Compte rendu complet du débat du Conseil régional. Les documents ci-joints sont disponibles sur le lien "iter atto".

Objet du Conseil n. 2903 du 26 octobre 2023 - Resoconto

OGGETTO N. 2903/XVI - Interpellanza: "Eventuali piani di utilizzo del personale ferroviario relativo al periodo di chiusura della tratta Aosta-Ivrea".

Bertin (Presidente) - Punto n. 37. Consigliera Minelli ne ha facoltà.

Minelli (PCP) - Sul tema della chiusura della ferrovia per i prossimi tre anni, in tanti siamo tornati più volte, evidenziando sia la rilevanza dell'intervento, sia i disagi che ne deriveranno.

Fra le problematiche che dovranno essere affrontate per realizzare quest'importante intervento, vi è quella dei lavoratori che, a vario titolo - e mi riferisco a macchinisti, manovratori, capitreno, controllori, capistazione, bigliettai, impiegati e operai vari - prestano la loro opera per il funzionamento dell'infrastruttura e poi del servizio ferroviario.

Sappiamo che sono in corso delle interlocuzioni tra i lavoratori, le organizzazioni, sindacali, Trenitalia e RFI circa l'organizzazione e l'utilizzo del personale nel periodo di chiusura della tratta e, dalle informazioni che abbiamo raccolto, sembra che in particolare per macchinisti, manovratori e capitreno, si ipotizzi una ricollocazione che, ipoteticamente, potrebbe prevedere non solo delle trasferte fuori regione ma anche una diversa sede di servizio, quindi dei trasferimenti in località distanti dalla Valle d'Aosta.

Quando parlo di "sede di servizio", non mi riferisco ovviamente soltanto al luogo dove svolgere praticamente e fisicamente la propria mansione ma alla sede di appartenenza, dalla quale calcolare poi anche gli spostamenti per il tempo dell'orario di servizio e da cui calcolare anche la tempistica per raggiungere il luogo fisico dell'espletamento delle mansioni.

È comprensibile che questi lavoratori che ho citato chiedano di mantenere come sede Aosta, sia per mantenere un servizio efficace e capillare per gli utenti - da parte soprattutto di bigliettai, impiegati e capistazione - sia per permettere a macchinisti e a capitreno di effettuare le loro trasferte a partire dal capoluogo regionale, evitando così lo spostamento in sedi lontane dalla Valle d'Aosta.

Come appare ovvio, i disagi a cui andranno incontro i lavoratori della ferrovia saranno condivisi con le loro famiglie ed eventuali trasferimenti prospettati inciderebbero negativamente sulla loro quotidianità, fino al possibile trasferimento fuori Valle di interi nuclei familiari, il che significa ragazzi che lasciano la scuola, componenti del nucleo familiare che abbandonano il loro lavoro, diminuzione anche di residenti.

È probabile che la definizione dell'utilizzo del personale avverrà a breve, pare anche addirittura entro la fine di questo mese; poi è vero che, adesso, i tempi si sono un po' dilatati e forse le cose non sono più esattamente così, ma la sostanza non cambia.

L'assessore Bertschy, rispondendo durante l'ultimo Consiglio alla quarta domanda di un'interpellanza che avevo presentato, aveva affermato che - pur non entrando, giustamente, nel merito dei rapporti tra personale ferroviario, sindacati e aziende - da parte dell'Amministrazione regionale è stata comunque manifestata la richiesta di presidiare il servizio in un'ottica di mantenimento di varie competenze in loco e credo che questo sia sicuramente un passaggio importante che è già stato fatto e che andrà, a nostro avviso, implementato.

Con l'interpellanza noi chiediamo di conoscere alcuni dati, di cui non abbiamo contezza, che sono quelli relativi al personale ferroviario afferente sia a Trenitalia che a RFI, suddiviso per tipologia di mansione.

Poi chiediamo se siano stati comunicati alla Regione dei piani di utilizzo del personale relativamente al periodo di chiusura della tratta Ivrea-Aosta; infine se è intenzione del Governo, nell'ambito della definizione dell'utilizzo del personale, assicurarsi - per quanto è possibile, naturalmente - che le richieste della Regione circa il mantenimento del personale finalizzato a presidiare la struttura e i servizi ferroviari siano tenute in adeguata considerazione da parte delle società a cui abbiamo fatto riferimento.

Presidente - Risponde l'assessore Bertschy.

Bertschy (AV-VdA Unie) - Come immaginavo e immaginiamo tutti, in questo periodo le interpellanze che riguardano la chiusura del servizio ferroviario sono numerose e lo sono anche le interpellanze sui trasporti: questo è segno che l'attenzione della politica è alta e nello stesso tempo che il problema è importante, è sulle spalle dell'Assessore del Governo tutto, e credo, con la sensibilità di tutti, che stiamo cercando di fare i passaggi che vanno fatti per cercare di dare le migliori risposte.

Chiudere un servizio per così tanti anni - tre anni - con l'impatto che questo crea sui cittadini in termini di utilizzo, ma anche sulle aziende, probabilmente non era così facile da pensare nel momento in cui quest'attività è stata avviata, però oggi ne vediamo tutti gli effetti - compresa l'interpellanza di questa mattina - cioè i rapporti, la logistica; qui si sta coinvolgendo in maniera importante e per i prossimi tre anni questo sarà un tema che accompagnerà l'attività un po' di tutti noi.

Dico questo perché l'impatto c'è anche sulle aziende, sull'organizzazione del lavoro, sulle mansioni, sui profili delle persone perché, per tre anni, i treni non giungeranno più ad Aosta e non partiranno più da Aosta, partiranno e arriveranno degli autobus.

L'impostazione politica che abbiamo dato a questa trattativa in questi mesi, che evidentemente è condivisa, è che vorremmo pensare a questi tre anni come tre anni di lavoro il più efficace possibile per vederci restituita un'infrastruttura migliore di quella che abbiamo in questo momento e con tutti i servizi a essa collegati: parcheggi, stazioni e tutto quello che immaginiamo. Noi però abbiamo chiesto, da subito, a tutte due le aziende anche di veder restituita una competenza e un'organizzazione di questi servizi con le stesse capacità che ci sono oggi. Mi riferisco alle competenze delle persone attualmente in organico, che sono venute a vivere in Valle d'Aosta, trasferendo qui i loro interessi, facendo delle scelte di vita per le quali mi auguro possano continuare, nonostante questo periodo, a immaginare d'investire nelle professionalità che si sono create così da ritrovarle in futuro; dico questo perché oggi una delle criticità del mondo del lavoro è l'attrattività e la capacità di far arrivare in Valle d'Aosta competenze per sviluppare le nostre aziende e, in questo momento, stiamo parlando di aziende ferroviarie.

Questo è l'indirizzo e anche l'atteggiamento con il quale ci siamo posti ai tavoli, ma certamente non possiamo immaginare di sostituirci alle trattative sindacali in corso. Noi possiamo mettere a disposizione gli attuali contratti, le risorse a disposizione, l'indirizzo politico e poi dobbiamo fare in modo che tutto questo risponda il più possibile alle esigenze e agli obiettivi che abbiamo fissato.

Per venire ai tre quesiti, i dati relativi al personale ferroviario afferente a Trenitalia e RFI suddiviso per tipologie e mansione: abbiamo chiesto questi dati alle due società e, per quanto riguarda Trenitalia, ci ha indicato per vie brevi una consistenza di ventotto risorse tra macchinisti, capitreno e addetti alla manovra.

Sulla base delle informazioni acquisite in via informale, nell'ambito delle diverse interlocuzioni svolte negli ultimi mesi con i gestori ferroviari e con le organizzazioni sindacali, alla Regione risulta un organico di tredici macchinisti, dodici capitreno, sei addetti alla manovra, cinque capistazione, quattro impiegati, tredici bigliettai e ventiquattro operai. Mi scuso: il dato di prima era riferito a RFI.

Sulla seconda domanda: "Se sono stati comunicati alla Regione piani di riutilizzo al personale relativamente al periodo di chiusura della tratta ferroviaria Aosta-Ivrea": al momento, come già durante l'estate, pare abbastanza consolidata l'idea che il personale di RFI addetto all'infrastruttura possa essere maggiormente impiegato nelle attività di manutenzione ciclica e in quelle di scorta e assistenza per l'attività di cantiere.

Rispetto al personale di Trenitalia, l'impresa ferroviaria ci ha comunicato che sono tutt'ora in corso i confronti tra l'Azienda e le Organizzazioni sindacali; a oggi non abbiamo una presentazione definitiva dei piani di utilizzo al personale, ma credo si stia lavorando nella direzione prospettata.

Ultimo quesito: "Se è intenzione del Governo, nell'ambito della definizione di tale utilizzo, assicurarsi che le richieste della Regione circa il mantenimento del personale finalizzato a presidiare la struttura e i servizi ferroviari siano tenute in adeguata considerazione": come ho detto, abbiamo a cuore in particolare le sorti dei lavoratori e del servizio; la trattativa richiede ancora un po' di tempo per essere realizzata, visto che la chiusura del servizio è stata spostata al 2 gennaio e il 3 gennaio inizieranno le attività con gli autobus sostitutivi.

Rispetto a questo noi stiamo cercando di fare in modo che, come ci dicevamo, le persone attualmente con le mansioni che possono essere impiegate in tutti i servizi che noi richiediamo di tenere aperti non vengano spostate e quindi l'idea di tenere aperte le stazioni serve anche a permettere di utilizzare il personale. É chiaro che c'è un tema, direi in particolare, quello dei macchinisti che, in qualche maniera, deve essere affrontato attraverso una contrattazione aziendale che ha una ricaduta locale, ma credo che, per quello che riguarda una mansione così particolare, abbia una ricaduta per un'azienda nazionale anche su altri territori e quindi i contratti che possono essere sviluppati, probabilmente, hanno una visione che va oltre quella del territorio.

Tutto quello che potremo fare, come ho già avuto modo di dire, lo faremo proprio perché l'interesse è di far passare questo tempo il più velocemente possibile, cercando di dare la miglior risposta possibile e di creare le condizioni perché lavoratori e famiglie possano vedere questo momento come un momento di passaggio, senza enormi difficoltà da superare con l'allontanamento dai posti di lavoro.

Se si tratterà di lavorare a confine tra la Valle d'Aosta e Piemonte quello sarà sicuramente un problema per gli addetti ad alcune mansioni, ma sarà comunque un problema gestibile: noi, ovviamente, ci aspettiamo che non ci siano difficoltà di natura maggiore.

Presidente - Per la replica, la consigliera Minelli.

Minelli (PCP) - Mi viene spontanea una considerazione: quando è iniziato tutto questo percorso, forse la percezione di quella che sarebbe stata una complessità, come quella che si deve affrontare, almeno nella mia testa c'era, così come anche la preoccupazione, a fronte però del fatto, altrettanto forte, della convinzione della necessità di un intervento di questo tipo.

Ringrazio l'Assessore per i dati che sono stati resi noti e che io non conoscevo, che ci danno una fotografia di quella che è anche la popolazione ferroviaria.

È chiaro che la richiesta che io ho fatto nell'interpellanza teneva conto di quanto l'Assessore ci ha rappresentato e cioè che non possiamo come Regione sostituirci alle parti in causa, questo è ovvio; credo però, mi sembra di averlo capito da quanto l'Assessore ci ha detto, che l'attenzione da parte sua e del Governo per le sorti, non solo della ferrovia ma proprio di chi ci lavora, sia ben presente e che quest'attenzione c'è adesso e ci sarà anche nel prosieguo. Bene - ma non avevo dubbi - che si abbiano a cuore le sorti dei lavoratori e del servizio: il problema più grande è quello - e l'ha sottolineato - dei macchinisti.

C'è però una questione che io ho evidenziato nell'illustrazione e che riprendo brevemente, che è quella del mantenimento della sede di appartenenza in Aosta; questo è importante: certamente non dipende dall'Assessore, ma nelle interlocuzioni che ci saranno credo si dovrà porre un'attenzione particolare su questo problema. È ovvio che i macchinisti dovranno essere impiegati altrove se non ci sarà l'attività ferroviaria, però l'avere come sede di appartenenza Aosta ha tutta una ricaduta molto importante sull'organizzazione dei turni di lavoro perché, se questa viene mantenuta come sede, il tempo lavoro viene calcolato a partire da Aosta e non da un'altra sede; questa è la preoccupazione più grande di chi sta lavorando ed è ovviamente preoccupato.

Lei ha anche detto che, per quello che riguarda i piani di riutilizzo, non è che ci sia una comunicazione ufficiale; questo è comprensibile, ma si è consolidata l'idea che il personale di RFI possa essere impiegato nelle attività di cantiere e questo ci sembra positivo.

Sulla situazione di Trenitalia non c'è un piano definitivo, c'è ancora un po' di tempo, la cosa potrà essere ulteriormente specificata nelle prossime settimane; io credo però, davvero, che per quello che riguarda tutto il personale ci sia la necessità di essere impiegato nelle stazioni. Abbiamo detto più volte, in questi giorni e in queste settimane, che ci sarà tutto il problema legato agli autobus sostitutivi che, oltretutto, saranno di varie tipologie e forse all'inizio non saranno nemmeno così facilmente riconoscibili. Ecco allora che l'ausilio di chi lavorerà nelle stazioni - impiegati, capistazione ed altri - è quanto mai opportuno. Tra l'altro mi sembra che questi lavoratori siano anche abbastanza, perché si è parlato di dodici bigliettai; poi magari mi riascolto bene i dati perché non sono riuscita a seguire proprio tutto. Credo quindi che una parte possa essere impiegata anche nelle operazioni di convogliamento dei passeggeri verso gli autobus sostitutivi.

Assessore, quello che le chiediamo - ma non penso che questa sia una sollecitazione di cui lei ha bisogno - è di continuare a seguire con grande attenzione anche quest'aspetto della problematica che dovremo portare avanti per tre anni, anche se speriamo magari di meno.