Objet du Conseil n. 2882 du 25 octobre 2023 - Resoconto
OGGETTO N. 2882/XVI - Interrogazione: "Notizie in merito all'attuazione dell'ordine del giorno approvato dal Consiglio sul DEFR 2023-2025 rispetto alla percorribilità per tutto l'anno del Piccolo San Bernardo".
Bertin (Presidente) - Possiamo riprendere i lavori dopo la sospensione. Punto n. 15 all'ordine del giorno. Risponde l'assessore Caveri.
Caveri (AV-VdA Unie) - Se lei consente, vorrei brevemente ripercorrere la vicenda nei dieci minuti, in maniera che le sia chiaro il quadro.
Noi ci siamo trovati, oramai da molti anni, di fronte a questa possibilità che era stata portata avanti da alcuni esponenti politici del Consiglio comunale di La Thuile rispetto alla possibilità di avere un Traforo che potesse collegare la Valle d'Aosta alla Francia, soprattutto nel corso dell'inverno - perché ovviamente durante l'estate esiste il colle stradale - in maniera però da non turbare (perché questa era un'ipotesi che è stata scartata) la zona sciistica del Piccolo San Bernardo. Questa possibilità esisteva, soprattutto, nell'ipotesi estrema di chi anche vagheggiava di tenere aperta la strada attuale con gli spartineve; è chiarissimo che dalla parte francese esiste una fortissima pericolosità per le valanghe.
Di questo tema si occuparono già in passato altri colleghi Consiglieri e all'epoca venne fatto uno studio nell'ambito di Interreg, studio che vedo lei ha nelle mani e che, nel tempo non è mai stato aggiornato, perché di fatto continua ad avere una sua validità; nelle diverse ipotesi tratteggiate, in realtà forse l'unica cosa che è cambiata sono gli importi, perché è del tutto evidente che oggi ci troviamo di fronte a un aumento dei costi assolutamente notevole.
Chi sarebbero gli interlocutori? Perché questo credo che sia un tema capitale.
Dalla parte italiana, la proprietà è dell'ANAS; faccio anche notare che, negli anni l'ANAS, ha fatto una serie d'investimenti importanti sulla strada. Se noi compariamo la strada del Département che c'è dall'altra parte - dove non ci sono guard-rail, non ci sono situazioni di sicurezza che invece sul lato italiano sono state garantite - già oggi comparare le due strade è molto difficile: sono due soggetti giuridici molto diversi fra di loro.
L'impegno che io avevo assunto qui era di capire quale fosse l'atteggiamento delle autorità francesi a fronte anche, ne ho ancora discusso questa mattina con il Sindaco di La Thuile, di un certo raffreddamento delle istanze ufficiali di La Thuile che in passato, come Consiglio comunale, aveva proposto non solo degli incontri ma anche dei documenti ufficiali.
Ebbene, dando per scontato che l'istanza che potrebbe occuparsi del Traforo non è Alcotrà, non è la cooperazione transfrontaliera - per la semplice ragione che negli obiettivi della cooperazione transfrontaliera non ci sono degli obiettivi così forti come la costruzione di un Traforo e soprattutto così costosi; non basterebbe il budget di dieci anni di cooperazione transfrontaliera per realizzare, con le diverse alternative, un Traforo di collegamento con l'altra parte delle Alpi - le interlocuzioni sono state politiche all'interno di Alcotrà. In tutti gli incontri, che sono stati molto numerosi, io ho posto la questione in particolare a Nicolas Daragon, che è il vice Presidente di Auvergne-Rhône-Alpes, che è l'uomo che si occupa della cooperazione transfrontaliera. Devo anche dire che nel corso dell'incontro che ci fu in Valle d'Aosta con Laurent Wauquiez, Presidente d'Auvergne-Rhône-Alpes, le risposte che abbiamo ottenuto sono sempre state di una grandissima freddezza, che si è confermata nell'ultimissimo incontro che c'è stato poche settimane fa al Piccolo San Bernardo, con "il proprietario" della strada dell'altra parte, cioè un politico di grandissimo spessore, Hervé Gaymard, che oggi è il Presidente del Département e che ha avuto anche ruoli importantissimi in Francia come Ministro dell'economia ed è uno che vede la problematica dall'alto. Ebbene, da parte loro, in questo momento non c'è alcuna disponibilità a parlare del Piccolo San Bernardo.
Da una parte anche noi oggi saremmo in imbarazzo a proporre una costruzione così costosa senza entrare nel merito della sua utilità, perché, non è il caso qui oggi di discuterne, ma su questo anche La Thuile si divide, c'è chi dice: "Sarebbe bellissimo" e c'è chi dice: "Attenzione perché poi gli sciatori, al posto di fermarsi a la Thuile, vanno nelle grandi stazioni francesi che si trovano esattamente dall'altra parte".
Devo dire che la freddezza deriva, da una parte, dalla consapevolezza che oggi chiedere ai Francesi - rifacendosi anche alle dichiarazioni precedenti - un impegno per il raddoppio del Monte Bianco o qualunque diavoleria si farà per modernizzare quell'itinerario e pensare di spendere anche centinaia di milioni sul Piccolo San Bernardo appare totalmente irrealistico. Devo però dire che, nel parlare con Gaymard, oggi la loro preoccupazione dell'allocazione delle somme dello Stato francese riguarda in particolare il completamento della Torino-Lione.
Quando noi parliamo della Torino-Lione, ci dimentichiamo un tema molto importante e cioè lo stanziamento che è stato fatto dai due Stati - quello italiano e quello francese, e naturalmente il contributo importantissimo dell'Unione Europea - riguarda sostanzialmente la costruzione della tratta, ma non tutta una serie di opere afferenti che devono essere costruite sul territorio francese e soprattutto la costruzione di due grandi gallerie che sono in capo allo Stato francese danno come interpretazione dei dubbi rispetto al Piccolo San Bernardo - ma anche qualche dubbio rispetto al Monte Bianco da parte francese - che quelle somme che oggi servono per quelle gallerie sono molto elevate e molto grandi.
Si aggiunge da parte loro anche una riflessione sui percorsi stradali: al di là dei tre mesi di chiusura del Monte Bianco rispetto ai quali probabilmente la saturazione dei Tunnel del Fréjus sarà ancora più elevata, esiste un problema per completare la fluidità del traffico stradale, per risolvere alcuni problemi stradali fra i quali, per esempio, un rafforzamento della circonvallazione di Chambéry, che anche questa ha dei costi molto elevati.
Noi ci troviamo oggi, a mio avviso - e questa è la risposta che io mi permetto di dare - di fronte a un disinteresse da parte francese; mi permetto anche di dire che questo, come ho già accennato, è legato anche a una specie di eclisse di un certo interesse da parte dello stesso Comune di La Thuile per le riflessioni che facevo prima. So che c'è un Comitato che ha incontrato alcune personalità del Département francese, però devo dire che - per chiunque lo conosca, e lei è fra questi sicuramente - il modello francese è molto legato alla figura carismatica dei Presidenti di Département e oggi posso dire (avendo a lungo parlato con lui di una situazione più complessiva in cui la vicenda del Piccolo, dell'eventuale Traforo, è minimale rispetto al complesso delle problematiche di cui dicevo prima) che c'è una riflessione negativa, o comunque attendista, da parte dei Francesi.
Devo invece dire che c'è una profondissima convizione di un rafforzamento del ruolo del Colle del Piccolo San Bernardo, dove già in passato è stata realizzata una serie di interventi attraverso Interreg e oggi per esempio sull'ospizio c'è tutto un ragionamento di una sua valorizzazione, addirittura di una ristrutturazione profonda, non solo per un uso estivo ma anche per un uso invernale. La caserma lato italiano è stata acquistata da un grande imprenditore francese che sembra avere intenzione di fare una sorta di resort; esistono altre strutture sulle quali potremmo riflettere per un utilizzo maggiore di tutta quest'area straordinaria, non solo d'estate ma anche d'inverno, ma non è naturalmente la domanda che lei mi ha posto e a cui ho cercato di rispondere.
Presidente - Per la replica, consigliera Erika Guichardaz ne ha facoltà.
Guichardaz E. (PCP) - Grazie, Assessore, per la risposta molto articolata perché - come si ricorda - ci eravamo lasciati in quel dicembre 2022 in cui lei aveva giustamente detto che avrebbe avuto delle interlocuzioni e le avrebbe rese note all'Aula; quindi era semplicemente per capire qual era lo stato dell'arte.