Objet du Conseil n. 2922 du 8 novembre 2023 - Resoconto
OGGETTO N. 2922/XVI - Discussione generale sull'approvazione del Documento di Economia e Finanza Regionale (DEFR) per il triennio 2024-2026.
Bertin (Presidente) - Alla presenza di 31 Consiglieri, possiamo riprendere la discussione generale. Vi erano già state alcune prenotazioni, consigliere Manfrin, a lei la parola.
Manfrin (LEGA VDA) - Come ormai sappiamo e come è stato evidenziato da qualche collega, si discute oggi il documento di programmazione economica regionale più importante. Da diversi anni, all'esordio nel 2020, poi a seguire nel 2021 e poi ancora nel 2022, abbiamo potuto apprezzare un'evoluzione dei documenti, da documenti di circostanza a documenti che riflettevano e rispecchiavano una maggioranza politica che aveva degli evidenti problemi, documenti che provavano a scontentare il meno possibile. Oggi analizziamo un documento che nelle sue parti consuete è necessariamente generico, ci sono i consueti dati sulla demografia, sull'economia, ma nella sezione terza - quella che guarda più in là, guarda la programmazione e ospita i progetti, le idee e i programmi che questa maggioranza e questa Giunta si propongono - vediamo un documento generico, ad esempio - e penso di non sbagliare se lo dico -, guardiamo quello che ci restituisce la fotografia dei dati demografici, che evidenziano un calo preoccupante e spaventoso di popolazione a cui dovrebbe seguire una robusta iniziativa per bloccarlo, ma di quest'iniziativa, al netto di qualche timido servizio offerto, non se ne rileva traccia. Questa è una delle prime osservazioni che mi son venute incrociando i dati demografici con il documento nel suo complesso. Se dovessi però osservare l'evoluzione fra il primo DEFR che abbiamo affrontato in quest'aula nel 2020 e il DEFR di oggi, io lo tradurrei con una metafora calcistica: "Primo non prenderle", quindi stare il più possibile coperti, evitare di scoprirsi o di cadere e magari rischiare un autogoal.
Nonostante quest'atteggiamento che ho visto particolarmente prudente, un paio di autogoal io li ho visti, e sono anche abbastanza importanti, e in questo caso ci terrei a evidenziarli. In primis se ne è parlato questa mattina, ma credo che sia necessario e opportuno andare un po' più nello specifico sulla parte dei trasporti. Sulla questione trasporti viabilità, nella parte che la Presidenza ha dedicato a questo tema, leggiamo che: "Riveste particolare importanza l'improrogabile valutazione in merito al potenziamento dell'infrastruttura del Tunnel del Monte Bianco con la seria presa in carico della realizzazione di una seconda canna nell'ambito di un continuo dialogo politico istituzionale con il Governo italiano e di essenziale confronto attraverso i canali diplomatici". Noi abbiamo accolto in maniera assolutamente positiva questo spunto, messo in effetti nero su bianco, e questa è una questione su cui ci siamo interessati e che ci piace particolarmente. È sicuramente un passo avanti rispetto al passato, oggi la collega Minelli lo diceva in maniera critica, noi lo diciamo invece in maniera positiva, ma credo che sia opportuno ricordare che cos'è accaduto circa il raddoppio del Tunnel del Monte Bianco, nella lunga storia del Tunnel, grazie a quello che è stato un ottimo lavoro di approfondimento che alcuni colleghi hanno effettuato.
In effetti oggi, se guardiamo alla parte del raddoppio, sembrerà incredibile ma nel 1990 furono i Francesi i primi a proporre e ad avere l'idea di un raddoppio del Tunnel. C'erano i tre progetti di Salzmann, presidente della Società francese del Tunnel, che sosteneva la necessità di un raddoppio che fosse sempre più urgente. C'era un progetto di 3 miliardi e 700 mila franchi francesi e di 4 miliardi e 300 milioni di lire, che prevedeva lavori di cinque anni per la sua ultimazione, poi c'era un secondo progetto, più complesso, volto a far partire il nuovo Tunnel dal Colle del Fayet ai piedi della vallata; qui il progetto era di dieci anni a causa della foratura e della natura della roccia da perforare, il terzo progetto prevedeva l'ingresso del nuovo Tunnel dove comincia la rampa d'accesso da quella attuale facendolo passare sotto il primo ma ai tempi - sembra anche qui incredibile dirlo parlando di Francia - il presidente Mitterrand sperava nel Tunnel di partenza del Fayet per far passare i treni, opzione che ai tempi stava valutando anche le Ferrovie dello Stato. Qui ci scontriamo con quella che è stata una lunga serie di "no" a questo raddoppio, perché un anno dopo questa proposta, nel 1990, in cui si discuteva di quest'ipotesi, cominciava la battaglia di otto Sindaci francesi della Vallée dell'Arve contro quei progetti e nello stesso periodo, l'allora presidente della Regione, Gianni Bondaz, scriveva al presidente della Repubblica, che ai tempi era Cossiga, per dire di no al raddoppio, sostenendo invece l'idea di un tunnel ferroviario attraverso il Gran San Bernardo: la linea Chivasso/Aosta/Martigny.
Passano gli anni, dopo la tragedia del 1999, la chiusura per ristrutturazione del Traforo che aveva avuto gravi ripercussioni economiche, si è stimato che in meno di due anni il danno era di 360 miliardi di lire, in una risoluzione presentata da tutti i movimenti autonomisti, approvata a maggioranza in Consiglio regionale il 23 settembre 1999 - e questa è una delle iniziative che ha citato questa mattina la collega -, era stata ribadita una forte opposizione a tutte le ipotesi del raddoppio del Traforo, ai tempi la Giunta era quella di Dino Viérin, un altro "no" ufficiale arriva da quella guidata da Carlo Perrin nel 2003, poi arrivano altri "no" dal Consiglio regionale. Nel 2005, dopo un incontro con Pietro Lunardi - so che l'interessato lo sa -, che nel frattempo era stato nominato ministro nel Governo Berlusconi, l'allora presidente della Regione Caveri apriva l'idea di realizzare una galleria di sicurezza, ma le nuove ipotesi di raddoppio si sono affacciate nel 2006 con l'allora Centro-Destra. Caveri, a nome dell'Union Valdôtaine, le smorzò e disse testualmente: "Il traffico su gomma è destinato a diminuire". Altro "no" al raddoppio nel 2009 con un emendamento proposto dall'allora presidente della Regione Augusto Rollandin e sottoscritto dai gruppi di maggioranza. Rollandin, tuttavia, apriva l'ipotesi di realizzazione di una seconda canna di sicurezza ma nel 2015, sempre in Consiglio regionale, arrivava un nuovo secco "no" al raddoppio con l'approvazione all'unanimità di una mozione del gruppo Alpe. Qui abbiamo citato un po' di colleghi che sono presenti in aula. L'allora assessore Caveri, nel settembre del 2004, sosteneva a Bruxelles il collegamento ferroviario Aosta/Martigny ritenendo che i progetti del raddoppio di Fréjus e Monte Bianco fossero in netta contraddizione con il Protocollo trasporti della Convenzione alpina. Il vero cambio di rotta ci fu nel 2019 quando il Consiglio regionale ha respinto una mozione di Rete Civica-Alliance Citoyenne contro il raddoppio, mozione del tutto simile a quelle approvate in passato. Nel 2019 l'allora consigliere Augusto Rollandin apriva il dialogo con il Governo sulla seconda galleria. Questo è un po' il lavoro che abbiamo effettuato di ricerca e approfondimento sui trascorsi e l'evoluzione della questione del raddoppio.
Quello che questa storia evidenzia è che in questo periodo di tempo se ne è perso decisamente molto e che la situazione odierna che scontiamo oggi, quella di manutenzione e quella purtroppo di chiusura temporanea del Tunnel, non si può imputare a nessuno se non a chi si è opposto nel tempo alla scelta della seconda canna.
Peraltro è curioso che questo DEFR contenga un riferimento così esplicito sulla seconda canna pur essendo presenti nella sua maggioranza degli elementi di Alpe che ai tempi erano stati pervicacemente contrari al raddoppio. Si sa che solo gli stupidi non cambiano idea, però pare proprio quest'inversione a "U" rispetto ad alcune scelte del passato, anche propagandate in maniera importante, qualche dubbio ce lo solleva, ma saremo felici di vedere se anche gli allora esponenti di Alpe voteranno con convinzione questo DEFR, quindi con quest'inversione a "U", prendiamo atto.
Altro capitolo è quello relativo all'elettrificazione della tratta Ivrea/Aosta che è stata annunciata dall'Assessore ai trasporti del Governo Lavevaz, l'allora assessore Minelli, ad aprile 2021, progetto di cui non abbiamo mai sentito sollevarsi una voce critica da parte della maggioranza in quest'aula, al punto che l'allora presidente Lavevaz dichiarava ad ottobre 2022: "Proseguiamo sul progetto di elettrificazione che ha il grande vantaggio di poter utilizzare i mezzi rotabili dell'intero circuito italiano". Dichiarava anche che "Ivrea sta chiedendo a RFI opere compensative per i disagi". Nessuna richiesta di compensazione veniva resa nota da parte della nostra Regione, che dovrà invece patire il mancato utilizzo di questa rete per ben tre anni.
Su questo credo che il collega Perron abbia ben evidenziato quali saranno i vantaggi di questa meravigliosa elettrificazione. Abbiamo invece evidenziato tutti all'interno di questo Consiglio quelli che saranno i disagi che questa elettrificazione porterà che, rispetto ai benefici, messi su una bilancia probabilmente pesano di più.
Ecco perché, alla luce di queste due prese di posizione e di questi due spunti relativi ai trasporti, mi è risultato curioso leggere sul DEFR: "A tal proposito, proprio per la valenza nazionale e internazionale delle vie di comunicazione in questione, unita alla loro strategicità, è auspicabile la previsione di misure compensative da parte dell'Amministrazione statale anche in considerazione della prossima chiusura a partire dal mese di dicembre della tratta ferroviaria Ivrea/Aosta per i programmati lavori di elettrificazione, compensazioni e livello di risorse, ma anche di personale operativo, quale, ad esempio, quello appartenente alle Forze dell'ordine". Di fronte ai ritardi che si sono accumulati, se si fosse partiti con l'idea di sostenere il raddoppio già nel 1990 quando i Francesi lo proponevano, e poi a seguire in tutte le occasioni in cui in questo Consiglio si è dibattuto della questione, probabilmente il raddoppio ci sarebbe già stato, sarebbe già stato realizzato e questa questione non si sarebbe posta con questa veemenza oggi, ma è chiaro che forse era meglio ai tempi cavalcare le battaglie che dicevano: "No raddoppio perché siamo tutti a favore dell'ambiente pulito, ci piace un sacco, è bello ed è efficiente", ma poi dopo ci si scontra con la dura realtà. Il senso delle mancate scelte purtroppo è questo.
Di fronte ai ritardi accumulati nello scegliere il raddoppio, di fronte alla scelta di elettrificare che è stata fatta, una responsabilità diretta del fare, come l'elettrificazione, o del non fare, come scegliere di non fare un raddoppio... si chiede aiuto allo Stato probabilmente per rimediare agli errori commessi nel passato. Fortunatamente viene detto anche che tutto ciò dovrà essere valutato anche in ragione delle criticità e delle eventuali ricadute negative che potranno incidere non solo sulle comunicazioni transfrontaliere e sulla viabilità locale ma anche sulle realtà economiche regionali, in relazione alle quali dovranno essere attuate le opportune misure di attenzione.
Su quest'annuncio - ne abbiamo parlato questa mattina sulla questione del bilancio - avere un bilancio che è stato presentato come molto più alto che in passato non potrà che giovare; a questo punto uno dice: "Ci saranno delle ripercussioni sul territorio, abbiamo un bel bilancione, molto più cicciotto (come dice il collega Marzi) del solito e quindi in questo senso vedremo se saranno poste le opportune misure di attenzione" e questo potremo farlo quando esamineremo il bilancio. Noi purtroppo non siamo all'altezza dei soggetti a cui avete già sottoposto quest'esame, veniamo sicuramente dopo, quindi non possiamo ancora saperlo, lo vedremo.
Altro scivolone invece è quello che possiamo leggere sull'ormai famosa questione di Cime Bianche, anche qui ne abbiamo parlato parecchie volte all'interno di questo Consiglio. Abbiamo letto - e ce l'ha letto oggi anche la collega - quello che è stato inserito nel documento, dove c'è scritto che nel settore degli impianti a fune è ritenuto prioritario l'avvio dell'iter autorizzatorio di fattibilità tecnico-economica del collegamento di Cime Bianche. Su questo credo che la questione sia più politica, noi in questo Consiglio più volte abbiamo stimolato i colleghi di Sinistra, guardo alla Sinistra più rosée, abbiamo quelli di Sinistra più rossa, quelli un pochino più a sinistra, collocati alla mia sinistra, sono più rosés, sono più sfumati, quello che forse si è sfumato più di tutti è quello che si è seduto all'estrema sinistra per rappresentare la sua posizione forse più estrema, ma, in realtà, dobbiamo assolutamente riconoscere che il collega Padovani si è stinto parecchio avvicinandosi alle tonalità che utilizzavano i Democristiani, quindi è diventato molto più bianco che rosso.
Da questo punto di vista, ci saremmo magari augurati o auspicati che ci fosse anche una presa di posizione, i programmi elettorali li abbiamo letti tutti, di tutti i movimenti e devo riconoscere questa volta che effettivamente le colleghe Guichardaz e Minelli hanno mantenuto una coerenza per quanto riguarda il programma che hanno presentato, altri non sono stati altrettanto coerenti e questa mancata coerenza a un certo punto si pagherà, ma se abbiamo sempre auspicato di avere una reazione di orgoglio politico in quest'aula rispetto ad alcune prese di posizione, siamo sempre stati delusi, abbiamo sempre chiesto ai colleghi di prendere una posizione. Siamo sicuri che, al di là di alcune parole di circostanza - mi scusi collega Cretier se lo dico - se le vorrà esprimere, che diranno che vogliamo fare tutte le cose per il meglio, probabilmente lei esprimerà una posizione ma il collega Padovani temo che su Cime Bianche non si esprimerà, quindi purtroppo ne rimarremo delusi, ma, per fortuna, i suoi elettori potranno prenderne atto. Al posto vostro e al posto del collega Padovani fortunatamente il coraggio di esprimersi l'hanno trovato i vostri giovani, almeno loro hanno dimostrato un certo coraggio, che sono decisamente più in linea con il nuovo corso che il vostro segretario Elly Schlein ha dato al Partito Democratico, ovvero quella linea ambientalista che auspica il passaggio di tutti dall'auto a combustione interna a quella elettrica, tutti quelli che non se la possono permettere... ma lei se la può permettere, quindi auspica questo bel cambiamento alle auto elettriche per tutti, o alle tratte elettrificate per tutti, oppure rinchiudendosi nelle ZTL con le città di un quarto d'ora - come fa, tra l'altro, anche il mitico Sindaco di Aosta - oppure ancora chi chiama il cambiamento climatico l'incuria per il territorio che provoca danni e lutti, ne abbiamo avuto una testimonianza recente me ne abbiamo avute altre nel passato purtroppo.
Ho letto il comunicato stampa dei giovani democratici che si schierano a favore dello stralcio del DEFR 2024-2026 dicendo: "Riteniamo sia doveroso prendere una posizione pubblica lanciando un appello, l'unica strada possibile resta oggi, come dal principio, quella di stralciare dal documento la realizzazione del collegamento intervallivo di Cime Bianche per l'impatto ambientale e i discutibili ritorni economici che questo comporta". Il gruppo lancia un appello che "sappiamo essere condiviso da molti militanti e simpatizzanti per un processo di rinnovamento che riporta il PD sui propri passi su questo tema affinché si uniscano nonostante tutto agli altri movimenti progressisti e valdostani. Malgrado le differenze che caratterizzano i vari movimenti politici progressisti valdostani, crediamo infatti che alcune battaglie siano imprescindibili e ci uniscano inevitabilmente. Quella per la salvaguardia del Vallone di Cime Bianche è una di questa. Prendere una posizione netta su questo tema, che sia ragionevole, al passo con i tempi e rispettosa degli ideali che stanno alla base del nostro fare politica, riteniamo possa essere il primo passo verso un cambio di marcia, che porti a una vera e necessaria riorganizzazione del campo progressista della nostra Regione".
Loro il coraggio l'hanno avuto, chissà, collega Cretier - e sono sicuro che lei ci dirà delle ottime parole di circostanza -, se anche gli altri elementi del suo gruppo prenderanno la parola, oppure la prenderanno soltanto per chiedere una sospensione.
Detto questo, passerei invece alla parte che mi sta più a cuore, ovvero quella che riguarda il sociale. Il documento che tratta della parte del sociale è purtroppo ridotta all'osso: quattro pagine di un documento che ne conta più di 200, dove non si legge alcuna innovazione, dove non si legge alcuna proposta concreta, con descritte le modalità della sua realizzazione ma una serie di obiettivi che vengono ricalcati dal PSBS preceduti da tre verbi transitivi in cui io vedo e leggo molto del collega Marzi: potenziare, riorganizzare, attivare, posto in maniera imperativa, proattiva ma senza evidentemente alcuna concretezza, perché non basta mettere poi la parola all'inizio della frase, poi bisogna che la frase preveda anche qualche azione. Un elenco di soli aggiornamenti del PSBS, fra i quali non si scorgono azioni concrete che non siano... queste sì, le ho scovate: qualche consueto regalino per le cooperative rosse, analisi di dati, tra l'altro, aspettiamo ancora quello sullo studio della povertà che ci è passato sopra la testa, se ne parlava come se fosse una cosa urgentissima, l'abbiamo già fatta, fra l'altro, doveva essere anche incaricato mi pare il mancato Senatore, che doveva occuparsi di questo studio, poi a un certo punto ha dovuto lasciare, però si studiano i dati, si chiedono i dati e lo studio sulla povertà che doveva essere fatto a luglio l'abbiamo perso.
Ritorna però in campo la mitica cabina di regia, che fortunatamente era già stata rimossa dal PSBS e, da quello che ci era stato detto in sede di discussione, a fronte di una contrarietà da parte degli Enti locali. Rientra questa cabina di regia che dovrà decidere della sorte dei servizi che vengono erogati alle persone, quindi tutti quei servizi che si occupano della parte sociale, e sinceramente rabbrividisco al pensiero che le solite cooperative rosse che si staranno sfregando le mani in questo periodo, che oggi hanno occupato tutti gli strapuntini che erano disponibili nei servizi dedicati al sociale, con procedure farlocche come la coprogettazione, la coprogrammazione, queste bellissime robine dove alla fine vincono sempre gli stessi, invece che una bella gara dove ci sia la piena trasparenza e vinca il progetto migliore, al costo minore e con la resa più efficace. Con questa cabina io mi auguro, lo vorrò leggere... ma si crea l'ennesimo conflitto di interessi grosso come una casa che qualcuno finge di non vedere.
Non c'è una parola per le persone sfrattate, o che rischiano di essere sfrattate, o che sono senza casa. Si è inaugurato poco tempo fa un piano e si diceva: "Ma noi adesso facciamo il piano per le persone che sono senza fissa dimora". Di azioni nei confronti di chi rischia di essere sfrattato non ne abbiamo viste, per quelli che sono stati sfrattati nemmeno e per quelli che invece sono già senza casa, purtroppo anche qui per questi servizi "diremo", "faremo", com'è che avete scritto? potenzieremo, riorganizzeremo, attiveremo e un sacco di cose, ma ad oggi, purtroppo, chi è senza casa va dalla Pubblica Amministrazione, sia essa il Comune, la Regione, l'assistente sociale, l'Unité e dice: "Io sono senza casa, cosa devo fare? ". "Mi spiace, non posso fare niente per te, però riorganizzeremo, attiveremo, potenzieremo". Non una parola sulle persone in condizioni di indigenza che si sentono abbandonate dalle Istituzioni in cui inevitabilmente bisogna ricomprendere le persone che abbiamo detto prima, ma oggi una persona che si trova nella condizione di non poter pagare un affitto di casa, una bolletta o di non poter far fronte a una spesa, per esempio, medica-sanitaria, si sente rispondere: "Eh no, guardi, mi spiace, non lo sappiamo, non vediamo. Provi ad andare di là. Senta delle associazioni che fanno volontariato privato perché da qui noi non possiamo dirle niente".
Non un passo avanti sugli interventi a favore delle nascite che evidenzino che non abbiamo bisogno di nuovi immigrati, abbiamo bisogno di persone che oggi vengano convinte sul nostro territorio a fare i figli perché ci sono le condizioni per farli e perché c'è un supporto continuo... da parte della Regione viene detto: "C'è il Centro per le famiglie, questo è un altro supporto", questo è quello che avete scritto nel DEFR, ma il Centro per le famiglie non è sufficiente, dovrebbe sapere che bisogna sostenere i genitori fin dal primo momento, fin da quando i bambini nascono.
Un DEFR che nasce in molte parti anche vecchio, visto che contiene una previsione di revisione della 23/2010, ne abbiamo parlato in Commissione con l'assessore Marzi, che però è già stata affrontata, quindi qui nel DEFR si dice che, entro il 31 dicembre, si affronterà la revisione della 23/2010, che però è già stata realizzata, quindi dire che è vecchio è dire poco.
Ci sono altre parti, per esempio, quella sulla legge dei Segretari che ha già evidenziato il collega Aggravi questa mattina, dire che effettivamente qualche svista o qualche aggiornamento sarebbe stato utile è essere ultronei. Un DEFR che aggiorna alcuni obiettivi, che cerca di tenere insieme tutto e il contrario di tutto, un DEFR che riflette in maniera evidente tutti i limiti di questa maggioranza, che - e ce lo ricordiamo tutti - si è abortita sul nascere e poi è nata con la forza di nuovo, la stessa, identica, pur essendo già stata bocciata nelle urne, contro quello che i cittadini hanno scelto e votato e che ha una data di scadenza che inesorabilmente avanza.
Presidente - Consigliere Lavy, a lei la parola.
Lavy (LEGA VDA) - Credo che, per descrivere in un'immagine questo DEFR, potrebbe essere utile pensare a un puzzle, però con tessere inserite un pochino a casaccio. È un po' questo il quadro generale che viene fuori da questo documento, con alcune parti un pochino più armoniche, con un senso, altre invece no.
La Valle d'Aosta oggi sta vivendo, secondo i dati economici generali della Banca d'Italia, ma non solo, de La Chambre, un quadro economico in miglioramento, anche se ci sono tre temi principali che fanno preoccupare imprenditori, ma in generale tutto il tessuto e la società valdostana: il clima internazionale, l'inflazione e il tema trasporti. Sui primi due temi noi non abbiamo competenze, non è che ci possiamo mettere a trattare con la Russia, l'Ucraina o tra Israele e la Palestina, però, per quanto riguarda il tema trasporti, come è ben stato evidenziato precedentemente, alcune responsabilità ci sono, perché sapevamo tutti che prima o poi si doveva rifare la campata del Traforo, non è che ci si può svegliare all'ultimo minuto dicendo: "Cavolo, ci serve fare una seconda canna". Dieci anni fa si poteva fare questo ragionamento, ora, purtroppo, è già un bel po' tardi.
C'è poi la questione della ferrovia, ma lì i soldi del PNRR, decisione politica, ci sta; però se analizziamo anche nel contesto storico, ogni volta che la Valle d'Aosta è stata chiusa in sé stessa per determinati motivi... una volta la piccola glaciazione, per cui non si poteva più passare da una valle all'altra tramite i colli... ci sono sempre stati i periodi di grande depressione economica. Oggi mi auguro che non sia così in futuro, però sicuramente delle ripercussioni in una Valle d'Aosta che sarà chiusa maggiormente in sé stessa ci saranno sicuramente. Ecco che allora bisogna in qualche maniera puntare su altri tipi di aspetti per cui la Valle d'Aosta possa aprirsi: uno di questi è, per esempio, il tema del digitale, non vedo in aula l'assessore Caveri, ma, purtroppo, anche su questo siamo un bel po' in ritardo e non dò colpe a uno o a un altro, però saremmo potuti essere veramente avanti anni luce, già, per esempio, durante la pandemia di Covid e invece no. Ci troviamo oggi una sola azienda sul territorio valdostano che posa la fibra ottica, fa gli scavi per la fibra ottica perché l'altra è fallita e ci troviamo ancora dei territori in alcuni Comuni, Verrayes, Chambave e Saint-Denis, che sono totalmente scoperti dalla copertura Internet.
Il tema del digitale che ci può aprire al mondo è essenziale, poi guardiamo la realtà e diciamo: "C'è ancora un bel po' da fare" e sul DEFR qualcosina c'è, però sappiamo tutti che ci sono dei problemi pratici che interferiscono con la messa a dimora di alcune misure, però la questione di Open Fiber o il nuovo fondo "Italia a 1 Giga" sicuramente può portare ad arrivare a eliminare il cosiddetto "ultimo miglio", quindi portare nelle case di tutti una rete efficiente e veloce. Questo ha tutta una serie di ripercussioni sul fatto che magari certe persone possano decidere di andare a vivere in certi villaggi, magari non rompendo troppo le scatole sulle campane.
La Valle d'Aosta deve comunque continuare ad aprirsi anche per quanto riguarda il tema dell'Università e almeno nel DEFR è positivo che ci sia la volontà di continuare la collaborazione con anche altri tipi di Università francofone e non, però, attenzione, perché non dobbiamo rischiare che l'Università della Valle d'Aosta e, di conseguenza, la Regione Autonoma Valle d'Aosta, perda un pochino la sua caratterizzazione montana, perché sicuramente fare collaborazione con l'Università di Parigi è utilissimo sotto tanti punti di vista, ma se non manteniamo la nostra connotazione, che è quella di essere in un territorio montano, rischiamo di perdere un po' d'identità e sicuramente di diventare meno attrattivi. Ecco perché anche in quest'ottica - e ne parleremo successivamente con un ordine del giorno - sarebbe interessante invece dialogare anche con altri tipi di Università che invece sono molto più centrati su temi nostri di montagna, come, per esempio, l'Unimont che ha sede a Edolo e questo è importante.
Ad oggi la Regione conta l'80% degli abitanti che abitano nella striscia di fondovalle, con un rapporto totalmente squilibrato, perché ovviamente più massa critica in basso, più servizi in basso, c'è veramente un'eliminazione dei servizi in alto e l'eventuale conseguenza di ulteriori spostamenti verso il basso, perché la montagna, purtroppo, è sempre stata considerata un po' terra marginale... Aosta, la Plaine... se non il centro, resta tutta terra marginale. Evidentemente no, bisogna cambiare la rotta su quest'aspetto. I territori che oggi consideriamo marginali devono essere quelli invece centrali, come farlo?
Una volta ho portato un'interpellanza riguardo anche a uno studio sui collegamenti intervallivi; allora c'era l'assessore Marzi, che, non ricevendo l'imprinting dell'interpellanza, mi ha però detto che lui si sarebbe occupato di portare avanti questo tema. Con il cambio di Assessore ora tutto è finito, o forse no, non lo so, successivamente sarà l'assessore Sapinet a riferire qualcosa su questo studio, ma ricordiamoci già che negli anni Venti con il piano Olivetti si era voluto fare uno studio sui collegamenti intervallivi in Valle d'Aosta e in Commissione anche il presidente Testolin ha parlato della questione del Colle della Ranzola, per cui dovrebbe essere fatta una pista. Meno male, questo è assolutamente positivo, però credo che una pista, se si vuole fare un atto del genere, non basti; ragioniamo anche di strade carrozzabili e in questa maniera, avendo dei collegamenti in alto, c'è più massa critica e le popolazioni, magari delle testate di Valle, possono avere maggiori collaborazioni fra di loro e non per forza scendere giù in fondovalle.
Collegamenti intervallivi che non devono essere solamente equiparati al tema di Cime Bianche. È stato detto prima, il Consiglio doveva essere protagonista, abbiamo lo studio costato 400 mila euro, che mostra tutta una serie di lacune che bisognerà prima o poi approfondire in Commissione, invece nel DEFR sembra che si voglia andare avanti abbastanza veloci. Questo non va assolutamente bene, perché un'opera strategica di questo peso deve essere valutata nei minimi particolari sia per quanto riguarda la fattibilità tecnica e soprattutto quella economica.
Sempre per quanto riguarda la questione degli impianti, ma qui andiamo sui piccoli, sappiamo benissimo che con la legge 15/2022 si è fatto in modo che questi piccoli impianti venissero mantenuti, ma sappiamo tutti che questa è una legge a scadenza, quindi tra un anno bisognerà valutare se questa legge ha avuto gli effetti sperati o no, e magari nel DEFR sarebbe stato interessante avere un minimo di indicazioni se si vuole continuare a provare la sperimentazione o meno. Questo era un semplice appunto per capire anche un pochino come regolarsi, perché in tante questioni, in tante di queste piccole comunità c'è un'economia basata su questi piccoli impianti, tante attività che ci orbitano attorno, tante persone che magari sono impiegate durante l'inverno agli impianti e durante l'estate hanno anche magari un'attività agricola. Manca forse anche un pochino di focus per quanto riguarda l'agricoltura sui piccoli, lo sa perché? Perché la maggioranza delle aziende in Valle d'Aosta è magari situata non per forza nel fondovalle ma nei territori di media montagna, che è in gravissima crisi, perché non ha né una connotazione turistica e non ha neanche una connotazione più imprenditoriale o industriale, ma è qui che c'è tutta la serie di piccole imprese agricole che mantengono il territorio e nel DEFR non c'è un focus specifico su questo, non c'è mai stato neanche negli anni passati, quindi, assessore Carrel, non è che è colpa sua, però bisogna fare un tipo di ragionamento. Se vogliamo mantenere i grossi... facciamolo... se invece vogliamo aiutare tutto il tessuto, mantenendo anche e soprattutto i piccoli, che magari hanno 10-15 mucche, però mantengono il territorio, è necessario fare questo tipo di ragionamento; stesso ragionamento per il settore ovi-caprino che non è citato su questa legge.
Si parla poi della modifica della legge 16/2017. Bene, vediamo in che senso, perché comunque si parla in ottica di valorizzazione anche dell'aspetto legato al mondo del vino, però sappiamo che quella legge è molto ampia e non bisogna fare l'errore di rifare come si faceva in passato nel mondo dell'agricoltura e come si è anche fatto non tanto tempo fa. Dare contributi a pioggia, iniziamo a valutare il merito, per cui chi magari ha già due trattori e si vuole prendere il terzo trattore da 180 cavalli che neanche passa per le strade anche no, diamo la precedenza a qualcun altro.
Non c'è un accenno al discorso dei prodotti agro-alimentari, mi avrebbe fatto piacere vedere almeno qualcosa scritto sul discorso frutticolo, delle mele, della Renetta, della Ravèntse, di tutte queste varietà che stanno scomparendo, però io mi auguro che gli impegni presi anche in ottica di certe iniziative vengano mantenuti.
C'è poi la questione ambientale, più volte abbiamo portato in aula il tema dei rifiuti, in particolar modo della discarica di Brissogne, secondo cui sarà satura, secondo Enval, nel 2031 e il 2031 è domani, quindi bisogna trovare un altro tipo di sistema al di là di sensibilizzare le persone sul fare meglio la raccolta differenziata, che spesso, purtroppo, non avviene, però anche su questo il nostro gruppo presenterà un ordine del giorno per proporre un'eventuale soluzione.
C'è poi il tema del dissesto idrogeologico, abbiamo visto anche quest'estate cosa è risuccesso a Bionaz e Oyace, lì, per carità, è praticamente impossibile riuscire a mettere in sicurezza totale la montagna perché a monte ci sono questi coni che ogni volta che viene un po' di pioggia scaricano materiale, però c'è tutta un'altra serie di corsi d'acqua che invece dovrebbero essere forse mantenuti un pochino meglio. Ecco che noi, con un altro ordine del giorno, chiederemo una sorta di piano straordinario di monitoraggio di tutti i corsi d'acqua per avere anche degli interventi straordinari, perché sappiamo benissimo che alcuni torrenti possono essere in secca nove mesi all'anno, arriva una pioggia di un certo livello e porta giù tutto e magari l'acqua esce dall'alveo. Chi vive in montagna oggi ha bisogno di servizi, di sicurezza e soprattutto di convenienza. Gli deve convenire vivere in montagna, non servono contributi e sarebbe interessante, visto che a Roma qualcosa si sta muovendo, ragionare anche su una legge quadro della montagna in Valle d'Aosta e sicuramente lo studio che adesso dovrà fare l'Università della Valle d'Aosta ci servirà un pochino per capire quali sono i limiti e il perimetro entro cui muoverci, anche perché noi stessi dobbiamo finirla di considerare tutto il territorio valdostano montagna, perché Aosta non è montagna, parliamoci chiaro, perché altrimenti si fanno dei torti a chi, in realtà, effettivamente in montagna ci vive.
Dispiace che non ci sia neanche nessun riferimento al tema della defiscalizzazione, più volte adesso parliamo anche del tema della zona franca e stiamo aspettando che lei, presidente Testolin, ci consegni questa documentazione riguardo alla zona franca. Magari fosse stato inserito qualcosa, un paragrafo, riguardo a uno studio eventuale di sperimentazione di una zona franca montana o zona franca urbana sul territorio valdostano poteva essere gradito.
C'è poi un tema che purtroppo è stato colto in questo caso credo solamente dall'assessore Bertschy: quello del ricambio generazionale. Abbiamo tutta una serie di settori, dal settore pubblico... ma soprattutto il settore privato sta soffrendo enormemente di ricambio generazionale. Da qui a 10-15 anni tutta una serie di piccole imprese che hanno un know-how con sé, soprattutto situate nella media montagna, spariranno, perché purtroppo non c'è nessuno che vuole riprendere questo tipo di imprese. L'assessore Bertschy l'ha capito perché difatti sulla questione della legge artigianato si lavorerà anche per cercare delle eventuali soluzioni per continuare questi mestieri perché sappiamo benissimo che se un artigiano, un agricoltore o un allevatore smettono, poi riprendere è dieci volte più complesso e se non c'è nessuno nelle proprie comunità che serve da esempio, è ovvio che anche i giovani non potranno mai avere una visione su un tipo di mondo ma, anzi, ne saranno totalmente esclusi. Questo si lega all'aspetto culturale; non lo vedo qua in aula però ci terrei a ringraziare comunque l'assessore Guichardaz, non l'ho potuto fare durante l'assestamento, ma pare aver trovato i fondi per mettere a norma la sede del Centre d'études francoprovenzale dopo anni di bla bla bla di Assessori dell'Union Valdôtaine, finalmente il Centre d'études avrà una sede come gli compete. L'aspetto culturale però non si può solamente ridurre ad avere una sede, è una questione molto complessa che forse non è neanche declinabile in toto in un documento come il DEFR, anche perché si deve parlare di temi di sensibilizzazione.
Oggi non bisogna fare l'errore... l'altro giorno, giustamente anche in parte, si è scherzato sulla mozione riguardo ai coscritti; attenzione, quel tipo di modello culturale, non deve rappresentare i Valdostani. Il Valdostano non è colui che va a prendersi la piorna [traduzione letterale dal patois: ubriacarsi] in un bar o va ai palchetti. Avere dei valori valdostani significa avere altro e non dobbiamo far passare questo messaggio che i veri Valdostani siano quelli, perché lo vediamo tutti, anche nelle nostre piccole comunità, il problema dell'alcolismo, il problema dei suicidi. Chiediamoci il motivo per cui ci sono questi tipi di attitudini, chiediamocelo, però non giustifichiamo certi tipi di atteggiamenti in toto, quindi anche ai coscritti va benissimo far festa, ma è giusto anche dire che certe cose non vanno o che almeno quel tipo di cultura non rappresenta tutti, anzi, rappresenta i croi valdotèn [traduzione letterale dal patois: i cattivi valdostani], detto in patois, non i buoni. Questo è un po' il quadro generale del DEFR, in alcune parti è più chiaro, in altre un pochino più confusionario e mi si consenta un'ultima parentesi politica: il cambio di Governo non ha di certo aiutato, perché se guardiamo anche il DEFR dell'anno scorso, aveva tutto un altro tipo d'impostazione, molto più concreta e molto più pratica. Ora i nuovi Assessori sono arrivati un po' in corsa, hanno dovuto riprendere un po' quello che c'era, magari anche con idee diverse: per esempio, i consorzi di secondo livello che, quando c'era l'assessore Sapinet, più volte avevamo portato anche iniziative ed eravamo sempre stati un pochino bistrattati, adesso con l'assessore Carrel per fortuna se ne parla, però c'è anche questo da scontare, e questo forse doveva essere il DEFR più importante della legislatura, quello che dopo i primi anni si imbastiva il percorso di questi ultimi due anni. Così non è, perché, per quanto riguarda alcuni Assessorati, veramente c'è poca roba, e mi dispiace anche vedere il collega Sapinet che ha sotto di sé la delega all'ambiente e più volte nel testo c'è scritto che c'è carenza di personale. Vediamoci chiaro, credo tutti gli Assessorati vorrebbero avere nel caso più personale, però siete al Governo, fate qualcosa. Lamentarsi, giustificarsi, rallentando tutta una serie di pratiche per quanto riguarda anche prettamente l'edilizia - mi riferisco in quel caso all'Assessorato dell'ambiente - non va bene, non è una scusa non avere personale, non è per niente una scusa, perché si deve trovare una maniera per risolvere questo tipo di problema. Proprio per questo, purtroppo o per fortuna, un DEFR, che doveva essere una pietra miliare di questa legislatura, invece purtroppo, come spesso capita, non lo è. Un'altra occasione persa.
Presidente - Consigliere Baccega, a lei la parola.
Baccega (FI) - Certo che affrontare il documento di economia e finanza dopo l'enfasi che è stata data dai media ieri al documento di bilancio che la Giunta ha presentato ai sindacati è cosa piuttosto ardua e complicata, però nella lettura di questo documento, che proietta le politiche regionali al prossimo triennio 2024-2026, fortemente collegato alle audizioni che si sono susseguite nella Commissione competente, ci inducono inevitabilmente a fare una serie di riflessioni importanti.
Preso atto del quadro istituzionale, del quadro territoriale e dell'andamento demografico della prima sezione del DEFR, mi soffermerei con alcune considerazioni sulla seconda sezione: programmi a finanziamento europeo e statale che vedono il cofinanziamento regionale, il piano nazionale di ripresa e resilienza e il piano nazionale complementare, sui quali nel corso della legislatura abbiamo prestato non poche attenzioni.
Per quanto riguarda la sezione terza, ovvero gli obiettivi strategici, ci soffermeremo su temi più affini ai provvedimenti dibattuti da me per Forza Italia e poi dal collega nel suo intervento che abbiamo segnalato in Consiglio regionale e in questo percorso di legislatura soprattutto quelli che vengono chiamati nel DEFR l'aggiornamento degli obiettivi e i nuovi obiettivi.
Direi che molta attenzione ha catturato la predisposizione di un nuovo modello organizzativo, che era un obiettivo già del 2023-2025 del DEFR precedente, dove la relazione presentata dalla SDA Bocconi, alla quale era stato affidato un incarico per progettare un progetto di ricerca e intervento per la revisione organizzativa dell'ente, ci dà delle suggestioni davvero interessanti. Sono stati tanti gli aspetti di criticità che sono stati evidenziati, lo abbiamo anche visto quando sono venuti a presentarci la loro relazione in Commissione, il disegno tracciato non può non partire dalle macrostrutture dove il riparto delle deleghe tra gli Assessori dovrebbe seguire una logica: dico "dovrebbe" perché questa tematica l'avevamo contestata sia alla Giunta Lavevaz ma pare anche che la stessa Giunta Testolin non ha, a nostro avviso, guardato quelle riflessioni che sono state fatte nel tempo e sulla base della relazione Bocconi. È necessario perseguire alla logica di dover fare chiarezza nei ruoli, definendo bene le differenze tra dirigente e coordinatore, ma anche con i dirigenti di II livello, tra le posizioni D quelli che sono titolari di posizioni organizzative e quelli che non hanno posizioni. Inoltre la relazione Bocconi sottolinea la mancanza di controlli interni strutturati, è già oggetto di molte sollecitazioni in Consiglio sul ruolo dell'audit, e ancora la scarsa empatia, la scarsa soddisfazione dei dipendenti affiancata da una difficoltà di comunicazione interna ormai conclamata o talvolta con scambi di corrispondenza che chi è stato in Giunta ha avuto modo sicuramente di verificare, scambi di corrispondenza e di mail che il più delle volte potrebbero definire certe questioni con una semplice telefonata, ma è così. In Commissione è stato portato un esempio, parlando della misura unica di sostegno e di aiuti alla famiglia, dove non si è riusciti a fare una macroarea per mettere in relazione le tematiche della Sovrintendenza agli studi, le politiche del lavoro, la formazione, le politiche sociali ma anche lo sport e la casa, temi che andrebbero affrontati con un piglio manageriale, si diceva e si sostiene, da un super dirigente di area, ovviamente capace e competente nelle materie trattate, con a caduta il controllo su tutti i collaboratori delle diverse aree per dare risposte concrete e unanimi, una vera impostazione manageriale, una vera impostazione d'azienda, un vero cambio di paradigma dove l'Amministrazione uscirebbe vincente, è inevitabile questo, ma purtroppo non vediamo nulla di questo in prospettiva. È stato dichiarato con grande chiarezza in Commissione ed è ovviamente indicato con chiarezza nel report, cosa ha detto la Giunta su questo? "Non siamo pronti adesso perché il nostro riparto di delega assessorili è diverso". È proprio così, a nostro parere, è fortemente fievole la volontà di questo DEFR di andare nella direzione di cambiare sistema; avete scelto la strada dell'approfondimento, del percorso di formazione mono manageriale per dirigenti e coordinatori, ben venga, cosa che peraltro in sanità - il collega Marzi lo potrà dire - si fa da anni e che senza quell'attestato non si può fare carriera nelle posizioni apicali.
Altri due anni di percorso, e quindi si arriverà nel 2025, sarà il nuovo Consiglio regionale e la nuova Giunta che si dovranno attrezzare per il cambiamento. Ben venga. Un ulteriore salto di qualità si potrebbe avviare con una nuova managerialità, un nuovo modello dove anche il lavoro agile deve poter trovare il suo spazio, ovviamente strutturato con l'assegnazione alle strutture di obiettivi seri, oggettivamente e facilmente valutabili, ma soprattutto creando una vera e stretta collaborazione e anche una forte empatia tra Amministrazioni e apparato, apparato che, come si è letto nella relazione Bocconi, è fortemente insoddisfatto e demotivato. Abbiamo più volte sottolineato che l'operatività di quest'Amministrazione regionale talvolta è incastrata su sé stessa, incastrata tra tavoli di lavoro, cabine di regia, task force, gruppi interistituzionali, gruppi intersettoriali, piani, documenti di riflessione e quant'altro.
C'è una forte complessità generata da una rete che evidenzia le oggettive difficoltà di questa Regione a raggiungere gli obiettivi in tempi ragionevoli, che a sua volta si deve confrontare (la Regione) con 74 Comuni, con il CPEL, con il CELVA, con le Unités des Communes. Condivido con il collega Aggravi che è troppa roba e che sono costretti a condividere ambiti che non sono affini tra loro per fare economie di scala e che, sentite alcune dichiarazioni fatte in Commissione di economie di scala nella spesa corrente, se ne sono viste poche e non se ne sono fatte. I casi già citati questa mattina di Valsavarenche, Émarèse e Villeneuve, per definire la questione dei Segretari comunali, sono eloquenti, ma di questi ne abbiamo già parlato questa mattina. La verità - e l'abbiamo avuto come conferma in Commissione e nelle audizioni - è che nei Comuni molti uffici tecnici non funzionano, molti uffici di ragioneria sono in affanno, la mancanza di personale è reale e la possibilità di essere trasferiti in Regione certo non aiuta. Con questo c'è una forte preoccupazione dove alcuni progetti del PNRR potrebbero essere in difficoltà, grosso punto interrogativo, temi caldi direi.
Veniamo ora al PNRR e al PNC, parliamo tra i 350 e i 400 milioni che dovrebbero finanziare 237 progetti, al momento l'importo è quantificato in 396 milioni tra la Regione, i Comuni e altri soggetti. Il terzo acconto è pervenuto allo Stato e si attende la revisione dei piani nazionali concordati con l'Europa per portare avanti la quarta rata, ben sedici Governi europei hanno chiesto questa revisione dei piani. Tanti soldi da spendere e soprattutto da spendere bene e si potranno spendere tutti nella misura in cui ci sarà un'organizzazione efficiente, ma anche in questo caso c'è una governance molto complessa, cabina di regia del PNRR, Giunta, Comune di Aosta, CELVA. La task force con i suoi sottogruppi per i tavoli tematici, l'inserimento del Presidente del Consiglio del CPEL nella task force, poi si è istituita la struttura temporanea di project management funzionale, di supporto alla cabina di regia e alla task force dei dirigenti per l'attività d'indirizzo, coordinamento e monitoraggio. Non è finita, con la delibera 209 del 13 marzo 2023 la governance del PNRR è stata ulteriormente aggiornata istituendo due nuovi uffici per definire le modalità di funzionamento della cabina di regia e della task force. Tutto questo infine si completa con il supporto tecnico-amministrativo di INVA e Finaosta, ma le due sono strutturate e confidiamo molto che ci sia il percorso adeguato e da lassù chi ci guarda ce la mandi buona mi viene da dire. Tanti soldi, tanti progetti e forse anche in questo caso, come in altri settori che affronteremo più avanti, in questo Consiglio tanti Colonnelli e poche truppe. Noi ci auguriamo che tutto vada a buon fine, che tutti i progetti per alcuni dei quali avevamo già espresso alcune perplessità, e ne evidenzio uno che è sintomatico, i 20 milioni assegnati a un solo Comune con 833 abitanti, ma non solo, verranno portati a termine, altrimenti lì non ci saranno giustificazioni, lo abbiamo fatto finora passo dopo passo questo percorso e avevamo già detto che quella era una scelta azzardata.
Facendo degli approfondimenti dove si gioca il futuro e il vero cambio di paradigma per tutta la Pubblica Amministrazione il tema che ci appassiona di più è innovazione e Agenda digitale, che, di fatto, vede uno dei più significativi fondi del PNRR oltre al Progetto Bandiera, progetto indubbiamente molto ambizioso e che, entro il 2026, deve completare il suo percorso. Anche in questo caso c'è un po' di preoccupazione ma guardiamo con fiducia qui all'inserimento di tredici esperti, che potranno in qualche modo dare un supporto significativo, perché è fondamentale portare a termine questo progetto. Anche l'idea di conseguire una sola piattaforma, anziché avere più piattaforme per il confronto - e ne ha parlato l'Assessore in Commissione -, il rapporto con i cittadini è una buona cosa e certamente va perseguita, è uno degli elementi forti del DEFR. Come detto in Commissione, affronteremo il tema con il tempo necessario nella Commissione e c'è stato un impegno dell'Assessore, vista l'importanza del tema, di ritornarci a parlare di PNRR... tenuto conto che soprattutto in sanità la digitalizzazione è elemento strategico per migliorare le performance e soprattutto per riuscire finalmente ad avere tutte le strutture sanitarie e anche quelle di montagna collegate, dare il via o comunque completare quel progetto di telemedicina già programmato nel 2020 e avere la garanzia di avere la fibra ottica in tutte le strutture sanitarie del territorio.
Qualche riflessione anche sulla sanità, dove nel DEFR - e non poteva che essere così - c'è un inevitabile fil rouge che lega i tanti argomenti che sono stati trattati dal 2020 ad oggi, parliamo del piano salute e benessere sociale, dell'atto aziendale, della ristrutturazione e della realizzazione del nuovo Ospedale a est del Parini, degli ospedali di comunità e delle case di comunità legati al potenziamento dell'assistenza territoriale, infine la COT, la Centrale Operativa Territoriale.
Abbiamo fatto una riflessione, sarebbe stato per noi impietoso riproporre gli stessi ordini del giorno presentati in occasione del Consiglio del quale avete approvato il piano salute e benessere sociale, tutti malamente respinti. Restano comunque anche in sanità le preoccupazioni rispetto ai temi dell'organizzazione del personale e sul livello di soddisfazione interno alle strutture da parte del personale, questo è un tema che certamente va indirizzato all'azienda e forse, vi assicuro, e guardiamoci bene, rappresenta una priorità. Sono ancora troppi gli scontri e le ipotesi di mobbing che si vanno a perpetrare quotidianamente.
Vero è che si sono avviati numerosi concorsi, però pare che tanti se ne assumono e altrettanti se ne vanno, ma non solo medici: parlo di tutto il panorama delle professioni sanitarie, OSS, amministrativi, quindi pare che non cambi la classifica. Parleremo anche dell'atto aziendale che premia nella logica del non far scappare nessuno, ma anche in questo caso c'è il rischio che promuova tanti Colonnelli ma che sotto non ci siano poi le truppe e questo sarebbe comunque un danno.
Avremmo gradito di leggere nel documento di economia e finanza regionale, anche in ambito sanitario, come si legge in ambito sociale, un maggior coinvolgimento tra i soggetti pubblici e privati. Lo abbiamo già detto e lo ribadiamo ancora: in questo momento, in una fase di completa ristrutturazione del sistema sanitario pubblico nazionale ma anche e soprattutto quello regionale, le strutture pubbliche e le strutture private sanitarie devono avere delle sinergie funzionali a garantire i servizi, a ridurre le liste d'attesa, senza pesare economicamente sulle famiglie al di là del ticket laddove è previsto.
Preso atto di quanto dichiarato in termini di nuovi obiettivi e di riorganizzazioni nelle pagine del documento, non ci resta che attendere l'attuazione di così tanti ambiziosi obiettivi, auspicare che tutto funzioni e soprattutto che il percepito dei cittadini si modifichi rispetto all'attuale momento. Noi siamo per dare tempo, capire, ma tempo non troppo.
Completo il passaggio sulla sanità lamentando una piccola delusione, laddove si affronta il tema dei progetti innovativi e si scrive: "Proseguiranno le collaborazioni con il Centro di ricerca CMP3", va benissimo. Avremmo gradito sapere che c'erano interlocuzioni con altri centri di ricerca, già da noi sollecitati con altri provvedimenti, centri di ricerca funzionali ad accogliere altre nuove esperienze di ricerca, quindi parlando di implementazioni, d'incremento di collaborazioni nell'ambito della ricerca.
Più ricerca, più performance, più attrattività, più prodotto interno lordo: questa è un po' la logica.
Per quanto riguarda il sistema di welfare regionale, la sua governance, anche questo è stato richiamato in interventi precedenti, il tema richiederebbe molto probabilmente un Consiglio straordinario, anche perché qui entra in gioco pesantemente il Comune di Aosta: 35.693 abitanti, 16.583 famiglie oggi e diciamo subito che fra i tanti tavoli che si sono attivati nel triennio il tavolo di lavoro tra il Comune di Aosta e la Regione è quello che ha funzionato di meno e che ha dato pochi risultati, ma soprattutto ha dato tanto disagio ai cittadini: dico questo perché le maggioranze e il Governo sono pressoché le stesse e i danni che si stanno procurando alla vivibilità della città capoluogo sono politicamente da attribuire a tutti voi che rappresentate queste due maggioranze: la maggioranza regionale e la maggioranza comunale. Ne stanno risentendo fortemente gli abitanti di Aosta ma ne risentono fortemente anche gli abitanti della Plaine che vengono a lavorare ad Aosta, che usano i servizi ad Aosta, e questo è veramente un elemento straordinariamente negativo. Alle forze politiche che compongono le maggioranze dico: "Magari ci vediamo nel 2025", di questo parleremo nella nostra campagna elettorale.
Il piano della povertà, l'ha citato il collega Manfrin, solo a seguito di nostri incisivi interventi, interrogazioni e mozioni vi siete accorti che esiste un problema povertà, se ne sono accorti qua, se ne sono accorti al Comune di Aosta perché si è fatto una mozione dell'opposizione. Il piano povertà è rimasto nel cassetto per oltre due anni e i dati Caritas, di Fondazione comunitaria e della San Vincenzo di Banco alimentare, associazioni a sostegno delle famiglie indigenti sottolineano che nulla è cambiato in meglio. C'è poi il problema delle nuove povertà, di una fascia importante di popolazione, non amo chiamarla così ma è per far capire, il famoso ceto medio, che è sofferente per effetto di una serie di congiunture economiche, l'inflazione, l'incremento pesante dei mutui.
I dati della CGIA di Mestre certificano in questi giorni che Aosta è la città del Nord con gli stipendi più bassi nel settore privato. Malissimo, ma vorrei fare una riflessione anche su questo, le partecipate della Regione, le cooperative fortemente sostenute economicamente dalla Regione e dal pubblico in generale, dove si continua ad affidare i servizi a partecipate cooperative e società che hanno i budget limitati perché costretti a gare d'appalto capestri, pulizie, mense, servizi vari, e qui propongono contratti da fame, senza tener conto dell'aumento dei costi dell'inflazione che abbiamo avuto da oltre un anno e mezzo, ecco che si genera povertà. Abbiamo chiesto un approfondimento nei mesi scorsi sugli stipendi delle partecipate, sarebbe interessante allargare anche alle società di servizi e alle cooperative di servizi che operano per conto della Regione, dei Comuni e delle Unités. Ecco allora che la risultante di tutte queste disattenzioni è quanto mai certificata dal dato che la CGIA di Mestre ci ha messo a disposizione nei giorni scorsi. Se la risposta sarà: "Ci sono i contratti collettivi", allora cerchiamo di far muovere anche chi di dovere che a volte chiamiamo al tavolo per dire che il nostro bilancio è questo e il budget è questo.
Mi avvio a concludere queste riflessioni sul DEFR sottolineando che si torna a parlare della nuova governance del sistema di welfare regionale, bella roba, il DEFR torna a proporre la creazione di un ente strumentale per la gestione dei servizi e degli interventi socio-assistenziali e socio-educativi, percorso bocciato e abbandonato alcuni mesi fa dove la proposta dell'Assessorato era stata completamente stralciata e fa sì che torna nuovamente in scena per garantire i livelli essenziali delle prestazioni sociali. Sarebbe davvero carino sapere chi si è convinto di questo percorso, perché qualcuno si ricorderà bene che nel 2019 questo percorso era stato portato in quest'aula e anche nell'aula di fronte alle Unités des Communes fu bocciato, sono passati anni.
Un'altra fase di studio, un altro ente, un'altra cabina di regia, roba già proposta con lo studio Vesan, l'assessore Bertschy lo sa benissimo, magari da rivedere rispetto ad allora perché sono cambiate le cose, presentato nel piano salute e del benessere sociale in V Commissione il 14 giugno.
Chiudo con il tema dell'edilizia residenziale pubblica, ma ne parlerò poi in uno degli ordini del giorno più compiutamente che abbiamo presentato come Forza Italia, dopo il confronto in Commissione con l'Assessore e con tutto il management dell'ARER, ringrazio l'Assessore perché è stato davvero un incontro interessante. Ebbene, casualmente sembra che sia cambiato qualcosa, abbiamo mandato a casa il Direttore e le cose hanno dato una svolta, questo è uno degli elementi positivi. Non l'abbiamo mandato a casa noi, ovviamente ci ha pensato qualche altro ufficio.
Quattro righe di testo per dire: "Per quanto riguarda il disagio abitativo, si rende necessario adeguare l'attuale disciplina di cui alla legge 3/2013 al fine di integrare le politiche settoriali, abitative, lavorative, sociali, educative" e anche su questo tema abbiamo scoperto in Commissione, dopo tre anni di sollecitazioni da parte di tutta l'opposizione, perché, bene o male, tutti noi abbiamo alzato il tono su questo percorso parlando appunto di morosità incolpevole soprattutto ma non solo, dopo un anno nel quale si è dato contezza che un tavolo si sarebbe costituito e che si è riunito soltanto due volte - questo è stato detto in Commissione - si è affidato un incarico all'Università della Valle d'Aosta per la revisione della legge 3 del febbraio 2013. Io credo che questo sia il polso di quanto questo tema vi interessi e di quanto la politica dell'edilizia residenziale pubblica possa essere per voi come una delle priorità.
Dico ancora nella tabella 5 del DEFR "Trasferimenti annui per il funzionamento dell'Ente" non c'è un euro, né sono stati inseriti gli stanziamenti 2022-2023 per le spese di gestione, ne vediamo la pianificazione dei 2 milioni e 160 mila euro, 1 milione e 80, 1 milione e 80, si dice in parte investimenti sono investimenti che noi li abbiamo messi lì, però sono sempre quattrini, e sono stati approvati dal Consiglio regionale in occasione dell'assestamento a seguito di quell'ordine del giorno che avevamo presentato e nel quale si chiedeva di stanziare un milione e mezzo; poi la Giunta ha preferito ampliare l'importo e l'ha portato a 2 milioni e 160. Chapeau, molto bene.
Inoltre non vediamo inserite le risorse assegnate all'ARER dalla Regione con la delibera 1586 dal titolo: "Indirizzi della Regione al Consiglio di amministrazione dell'ARER per la definizione degli interventi di edilizia residenziale pubblica da attuare nell'anno 2023", dove la Giunta aveva approvato, al punto 2 del deliberato, di dare atto che per gli interventi della scheda 3 degli indirizzi sono previsti oneri a carico del bilancio regionale, ai sensi di quanto previsto dalla l.r. 8/2022, per un importo di 772 mila euro per l'anno 2023, di 615 mila euro per l'anno 2024 e di 524 mila euro per il 2025. Non capiamo le ragioni.
Poi leggiamo ancora che c'è un PD di questi giorni, PD del 27 ottobre 2023 n. 6367, dove vengono assegnati all'ARER 200 mila euro per interventi di recupero e di manutenzione straordinaria su immobili destinati all'ERP. È strano che non ci siano questi importi che sono stati dati all'ARER.
Non parlo della morosità incolpevole perché ne hanno già parlato, perché riteniamo che potrebbe intervenire fin da subito una modifica della delibera, senza aspettare la modifica della legge 3, una delibera che individua le soglie di accesso alla morosità incolpevole sulla base dell'indicatore ISEE e toglie quella fesseria della perdita di reddito, perché di fesseria si tratta, perché adesso le pensioni minime, le pensioni di disabilità sono state aggiornate e qualcuna è aumentata di qualche decina di euro; è veramente una cosa impossibile da guardare e da sentire, è da "Striscia la Notizia". Eliminando quel passaggio della perdita di reddito, sarebbe davvero opportuno che l'Assessore si prendesse carico di questa cosa e proponesse alla maggioranza e alla Giunta di andare a modificare quella delibera. Questo, colleghi, è un primo approccio e avremo modo nel secondo intervento di approfondire altre tematiche; ci sarà un ordine del giorno che ci consentirà di entrare nel merito di alcuni temi già trattati durante il percorso.
Una seria e approfondita analisi sul Casino de la Vallée non si può fare perché sulle poche note di pagina 100 del DEFR francamente non riusciamo a capire che cosa si vorrà fare al di là di affidare all'esterno o a privati la gestione. Richiederemo appropriata documentazione per avere un quadro preciso dell'attuale gestione del Casino de la Vallée perché forse qualcuno pensa che la politica si è spaventata a parlare di Casino, non è così.
Presidente - La parola alla consigliera Erika Guichardaz.
Guichardaz E. (PCP) - Il documento di economia e finanza è il più importante atto di programmazione finanziaria, uno strumento di programmazione generale che dovrebbe dare sostanza al programma di legislatura ma, come ha già rilevato la mia collega, di questo non vi è traccia. È piuttosto evidente che ancora quest'anno questo documento è stato concepito come un mero adempimento formale, necessario, malgrado tutto, perché lo prevede una norma, portato sì in anticipo rispetto agli anni passati ma a ridosso del bilancio di previsione, anzi, addirittura il bilancio di previsione è stato votato in Giunta e presentato all'esterno prima di definire questo documento. Credo che questo, come rilevato già da altri colleghi, sia un po' sintomatico di quello che questa maggioranza continua a pensare della minoranza di questo Consiglio; permane quell'arroganza di una maggioranza chiusa nella torre d'avorio che, nonostante i numeri risicati, nemmeno vuole confrontarsi su chi evidentemente o reputa inferiore o forse non degno di poter intervenire a livello programmatico. Rimane un documento che non dà risposte ai Valdostani e che in molta sua parte si contraddice.
Nell'analisi del quadro territoriale, all'inizio del documento, rileviamo una continua decrescita della popolazione e per il secondo anno consecutivo anche una contrazione della popolazione straniera residente in Valle d'Aosta, ma non vi è nessun obiettivo, anzi, non ritroverete nemmeno la parola "straniero" o "immigrazione" tranne nelle politiche riferite ai fondi europei, che naturalmente invece questo tema lo affrontano. Il DEFR dovrebbe programmare l'azione dei prossimi tre anni di attività ed esplicitare con chiarezza l'azione di governo, ma sinceramente qui non la ritroviamo. Quello che noi rappresentiamo è nuovamente la visione di questa maggioranza un po' miope, il poco lavoro e la mancanza di risposte. Abbiamo fermi - e non parlo della Giunta, ma adesso spiegherò meglio - in Commissione da diversi anni dei documenti: il piano di tutela delle acque, il piano regionale dei trasporti, le leggi elettorali, solo per dirne alcuni; vengono poi approvati ordini del giorno, e su questo noi ne porteremo un altro oggi per ribadire quanto abbiamo votato un anno fa, a cui non si dà seguito in Commissione... parlo, ad esempio, delle strategie sugli impianti a fune ma anche delle promesse fatte durante la discussione del piano della salute e del benessere sociale, oppure dello studio Deloitte di cui ha già parlato questa mattina il collega Aggravi.
Come dicevo, ancora una volta il DEFR arriva in ritardo, con un bilancio di previsione già approvato che la stampa ha potuto vedere, ma che noi Consiglieri non abbiamo ancora, quindi sicuramente uno si chiede: "Ma perché interveniamo? Perché portiamo degli ordini del giorno?". Chissà mai che magari non adesso, ma visto che in assestamento sembra ci siano delle risorse, non rimanga qualche risorsa anche per qualcosa che abbiamo accennato durante questa discussione.
Come dicevo, ancora una volta questo documento non dà risposta ai Valdostani, non affronta quei problemi gravi di cui abbiamo parlato tutti noi colleghi della minoranza: l'aumento dell'inflazione, l'aumento dei costi delle materie prime, dei prezzi non solo alimentari ma anche energetici per le famiglie, una lenta ripresa, la diminuzione anche dei turisti stranieri, il peggioramento del quadro demografico che rileva poche nascite e la crescita della popolazione anziana. La quota più elevata di persone con al massimo la licenza media, un altissimo abbandono scolastico. Non prende poi in considerazione delle emergenze come l'aumento della povertà, le liste d'attesa in sanità che stanno creando una gravissima disparità all'interno della popolazione.
Posso dire che questo DEFR è il peggiore che io abbia analizzato dall'inizio di questa legislatura. Ancora una volta la parte dell'analisi sembra scritta da una mano diversa rispetto a quella che individua gli obiettivi e alcuni obiettivi, a seconda delle parti, sembrano addirittura essere in contrasto fra loro. Parliamo, ad esempio, di strategie di adattamento ai cambiamenti climatici e poi cementificheremmo anche la Dora se potessimo, evidenziamo problemi nella pianificazione urbanistica e poi proponiamo incentivi urbanistici per case da occupare stagionalmente. Di fronte a crisi economiche, sociali e demografiche, poi manca una programmazione coerente che vada al di là dei soliti investimenti sulle funivie. Manca un'individuazione delle priorità.
Il totale abbandono della strada progressista ora è assolutamente lampante e nei diversi ordini del giorno, emendamenti che porteremo come gruppo, lo evidenzieremo. A livello nazionale il PD si scaglia contro l'autonomia differenziata, deposita una proposta di legge sul salario minimo, scende in piazza per chiedere risorse aggiuntive alle persone a cui è stato ridotto il reddito di cittadinanza, ma ad Aosta non si sa che cosa pensino, eppure stanno governando. Riscontriamo anche una distanza dalla visione autonomista, anche laddove abbiamo competenza primaria, nel DEFR alcune volte rinviamo le scelte a Roma e diciamo: "Aspettiamo Roma e poi decideremo". Un'autonomista come me, perché mi ritengo tale, non può leggere nelle righe di un DEFR di una maggioranza autonomista quelle parole.
Abbiamo poi deciso di presentare emendamenti e ordini del giorno solo sulle tematiche che ci vedono lontanissime da questo DEFR; sono solo quattordici ordini del giorno e dieci emendamenti, perché molto probabilmente sarebbe stato quasi completamente da riscrivere, ma soprattutto siamo lontanissime rispetto a quello che il nostro programma elettorale diceva e che qualcuno, oltre a noi, aveva portato in campagna elettorale, quindi ci chiediamo com'è possibile sostenere questo DEFR, ma vedremo poi negli ordini del giorno come voteranno di volta in volta.
Partiamo da alcune tematiche che la mia collega non ha affrontato, a partire dal sistema degli Enti locali e dalla macchina amministrativa regionale, poi affronterò alcuni temi ambientali, gli aspetti demografici, l'istruzione, la sanità, il lavoro e l'inclusione sociale.
Sistema degli Enti locali: il DEFR ancora una volta delinea gli stessi obiettivi dell'anno scorso, parliamo di nuovo di revisione del sistema della finanza locale e armonizzazione del quadro normativo dei segretari degli Enti locali. Prima di fare alcune considerazioni nel merito di questi due obiettivi, evidenzio che l'articolo 5 della legge 15/2020 prevedeva: "Entro il 31 dicembre 2021, si provvede alla revisione organica della disciplina regionale vigente in materia di esercizio associato di funzioni e servizi comunali e di segretari degli Enti locali". Siamo a novembre 2023 e l'obiettivo del Testo unico si è trasformato in una revisione che dovrebbe essere semplicemente togliere l'obbligo pensando di risolvere qualche problematica in quel senso. Allo stesso modo l'obiettivo dell'Albo unico della dirigenza si è ridotto a un concorso/corso di cui abbiamo evidenziato prima i vari limiti. Sulla revisione del sistema di finanza locale invece dubito vedremo qualcosa, nonostante questo sistema sia ormai datato e soprattutto nel tempo fortemente snaturato, diventato sicuramente Regione-centrico, non credo che di qui a fine legislatura vedremo grandi cose. Non è arrivato il momento di parlare anche di fusione dei Comuni? E ringrazio il consigliere Aggravi che l'ha posto all'interno di uno dei suoi ordini del giorno. Non avrebbe senso che questo Consiglio regionale iniziasse ad affrontare questo tema?
Nel DEFR poi si pone importanza al percorso di revisione organizzativa dell'Amministrazione che punti alla valorizzazione della qualità delle risorse umane e agli sviluppi di carriera, ma, nonostante l'approvazione delle linee guida che individuano le varie azioni da mettere in campo per supportare questo processo di cambiamento organizzativo proposte dallo studio Bocconi, vediamo che l'ente continua a comportarsi in modo differente. Oggi viene annunciato un nuovo concorso per dodici funzionari, ma per coprire che posti? Non avverrà, come è avvenuto per la graduatoria precedente, che poi ne spuntano cinque a un certo punto che sono definiti prioritari e quindi, sotto questo punto di vista, non andremo a coprire invece i posti messi a concorso? La promozione di maggiori opportunità di mobilità interna per il personale dell'ente, che viene evidenziata nelle linee guida dello studio Bocconi, perché non viene portata avanti?
Oltre alle problematiche sugli Enti locali e sul restante personale del comparto, con questo DEFR si apre un nuovo capitolo molto delicato: quello della creazione di un nuovo ente strumentale dedicato al personale della Società dei servizi e del personale che si occupa dei servizi alla persona, proprio quel personale che si occupa delle persone svantaggiate. Tale percorso non può essere affrontato senza la garanzia della tutela del passaggio del personale attualmente in servizio nella Società dei servizi e il fatto che il tavolo di lavoro non verbalizzasse le sue riunioni non ci permette nemmeno di comprendere qual è stata la posizione, perché poi sono arrivate note dai sindacati che ci dicono tutt'altro: "Noi appoggeremo un percorso di quel tipo solamente nel caso di tutela dei lavoratori", ecco che sarebbe molto importante capire dove si sta andando.
Completamente assente la problematica dell'equiparazione previdenziale tra vigili del fuoco e Corpo forestale con i loro colleghi nazionali, evidentemente ci è sfuggito ma la norma di attuazione deve essere già passata e quindi, sotto questo punto di vista, sarà per quello che non c'è nel DEFR. Su questo, anche rispetto alla copertura dei posti vacanti, definita puntualmente per il Corpo forestale, la stessa cosa non avviene per i vigili del fuoco; anche su questo sicuramente torneremo con delle prossime iniziative ispettive.
Grande risultato invece e grande risalto sembra esserci rispetto ai cambiamenti climatici ma, a fronte di annunci che troviamo nel DEFR, quindi le importanti ricerche di Fondazione Montagna Sicura sulla tutela dei ghiacciai, ci si comporta in modo opposto tanto da far sollevare non solo gli ecoterroristi, come ha definito oggi Cognetti nelle pagine nazionali, ma anche guide alpine molto conosciute nel panorama valdostano e il Comitato glaciologico italiano. A meno che la maggioranza che è uscita con un bel comunicato non pensi che anche loro siano miopi, molto probabilmente forse quei ricercatori e quegli scienziati andrebbero ascoltati. A fronte poi non solo delle ricerche di Fondazione Montagna Sicura, ma anche di una strategia regionale di adattamento ai cambiamenti climatici che indica veramente delle azioni importanti, fornisce in qualche modo delle indicazioni anche per quello che riguarda la politica. Anche qui le risposte sembrano non esserci e tale strategia sembra proprio non essere presa nemmeno in considerazione. In questo DEFR si continua invece la programmazione a compartimenti stagni senza visione e prospettiva.
Dopo il mega ristorante del Couis, che adesso è diventata anche "Piramide di Cheope", avevamo chiesto di conoscere le strategie nel settore di sviluppo delle stazioni sciistiche e votato un ordine del giorno all'unanimità. Nonostante le molte sollecitazioni, questo non è mai avvenuto, e ci ritroviamo nel DEFR sei interventi prioritari, di cui non si conoscono i costi, perché è stato chiesto in Commissione ma non abbiamo neanche un minimo di idea dei costi, ma soprattutto non sappiamo nemmeno qual è la logica che sta alla base e naturalmente la cosa più interessante è che si parla dell'avvio dell'iter autorizzatorio di fattibilità tecnico-economica per il collegamento intervallivo di Cime Bianche. Mi fa piacere che il Presidente abbia preso quello che io avevo sostenuto in questo Consiglio regionale, chi di noi penserebbe mai di fare un progetto della propria casa in una zona che sa non essere edificabile? Io credo che nessuno lo farebbe, ma sinceramente a quel punto lì qualcuno direbbe: "Lo faccio lo stesso" se non sa nemmeno se lo può fare? E lo mettiamo in un documento di economia e finanza regionale quando ancora la percorribilità giuridica di quell'opera non è stata definita? Nello studio della Monterosa che noi abbiamo analizzato non c'è mezza riga di tutto questo. Mi sembra anche sotto questo punto di vista che si cerchi di forzare una situazione tanto per dire: "Va beh, noi lo abbiamo messo lì, poi se si farà, si farà, ma intanto lo abbiamo messo". Sotto questo punto di vista, credo che sia anche corretto che chi si mette a scrivere determinate frasi all'interno del DEFR forse abbia anche a cuore quello che può fare, quello che la legge gli permette di fare. Dopodiché sui bacini non troviamo praticamente nulla, a parte i bacini che riguardano l'innevamento artificiale, e anche su questo forse l'attenzione all'uso dell'acqua e a tutto quello che riguarda l'acqua non perché quest'anno siamo meno in siccità dell'anno passato non deve essere presa in considerazione e continua a essere per noi importante quello studio per avere una visione anche in prospettiva rispetto alle politiche da portare avanti.
Rispetto all'istruzione, per due anni definitivi nel DEFR - perché forse Caveri è una persona molto decisa - c'era una frase lapidaria che diceva che risolverà la difficile situazione del precariato. Al terzo anno in modo più cauto si faceva notare che forse la situazione si cercava di risolvere, quest'anno proprio non troviamo neanche una parola sul precariato della scuola, come se questo fosse scomparso. Anche su questo e sulla grave emergenza rispetto agli insegnanti di sostegno entreremo con un ordine del giorno.
Passo indietro anche sull'edilizia scolastica dove la visione d'insieme prospettata nei primi DEFR adesso non solo non pare chiara, ma non si comprende neanche la programmazione, eppure abbiamo edifici che cadono a pezzi, abbiamo edifici nuovi in cui bisogna fare lezione con i catini, abbiamo edifici sotto un certo punto di vista che molto probabilmente andrebbero attenzionati in maniera diversa visto che lì dentro ci stanno poi i giovani della Valle d'Aosta. Direi quindi che anche sotto il punto dell'edilizia scolastica ben pochi passi avanti sono stati fatti.
Scompare totalmente la problematica delle segreterie scolastiche, non so se aver coperto due posti di capi di segreteria può avere in qualche modo risolto la situazione ma non mi sembra che sia questo il caso. In più sulla questione dell'abbandono e sulla crisi della formazione forse andrebbe investito molto di più. Si sarebbe poi dovuto anche prevedere forse un aumento di trasferimenti ma, sotto questo punto di vista, lo vedremo nel bilancio che affronteremo più avanti.
L'Università invece resta ancora una scatola in via di completamento ma anche qui la visione sulla sua missione, su cosa ci mettiamo dentro a quella scatola ci sembra piuttosto vaga e sul DEFR si rimanda ancora la questione dello studentato che chiedo venga messa invece come priorità da questa maggioranza regionale perché proprio in un momento in cui non vi saranno trasporti a livello regionale molto probabilmente la questione degli affitti e la questione se vogliamo mantenere degli studenti che arrivano da fuori Valle molto probabilmente andrebbe posta all'attenzione in maniera più importante. Lo studentato previsto al CRAL Cogne sappiamo che ci metterà del tempo a essere portato avanti. Nulla si dice della Collegiata di Saint-Bénin, abbiamo visto un bellissimo progetto, non ne sappiamo nulla, magari nelle repliche qualcuno ci dirà qualcosa.
Poi avevamo trovato un obiettivo che era quello dell'accorpamento delle istituzioni scolastiche; anche questo, prima dell'approvazione del DEFR, è stato affondato dai Sindaci nei giorni scorsi che hanno detto: "Nessun accorpamento delle istituzioni scolastiche".
Rispetto alla tutela della salute, sicuramente la voce più importante, anche qui non vediamo effettivi cambiamenti. Il declino della sanità è sotto gli occhi di tutti e troviamo gli obiettivi proposti un nuovo libro dei sogni, più che un obiettivo concreto da portare avanti. Si riporta sostanzialmente gran parte del piano della salute e del benessere dove mettiamo i vari obiettivi, ma qui la programmazione di quegli interventi proprio non la si capisce nemmeno, manca totalmente e questo ci preoccupa fortemente. Dopo aver erogato un'indennità per non far scappare medici e infermieri, sappiamo se questa ha funzionato? Sappiamo se nell'ultimo anno altri medici e infermieri se ne sono andati? E cosa pensiamo di fare rispetto alle altre figure professionali operanti nel sistema sanitario e socio-sanitario? È interessante l'intervista di qualche settimana fa a "Il cavallo e la torre" dove due infermiere valdostane che si sono dimesse hanno fatto notare come non era legato a una questione di soldi, non sono andate in Svizzera come tanti fanno credere in questa regione, ma una addirittura ha cambiato lavoro, nonostante una laurea, l'altra lavora nel settore privato e le motivazioni delle loro dimissioni sono legate solamente alla qualità del lavoro, perché essere spostati da un reparto all'altro dall'oggi al domani sappiamo bene che per un infermiere non è proprio una passeggiata, perché vuol dire affrontare malati completamente diversi. Ecco quindi che, oltre ai riconoscimenti economici, ripeto, che devono essere previsti per tutti, bisogna prevedere altre azioni che a breve e a lungo termine rendano migliore il lavoro di chi già opera, pensando poi sì anche di attrarre gli altri, ma intanto non facciamo scappare quelli che sono qui.
Si erano poi annunciati nel mese di gennaio i lavori per le centrali del Parini e soprattutto quello che avevo evidenziato all'interno del Consiglio regionale, perché era una forte preoccupazione: lo spostamento delle camere mortuarie dall'attuale posizione al cimitero di Aosta. Io non so tutto questo perché io al cimitero di Aosta non ho visto grandi lavori, quindi non so cosa si pensa di fare e soprattutto anche su questo non ho ancora compreso - e spero che l'assessore Marzi magari ci porterà delle delucidazioni - rispetto a cosa sarà anche delle persone che purtroppo ci devono lasciare. Per evitare di prendere ancora in giro i Valdostani, forse sarebbe meglio evitare i continui annunci e dire: "Stiamo facendo, stiamo iniziando i lavori". Magari fatelo quando li avete iniziati e sinceramente invito tutti ad andare a vedere quell'Info Point all'Ospedale Parini. A parte la parte fatta molto bene rispetto agli scavi, rispetto alla parte dell'opera sanitaria, non troviamo né costi, né termini e, ripeto, quell'opera noi non l'abbiamo ancora vista in Commissione.
Come dicevo, poi manca totalmente un'attenzione alle persone fragili, manca un'attenzione ai diritti, manca tutta quella parte che forse i progressisti dovrebbero portare all'interno di un DEFR, ma evidentemente, come abbiamo fatto notare, forse i progressisti non ci sono più. Questo documento forse è peggiorativo e non possiamo che portare ordini del giorno ed emendamenti per cercare di dare un apporto a questa maggioranza.
Presidente - Consigliere Marquis, a lei la parola.
Marquis (FI) - Siamo oggi in aula a discutere quello che dovrebbe essere il documento per eccellenza, più importante della programmazione economica e finanziaria della Regione. La modalità con cui avviene la discussione quest'anno svilisce un pochettino il peso e il ruolo di questo documento, così com'è stato anticipato già da alcuni colleghi che sono intervenuti prima di me; il fatto che negli scorsi giorni sia stato presentato il bilancio all'esterno della Regione non è un atto sicuramente di buon gusto rispetto al Consiglio regionale, ma trovo che non sia neanche utile poi per il soddisfacimento del bene comune perché il Consiglio regionale potrebbe contribuire a migliorare quest'atto e tutti sanno che poi il bilancio dovrebbe assorbire gli indirizzi che sono individuati dentro questo documento.
Detto questo, sotto il profilo sostanziale, come sempre guardo con attenzione anche la sezione 1 del documento di economia e finanza regionale e devo sottolineare che non è sicuramente semplice farsi un'idea complessiva della situazione finanziaria rispetto anche ai trend economici rapportati a anche le risultanze delle altre Regioni sia perché vengono mescolati diversi indici, sia perché la questione è parecchio articolata, però c'è una tabella su tutte che credo dia conto della situazione sotto il profilo strutturale anche della nostra Regione, perché rapportare i dati un anno sull'altro non è sicuramente facile per ottenere il significato che può avere un trend economico complessivo. Se noi guardiamo i dati del PIL del 2007, fatto valore 100, quelli di Bolzano oggi valgono 128%, Trento 110, nord-ovest Italia 102, la media italiana 97, la Valle d'Aosta 90. Questo è un dato significativo che ci dice che dal 2007 ad oggi la Valle d'Aosta ha perso terreno rispetto a tutte le altre realtà, si sta allontanando e questo credo che dovrebbe darci un po' di preoccupazione a tutti, perché c'è un problema di natura strutturale.
Altro dato estremamente significativo è l'indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati, FOI, per voci di spesa e sostanzialmente guardando questa tabella, si vede molto chiaramente come negli ultimi tre anni è cresciuto a dismisura all'interno di questo paniere il costo che devono sostenere i cittadini per l'abitazione, l'acqua, l'elettricità, il gas, altri combustibili e anche per il settore dei trasporti. Probabilmente è questo il significato per cui anche tanti cittadini valdostani entrano in una fascia di difficoltà che non possono più garantirsi i livelli di vita precedenti al periodo del Covid. Questi, secondo me, sono dei dati che creano delle grosse riflessioni.
Anche in Valle d'Aosta, così come nelle altre Regioni, siamo chiamati a gestire le grandi sfide, le grandi transizioni, dalla transizione digitale alla transizione del cambiamento climatico, la transizione ecologica e sicuramente queste grandi sfide forse hanno anche un'intensità superiore di difficoltà rispetto ad altre Regioni perché siamo una piccola regione con una demografia particolare, soprattutto una regione di montagna. Come contraltare a questa situazione di difficoltà possiamo evidenziare che crescono le risorse a disposizione per far fronte alle esigenze dei Valdostani. Così come è stato detto dal Presidente nella presentazione, che le maggiori risorse dovrebbero dare sostenibilità alla spesa, credo che questo possa essere un elemento di condivisione, ma il problema che riteniamo che sia difficile da affrontare è il fatto che non si riesca a crescere più di tanto perché non abbiamo un'adeguata capacità di spesa; è vero che, da una parte, crescono le risorse, ma, dall'altra, abbiamo una grossa difficoltà a gestirla, una difficoltà dimostrata dato che crescono gli avanzi di amministrazione negli anni sempre in modo più significativo.
Credo che sia comune da parte di tutti l'aspettativa che bisogna cercare di affrontare le questioni che ci connotano un livello strutturale, il problema dei giovani a partire dalla nascita - perché abbiamo pochi ragazzi, pochi parti, quindi una società che invecchia -, i giovani nell'accompagnamento al periodo dell'educazione nelle scuole, per arrivare al lavoro, a sognarsi un futuro, rimanere in Valle d'Aosta.
Ci sono nel DEFR vari richiami di iniziative puntuali che vengono prese e che potrebbero essere lette in un'ottica di approccio sistematico, però, a nostro avviso, manca la visione complessiva perché queste problematiche meriterebbero senz'altro un approccio un po' diverso, un po' più strutturato, perché sono dei problemi effettivamente significativi che se non affrontati per bene con la dovuta attenzione, creeranno delle problematiche ancora più elevate negli anni a venire. Non solo i giovani ma anche il lavoro, dove si parla di lavoro si dice che l'offerta del lavoro è cresciuta, però se si vanno a leggere bene i dati, si tratta di lavoro a tempo determinato, di lavoro sottopagato rispetto alle aspettative dei lavoratori. È stato richiamato prima dal mio collega il rapporto della CGIA di Mestre dove ha evidenziato questi aspetti che devono comunque far riflettere, un lavoro che si sta concentrando sempre di più sui servizi, quindi sulla stagionalità, che porta comunque l'utenza, i lavoratori, a non avere delle grandi certezze, a vivere nell'incertezza, quindi tutto questo porta a delle grandi difficoltà a disegnarsi il proprio percorso di vita.
Al netto di queste considerazioni un po' di carattere generale, credo che sia utile passare a fare alcune considerazioni rispetto alla sezione 3 del DEFR, dove vengono evidenziate le iniziative e gli approcci che il Governo regionale intende porre in essere per dare le risposte ai vari settori.
La sanità assume un ruolo sempre più importante, anche a livello di peso specifico, anche in termini di spesa, crescono le risorse che vengono messe a disposizione, però proporzionalmente non si hanno delle soluzioni ai problemi, le liste d'attesa permangono quelle che sono, il cittadino che malauguratamente vive delle situazioni di difficoltà tocca con mano tutta una serie di problemi e non dà spesso e volentieri dei riscontri molto favorevoli rispetto alle aspettative che quando si trova in difficoltà viene ad assumere.
Altro tema di grande impatto credo che sia quello dei trasporti. I trasporti dovrebbero assicurare la capacità di muoversi lungo il territorio valdostano e assicurare anche la competitività della nostra Regione, perché sostanzialmente chi vive di turismo deve avere la facilità di accesso. In questi mesi si parla molto di quest'argomento, si è iniziato a parlare di nuovo del Tunnel del Monte Bianco, a seguito della frana della Maurienne dove è stata determinata una situazione di oggettiva difficoltà nell'ambito dei trasporti, che ha portato alla chiusura del Fréjus, e questo ha evidenziato che il settore dei trasporti non può essere solo considerato come un problema per chi vive la situazione specifica lungo il proprio asse viario coinvolto ma la questione va ormai affrontata in termine di sistema. Credo che questa piccola grande esperienza negativa che si è vissuta in questi mesi abbia posto in essere tutta la fragilità del sistema dei trasporti soprattutto per quel che concerne le regioni di montagna, regioni come la nostra. Forse anche su questo tema un po' di autocritica bisognerebbe farla a livello politico perché per troppi anni si è stati timidi anche in quest'aula a sostenere o a vedere con chiarezza all'esigenza che occorre avere certezza della mobilità a livello internazionale e soprattutto a garantire il collegamento con la Francia. Siamo l'unica Regione che possiede due tunnel alpini che non hanno una seconda canna o non hanno in corso la progettazione della seconda canna. Questo dovrebbe far riflettere. Tutti gli altri tunnel alpini sono a doppia canna o sono in fase di realizzazione. Proprio per questa ragione nello scorso DEFR avevamo presentato un ordine del giorno che nella sua impegnativa diceva: "Si impegna il Governo regionale a esprimere formalmente al Governo nazionale, anche tramite i Parlamentari, la richiesta di farsi carico della sensibilizzazione del Governo francese circa il raddoppio del Tunnel del Monte Bianco". Quest'iniziativa l'abbiamo dovuta ritirare dalla discussione dell'aula per trovare un'iniziativa che fosse condivisa da tutta l'Aula, era un'iniziativa che è stata approvata molto più annacquata rispetto a questa. Oggi siamo particolarmente soddisfatti perché sostanzialmente sul DEFR di quest'anno viene ripresa integralmente l'impegnativa di quest'ordine del giorno dove si dice: "Bisogna prendere in carico la realizzazione della seconda canna nell'ambito di un continuo dialogo politico e costituzionale con il Governo italiano". Io credo che questa mancanza di coraggio che c'è stata sino adesso sia frutto del fatto che si è un po' sotto scacco delle politiche ambientaliste, di coloro che si oppongono sempre a realizzare qualcosa, che sono per la linea del "no". Probabilmente se si fosse stati più determinati a portare avanti questo tema, magari qualche passo avanti rispetto a dove siamo oggi sarebbe già stato fatto e per questo noi non possiamo che ringraziare il vice premier Tajani, che si è fatto carico in questi mesi di attivare un serio confronto con la Francia e anche con la Svizzera per riuscire a trovare una soluzione non facile a questa problematica.
Così come il Tunnel del Monte Bianco, anche il sistema ferroviario presenta grandi situazioni di oggettiva difficoltà e sicuramente non invidiamo l'assessore Bertschy che si trova costretto a dover gestire delle situazioni che non ha creato lui ma che, di fatto, oggi sono sulla sua scrivania. Sicuramente oggi varrebbe la pena di interrogarsi se vale la pena stare chiusi tre anni, creare disagio a tutti i cittadini per di fatto cambiare il mezzo di alimentazione del treno. Non è che cambia poi la qualità del servizio, non c'è velocizzazione rispetto alla situazione attuale; adesso si dovranno vivere dei profondi disagi per tre anni perché verrà messa a dura prova la funzionalità della mobilità pubblica in Valle d'Aosta, verrà messa a durissima prova, per ottenere non so poi quali benefici, ma si vedrà dopo. Sicuramente in questi tre anni la Regione perderà di competitività, perché sarà meno accessibile e darà minore possibilità di mobilità da parte di tutti coloro che non utilizzano il mezzo privato, quindi staremo poi a vedere dopo se ci sarà un recupero di quello che si perde in questa fase. Così come abbiamo posto sul tavolo, e verrà poi discusso con un ordine del giorno, il tema del tram-treno, che riteniamo che sia un argomento di assoluta importanza per la mobilità sul quale occorre prendere delle decisioni.
A livello più generale devo dire che nel DEFR sono contenuti tanti piani. Sarà sicuramente un anno difficile per chi li deve predisporre, perché ogni settore sostanzialmente, se si va a leggere bene gli indirizzi, si dice che ha la necessità di autoriformarsi, di aggiornarsi, di modificarsi, sostanzialmente è previsto un aggiornamento generale di tutti i settori. Faccio un esempio: i lavori pubblici si devono dotare del piano di tutela delle acque, si discute tanto di acque in questo periodo, c'è da far partire il discorso del sistema idrico integrato, ci sono decine di milioni a disposizione e risulta che ci sono pochi progetti pronti per essere appaltati, quindi delle oggettive difficoltà da gestire, perché la pianificazione impone poi anche un'attualizzazione degli impegni. Sempre questo settore si deve occupare della revisione del PTP, di tutta la legge urbanistica.
Sarebbero già questi temi che ho citato adesso che richiedono l'impegno e l'attenzione di tutto il Governo regionale e di tutto il Consiglio regionale per un'annualità, perché sono temi di grande importanza, così come quello di migliorare l'efficienza nella realizzazione delle opere pubbliche è un tema che ho particolarmente apprezzato che è indicato nel documento di economia e finanza regionale.
Veniamo al turismo, anche qui si parla di progetto di riforma dell'organizzazione turistica, di piani di marketing, di marchio ombrello, di creare l'Osservatorio del turismo rinnovato rispetto a quello che c'era in passato; sono sicuramente delle sfide di grande ambizione che non possiamo che condividere sotto il profilo concettuale, il problema però sarà la loro attuazione. Il nostro giudizio oggi non è tanto su quello che viene indicato, ma su quello che riteniamo che possa essere fatto di quello che è scritto, perché sicuramente se tutto quello che è scritto venisse fatto, potreste trovare anche qualche condivisione da parte nostra su questi argomenti.
I giovani... si dice che il sistema educativo deve essere aggiornato, deve essere rivisto, il lavoro è un tema di grande importanza, è un tema che meriterebbe delle grandi attenzioni. Leggiamo lo sforzo che viene fatto, però effettivamente sono tematiche che dipendono da delle dimensioni che non sempre si riescono a controllare.
Il mio collega ha parlato di sociale, del tema della casa, sono temi che andrebbero affrontati a livello strutturato, non con delle singole iniziative.
Un altro problema che riteniamo che sia fondamentale e trasversale a tutto il DEFR è la riforma della Pubblica Amministrazione, prima il collega Baccega è entrato nello specifico di quest'argomento. È un argomento che forse è centrale rispetto alla gestione poi del documento di economia e finanza regionale, perché senza una performante macchina amministrativa diventa difficile mettere a terra tutte queste ambizioni che sono state indicate e che trovano descrizione in questo documento. Abbiamo ascoltato anche noi le audizioni del docente della Bocconi che è venuto a illustrare il documento e ha dato delle suggestioni che destano anche preoccupazione, perché solo una parte delle considerazioni e degli indirizzi che sono dati vengono recepiti in questo mandato, ma direi che è una parte piccola rispetto all'entità e alla rilevanza del problema che è stato sottolineato. Una cosa mi aveva colpito più di tutti da parte del professore quando era venuto a relazionare, che diceva che sono proprio le Regioni a Statuto speciale quelle che hanno una resistenza più grossa al cambiamento, una resistenza maggiore rispetto a quelle di natura ordinaria. Sicuramente i temi potrebbero essere tanti sui quali potremmo intervenire ed evidenziare una serie di criticità; ci sarà modo nella discussione degli ordini del giorno che verranno presentati per entrare nel dettaglio delle singole iniziative ed eventualmente anche in fase di replica nel secondo intervento.
Presidente - Sono le ore 17:10, proporrei di sospendere brevemente per arieggiare i locali. Riprendiamo fra 10 minuti. Prendiamo nota della prenotazione del consigliere Lucianaz e riprendiamo da quest'intervento. Il Consiglio è sospeso.
La seduta è sospesa dalle ore 17:10 alle ore 17:29.
Bertin (Presidente) - Riprendiamo i lavori, si era prenotato il consigliere Lucianaz a cui passo la parola.
Lucianaz (RV) -Un fatto tecnico: ne parlavo con i colleghi, sarebbe stato utile e anche interessante che qualche collega della maggioranza fosse intervenuto in questa sequela di monologhi, in ogni caso continuo.
E, comme no sen eun Val d'Outa, tsandzen de registre, euntervegno eumpleyen trei lenve, perqué no, di groupe de Rassemblement Valdôtain, no sen pa de bilenguiste, no sen de trilenguiste, aveitsa tseucca; no sen dza pi eun devan de cen que l'è lo bilenguisme.
Dze eungnouvo predzen la lenva de no Valdoten, la lenva de papagran, la lenva di meinoù de mè, e de ma fenna. Pe quarquen predzì mon patoè pou étre de folklore tanpì, mè me beutto avouì totte me force pe ma lenva, a l'afiermé. I contréro, céce que son des ipocrite que se feussan l'ésamen de conchence.
Dze euncomencho eun recognéssen. pe eun cou adé. l'effor que l'assesseur Caveri l'a fé pe dedié i lenve minoritere; eun de se sat poueun di documan oueu eun disquechon predze fran de la lenva minoritera e n'i etò aprechà son eunteressemen belle deun sa euntervenchon eun comechon quan n'en afrontò lo poeun di DEFR.
Toteun pouì pa m'ésenté de porté de pontuelle creteque.
[Traduzione dal patois: Et, comme nous sommes en Vallée d'Aoste, on change de registre, j'interviens en utilisant trois langues, pour la simple raison que nous, du groupe de Rassemblement Valdôtain, nous ne sommes pas des bilingues, nous sommes des trilingues, tiens là! Nous sommes déjà plus en avant de ce que c'est le bilinguisme.
Je commence en parlant la langue de nous Valdôtains, la langue de mon grand-père, de mes fils et de ma femme. Pour quelqu'un le fait d'utiliser mon patois pourrait être considéré comme du folklore... tant pis. Moi, je me bats avec toutes mes forces pour ma langue, pour l'affirmer. Au contraire, ceux qui se démontrent des hypocrites, qu'ils se fassent un examen de conscience.
Je commence donc en reconnaissant, au moins pour une fois, l'effort que l'assesseur Caveri a voulu faire à faveur des langues minoritaires ; en effet, un des sept points du document aujourd'hui en discussion parle expressément de la langue minoritaire et j'avoue que j'ai aussi bien apprécié l'intéressement de l'Assesseur à l'occasion de son intervention en Commission, quand on a débattu le point du DEFR de toute façon je ne peux pas m'exempter d'avancer des critiques ponctuelles].
Je traduis pour les Valdôtains qui ne possèdent encore pas la compétence passive de notre langue arpitane. J'ai affirmé en arpitan que Rassemblement Valdôtain est décidément trilingue étant bien supérieur au concept du bilinguisme, comme le temps est venu pour que nos langues millénaires, considérées minoritaires par les pouvoirs supérieurs, soient considérées finalement des langues officielles en Vallée d'Aoste. Si quelqu'un parmi nous ou à l'extérieur dit que cela ressemble à une fête folklorique et bien, Messieurs, sachez bien que je me battrai avec toutes mes forces pour le temps que je suis ici à l'intérieur et même à l'extérieur pour ma langue, ce patrimoine immatériel que mes grands-parents ont voulu me transmettre et que moi aussi j'ai transmis à mes fils et aux fils de ma femme bien sûr. Au moins pour une fois j'affirme d'avoir bien apprécié l'engagement que l'assesseur Caveri porte sur les langues minoritaires, à faire père de la loi, père putatif, ou quoi sur les minorités linguistiques et historiques d'Italie : comme l'affirme l'Assesseur, il a voulu dédier à cela un des sept objectifs du document en discussion aujourd'hui. Mes remarques quand même ne manquent pas, à commencer de l'engagement financier pas formidable, ces minables 25.000 euros par année sur les trois années font 75.000 euros pour "Proseguire la cooperazione con le altre autonomie speciali per salvaguardare e valorizzare la specificità valdostana". Et bien, 75.000 euros pour ce projet ambitieux, Messieurs de la majorité, ce n'est pas grand-chose. Si vous rapportez cela à 5.000.000 d'euros pour réaliser un dépôt à côté de Maison Caravex, ça vous donne l'idée de la proportion. Mais je me demande si ce projet comprend même les communautés qui parlent encore le franco-provençal dans les vallées piémontaises ou pas. En outre on ne parle plus de la traditionnelle rencontre internationale du franco-provençal: c'est une fête importante qui donnait de la visibilité et du prestige à notre langue. C'est le cas - et je le répète pour l'énième fois - de la reproposer.
Donc merci pour l'effort au collègue Caveri, mais, pour ce qui me concerne, votre effort n'a pas encore joint la suffisance. À page 125 seulement trois petites lignes sont dédiées aux " Rapporti con le altre minoranze linguistiche". Je traduis de l'italien: "l'objectif stratégique est totalement cohérent avec le programme du Gouvernement. Notre Région doit utiliser au mieux le particularisme linguistique qui la caractérise". Bravo! Ce sont des mots forts sans retentissant, mais est-ce que cela correspond à la réalité? Je dirais que non. Ce n'est pas exactement ce qui est en train de se passer chez nous. Plus en bas l'assesseur Caveri fait affirmer: "La tematica della salvaguardia del particolarismo linguistico è da sempre tema cardine a sostegno dell'autonomia valdostana, elemento di riferimento...", et cetera. Là je réfute radicalement ces déclarations pour la simple raison que, même s'il s'agit de votre espoir comme du mien, Monsieur l'Assesseur, la vérité est dramatiquement différente. Ce n'est pas vrai que le particularisme linguistique a été le tema cardine a sostegno dell'autonomia valdostana au moins pour ce qui concerne les deux langues minoritaires. Heureusement pour le français on n'a pas encore tout rayé. Il est bien évident qu'au long de ces 75 ans du Statut d'autonomie aucun Gouvernement valdôtain, que ce soit la vieille Démocratie Chrétienne, soit les partis de Gauche, soit les autonomistes, l'Union Valdotaine ou pas, n'a jamais soutenu l'introduction du franco-provençal dans le Statut. Depuis 75 ans il n'a jamais été utilisé. Encore une fois ce sont les élus de l'Union Valdôtaine qui sont contraires à tous les patois arpitans. Ils s'opposent à une grande partie de notre culture et à la valorisation de notre langue et qui est l'esprit profond de nombreux Valdôtains depuis 1945. Encore aujourd'hui, aussi ici à l'intérieur de cette Assemblée, je dois me battre comme un fou pour me voir reconnaitre un droit prévu par la loi d'État et, je le répète, un droit que surtout l'Union Valdôtaine et le PD ne veulent pas respecter, pire que les Fascistes qui au moins obéissaient à une loi, vous le contraire.
Il y a presque un an que j'ai demandé l'application du droit d'utiliser la langue des Valdôtains dans cette Assemblée. Au contraire, non, jamais j'aurais imaginé de voir des fils de Valdôtains me le refuser, on dirait plutôt des fascio-autonomistes. Monsieur le président Bertin, naturellement ces messages sont adressés même à vous. Tous les Valdôtains désormais savent bien que tant soit les soi-disant progressistes, que j'appelle le PD, soit la nouvelle et autoréférentielle Union Valdôtaine qui est en train de se recompacter de quelque façon ne feront jamais des grosses normes pour notre langue.
Et je passe à l'assesseur Guichardaz. Là ça va être encore plus corsé. Lors de la votation du Gouvernement Testolin le printemps passé j'avais avancé mes doutes quant au choix de vous nommer à la charge d'Assesseur à la culture et à l'instruction; vous vous rappelez bien? J'étais en effet convaincu que vous n'étiez pas le bon administrateur au bon endroit. Rien de personnel avec vous, mais sachez que vous êtes l'Assesseur à la culture valdôtaine et à l'instruction. Notre culture a terriblement besoin d'être soutenue et valorisée, alors que mon impression est que vos décisions ne vont pas dans la direction souhaitée par les Valdôtains et par moi en premier. J'ai eu la possibilité, samedi passé, de bien écouter votre intervention de salutation à l'occasion du salut aux nombreux petits Valdôtains qui ont célébré l'anniversaire des dix ans du groupe folklorique des jeunes du Comité des traditions valdôtaines d'Aoste. Des mots de forte appréciation de leurs performances, des pompeux louanges adressés à une belle réalité de jeunes. Tout parfait. Ces jeunes justement s'attendaient des mots d'encouragement et de soutient et c'est ce que vous avez fait, mais tout simplement en parlant uniquement en italien. Vous avez été le seul parmi les dizaines de Valdôtains qui se sont présentés sur scène à ne pas dire un seul mot ni en français ni en patois. Tant pis pour moi que je vous connais, je peux connaître bien vos positions et votre capacité de passer d'une partie à l'autre des thématiques, mais c'est à la sortie du spectacle que j'ai entendu dire: "T'a sentù l'Assesseur? Maque llu l'a predjà italièn" ["Hai sentito l'Assessore? Soltanto lui ha parlato in italiano"]. Ce sont les petits Valdôtains qui l'ont remarqué, donc vous pouvez imaginer quel désespoir. Les enfants valdôtains regardent. On peut leur raconter n'importe quoi mais eux regardent aux exemples et votre exemple, à mon avis, n'a pas été un grand exemple. Un petit effort pour ce qui est de l'épanouissement de notre langue serait nécessaire.
Passons à l'école valdôtaine. Dans votre programme j'ai lis à page 137: "consentendo ai giovani di vincere le paure e incertezze potenziando i servizi di ascolto e supporto psicologico nelle scuole al fine di tutelare al meglio il benessere degli studenti e del personale scolastico". La cosa mi inquieta, perché cosa significa? Sostiene anche lei quella schiera che io definisco paranoici plurilaureati, che propongono di somministrare gli antidepressivi ai bimbi da 0 a 6 anni se per caso non seguono conformemente le direttive prestabilite da qualche funzionario romano? L'ho letto su diversi intendimenti scolastici. Questo supporto psicologico comincia a preoccuparmi, che i bambini valdostani, quando entrano in una scuola valdostana, sentano parlare la loro lingua questo sicuramente è un supporto psicologico e non la considerino una barriera com'è successo a me, com'è successo a tanti Valdostani, che, entrando in una scuola, si sono trovati un sistema allofono. I bimbi valdostani hanno bisogno di sentirsi a casa propria perché sono a casa loro, sono in Valle d'Aosta e qui a casa loro ed è bene che le strutture pubbliche utilizzino anche la loro lingua.
Stesso discorso vale per lo sviluppo del sistema integrato 0-6 anni, sempre a pagina 137 si riporta: "Garantire pari opportunità di accrescere le proprie potenzialità di relazione, autonomia, creatività", eccetera. Questa è la famosa legge delega 107/2015 del decreto delegato 65/2017, quella legge di riforma del sistema educativo scolastico italiano voluta dal mai sufficientemente maledetto Governo Renzi, a mio avviso, e prevista dalla legge 107. Io le ricordo però che la legge 107 al comma 6 dell'articolo 14 prevede che: "Le disposizioni del presente decreto si applicano alle Regioni a Statuto speciale compatibilmente con i rispettivi Statuti speciali e le relative norme di attuazione, sempre nel rispetto della legge del 2001", ad esempio, addirittura, le modalità di attuazione di questo decreto valgono per i servizi educativi e le scuole dell'infanzia per l'insegnamento della lingua slovena e bilingue sloveno-italiano nel Friuli-Venezia Giulia, quindi ripeto l'invito a utilizzare le nostre lingue storiche anche in questi nuovi istituti. 0-6 anni: la cosa mi preoccupa parecchio, ne parla anche l'Assessore alla sanità ma ci ritornerò.
Io mi chiedo: ma questi Enti locali? Volete proprio farmi scoppiare? Abbiamo uno Statuto speciale, abbiamo un Consiglio che può esprimersi su competenze concorrenti, ma è il caso che i Sindaci valdostani, con tutto quello che hanno da fare, con i limiti del personale e tutto quanto abbiamo sentito recentemente, si debbano occupare di gestire i servizi educativi per l'infanzia da 0 a 6 anni? Di vigilare, di monitorare e verificare il funzionamento, attivare, coordinare la pedagogia, coordinare la programmazione dell'offerta formativa, promuovere le iniziative di formazione, definire le modalità di coinvolgimento e di partecipazione alle famiglie, facilitare altre iniziative; ma è il caso che siano i Sindaci ad occuparsene? Non è forse meglio e bene che rimangano le maestre, che finora hanno fatto un lavoro formidabile con questi bambini, a organizzare il loro lavoro? Sono state formate, hanno anni di esperienza, sapranno pur come si trattano questi bambini, è necessario che anche lì la politica e gli Enti locali debbano mettere il naso? Io mi immagino il mio Sindaco di Charvensod che va ad attivare un coordinamento pedagogico del nido, ma anche no, grazie.
Rimango sul tema, Edelweiss, quindi, assessore Marzi, con tutte le criticità del sistema sanitario valdostano lei deve proprio occuparsi - leggo l'obiettivo - MA 4.14 di pagina 172: "Dell'avvio della concertazione con gli Enti locali al fine di definire obiettivi e modalità per promuovere l'implementazione delle linee guida pedagogiche per il sistema integrato 0-6 anni e avvio della sperimentazione". Ma non ha altro di cui occuparsi? Mi permetta. Lei lo sa che i Valdostani devono andare in Piemonte a curarsi e devono attendere anni prima di essere operati o comunque ricevere visite diagnostiche? Per favore, mi rivolgo anche a lei, lasci da parte queste schiere di psicologi, sessuologi e para-insegnanti, lasci i bambini ai loro insegnanti, lasci i bambini dove fino ad ora sono cresciuti e stati seguiti in modo più che degno. Io non riesco a capire perché dovete... questa malattia di essere immanenti... non ho parole, sulla sanità ci tornerò.
Stemperiamo il clima, parlo di demografia. I residenti in Valle d'Aosta al 1° gennaio 2023 leggo che sono ridotti per il nono anno consecutivo sotto le 123 mila unità. I decessi nel 2022 sono inferiori a quelli del 2020 ma superiori a quelli del 2021. Dal 2014 abbiamo perso in pratica 5.300 persone, con meno di 800 nascite all'anno. Sono dati impressionanti. 123 mila abitanti, ricordo, è il Comune di Monza o di Giuliano in Campania. Noto che questo DEFR si occupa di neologismi, ad esempio, ho imparato il termine "femminizzazione", il termine "degiovaninamento", il problema invece è che nel DEFR c'è poca attenzione per una grande categoria: i Valdostani. Tanti sono i Valdostani in difficoltà, l'abbiamo sentito più volte oggi, forse questo Governo non se ne rende conto, è chiuso nel Palazzo, io non riesco a capire; sono in difficoltà anche quelli che lavorano, perché hanno ogni giorno da scontrarsi con un sistema burocratico impossibile che questo Governo non ha certo contribuito a semplificare. Il malcontento è generalizzato, ai Valdostani non serve - lo dico chiaro - un surrogato del reddito di cittadinanza, non è nella nostra cultura, noi vogliamo lavorare, ma vogliamo essere messi in condizioni di poter lavorare. Devo fare un accenno alle condizioni disastrate di Aosta per esempio? Non la faccio più lunga, al limite ci ritorno più tardi.
Questo Governo naturalmente è organizzato, abbiamo tavoli tecnici, coordinamenti, tavoli di lavoro, task force, cabine di regia e quant'altro ancora, però le risposte ai Valdostani, da cosa si legge e da cosa si sente, sono, a mio avviso, direi scarse. Leggo sul foglio A3 che mi sono fatto stampare, perché non riuscivo a leggerlo sul DERF, ad esempio, che questo Governo sta studiando d'impegnare una montagna di soldi e da notizie giornalistiche pare che sia ancora cresciuta questa montagna di soldi: 2 milioni e 600 per un sentiero a Cignana, 3 milioni e mezzo per potenziare la capacità digitale sui fondi PNRR, 4 milioni di euro per un consolidamento strutturale della Biblioteca regionale, con la speranza che non buttino giù un altro pezzo di mura romane, come era già successo, qui però il finanziamento è ancora da definire. Abbiamo 856 mila euro per pavimentare la piazza antistante l'area megalitica, vedremo i prossimi giorni di cosa si tratterà, sarà marmo, non lo so, 1 milione per la Villa romana della Consolata, 1 milione e 900 mila euro per riallestire il Museo archeologico, 1 milione e mezzo ancora al Castello de La Tour, 3 milioni e 700 mila euro per il Monastero della Visitazione ad Aosta, 5 milioni e 700 mila euro per un parcheggio al Castello di Aymavilles, 1 milione e 600 mila euro per lavori di realizzazione di sondaggi geognostici in diverse parti, quindi per più volte, qui si va a cercare l'acqua, può essere anche utile. Sui 18 milioni di euro di pavimentazioni stradali regionali chiedo all'Assessore, sempre che non mi dica che anche qui non è di sua competenza, come gli è stato chiesto durante un'interpellanza, se si occupano anche di quei famosi dossi che avevo chiesto di occuparsene; qui si continua a rimpallare la competenza tra Comune e Regione, i dossi sono ancora lì, mi pare che in questi giorni il Sindaco di Gignod abbia tolto quegli impossibili dossi al Cré, però abbiamo dei dossi che non sono regolamentari perché non rispettano il Codice stradale, glielo ho fatto evidente, non ho visto un dosso che è stato toccato, quindi, visto che asfaltate, almeno dove asfaltate vedete di sistemarli. 11 milioni per l'Ospedale di Verrès ma ben 35 milioni per il secondo lotto dell'Università, senza parlare dei 37 milioni per l'ex Maria Adelaide. Io mi chiedo che cosa si può fare con 37 milioni per recuperare una scuola che, a detta di tanti, era una delle belle scuole valdostane; sinceramente demolirla per spendere tutti quei soldi mi chiedo se, secondo voi, è una scelta oculata, proprio perché stiamo parlando di difficoltà economiche per tanti Valdostani.
Nel DEFR si mettono le mani avanti per quanto riguarda i dati economici, al momento non sono ancora disponibili per il 2022 i dati consolidati della contabilità statale, dati relativi alle dimensioni macro-economiche regionali, quindi si continua a ragionare su questo DEFR con i dati del 2021, e qui vengo in risposta alla collega Minelli, che dice: "Ma perché arriva così tardi questo DEFR?". Probabilmente stavano aspettando i dati macroeconomici regionali che non abbiamo ancora, parlo di pagina 18 per chi va a cercarlo. La logica sarebbe che lo scorso anno l'economia regionale aveva avuto una crescita del 3,2%, dopo il rimbalzo del 5% del 2021, ma in seguito al 9,8% di recessione del 2020. Tutto questo per dire che siamo ancora sotto i livelli del 2019. Sta di fatto che l'economia valdostana non gode di ottima salute, però il Palazzo ha tanti soldi, e questo l'abbiamo capito. L'elaborazione O.S. su dati Istat e (incomprensibile) dicono che anche per i prossimi tre anni la Regione avrà un tasso di crescita inferiore a quello della Provincia di Bolzano o dell'area nord-ovest.
Mi fermo al benessere economico un attimo e mi soffermo sul reddito medio disponibile pro capite delle famiglie valdostane, il dato più recente del 2020 attestava 21.200 euro, inferiore a quello dell'area nord-ovest del 3,5%. Nel 2021 in Valle si stimava che gli individui in condizione di povertà relativa fossero il 3,8% del totale, sebbene sia un dato inferiore a quello della media italiana, però è importante l'indicatore del benessere economico, ovvero la percentuale di famiglie che dichiarano la propria situazione economica peggiorata o molto peggiorata rispetto all'anno precedente; circa un terzo delle famiglie valdostane l'anno scorso sosteneva di avere una situazione economica peggiore e con gli aumenti dei prezzi che abbiamo avuto, non parliamo poi delle tasse, non immagino che sia migliorata questa situazione, ma per il 2022 - ripeto - non abbiamo i dati, sono solo previsioni.
Vado oltre, non ho trovato sul DEFR quest'anno nessuna analisi delle condizioni economiche dei Valdostani, ma quel che è certo è che la situazione preoccupante dell'anno scorso non può essere migliorata. A pagina 60 leggo che: "Il rischio di povertà percentuale di persone che vivono in famiglia con un reddito netto equivalente o inferiore a una soglia di rischio povertà fissata al 60% della mediana della distribuzione individuale del reddito netto equivalente..." e non ve lo traduco in italiano, questo rischiosissimo dato in Valle d'Aosta è salito dal 6,1% del 2019 all'8% del 2021, e questo dato è preoccupante.
Continuo a ribadire che bisogna occuparsi anche dei Valdostani e non soltanto delle strutture pubbliche regionali e di quelle comunali. Ho sentito dire che il bilancio ammonterà a 1 miliardo e 800 milioni, diviso 123 mila abitanti mal contati, siamo a 14.630 euro pro capite, compresi i bambini e anziani, 60 mila euro in una famiglia media. Sono già cifre grandi per i piccoli numeri che abbiamo.
Qui la mia considerazione è che forse per 123 mila abitanti cominciamo ad avere delle strutture un po' troppo ingombranti, abbiamo forse troppe strutture, troppi enti; forse una gestione più dinamica di questa piccola comunità di 123 mila abitanti sarebbe un vantaggio non solo per i costi pubblici, non solo per la macchina burocratica, ma per la vita quotidiana di ogni cittadino. Forse seguire federalismo e autonomie è stata sicuramente la nostra traccia, la nostra stella polare io la considero, però i tempi sono cambiati, sono passati 75 anni, forse parlare di sussidiarietà con i carichi attuali burocratici, come sta già praticamente avvenendo in tanti reparti per i Comuni, forse è il momento di fare una considerazione a tutto tondo.
Della sanità non parlo, ci ritorneremo, nonostante i bizantinismi dell'assessore Marzi non si riesce neanche più a giustificare questa situazione imbarazzante.
Sui trasporti non sto a infierire, preoccupati come siamo di raggiungere il fossil fuel free, questa nuova religione, questa setta di nuovi Ministri del culto che viaggiano con elicotteri privati sulle nostre montagne, però giustamente lanciano messaggi ecologisti o adepti che si immolano sulle strade e si fanno investire dalle auto pur di bloccare lo sviluppo o imbrattare opere d'arte uniche al mondo, è meglio non occuparsene troppo. Sappiamo che ci sono dei grossissimi disservizi sui trasporti pubblici, non la faccio più lunga.
Della sicurezza non se ne parla quasi mai, continuo a chiedere al Presidente di Commissione competente di ricevere in Commissione sia l'Osservatorio della criminalità, sia, come prevede l'articolo del regolamento, di affrontare questo tema della criminalità, pare che sia un argomento tabù, eppure vi garantisco che per tanti Valdostani la sicurezza è un punto importante e affrontarlo qui, all'interno della nostra Assemblea, mi pare una cosa logica e doverosa.
Sulla raccolta rifiuti leggo una riga in mezzo sul DEFR, che cito: "La produzione di rifiuti urbani prodotti in termine pro capite eccede in misura significativa al dato medio italiano: 600 chili/abitante contro i 500 della media statale" e qui finiscono gli studi e le proiezioni sull'argomento rifiuti. Io mi chiedo se di questi 600 chili/abitante contate anche i turisti o no, perché probabilmente può cambiare, un po' come quando le bottiglierie di Courmayeur vendevano alcolici a go-go e si diceva che gli abitanti di Courmayeur erano i maggiori consumatori di alcolici, se vendevano alcolici a ogni pullman che passava... Qualche rassicurazione su questo dato dei rifiuti ma ci ritorneremo sui rifiuti.
Vado alla conclusione, digital divide, vi parla un tecnofobo come me, che ho veramente poca dimestichezza con le tecnologie, però i dati dell'anno scorso erano che tre famiglie valdostane su dieci non hanno ancora la disponibilità di un PC e una connessione da casa. La Regione ha fatto un investimento folle con i soldi del PNRR sullo sviluppo della rete pubblica immagino, sarebbe utile, visto che l'e-commerce delle imprese è passato dal 17% nel 2019 al 20% e nel 2021 al 30,9%, quindi vedo che la volontà di seguire gli sviluppi tecnologici c'è in Valle d'Aosta... nonostante le mie difficoltà, però sarebbe utile capire se l'Amministrazione regionale vuole occuparsi anche dei Valdostani, delle imprese valdostane e non solo del suo circuito interno.
Termino con la qualità della vita: Aosta è una vergogna, io da bambino crescevo in via de Tillier quando passavano le macchine e il caos che c'è adesso non l'ho mai visto, è un caos impresentabile e non basta che l'Amministrazione regionale dica che non è di sua competenza.
Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Restano, ne ha facoltà.
Restano (GM) - Effettivamente è difficile intervenire dopo tanti interventi così sempre di mezz'ora da parte dei componenti della minoranza, senza poter confrontarci con i colleghi di maggioranza; cercherò però di esprimere le mie considerazioni sul DEFR.
Se dovessi dare un titolo a questo DEFR, lo intitolerei: "Nulla di nuovo sul fronte valdostano", perché obiettivamente, rivolgendomi per primo al Presidente del Consiglio, Signor Presidente, dopo otto anni credo di discussione di DEFR, non siamo ancora arrivati a convocare una seduta apposita. Prenderemo due giorni a confrontarci sul DEFR, come oramai è consuetudine, rinviando tutto il resto dell'ordine del giorno del Consiglio. Parliamo degli atti ispettivi e delle nostre proposte che sono quelle di una parte dei Valdostani che sono degne di essere ascoltate quanto meno e considerate. Io chiederei a lei e a tutti i Capigruppo di prendere in considerazione questa suggestione. D'ora in poi, quando ci sono delle sedute importanti, convochiamole a parte, è una nostra opportunità. Niente di nuovo perché continuiamo a discutere il DEFR qualche giorno prima del bilancio. Guardi, presidente Testolin, secondo me, era più corretto discuterlo insieme al bilancio, perché discuterlo pochi giorni prima... non aggiungiamo niente di più. Prendo a spunto le considerazioni del collega che mi ha preceduto e che ha detto che siamo come il Comune di Monza, molto probabilmente lì lo discutono a giugno il DEFR se c'è; però mi sono preso la briga di guardare altre Regioni più importanti della nostra e riescono a discuterlo a giugno e in questo periodo discutono già la variazione al DEFR prima del bilancio. Ci siamo passati tutti, sappiamo che anticiparlo a giugno è difficile, perché in quel periodo siamo occupati con l'assestamento, o perlomeno siete occupati con l'assestamento, però sarebbe cosa corretta nei confronti di questo Consiglio, al nono anno d'applicazione, provarci. Questa è un'altra suggestione che voglio lasciare al presidente Testolin.
Devo dire, signor presidente Testolin, che dal suo pragmatismo, dal suo dinamismo, mi aspettavo qualcosa di più, nei contenuti e nella forma; come mi ricorda qualche collega, in politica a volte la forma è sostanza, però, a differenza delle colleghe di PCP, in questo DEFR io vedo la fotografia del programma di governo e delle persone che interpretano questo ruolo, anche perché è detto tutto sul DEFR e chi oggi vi parla dai banchi della minoranza può anche dire il contrario di tutto, fa parte dei ruoli.
Come in tutti i DEFR, ci sono delle cose giuste, delle cose sbagliate, ma una cosa che ritengo opportuno lasciare all'Aula è una considerazione sull'impostazione del DEFR, si ragiona in maniera verticale, per silos, per Assessorati. A volte è opportuno anche ragionare e cogliere l'opportunità di ragionare in maniera trasversale e vi faccio degli esempi: l'acqua viene trattata dall'Assessorato dell'ambiente e lavori pubblici, viene trattata dalla sanità e viene trattata dall'agricoltura. Le recenti norme approvate a livello europeo, a livello statale e anche parte dalle norme che abbiamo discusso qua la trattano come un tutt'uno e riguarda tutti questi Assessorati. Faccio la diagnosi e non vi do la ricetta, perché compete a voi fare la ricetta o perché forse non mi sento in grado di darla... però è un'altra considerazione che vale la pena di tenere daccanto per la prossima volta.
Devo dire invece che il ragionamento per obiettivi strategici ha portato una certa novità all'interno del documento economico-finanziario, anche la parte che riguarda gli obiettivi degli scorsi anni e i nuovi obiettivi. Questo però ci permette di fare una considerazione: il 33% circa degli obiettivi riguarda nuovi obiettivi, gli altri sono obiettivi che ci trasciniamo dall'anno precedente, quindi dobbiamo valutare se è un aspetto positivo o meno. Sicuramente ci porta a dire, soprattutto dopo aver ascoltato la conferenza stampa di presentazione del bilancio, che il DEFR e il bilancio sono forse un po' carenti di idee, di fantasia, ma si limitano ad allocare risorse nei singoli Assessorati e a distribuirle e di risorse dobbiamo dire che ce ne sono parecchie, ce ne sono tante e forse si riesce ad accontentare una parte dei Valdostani, una parte degli Assessorati ma, in mancanza di un reale progetto di governo, di un ragionamento strutturato, non si riesce a fare quel cambio di marcia che tutti ci aspettiamo. Il cambio di marcia lo vediamo poi forse prima dalla corretta e giusta analisi del contesto europeo, nazionale e regionale, dall'elaborazione di questi dati e anche dalle analisi che non sono state fatte e nell'analisi - perché mi sono confrontato con l'Assessore competente allo sport - non c'è un dato sullo sport. Devo ringraziare la dirigente che, dopo la mia richiesta in audizione, si è premurata di chiamarmi e di fornirmi alcuni dati.
Quello che volevo lasciare all'Assessore durante l'audizione, a tutti colleghi e oggi all'Aula è che i dati servono per essere analizzati e poi per fare delle proposte, che non sono quelle che noi necessariamente ci limitiamo a raccogliere dalle parti interessate, dagli stakeholder e quindi dalle federazioni sportive in questo caso, perché la politica è lì per dare delle opportunità, quindi deve creare gli uffici preposti, fare analisi e creare quelle situazioni per indurre, nel caso sportivo, le singole federazioni che chiederanno sempre soldi ma a fare delle riflessioni diverse, per capire - e faccio sempre l'esempio dello sport - che non si guarda solo il risultato, ma parlando di sport si guarda la salute/sanità, si guarda i corretti stili di vita, ci interessa la scuola. Anche questo è un ragionamento più trasversale che verticale, quindi l'analisi è una componente importante che ci permette a tutti di fare delle riflessioni e di avanzare delle proposte corrette. L'analisi del contesto ci dice che la Valle d'Aosta, per certi aspetti, cresce ma meno di altre realtà, ma soprattutto ci consegna una fotografia della situazione della popolazione valdostana. Ci sono sempre meno nascite, come hanno ricordato i colleghi che hanno parlato prima di me, ma soprattutto abbiamo una popolazione di anziani che aumenta in maniera notevole. Il 25% dei Valdostani è sopra i 65 anni, abbiamo un saldo negativo per quanto riguarda le nascite e abbiamo una situazione di stranieri che parla del 27% di Rumeni, 19% circa di Marocchini e così via pian piano. La domanda che ci dobbiamo fare, secondo me, come prima cosa è chiederci: ma tra 15 anni chi sarà la forza lavoro in Valle d'Aosta? Chi produrrà? Dovremo ricorrere, come già sta avvenendo, a manodopera proveniente da fuori Valle, magari a ditte con sedi fiscali fuori Valle, quindi non porteranno neppure soldi alle nostre casse? Il ragionamento che dobbiamo fare insieme è quello, come già detto da qualcuno, di incrementare le nascite, ma forse, colleghi, la popolazione autoctona non è più sufficiente e il ragionamento va esteso, bisogna capire il fenomeno e cercare di gestirlo prima di doverlo subire. Forse abbiamo già iniziato a subire questo fenomeno e nulla è stato scritto se non qualche piccolo accenno su questo, per risolvere questa questione, che invece meriterebbe molta attenzione da parte dell'organo politico.
Altro aspetto che dovremmo tenere in considerazione per quanto riguarda le proposte future riguarda i singoli Assessorati. Come prima cosa verrebbe da parlare della sanità, ma in questo caso abbiamo trattato da poco il piano della salute e del benessere sociale, direi che il DEFR è un perfetto Bignami del piano della salute e del benessere sociale e l'Assessore ha riportato nelle dovute maniere tutto quanto indicato nello stesso piano della salute e del benessere. In occasione di quella discussione mi permisi di segnalare delle questioni, segnalai attraverso un ordine del giorno la mancanza di un punto riguardante l'igiene degli alimenti, veniva trattata solo l'igiene degli alimenti di origine animale. Ahimè e mi piacerebbe non dover dire: "Ve l'avevo detto", la situazione delle mense valdostane oggi ci porta l'attenzione sull'igiene degli alimenti e noi ci siamo dimenticati di segnarlo sul piano della salute e del benessere sociale, si tratta di prevenzione in questo caso, ma anche sul DEFR. Ho predisposto un ordine del giorno per cercare di correggere quest'anomalia.
Sempre per quanto riguarda la parte della sanità, si parla dell'ente strumentale che interessa la riorganizzazione da parte dei servizi socio-assistenziali, si parla di attrattività; direi che negli ultimi mesi siamo stati un po' latenti su quest'argomento, ci sono delle norme, abbiamo fatto l'assestamento di bilancio, sono state allocate delle risorse e delle norme che attendono di essere discusse, predisposte e modificate in sede di Commissione. Per quanto riguarda la revisione del Dipartimento di prevenzione, viene posto come uno degli argomenti cardine, anche qui interverrò con un ordine del giorno specifico, sarebbe opportuno confrontarsi su questo tema che è ritenuto dal Governo di fondamentale importanza, quindi necessita, a nostro modo di vedere, di un confronto in Commissione per capire se vi sono delle differenze interpretative tra il piano della salute e il documento economico-finanziario e come intende l'Azienda sanitaria interpretare questa riforma che non riguarda solo argomenti attinenti il Covid o altre patologie di questo tipo, ma riguarda a tutto tondo la prevenzione primaria. Abbiamo già parlato del personale, dell'ente strumentale in altra occasione; non ho predisposto un ordine del giorno apposito perché ritengo che l'Assessore competente e il Presidente abbiano preso nota delle suggestioni che abbiamo lasciato loro e dell'elevata professionalità di tutto il personale, dalle OSS agli educatori che dovrebbero avere la possibilità di scegliere, dopo tanti anni di lavoro, sotto quale organismo andare a lavorare, se l'ente strumentale o rimanere personale dell'Ente Regione.
Per quanto riguarda la scuola, quindi la trasversalità degli argomenti che vengono trattati, vi segnalo che nel DEFR si poteva forse porre un pochino più di attenzione sulle recenti notizie, mi aspettavo un emendamento al DEFR da parte della maggioranza. Le notizie, leggendo anche delle riviste specializzate, ci dicono che la scuola più severa d'Italia si trova in Valle d'Aosta, il doppio dei bocciati rispetto alla media nazionale. Sarebbe interessante capire l'interpretazione di questo dato, se è una questione di eccellenza o se dobbiamo imputare a questo anche il tasso di abbandono scolastico. Queste notizie sono del 19 e 20 ottobre, si poteva inserire nel DEFR qualcosa di apposito, invece vi è una frase e guardo l'Assessore... che bisogna riflettere sull'abbandono scolastico. Si pone l'accento sulla formazione e l'aggiornamento del corpo insegnante, non si dice che probabilmente, come mi è giunta informazione da alcuni insegnanti, gli insegnanti oggigiorno sono impegnati molto nelle pratiche amministrative, che hanno rinunciato a dei progetti perché troppo pesanti e non sono in grado di portare avanti le pratiche amministrative e torno su un cavallo di battaglia delle colleghe di PCP: forse manca personale amministrativo, dobbiamo provvedere e permettere al personale insegnante di svolgere il proprio ruolo naturale.
Ripeto: la problematica dei pasti nelle scuole del Comune di Aosta. L'Assessore competente del Comune di Aosta ha annunciato tante cose, ma la competenza è dell'Assessorato della sanità, che deve dare gli indirizzi di controllo, può vedere magari a predisporre degli appositi audit, questo a tutela di tutte le parti, io non sto a sindacare le responsabilità, dico che ci sono dei contratti e che le parti hanno il diritto di far valere le proprie ragioni, ma soprattutto abbiamo il dovere di tutelare la salute dei giovani ragazzi e studenti ospitati all'interno delle mense scolastiche, un altro argomento, se vogliamo, trasversale.
Si parla, per quanto riguarda l'agricoltura, di adeguamento al decreto legislativo 34/2018 al riguardo della filiera legno; mi aspettavo qualcosa di più, perché la Valle d'Aosta su questo tema è fortemente penalizzata rispetto ad altre Regioni, e se vogliamo incrementare la filiera legno, dobbiamo avere il coraggio di cercare di stimolare le aziende private a impegnarsi su un territorio che è molto impegnativo rispetto ad altre realtà regionali e che oggi, non avendo delle aziende di questo tipo, non essendo incentivate, vedono nell'ente pubblico l'unica risorsa che può permettersi di andare a curare il nostro patrimonio boschivo.
Leggo con piacere e in dirittura d'arrivo la norma che riguarda la mobilità ciclistica nei nostri sentieri; sarebbe opportuno, Assessore, che spontaneamente si presentasse in Commissione per dirci qual è la soluzione che avete trovato. È un argomento che abbiamo trattato per lungo tempo, che è stato dibattuto all'interno di quest'aula, forse con molta modestia se ci si confronta in Commissione, potremmo fornire qualche suggestione, guardando anche quello che avviene in altre Regioni.
Per quanto riguarda il turismo, il contenuto della proposta di DEFR riprende quello che era il programma, quello che è stato scritto va in continuità con quanto portato avanti dal collega che l'ha preceduta, assessore Grosjacques. Ho già detto della parte che riguarda lo sport, se riuscissimo a capire sul territorio quanti ragazzi svolgono attività sportiva e che tipo di disciplina, potremmo orientare anche degli investimenti strutturali, nell'Alta Valle mi sembra che manchi un poligono di Biathlon, che manchi una pista di Skiroll. Leggo con piacere che si pensa di allungare la pista ciclabile, che sono messi dei fondi, interverrò anche in questo caso con una specifica suggestione e con un ordine del giorno, le nostre piste vengono utilizzate da chi pratica gli sport invernali, da chi pratica la corsa, da chi passeggia, da chi porta a spasso il cane e forse tenerla con le larghezze minime previste dalla legge può diventare un pochino pericoloso se sono intese come piste ciclo-pedonali; d'altro canto i nostri giovani e turisti devono poter praticare lo sport o percorrere la Valle d'Aosta come meglio a loro aggrada.
Altra questione che ci può interessare e che riguarda l'aspetto più turistico, e che ho letto con piacere, è quella del piano di marketing. Sarebbe interessante sapere gli indirizzi che la parte politica vuole dare o ha dato a chi dovrà predisporre il piano di marketing, anche in questo caso, per poter lasciare delle suggestioni ma per non subire gli indirizzi dati dai dirigenti piuttosto che da un'azienda privata, poter indicare le nostre volontà, qual è la parte di turismo che noi vogliamo sviluppare. Dico questo perché dall'analisi del contesto emerge che gli stranieri in questo momento, probabilmente causa Covid, non sono numericamente alla pari del turismo da parte degli Italiani. Una volta eravamo a circa il 50%, politicamente la Regione potrebbe prendere una decisione se è il caso di incrementarli, di non incrementarli, stiamo ragionando sull'aeroporto. In virtù di tutte queste scelte strutturali, dobbiamo orientare anche le nostre strategie turistiche, quindi sarebbe opportuno in tal senso avere l'opportunità di confrontarci in seno alla Commissione.
Devo però sottolineare, quando ci siamo confrontati sul piano della salute e del benessere sociale, come tutti i Consiglieri abbiano lasciato delle suggestioni al riguardo di audizioni da fare in Commissione senza poi trovare corrispondenza rispetto a quello che si era detto, cioè le Commissioni non hanno dato le risposte che ci si aspettava dalle suggestioni che abbiamo lasciato.
Detto questo, non sono in grado di dare dei voti o delle pagelle, però posso dire che non mi soddisfa del tutto questo documento economico-finanziario. Come ho detto in apertura, da un Governo che basa sull'esperienza e sulla praticità il proprio modo di agire, si poteva avere qualcosa di più.
Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Ganis, ne ha facoltà.
Ganis (LEGA VDA) - In un momento storico così importante il DEFR 2023-2026 dovrebbe delineare un percorso di ripresa e sviluppo per i prossimi tre anni e porre le basi per la Valle d'Aosta del futuro. Per fare questo, occorre individuare le priorità su cui investire, facendo tesoro dell'esperienza maturata nei momenti di difficoltà, vedi la pandemia, il "Caro energia", le guerre ancora in corso, ma anche prendendo spunto dalle istanze portate in aula dall'opposizione, al fine di consolidare i risultati ottenuti da una fattiva collaborazione tra i vari gruppi politici. È necessario dunque una strategia complessiva, usare tutte le forze disponibili, al fine di raggiungere degli obiettivi condivisibili attraverso una programmazione rigorosa e puntuale, vedi il settore dei trasporti messo in grande difficoltà.
Occorre mettere in atto una gestione efficiente delle risorse provenienti da fondi legati al PNRR, porre particolare attenzione al tema dell'innovazione e della transizione digitale, con occhio di riguardo allo sviluppo sostenibile, non soltanto astrattamente ambientale ma anche in veste economico e sociale. È necessario, a nostro avviso, individuare i bisogni emergenti dal territorio e quelli primari dei cittadini, il diritto al lavoro, il diritto allo studio, il diritto alla casa - credo che il collega Manfrin ne abbia fatto una battaglia personale -, il diritto di potersi curare presso le nostre strutture sanitarie, poter accedere ai servizi socio-sanitari e socio-assistenziali, bisogni finalizzati a rendere migliore la vita dei nostri cittadini. Importante sarà semplificare e di rendere più facili i canali di interazioni e di comunicazione tra cittadini e imprese.
Altro tema sarà quello di rendere più sicuro il nostro territorio da rischi idrogeologici, come spesso abbiamo evidenziato in questo Consiglio; un esempio potrebbe essere quello di effettuare una pulizia straordinaria dei nostri torrenti.
Per quello che riguarda il rilancio del sistema economico, produttivo e commerciale valdostano, occorrono interventi mirati al sostegno delle attività economiche, non soltanto attraverso contributi a fondo perduto, ma cercando di mettere in campo vere e proprie strategie commerciali. Noi un piccolo input l'abbiamo dato attraverso la presentazione di una proposta di legge: quella sui distretti del commercio. Questo a dimostrare che, come gruppo politico di minoranza, abbiamo lavorato intensamente attraverso un'opposizione costruttiva e propositiva, mettendo sempre al centro il benessere dei nostri cittadini.
Ringrazio il gruppo Lega, il nostro Capogruppo e il Vicecapogruppo, sempre pronti e disponibili a collaborare, ringrazio tutti i colleghi che sono intervenuti per dare a questo DEFR la giusta importanza.
A nostro avviso, c'è ancora tanto lavoro da fare e per questo motivo, come gruppo, abbiamo portato in Consiglio un numero importante di ordini del giorno, con la finalità di migliorare la vita della nostra comunità.
Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Chatrian, ne ha facoltà.
Chatrian (AV-VdA Unie) - Qualche considerazione sul documento più importante di natura politica che questo Consiglio ogni anno si accinge ad approvare. Ho ascoltato attentamente il dibattito avvenuto in aula, prima l'illustrazione da parte del Presidente della Regione e poi i vari interventi dei colleghi, soprattutto dai banchi dell'opposizione. Nel momento in cui si affronta un documento tutto politico, penso che sia fondamentale inquadrare qual è lo stato dell'arte, la temperatura del nostro termometro socio-economico, prima di passare indubbiamente alla strategia e, di conseguenza, agli obiettivi che gradiremmo intercettare, cogliere e soprattutto raggiungere. Sintetizzerei così l'inquadramento, non so se avete avuto modo di leggere le prime 30 pagine del documento, dove la Valle d'Aosta si posiziona nella fascia alta all'interno del sistema statale, ci sono degli spazi di miglioramento, ma l'asticella è posizionata nella prima parte legata alle Regioni dove gli indicatori danno dei risultati e mettono in evidenza dei risultati discreti/positivi. Questa è la prima considerazione.
La seconda è sicuramente una Regione che è a macchia di leopardo, che ha delle velocità diverse, anche perché la comunità valdostana ha delle esigenze diverse. La parte delle vallate laterali ha delle esigenze diverse e la vallata centrale, che è erogatrice principalmente di servizi, da una parte, eroga dei servizi a tutta la comunità, dall'altra parte si gioca delle partite nel terziario e nella Bassa Valle nel settore più industriale.
Questo contorno è importante nel momento in cui si affrontano temi di natura programmatica e soprattutto di divisione, di conseguenza vorrei fare con voi qualche passaggio importante che troviamo proprio all'interno di questo documento. Il primo è il tessuto produttivo che ci dà una prima immagine che è legata sicuramente alla fine del 2021-inizio 2022 dove il registro delle imprese aumenta, questo è il primo dato, poi possiamo mettere in evidenza le criticità, ma dobbiamo magari ogni tanto anche mettere in evidenza i punti di forza e i punti dove i tassi comunque e le iscrizioni superano gli abbandoni. Il secondo tassello su cui vorrei soffermarmi è quello del mercato del lavoro; nel corso del 2022 è proseguita l'evoluzione positiva del trend occupazionale, quindi in tutta l'analisi noi ci posizioniamo nella parte alta della classifica, ma non siamo i più bravi. C'è sicuramente lo spazio di miglioramento ma i dati del mercato del lavoro ci mettono in evidenza che si va comunque a rafforzare nel corso dell'anno gli occupati, che il livello medio degli occupati sta crescendo e che sono circa 555 mila gli occupati in Valle d'Aosta per mettere a disposizione e a fattor comune qualche ordine di grandezza, con attorno circa 3 mila unità che ad oggi cerca lavoro, questo il secondo dato.
L'altra considerazione che volevo fare è quella legata alla posizione della Valle d'Aosta che si conferma significativamente migliore della media italiana, con un tasso di occupazione superiore di circa 9 punti percentuali. Questi sono dei dati, sono degli ordini di grandezza, tanti dei colleghi che sono intervenuti oggi hanno messo in evidenza soprattutto le debolezze, evviva, dove ci sono le debolezze bisogna avere la capacità di trovare una terapia e delle soluzioni in modo che questi tassi di disoccupazione si possano assolutamente abbattere
Dopodiché vorrei fare un ulteriore passaggio, a nostro avviso e a mio avviso, importante: quello dedicato invece al calo della demografia, messo in evidenza in quest'aula, in primis dal Presidente prima e poi anche dagli altri interventi, e questo è un calo comunque che non solo in Valle d'Aosta, non solo nel Nord dell'Italia, non solo in Italia, ma a livello di continente, di Europa principalmente, del "Vecchio" continente, il calo demografico purtroppo è robusto in tutta Europa. Sicuramente le azioni che stiamo mettendo in campo probabilmente non sono sufficienti per non invertire la rotta ma quanto meno calmierarla e su quello penso che avremo modo di confrontarci anche durante il dibattito proprio del bilancio.
L'altro passaggio che invece vorrei fare, sempre a livello di ordini di grandezza, è legato agli studenti universitari iscritti al sistema universitario nazionale, che vuol dire investire in istruzione nelle nuove generazioni e in cultura. Noi pensiamo che su questo possiamo probabilmente fare un po' meglio e nei prossimi anni forse riuscire ad aiutare e ad accompagnare chi è più fragile, chi ha più difficoltà, chi ha i figli che hanno la voglia di studiare di uscire dalla nostra Regione, che hanno la voglia di partecipare al nostro Ateneo e di continuare il loro percorso di crescita, quindi penso che sia il pubblico che debba creare le condizioni a chi ha un po' di meno di poter raggiungere non solo i sogni ma i loro obiettivi. Penso che questo sia un altro dato importante, 2002 sono tanti, sono pochi, questi all'incirca sono gli studenti universitari che oggi la Valle d'Aosta mette in campo a livello generale. Il 60% studia in Piemonte, il 30% studia in Valle d'Aosta e l'altro 10% nelle altre regioni e un po' di meno di qualche centinaio all'estero. Anche questi sono degli indicatori, dei numeri, che vanno analizzati, elaborati e la buona politica deve avere la capacità di poter accompagnare meglio.
L'altra considerazione che vorrei fare è legata al fatto che trovate in questo documento economico-finanziario di programmazione una scelta che può essere per qualcuno positiva, per qualcun altro negativa, per noi è positiva vista la situazione; la Regione continua a non manifestare la necessità di ricorrere a un nuovo indebitamento in quanto il positivo margine corrente, ovvero la differenza tra le entrate correnti e le spese correnti, è ampiamente in grado di finanziare gli investimenti. Penso che questo sia un dato in questo momento importante, da non sottovalutare e che con le nostre risorse riusciamo a garantire una certa qualità di servizio da una parte e dall'altra a fare degli investimenti sul nostro territorio.
Un altro elemento che trovo importante è nella nuova programmazione 2021-2027 dove nei cinque, sei, sette macroprogrammi abbiamo avuto la capacità di candidare nuove aree interne, non solo nella Bassa Valle, non solo nel Grand-Paradis ma anche nella Mont Cervin, dove si giocherà una partita di tutto rilievo nella programmazione 2021-2027, dove i nostri Comuni dovranno veramente mettersi in discussione per valorizzare e utilizzare queste risorse e noi pensiamo che questo sia un altro stimolo importante proprio per poter meglio utilizzare non solo i fondi pubblici, ma per dare delle risposte al nostro territorio.
Un'altra considerazione che troviamo proprio sul documento, e faccio un passaggio perché è importante, è quella indubbiamente legata a quali sono le novità, prima il collega Restano ci diceva che manca di novità questo documento economico di programmazione. Non so se ha avuto modo di entrare nel dettaglio del documento il collega, ma penso al settore dell'agricoltura, ne cito quattro o cinque perché poi avremo modo di discutere gli ordini del giorno: "Il sostegno al comparto agricolo con interventi complementari alle misure del programma di sviluppo rurale". C'è una rotaia, c'è un percorso, dove hai delle regole del gioco ben definite, e la politica ha deciso di affiancare un altro strumento che possa essere più rapido, più veloce, magari con un taglio più piccolo, per poter dare delle risposte più mirate.
Al settore invece del mercato del lavoro, dove viene dedicata veramente una certa importanza all'interno di questo nostro documento... che è quello legato alla sottoscrizione del documento "Alleanza per lavoro di qualità nella Regione". Penso che su questo si sia fatto tanto e si stia facendo parecchio e le nostre aziende stanno oltretutto utilizzando molto bene questi strumenti che la Regione sta mettendo in campo. Come nei nuovi obiettivi più volte discussi negli ultimi sei mesi di quest'anno, e sarà la sfida del prossimo anno, la riforma del settore dell'artigianato di tradizione. Pensiamo che questo sia uno degli obiettivi di natura tutta politica e strategica, poi fra un mese discuteremo, se avremo la capacità e se saremo bravi, per metterlo a terra all'interno del bilancio 2024-2026.
Un'altra novità legata ai numeri che vi mettevo in evidenza prima nel settore universitario, quindi per le nuove generazioni, sarà lo sviluppo di servizi logistici per gli studenti dell'Università della Valle d'Aosta. Penso che questo sia politica, siano degli obiettivi nuovi, inseriti in un documento programmatico che poi la politica dovrà avere la forza di mettere a terra.
Per quanto riguarda la cura del territorio, troviamo all'interno di questo documento veramente non solo risorse, ma la volontà e la capacità di poter dare gli strumenti per presidiare, da una parte, il territorio e, dall'altra, cercare di curare il nostro territorio. Non posso non citare anche solo mettendo in evidenza i passaggi che abbiamo fatto in questi ultimi otto-dieci mesi sull'elemento sanità e sociale; abbiamo approvato il piano per la salute e il benessere sociale ed è normale che all'interno di questo documento ci siano tutti gli elementi del piano d'indirizzo e di obiettivi che poi il bilancio, e soprattutto l'Azienda USL, dovrà mettere in campo.
In seconda battuta non dimentichiamoci, perché comunque ne abbiamo discusso parecchio in Commissione e in Consiglio quest'anno, che è stato approvato finalmente l'atto aziendale, quindi nel momento in cui hai la cornice e il contenuto che è stato approvato, adesso questo Consiglio ha terminato il suo ruolo e toccherà all'Azienda sanitaria indubbiamente, quindi ai dirigenti, ai primari, ai capi dei dipartimenti e al Direttore generale, dare corso a quello che è stato il percorso dell'atto aziendale.
Volevo concludere questo mio breve intervento proprio sul nostro settore penso primario, fondamentale: il turismo. Io penso che rappresenti la nostra Regione, dove da una parte ci sono le risorse naturali, il bene più prezioso che abbiamo che è il nostro territorio, le nostre professioni... apro una parentesi, oltre alle guide alpine di alta montagna, oltre ai maestri di sci, qualcuno ha detto: "Bene, questo Consiglio qualche mese fa ha approvato un'altra figura" dopo anche lì ci sarà solo spazio per poter dare un'ulteriore scelta a quelli che saranno i nostri ospiti... anche su questo dei nuovi obiettivi sono scritti nero su bianco all'interno di questo documento, ne abbiamo parlato sovente negli ultimi anni, ma per la prima volta l'Assessore ha messo nero su bianco uno degli obiettivi strategici: quello di creare le condizioni sul piano urbanistico per l'ampliamento e la riqualificazione di esercizi ricettivi di misure per la riconversione di fabbricati a uso alberghiero per il reperimento di spazi abitativi da destinare ai dipendenti. Nelle vallate laterali, dove io conosco abbastanza bene la situazione, questo è uno dei principali problemi per potere assumere del personale in loco e non regionale, fondamentale per garantire le nostre attività sul territorio.
Mi spiace che i colleghi di Forza Italia non siano presenti in aula, negli altri interventi mi sembra che avessero utilizzato parecchio il fatto di... parlando sovente delle tasse; mi sembra che a livello nazionale la discussione sia ampia, avremo modo di discuterne probabilmente quando affronteremo il bilancio fra un mese e mi pare che, quando qualcuno gridava, urlava: "Abbasseremo le tasse"... mi sembra che lo spazio stia andando nell'altra direzione, anche sul settore casa e anche in certi settori, dove realmente - e mi spiace che non siano presenti in aula - certi colleghi ne avevano fatto una bandiera del fatto di non andare a toccare nelle casse o nelle tasche dei cittadini, soprattutto aumentando le tasse, perché non è mai bello, se possibile, aumentare le tasse.
Concludo dicendo che, mentre noi stiamo discutendo quest'importante documento di pianificazione e di programmazione, oggi si è svolta al Breuil e a Zermatt la prima prova della gara "Gran Becca" nel Breuil; un nostro Valdostano ha fatto veramente la differenza nella prima prova e penso che questa sia un po' la sintesi della nostra programmazione, nel senso che, per quanto ci riguarda, questo è un buon documento che oltretutto cerca di mantenere comunque i piedi per terra comme se di eun patoué, avé lé pià bièn pé tèra pe bièn arrevé a demàn [traduzione letterale dal patois: come si dice in patois, avere i piedi ben posati per terra per ben arrivare a domani].
Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Cretier, ne ha facoltà.
Cretier (FP-PD) - Intervengo per esprimere un parere e dare soddisfazione al collega che ogni tanto mi richiama. Ognuno usa i propri metodi che ritiene opportuno, da parte mia non sempre lanciando accuse in modo scandalistico, ridicolizzando tutto e tutti.
Tutti hanno fatto analisi sociali ed economiche precise e puntuali, quindi non mi ripeterò; fino ad ora abbiamo sentito tutto quello che non c'è in questo DEFR o i desiderata e noi abbiamo fatto delle proposte e difendiamo l'impostazione generale di questo DEFR.
Non so se però abbiamo letto tutti lo stesso DEFR e faccio un esempio: le scuole che crollano, ma nelle politiche legate all'assessore Sapinet si parla proprio di recupero e riqualificazione di edifici scolastici, positivo anche nel consumo di suolo zero, tanto vantato da alcuni settori ma, in realtà, questa è una proposta interessante.
Il DEFR è un documento programmatorio molto importante, è un insieme di scelte amministrative che, assieme al programma di legislatura, tracciano gli obiettivi politici della maggioranza, uno snodo importante da cui l'Amministrazione deve passare e dove sono puntualmente descritte le linee di programmazione finanziaria e la gestione della stessa. Certo che è prevista una continuità programmatica ma è costruita dalle varie strutture dirigenziali che confluiscono nella programmazione del periodo 2024-2026, scritte oggi nel 2023, ma che sviluppano nel biennio successivo cementato dalla maggioranza. A volte ci parlano del DEFR di inizio legislatura, le scelte sono fatte in continuità, "work in progress", come direbbero gli amanti del British, ma meglio dire: "Lavori in corso" comprensibile a tutti o "Travaux en cours" per altri, come direbbe qualche collega. Un italiano molto più comprensibile a tutti, perché si tratta della scelta odierna ma che si estende in prospettiva futura, un'elencazione sostenibile delle nostre scelte in questo dato momento, perché poi arrivano gli eventi calamitosi, gli incendi, le pandemie, le guerre e nulla è definito, preciso, puntuale e mai scontato.
Sono state fatte molte analisi che evidenziano la situazione economica e sociale. Il DEFR tiene conto della situazione economica, delle incertezze e dell'andamento mondiale dei mercati, ma di questo al cittadino poco importa, anche se la politica deve per forza fare considerazioni e mettere in campo azioni di prospettiva per creare lavoro, occupazione, reddito e servizi adeguati che migliorano il benessere.
Per tornare al tema specifico della visione di questo DEFR, penso siano inequivocabili gli obiettivi dei gruppi rappresentati, della maggioranza e della Giunta, che nel confronto hanno impostato delle priorità, anche in prospettiva di bilancio, in un obiettivo di sostenibilità a cui molti danno un significato, spesso legato all'ambiente, ma il mio personale è la sostenibilità intesa anche in rapporto al fattore tempo; un DEFR che con le sue azioni e obiettivi sia durevole e sia il punto di partenza di programmazione per il prossimo biennio, se non fosse perché siamo a metà mandato di legislatura. Faccio mie le parole di pagina 94: "sostenibilità a medio e lungo termine, in tutte le sue possibili declinazioni trasversali, di sviluppo economico e lavoro, tutela del territorio e delle persone". Chi non potrebbe sostenere tali scelte? Possono sembrare banali ma sono l'essenza della politica che mette insieme i bisogni di coloro che vivono il nostro territorio, che vivono giornalmente le vere difficoltà della montagna, a loro dobbiamo pensare.
Per tornare ai problemi ai quali dobbiamo dare delle concrete risposte, quindi questo DEFR così discusso in questa giornata diversamente noi lo sosteniamo perché ha obiettivi importanti in modo trasversale, legati in particolare alla montagna, di cui la nostra Valle geograficamente è esempio unico nel panorama italiano. Non faccio l'elenco degli interventi fatti già dal Presidente della Regione per una visione ad ampio raggio, necessaria ma prospettica, in continuità e ragionata, forse non così decisa in questo momento difficile come qualcuno vorrebbe, ma onesta e che poggia su solide basi forse ancora troppo incentrata a ricorrere gli effetti post Covid e il tormento della guerra e dei costi dei prodotti energetici, che, al momento, sono ancora troppo pesanti sul reddito delle famiglie meno abbienti o povere.
Il programma di governo della Giunta Testolin indica sul tema del collegamento intervallivo di Cime Bianche la prosecuzione dell'iter tecnico giuridico-amministrativo, finalizzato alla verifica di fattibilità per la realizzazione del collegamento intervallivo, in sintonia con il programma della Giunta Lavevaz e con quanto votato in tutti i DEFR di questa legislatura, a partire dal 2020, con origine del DEFR votato dal Consiglio regionale nel 2018, consiliatura in cui il Partito Democratico non era presente in Consiglio regionale.
Sul tema del collegamento intervallivo di Cime Bianche il Partito Democratico segue quest'impostazione logica adottata nel corso degli anni, senza avere mai cambiato idea nel merito della questione e senza immaginare scorciatoie. Nel DEFR 2024-2026 approvato dalla Giunta regionale e in discussione in Consiglio regionale è scritta la seguente dicitura: "Avvio dell'iter autorizzativo di fattibilità economica nel collegamento Cime Bianche". Per chiarire cosa significa questa dicitura, è bene approfondire tecnicamente l'aspetto tecnico-giuridico, che non equivale ad avviare il progetto esecutivo. Secondo l'articolo 41 del nuovo Codice degli appalti, decreto legislativo 36/2023, la progettazione in materia di lavori pubblici si articola in due livelli successivi: approfondimenti tecnici, il progetto di fattibilità economica e il progetto esecutivo. Esso è volto ad assicurare tra i vari punti del decreto la conformità alle norme ambientali, urbanistiche e di tutela dei beni culturali e paesaggistici, nonché il rispetto di quanto è previsto dalla normativa in materia di tutela della salute e della sicurezza delle costruzioni, il rispetto di tutti i vincoli esistenti, con particolare riguardo a quelli idrogeologici, sismici, archeologici e forestali, il rispetto dei principi della sostenibilità economica, territoriale, ambientale e sociale, nell'intervento anche per contrastare il consumo del suolo, incentivando il recupero, il riuso e la valorizzazione del patrimonio edilizio esistente. Individua tra più soluzioni possibili quella che esprime il rapporto migliore tra costi e benefici per la collettività in relazione alle specifiche esigenze da soddisfare e alle prestazioni da fornire. Si tratta dunque di proseguire gli studi per capire la realizzazione dell'opera che ha bisogno del primo livello di progettazione per ragionare su dati più certi e meno aleatori. Non sfugge a nessuno che le verifiche più stringenti sono sui temi ambientali, in una legislazione tutta valdostana risalente a parecchi anni fa alla quale le forze di Sinistra progressiste hanno dato un forte influsso e proposto soluzioni che vedono al primo posto la salvaguardia del complesso territorio della nostra Regione. Se l'obiettivo era quello di fare gli approfondimenti giuridici prima di procedere, che si facciano con una progettazione di fattibilità tecnico-economica o con un incarico ad hoc poco cambia, sono approfondimenti che tutti abbiamo chiesto di fare. Ecco la nostra posizione, nessuno ha cambiato idea, nessun stravolgimento della realtà se non da parte di chi vuole farlo a fini politici; tutto legittimo ma sul piano della mistificazione politica non ci troverete, su una discussione di merito sempre.
Vorrei anche aggiungere, visto che sono stati citati i Giovani Democratici, loro sono autonomi e si possono esprimere a volte fuori dal coro ma gli altri li hanno avvicinati e lodati semplicemente per stuzzicarli e proseguire... questo è un dato di fatto. A volte guardo le foto, vedo i filmati ma nelle altre forze politiche non sempre vedo dei giovani ma vedo dei coetanei. Questo è un dato di fatto.
Credo che sia importante che questo DEFR sia approvato, ci sono degli elementi propositivi che avete fatto come forze presenti in aula di cui noi abbiamo preso buona nota e con questo credo che siano positive le proposte che il Governo e i gruppi consiliari di maggioranza hanno fatto.
Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Padovani, ne ha facoltà.
Padovani (FP-PD) - Per un breve intervento con alcune considerazioni personali sul documento all'ordine del giorno.
Gli ultimi anni, va detto, sono stati particolarmente turbolenti, caratterizzati da eventi che hanno portato numerose conseguenze economiche e sociali in tutto il mondo, Valle d'Aosta compresa: dalla pandemia, con i relativi strascichi, passando per la guerra in Ucraina e la conseguente crisi energetica, fino alla crisi climatica senza precedenti che stiamo vivendo e che sta stravolgendo gli equilibri del nostro pianeta e che incide sulla vita delle persone già oggi e, purtroppo, se non facciamo qualcosa in fretta, sempre di più lo farà in futuro.
Venendo a noi, i dati economici e statistici ci dicono come l'economia regionale sia in ripresa rispetto al passato e specie dal punto di vista dell'occupazione si ponga come una tra le prime Regioni in Italia, in particolare per quanto riguarda l'occupazione femminile. Sono segnali positivi e incoraggianti, ma non possiamo però oggi dimenticare lo studio di ActionAid che ci dice che ci sono tantissime persone - non voglio dare cifre perché poi sulle cifre c'è discussione, si può discutere e ci sono opinioni - tantissime Valdostane e Valdostani a rischio di povertà alimentare. È a loro che dobbiamo pensare, è nei confronti dei più fragili che dobbiamo, secondo me, fare lo sforzo maggiore quando si costruiranno le politiche sociali di questi anni. L'obiettivo, e non è la prima volta che lo ripeto, è e deve essere quello di non lasciare indietro nessuno e nessuna. Così come non possiamo dimenticare altre problematiche, quali, ad esempio, i dati del malessere psicologico tra i giovani e i meno giovani, che dimostrano che nel mondo di oggi la salute mentale è una priorità che non può essere trascurata e questo vale anche per la nostra Regione.
Dobbiamo assicurare l'accesso al sostegno psicologico nelle scuole, nelle Università e nella società intera. In questo quadro andiamo oggi a parlare di quel documento programmatico di fondamentale importanza che è il DEFR, che vuole tracciare e che ovviamente traccerà la strada delle politiche regionali per i prossimi tre anni.
Analizzando i contenuti del documento che abbiamo in mano, credo che si affrontino molte delle questioni di grande rilevanza, proponendo soluzioni e azioni alle quali sarà importante dare gambe. Tra queste vorrei soffermarmi su alcuni degli aspetti, secondo me, più significativi e su quello che invece sarà da attenzionare e monitorare nel prossimo futuro. Andando con ordine, credo che non si possa che partire dal mondo del lavoro e della formazione. Come dicevo prima, i dati mostrano una ripresa dell'occupazione a livello regionale, che pone la Valle d'Aosta tra le prime in Italia, specie per quanto riguarda l'occupazione femminile. Non si può non citare l'inserimento del documento "Alleanza per il lavoro di qualità nella Regione Autonoma Valle d'Aosta", documento che è stato approvato ormai da qualche mese e che sarà la cornice per il prossimo piano triennale per le politiche del lavoro, documento sottoscritto nel corso dell'anno da parte di tutte le parti sociali, un documento che soprattutto ha dato avvio a un metodo di lavoro che prevede di affrontare in maniera corale i molteplici aspetti e le complessità del mondo del lavoro per come si presenta oggi. Questo documento si concentra in particolare su formazione, misure per la conciliazione vita-lavoro, aspetto fondamentale, ma del quale si parla purtroppo meno di quanto si dovrebbe, l'inclusione lavorativa, sicurezza nel mondo del lavoro e pari opportunità occupazionali retributive, che saranno la cornice nella quale si dovrà scrivere il prossimo piano delle politiche per il lavoro.
Sul tema del lavoro poi dobbiamo rimarcare come un'attenzione particolare dovrà essere data alla questione dei salari. Gli articoli apparsi di recente sui salari nel privato e l'elaborazione della CGIA di Mestre, pur riferita al 2021, ci impongono una seria riflessione sul tema per cercare di trovare soluzioni adeguate.
Per quanto riguarda le politiche sociali, invece vorrei partire dalla lotta alla povertà e all'esclusione sociale, cioè quelle che per me devono essere delle vere e proprie stelle polari che orientano il nostro operato, evidenziando l'importante lavoro di programmazione fatta attraverso il piano regionale degli interventi e dei servizi sociali, che è l'esito di un importante processo di analisi e confronto con attori pubblici e privati del territorio e che ci porta a individuare priorità precise d'intervento. Sempre a proposito di politiche sociali e di sociale, grande attenzione dovrà essere data alle associazioni che si occupano di sociale e di volontariato, a partire dal sostegno per la ricerca e la messa a terra di una casa delle associazioni per il volontariato sociale. Non mancano poi le novità in materia di disabilità, anche se come evidenziato nel DEFR, sarà necessario rivedere le leggi sul tema, al fine di armonizzare la materia e soprattutto rendere il quadro più attuale e più rispondente all'attualità.
Altro tema da attenzionare in maniera seria e costante è quello che riguarda il disagio abitativo, perché la casa è un diritto di tutte e tutti. Non posso non citare poi l'inserimento del sistema integrato di educazione e istruzione 0-6, un'importante novità che andrà discussa con tutti gli attori interessati e che ha tra le sue finalità la riduzione degli svantaggi sociali, culturali e relazionali, favorendo la partecipazione dei bambini e delle loro famiglie, la promozione della continuità educativa, il supporto alle famiglie, il potenziamento dell'accessibilità, la diffusione e soprattutto la qualità dei servizi. Tutto ciò per garantire a tutte le bambine e a tutti i bambini, dalla nascita ai 6 anni, pari opportunità di sviluppo delle loro potenzialità, promuovendone sviluppo integrale, autonomia, creatività, relazioni con l'altro e scoperta del mondo, apprendimenti e superando disuguaglianze e barriere. A proposito di barriere, penso che andrà intensificata l'azione di abbattimento delle barriere nei siti culturali affinché tutte e tutti possano godere delle bellezze culturali che offre il nostro territorio. Qui voglio ricordare ancora come un mondo senza barriere non sia una questione meramente legata alle persone con disabilità, perché vivere in un mondo e in una regione più accessibili è infatti qualcosa di cui può beneficiare chiunque.
Un'altra questione importante è quella degli studenti universitari per i quali si diceva già prima abbiamo previsto un nuovo sistema di agevolazioni per quanto riguarda il trasporto pubblico, proposta di legge che temo non riusciremo a votare in questo Consiglio visti i tempi, ma che evidentemente voteremo nel prossimo Consiglio. In particolar modo, oltre alla già citata questione degli universitari fuori sede, anche quella che riguarda il "Caro affitti" che colpisce le studentesse e gli studenti che vivono nella nostra regione e studiano all'Università della Valle d'Aosta.
Tra le sfide che ci riserverà il futuro, anche se è meglio dire il presente, c'è ovviamente quella legata alla mobilità visti i grandi cambiamenti che ci attendono nei prossimi anni: la prima è quella di ridurre l'impatto ambientale del sistema dei trasporti, mettendo in piedi strategie che invoglino le persone a scegliere sistemi più sostenibili rispetto all'utilizzo del mezzo privato. Penso anche alla chiusura della tratta ferroviaria Aosta/Ivrea per gli auspicati lavori di elettrificazione; questi avranno certamente un impatto importante sulla vita soprattutto dei pendolari ed è per questo che sono stati previsti servizi sostitutivi su gomma che dovranno essere monitorati per rispondere al meglio alle esigenze delle persone. Non si può poi non citare la programmata chiusura del Tunnel del Monte Bianco, sulla quale ovviamente è nato un dibattito nell'opinione pubblica sui problemi che porterà e le soluzioni possibili. Ma chi deve pensare alla gestione delle vie terrestri transalpine? Il Ministro dei Trasporti, non so se qualcuno qua lo conosce, ma tutto ciò che riesce a fare è parlare del ponte sullo stretto di Messina, anziché pensare solo a nuove infrastrutture, il Ministro dovrebbe portare al sistema di valichi transalpini, specializzandoli per tipologia di merci e per direzione di traffico dentro una sola regia europea di gestione e regolazione. Parole sconosciute al Ministero dei trasporti, nonostante Svizzera e Austria siano già su questa linea e Slovenia e Francia ci stiano lavorando. L'Europa, del resto, dovrebbe servire anche a questo, non solo a scaricare colpe, tipo quella di volerci rubare sovranità. Questa è una soluzione sostenibile da un punto di vista ambientale ed economico.
Concludendo, lo scoppio della pandemia nel 2020 ha cambiato le nostre vite, ha stravolto l'Agenda politica a ogni livello, occupando gran parte del dibattito pubblico e catalizzando l'interesse della quasi totalità degli attori. Una volta "stabilizzata" la situazione, è stato invece il tempo dello scoppio della guerra nel nostro continente, che ha fatto riaffiorare paure che pensavamo sepolte, acuendo la crisi economica che ci portavamo dietro. Mentre il tempo correva, sono cresciuti i problemi e soprattutto l'emergenza sociale; ecco quindi perché credo sia necessario affrontare alcuni temi nell'immediato futuro: l'aumento delle famiglie in condizioni di povertà assoluta, quella dei dati sconfortanti sui salari nel privato di cui parlavo prima ma anche le preoccupazioni stesse degli studenti universitari, senza dimenticare l'inclusione, la sanità, l'istruzione, l'ambiente. Io credo che nel DEFR ci siano molte delle risposte che le Valdostane e i Valdostani cercano da noi e che cercano per la loro vita. Penso che a queste idee e a queste parole scritte per ora sulla carta si debba poi dare gambe.
Non voglio sfuggire poi alla questione posta in primis dal collega Aggravi. Collega, la questione di Cime Bianche, come lei ben sa, è una questione che arriva almeno dal 2015, quando in questo Consiglio si votò... adesso non ricordo se un ordine del giorno o una mozione che impegnava il Consiglio e il Governo a predisporre un progetto che allora non si chiamava Cime Bianche ma si chiamava in un altro modo. Alcune forze che oggi si ergono a paladine dell'ambiente votarono convintamente questo progetto. Da allora poi sono passati alcuni anni e nel DEFR del 2020 fu votato quel pezzo nel quale sostanzialmente si chiedeva uno studio sul tema che studiasse tutte le implicazioni ambientali, legali, eccetera. Questa posizione poi è stata portata nel programma di legislatura all'inizio di questa legislatura, che noi tutti abbiamo votato. Questo è per dire che più che le idee personali che si formano prima delle elezioni... io non voglio insegnare la politica a nessuno però funziona così: noi tutti ci formiamo delle idee per vari motivi, poi queste idee può essere che le portiamo nei partiti ai quali eventualmente ci iscriviamo. Io non so se lei ha mantenuto le stesse idee che aveva nella Jeunesse e le ha portate nella Lega e poi adesso in Rassemblement Valdôtain, però le idee che noi portiamo nei partiti può essere che si modifichino, perché i partiti hanno magari idee in parte diverse rispetto a quelle che abbiamo noi personalmente. I partiti poi portano queste idee nelle eventuali maggioranze di Governo alle quali aderiscono. Faccio anche notare che io a quel tavolo non c'ero, non per volontà mia, ma per volontà di chi non mi ci ha voluto portare a quel tavolo, e non mi riferisco a nessuno seduto in questa sala, ma mi riferisco a delle persone che in questa sala ci sono state sedute e oggi non siedono più. Io non ho ancora capito perché davo fastidio a quel tavolo, ma io a quel tavolo non c'ero. Hanno concordato la dicitura che abbiamo trovato nel primo DEFR e a quella ci atteniamo. Quello che oggi viene scritto in questo DEFR non è nient'altro che la continuazione di quella linea. Io vorrei parafrasare, perché a memoria non me le ricordo, le parole che ha usato il presidente Testolin in Commissione per spiegare questa parte del DEFR, che non è nient'altro che il capire se la casa può essere costruita o non può essere costruita e se può essere costruita, dove, come, quando, in che modo, con quali prerogative tecniche si può costruire. Ovviamente la parola "finale" sarà a questo Consiglio, ma questo è scontato.
Al collega Manfrin invece vorrei dare un consiglio. Lei si occupa spesso di quello che io dico, faccio, scrivo, ho fatto, ho scritto, ho detto. Qualche tempo fa io, come tanti Valdostani e Valdostane, ho ricevuto nella buca delle lettere un volantino dal gruppo della Lega nel quale, se non mi ricordo male, lo slogan era: "Vince la squadra". Probabilmente quel volantino è stato scritto quando ancora eravate in undici, perché nella foto siete in undici. Lei nel frattempo ha perso quattro giocatori, parlando di squadra; io non vorrei (anzi, magari lo voglio anche) che, a forza di occuparsi di me, di quello che faccio o di quello che ho detto, scritto o fatto, lei alla fine non si ritrovi a poter giocare se non a solitario.
Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Restano, ne ha facoltà.
Restano (GM) - Prima mi permetta una battuta: ma lei ce l'ha con chi pratica gli sport individuali? A parte la battuta, colleghi, il tema è molto serio. Le parole chiave utilizzate dal Presidente sono sostenibilità, valorizzazione e promozione mi sembra, però mi soffermerei sulla sostenibilità. È questa la parte più stimolante: è capire se determinati investimenti, determinate allocazioni hanno una proiezione oltre all'anno finanziario in corso, capire il progetto. Mi permettete, colleghi, non sempre dai banchi della minoranza si riesce a comprendere e fa parte anche dei giochi.
Per venire agli stimoli che ho ricevuto durante il dibattito anche dal collega Chatrian, abbiamo approvato il piano della salute e del benessere sociale, approviamo il DEFR, abbiamo anche discusso parecchio sui temi, oggi è il momento di agire. Vogliamo vedere se questo piano è sostenibile, vogliamo vedere se tutte le idee portate da questo Consiglio - perché poi alla fine è il Consiglio - le ha approvate e vengono messe nei tempi dovuti. Personalmente ho già avuto modo di dire che non mi sarei adeguato al DM 77 per la programmazione a livello territoriale e il Consiglio ha deciso diversamente. Per me abbiamo perso un'occasione per far valere le nostre prerogative, perché difficilmente riusciremo a scaricare a terra tutto quello che abbiamo previsto e quello che ci ha proposto il DM 77. Questa è la partita in gioco, questo è l'aspetto stuzzicante della nostra partita.
Colleghi, abbiamo nel dibattito affrontato il tema dell'Università, qualche perplessità e qualche dubbio me l'ha fatto venire l'aspetto dell'Università, laddove ci si esprime come un'Università che riguarda il territorio, il turismo e l'ambiente e sicuramente ci sta. Qualcuno ha richiamato Unimont, abbiamo parlato tanto di sport, potremmo essere un'eccellenza dello sport, ma non perché programmiamo scienze motorie, ma perché viaggiamo a un livello superiore, perché in Valle d'Aosta, con gli sport che noi pratichiamo, possiamo raccogliere la suggestione (forse del collega Lavy) e rilanciare. Con l'Assessore alla pubblica istruzione avevo parlato e fatto un esempio dell'Inghilterra, delle scuole di specializzazione dello sport, che in Italia mancano. Io faccio riferimento al laboratorio "Alte prestazioni di Santa Caterina Valfurva" che è legato anche all'aspetto sanitario, a Rovereto, a dei centri di eccellenza. Collegando l'Università alla sanità, potremmo fare qualcosa che altrove non fanno. Lascio questa suggestione che, secondo me, è molto importante e riprendo quello che ha detto il collega Padovani, forse stiamo vivendo sui trasporti la tempesta perfetta. Abbiamo i valichi chiusi, il Tunnel chiuso, la ferrovia fra poco chiuderà, l'autostrada, con tutti i lavori va a intermittenza. Questo è il momento che stiamo vivendo, probabilmente se ci si impegnava, non si riusciva a organizzare tutto nello stesso momento, cerchiamo di uscirne fuori. Certo che la minoranza deve fare la sua parte e non si può dire: "Qua è finito tutto perché abbiamo programmato, abbiamo votato e adesso tocca agli altri" perché forse la maggioranza ha portato avanti e ha raggiunto i suoi obiettivi, noi vogliamo essere anche da stimolo, dobbiamo fare la nostra parte ispettiva e vogliamo essere propositivi, quindi vigileremo che tutto venga fatto sulla sanità, sui trasporti, sul turismo e non ci sottrarremo a quello che sarà il nostro ruolo da domani in poi.
Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Aggravi, ne ha facoltà.
Aggravi (RV) - Io mi ero fatto prendere dal sincero entusiasmo che il collega Cretier mette sempre nei suoi interventi, poi invece il suo collega di gruppo Padovani, perché lì la nozione di partito è molto più complicata, ha detto una serie di cose che sinceramente mi permettono anche di fare un paio di precisazioni: la prima è che ho scoperto che forse su un aspetto, e parlo del ponte di Messina, la vediamo alla stessa maniera, collega Padovani, quindi ci auguriamo che altra neve possa cadere sulle nostre vette.
Lei ha toccato parte del mio passato, parte del mio presente; vede, se le cose oggi e nel passato sono andate come sono andate, io ho sempre cercato, nel limite del possibile politico, di mantenere una certa coerenza su determinati principi e ne ho pagato anche le conseguenze, prima e dopo, non so se le pagherò domani, ma cercherò di andare avanti, come anche su scelte amministrative ho pagato le conseguenze e le posso assicurare che se anche per poco tempo, capelli ne ho persi, anche su quello. Su determinate cose e su determinate situazioni ho sempre detto quello che penso e i colleghi della Lega lo sanno benissimo e possono testimoniare che in più di un'occasione su determinate questioni io ho detto quello che pensavo, sul ponte di Messina il capogruppo della Lega Manfrin può essermi testimone, sa quello che ho sempre detto. Lei però oggettivamente, forse preso anche dall'entusiasmo della "Coppa del Mondo di Cervinia", ha fatto un esercizio di slalom magnifico, perché ci sono un paio di passaggi che me li sono voluti segnare e non l'ho notato solo oggi ma anche in altri suoi interventi.
Io in quest'aula potrei e avrei piacere di parlare lungamente di politiche monetarie, però c'è un problema di base, è una passione tutta mia che posso gestire in una certa maniera, qui possiamo parlare di tutto ma, come dice qualcuno, non solo non spostiamo la classifica ma non giochiamo neanche in quel campionato. Lei parla di salari, di povertà, necessità di combattere, di fare di qua, di fare di là, di slogan, tutto bellissimo, però lei qua può legiferare sul salario minimo? Lei qua può combattere determinate situazioni? Perché mi sembra oggettivamente che lei qui ci rappresenti tutta una serie di questioni che, in realtà, non possono riguardare quest'aula, per non parlare di altre, infatti ho apprezzato tantissimo, e riguarderò quel video, nel momento in cui lei ha cercato di parlare di Cime Bianche, perché ho apprezzato molto di più l'abilità politica del suo Capogruppo. L'ho vista un po' in difficoltà, collega Padovani, perché vede, e torno ai miei principi, io ho detto una cosa nel discorso di avvio della nuova storia del Rassemblement Valdôtain: siamo liberali, non leninisti. Lei gioca a fare il leninista, gioca a nascondersi dietro a quello, ma in realtà non lo è, perché lei parla di partiti, scelte personali, idee, tavoli. Io dei vostri tavoli oggettivamente non so nulla e non ci voglio neanche sedere, poi si riguardi con le colleghe che sono rimaste vicino con abili ciclisti che possono comunque insegnare ancora, anche se non la vedono, ad esempio, come il sottoscritto, ma lei ci deve anche spiegare di che partito fa parte, perché se ci parla o comunque gioca a fare il leninista e soprattutto gioca a dirci: "Le idee personali sono una cosa, però poi dopo sappiamo come funzionano le maggioranze, sappiamo come funzionano i partiti", allora di cosa stiamo parlando? Buttiamo via principi, slogan, difese, tutta una serie di battaglie per che cosa? Per maggioranze, per partiti, per convenienza. Allora mi perdoni ma le due colleghe vicino a voi mi risultano ancora più simpatiche oggi su determinate situazioni, perché le scelte le hanno fatte; qualcuno si è anche dimesso dai banchi della Giunta, quindi sul discorso di Cime Bianche, e qui ci torno perché è giusto specificare un passaggio, vi siete un po' troppo accesi - anche il Capogruppo anche se ha un aplomb molto diverso dal suo - su quello che alla fine era il dito, ma la luna è un'altra.
Il fatto di aver detto - ed è anche un po' un escamotage politico -, di aver fatto i complimenti al coraggio del gruppo giovanile, voi fate i complimenti e giocate quando qualcuno di un determinato partito dice una cosa leggermente diversa da un'altra, dovete giocare anche voi a questo gioco, oggettivamente è stato un pretesto in realtà per un problema molto differente. Avete parlato di una cosa che è ben diversa da quella che c'è scritta nel DEFR, allora mi dico: ma i Giovani Democratici hanno preso un abbaglio? Perché il cambio di passo, e parlo soprattutto verso di voi, che mi stupisce, è il fatto che è scritto come oggi... ed è per questo che abbiamo presentato un emendamento che abbiamo chiamato "Bandiera", perché vuole rappresentare un principio, che non è quello di dare per scontato, forse i nuovi Comunisti danno un po' tante cose di scontato; io leggo quello che ritrovo qua: "L'avvio dell'iter autorizzatorio di fattibilità tecnico-economica..." e quant'altro, e questo è rappresentato oggi, è rappresentato dopo qualcosa che è successo rispetto all'altro DEFR. Ci siamo trovati in quest'aula, abbiamo fatto delle audizioni, è iniziato un percorso. Quel percorso è finito? Non penso, quello che c'è scritto qua è un passaggio in più rispetto a quel percorso, non c'è scritto che dobbiamo terminare la valutazione di quello studio, perché io le dico una cosa, e ci sono i verbali che lo dimostrano, in audizione delle società ho posto delle domande, modestamente posso ancora dire qualcosa che riguarda la parte economica; io non ho ricevuto risposte, io ho ricevuto una richiesta di finanziamento e neanche troppo gentile in questa stessa aula, in Commissione... non ho ricevuto risposte, e ho posto delle risposte.
Sul progetto Alplinks che lei dice, io ho già fatto delle iniziative e ho già detto che quel progetto - ma non sono nessuno - mi piaceva di più di quello che ho visto adesso, perché, ed è stato anche riconosciuto in audizione, qualcosa mancava, ma non perché sono prioritariamente contro qualcosa ma perché voglio capire. Se devo essere coinvolto o se vengo coinvolto, devo capire e purtroppo sono una persona noiosa e ne ho pagato le conseguenze anche di questo, perché io cerco di comprendere le cose. Non do per scontato. Voi date un po' troppe cose per scontato, quindi non so se il fatto di partecipare a partiti, scelte personali, idee, partiti e tavoli aiuti a dare per scontato, quindi parliamo del mondo delle idee, oppure ci sono delle altre motivazioni, quindi alla fine ce l'avete tanto con i Democristiani ma hanno ragione loro, perché oggettivamente chi è tranchant, è intransigente come voi e quindi non vuole mai trovare dei punti di comunanza o comunque dei punti di mediazione... invece devo scoprire che è ancora quasi più disposto del sottoscritto, del collega Marzi o del collega Marquis, che magari si sentono più vicini a un certo tipo di area. Forse noi siamo addirittura meno disponibili a trattative rispetto a voi che date per scontato.
Oggettivamente sul discorso di Cime Bianche noi non abbiamo detto che voi avete cambiato idea personale, noi diciamo che quello che è rappresentato, e guardo soprattutto voi, guardo anche un pezzettino dopo l'assessore Grosjacques... qualcosina è cambiato per forza, anche perché la stessa denominazione io la trovo un po' strana, ma non voglio rubare il mestiere a nessuno, perché è l'iter autorizzatorio di fattibilità tecnico-economica. Lo sa io che cosa ho fatto in IV Commissione più di una volta? Ho chiesto la formalizzazione di questo iter, perché volevo anche capire cosa succedeva e lei mi sembra che in IV Commissione ci sia, magari non ci siamo sentiti o non ho parlato troppo forte. Su questo punto io quello che ho detto è che forse qualcuno ha cambiato idea non sulla punta del dito, ma sulla luna; io non dico sulla realizzazione, io non lo so ancora se si può, perché bisogna finire quel tipo di iter valutativo e, secondo me, ci sono alcune integrazioni da fare, posto anche il fatto della ricaduta economico-finanziaria... ma dare per scontato non ci deve essere, perché non è poi il Consiglio che dice: "Si fa", "Non si fa", "Si finanzia", "Non si finanzia", è un po' più complicato.
Sul resto io la lascio fare tutte le battaglie che vuole sul salario minimo, dirò poi quello che penso su quest'aspetto quando si discuterà di un ordine del giorno che, anche se non sosterrò (mi spiace per le colleghe), però mi consentirà di dire due cose, ma noi presentiamo degli emendamenti che si possono chiamare "Bandiera", voi mi sa che le bandiere le avete nascoste oppure le avete lasciate nel ripostiglio.
Presidente - La parola al consigliere Padovani per fatto personale.
Padovani (FP-PD) - Circoscrivo il fatto personale. Collega Aggravi, io non ho detto e non ho voluto dire che le idee si cambiano per opportunità. Quello che ho voluto dire, provo a rispiegarlo, così magari ci chiariamo, è che questo punto del programma è un compromesso, perché se si fanno dei programmi di maggioranza con tante forze politiche, si fanno dei compromessi, che non è una brutta parola, si fanno sulla base di discussioni che si fanno tra persone che hanno magari anche idee un po' diverse una dall'altra.
Questo compromesso ha una genesi per me che arriva da qualche anno addietro, questo ho voluto provare a spiegare e quello che ho provato a dire è che alla fine, al di là delle opinioni personali, contano poi i programmi di legislatura e per me quello che c'è scritto nel DEFR lo ribadisco e ribadisco anche che condivido pienamente quello che ha detto il presidente Testolin in Commissione per spiegare questo punto del DEFR. È quello che abbiamo scritto nel programma del 2020, nient'altro, è quello, non è che domani io e l'assessore Bertschy andiamo a piantare i primi pali. Questo ho voluto provare a spiegare, forse mi sono spiegato male, spero di essermi spiegato meglio.
Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Manfrin per secondo intervento, ne ha facoltà.
Manfrin (LEGA VDA) - Innanzitutto direi che dopo questi tre interventi, abbiamo la certezza di una cosa: anche la maggioranza ha la voce, possiede la capacità di esprimersi e questa credo che sia una novità interessante e importante, di cui ringrazio i colleghi Chatrian, Cretier e Padovani, che hanno dato anche un taglio e hanno cercato di difendere il fortino, così come si suol dire.
L'analisi del DEFR l'abbiamo fatta in maniera abbondante e abbiamo detto cosa pensiamo e giustamente i colleghi di maggioranza hanno esposto alcuni punti di forza che loro ritengono opportuno evidenziare. Parto soltanto dalla fine dell'intervento del collega Chatrian, ovviamente per dovere di cronaca che pare non fosse riferito a noi, ma in generale ad altri colleghi, ma indirettamente al Governo nazionale, quando sostanzialmente ci è stata lanciata, essendo noi esponenti e rappresentanti del Governo nazionale qui in Valle d'Aosta, l'accusa di essere dei voraci tassatori di immobili e aumentatori di tasse in generale. Mi permetto di evidenziare che se già il collega Chatrian commenta sulla base di questo una legge finanziaria che non è nemmeno stata discussa né approvata, fa probabilmente un passo in avanti un po' troppo prioritario, però se mai lui dovesse lamentare un aumento della tassazione sulla casa e indicare in questo momento della tassazione la tassazione sugli affitti della seconda casa... io comprendo le sue preoccupazioni, probabilmente lui è un possessore di seconda casa e di questo non possiamo che rallegrarcene ma noi abbiamo fatto un altro tipo di iniziativa. Ricordo, ad esempio, già ai tempi del Governo Draghi, la Lega e anche Forza Italia si opposero pervicacemente alla modifica del catasto che avrebbe portato a una rivalutazione delle tasse sulla casa, cosa che abbiamo confermato in questa legislatura e di cui ci onoriamo, quindi direi che su questo non possiamo essere tacciati di essere dalla parte delle tasse, questo come affermazione apodittica.
Venendo invece al collega Cretier, che ho apprezzato molto anch'io effettivamente per la capacità slalomistica, mi sento solo di dire un paio di cose: lei ha fatto tutto un elenco, collega Cretier, in chiusura del suo intervento, dicendo - adesso non le riporto le parole precise, ma indicativamente - che questo DEFR porta più sviluppo, più crescita, più questo, più quello e più quell'altro. Io nella mia esperienza politica e anche di studio ho avuto dei maestri, soprattutto per quanto riguarda la scienza politica, che mi hanno insegnato a distinguere una vera proposta politica da una falsa. Come si distingue? Le faccio un corso accelerato: quando dico cose che messe all'opposto non hanno alcun senso, evidentemente mi trovo di fronte a una proposta politica che non ha alcun senso. Lei dice, per esempio, che questo DEFR porta più lavoro, più crescita, più sviluppo. Secondo lei, ci sarebbe mai un DEFR che descrive fra i suoi obiettivi quelli di portare meno sviluppo, meno lavoro e meno crescita? Se la risposta è no, evidentemente lei ha elencato una serie di cose che non hanno significato, ma il significato politico va in quelle cose che possono essere messe nella loro accezione positiva o negativa, ad esempio, realizziamo o non realizziamo i collegamenti di Cime Bianche? Questa è una scelta politica.
Io quando ho parlato e ho citato dei giovani - e le garantisco che i nostri giovani hanno molti meno anni di me, purtroppo, io ne ho compiuti 40 ad ottobre, abbiamo molti ragazzi che vanno all'Università e mi fanno sentire purtroppo anziano, e glieli presenterò poi alla prima occasione -, quello che io intendevo chiederle, collega Cretier, che cozza un po' con quello che lei ci ha detto, cioè il fatto che giustamente il gruppo dei giovani del PD abbiano la libertà di pensare e di esprimersi, cosa che è un valore assoluto e che io ho riconosciuto nel mio intervento... era cosa diversa, non è che io contestavo o provocavo per aizzare i giovani del PD contro di lei, non penso che i giovani del PD seguano quello che io dico. La domanda che io le ho fatto e che lei abilmente ha evitato di rispondere è: ma lei, in qualità di Capogruppo del gruppo di quel coacervo di sigle con cui vi siete targati ma tendenzialmente è il Partito Democratico, condivide o non condivide la posizione dei giovani del Partito Democratico? Porterà o non porterà le istanze dei giovani del Partito Democratico all'interno di quest'Assise? È solo questa la domanda e a essa non ci vanno delle volute di fumo in cui si dice: "Sì, però partendo da quello che noi consideriamo, che abbiamo fatto con le convergenze parallele..." No, o è "sì", e quindi condividete le istanze dei giovani del PD, oppure è "no". Mi piacerebbe molto che lei si alzasse e dicesse: "Sì, le condividiamo", oppure: "No, non le condividiamo", sarebbe una risposta chiara, se avrà la cortesia di farlo, io la ringrazierò.
Veniamo invece al collega Padovani, che ringrazio per averci fatto anche lui sentire la sua voce e di non aver avuto purtroppo l'esigenza di doversi recare al di fuori di quest'aula come spesso succede. Se ci sarà in aula una mozione su Israele, magari presentata dal collega Caveri, magari succederà di nuovo, chi lo sa, lo vedremo, ma quello di cui abbiamo preso atto...
(intervento di un Consigliere, fuori microfono)
...ho detto che siccome il collega ha purtroppo a volte un problema di fuga dall'aula, se lei presenterà un'iniziativa su Israele, magari accadrà di nuovo che il collega scapperà dall'aula per non votare, questo dicevo, vedremo.
Il collega Padovani inizia il suo intervento citando i dati di ActionAid sulla Valle d'Aosta. Sinceramente fra tutti gli osservatori economici e demografici che ci sono, citare i dati di ActionAid... io sono andato a vedere, tra l'altro, la prima pagina di ActionAid, non l'avevo mai vista, e le prime notizie sono tutte su Gaza e sulla striscia di Gaza, quindi si occupano soprattutto di zone in particolare crisi e difficoltà e non immaginavo di accostare la Valle d'Aosta ad ActionAid, l'ha fatto il collega Padovani e ne prendiamo atto, quindi c'è sicuramente una criticità in atto.
Poi prendo atto di una cosa, collega Padovani, che lei ha fatto una premessa importante, cioè lei ha detto: "Io parlo a titolo personale", quindi non parla neanche a titolo del gruppo, o fa parte del gruppo, oppure voleva dire delle cose che erano un po' differenti rispetto a quello che pensava il gruppo? Perché nessuno dei miei colleghi ha mai detto: "Intervengo a titolo personale", ma ogni volta che esprimono una posizione all'interno di quest'aula esprimono una posizione che è condivisa dal gruppo, quindi significa che forse qualche problemino c'è, tant'è vero che nella sua premessa "parlo a titolo personale" ha fatto un elenco della spesa. Alcune cose e alcuni oggetti erano quelli che ha definito il collega Aggravi, ovvero cose di cui non ci possiamo occupare... il salario minimo, anzi, potreste occuparvene se volete avere l'idea di dare visto che c'è questo "ciccioso" bilancio, magari avete anche i soldi per dare un bel salario minimo a tutti i Valdostani, non lo so. Si è parlato però di cose che sicuramente questo Consiglio non si vuol occupare, però ha detto anche delle cose di cui questo Consiglio si può occupare, che però non ho visto nel DEFR: per esempio, il sostegno psicologico, ne ha parlato diffusamente, ma io nel DEFR non ne vedo traccia, quindi vuol dire che lei le sue istanze le ha portate e probabilmente non sono state accolte.
Ha parlato della necessità di dare una casa alle associazioni di volontariato, peraltro in derby con le sue colleghe che stanno alla sua sinistra, ma deve anche capire che, quando diciamo tendenzialmente che qualcuno arriva prima, quando arriva prima sul pallone, poi è inutile fare un fallo di reazione. Le sue colleghe hanno presentato quest'iniziativa in Consiglio prima di lei e quindi è inutile che lei si accodi e dica: "No, ma ci sono anch'io, fermi tutti", guardi, purtroppo è così, deve prenderne atto.
Poi ha parlato anche di disagio abitativo, ma ne ha parlato con il collega Marzi? Perché noi il suono della sua voce non lo ricordiamo in quest'aula, abbiamo parlato più volte di disagio abitativo, lei è risultato latitante, quindi avrebbe avuto la possibilità. Dopodiché l'unica cosa che è riuscito a dire è che il Ministro delle infrastrutture ha tutte le colpe di questo mondo; ce ne rendiamo conto, collega Padovani, effettivamente governare da un anno è una grossa colpa, quindi sicuramente le colpe sono tutte in capo a lui, le cose non fatte che richiedono anni e decenni di preparazione, di studi e di progettazione sono tutte in capo a chi occupa il Dicastero delle infrastrutture da un anno, lei ha perfettamente ragione e quindi sicuramente quello che lei dice ha tutti i crismi della "giustezza".
Mi sono permesso di ricordare tutto il percorso, per esempio, legato ai trafori e tutti i "no" che si sono accumulati; chissà se sulle opere che lei ha elencato ci saranno anche tutti o "sì" o ci saranno degli altri "no" da parte dei colleghi ambientalisti con i quali lei immagino condivida molte delle istanze che ha presentato.
Poi ha fatto una lunga seduta di autoanalisi che abbiamo apprezzato particolarmente, anzi, prima ha fatto una premessa: "Io ho delle idee, poi mi iscrivo a un partito che però forse ha anche delle idee un pochino diverse, però ci sono le mie. Poi questo partito fa parte di una maggioranza che però ha delle idee diverse da quel partito e poi alla fine io mi sono trovato in questa maggioranza, non lo so, sono arrivato qui, non ho visto nessuno e poi c'erano delle persone che partecipavano ai tavoli dove si discuteva il programma" ma a lei non l'hanno voluta e le hanno detto: "Tu vai, spingi i pulsanti". "Ma io non c'ero, non lo sapevo, se c'ero, dormivo". Volevo chiederle una cosa, mentre faceva quest'analisi, ma queste persone che non l'hanno voluta sono qui in questa stanza? Le può vedere in questo momento? Le percepisce? Ci può svelare questo grande mistero di chi non l'ha voluta al tavolo? Perché sinceramente non comprendiamo di chi stia parlando, lei ha detto che non era neanche qui, non sappiamo. Lei ha evocato delle persone, non ci rendiamo conto di quello che ha detto.
Ha fatto quest'elenco di spesa a titolo personale e ci ha detto anche... facendo anche qui una grande voluta di fumo che renderebbe orgoglioso il conte Mascetti sulla questione di Cime Bianche, perché lei non ci ha detto se è favorevole o contrario, sarebbe così semplice, anche il collega Cretier può dire "sì" o "no", "Sì, condivido quello che pensano i giovani nel PD", "No, non lo condivido" e lei può fare altrettanto.
"No, ma c'è lo studio, ma vedremo, diremo, faremo, valuteremo". Lei, collega Padovani, è a favore o è contro il collegamento di Cime Bianche? Può avere l'accortezza di essere chiaro una volta per tutte? Lo dica a quest'Aula, anche perché il suo intervento con quest'elenco della spesa che lei ha fatto mi dice che il tempo stringe, le elezioni si avvicinano e probabilmente il suo elettorato le ha mandato dei segnali e le ha detto: "Senti, ma tu cinque anni fa, tre anni fa, due anni fa ci hai detto delle cose, che andavi lì a fare delle altre cose e a un certo punto sei arrivato, hai cambiato idea su tutto, addirittura hai votato Augusto Rollandin per la Commissione paritetica", perché ha cambiato idea anche su quello, collega Padovani, dopo averlo scritto, al pari del suo collega Bertin, lei ha cambiato idea anche su quello, ha votato Augusto Rollandin che si augurava non venisse neanche eletto all'interno delle Istituzioni, è arrivato qui, l'ha votato, ha contravvenuto a tutto quello che aveva detto prima e adesso arriva, si sveglia e chiede il sostegno psicologico, poi la casa del volontariato, poi parla del disagio abitativo.
Ci fa piacere, collega Padovani, ma è esattamente come per il resto, è arrivato tardi, doveva svegliarsi prima, doveva muoversi prima e magari non contravvenire a quello che giustamente era il programma che avevate depositato. Alcune sue colleghe - e sinceramente le apprezzo - l'hanno fatto, lei non l'ha fatto, ne prendiamo atto. Peraltro l'unica iniziativa che ha portato in quest'aula - la sua prima firma che io mi ricordi - è stata bocciata, se lo ricorda vero? Sono mancati cinque voti nel voto segreto del bussolotto... se lo ricorda bene, perfetto, quindi ne prendiamo atto. Lei, purtroppo, è così, lei serve quando deve schiacciare il pulsante, poi dopo quando ci sono le sue proposte, serve un pochino meno.
Di tutto quello che ha detto una cosa rimane: lei giustamente ha parlato di gruppo e ha ritenuto, e l'ho apprezzato, di dover fare anche una critica politica. Lei ha visto un volantino che recava la dicitura: "Vince la squadra" e ha fatto notare che da questa squadra sono mancati gli elementi. Io la ringrazio perché questa squadra, per sua sfortuna, rimane il gruppo più numeroso all'interno di quest'aula, checché ne dica; il suo gruppo, il gruppo con cui è entrato invece sfortunatamente no. Il problema è che non si capisce nemmeno di che gruppo lei faccia parte, non si capisce di quale partito lei faccia parte, quale tessera lei abbia e probabilmente il fatto che lei intervenga a titolo personale e il fatto che non si capisca da che parte sta la qualificano come un giocatore intenso e incallito di solitario.
Presidente - La parola alla consigliera Minelli per secondo intervento.
Minelli (PCP) - "Oh Dio cielo" mormora il mio vicino alla sinistra, mi spiace per lui ma continuerà a mormorare per il prossimo quarto d'ora: se non ha voglia di ascoltarmi, la porta è lì. È anche interessante riferire le esternazioni, perché fuori di qui non sentono tutto ciò che noi sentiamo, perché i microfoni colgono soltanto la voce di chi parla, ma tutto il resto è comunque interessante.
Non è possibile non intervenire su quanto abbiamo sentito da parte del collega Cretier e del collega Padovani, poi se mi resterà il tempo, per correttezza, devo anche alcune risposte alle richieste che ha fatto stamattina il collega Aggravi su una serie di punti e anche su una cosa che ha detto il collega Marquis, ma se non ce la farò, lo farò in un altro momento. Mi interessa puntualizzare invece quello che ho sentito e fare delle precisazioni.
Io credo sinceramente che un'affermazione che ha pronunciato il collega Cretier sia corretta, "non abbiamo forse letto lo stesso DEFR" e su alcuni punti credo sia proprio così, o comunque c'è un'interpretazione che è totalmente diversa, c'è un'esegesi che è diversa. Tra l'altro, poi il collega Cretier ha fatto un peana della sostenibilità a medio-lungo termine che si coglie in questo DEFR, io dico che c'è un abisso tra il dichiarato e l'agito, ma non solo di questo documento, anche di molti altri che abbiamo esaminato. Ne dico uno per tutti: la strategia per la sostenibilità; poi quello che succede, perché voi siete bravi a scrivere un sacco di cose nei documenti, assolutamente condivisibili, che al di fuori di questa regione, quando li leggono alcuni, ci dicono: "Ma che bravi che siete in Valle d'Aosta", poi però le cose che si fanno non sono assolutamente aderenti a quello che si è scritto. Qui c'è un problema che forse non è soltanto un problema di dissociazione psicologica ma anche di correttezza che manca.
A proposito però di quello che ha detto il collega Cretier, ci ha edotti del fatto che il nuovo Codice degli appalti, ma l'ho detto anch'io questa mattina, per quanto riguarda le progettazioni delle opere, prevede la fattibilità tecnico-economica e poi il progetto esecutivo, non c'è più il definitivo che c'era prima. Poi il collega Cretier ci ha spiegato che in realtà la frase che è stata inserita nel DEFR 2024-2026, che recita - e c'è solo questa frase, non c'è nient'altro, lo dico per quei pochi tapini che ci stanno ascoltando -: "L'avvio dell'iter autorizzatorio di fattibilità tecnico-economica per il collegamento intervallivo di Cime Bianche", indicato come uno di quei sei obiettivi strategici. Il collega dice: "Praticamente non c'è niente di diverso rispetto alle formulazioni dei DEFR precedenti, non abbiamo cambiato idea, abbiamo votato all'inizio quello che adesso è esplicitato da questa frase". Io ho le frasi che c'erano nei DEFR precedenti a proposito di quest'argomento. Parto da quella che era ovviamente, e non a caso, la versione più ampia ed equilibrata di questo punto nel DEFR: mi riferisco al DEFR 2021-2023, quello che ci ha visti in maggioranza. C'è scritto: "Mantenere il ruolo centrale del Consiglio regionale nelle scelte definitive da assumere per l'ipotesi di impianti funiviari nel Vallone delle Cime Bianche in conseguenza dei risultati dello studio da parte delle società funiviarie sulla realizzabilità del collegamento fra i comprensori di Cervinia e Monte Rosa in termini di sostenibilità finanziaria, ambientale e urbanistica. L'obiettivo si prefigge di monitorare gli studi in corso, in modo da rendere edotto il Consiglio non appena siano noti i risultati dello studio, in particolare sui temi della sostenibilità ambientale, oltre che finanziario-urbanistici. In questo modo il Consiglio potrà definire tempestivamente le scelte sulla realizzazione della linea prima di altre più onerose fasi progettuali", pagina 82 del DEFR 2021-2023. DEFR 2022-2024, stesso testo dell'anno precedente, scompare l'ultima riga: "In questo modo il Consiglio potrà definire tempestivamente le scelte prima di altre più onerose fasi progettuali". DEFR 2023-2025, qui non c'è un'affermazione specifica e dice una cosa più generica, si parla di tutti gli investimenti nelle linee funiviarie strategiche e poi c'è scritto: "Per la scelta delle linee strategiche sarà mantenuto un ruolo centrale del Consiglio regionale e il rispetto della sostenibilità finanziaria ambientale", eccetera, in sostanza più o meno lo stesso concetto un po' modificato. Poi arriviamo al DEFR 2024-2026 e leggiamo - lo ripeto perché credo che chiunque possa capire che non è per nulla uguale -: "L'avvio dell'iter autorizzatorio di fattibilità tecnico-economica per il collegamento intervallivo Cime Bianche", l'avvio dell'iter autorizzatorio. O qui cerchiamo di prenderci per il naso gli uni con gli altri e voi più di tutti prendete per il naso i vostri giovani democratici, che io concordo hanno avuto un po'... se non di coraggio, comunque un po' di capacità di opporsi alla struttura gerarchica che ci sarà in quel partito e che io non conosco, però io, forse per mia formazione personale, credo che, quando dei giovani fanno delle proposte, provano a capire, a cercare di dire la loro, vadano quanto meno ascoltati. Ho letto invece dei commenti da parte anche del Segretario di quel partito, che sostanzialmente dice: "Ma no, evitiamoli". Oggi sento dire: "Li avete pungolati" o qualcosa del genere, non mi ricordo bene quello che è stato detto.
La domanda che sorge spontanea, di fronte al fatto che mi si viene a fare la difesa d'ufficio delle parole del Presidente in Commissione quando ho fatto due domande e per due volte non mi è stata data una risposta chiara, è questa: ma che cosa pensate di farne di quello studio che abbiamo aspettato lungamente, che avete avuto a novembre e poi ci avete dato a marzo. Perché ce l'avete dato a marzo? Perché tra novembre e marzo è stata fatta una nuova parte di quello studio. Visto che le prime quattro ipotesi erano tutte negative e avevano tutto negativo, e lo dico perché io quello studio l'ho letto praticamente tutto, l'ho spulciato, ci è voluto un sacco di tempo ma l'ho fatto...
(intervento di un Consigliere, fuori microfono)
...no, attenzione, forse non si sente quello che dice l'Assessore, noi abbiamo ricevuto il 16 di marzo, se non sbaglio la data, lo studio; quello studio - ce l'ho nel computer e se vuole lo guardiamo - reca delle date, c'è tutta una parte che si riferisce alle prime quattro ipotesi, c'è scritto: "Novembre 2022", poi c'è la quinta ipotesi e c'è scritto sopra: "Marzo 2023". Io credo che questo significhi che qualche cosa è arrivato a novembre e qualche cosa è arrivato dopo, ma non lo dico io. Qui, quando sono venute le società la prima volta, ci hanno mandato una lettera in cui c'era scritto che lo studio ce l'avevano, ma erano nel pieno della stagione turistica, lo dovevano esaminare, quindi, prima di darcelo, avrebbero dovuto esaminarlo loro. C'è stata la stagione turistica, la stagione invernale è finita e a marzo abbiamo ricevuto lo studio. Il 3 di aprile, perché le date bisogna ricordarsele, abbiamo avuto la prima audizione alla quale subito lì, in quella sede, non solo noi, ma vari di noi che sono qui, hanno chiesto la possibilità di avere degli approfondimenti, delle ulteriori audizioni, di tipo economico, sulla parte economica, sulle varie parti degli studi. Noi non abbiamo più visto nessuno, non è più venuto nessuno e sono passati, dal 3 di aprile ad oggi, sei mesi. Quello che davvero uno si chiede è: che cosa ne facciamo di quello studio? Perché qui adesso la frase che voi utilizzate è completamente diversa. Abbiamo già detto, l'ho detto questa mattina e lo ripeterò anche nel momento in cui illustreremo l'emendamento, noi da parte nostra, leggendo quello che c'è scritto in quello studio, esaminandolo con attenzione, per quello che ci riguarda, abbiamo sufficienti elementi per dire, perché crediamo che sia così - ovviamente questa è la nostra posizione, non è quella di altri -, che quello studio certifica che l'opera non ha senso, noi abbiamo questa posizione, ma ho detto oggi e lo ridico che chi ha altre posizioni, a mio avviso, deve avere tutte le possibilità di farla quella valutazione e non è mai stata fatta. Adesso ci venite a dire che date avvio all'iter autorizzatorio di fattibilità tecnico-economica per il collegamento intervallivo. Permettete che tra quello che ho letto prima, cioè le varie definizioni che abbiamo trovato nei DEFR, e quello che leggo adesso c'è una differenza. Non mi potete venire a dire che è la stessa cosa, perché se lo fate, è mistificatorio. Potete dirmi che non è vero, non cambio di certo idea.
Al collega Padovani devo dire che mentre parlava, io sentivo il rumore delle unghie sui vetri, l'ho proprio sentito, perché non è possibile cercare di arrampicarsi in tutti i modi, ed è quasi imbarazzante, tirando fuori storie: "Non ho partecipato al tavolo". Dico una cosa per inciso: io credo di aver capito a che cosa si riferisse, ma so anche che, quando si parla di stesura di programmi e di formulazioni, ai lavori bisogna partecipare, bisogna lavorare, c'è chi lo fa pienamente e chi lo fa in maniera molto diversa, diciamo pure così. Allora evidentemente, nel momento in cui - e il collega Padovani, come tutti gli altri, lo sa benissimo - noi abbiamo firmato un documento preciso in cui c'era scritto che cosa si accettava... ed era la parte del programma in tutte le sue articolazioni, c'erano anche accordi di altro tipo di cui non è adesso il caso di parlare, ma che qualcuno ha rispettato e qualcuno no, però adesso non si possono venire a tirare fuori queste storie che qui non c'entrano proprio nulla.
C'è una cosa che va detta, e concordo forse con qualcuno che lo ha sottolineato, va benissimo parlare di questioni - e io lo condivido - che esulano un po' forse direttamente da un DEFR regionale, perché abbiamo bisogno di avere un'apertura un po' più ampia sul mondo; la questione del rapporto di ActionAid che il collega ha citato, ma non ha voluto citare i dati... quel rapporto è interessante, è il quarto rapporto sulla povertà alimentare in Italia; conosco bene ActionAid perché sono vent'anni che adotto bambini a distanza con quell'Associazione. Questo rapporto che parla della povertà alimentare in Italia fa un quadro spaventoso. C'è un quotidiano che io non sono ancora riuscita a leggere, in questo periodo mi sono occupata di DEFR e non sono riuscita ancora a leggere tutto il rapporto, quindi non ho trovato dove c'è quell'informazione, ma c'è un quotidiano on-line regionale che ha riportato il dato della Valle d'Aosta. Voglio andare a vedere se è così, ha parlato di 3 mila famiglie in situazione di povertà alimentare, stiamo parlando di povertà alimentare, vuol dire che non hanno a sufficienza da mangiare, e dire che questo DEFR dà delle risposte, come ho sentito, ai Valdostani, a tutto quello di cui hanno bisogno, mi pare quanto meno citando quel rapporto - poi voglio verificare questo dato perché al momento non ce l'ho e, per onestà, devo dire che non sono sicura che sia così - che non sia tanto logico.
Ho pochissimo tempo, volevo soltanto dire, ma per correttezza al collega Aggravi, che stamani mattina mi parlava di steccati ideologici soprattutto per quanto riguardava il vettore idrogeno, forse io non mi sono spiegata: non c'è nessuno steccato ideologico, io ritengo che quel vettore energetico sia importantissimo e sia un'opportunità da studiare a fondo, però, visto che io non ho le competenze che hanno altri, in particolare il collega Lavevaz che ha una formazione da fisico, io mi sono rivolta perché volevo capire... perché quando non capisco da sola devo cercare di capire... ho contattato due persone per farmi spiegare: uno è l'ingegnere Moroder, che è stato a lungo dirigente del Comune di Bolzano, è un consulente per la mobilità della SAD di Bolzano. Dico solo una delle risposte che mi sono state date... Ho finito il tempo, la dirò domani quando illustrerò l'emendamento.
Presidente - Altri vogliono intervenire in discussione generale? Se non ci sono altri interventi, chiudo la discussione generale. Il Consiglio è sospeso, riprenderà domani alle ore 09:00 con la continuazione della discussione generale.
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La seduta termina alle ore 19:57.