioni sono già compensate dagli ecosistemi.
Abbiamo circa 1 milione e 100 mila tonnellate di CO2, in realtà 860 mila tonnellate di CO2 sono già prese dal sistema forestale, quindi noi siamo già, senza toccare nulla, una regione molto avvantaggiata da questo punto di vista, facciamo ben poca emissione di gas climalteranti. Questo è il punto primo, però per parametri esterni - sono parametri dell'Unione Europea - per avere una certificazione Fossil Fuel Free, possiamo conteggiare soltanto il 30% degli assorbimenti forestali.
Un altro parametro ad esempio che invece non possiamo conteggiare è l'esportazione di energia idroelettrica nostra che teoricamente andrebbe scalata. Oggi noi al 99% usiamo per l'energia elettrica energia pulita, ma - questo è il dato 2019 - solo il 37% di quello prodotto; noi esportiamo già energia pulita - siamo virtuosi anche in questo - ed esportiamo il 63% della nostra energia pulita verso altre regioni che poi usufruiranno di energia pulita.
Importiamo invece gasolio, metano, biomasse; dal 2010 aumenta il metano, scende il gasolio, e quindi ha senso certamente andare sull'elettrico in tutti i settori dove possiamo e aggiungere l'idrogeno invece nei settori, quelli chiamati hard-to-abate, difficili da decarbonificare.
Parentesi rapida sull'idrogeno: noi siamo stati i primi, come gruppo Lega, a battere questo chiodo, e lo batteremo ancora, perché siamo convinti che questo settore abbia un'importanza soprattutto, sottolineo, nello sviluppo di ricerca, innovazione, lavoro e tecnologia; non è solo la questione delle emissioni di CO2 su cui l'idrogeno farà una parte sicuramente, tutta l'Europa si sta muovendo lì, perché a differenza delle batterie, che vanno a ingrassare i Cinesi, questo è un settore promettente per noi, per l'Europa, perché non è ancora sviluppato, perché dal nostro punto di vista, non c'è solo la questione di decarbonificare, ma c'è il fatto di farlo in maniera intelligente, pragmatica, non ideologica e che possa portarci dei vantaggi.
Se la Valle d'Aosta si muoverà su quel settore - come si spera che lo faccia - sarà un vantaggio da quel punto di vista.
La quarta cosa che voglio inserire qui è che la Fossil Fuel Free 2040 che abbiamo votato anche noi - eravamo qua nel 2018, avevamo votato quest'obiettivo - ha un obiettivo in realtà molto sfidante, io direi utopico, perché anche rispetto ai piani europei, dove già a livello europeo il gruppo al quale mi onoro di appartenere fa una lotta per cercare di arginare le visioni più folli ambientaliste - sappiamo tutte le politiche sulle case e sulle automobili che, se attuate veramente, porteranno un danno enorme ai cittadini europei - perché bisogna lavorare e bisogna produrre, chiaramente; noi con la Valle d'Aosta, con questa Fossil Fuel Free siamo andati oltre agli obiettivi europei, molto oltre, tanto che la visione europea con il 55%, Piano europeo, prevede di ridurre le emissioni del 55% entro il 2030, quindi attenzione qua, uno dice: "Noi invece facciamo meno del 55% entro il 2030", quindi siamo al di sotto degli obiettivi europei. No, perché gli obiettivi europei guardano le emissioni del 1990, quindi noi con la Fossil Fuel Free, e poi darò alcuni dati, stiamo andando anche oltre alle visioni già più difficili da realizzare, praticamente stiamo facendo - ripeto - qualcosa di praticamente impossibile al 2040.
La Fossil Fuel Free, sebbene sia un atto d'indirizzo importante, non va nemmeno preso come la Bibbia. Abbiamo messo l'asticella troppo in alto, poi un plauso agli apparati che hanno cercato e l'hanno fatto, io ho già visionato varie parti del PEAR che poi ne tratterà con cognizione di causa, dove si è messa in ordine tutta una serie d'iniziative per arrivare a quegli obiettivi, ma dobbiamo capire che sono obiettivi decisamente difficili.
Questa cosa qua si rileva leggendo il DEFR, perché noi leggiamo una sorta di spia che in qualche modo ci fa capire che stiamo mettendo un po' le mani avanti. Giustamente la collega Minelli salta su per motivazioni opposte alle mie, però saltano su e dicono: "Ma come? Si sta mettendo le mani davanti, non riusciremo a fare quello che abbiamo promesso".
Leggendo l'impegnativa del nostro ordine del giorno, riporto dal DEFR, che dice: "La Road Map Fossil Fuel Free trova la concretizzazione nel Piano energetico ambientale al 2030. L'obiettivo è molto ambizioso e sono attese nei prossimi decenni criticità nel suo perseguimento"- quindi si ammette che sarà piuttosto difficile - "Alla data attuale tuttavia è prematuro parlare di rispetto delle tempistiche o modifiche della strategia", però chiaramente a noi, leggendo il documento del DEFR, pare che si stia mettendo le mani avanti.
La seconda parte che viene messa nel DEFR - anche qua sembrano "mani avanti" - dice: "La difficoltà e gli eventuali ritardi sono correlati alla cronica mancanza di organico con profilo tecnico assegnato al Dipartimento ambiente, necessario per garantire il presidio delle attività correlate della Road Map".
Ci stanno dicendo che abbiamo fatto di tutto per applicare la Road Map, e ripeto, il PEAR è concentrato sulla parte emissioni, e dall'altra parte si dice: "Però non siamo poi così sicuri di farcela".
Sono andato a farmi due calcoli su questo e in pratica cosa succede? Noi in Valle abbiamo circa 1 milione di tonnellate di CO2, si fa riferimento all'anno 2017, sono 1 milione e 119 mila. Noi dobbiamo arrivare a toglierle praticamente quasi tutte, rimanendo solo una piccola parte compensata da quello che si chiama SIN Forestale, 277 mila tonnellate.
Noi dobbiamo nei 16 anni che ci restano, abbassare del 75% le nostre emissioni. Perché dico 16 anni? Perché l'ordine del giorno è del 2018, due anni dopo ci sono stati altri atti amministrativi, però noi prendiamo in riferimento il 2017.
Quello che noi chiediamo nell'impegnativa sarà: ma al momento attuale siamo in ritardo su questa tabella di marcia, sì o no? Questo vorremmo capire e per questo chiediamo un passaggio nelle Commissioni.
Siamo in ritardo adesso? Facciamo l'esempio del settore energia che è quello dove viene richiesto di più: addirittura si devono diminuire le emissioni dell'85%, stiamo parlando di numeri enormi.
Nel settore energia sono 873 mila tonnellate e si dovrebbe arrivare nel 2040 a 132 mila. Per arrivarci, prendendo tutto il lasso di tempo, vuol dire che noi, più o meno, all'anno dovremmo diminuire il 3,7% delle emissioni. È tantissimo. Quanto abbiamo fatto nei cinque anni, dal 2019 al 2023? In questi cinque anni abbiamo già ridotto qualcosa? La risposta sarà molto probabilmente "Ben poco" e con questi livelli chiaramente non ci arriveremo a star dentro a quella tabella di marcia, ma perché?
Dall'altra parte i colleghi diranno: "Perché siamo tutti cattivi, non vogliamo veramente decarbonificare", poi se la prenderanno con il Governo - per me facciamo pure, io sono all'opposizione come loro e se la prendano pure con il Governo - ma in realtà abbiamo messo degli obiettivi che vanno veramente oltre ciò che si possa fare, quindi io credo che in larga parte dovremmo farcene una ragione, non li raggiungeremo.
Poi ci sono altre due considerazioni sui dati che farò dopo, perché sto finendo il tempo, ma sono stato nei termini.
Quello che noi chiediamo al Governo regionale è che possano riferire alle Commissioni entro 30 giorni riguardo all'attuale stato di riduzione dei gas climalteranti in Valle negli ultimi 5 anni, con riferimento al 2017, perché è quell'anno che viene preso a livello di emissioni, però si parla qua del 2019-2023, e, oltre a questo, riferire alle stesse Commissioni riguardo la mancanza di organico con profilo tecnico al Dipartimento ambiente che è stato segnalato sul DEFR.
Presidente - Per il Governo, l'assessore Sapinet.
Sapinet (UV) - Grazie, collega Perron, per la presentazione e l'illustrazione.
Ricordo che il quadro dell'emissione dei gas è monitorato dai Dipartimenti ambiente ed energia, coadiuvati da COA e ARPA, Dipartimenti che ringrazio per la predisposizione e per la collaborazione nell'ambito della risposta.
Come ricordato dai colleghi, il DEFR precisa che la prima concretizzazione e messa a sistema delle azioni in quest'ambito è rappresentata dal PEAR, che è in esame al Consiglio. Il PEAR spinge la propria azione al 2030, traguardando risultati compatibili con l'obiettivo posto al 2040.
I dati degli ultimi cinque anni non sono in tal senso significativi, essendo tale periodo stato utilizzato per le analisi, per la definizione degli scenari e dell'individuazione delle conseguenti azioni per addivenire alla decarbonizzazione.
I dati sono peraltro anche condizionati da particolari situazioni, quali pandemia ed eventi bellici, che hanno condizionato i consumi e stili di vita.
Va inoltre considerato che alcuni fattori, quali i contributi derivanti dal Bonus 110, acquisto di veicoli elettrici e costruzioni ciclabili, non hanno ancora prodotto dei risultati che possono essere definiti leggibili; sono argomenti molto tecnici che, condividendo il tutto con il collega Bertschy, quindi volentieri ci rendiamo disponibili a un confronto in Commissione.
Sul passaggio del DEFR direi che è un passaggio che vuole essere anche in qualche modo trasparente, che vuole prendere atto di una situazione che sicuramente sarà di non facile raggiungimento.
Invece riguardo alla carenza di organico, ne ho accennato prima, se è una carenza di organico che si è citata... io ho tre Dipartimenti e ovviamente prendo atto che nel Dipartimento Ambiente questa carenza è più forte rispetto agli altri, ma soprattutto una carenza di figure specifiche, una carenza sulla quale stiamo lavorando - come dicevo prima - con strategie, riuscendo a sopperire, quindi un qualcosa che viene sottolineato ma un qualcosa sul quale si sta lavorando; citavo ad esempio prima le convenzioni messe in atto con ARPA che hanno permesso a questo Dipartimento e anche al Dipartimento agricoltura di cogliere alcune figure tecniche e specifiche che andranno a supportare tutti i Dipartimenti.
Chiederei soltanto - anche in relazione all'importante lavoro che le Commissioni stesse avranno nelle prossime settimane, di prevedere un termine più ampio, rispetto ai 30 giorni proporrei i 70 giorni, così da andare appena dopo le festività natalizie.
Presidente - Consigliera Minelli ne ha facoltà.
Minelli (PCP) - Abbiamo esaminato l'ordine del giorno proposto dal collega Perron e dai suoi colleghi, sia nelle sue premesse sia nella parte dell'impegnativa. Poi l'esposizione del collega Perron è stata più articolata e ha posto anche questioni, osservazioni, opinioni e valutazioni che nel testo dell'ordine del giorno non ci sono, ma peraltro lo aveva esplicitato nella sua introduzione dicendo che avrebbe preso un po' più di tempo non avendo parlato finora.
È naturale che le premesse da cui il collega è partito - non sto parlando dei dati ma sto parlando delle premesse che lei ha fatto circa la valutazione sulla Road Map e sulla sua importanza - sono premesse da cui noi non partiamo o comunque non allo stesso modo.
Siamo consapevoli che quell'ordine del giorno, che è stato votato ormai cinque anni fa, è un ordine del giorno estremamente ambizioso, l'obiettivo lo era.
Ricordo che la proposta di quell'ordine del giorno, e quindi della Valle d'Aosta Fossil Fuel Free al 2040 era stato avanzato dal collega Farcoz dell'Union Valdôtaine, a nome del suo gruppo, ma a cui poi aveva aderito tutto il Consiglio e credo anche che l'illustrazione che all'epoca aveva fatto il collega Farcoz, era stata molto precisa e dipendeva penso anche dalla sua formazione - dal punto di vista degli studi e professionale - perché aveva delle competenze che noi non abbiamo - non avevamo allora, non abbiamo oggi - ma abbiamo cercato di maturare comunque delle conoscenze che nel tempo si sono implementate.
Ho ascoltato anche la risposta dell'Assessore che dice: "I dati relativi a quei 5 anni che sono richiesti di monitoraggio non sono particolarmente significativi"; ed è vero, perché sono stati degli anni particolari, sappiamo che in mezzo c'è stata la pandemia, i consumi si sono obiettivamente diversificati in quel periodo, quelli dei trasporti saranno sicuramente diminuiti per un anno e mezzo, o quel che è, e ci sono state delle differenziazioni.
Sicuramente io credo che siamo indietro, il collega Perron diceva: "A che punto siamo?". Non è stata fatta una serie di azioni, altre non sono obiettivamente state anche possibili.
L'Assessore poi diceva: "Il passaggio nel DEFR riguardo alla strategia, alla Road Map, è un passaggio che è stato definito trasparente perché l'obiettivo non è di facile raggiungimento"; credo che nessuno, nel momento in cui era stato votato quell'ordine del giorno, pensasse a un obiettivo semplice da raggiungere.
Io credo che quando si è votato quell'ordine del giorno, qualcuno forse non avesse neanche ben chiaro che cosa si stava votando e a che cosa si andava incontro.
Io ritengo che quell'obiettivo debba essere mantenuto e che si debba mettere in campo ogni azione possibile per perseguirlo, per arrivare il più vicino possibile a quell'obiettivo.
Ricordo anche che la Road Map per la Valle d'Aosta Fossil Fuel Free, è stata poi approvata a febbraio 2021 con una fatica enorme per arrivare ad approvare quel provvedimento, perché anche su quello c'è stata una sorta di freno a mano tirato, come c'è stato su altre questioni, ma era strumentale e io l'ho capito molto bene e credo che l'abbiano capito abbastanza bene tutti.
Al di là di queste valutazioni, c'è ancora una cosa che mi sento di chiedere, l'Assessore dice: " Vi è il problema della carenza di personale all'Assessorato all'ambiente - come anche in altri Assessorati - e qui è forse più serio e più importante. Si sta lavorando insieme ad ARPA, insieme a Fondazione Montagna Sicura per trovare delle soluzioni". L'invito è a valutare molto bene questa carenza, lo dico per un motivo specifico: l'Assessorato all'ambiente si occupa di tematiche che oggi hanno un'urgenza assoluta che si ripercuoterà sul prossimo futuro, un futuro molto prossimo, quindi bisogna agire in quel senso, anche attraverso l'implementazione di risorse umane che deve essere in qualche modo messo come priorità all'interno delle scelte che l'Amministrazione deve fare.
Sull'impegno, che è quello di riferire alle Commissioni competenti riguardo all'attuale stato di riduzione delle emissioni di gas climalteranti, io penso che non ci sia nessuno che possa dire che si è contrari ad avere delle informazioni su una situazione. Certo, su quelle informazioni bisognerà poi ragionare, a partire anche da quello che ha detto l'Assessore, cioè che non siamo di fronte purtroppo a dei dati molto significativi, e io credo che sarà così, però può essere l'avvio di una riflessione.
Noi voteremo quest'ordine del giorno.
Presidente - Consigliere Perron.
Perron (LEGA VDA) - Va bene, Assessore, abbiamo già accettato il termine dei 70 giorni, così avremo anche il dato finale del 2023.
Mi fa quasi impressione avere il supporto positivo delle colleghe su un aspetto ambientale, ma in questo caso partiamo da una premessa in realtà simile, cioè vogliamo vedere i dati, poi andiamo però allo spettro opposto delle visioni.
Secondo voi non si fa abbastanza, secondo noi invece è l'obiettivo a essere particolarmente difficile, anzi, io lo definisco utopico, poi chi ci sarà nel 2040 saprà che cosa sarà successo.
Questi dati, in realtà, ci sono anche nel PEAR, è tutto pieno di grafici, settore per settore, dove segnala le emissioni, però dai grafici non è possibile capire esattamente il dato. Quello che voglio dire è che comunque nei nostri 23 anni di tempo, dal 2017 da cui sono calcolate le emissioni fino al 2040, se voi andate a vedere anche nel PEAR, la maggior parte del taglio di emissioni, la metà, avviene dal 2030 in poi.
A me sembra che sia un modo comunque di buttare la palla in avanti, in gergo calcistico, "Palla lunga e pedalare", perché sarà molto difficile in questi anni.
Poi mi si dice: "Nei primi 5 anni non erano ancora in atto i piani, adesso c'è il PEAR", è un'obiezione giusta chiaramente, però se io devo rientrare di un debito di 1 milione di euro, e ho 23 anni per rientrarci e faccio i conti da lì, e poi vado a vedere che nei primi, dal 2017 al 2023, sono 7 anni, in realtà non sono rientrato di niente, vuol dire che tutto quel pezzo di debito da cui dovevo rientrare mi va a essere caricato sul periodo successivo, è questo che noi vogliamo vedere.
Se in questi anni non si è rientrati, certamente di qualcosa si è scesi, ma perché la tecnologia va comunque lì, però il debito sarà da riportare dopo, ripeto, è utopico. Siamo andati molto oltre anche gli obiettivi dell'Unione Europea che notoriamente sono estremamente difficili da realizzare.
L'ultimo tema che poi sarà da affrontare è: quanto costerà ai Valdostani la transizione energetica a tappe forzate che vogliamo fare? Perché quello poi è il discorso: quanto ci costerà?
In parte a noi costerà meno, perché abbiamo una grande produzione idroelettrica e dobbiamo puntare a usare quello che esportiamo e utilizzarlo noi sull'elettrico, quindi a noi certamente costerà meno, ma a livello generale, se il discorso sarà: "Abbiamo messo un obiettivo troppo spinto in avanti e noi ci sacrifichiamo e ci diamo la zappa sui piedi, perdendo dei soldi o posti di lavoro per seguire quegli obiettivi", signori, noi non vi seguiamo più, vi lasciamo andare, colleghi autonomisti, a seguire tranquillamente il trend dell'ambientalismo più radicale che porta, in realtà, a dei danni. Questa è la nostra visione, perché a quel punto noi ci fermiamo.
Vedremo come sarà, ringrazio per il passaggio in Commissione, avere dei dati e discutere su queste cose, è sempre importante per tutti.
Presidente - Mettiamo in votazione così come emendato. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti, votanti e favorevoli: 34
L'ordine del giorno è approvato all'unanimità.
Ordine del giorno n. 4 sempre della Lega. La parola al consigliere Ganis.
Ganis (LEGA VDA) -. Quest'ordine del giorno ha come oggetto la pulizia dei torrenti, riprende una serie d'iniziative discusse in questo Consiglio regionale e presentate dal nostro gruppo di opposizione.
L'abbiamo più volte segnalato in Consiglio regionale, ma anche sui social, come ha ben ricordato l'Assessore; personalmente utilizzo la rete come luogo di condivisione e scambio d'informazioni come fanno in tanti, in questo caso per segnalare che molti torrenti laterali della nostra regione denotano una scarsa - se non addirittura mancata e inefficiente - manutenzione.
Torrenti stracolmi di vegetazione, di arbusti, ma anche di alberi che, in caso di piogge intense, possono ostacolare il regolare deflusso delle acque, andando così a minare l'efficienza idraulica dei corsi d'acqua.
È evidente che il taglio della vegetazione in eccesso - delle piante - e la pulizia dell'alveo non possono che facilitare e riattivare il corretto scorrimento delle acque di un torrente, cosa che le altre Regioni vicino a noi, come Piemonte e Lombardia, stanno facendo, attraverso l'approvazione di progetti per interventi di manutenzione straordinaria.
Motivo in più, visto quello che è successo in Toscana, dove l'eccezionale quantità di pioggia ha causato allagamenti, morte, distruzione, oltre ai danni stimati in oltre 500 milioni di euro.
Una situazione analoga purtroppo l'abbiamo vissuta anche noi nella nostra regione: era il 15 ottobre del 2001, quando le precipitazioni intense e durature causarono gravi danni alle nostre infrastrutture e la morte di molti Valdostani.
Si tratta di eventi estremi, ma l'Italia è sempre più soggetta a eventi climatici estremi e secondo il rapporto "Dissesto idrogeologico in Italia", la superficie nazionale potenzialmente soggetta a frane e alluvioni è aumentata del 4% e del 17%, appare evidente che il tema della mitigazione del rischio idraulico non è da trascurare.
Tenuto conto della presenza dei tantissimi corsi idrici nella nostra regione, una programmazione d'interventi pluriennali e continuativi, come la manutenzione dei corsi d'acqua, andrebbe fatta al fine di prevenire i rischi idrogeologici.
Quest'ordine del giorno impegna l'Assessore competente a promuovere un monitoraggio straordinario dei corsi d'acqua potenzialmente pericolosi in caso di piena, al fine di organizzare una pulizia straordinaria che possa mettere in sicurezza gli alvei.
Presidente - Replica l'assessore Sapinet.
Sapinet (UV) - Grazie, collega Ganis, torniamo sull'argomento che è stato già oggetto di alcune iniziative e la ringrazio anche per l'attenzione che pone sulla tematica.
La manutenzione dei corsi d'acqua - come intesa nell'ordine del giorno presentato, di taglio della vegetazione e asportazione del materiale di alveo, laddove si valuta che questi possano costituire un elemento di riduzione delle sezioni di deflusso in caso di piena - è già prevista, come avevamo già detto in altre occasioni, nei programmi della competente struttura Opere idrauliche ed è effettuata regolarmente.
Nelle premesse, laddove si dice: "Verificato che molti torrenti laterali negli ultimi anni non hanno subìto nessuna opera d'intervento di manutenzione", ricordo che un monitoraggio c'è, è presente, è costante, c'è un'attività continua di verifica e di confronto tra amministrazioni comunali, Corpo forestale (con le 14 stazioni dislocate sul territorio), i Consorzi di miglioramento fondiario e, ovviamente, le strutture dei vari Assessorati che sono coinvolte in quest'attività.
Al momento sono previsti interventi di taglio della vegetazione e di disalveo su circa 28 torrenti, per un ammontare complessivo di spesa previsto in circa 965 mila euro per il 2023. Questi siti sono stati scelti in base alla loro effettiva e concreta pericolosità per la presenza di materiale vegetale di dimensioni incompatibili con le condizioni di deflusso in caso di piena o di depositi consistenti che riducono fortemente le sezioni di alveo.
Per il triennio 2023-2025 - è un dato che avevamo già riportato, ma ripetiamo - sono stati previsti al momento interventi su corsi d'acqua per un complessivo importo di 27 milioni e 468 mila euro, di cui circa 11,5 milioni di euro derivanti da fondi provenienti dallo Stato o da fondi PNRR.
Per il prossimo anno quest'attività proseguirà laddove saranno ravvisate le esigenze di pericolo, con costante confronto tra i vari attori impegnati, quindi è un impegno importante di risorse economiche ma anche di personale, per questo diventa difficile immaginare altre iniziative che potrebbero da una parte togliere risorse umane preziose sulle altre attività.
Per quello che ci riguarda, chiederemmo il ritiro dell'iniziativa, altrimenti ci asterremo.
Colgo infine l'occasione per sottolineare l'operato delle varie strutture e per ringraziare queste che si occupano di manutenzione del territorio e dei corsi d'acqua, a partire dal monitoraggio della struttura Attività geologica con il dottor Bertolo, Programmazione e realizzazione degli interventi sulle opere idrauliche con l'ingegner Ropele, questa in collaborazione con la struttura Sistemazioni montane del dottor Pasqualotto del Dipartimento risorse naturali.
Presidente - Consigliere Ganis, a lei la parola.
Ganis (LEGA VDA) - Grazie, Assessore, per la risposta, che non mi convince.
Assessore, mi permetta: o non conosce bene la situazione o è male informato dagli uffici, perché la situazione in alcuni Comuni è veramente critica.
Faccia un giro, prenda la macchina e vada a vedere in quale stato vertono i nostri torrenti, le ho fatto avere anche delle fotografie.
Tra l'altro, vorrei evidenziare che nella mozione presentata dal nostro gruppo, avente come oggetto "Mappatura dell'attività di manutenzione di torrenti della regione", l'Assessore s'impegnava nel prossimo autunno a trattare in Commissione l'argomento, quindi tra un anno.
A nostro avviso i tempi sono un po' lunghi e sarebbe opportuno intervenire in tempi celeri. É sicuramente meno costoso agire prima che un disastro causi devastazione, piuttosto che aspettare la distruzione e rispondere dopo che è avvenuta.
Io fossi in lei, Assessore, non dormirei sonni tranquilli.
Presidente - Mettiamo in votazione l'ordine del giorno. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 34
Votanti: 15
Favorevoli: 15
Astenuti: 19 (Barmasse, Bertin, Bertschy, Carrel, Caveri, Chatrian, Cretier, Grosjacques, Guichardaz Jean-Pierre, Jordan, Lavevaz, Malacrinò, Marguerettaz, Marzi, Padovani, Rollandin, Rosaire, Sapinet e Testolin)
L'ordine del giorno non è approvato.
Ordine del giorno n. 5 della Lega. La parola al consigliere Distort.
Distort (LEGA VDA) - Con quest'ordine del giorno noi trattiamo due temi e li mettiamo in correlazione tra loro, tema di rifiuti e tema di energia, quindi suggeriamo al Governo una nostra proposta per raggiungere l'obiettivo di attuazione del Piano energetico ambientale regionale contenuto nel Documento di Economia e Finanza a pagina 115.
Mettere insieme questi due temi, energia e rifiuti: sappiamo perfettamente che è una liaison assolutamente delicata, sicuramente divisiva ma fondamentalmente strategica e quest'aula è il luogo dove si devono per forza di cose affrontare i temi strategici.
Tema rifiuti: abbiamo approvato un Piano regionale dei rifiuti, ma, come ogni strumento di pianificazione, è necessario che sappia adattarsi alle dinamiche sociali, economiche e tecniche che regolano la vita di una società nella loro evoluzione.
La gestione dei rifiuti, così come scelta dal Piano dei rifiuti, comporta oneri - lo sappiamo tutti - non indifferenti per la collettività.
Tema dell'energia: incide pesantemente sui processi produttivi e di vita di ogni comunità umana, in particolar modo per la nostra comunità, il nostro territorio, caratterizzato da un fabbisogno energetico alto per una climatizzazione sia invernale che estiva e per il soddisfacimento di tutti i bisogni associati al nostro stile di vita e alla nostra imprenditoria, ovviamente legata alla territorialità.
Gestione dei rifiuti e gestione dell'energia sono accomunati da criticità che si riflettono sui costi a carico degli utenti. Gestione dei rifiuti e gestione dell'energia sono, a loro volta, accomunati da un medesimo processo tecnico, dove i rifiuti possono diventare fonte di energia.
Siamo tutti consapevoli che nel 2012 la popolazione valdostana si è espressa attraverso lo strumento del referendum, respingendo l'ipotesi di trattamento a caldo dei rifiuti, ponendolo tra le attività non consentite.
Chiaramente questo consenso elettorale ha visto effettivamente una larga maggioranza contraria al pirogassificatore; sicuramente ha giocato un ruolo molto forte il legame tra il pirogassificatore, gli effetti ambientali e gli effetti sulla salute, poi non entro in merito in disquisizioni tecniche, a quanto abbia inciso una certa propaganda. È andata così.
Oggi però, a 11 anni di distanza, la tecnologia in quest'ambito ha fatto degli enormi passi avanti, raggiungendo livelli di sostenibilità ambientale elevatissimi, che non si potevano neanche immaginare all'epoca del referendum.
Già allora, tra l'altro, diverse realtà territoriali avevano invece intrapreso, come scelta ecologica, la soluzione del trattamento a caldo dei rifiuti. In ogni caso, noi oggi ci troviamo con una tecnologia di altissimo livello, che garantisce livelli di tutela degli aspetti ambientali, ovviamente tutela rispetto agli effetti sulla salute, perché le tecnologie - anche dal punto di vista di trattamento dei fumi e delle emissioni - permette di raggiungere livelli altissimi, tant'è che questo tipo di pratica è ritenuta, nell'ambito della letteratura ecologica diffusa in ambito europeo e acquisita dagli orientamenti europei, come un impegno nella lotta contro l'inquinamento, un impegno in quella sfida che consiste nel ridurre gli sprechi delle nostre risorse e, dall'altro lato, di smaltire o, parola d'ordine, trasformare i materiali che danneggiano l'ambiente.
In quest'ottica si pone la trasformazione dei rifiuti che smaltiamo tutti i giorni in un bene per l'ecosistema stesso.
È questo il caso dell'energia verde, ovvero trasformare i rifiuti in energia riutilizzabile attraverso i termovalorizzatori, ovvero degli inceneritori in grado di trasformarli in calore, riscaldare acqua e poi produrre energia elettrica.
Questa tecnica è già molto utilizzata nel resto d'Europa, soprattutto nei paesi che noi tendiamo a guardare come faro della tutela ambientale, come ad esempio Germania, Svizzera, Olanda, Belgio e Danimarca.
Ribadisco un concetto importante richiamato in questa premessa, ho appena detto che la tecnologia applicata alla trasformazione dei rifiuti in energia ha acquisito negli ultimi anni livelli di performance di altissimo livello (tanto dal punto di vista dell'efficienza energetica quanto riguardo agli effetti della tutela ambientale), raggiungendo livelli altissimi di abbattimento delle emissioni nell'aria nel rispetto degli standard fissati dalla normativa europea di settore, può collocare a buon diritto questa pratica nelle best practices di tutela dell'ambiente e di sostenibilità delle risorse.
Tornando ai due problemi cardine, abbiamo costo economico e ambientale della gestione dei rifiuti e costo economico e ambientale della gestione dell'energia, quindi ci chiediamo fino a quando possiamo permetterci il lusso di negare, a prescindere, un ciclo di trasformazione dei rifiuti in energia, soprattutto a fronte dell'evoluzione della tecnologia, con il miglioramento delle performance di efficienza e di sostenibilità ambientale in questa tecnologia.
Un altro inciso: all'epoca del pirogassificatore era importante anche un fattore scala, cioè una quantità di rifiuti, quindi la quantità dei rifiuti era un ulteriore elemento che faceva pendere l'ago della bilancia verso la scelta di respingere l'ipotesi del termovalorizzatore, dicendo che la produzione nostra, interna nel nostro territorio, non era sufficiente a colmare questo fabbisogno di quantitativo.
Oggi noi abbiamo impianti che si possono modulare su diverse scale, anche sulla microscala, quindi diventa importante poter avere il coraggio di affrontare questo tema in modo competente, lontano da preclusioni a priori, lontano da ideologismi.
Si tratta, a nostro parere, di cominciare a riflettere in modo competente su questo binomio, che nel mondo civile ha trovato sintesi, mentre in Valle d'Aosta i rifiuti vengono sotterrati, con questo non voglio offendere la nostra amata Valle, però di fatto è così.
Quando noi ci troviamo in certi seminari che trattano di questo tema, io mi sono trovato nel caso in cui mi dicono: "Ma voi siete ancora la regione che sotterra i rifiuti?".
Allora anche per spirito di campanilismo, per orgoglio della nostra identità, io voglio che possiamo avere in quest'aula la possibilità e il coraggio di cominciare ad affrontare questo tema, libero da ogni legame, come ho detto, perché per noi l'ambiente si tutela attraverso la responsabilità e la conoscenza, non con i preconcetti.
Per questo chiediamo al Governo della Regione di prevedere, nell'iter di approfondimento del Piano energetico ambientale regionale, l'individuazione di strumenti tecnici e amministrativi che consentano la compatibilità futura per la Regione Valle d'Aosta d'intraprendere scelte indirizzate alla produzione in loco di energia verde dai rifiuti.
Presidente - Risponde l'assessore Sapinet.
Sapinet (UV) - Un'iniziativa che tocca l'ambiente, in parte l'energia - e ringrazio le strutture del collega Bertschy per parte della risposta - evidenziando che il PEAR è uno strumento trasversale a diversi ambiti e l'attuazione di molte misure competerà ai rispettivi Assessorati e ai rispettivi Dipartimenti specifici: trasporti, ambiente, agricoltura e rifiuti.
Al momento il PEAR è nella fase di discussione in Consiglio ed è possibile verificare i contenuti della scheda F07 Biogas della relazione tecnica illustrativa nella quale è già prevista la possibile produzione di energia da rifiuti.
Certamente approfondiremo lo spunto che prevede l'individuazione di strumenti tecnici e amministrativi che consentano la compatibilità futura d'intraprendere scelte indirizzate alla produzione in loco d'energia verde da rifiuti, fermo restando che le valutazioni in merito alla realizzabilità di nuovi impianti di produzione di energia non possono prescindere da studi di fattibilità tecnico-amministrativi, ma anche di sostenibilità economica.
L'obiettivo del Piano rifiuti è quello di arrivare a una percentuale del 10% di conferimento in discarica, è un obiettivo che ci si è dati, un obiettivo da raggiungere, un 10% di conferimento in discarica di rifiuto indifferenziato, quindi la strategia è quella del massimo recupero di materia secondo le priorità date dall'Unione Europea.
Va considerato che le diverse filiere di recupero cui viene conferita la differenziata, ubicate al di fuori del territorio regionale, generano diverse tipologie di prodotto che spaziano da materia prima per la produzione di nuovi oggetti a combustibile ricavato da rifiuti. In ogni caso vi è una valorizzazione economica che è riconosciuta alla Regione dalle filiere di recupero.
Il PEAR, come sopra ricordato, riporta la quantificazione della produzione di energia elettrica termica prodotta e venduta utilizzando il biogas, che si crea nel corpo della discarica; attività che dà un discreto ritorno economico.
Va tenuto in considerazione che la produzione è in calo in relazione alla sempre minor quantità di rifiuti conferiti e alla minor presenza di rifiuto "Umido" contenuto nell'indifferenziata.
Come ultima considerazione, una considerazione tecnica che riporto al riguardo della tematica, si fa presente che i quantitativi di materiale - in linea teorica utili per ricavare energia attraverso una procedura che porti alla cessazione della qualifica di rifiuto, e dunque ad un prodotto utilizzabile come combustibile, ad esempio la legna che da attività agricola viene conferita come rifiuto - sono relativamente modesti e non sono in grado d'incidere sul perseguimento degli obiettivi energetici e di decarbonizzazione che la Regione si è data.
Tenendo conto delle considerazioni sopra citate, si propone il ritiro dell'iniziativa, in alternativa ci asterremo.
Presidente - Consigliera Minelli ne ha facoltà.
Minelli (PCP) - Noi voteremo contro a quest'ordine del giorno che nel suo impegno - poi nell'esposizione il collega Distort ha chiarito - è anche un po' ambiguo: "Intraprendere scelte indirizzate alla produzione in loco di energia verde dai rifiuti".
Quando parliamo di produrre energia dai rifiuti, parliamo di combustione, parliamo d'incenerimento; in pratica, lo sanno tutti, si inceneriscono i rifiuti, viene recuperato il calore per produrre vapore, il vapore viene applicato a una turbina e collegato con un alternatore e poi si converte l'energia termica in energia elettrica.
Questo tema è già stato affrontato anche nel momento in cui abbiamo discusso il Piano regionale dei rifiuti nei lavori di Commissione, ricordo che il principale estensore di quel Piano rifiuti, l'ingegner Tornavacca, era stato molto preciso nel rispondere alle domande sull'ipotesi di mettere in campo nuovo tecnologie come questa e ci aveva detto che è una tecnologia assolutamente superata, nonostante la possibilità di avere oggi degli impianti più sottodimensionati o correttamente dimensionati, rispetto alla situazione delle varie realtà, delle varie regioni. Abbiamo approvato il Piano regionale dei rifiuti, mi sembra, a maggio 2022 e nei mesi precedenti; è passato poco più di un anno, aveva espresso la sua opinione, opinione di una persona che lavora in questo campo e fa progettazione d'impianti oltre che di progetti, e aveva proprio detto: "Anche da un punto di vista economico è assolutamente antieconomico".
È stato ricordato che proprio undici anni fa c'è stato il referendum in Valle d'Aosta sul pirogassificatore, fra pochi giorni sarà l'anniversario di quell'importante consultazione elettorale: era il 18 novembre del 2012, e il 94% delle persone che erano andate a votare ha votato contro il pirogassificatore.
Poi sappiamo benissimo che ci sono state delle vicende successive, ricorsi, contro ricorsi, ma per fortuna su quella questione si è messa, io spero, una pietra, quindi dal nostro punto di vista non si deve andare a rispolverare questa questione di costruire in Valle d'Aosta degli inceneritori. Ne va della salute dei Valdostani, prima di tutto il resto.
Presidente - Consigliere Perron.
Perron (LEGA VDA) - Intervengo a sostegno ovviamente della nostra iniziativa solo per ricordare come ogni volta che uno esce dall'autostrada, sa come viene accolto in maniera meravigliosa qui vicino ad Aosta con la discarica che c'è e con gli odori che essa produce, un meraviglioso biglietto da visita, segno, secondo noi, che seguire le posizioni - anche se poi ha vinto il referendum - dell'ambientalismo radicale è sempre una pessima cosa.
Tra l'altro sono proprio i rifiuti che producono CH4, cioè metano, ed è interessante, perché poi le parti ambientaliste più radicali sono cannibale di se stesse: partono con la loro iconoclastia, quando vogliono distruggere qualcosa, distruggono tutto.
Infatti ad esempio, collega Minelli, proprio sul metano, proprio sul CH4 (eravamo già andati troppo d'accordo prima, ero preoccupato), a me viene in mente, proprio per far l'esempio di come voi prendete delle iniziative, delle vostre stesse iniziative, e poi gli andate contro senza accorgervene, lei tempo fa, il 30 giugno 2023, aveva presentato un'interpellanza proprio sul metano, in cui chiedeva conto e diceva: "Ma com'è che state facendo delle reti del metano adesso e il metano entro il 2040 non dovremmo più usarlo? Il metano è climalterante". Tra l'altro confermo, mi pare che nel PEAR ci sia un coefficiente di 1,28 del metano rispetto alla CO2. "Come mai noi andiamo a usare ancora il metano e stiamo facendo le reti di metano? È una follia, lasciate perdere, perché noi dobbiamo decarbonizzare". Era questo il suo concetto.
A parte che la combustione del metano non genera metano, al massimo ci sono le perdite, però il metano è un sistema buono per togliere CO2 rispetto al gasolio, quindi è in quell'ottica che si va, ma voi facevate la lotta pure al metano.
Lo sa, collega Minelli, cosa dice in questo caso un testo che per lei è importante a pagina 25? Dice: "Alcune importanti iniziative, attualmente in fase autorizzativa, prevedono l'estensione della rete di distribuzione del gas metano al servizio di vallate e località attualmente non metanizzate. La sostituzione dei prodotti petroliferi (olio combustibile, gasolio e GPL, ancora di ampio utilizzo caratterizzati da minori efficienze di conversione e maggiori emissioni rispetto al gas metano) permetterà in prospettiva di migliorare le condizioni".
Sa chi lo scrive questo? La Fossil Fuel Free, quindi lei ha fatto un'iniziativa che va dicendo: "Togliete queste benedette reti, non fate più le reti metano per avere la Valle d'Aosta decarbonizzata" quando la stessa Fossil Fuel Free prevede questo passaggio, ed è l'esempio perfetto di come ragionate voi, che partite e rasate tutto quello che trovate, anche sui rifiuti il discorso è identico.
Massimo sostegno all'iniziativa presentata in questo caso a prima firma del collega Distort perché, a seguire voi, ci si mette sempre sistematicamente nelle peggiori condizioni.
Presidente - Mettiamo in votazione. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 34
Votanti: 15
Favorevoli: 13
Contrari: 2
Astenuti: 19 (Barmasse, Bertin, Bertschy, Carrel, Caveri, Chatrian, Cretier, Grosjacques, Guichardaz Jean-Pierre, Jordan, Lavevaz, Malacrinò, Marguerettaz, Marzi, Padovani, Rollandin, Rosaire, Sapinet e Testolin)
L'ordine del giorno non è approvato.
Con quest'ordine del giorno, la seduta di questa mattina è conclusa e alle ore 14:45 è convocata una Capigruppo per analizzare il prosieguo dei lavori della giornata di oggi. Il Consiglio è aggiornato alle ore 15:00, la Capigruppo alle ore 14:45.
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La seduta termina alle ore 13:06.