Compte rendu complet du débat du Conseil régional. Les documents ci-joints sont disponibles sur le lien "iter atto".

Objet du Conseil n. 2911 du 26 octobre 2023 - Resoconto

OGGETTO N. 2911/XVI - Interpellanza: "Azioni volte a tutelare presso 'l'Arcolaio' i requisiti igienico-sanitari previsti dalla deliberazione della Giunta regionale 167/2019 per le strutture socio-assistenziali".

Bertin (Presidente) - Punto n. 45. Consigliere Manfrin a lei la parola.

Manfrin (LEGA VDA) - Quest'interpellanza tratta un tema che è stato discusso più volte all'interno di questo Consiglio, ovvero la tutela delle donne vittime di violenza che, in quest'aula, è sempre stata magnificata: si è sempre messo l'accento sulla necessità di tutelare le donne vittime di violenza. Tutto questo arriva fino al punto dove ci riempiamo la bocca di un sacco di parole, ma che cosa succede materialmente alle donne vittime di violenza quando vengono inserite in struttura, poi è piuttosto ignoto.

Noi abbiamo avuto la fortuna/sfortuna di ricevere una copiosa documentazione rispetto ad alcuni elementi strutturali di una struttura in cui sono state inserite alcune donne vittime di violenza e, in base ai dati che ci sono stati forniti, sia direttamente da alcune delle donne accolte, sia da alcune richieste d'accesso agli atti che hanno evidenziato alcune documentazioni che si riferiscono proprio a quella struttura, abbiamo voluto segnalare e porre l'accento su una situazione che riteniamo sicuramente molto grave.

Come abbiamo riassunto all'interno dell'interpellanza e facendo un po' di storia, alcune donne vittime di violenza, quelle che sono state ritenute meritevoli di essere allontanate dalla famiglia e quindi essere accolte dalla struttura, erano alloggiate in una struttura situata nel capoluogo regionale. Poi i gestori sono cambiati e quindi, da un giorno all'altro, queste donne sono state prese e spostate in un Comune che è denominato "omissis" e tutto questo senza sapere il motivo, se non il fatto che questa nuova caritatevole cooperativa le strutture le aveva da un'altra parte. Ebbene, quando queste donne vengono prese e spostate come dei pacchi postali in questa struttura - questo è il racconto ovviamente delle donne in questione - la stessa risulta non essere idonea all'accoglienza di queste persone.

Nello specifico vengono chiamati, a diversi giorni di distanza, numerosi esponenti delle Forze dell'ordine e dell'Amministrazione regionale per verificare la rispondenza dei requisiti delle strutture, rispetto a quelle che erano le loro necessità.

Come abbiamo riassunto nell'interpellanza, il primo intervento della pattuglia, avvenuto il primo giugno 2023, prendeva atto di un esposto presentato dalle donne in cui segnalavano una serie di problematiche derivanti dalle precarie condizioni igienico-sanitarie della struttura: la presenza di molta polvere sui pavimenti, coperte vecchie mai lavate, mobili vecchi pericolanti pieni di tarli, bagni sporchi con docce non a norma nonché alcuni problemi logistici, quali la mancanza della copertura della rete telefonica, l'assenza di wi-fi e la considerevole distanza dal centro cittadino di "omissis".

Specifichiamo che alcune delle donne presenti in questa struttura avevano dei figli che dovevano frequentare le scuole nel capoluogo regionale e questa struttura era collocata molto lontana dal capoluogo regionale.

La richiedente segnalava la presenza (io ho copiato e incollato i verbali dei Carabinieri) di sporcizia e polvere sul piano cottura, nonché all'interno del forno; inoltre faceva notare che il frigo presente non bastava per contenere tutti gli alimenti delle ospiti, nonostante la presenza di un nuovo frigo (così c'è scritto sul verbale), che non era stato acceso prima del loro arrivo. Nelle camere da letto i materassi utilizzati avevano delle chiazze su gran parte della superficie e i cuscini non erano mai stati lavati, odoravano di polvere e umidità, condizioni quindi che non permettevano la permanenza stabile all'interno della struttura. Sui bagni veniva espressa preoccupazione per la scarsa igiene, la mancanza di una tavoletta e la poca sicurezza derivante dalle docce, che non presentavano tende o tappeti antiscivolo. Veniva segnalato altresì che la lavatrice presente non bastava per lavare tutti gli indumenti delle ospiti.

Secondo me è importante evidenziare come quella struttura non fosse una struttura residenziale adibita a quell'utilizzo; da quello che ci è stato riferito e da quanto c'è scritto nei verbali, quella era una struttura che aveva tutt'altre funzioni e che era stata "adattata", cosa che, nel racconto delle persone ospiti, evidenziava quasi una sorta d'impreparazione da parte della nuova accogliente cooperativa nel rispondere alle necessità delle persone che avevano necessità, appunto, di accoglienza. In altre parole, una struttura "presa e buttata lì" e sembra, ma di questo non ne ho alcuna contezza, che, forse, le persone che hanno partecipato a questa co-progettazione, a questo bando, non so esattamente come sia, non avessero neanche la speranza di vincerlo e che, una volta vinto, abbiano deciso di adattarsi.

Dopodiché venivano chiamati i Carabinieri per la tutela della salute, ovvero i NAS, che il 6 giugno intervenivano e rilevavano alcune criticità e chiedevano alcuni documenti fra cui il DURC, i corsi di sicurezza della 81/2008 e la dichiarazione di aggiudicazione della gara; se hanno dovuto chiederli, significa che non li hanno trovati nella struttura: questo mi pare evidente.

Oltre a questo, veniva chiamato il Dipartimento di prevenzione igiene e sanità pubblica, il quale rilevava che la struttura risultava sprovvista di nulla-osta igienico-sanitario ai sensi della normativa regionale di riferimento e, con un linguaggio che io ho trovato anche piuttosto divertente, se non ci trovassimo in mezzo veramente a una tragedia, riteneva che dovesse essere intrapreso l'iter per ottenere il nulla-osta igienico-sanitario previsto dalla DGR 167/2019 per le strutture socio-assistenziali.

Era sprovvisto e quindi si ritiene - non è che "è necessario" - si ritiene che ci si debba dotare di questa certificazione. Oltre a questo, c'è tutta una serie di cose che non abbiamo ricompreso, un po' per carità di patria, un po' perché si sono verificate ultimamente.

Alcune di queste persone che erano ospiti sono state quasi mandate via o hanno deciso di andarsene perché le condizioni non permettevano una permanenza serena; consideriamo che alcune di queste persone erano state messe in coabitazione con altre famiglie con bagni in comune, con situazioni promiscue che, di sicuro, non aiutano a tranquillizzare chi è stato vittima di violenza.

C'è un esposto alla Procura che parla anche di alcuni atteggiamenti da parte del personale in servizio che sicuramente non esitiamo a definire "non consoni" ma che ovviamente, essendo poi frutto di un esposto, vedranno e troveranno una loro affermazione oppure troveranno una loro smentita. In ogni caso, quello che rimane in tutta questa vicenda e in tutto quello che è accaduto è una sgradevole sensazione, ovvero la sensazione che chi partecipa a questo tipo di accoglienza forse non partecipa con lo spirito con il quale si dovrebbe partecipare.

Quando si parla e ci si riempie la bocca di terzo settore, di finalità sociali, di attenzione verso il prossimo e quant'altro, si fanno tanti bei discorsi e poi, leggendo certe descrizioni, pare quasi che si cerchi soltanto di guadagnare il più possibile; questo lo si rileva anche dalle descrizioni, per esempio, che sono relative alla spesa.

Ci è stato riferito che c'erano momenti in cui la spesa non si faceva, momenti in cui si faceva più spesa di quella che si poteva mettere all'interno dei frigoriferi, tant'è vero che la roba andava a male; altre volte, a fronte delle richieste, non si evadeva alcuna richiesta: poi c'era una denuncia, c'era un esposto, arrivavano le Forze dell'ordine e allora arrivava della roba e, anche qui, si cercava di mediare con le persone però il fatto che più persone all'interno della stessa struttura che dovrebbe accoglierle si trovino così fuori luogo al punto da arrivare a chiamare le Forze dell'ordine forse è sintomo di una necessità d'intervento. Ecco perché con quest'interpellanza, Assessore, le chiediamo se sia stato condotto un approfondimento sulla struttura, proprio a fronte delle criticità sollevate.

In caso affermativo, chiediamo quali siano state le risultanze, quali azioni il Governo intende intraprendere per evitare il ripetersi di tale incresciosa situazione, posto il fatto che siamo perfettamente a conoscenza che quella struttura è stata chiusa e che le persone sono state spostate in altra struttura.

Presidente - Assessore Marzi per la risposta.

Marzi (SA) - Collega Manfrin, lei per l'ennesima volta dimostra di essere un grandissimo professionista perché, dopo aver spiegato tutta una serie di cose drammatiche e aver anche avvisato che le ha prese da una serie di verbali che abbiamo avuto occasione di leggere grazie alla sua iniziativa, chiude con un passaggio che sembra quasi secondario ma che, detto inter nos, di fatto, almeno da parte nostra, risolve la situazione. Infatti, se è pur vero tutto quello che ha letto, io iniziavo (ma perché sapevo che avrebbe finito così, perché la prima versione dell'iniziativa non era così) dicendo: "Informo che il servizio Arcolaio di prima accoglienza per le donne maltrattate, dallo scorso 30 settembre è trasferito in una nuova sede. Per la nuova sede è stato rilasciato il nulla-osta igienico-sanitario e in ordine alla stessa non ci sono a oggi segnalazioni di criticità".

Questo semplicemente per fare da raccordo ma anche perché, di fatto, chiude una buona parte dell'iniziativa, però rispondo rispetto alla precedente sede oggetto dell'interpellanza: come da lei richiamato, gli Uffici dell'Assessorato hanno ricevuto il verbale dei Carabinieri, hanno chiesto formalmente all'appaltatore di relazionare in merito alle segnalazioni ricevute e di provvedere con urgenza a effettuare gli interventi necessari.

L'appaltatore, tra l'altro, con una nota ha comunicato all'Assessorato di aver adempiuto agli interventi nei tempi richiesti e le problematiche evidenziate, riportate nel verbale dei Carabinieri, che si riferivano sostanzialmente a carenti condizioni igienico-sanitarie presenti nella struttura, sono state di fatto sanate ai tempi che furono.

L'uso improprio di un locale da parte di un nucleo, che aveva occupato uno spazio a piano terra destinato ad alloggiamento, era stato ricondotto su indicazione degli stessi Carabinieri intervenuti. Il Dipartimento prevenzione dell'Azienda USL aveva, tra l'altro, disposto un sopralluogo svolto insieme alla Cooperativa che gestisce l'attività di accoglienza nel centro e, dal verbale di sopralluogo effettuato, risultava che la sede sarebbe stata idonea al suo utilizzo. In particolare la sede presentava ambienti facilmente accessibili, spazi comuni fruibili anche da parte di persone con ridotta capacità motoria e condizioni igienico-sanitarie diventate, a quel punto, soddisfacenti.

Il verbale forniva inoltre indicazioni per migliorare alcuni aspetti igienico-sanitari attraverso la programmazione delle varie pulizie e la condivisione con gli utenti delle prassi comportamentali per concorrere al mantenimento delle condizioni igieniche.

In sostanza, a seguito dei sopralluoghi, in capo alla vecchia struttura si erano evidenziati problemi di ordine gestionale, prontamente risolti, che a quel punto non avrebbero pregiudicato comunque l'utilizzo del servizio. Comunque sia, a parte il giusto "gioco a scacchi" rispetto a un tema così importante, io sono assolutamente certo che lei e tutto il Consiglio sarete contenti del fatto che, a oggi, le donne vittime di questo genere di problemi - per motivi che erano legati ad aspetti legati alla gara, che, comunque sia sono stati superati - e che oggi si trovano in questo momento così delicato della loro vita hanno la possibilità di stare in una struttura adeguata, sicuramente, molto più adeguata di quanto non fosse quella prima.

Presidente - Per la replica, consigliere Manfrin.

Manfrin (LEGA VDA) - Grazie, Assessore, per aver aggiunto alcuni particolari a questa questione.

Lei si è concentrato molto sulla mia conclusione però, in realtà, lei dovrebbe secondo me riflettere su un elemento, la riflessione sull'elemento qual è? È che se è vero che io concludo dicendo: "Le donne non sono più lì" e lei conclude la sua analisi o l'analisi che gli Uffici hanno effettuato dicendo che, a quel punto, le strutture erano idonee, sovviene una prima domanda: se le strutture erano idonee, perché le hanno spostate? Questa è una domanda legittima, penso.

Poi c'è una seconda domanda ed è: lo spostamento è avvenuto ai primi di giugno dalla struttura sita nel capoluogo alla seconda struttura che ha originato i problemi e il secondo spostamento è stato effettuato a fine settembre, come lei ha giustamente evidenziato. Le donne che, come lei ha riconosciuto, attraversano un momento così delicato della loro vita, per quale motivo per quattro mesi devono vivere in una struttura che non fornisce loro un servizio adeguato e la tranquillità di cui avrebbero bisogno? Perché poi l'elemento è questo; è corretto porre rimedio, ma perché sono dovute rimanere per quattro mesi in una struttura che aveva carenze organizzative, strutturali, igienico-sanitarie, non aveva le certificazioni e quant'altro? Lei dice che è un problema legato alla fase di gara, ma questo non ce l'ha esplicitato; io sarei curioso di sapere quali sono le criticità rispetto alla fase di gara e già sono molto contento che ci sia una fase di gara. Questo vuol dire che si è fatto un concorso libero a cui tutti potevano partecipare e che ha vinto l'offerta migliore. Poi con questo evidenziamo che anche le gare hanno dei limiti, ma sicuramente si può chiedere, in maniera veemente, anche il rispetto di quanto previsto nel bando di gara.

Detto questo però quello che lei ha detto è importante; io come posso immaginare che qui facciamo dei grandi discorsi in difesa delle donne, per la promozione del contrasto alla violenza sulle donne, promuoviamo tutta una serie di azioni da portare nelle scuole e in tanti bei luoghi e poi quando una donna è vittima di violenza la si prende e la si mette in una struttura che non è idonea?

Poi ci sarebbe da aprire un lungo capitolo rispetto ad alcuni elementi del personale, che per esempio, come è stato inserito nell'ultimo esposto, hanno addirittura vietato di utilizzare, anzi, non hanno neanche comprato, la carta igienica alle gentili ospiti, dicendo loro che dovevano organizzarsi con quello che avevano e andava bene così, oppure che hanno scagliato gli oggetti con i quali si erano organizzate, perché andava bene così, addosso alla macchina con cui si spostavano le ospiti, che hanno deciso di lasciare la struttura, visto le carenze, perché erano arrabbiate per il loro comportamento?

Chi si trova in una situazione di fragilità e di disagio, a contatto con del personale che non è formato, può reagisce in questa maniera e il fatto di trovarsi in una struttura non idonea sicuramente non favorisce la tranquillità e i rapporti di persone che hanno vissuto delle terribili esperienze.

Peraltro la vecchia struttura, da quello che è stato evidenziato, non possedeva neanche una sua sicurezza: le porte che avrebbero dovuto chiudere la struttura rimanevano aperte; all'interno della struttura pare - così dicono diverse persone - che vedevano, nonostante i divieti, arrampicarsi i mariti di alcune di queste per entrare notte tempo nelle camere delle persone, con ovviamente situazioni promiscue all'interno della struttura e tutto questo con evidenti denunce da parte delle ospiti presenti, ma tant'è va bene così.

Io credo che si sia descritta una situazione apocalittica rispetto all'accoglienza e spero che questa sia stata soltanto davvero una brutta parentesi che si chiuderà, ma bisognerà chiedere conto di queste mancanze a chi ne è responsabile e mi auguro che tali fatti non abbiano più a ripetersi.