Compte rendu complet du débat du Conseil régional. Les documents ci-joints sont disponibles sur le lien "iter atto".

Objet du Conseil n. 2868 du 25 octobre 2023 - Resoconto

OGGETTO N. 2868/XVI - Inizio della discussione generale sulla mozione: "Avvio di un'interlocuzione con il mondo dell'associazionismo e del volontariato valdostano finalizzata alla realizzazione della Casa del volontariato valdostano".

Bertin (Presidente) - Punto n. 6. Per l'illustrazione della mozione, ha chiesto la parola la consigliera Minelli, ne ha facoltà.

Minelli (PCP) - Abbiamo già avuto modo di affrontare il tema dell'imminente forzato trasferimento del Coordinamento solidarietà della Valle d'Aosta dalla sede storica di via Xavier de Maistre ad altri locali, che sono più angusti e distanti dal centro della città, o almeno così sembrava in un primo momento, ne abbiamo parlato nell'ultimo Consiglio. In quell'occasione sono state evidenziate le caratteristiche salienti del CSV, che riprendo brevemente a beneficio di chi ci ascolta. Il CSV è un'associazione di volontariato di secondo livello operativa dal 1999, raggruppa numerose realtà associative su base volontaria ed enti del terzo settore nella nostra regione. Parliamo di un centinaio di soci effettivi tra organizzazioni di volontariato e associazioni di promozione sociale ma, in totale, sono oltre duecento le associazioni che usufruiscono dei servizi del coordinamento.

Vale qui la pena di sottolineare l'impegno del CSV nel perseguire finalità civiche e di utilità sociale e il suo ruolo di coordinamento a supporto di queste organizzazioni che operano nella nostra regione.

Ora, dopo oltre vent'anni anni di presenza nel cuore della città, entro la fine dell'anno, il CSV sarà costretto a lasciare i locali di proprietà della Curia vescovile che ospitano gli uffici e che sono anche la sede di oltre sessanta delle organizzazioni di volontariato valdostane a causa degli ingenti costi: circa 100 mila euro annui, finora condivisi con le cooperative sociali che hanno comunicato anche loro un prossimo trasferimento.

Nello scorso Consiglio avevamo interpellato il Governo per sapere quali iniziative si intendono mettere in campo per dare un supporto ampio e concreto al CSV finalizzato innanzitutto al mantenimento della sede e delle attività nel centro della città. Le risposte non sono state per nulla confortanti, anzi, direi che non ci sono state, perché l'assessore Marzi, in buona sostanza, si è molto complimentato con il Coordinamento per il suo importantissimo ruolo e ha poi detto che non è pervenuta una richiesta circostanziata di aiuto ufficiale da parte del Coordinamento stesso e ha espresso l'auspicio e l'augurio che si trovi al più presto una soluzione la più adeguata possibile et c'est tout, un peu désolant. Infatti, se da una parte crediamo che l'importanza ed il ruolo del CSV non vengano messi in discussione da nessuno, quindi nemmeno da noi che siamo in quest'aula, dall'altra abbiamo però constatato che non c'è al momento una sufficiente volontà di affrontare nell'immediato il serio problema del trasferimento proponendo delle soluzioni alternative, ancorché provvisorie, o mettendo in campo anche delle risorse finanziarie, dei contributi straordinari ed emergenziali, che non credo sarebbero troppo ingenti per le casse dell'Amministrazione regionale. Preservare e sostenere un patrimonio qual è il CSV della Valle d'Aosta sarebbe, a mio avviso, del tutto logico e persino doveroso per chi deve occuparsi a vari livelli delle esigenze dei cittadini e qui parliamo delle esigenze delle attività di tantissime persone, non solo aostane, perché i servizi che offre il CSV riguardano, come dicevo, oltre duecento associazioni operanti sul territorio regionale che quotidianamente lavorano per la comunità tutta.

Come è già stato evidenziato quindici giorni fa, il CSV non è destinatario di contributi regionali, ma per la precisione devo dire che fino ad alcuni anni fa percepiva 30 mila euro annui ma esclusivamente per il suo supporto alle agenzie di promozione sociale e non per le spese di funzionamento. Nel corso del tempo gli aiuti finanziari più significativi sono venuti dalle fondazioni bancarie o da enti similari, che però poi hanno progressivamente diminuito i loro contributi creando delle difficoltà, sempre più importanti, condizionando di fatto delle scelte, come quella obbligata del trasferimento dei locali.

Nelle sue pubbliche dichiarazioni il Presidente del CSV ha affermato che nel medio periodo il CSV continuerà a lavorare per dare in futuro al volontariato una vera e propria casa, che sia un luogo di ritrovo e di incontro e che possa valorizzare e sottolineare la dignità del lavoro quotidiano svolto per l'intera comunità valdostana da parte delle oltre duecento associazioni di volontariato e promozione sociale presenti sul territorio regionale. Noi riteniamo che quest'obiettivo non solo sia assolutamente condivisibile ma vada perseguito con convinzione anche da parte delle Istituzioni, in questo caso da parte del Consiglio regionale, che è la massima Assemblea rappresentativa dei Valdostani, attraverso dei precisi impegni che possiamo e dobbiamo secondo noi assumerci. Questo anche perché non avrebbe alcun senso spendere delle parole di apprezzamento e di solidarietà per la grande famiglia del volontariato valdostano, come spesso facciamo un po' tutti, senza poi darvi seguito con degli atti concreti.

Abbiamo letto nel DEFR, a pagina 95, una frase che potrebbe evidenziare un qualche interesse ad affrontare in modo più significativo le esigenze del volontariato e delle varie associazioni e in audizione il Presidente della Regione a una nostra domanda ha risposto facendo un accenno alla questione, ma la formulazione che è contenuta nel documento ci risulta ancora piuttosto vaga. Per questo la mozione intende impegnare innanzitutto il Presidente della V Commissione consiliare permanente a organizzare nel più breve tempo possibile un'audizione del Presidente e dei vertici del CSV al fine di conoscere nel dettaglio la situazione dell'associazione e a valutare delle ipotesi per intervenire nell'immediato al fine di scongiurare il trasferimento del CSV dai locali di via Xavier de Maistre. Inoltre la mozione impegna il Governo regionale ad avviare un'interlocuzione con il Coordinamento e il mondo dell'associazionismo e del volontariato valdostano finalizzata nel medio termine alla realizzazione della Casa del volontariato valdostano, una casa che, secondo noi, ha una sua forte ragione d'essere e che dovrebbe essere la degna sede rappresentativa delle numerose associazioni presenti sul territorio e che potrebbe continuare a essere ancora più di oggi il punto di riferimento del mondo ricco e variegato del volontariato valdostano.

Presidente - La mozione è stata illustrata, apriamo la discussione generale. La discussione generale è aperta, chi vuole intervenire si prenoti. Consigliere Distort, a lei la parola.

Distort (LEGA VDA) - Soltanto una precisazione, un'osservazione, un commento da parte del gruppo Lega attraverso le mie parole. Senza dubbio la mozione proposta dal gruppo PCP sul tema del volontariato trova terreno fertile in noi della Lega, quale forza politica di popolo che riconosce, custodisce e valorizza quanto costituisce il patrimonio umano, culturale e morale di questo popolo e di questa civiltà, una civiltà che, per sua fortuna, si è costruita sui valori cristiani, in particolare i cattolici. Con questo non voglio aprire chiaramente un fronte campanilista ma non mi astengo da una lettura obiettiva della società. Il mondo dell'associazionismo e del volontariato discende da quella visione filosofica, teologica, sociale, antropologica del pensiero cattolico sul valore delle opere e sul quale si era poi svolto un dibattito, anche acceso, a partire dalla riforma di Lutero, ma ribadisco che non voglio aprire il fronte delle guerre di religione tra cattolici e protestanti, ma soltanto a titolo di contributo culturale, perché è fondamentale capire, per operare le scelte, sapere da dove arriviamo e come certi meccanismi si sono formati. Le comunità mediterranee, tendenzialmente cattoliche, partendo forse da un'enfasi in certi casi delle opere, hanno di fatto sviluppato modelli sociali che posizionano il volontariato come risposta spontanea alle necessità della comunità. Il volontariato e l'associazionismo che lo rende programma di gruppo è quello strumento virtuoso che riesce a soddisfare diverse esigenze, alle quali la macchina amministrativa della Pubblica Amministrazione arriverebbe troppo tardi, in maniera troppo pesante e troppo difficile, troppo macchinosa o, addirittura, non arriverebbe nemmeno. Questo è fondamentale. Il volontariato, attraverso l'attività dell'associazionismo, arriva esattamente lì, dove l'Amministrazione non è in grado di arrivare, nei tempi e nei modi.

Tornando al fatto culturale e sociale, la società italiana in primis e le varie forme di società mediterranee hanno sviluppato queste forme di associazionismo di volontariato per le quali i Paesi del nord Europa ci invidiano; con fierezza noi dobbiamo riconoscere quest'attività virtuosa a livello sociale.

Detto questo, ribadisco il nulla quaestio sull'importanza del terzo settore da parte nostra e sul fatto che queste dinamiche debbano essere sostenute, ma in che modo vanno sostenute? Sicuramente l'Ente pubblico non deve sostituirsi al terzo settore, sarebbe un atto contro natura, sarebbe il depotenziamento dell'energia del dono. L'ente pubblico deve consentire agli attori del volontariato di essere nelle condizioni di operare secondo i rispettivi carismi. L'Ente pubblico deve lavorare sull'ordinamento amministrativo, autorizzativo, disciplinatorio del terzo settore, facilitandone l'operosità e non ponendo lacci e laccioli al loro operare.

Alla luce della situazione attuale generale del terzo settore, sicuramente il luogo fisico di una sede è importante, soprattutto in funzione della complessità delle operazioni che le varie associazioni sono tenute a svolgere per rimanere conformi alle norme vigenti. L'attività di volontariato potrebbe svolgersi semplicemente anche addirittura attraverso le comunicazioni di una chat di WhatsApp ma è proprio la complessità dell'ordinamento normativo sul terzo settore che diventano necessarie tutta una serie di dotazioni strutturali fino alla presenza di una sede, la presenza di personale specializzato, ma ciò di cui ha assolutamente bisogno il terzo settore è di un'iniziativa più profonda, più radicata, più diffusa, più strutturale a partire dalle semplificazioni dei percorsi burocratici. Andate a vedere quanti passaggi sono necessari per passare dal concepimento di un'iniziativa di volontariato alla sua attuazione in conformità alle norme e regolamenti.

Noi abbiamo nella nostra visione iniziative strutturali e permanenti di sostegno economico al terzo settore in chiave di investimento della Pubblica Amministrazione, perché il terzo settore svolge dei compiti che la Pubblica Amministrazione si trova già svolti in questo modo, quindi si tratta di investimento.

Infine vorrei ribadire che il volontariato, se autentico, non ha bandiere, se ha bandiere, non è volontariato ma è strumento di propaganda. Allora la politica in primis deve rispettare questa posizione super partes del volontariato e non intestarsi una battaglia per quanto possa sembrare a fin di bene.

Come gruppo Lega, la nostra visione sull'associazionismo di volontariato ha un respiro così ampio che non si limita a un singolo aspetto per quanto quest'aspetto possa risultare impellente e necessario. Se la Regione, se il Governo individuasse uno spazio disponibile a essere ceduto a favore del CSV, noi ne sosterremmo l'iniziativa, ma a priori non riteniamo corretto, né rispettoso della considerazione che dobbiamo a un organismo così potentemente basato sul cuore, sulla disponibilità, sull'impegno, sulla capacità dei singoli, sul senso del dono di interferire sulle decisioni riguardo a una sede. L'attività politica e amministrativa deve facilitare - ecco la discriminante: facilitare, non interferire - soprattutto in un settore così diverso dai meccanismi della Pubblica Amministrazione come il settore del volontariato, che costruisce le sue regole e i suoi mattoni sulla dimensione della disponibilità, della volontà, dei talenti dedicati per il bene pubblico.

Messa in questi termini, per noi l'impegnativa della mozione ci lascia perplessi e ci sembra un atto pretestuoso che ha più il sapore di un appannaggio della politica che di un sano spirito di sussidiarietà. Condividendo ideologicamente una posizione che ha una grande storia: la storia del pensiero della dottrina sociale della Chiesa, che ha sviluppato in termini magistrali questo senso di sussidiarietà, questa condizione di sussidiarietà come rispettosa della dignità di chi riceve un aiuto e di chi crede esattamente nell'interlocutore e nel beneficiario di quest'aiuto, in una visione di sano spirito di sussidiarietà... appunto per noi la sussidiarietà rimane l'unica e vera anima di tutto l'agire del dono.

Presidente - Mi è stato comunicato, se ho ben capito, che vi è un accordo tra i gruppi del Consiglio regionale per interrompere i lavori di questa mattina alle ore 12:45 per permettere a chi lo voglia di recarsi a un funerale; pertanto, non vedendo obiezioni, chiudo il Consiglio regionale di questa mattinata, i lavori riprenderanno alle ore 15:00.

Il Consiglio prende atto.

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La seduta termina alle ore 12:45.