Objet du Conseil n. 2887 du 26 octobre 2023 - Resoconto
OGGETTO N. 2887/XVI - Interrogazione: "Programmazione degli interventi per evitare il congestionamento di Piazza Manzetti in vista di un forte incremento del traffico".
Bertin (Presidente) - Punto n. 20. Risponde l'assessore Bertschy.
Bertschy (AV-VdA Unie) - Come avrete visto, stiamo incontrando la popolazione per presentare il progetto che è in fase di costruzione per tanti aspetti: oltre alla presentazione del servizio di autobus sostitutivi in attesa che venga aggiudicata la gara al fornitore, ci sono tante altre questioni che gravitano sull'organizzazione del servizio. Tra queste, sicuramente il tema di come organizzare l'arrivo e la partenza degli autobus in tutte le stazioni, su Aosta in maniera principale, tant'è vero che, poiché abbiamo la possibilità anche di parlare con l'impresa che si è aggiudicata i lavori, insieme a RFI (Rete Ferroviaria Italiana), abbiamo organizzato a novembre una serie di sopralluoghi in tutte le stazioni, perché le aree che RFI si propone di utilizzare per organizzare i progetti di investimento gravitano intorno alle stazioni, ovviamente, per "comodità" dell'appalto ma anche per utilità dei loro servizi. Tutto questo poi si deve sposare con l'organizzazione degli autobus sostitutivi che abbiamo previsto di far arrivare nelle stazioni utilizzando i servizi di parcheggio e tutti i servizi dei quali abbiamo già parlato.
Per quello che riguarda il Comune di Aosta, ad inizio estate abbiamo fatto un incontro con la Giunta e ci stiamo sentendo per cercare di organizzare una modalità d'utilizzo del trasporto sostitutivo che tenga conto delle tante variabili che sono in corso anche di modifica in quest'ultimo periodo: per esempio, la questione della limitazione del ponte sul Buthier da 7,5 tonnellate influenza una delle ipotesi che, insieme al Comune, stavamo valutando e che continueremo a valutare.
A novembre è previsto anche con il Comune un ulteriore sopralluogo per verificare, innanzi tutto, se ci sono tempistiche definitive rispetto ai lavori di Piazza Manzetti, che ad oggi non ci sono ancora state comunicate con chiarezza. Noi quindi avremo modo anche di capire se stiamo parlando della seconda parte del 2024 o quando ci sarà quest'ipotesi, perché comunque l'insieme delle decisioni da prendere deve tener conto delle necessità del Comune e di quelle del cantiere di RFI e, appena ci saranno il fornitore e l'aggiudicatario del servizio dei bus sostitutivi, anche della possibilità di ragionare con tutte e due le imprese aggiudicatarie, sulle possibilità di utilizzo delle aree a disposizione.
L'obiettivo, da parte nostra, è di stare il più possibile vicino alla stazione e, se possibile, nella fase iniziale dell'avvio del servizio, a monte della stazione, se così possiamo dire, comunque dal lato di uscita attuale della stazione ferroviaria. Questo perché c'è anche da tenere in considerazione il tema dell'abbattimento delle barriere architettoniche, nel caso andassimo dall'altra parte.
A novembre si continuerà con questo lavoro, mettendo insieme tutti i soggetti e tenendo in considerazione l'afflusso che già oggi c'è nella zona di arrivo degli autobus attuali e anche l'organizzazione che è all'esterno della stazione, con i servizi taxi e tutti i servizi limitati.
Unendo anche la risposta al punto 2, è stato preso in considerazione di spostare gli arrivi degli autobus soprattutto alla sosta degli autobus, perché, anche se si sta lavorando anche per immaginare un arrivo con una discesa delle persone e poi uno spostamento degli autobus che non ripartono subito, che hanno un periodo di permanenza maggiore in una zona dove non condizionano il traffico e soprattutto non occupano degli spazi che sono utili al resto dei servizi. Tutto questo con la limitazione che, come ci siamo detti, spostando questi arrivi, dobbiamo tenere in considerazione che, da una parte ci saranno ancora i lavori, oltre che di Piazza Manzetti, di prolungamento del sottopasso, quei lavori che collegano l'attuale servizio autobus e il parcheggio al nuovo sottopasso e quindi anche lì ci sarà per un periodo un cantiere in corso e, dall'altra parte, la limitazione attuale sull'abbattimento delle barriere architettoniche che comunque condiziona anche una parte di questa scelta.
Quello che immagino possa avvenire, una volta conclusi questi incontri, questi sopralluoghi e queste riunioni, è un inizio del lavoro il più possibile vicino alle esigenze attuali delle persone per cercare di dare continuità almeno alle abitudini consolidate. Poi via via che i cronoprogrammi dei lavori - in particolare quelli del Comune e dei Comuni, perché non c'è solo il Comune di Aosta che ha dei lavori da realizzare ma anche il servizio stazione di RFI avrà bisogno di occupare degli spazi anche nelle altre stazioni, per esempio a Pont-Saint-Martin - saranno precisi, andremo ad adattare i servizi così come pensati in questa fase.
A fine novembre avremo un quadro complessivo di tutte le esigenze e la possibilità di presentare anche il progetto nella sua interezza con l'accordo anche di tutte e due le imprese, quelle che realizzeranno i lavori su RFI e quella che gestirà il servizio sostitutivo, che hanno necessità di essere coinvolte in questa progettazione perché dobbiamo trovare il modo di una piena convinzione delle scelte che si faranno.
Presidente - Consigliera Minelli per la replica.
Minelli (PCP) - Ho ascoltato la risposta dell'Assessore e, al di là delle complessità che non riguardano soltanto la stazione di Aosta ma anche tutta una serie di altre realtà, qui ci stavamo concentrando sulla stazione di Aosta e, da quello che è stato detto, l'intesa con il Comune non è al momento formalizzata e, da questi incontri che dovranno susseguirsi nel mese prossimo, mi sembra di aver capito che fino alla fine di novembre il quadro non sarà definito.
Io penso che su questo bisogna accelerare; penso, per esempio, alla questione dei lavori di Piazza Manzetti e su questo un quadro della situazione credo che si possa avere, e anche abbastanza celermente.
Quando parlo di formalizzazione dell'intesa con il Comune di Aosta, mi riferisco a tutta una serie di questioni, compresa quella che mi pare non sia stata al momento definita in maniera conclusiva e che riguarda l'allargamento del sottopasso e non soltanto l'allungamento.
Per quello che riguarda poi l'afflusso e il deflusso degli autobus, che saranno ovviamente molti di più di quelli che ci sono adesso, credo che l'unica possibilità sia distinguere effettivamente tra quelli che arrivano e quelli che partono, anche perché gli autobus in partenza dovranno in qualche maniera rimanere collegati a tutta l'attività di biglietteria della stazione. Questo anche perché mi sembra di aver capito che l'intenzione, anche sostenuta dall'Amministrazione, è di mantenere il più possibile il presidio della stazione.
Mi sembra di aver capito che, per la sosta dei pullman, si stia pensando ad una soluzione alternativa: per la fermata o si utilizza la parte dell'autostazione e dall'altra parte si fanno partire tutti gli autobus; cosa che implica dover spostare anche i taxi e togliere i parcheggi delle auto che adesso sono davanti alla stazione.
Io mi rendo perfettamente conto della complessità e anche del fatto che c'è necessità di aree per i lavori stessi, poi è stato citato anche l'abbattimento delle barriere architettoniche; però credo che sul concordare gli interventi occorra imprimere un'accelerazione, perché è vero che adesso la chiusura della tratta è stata posticipata dal 10 dicembre al 3 di gennaio e c'è un po' più di tempo, però non si può nemmeno definire questa cosa quasi a ridosso dell'intervento.
Rinnoviamo anche un invito ad una sollecitazione almeno a definire, in maniera formale, l'accordo con il Comune di Aosta.
OGGETTO N. 2888/XVI - Interrogazione: "Misure previste per riportare entro i limiti di legge le sostanze inquinanti conferite nella discarica regionale di Brissogne".
Bertin (Presidente) - Punto n. 21. Risponde l'assessore Sapinet.
Sapinet (UV) - Grazie, collega Lavy, per quest'iniziativa che ci permette di analizzare un altro aspetto della discarica.
Prima di rispondere ai tre quesiti, permettetemi di fare alcune considerazioni che sono doverose sulla discarica che sappiamo essere ubicata tra i confini dei Comuni di Quart e di Brissogne. Va ricordato che in tale area erano ubicati numerosi depositi non controllati di rifiuti fino all'incirca agli anni '80 e questo in un contesto storico nel quale non vi erano specifiche disposizioni normative in materia di deposito dei rifiuti.
Come poi ricordato nell'aggiornamento del Piano regionale della gestione dei rifiuti, già il Piano regionale del 1989 aveva previsto una messa in sicurezza di tali discariche non controllate e di questi depositi all'epoca in esercizio, quindi alla data d'entrata in funzione del Centro regionale di trattamento dei rifiuti urbani e assimilati di Brissogne.
La situazione appena descritta fa comprendere il punto di partenza, la complessità e il monitoraggio della tenuta della discarica in quanto occorre mettere in atto attività assai complesse che consentano di distinguere le diverse potenziali sorgenti di inquinamento: principalmente le vecchie discariche comunali dismesse e la nuova discarica del Centro regionale dei trattamenti dei rifiuti urbani e assimilati di Brissogne.
Dagli anni 2000 viene effettuato il monitoraggio della falda soggiacente l'area del Centro regionale di trattamento dei rifiuti urbani e assimilati di Brissogne tramite una rete di pozzi piezometrici, al fine di monitorare gli impatti della discarica sulla falda.
L'ARPA (Agenzia Regionale Protezione Ambiente) è stata in grado, elaborando i dati a disposizione, di individuare i pozzi piezometrici appartenenti alla rete per il monitoraggio della discarica che sono maggiormente influenzati dalla presenza dei vecchi depositi sotterranei dei rifiuti.
Tale differenziazione, tra quelli influenzati e quelli meno, è stata utile e necessaria, sia per impostare il monitoraggio dell'attuale discarica che possa distinguere fra i potenziali impatti della discarica stessa e la contaminazione presente in falda dovuta alla presenza dei vecchi cumuli, sia per gettare le basi della presa in carico e gestione da parte della Regione della situazione rilevata in falda.
Eventuali impatti diretti della discarica dovrebbero pertanto essere valutati tenendo conto del valore di fondo derivante dalla situazione pregressa illustrata sopra.
In merito invece ai quesiti, il primo ("se esistano dei pozzi della discarica in cui siano stati registrati negli ultimi cinque anni anomalie rispetto ai limiti di legge per quanto riguarda i campioni di sostanza presi che hanno dunque evidenziato un inquinamento della falda"): dal 2018 al 2022, sui pozzi monitorati dal gestore della discarica, quindi pozzi significativi, quelli in minor misura interessati dalla presenza dei vecchi depositi incontrollati dei rifiuti, su questi pozzi si è registrato il superamento dei limiti di legge, coincidenti con i valori di fondo antropico approvato in sostituzione dei limiti di legge per falda, in un caso - a settembre del 2021 - unicamente nel pozzo piezometrico P9 posto a 100 metri a monte della discarica rispetto alla direzione di flusso della falda, quindi non influenzato dalla discarica.
Tali superamenti non si sono più ripetuti, quindi non sono stati ritenuti significativi.
Preciso inoltre che il monitoraggio, in ambito di autorizzazione integrata ambientale del centro di Brissogne, quindi eseguito dal gestore sui piezometrici significativi, prevede soglie di riferimento, controllo dei metalli citati e di altri parametri inferiori ai limiti, al fine di monitorarne con maggior dettaglio l'andamento.
Sul secondo quesito ("quali siano le sostanze oltre i limiti di legge, i loro valori e quanto siano oltre questi limiti"): nel citato campione del settembre 2021 del piezometrico P9, sono state rilevate le concentrazioni di arsenico pari al 33,8 microgrammi/litro contro il limite determinato per il fondo antropico di 21 microgrammi/litro, e manganese pari a 6,220 microgrammi/litro contro il limite determinato per il fondo antropico di 1,545 microgrammi/litro.
Nella campagna di monitoraggio successiva, quella quindi effettuata a novembre del 2021, i superamenti dei limiti non si sono ripetuti; per contro, si sono rilevati valori di arsenico e manganese molto bassi, in linea quindi con la serie storica precedente e con la serie storica successiva: arsenico minore di 0,3 microgrammi/litro, manganese 2,1 microgrammi/litro.
I superamenti rilevati nel settembre del 2021 sono quindi da ritenersi delle anomalie, in ogni caso, considerata la posizione del punto di monitoraggio non sono imputabili alla discarica.
Sul quesito 3 ("quali siano le misure previste per riportare entro il limite di legge le sostanze che ne sono al di sopra"), con riferimento ad eventuali evidenze d'inquinamento della falda attribuibile a discarica, ad oggi non sono state rilevate evidenze di inquinamento della falda attribuibili alla discarica.
Presidente - Consigliere Lavy ha la parola per la replica.
Lavy (LEGA VDA) - Assessore, io speravo che con quest'iniziativa lei leggesse le relazioni annuali di ENVAL, mentre così invece non è avvenuto, a quanto pare, perché i dati che lei mi ha dato sono assolutamente parziali.
Nello scorso Consiglio avevo già portato un'altra iniziativa in cui era venuto fuori che il Piano rifiuti prevede che il quarto lotto della discarica sia pieno entro il 2035 e, nelle relazioni annuali di ENVAL, emerge che invece il quarto lotto sarà già pieno nel 2031; quindi bisogna farsi qualche tipo di domanda.
Ho voluto portare quest'altra iniziativa oggi per vedere effettivamente se quelle relazioni annuali di ENVAL sono tenute in considerazione o no. E, evidentemente, no, non sono tenute in considerazione, perché ci sono due tipi di analisi da portare avanti: quelle, come ha detto lei, sui pozzi, ma poi c'è anche la questione del percolato. Ed è lì che i dati sono più interessanti; io difatti non sono stato specifico nel testo dell'interrogazione, proprio perché avevo voglia di avere tutti i dati.
Si vede che nel 2020 l'azoto nitroso ha superato il limite nei pozzi P27 e P26; c'è stato un ricampionamento, però i limiti sono di 0,8 milligrammi/litro e invece si supera un milligrammo/litro.
Il problema più annoso però riguarda i parametri del cromo esavalente: sempre nella relazione del 2020 e poi anche nel 2021, emerge che nel pozzo P39 ha presentato un superamento del limite, indicato nella tabella 2 dell'allegato 5, titolo V, parte IV del decreto legislativo 152/06 pari al valore di attenzione indicato a 5 microgrammi/litro. In quel pozzo P39 i valori nel 2020 sono di 13 microgrammi/litro e nel 2021 di 12 microgrammi/litro. Nella relazione annuale di ENVAL del 2022, invece, il cromo esavalente sparisce, non se ne parla.
Il problema è risolto? Non credo. Ma dove arrivano queste contaminazioni di cromo esavalente? Si è detto: bene, c'erano prima delle discariche; se però ci sono dei valori fuori norma, io mi chiedo: ma la bonifica di queste discariche come è avvenuta? Forse non così bene, ma la cosa interessante che emerge da queste relazioni annuali è che - e qui vengono citate espressamente delle parole di una relazione dell'ARPA - la contaminazione della discarica, per quanto riguarda il cromo esavalente, si origina all'interno delle aree industriali Cogne Acciai Speciali ed ex Cogne e va ad interessare anche i punti ubicati a valle rispetto alla direzione principale di deflusso della falda.
Stiamo parlando dei valori di 5 microgrammi/litro, individuati nel decreto legislativo 152/06, ma siamo a 13: qua è un problema.
Per quanto riguarda invece il percolato, nel 2020 si sono rilevati gli scostamenti dei seguenti parametri per la vasca del quarto lotto: sono parametri che sono oltre i limiti e sono il colore, il COD, i cloruri, l'azoto ammoniacale, tensioattivi totali e il ferro.
Nel 2021, sempre colore, COD, azoto ammoniacale, azoto nitrico, nitroso, ferro e si dice inoltre che, ad eccezione di quest'ultimo, cioè del ferro, tutti i parametri di origine organica possono essere presenti in una discarica, però c'è da chiedere: i valori del ferro da cosa sono dovuti? Se tutti gli altri è normale che fossero presenti in una discarica, i valori del ferro da cosa sono dovuti?
Per quanto riguarda il 2022, tornando un attimo all'analisi invece dei pozzi piezometrici, si vede per esempio che nel pozzo P18 c'è un valore per il COD che arriva a 30 milligrammi/litro, quando, in realtà, il valore soglia sarebbe di 16 milligrammi/litro.
Da un'analisi poi dei grafici dell'azoto nitroso, si nota una concentrazione con valori prossimi allo 0 per quasi tutti i pozzi, sia a monte che a valle, tranne che per il pozzo P24. É stata fatta una segnalazione per il superamento del parametro nitriti, ai sensi del decreto legislativo 152/06.
Poi, come ha detto lei, in parte, ci sono dei parametri totalmente fuori controllo riguardanti il ferro, il manganese e l'arsenico, perché, se uno va a vedere, nel 2022 per esempio, il limite individuato dal decreto legislativo 152/06 è di 200 microgrammi, i valori del ferro sono di 4 mila microgrammi/litro. Manganese, valore di 100 microgrammi/litro: si arriva invece a 1.000 microgrammi/litro; arsenico anche.
Di cosa stiamo parlando? Qui la situazione è grave; abbiamo dei valori totalmente sballati. Quindi si faccia qualcosa, si faccia attenzione e, soprattutto, si analizzi il problema per quello che deve essere preso, cioè seriamente.