Compte rendu complet du débat du Conseil régional. Les documents ci-joints sont disponibles sur le lien "iter atto".

Objet du Conseil n. 2883 du 25 octobre 2023 - Resoconto

OGGETTO N. 2883/XVI - Interrogazione: "Attività volte a tutelare e valorizzare la biodiversità di interesse agricolo e alimentare della regione".

Bertin (Presidente) - Punto n. 16. Risponde l'assessore Carrel.

Carrel (PA) - Grazie ai Consiglieri che ci permettono di porre l'attenzione su un tema che è sicuramente fondamentale e a me molto caro.

Nell'interrogazione si parte dall'evento "Montagna slow Valle d'Aosta, natura e salute" tenutosi al Forte di Bard nelle giornate del 7 e dell'8 ottobre 2023, aggiungo io all'interno di una cornice che è quella di Marché au Fort, all'interno del quale, a fianco a tutte le imprese che vendevano i prodotti, quindi il risultato del lavoro delle nostre imprese agricole, abbiamo voluto inserire questa collaborazione con Slow Food e con l'Institut Agricole Régional. Questo per andare a fare delle riflessioni che, dal nostro punto di vista, sono state importanti e stimolanti proprio per andare nella direzione della tutela della biodiversità.

Andiamo oggi in una direzione, sulla quale ci siamo sempre confrontati anche all'interno di quest'Aula, che va verso la globalizzazione che ci impone quasi di accettare i cibi sintetici e gli organismi geneticamente modificati, temi sui quali ci siamo confrontati e abbiamo votato addirittura delle mozioni all'unanimità. Ci tengo a sottolinearlo perché la presa di posizione politica in queste materie è fondamentale.

Purtroppo a oggi non abbiamo una legge regionale; abbiamo però una legge nazionale che è la legge 194 del primo dicembre del 2015, che ha come oggetto: "Disposizioni per la tutela e la valorizzazione della biodiversità di interesse agricolo e alimentare".

La Valle d'Aosta, grazie alla collaborazione con Slow Food, con Institut Agricole Régional e con il Dipartimento Agricoltura, sta cercando di avere un disegno di legge che vada a recepire questa normativa nazionale e noi contiamo di approvarlo all'interno del prossimo anno, quindi nel 2024. Non prevediamo tempistiche strette in quanto abbiamo numerose leggi da approvare: questa è, sicuramente, una che ci imponiamo di approvare e portare in Consiglio regionale all'interno del prossimo anno, 2024.

Partendo proprio dalla legge nazionale - citando l'articolo 1 comma 2, il quale recita: "La tutela e la valorizzazione della biodiversità ad interesse agricolo e alimentare sono perseguite anche attraverso la tutela del territorio rurale" - cerco di rispondere alla sua domanda, cioè cosa facciamo per tutelare la biodiversità.

Credo che proprio, citando quest'articolo 1 comma 2, la biodiversità la Regione Valle d'Aosta la sostenga attraverso - in primis -le politiche agricole comunitarie, cioè attraverso il PSR e il CSR, ma soprattutto il nuovo CSR, che prevede delle misure agro-climatico ambientali e delle misure legate all'agricoltura biologica.

Questo credo che sia fondamentale sottolinearlo, perché il nostro sistema di agricoltura è molto attento alle superfici prato-pascolive; coltivare e allevare delle mandrie proprio sui nostri prati e pascoli e permettere una rotazione ideale sui nostri prati e pascoli consente poi una buona qualità dei prati e dei pascoli e quindi un aumento e una tutela della biodiversità.

Proprio in quest'ottica abbiamo approvato il 16 di ottobre la delibera 1167/2023 la quale va a prevedere uno schedario regionale dei prati permanenti.

Questo schedario ha come obiettivo tutelare e qualificare i prati e i pascoli presenti in Valle d'Aosta, ovviamente dopo un studio attento, effettuato sia dall'ARPA che dall'Institut Agricole, grazie anche a diversi progetti europei, tra cui Pastoralp e Typicalp, e grazie alla collaborazione con tutte le associazioni di categorie che verranno coinvolte per mettere a terra quelle che saranno le regole per andare poi a definire il futuro schedario regionale dei pascoli.

Credo che, proprio in prospettiva ma anche in passato, è stato investito molto anche sui "Muretti a secco". Questo credo sia un tema su cui dovremmo continuare a investire, perché è un'importantissima nicchia ecologica in quanto rappresenta un vero e proprio corridoio ecologico che permette la veicolazione di una microfauna ricca d'insetti, piccoli rettili e anfibi; anche questo è sicuramente un investimento indiretto ma che va nella direzione di tutelare la biodiversità.

Continuando con la lettura della norma nazionale, si legge che: "È utile anche preservare il territorio da fenomeni d'inquinamento genetico e di perdita del patrimonio genetico".

Proprio ieri, insieme a diversi Consiglieri, eravamo a inaugurare una stalla di quarantena di gestione dell'Anaborava, che è un'associazione che va proprio a perseguire questo fine, cioè evitare la perdita di un patrimonio genetico. Assieme a tutte le altre associazioni, assieme a tutti i contributi che diamo per le rassegne, agli incentivi e ai concorsi genetici, perseguiamo quest'obiettivo: tutelare la nostra razza, una piccola razza, con piccoli numeri che ovviamente va valorizzata e va studiata a fondo. Questo è quello che cerchiamo di fare con le varie azioni che poniamo in essere come Assessorato.

Infine tengo a sottolineare l'importanza del settore apistico, con il quale continuiamo a porre in essere diverse politiche e azioni di promozione, grazie alla buona collaborazione con il Consorzio Apistico.

Proprio in quest'ottica ricordo la giornata mondiale delle api e la sagra del miele che si terrà nella "città del miele" di Châtillon proprio nel prossimo weekend.

Sono tutti piccoli eventi che però ci ricordano quanto questi preziosi insetti siano fondamentali, non solamente per l'agricoltura ma soprattutto per mantenere un equilibrio ambientale, oltre che un importante strumento per le nostre aziende per poter crescere dal punto di vista economico.

Tengo però a sottolineare, tra le azioni che poniamo in essere, anche quella dell'attività didattica al Centro Agricolo di Saint-Marcel a cui possono partecipare non solo le scuole della Plaine, ma tutte le scuole valdostane.

Ho visto personalmente dei bambini arrivare al Centro Agricolo attaccati agli smartphone che sorridevano a malapena; dopo una lezione dei nostri tecnici a contatto con la terra - spiegavano che cos'è l'orto, che cosa sono le api, che cos'è un pollaio, che cosa possiamo fare con la terra... - questi ragazzini hanno cambiato totalmente umore e, soprattutto, sono tornati a casa tutti felici, con dei piccoli ricordi, a volte semplici bicchieri pieni di terra con un semino dentro.

Questo mi faceva e mi fa ancora tutt'oggi riflettere. Per questo motivo, proprio per quest'anno scolastico, abbiamo voluto rafforzare quest'attività in cui credo molto. I bambini di oggi saranno sicuramente i consumatori del futuro e credo che sia fondamentale renderli consapevoli proprio per evitare la deriva che, spesso e volentieri, leggiamo su noti giornali: noi non vogliamo assolutamente arrivare ai cibi sintetici, perché ci teniamo a tutelare le nostre peculiarità e le nostre bellezze, perché proprio dalle nostre attività agricole dipendono anche i nostri valori e i nostri bellissimi paesaggi.

Questo è un aspetto che, oltre all'importanza della biodiversità, dobbiamo ricordare molto bene.

Non sto a elencare tutte le attività promozionali dei prodotti agricoli che vanno, di fatto, a sostenere un sistema sulla biodiversità, perché è ovvio che tutti i nostri prodotti agricoli d'eccellenza esistono e hanno un valore economico anche così importante perché sono incardinati in un sistema che è quello attuale e senza di esso ovviamente potremmo avere dei seri problemi e delle serie ripercussioni anche su di loro.

Diamo dei contributi per numerose manifestazioni, organizzate direttamente dal Dipartimento ma anche attraverso gli Enti locali con i quali collaboriamo per tutelare queste importanti peculiarità.

Per chiudere, voglio confermare la volontà di arrivare all'approvazione di una nostra legge che vada di fatto a valorizzare la biodiversità, l'interesse agricolo e alimentare, in linea con le direttive della normativa nazionale.

Confermo che sarà un nostro obiettivo scaricare questa legge e portarla in dibattito nelle sedi opportune, quindi prima in Commissione e poi in Consiglio entro il 2024.

Presidente - Replica il consigliere Aggravi.

Aggravi (RV) - Speriamo che quei bambini con gli smartphone non confondessero Twitter con WhatsApp, adesso mi consentiranno la battuta visto che se n'è appena parlato.

Sa, Assessore, cosa ho pensato mentre partecipavo - e c'era anche lei, eravamo tutti e due presenti - al convegno citato nelle premesse dell'interrogazione? Ho pensato alla follia (io la definisco così) che sta attraversando il settore della pesca locale, ovvero il fatto che fino a ieri avevamo delle specie, le avevamo identificate, e poi da un giorno all'altro ci è stato detto: "No, guardate che quelle non sono delle specie autoctone, bisogna fare delle ricerche perché dobbiamo capire effettivamente quali sono le specie tipiche non soltanto della Valle d'Aosta ma anche di tutto l'Arco alpino o comunque dove ci sono".

Di colpo qualcuno ha scoperto che stavamo pescando dei pesci stranieri!

Ho pensato a questo perché questo dimostra che ci siamo persi tutto un patrimonio passato, tutta una conoscenza passata che, in questo caso, almeno nella parte ittica, forse non abbiamo neanche più, perché, oggettivamente, fario e iridee che io pescavo come anche altri... mentre oggi dobbiamo andare sulla famosa "trota della Regina".

Ho pensato a questo perché durante quel convegno - ma poi anche potendo leggere la bozza di legge che è stata preparata con le strutture dell'Assessorato e ascoltando tutta una serie d'interventi di quel convegno - mi sono detto: "Caspita, rischiamo che più passa il tempo più ci perdiamo effettivamente dei repertori genetici, delle sementi o comunque un patrimonio che, se non è coltivato, se non è conservato... ovviamente la storia fa il suo".

Chissà quanti ne abbiamo persi nel corso della storia, perché c'erano delle civiltà che dovevano primum vivere poi fare filosofia, o conservare, quindi giustamente, lo sappiamo benissimo: ci sono dei prodotti che per noi oggi sono normali ma che in realtà hanno superato altri perché avevano maggior adattamento e perché c'era più produttività e quant'altro.

Mi sento di dire che più passa il tempo più si rischia di perdere questi patrimoni e oggettivamente, senza andare a fare captatio benevolentiae o quant'altro, ma l'ha detto lei stesso in apertura di quel convegno: bisogna operare nel senso di andare, quanto prima anche da noi, a fare un certo tipo di attività.

Io ho capito benissimo che poi alla fine, se uno va a vedere questa bozza di legge, è poi sempre un problema di organizzarsi, quindi di strutture e di finanziamenti, che è forse l'ultimo ostacolo che lei deve superare.

Prima ha parlato del 24, poi entro il 24; io adesso non voglio giocare su questo, perché entro il 24 potrei anche dirle che non è entro la fine, è anche all'inizio, però ho capito benissimo. Quello che mi sento di dire a lei, ma a tutto il Governo regionale, è che una bozza di legge c'è, mi sembra che sia anche apprezzata dalle strutture. Quindi si provveda a comprendere quello che serve e lo si metta in campo, anche perché ci sono delle figure, penso al coltivatore custode, che oggettivamente è una figura che sostanzialmente lo fa per passione, perché poi queste cose spesso e volentieri vengono fatte per passione, in modo tale da evitare di perdersi un patrimonio che comunque non è soltanto della nostra cultura e della nostra terra, ma penso che sia dell'umanità tutta.

Ovviamente in questo caso noi parliamo della nostra regione però io penso che, se l'obiettivo è di andare in un mondo che comunque recuperi dei corretti stili di vita e di mangiare, che era forse più sano di molti modi che abbiamo oggi, è il caso di agire quanto prima.

Mi auguro che il prima possibile questa legge possa arrivare in Commissione.