Compte rendu complet du débat du Conseil régional. Les documents ci-joints sont disponibles sur le lien "iter atto".

Objet du Conseil n. 2901 du 26 octobre 2023 - Resoconto

OGGETTO N. 2901/XVI - Interpellanza: "Apertura della caccia alla pernice bianca e alla lepre variabile".

Bertin (Presidente) - Alla presenza di 31 Consiglieri, riprendiamo l'analisi dell'ordine del giorno. Punto n. 35. Per l'illustrazione, consigliera Minelli.

Minelli (PCP) - Durante l'ultimo Consiglio regionale, l'assessore Carrel, rispondendo a una nostra iniziativa, ci ha comunicato che la bozza del nuovo Piano regionale faunistico venatorio è ultimata e sarà a breve inviata alla Procedura di VAS.

Considerato che il precedente Piano era fermo al 2012, questa è una notizia positiva e certamente occorrerà analizzare il documento con attenzione.

Nella citata risposta non erano emersi degli elementi circa le valutazioni effettuate sulla presenza della pernice bianca, mentre, per quanto riguardava la lepre variabile, l'Assessore non aveva esplicitato in modo chiaro se lo studio previsto fosse effettivamente concluso; erano stati evidenziati soltanto gli indici di abbondanza rilevati in undici aree in tutta la regione attraverso il dato IKa, un dato definito superiore alla media per cui, secondo la risposta che ci è stata data, è possibile dire che vi è in tutto il territorio regionale un'abbondanza della specie. Ciò significa che il nostro ufficio regionale competente ha ritenuto di poter autorizzare il prelievo, compatibilmente con la conservazione della popolazione.

Secondo alcune pubblicazioni scientifiche che abbiamo avuto modo di leggere, secondo esperti che si occupano di questi studi, il valore dell'IKa, che è l'indice chilometrico di abbondanza, per essere ritenuto attendibile, deve essere ripetuto per tre anni.

Di conseguenza, non ci appare chiaro che cosa si intenda con l'espressione "Un dato IKa che è superiore alla media"; la media di che cosa? Qual è il termine di paragone e di riferimento?

Abbiamo comunque presentato un accesso agli atti per ricevere tutta la documentazione che era stata citata e abbiamo potuto riscontrare che lo studio sulla lepre variabile si riferisce in realtà al momento - almeno questo è quello che ci è stato mandato - ai dati raccolti per un periodo di tempo limitato, pari a meno di un anno completo di monitoraggio, poiché il monitoraggio estivo non risulta concluso.

D'altronde sappiamo che dal 2019 a oggi - cioè il periodo per cui era stata prevista con mozione la sospensione della caccia alle due specie per cinque stagioni venatorie, ed in ogni caso nell'attesa di specifici studi sul loro stato di salute - l'unico studio riguardo alla lepre è questo che non risulta terminato.

Nel nostro accesso agli atti abbiamo poi chiesto anche i dati sulla pernice che non erano stati comunicati: i piani di prelievo per le due specie, quindi sia per le lepri che per le pernici, e il parere di Ispra, che l'Assessore aveva richiamato nella sua risposta. Documenti che abbiamo ricevuto e che abbiamo letto con attenzione. Io poi ho fatto anche un accesso a Ispra e la risposta mi è arrivata esattamente trenta secondi fa, quindi non ho ancora avuto modo di leggere; c'è un documento in più rispetto a quelli che avevo ricevuto dall'Assessorato, ma non ho avuto modo di leggerlo.

Quello che vorremmo evidenziare è che appare quantomeno strano che Ispra abbia espresso il proprio parere in assenza della conclusione del monitoraggio sulla lepre variabile e, su questo, sarà necessario un chiarimento a cui provvederemo con l'ente interessato, a cui abbiamo già chiesto una spiegazione.

Rileviamo comunque che gli esiti degli studi, dei monitoraggi e anche dei pareri di Ispra non dovrebbero essere trasmessi soltanto al Comitato venatorio, ma anche alle associazioni ambientaliste interessate, che sono membri della Consulta faunistica e che, tuttavia, non li hanno ricevuti prima della data di apertura della caccia alle due specie sopracitate; sappiamo anche che ne hanno fatto richiesta esplicita.

Comunque, in tutta la documentazione che noi abbiamo ricevuto - in particolare nel capitolo 3.8.3 della bozza del nuovo Piano faunistico relativo alla pernice bianca, ma anche nella relazione sulla lepre variabile nel parere della struttura biodiversità e aree protette, e pure nei piani di prelievo delle due specie e, infine, nel parere Ispra - emerge chiaramente (l'avevo già anche detto in precedenza però qui viene fuori con maggior forza) un atteggiamento estremamente cauto e prudenziale riguardo alla riapertura della caccia a queste due specie che, da un punto di vista logico, e io direi anche di buon senso, dovrebbe portare a una scelta sicuramente diversa.

A questo proposito voglio leggere alcuni stralci, sia della bozza di Piano faunistico che del monitoraggio della struttura biodiversità e del parere Ispra.

Nella bozza di Piano faunistico noi leggiamo: "Recentemente risulta in declino in diverse aree" - mi riferisco qui alla pernice - "...ed è verosimilmente tra le specie maggiormente minacciate dai cambiamenti climatici. Su queste basi il rapporto dell'IUCN sospetta che nel nostro Paese" (si fa riferimento ai dati regionali) "ci sia stato un declino della popolazione di almeno il 30% negli ultimi dieci anni e la specie viene pertanto classificata come vulnerabile".

Presidente - Consiglieri, vi invito a mantenere un volume più basso o, meglio, a seguire.

Minelli (PCP) - "In un contesto di potenziale declino della specie, la gestione venatoria può essere un ulteriore vincolo per la persistenza a lungo termine della pernice bianca se la caccia, qualora dovesse riprendere, non venisse condotta secondo norme estremamente prudenti. I dati archiviati non sono di facile interpretazione; il censimento primaverile valdostano della pernice bianca, analizzato su una serie storica di dodici anni, stima la densità dei maschi riproduttori con una media di 1,65 per 100 ettari e nei tredici anni indagati, il 2018 non è stato considerato, si suppone che le condizioni meteo climatiche non abbiano consentito un regolare svolgimento del censimento". E ancora: "la tendenza delle densità primaverili analizzate evidenzia un apparente aumento dal 2012 al 2017, per avere una progressiva riduzione a partire dal 2019, per raggiungere il dato minimo storico di presenze registrate nell'area a campione nell'anno di sospensione del prelievo venatorio", l'anno della mozione. "Ponendo come traguardo la conservazione della specie, il prelievo dovrebbe essere comunque sospeso, quando il rapporto tra giovani e adulti non raggiunga un rapporto soddisfacente tra le due classi di età. Il sistema di aree da sottoporre a divieto dovrebbe prevedere, oltre ai siti Natura 2000, anche quei settori con l'accesso agevolato".

Sul monitoraggio della lepre non si arriva a nessuna conclusione, perché non è concluso.

Il parere della struttura biodiversità dice che: "Nel rapporto direttive europee il trend di popolazione della specie è valutato sconosciuto nel lungo periodo e in decremento nel breve periodo. I dati censuari regionali nel periodo 2008-2023 mostrano un andamento molto discontinuo, visto lo stato di conservazione non favorevole della specie a livello di regione biogeografica e la sua valutazione come V", che era quella che abbiamo già detto prima, "visti i dati censuari, considerato che la specie è elencata nei formulari delle zone ZSC e che l'attività venatoria è considerata pressione negativa per la specie, si chiede" - e lì si riferisce a un'area - "che il prelievo, limitato a una sola unità, sia assegnato nominalmente".

Poi anche nel parere Ispra c'è scritto: "Si ritiene opportuno evidenziare che per la pernice bianca non vi è un Piano di gestione nazionale; la sottospecie endemica presente in Valle d'Aosta è considerata in uno stato "not secure'"; quindi ci sono tutta una serie di valutazioni che, se lette con attenzione, fanno chiaramente emergere che delle due specie questa è in una situazione particolarmente complessa e delicata.

Alla luce di quello che abbiamo evidenziato, chiediamo al Governo: di conoscere il metodo di calcolo che è stato utilizzato per stabilire che il dato IKa è superiore alla media; perché si è proceduto a formulare il Piano del prelievo prima del completamento dello studio sulla lepre; il motivo per cui tutta la documentazione non è stata trasmessa alle associazioni ambientaliste facenti parte della Consulta faunistica prima della conferma della riapertura della caccia e poi, soprattutto, tenuto conto delle valutazioni contenute nella bozza del Piano faunistico e di tutti gli altri documenti che ho citato - i vari pareri, le relazioni sul monitoraggio, il parere della struttura biodiversità e anche le valutazioni contenute nel parere Ispra - quale senso abbia la decisione di riaprire la caccia alle due specie sopra citate.

Presidente - Risponde l'assessore Carrel.

Carrel (PA) - Forse non sono stato così chiaro nella risposta dell'ultimo Consiglio e quindi è giusto tornare sul tema.

L'indice chilometrico di abbondanza, il cosiddetto IKa, è uno dei sistemi per valutare la presenza e le dimensioni di una specie sul territorio e riveste particolare interesse se è confrontato con valori di IKa di anni precedenti. Come lei ha ben detto, noi non abbiamo trovato, dal nostro punto di vista, nessun indice sul tempo, quindi il triennio è un indice che sicuramente qualcuno usa, ma non è definito dalle norme.

Nel caso della lepre variabile e dai dati raccolti, è stato possibile quantificare per il 2023 un indice IKa medio pari a 7,1. Tale valore è stato confrontato con quello proveniente da altri studi simili eseguiti alcuni anni fa sulle Alpi tra cui, in particolare, uno studio realizzato sulla lepre variabile in Valle d'Aosta nel 2007 nell'ambito del Progetto transfrontaliero GESTALP sulla questione e valorizzazione della biodiversità e del pastoralismo nei territori alpini; in quest'anno, quindi sedici anni fa, in Valle d'Aosta la mediana del codice IKa era 7,5 e la media 8,3.

Per rispondere alla domanda n. 2: il monitoraggio invernale dal quale è stato ricavato il valore dell'IKa non era stato inizialmente previsto nello studio.

La decisione di aggiungere questa metodologia di monitoraggio è stata presa nell'autunno scorso al fine di ottenere ulteriori e più approfonditi dati sulla presenza della specie; infatti il monitoraggio estivo, previsto inizialmente dallo studio, indaga principalmente in territori sopra i 2.500 metri di quota, ipotizzando che questo sia l'habitat maggiormente frequentato dalla specie.

In realtà, ci si è accorti che la specie utilizza in misura maggiore le zone a quote più basse, al limite della vegetazione arborea, cioè 1.800-2.200 metri.

Il monitoraggio invernale, effettuato in questa fascia altitudinale, è stato quindi ritenuto più idoneo per indagare la presenza della specie al punto tale che questa metodologia sarà quella privilegiata per studiare la specie anche nei prossimi anni.

Per rispondere alla domanda n. 3: nella riunione del 14 maggio del 2023, la Consulta faunistica regionale si è espressa favorevolmente a maggioranza, come da lei giustamente sottolineato, all'inserimento della pernice bianca e della lepre variabile nel calendario venatorio per la stagione 2023-2024, a condizione che il prelievo non andasse a impattare sullo stato delle popolazioni. A tal fine si decise che i Piani di prelievo sarebbero stati sottoposti al parere degli organi competenti - Ispra e Struttura regionale di biodiversità, sostenibilità e aree naturali protette - una volta ottenuti i dati della consistenza delle popolazioni.

Le Associazioni ambientaliste decisero di astenersi dal formulare un parere sulla riapertura della caccia alla pernice bianca e alla lepre variabile, fino alla presentazione dello studio.

Sulla proposta del calendario venatorio, furono acquisiti i pareri favorevoli sia di Ispra che della struttura regionale competente e il calendario fu approvato con deliberazione di Giunta regionale 813 del 24 luglio 2023.

Una volta ottenuti i dati sulle consistenze di popolazione, l'Ufficio per la fauna selvatica ed ittica ha provveduto a elaborare la proposta dei Piani di prelievo, sottoponendoli ai pareri dell'Ispra e della struttura regionale Biodiversità, sostenibilità e aree naturale protette, che hanno rilasciato parere favorevole sui piani proposti, tenendo conto dei dati di monitoraggio e delle modalità di raccolta degli stessi; ottenuti questi studi, l'ufficio competente ha provveduto a formalizzare i Piani di prelievo e a comunicarli al mondo venatorio, a ridosso del periodo di prelievo.

Si evidenzia che, nell'ambito dell'istruttoria per l'approvazione dei Piani di prelievo, dopo l'espressione della Consulta faunistica regionale non è prevista l'acquisizione di un ulteriore parere da parte delle singole associazioni; a ogni buon conto la documentazione relativa ai dati di monitoraggio, ai Piani di prelievo e ai pareri sugli stessi è stata trasmessa per opportuna informazione ai componenti della Consulta faunistica, in data 12 ottobre 2023.

Il prelievo di pochissimi esemplari di pernice bianca e lepre variabile non influisce, secondo gli Uffici, sullo stato di conservazione delle due specie; al contrario - e di questo ne sono fermamente convinto - la chiusura definitiva della caccia interromperebbe la collaborazione con i cacciatori che, non più interessati, difficilmente parteciperebbero ai monitoraggi delle due specie e quindi non si avrebbero più a disposizione i dati di presenza delle popolazioni.

Su questo abbiamo già avuto modo di confrontarci anche durante le audizioni sul DEFR; ovviamente sono punti di vista che posso anche comprendere ma credo, fermamente, che per la gestione della fauna in Valle d'Aosta il mondo venatorio sia una risorsa con la quale dobbiamo continuare a collaborare, proprio perché il nostro obiettivo è quello della gestione della fauna.

Per la pernice bianca infatti il coinvolgimento dei cacciatori e dei loro ausiliari, cani da ferma opportunamente addestrati, è attualmente il solo e unico sistema per l'effettuazione dei censimenti estivi, che permettono di conoscere il rapporto giovani- adulti. Allo stesso modo, per la lepre variabile nei prossimi anni sarà sempre più necessaria la collaborazione, anche economica, dei cacciatori per continuare il lavoro di ricerca e monitoraggio della specie.

Presidente - Per la replica, consigliera Minelli.

Minelli (PCP) - Ringrazio l'Assessore per le risposte, molte delle quali in qualche modo confermano le cose che avevo detto a partire dal dato IKa, perché il dato IKa, l'ha detto lei, ha un valore se confrontato con i dati precedenti: noi i dati precedenti non li avevamo, se non risalendo fino al 2007, quindi è difficile capire come un monitoraggio che fa un raffronto con un dato di ben sedici anni fa possa essere ritenuto valido.

Non solo: lei mi ha fornito un dato che io non conoscevo, cioè che l'IKa del 2007 era pari a 7,5 e oggi siamo a 7,1, quindi non è che siamo meglio addirittura, siamo lì; tra l'altro è il parere della struttura Biodiversità, gli altri dicono che i dati sono poco attendibili - lo dicono loro, ma potrebbero anche essere di più e questo non lo sappiamo.

Poi lei mi ha detto che il monitoraggio invernale non era stato previsto, che è una decisione che si è presa nell'autunno scorso e che è comunque più valido il monitoraggio invernale rispetto a quello estivo, perché la popolazione delle lepri vive a un'altitudine diversa.

Quello che io sottolineo - ma lo dico perché è un dato di fatto, non è una mia opinione - è che siamo di fronte a dei dati assolutamente parziali e, sulla base anche delle decisioni che erano state prese e delle prescrizioni che erano arrivate da Ispra all'epoca, io rilevo che siamo di fronte a una situazione su cui non abbiamo, per nulla, dati certi.

La Consulta si è pronunciata a maggio sulla caccia, lei mi ha detto che le Associazioni ambientaliste si erano astenute fino alla presentazione dello studio e che poi non è previsto che ci sia, dopo l'espressione del parere, un ulteriore pronunciamento. Quello che io ho chiesto però era un'altra cosa: perché gli studi, tutti quelli che poi io ho ricevuto con il 116, non sono stati mandati alle associazioni ambientaliste che avevano detto che si astenevano in attesa degli studi? Al di là dell'astensione, questi studi dovevano essere consegnati, se non per norma almeno per correttezza, visto che si dovrebbe collaborare con tutti e lei mi ha detto che sono stati comunicati il 12 ottobre 2023, cioè due giorni dopo l'apertura della caccia che, se non sbaglio, per entrambe le specie partiva dal 10 di ottobre; tra l'altro sono stati consegnati non perché vi siete resi conto che li dovevate consegnare, ma perché c'è stata un'espressa richiesta scritta. Queste ovviamente sono delle valutazioni: ha riconosciuto anche lei che sono diverse per quello che ci riguarda.

Poi lei ha detto che la chiusura definitiva della caccia chiuderebbe alla collaborazione con i cacciatori e che, quindi, non ci sarebbero i dati relativi al monitoraggio, per lo meno sulla pernice e che è importante la collaborazione per quello che riguarda la gestione della fauna.

Io ora rilevo una questione: quando parliamo di queste due specie - e stiamo ragionando su pernice bianca e lepre variabile - non credo che siamo di fronte a una situazione per cui ci deve essere una salvaguardia dell'altra fauna selvatica, del patrimonio zootecnico, delle colture del nostro territorio. A mio parere, quindi, parlare di gestione, e soprattutto anche di selezione, come si fa a volte e come comprendo benissimo per certe specie - faccio l'esempio dei cinghiali, per dirne una... - ma quando noi parliamo di lepre e di pernice sulla questione della gestione, non mi sembra corretto. Lei mi dice: "Se non ci fosse la collaborazione, non avremmo il monitoraggio e non avremmo i numeri"; io le dico che, probabilmente, non avremmo i numeri, non avremmo il monitoraggio ma se andassimo poi per i boschi a vedere, forse troveremmo qualche esemplare in più. Dico questo perché c'è tutta una letteratura scientifica che ci dice che su tutto l'arco alpino siamo in una situazione in cui queste specie sono a rischio, sono classificate not secure e poi noi, in spregio a una decisione che era stata presa da questo Consiglio - ovvero aspettare tutti i cinque anni delle stagioni venatorie e comunque la conclusione di tutti gli studi - decidiamo diversamente.

Mi sembra che sia qualche cosa di assolutamente non condivisibile ma, soprattutto, che vada totalmente contro il buon senso.