Objet du Conseil n. 2867 du 25 octobre 2023 - Resoconto
OGGETTO N. 2867/XVI - Reiezione della PL n. 96: "Disciplina e interventi a sostegno dei distretti del commercio. Modificazioni alla legge regionale 4 settembre 2001, n. 19". (Approvazione di un ordine del giorno)
Bertin (Presidente) - Passiamo ora al punto n. 5 all'ordine del giorno. La proposta di legge prevede due articoli; ricordo che è stato espresso parere contrario da parte delle Commissioni IV e II e che sono stati depositati due emendamenti dalla Lega e un ordine del giorno del gruppo Rassemblement Valdôtain.
Il relatore per la IV Commissione è il consigliere Ganis a cui passo la parola per la relazione.
Ganis (LEGA VDA) - In questo Consiglio sono state fatte numerose iniziative volte a evidenziare l'importanza di tutelare il settore del commercio, i piccoli commercianti, le attività di vicinato e il commercio ambulante. Questo a dimostrare tutto l'interesse e la sensibilità nei confronti di un settore, quello del commercio, in grave difficoltà. Il fenomeno della desertificazione commerciale lo conferma; le cause le abbiamo più volte evidenziate: la crisi economica, la pandemia, il carovita, la grande distribuzione e la vendita on-line hanno sicuramente messo in ginocchio il settore del commercio.
Altra nota dolente per quello che concerne la nostra Regione o, meglio, la città di Aosta sono gli innumerevoli cantieri aperti e la mancanza di posteggi a creare delle difficoltà ai commercianti.
Appare chiaro ed evidente che la politica non può stare a guardare. Per consentire al settore del commercio di rimanere un punto centrale nell'economia, occorrono, a nostro avviso, interventi mirati di tipo fiscale ed economico, ma non solo, occorre anche mettere in atto tutte le strategie possibili per rivitalizzare i settori del commercio, incrementando e potenziando l'offerta commerciale legata alla nostra realtà, dai piccoli negozi di montagna, veri presidi territoriali, ai locali storici e a tutte le attività che mantengono viva una comunità.
Bisogna evidenziare che qualcosa è stato fatto per aiutare il settore del commercio: ricordo i contributi a favore degli esercizi di vicinato, ma non è stato fatto nulla di innovativo al fine di potenziare l'offerta commerciale.
Per queste ragioni, come gruppo, abbiamo fatto delle ricerche, prendendo anche spunto dalle altre Regioni, quali la Lombardia, il Piemonte e il Veneto, per le quali si potrebbe adottare la strategia per frenare la desertificazione commerciale e per stimolare investimenti e nuovi insediamenti. Una di queste è proprio quella di creare dei distretti del commercio quali veri ambiti territoriali di aggregazione tra imprese, associazioni di categoria, Enti locali e Regione, che, attraverso un sistema ben strutturato ed organizzato, hanno la finalità di valorizzare attività commerciali con lo scopo di rigenerare il tessuto urbano, sviluppare delle idee o dei progetti a sostegno del commercio, promuovere l'interazione tra cittadini e imprese e valorizzare, attraverso una politica attiva, il contenuto economico-sociale del distretto e di intercettare anche quei fondi regionali ed europei messi a disposizione.
Vorrei evidenziare quello che riporta la Regione del Veneto nel portale "Attività produttive": "I distretti del commercio costituiscono una delle principali espressioni di politica attiva a sostegno del settore del commercio". Essi infatti rappresentano per la Regione un'opportunità di sviluppo e uno strumento contro la desertificazione commerciale. La Regione del Veneto non è l'unica ad adottare i distretti del commercio, lo abbiamo più volte evidenziato. La Regione del Piemonte ha stanziato quasi 9 milioni di euro, la Regione Lombardia ne ha destinati quasi 57 milioni: somme importanti che hanno permesso di riqualificare intere aree del territorio, andando così a consolidare una buona parte dell'ossatura economica, perché, a nostro avviso, sostenere il commercio nella nostra regione attraverso il finanziamento di contributi a favore degli esercizi di vicinato è soltanto un palliativo. Il problema della crisi del commercio va risolto attraverso strategie innovative, progetti in grado di frenare la desertificazione e stimolare investimenti e insediamenti futuri.
In merito a queste considerazioni, la nostra proposta di legge n. 96 ha come obiettivo quello di rilanciare il settore del commercio, creando quelle sinergie tra aggregazione di imprese, formazioni sociali e soggetti interessati alla valorizzazione e rigenerazione dei nostri centri urbani.
Quello che veramente ci gratifica sono i pareri favorevoli dei numerosi commercianti che abbiamo contattato, di alcuni Sindaci e anche di alcune associazioni di categoria che hanno apprezzato il nostro progetto.
Crediamo che questa proposta di legge meriti più attenzione, anche perché può rappresentare una soluzione per risolvere la crisi del settore del commercio.
Infine ringrazio tutte le persone che hanno collaborato, i miei colleghi del gruppo Lega, il personale degli uffici tecnici e il Presidente della IV Commissione, come tutti i membri. Colgo anche l'occasione per ringraziare il collega Aggravi per aver contribuito alla stesura di questa proposta di legge.
Presidente - Con la relazione, possiamo aprire la discussione generale. Abbiamo constatato che la relazione è stata molto più ampia di quella depositata: certamente un arricchimento al dibattito, anche se non corrisponde a quella inviata. Consigliere Perron, a lei la parola.
Perron (LEGA VDA) - Comincio io con la discussione generale. Il collega Ganis ha già espresso anche altre considerazioni che non sono quelle strettamente legate alla relazione, ma adesso possiamo procedere con la discussione.
Tocca a me rilevare alcuni aspetti che invece il collega non ha enfatizzato e li ripropongo. Innanzitutto c'è da dire che questa proposta di legge che abbiamo fatto ha trovato un notevole interesse presso numerose persone: abbiamo avuto incontri sul territorio, a Verrès e Châtillon, ad esempio, ai quali sono intervenuti molti commercianti, che ci hanno contattato e che si sono dimostrati attenti leggendo sulla stampa delle notizie sulla nostra proposta. Abbiamo poi avuto dei confronti anche informali con Confesercenti e, insieme a loro, con alcuni Sindaci e Assessori; tutto questo nonostante il parere di astensione del CELVA sul quale ci sarebbe qualcosa da dire, ma ci sarà l'occasione per parlare di questi pareri anche successivamente su altre proposte di legge.
Certamente, nonostante il fatto che il parere del CPEL fosse generalmente di astensione, in questo caso ci sono stati - e lo si poteva leggere anche dai giornali - dei Sindaci e degli Assessori interessati a questa proposta, quindi un parere di astensione ma anche persone interessate e questo va messo sul piatto oggi, perché gli amministratori, specialmente di alcuni Comuni, sono interessati a rivitalizzare il commercio con proposte che, e sottolineerò più volte questa parte, sono innovative e già testate con successo altrove. Sono proposte innovative per la Valle ma non sono un salto nel buio, perché sono qualcosa che è già stato testato e, come ha già ampiamente detto il collega Ganis, funzionano al di là dei numeri, al di là delle piccole realtà.
Questa proposta, a nostro avviso, infatti non ha degli aspetti negativi, è sperimentale, e sarebbe un'opportunità in più per alcune realtà di attingere a fondi di vario tipo con - e anche qua sottolineo la questione - progetti che partono dal basso; questo non è un intervento dirigistico, calato dall'alto, ma è un'apertura verso nuove possibilità che noi riteniamo assolutamente positiva.
In questo frangente mi sento di dire che, se verrà utilizzato il tema delle coperture economiche insufficienti, questo sarà semplicemente un alibi. Non è così? Se si vuole, i fondi ci sono e quello sarà, ripeto, un alibi.
Apro ora una parentesi riguardo al lavoro in Commissione, perché devo ammettere che la ricostruzione che è uscita dalla fine dei lavori in Commissione io la definirei piuttosto di parte, piuttosto faziosa. Questo perché, in realtà, mettendo un po' sul piatto della bilancia le cose, abbiamo un parere de La Chambre che non è assolutamente negativo, pur se ha espresso delle possibili problematicità; abbiamo un parere invece positivo di Confesercenti, che pure ha evidenziato delle problematicità. Permettetemi, colleghi, di fare un esempio: se io domani vado da un medico a farmi il check-up completo e ho una distorsione alla caviglia e tutto il resto è a posto, il dottore mi dirà che ho una distorsione alla caviglia ma non che sono malato! Attenzione, perché è un po' facile tirare un po' di qua e un po' di là le interpretazioni; onestamente a me l'interpretazione che è uscita dalla Commissione pare piuttosto tirata.
Abbiamo poi il parere di astensione del CPEL, e su questo ci siamo; abbiamo poi assistito nelle audizioni nelle Commissioni - chi c'era ha seguito il dibattito, chi non c'era vada a prendersi i verbali - a una splendida "virata a u" per quello che riguarda Confcommercio, perché abbiamo dimostrato che qualche mese fa erano proprio loro che parlavano dei distretti del commercio come un qualcosa di assolutamente positivo, poi c'è stata una bella virata, le virate sono legittime ma è legittimo però dirlo, perché questo è quanto è avvenuto nelle audizioni e quindi è giusto metterlo sul tavolo.
Abbiamo presentato un emendamento che prevede che la Giunta possa individuare uno o più Comuni nel cui territorio siano individuati ambiti territoriali come distretti del commercio, questo perché riteniamo che in maniera sperimentale si possa fare e per venire incontro anche in questo caso a chi governa. Dato che reputiamo che l'idea sia buona e visto che alcuni territori sono interessati, questo emendamento è un passo verso di voi, mirato per dire: cominciamo a farlo da qualche parte, ovviamente previa richiesta dei Comuni o delle zone interessate, facciamolo in maniera sperimentale e cominciamo da lì. Se poi non funzionerà, ne prenderemo tutti atto, nessuno di noi ha la bacchetta magica, ma certamente questo è un passo che vogliamo fare per far sì che questa proposta di legge diventi un qualcosa di fattivo da utilizzare sul territorio.
Riteniamo che le condizioni per fare questo ci siano tutte e quindi aspettiamo le vostre risposte ma, da questo punto di vista, riteniamo che qualsiasi risposta ci verrà data oggi sarà una risposta di tipo politico e poi ci ritorneremo per ulteriori approfondimenti.
Presidente - Consigliere Rosaire, a lei la parola.
Rosaire (UV) - Il 5 ottobre 2023, al termine di un percorso iniziato a marzo dello stesso anno, la IV Commissione Sviluppo economico ha votato contro la proposta di legge relativa all'avvio dei distretti del commercio. La Commissione ha riscontrato e preso atto di alcune perplessità espresse dai rappresentanti delle principali associazioni di categoria, peraltro associazioni individuate proprio dal vostro gruppo proponente la legge. Per comprendere a come si è giunti a queste decisioni finali, è essenziale riproporre alcuni interventi dei rappresentanti di categoria auditi.
Il Presidente della Chambre valdôtaine ha evidenziato le sfide strutturali in atto nel settore, come la crescita dell'e-commerce e delle grandi piattaforme a sfavore dei piccoli commercianti. La Chambre, pur valorizzando l'intento positivo della proposta di legge, che verte ideologicamente alle soluzioni di queste problematiche, sottolinea come vi siano - testuali parole - "condizioni difficilmente realizzabili nella nostra regione date le specificità geomorfologiche della Valle d'Aosta". Anche l'intervento del Presidente di Confcommercio VdA ha sollevato dubbi sulla realizzazione della proposta di legge, sottolineando che - sempre testuali parole - "i distretti del commercio in diverse zone, come nel vicino Piemonte e Lombardia, hanno riscontrato grandi difficoltà e, secondo le nostre informazioni, circa il 50% degli interventi non ha prodotto risultati interessanti dal punto di vista operativo". Inoltre il presidente Dominidiato, al pari de La Chambre, sottolinea le sfide nell'attuazione dei distretti nel nostro territorio affermando: "Esclusa Aosta, che con la sua vasta gamma di attività commerciali ha dominato l'intera area circostante, non si può pensare che un distretto del commercio da Nus a Pont-Saint-Martin possa essere facilmente realizzabile"; questi sono passaggi estratti dai verbali. Questo sottolinea una chiara problematica, pur essendo ben intenzionata la proposta di legge potrebbe non essere efficace nel contesto locale. Il Presidente de La Chambre valdôtaine inoltre ha evidenziato come la Valle d'Aosta abbia sfide specifiche che rendono difficile applicare un modello standard dei distretti commerciali.
Le associazioni di categoria e l'opinione degli Enti locali, attraverso il CPEL, che il 28 aprile 2023 si sono espresse per l'astensione, sono allineate. Il presidente del CPEL, Alex Micheletto, nel proprio parere evidenzia: "L'assemblea condivide gli obiettivi della proposta di legge, soprattutto il nobile intento di proteggere le attività nelle aree a rischio di desertificazione commerciale" e sottolinea la necessità di incentivare e rilanciare il commercio nelle piccole realtà. Il CPEL ha anche espresso preoccupazione per la situazione economica globale attualmente critica, che ha colpito diversi settori, compreso il commercio, e si evidenzia la priorità di azioni con impatti immediati. L'importanza di sostenere le iniziative già promosse dalla Regione Valle d'Aosta è stata sostenuta da Micheletto, che sottolinea l'opportunità di confermare le puntuali iniziative attuate dalla Regione Autonoma Valle d'Aosta a sostegno del commercio, quali, ad esempio, le misure destinate agli esercizi di vicinato e altre analoghe iniziative a supporto delle aziende private messe in campo anche tramite la strategia delle aree interne. Un punto fondamentale del suo discorso riguarda l'engagement dei Comuni. L'assemblea, evidenziando l'assenza nel testo di legge di indicazioni sul coinvolgimento dei Comuni, in particolare riguardo ai doveri e agli obblighi a loro carico, sottolinea la necessità assoluta di un dialogo preliminare con gli Enti locali. Concludendo il CPEL ha esposto dubbi sulla possibile replicabilità in Valle d'Aosta del modello sviluppato in altre Regioni. In sintesi, i pareri delle associazioni del settore raccolte nelle varie audizioni evidenziano come l'idea di istituire distretti di commercio possa essere condivisa, ma presenti troppe criticità.
Nella conclusione della nostra Commissione era stato evidenziato dal sottoscritto come dalle varie audizioni sia emersa l'idea che l'istituzione dei distretti di commercio possa essere condivisibile ma vi siano criticità che non rendono semplice la loro costituzione, legate, ad esempio, alla mancanza di una massa critica sul territorio, a un numero troppo esiguo di attività, alla disposizione e alla dimensione dei borghi valdostani, alle difficoltà per i Comuni di gestire le varie pratiche, alle esigenze di un intervento di revisione legislativa delle leggi, al fatto che anche nelle Regioni dove i distretti del commercio sono stati istituiti vi sono situazioni in cui questi organismi non hanno funzionato, inoltre vi sono le difficoltà di aggregare i diversi operatori commerciali, distanza che separa oltretutto tra di loro le aziende e la loro diversa dimensione.
In conclusione è essenziale sottolineare come il percorso in IV Commissione ci abbia permesso di ascoltare le opinioni dei rappresentanti di categoria e degli Enti locali. Gli attori auditi hanno portato la nostra attenzione anche altre problematiche legate alla desertificazione dei nostri piccoli Comuni, che si manifesta anche attraverso la chiusura di piccole attività commerciali. L'idea pertanto di creare un tavolo di lavoro con tutte le parti interessate proposte in audizione dall'assessore competente, Giulio Grosjacques, appare appropriata.
Vorrei concludere con un pensiero: non è una soluzione al problema dare false speranze con proposte poco realizzabili a questi settori che stanno vivendo momenti di grande difficoltà, come le piccole attività commerciali; pertanto, come anche sottolineato dal Presidente del CPEL, ritengo più opportuno e prioritario rendere permanente la legge 1/2020 sull'erogazione dei contributi straordinari per gli esercizi di vicinato, legge che, come già ricordato più volte, ha assegnato 900 mila euro alle attività commerciali, ha sostenuto 250 attività e ha visto la nascita di oltre 20 nuovi esercizi, un atto concreto per creare un futuro ai nostri territori sostenendo i piccoli imprenditori valdostani, colonne portanti del nostro tessuto economico e sociale.
Presidente - Consigliere Aggravi, a lei la parola.
Aggravi (RV) - Intervengo in questo dibattito prima di tutto sicuramente ringraziando il collega Ganis per la relazione e anche tutti i colleghi che hanno voluto firmare e sostenere quest'iniziativa. Cerco di andare per ordine perché devo dire che mi ha stupito favorevolmente l'intervento del Presidente della IV Commissione, che, tra l'altro, mi ha dato una serie di spunti che andrò a riprendere durante il mio intervento.
Collega Rosaire, lei sul rock glacier mi ha convinto di più, ma questo è un altro aspetto.
Perché presentare una legge sui distretti del commercio? Lo abbiamo cercato di dire, almeno chi l'ha capita e chi soprattutto l'ha voluta capire. Il primo passaggio è quello di un'azione dal basso, ovvero all'interno di questa legge per una volta non si dispone imperativamente come si devono fare le cose ma si cerca di dare gli strumenti a due macro attori: da un lato, il Governo, la Giunta; prima un altro collega era perplesso sul fatto che fosse la Giunta a determinare tutta una serie di cose con delibere di Giunta; per quello che ci riguarda, la Giunta deve fare la Giunta, il Consiglio deve fare il Consiglio. In questo passaggio, in particolare nel primo articolo relativamente a questa proposta di legge, la Giunta ha tutta una serie di possibilità per poter meglio legiferare su quest'aspetto e su questa proposta, ma l'azione dal basso parte anche dai Comuni, dalle attività commerciali, dai rappresentanti di categoria, da tutte le altre forze; penso anche alle forze sindacali che non sono mai state considerate. All'interno della proposta di legge si parla di accordi territoriali con le categorie dei consumatori e soprattutto con le forze sindacali, quindi si parla di politiche del lavoro. Su questo guardo l'assessore Bertschy perché questo passaggio è molto vicino e molto attinente al lavoro che lui sta facendo sull'alleanza per un lavoro di qualità. Peccato che questa cosa non si sia voluta prendere a spunto, come non si sia voluto capire il fatto che questa proposta di legge è aperta, autonoma nelle possibilità di agire da parte della Giunta, da parte dei Comuni, da parte delle attività commerciali, nessuno è andato a obbligare nessuno a fare qualcosa. Forse anche questo è un cambio di mentalità che, a volte non piace, ma si è persa l'occasione di andare ad approfondire - lo dico soprattutto all'Assessore più che al Presidente della Commissione - eventuali possibilità di modifica o di implementazione della legge in termini di rigenerazione urbana, di autonomia degli operatori, dei Comuni, dei commercianti. Si poteva modificare la legge in Commissione in maniera fattiva per creare delle possibilità innovative, per sostenere non soltanto le attività commerciali ma anche per poter fare di alcuni centri, che oggi sono la prova provata della desertificazione commerciale, qualcosa di differente. Si è persa anche un'occasione per mischiare questa legge con gli esercizi di vicinato, che sono due cose differenti. Benissimo il sostegno agli esercizi di vicinato, ma è solo una cosa; il cercare di creare dei distretti commerciali, chiamiamoli come vogliamo, è un'altra cosa e mi spiace che il Presidente della IV Commissione, che è un imprenditore, in un passaggio abbia detto che ci sono delle strutture o comunque si voglia separare o creare le distanze tra le varie attività.
C'è un grosso problema di tutte le attività medio piccole, ma soprattutto piccolissime: che non ci si vuole giustamente mettere insieme con degli strumenti che obbligano fortemente le forme giuridiche degli operatori che sono maggiormente delle ditte individuali; questo strumento poteva essere similarmente e in maniera più leggera delle reti di impresa la possibilità per collaborare, senza obbligare nessuno a fare delle scelte di tipo contrattuale. Gli operatori, i Comuni e chi altro si potevano unire per fare qualcosa; che cosa? Le possibilità erano "n" e la Giunta poteva legiferare in tal senso o, comunque, disporre con delibera. Non si è voluta prendere quest'occasione, per carità, ognuno fa le sue scelte.
Si è anche persa un'altra occasione: nell'ambito del processo di riforma, ne abbiamo anche già parlato durante la presentazione del DEFR, delle leggi madri del commercio, si potevano inserire... e io mi auguro che in futuro si prenderà anche spunto da alcune cose positive di questa legge, perché non è tutta negativa, almeno così credo... per poter modificare la 12/1999 e la 19/2001, se lo si vuole fare. L'occasione si è persa sin da subito e non si racconti la manfrina che in audizione sono state dette delle cose contrarie a questa legge, perché qualcuno si ricorderà che a maggio, in particolare l'11 maggio (vado a memoria), io e l'assessore Grosjacques abbiamo avuto un'interessante discussione sui pareri finanziari di questa legge. Cito quello che ha detto l'Assessore, ma, ripeto, è una critica costruttiva: "Le assicuro, e lo dico a nome della mia struttura, che non solo abbiamo letto la legge ma nella mia risposta, dal punto di vista politico da parte di questa maggioranza, abbiamo considerato questa legge assolutamente inutile e non applicabile concretamente sul territorio valdostano, quindi più che io a non aver letto la legge, probabilmente lei non ha capito il senso della mia risposta". Collega Grosjacques, ci capiremo un giorno; su altri temi probabilmente ci capiamo di più, su questi meno. Il problema è che, secondo me, questa legge l'avete solo letta ma non avete voluto sfruttarla. Io mi sarei addirittura aspettato tutta una serie di emendamenti per fare propria, vostra, questa legge, invece non l'avete voluto fare. Secondo me, avete perso un'occasione. La mia è una critica costruttiva e l'avete mischiata con un altro strumento: il sostegno agli esercizi di vicinato, che è un'altra cosa, è una contribuzione e un sostegno per l'appunto, non è un fattore di innovazione. Qua è un'altra cosa! Non mettiamo contro strumenti che non sono uguali o alternativi, possono essere integrativi ma sono due cose diverse, perché qui si vuole far lavorare tutti gli operatori in chiave di sostegno del commercio.
C'è poi un tema molto più generale che si è perso nella querelle che è il governo del territorio, è ovvio che noi non possiamo recuperare del tempo perso. Qualcuno nelle discussioni che sono state fatte sia in audizione, sia negli incontri fuori, giustamente si è anche lamentato - dico "qualcuno" per non dare né colpe né attribuire cose ad altri -: "Ah, ci sono dei grandi centri commerciali che hanno fatto perdere senso o comunque hanno messo in difficoltà i centri dei paesi". È ovvio che noi non possiamo oggi, in una sorta di masochismo ludistico, dire: "Devono chiudere delle attività", assolutamente; proprio in questo senso ci poteva essere l'occasione della rigenerazione urbana di quelle aree che sono in difficoltà, perché ci sono due strumenti principali di governo del territorio e sappiamo quali sono: uno è vecchio e si sta cercando di rivisitare - e su questo abbiamo presentato un ordine del giorno che poi cercherò di esporre -, mi riferisco al PTP, su cui c'erano scritte delle cose o forse ci furono delle cose, poi ci sono i piani regolatori e nessuno, giustamente, entra nell'autonomia dei Comuni. Come in questo caso - e sono molto meravigliato - si è voluta dare un'occasione di autonomia maggiore ai Comuni proprio essendo quota parte di quest'iniziativa di rilancio delle attività commerciali, però il Consiglio permanente degli Enti locali - glielo ho anche detto al presidente Micheletto su altre cose - fa delle cose strane, perché, quando si dà autonomia ai Comuni, non la vogliono, quando non gliela si dà, la vogliono e allora decidiamoci! Capisco che il tema è complesso; c'era anche la possibilità per più Comuni di lavorare insieme, senza andare a creare degli strumenti di obbligo di tipo contrattuale ma di collaborazione. Questo dovrebbe essere un elemento di novità, altrimenti è inutile che parliamo di rete di impresa e di collaborazioni tra enti. Dobbiamo anche capirci un attimo, però, ripeto, io vedo una grande perdita di occasione.
Spiace anche il fatto che ci siano dei passaggi oggettivamente che io non ho capito e cito ancora il Consiglio permanente degli Enti locali, quando ho letto il parere che hanno presentato parlando della strategia delle aree interne, chiedo quale sia l'impatto sulle attività commerciali, se non un flebile impatto indiretto, di quello che la strategia delle aree interne ha fatto sulle attività commerciali, ulteriore strumento diverso da quello dei distretti del commercio, che hanno una denominazione che poteva essere - ripeto - modificata, cambiata cioè poteva esserci qualsiasi tipo di evoluzione. Non mi si dica che da altre parti non ha funzionato, perché noi dobbiamo per forza sempre guardare da altre parti? Non possiamo finalmente essere autonomi anche nella testa e creare degli strumenti ex novo? Possiamo per una volta essere noi "gli altri" da cui magari qualcosa viene copiato? A me spiace tutto questo, ma lo dico soprattutto per chi ha perso l'occasione, perché oggi questa legge poteva arrivare in Consiglio in maniera completamente diversa, completamente rivista e costruita, perché anche sulle risorse finanziarie questo è davvero "il segreto di Colombo". Chi tiene in mano la cassa è la Giunta, o, meglio, in questo caso il Presidente, però è la Giunta che dovrebbe esserlo. "Se c'è la volontà politica, le risorse si trovano" disse un ex Presidente della Giunta e su questo sono d'accordo, anche perché non stiamo parlando di enormità di risorse, come stiamo anche parlando della possibilità di andare ad attingere a risorse extra come fanno altre realtà, su questo, a volte, ci dimentichiamo che altre realtà questo lo fanno. Quello che io vedo oggi è soprattutto una grande perdita di occasione.
Ho sentito anche colleghi che hanno parlato della possibilità di fare i distretti del commercio in uno, due Comuni in via sperimentale; c'era il carattere sperimentale di questa norma e si doveva capire effettivamente se questa norma potesse funzionare e quindi arrivare alla fine di un percorso triennale e capire cosa poter fare. C'è anche un emendamento che ha presentato la Lega, che comunque abbiamo sostenuto in Commissione e lo sosterremo; sinceramente avrei preferito vedere - magari si chiede tanto... - la volontà di alcune aree di farsi promotrici - e parlo in particolare degli Enti locali, parlo degli Assessori o dei Sindaci che hanno la delega alle attività commerciali - di qualche iniziativa, perché altrimenti torniamo sempre a bomba: "Speriamo che la Regione faccia qualcosa, speriamo che l'ente faccia qualcosa", ma perché per una volta non si parte dal basso? Questa è la grande domanda.
Poi qua è più una questione, se vogliamo, di stile che di merito. Lo voglio dire perché l'intervento del Presidente della IV Commissione ha riportato questo; io in Capigruppo - e qui guardo il Presidente del Consiglio - l'ho sottolineato: i comunicati stampa delle Commissioni non sono dei comizi, non sono delle giustificazioni sul voto, non sono delle scelte di parte ma sono delle comunicazioni istituzionali. Presidente, lo so che lei è giovane della carica, però si faccia spiegare da colleghi suoi vicini, che hanno esperienza, che questa è una caduta di stile brutta e oggettivamente o si riporta l'opinione di tutti i contendenti... ma fare un comizio in un comunicato stampa di una Commissione non è una bella cosa e questa non è una questione di forma, ma di sostanza, perché lei lì rappresenta tutta la Commissione, anche chi ha votato a favore o contro! Sinceramente, ma qua lo dico soprattutto al Presidente del Consiglio, che è grande arbitro di parte - o dovrebbe essere tale -, bisogna decidere se i comunicati stampa della Commissione sono di parte, quindi di qualcuno, e allora ci dividiamo le quote delle battute, oppure sono effettivamente dei comunicati istituzionali. Se voleva rispondere in maniera politica a un voto, il gruppo dell'Union, il gruppo della maggioranza o tutta la maggioranza si faceva il suo comunicato stampa e questo mi sembrava più corretto. Lo dico soprattutto per chi presiede la Commissione, perché da oggi sarà più debole nelle dichiarazioni rispetto a tutta la Commissione. Questo lo dico proprio come caduta di stile, su una cosa che oggettivamente poteva avere un altro tipo di atteggiamento. Lo dico anche perché potrebbe passare un brutto messaggio: "Ah, abbiamo fatto le audizioni e ci hanno detto che va tutto male, questa legge non si fa". Se ragioniamo così, ci sono delle leggi sulla quali ci sono delle difficoltà, perché se durante le audizioni, in particolare al DEFR - guardo il collega Marguerettaz con il quale ogni tanto ce lo siamo detti -, ci chiedono tutti più soldi, se ascoltiamo tutti, allora dobbiamo assolutamente aggiungere soldi anche al bilancio, ma a quel punto sappiamo che la coperta è corta. Dire: "Tutti ci hanno detto di fare così" è semplicistico; allora io propongo di fare delle audizioni su quello che le categorie pensano dell'IVA e, se ci dicono di abbassare l'IVA, noi domani dobbiamo promuovere un'azione per chiedere l'abbassamento dell'IVA, perché dubito che qualcuno dica: "Va bene l'IVA così". Lo dico proprio per una modalità di comunicazione e, soprattutto, per la forza della comunicazione che uno può fare, perché io comprendo benissimo che la maggioranza dica: "No, su questa cosa noi non siamo d'accordo", perfetto, che dica: "Su questa cosa non vogliamo metterci delle risorse", perfetto, ma spiegami perché, dai un'idea. Magari l'assessore Grosjacques ha un grosso coniglio nel cilindro che ci tirerà fuori oggi o prossimamente con una legge che farà del meglio. Benissimo, siamo pronti a discuterne; a me quello che è spiaciuto su questa legge è che non si è voluto discutere del tema, non si è voluto capire il tema, non ci si è neanche messi la testa. Questo è, secondo me, qualcosa che dispiace perché vede - e mi spiace citare sempre il collega Rosaire, ma per una volta che parla le do attenzione - sulle associazioni io le posso assicurare che, se avessi registrato gli incontri informali che sono stati fatti con loro per presentare la legge, dicevano tutt'altro rispetto a quello che è stato detto qua, forse sono stati fatti prima di certe altre comunicazioni, ma ci sta, è la politica! Io quello che dico è che, per me, oggi la maggioranza - dico "oggi" perché la stiamo discutendo oggi - non ha assolutamente voluto sfruttare un'occasione e anche questa è debolezza politica! Dico questo perché - ripeto - ci sono state delle situazioni in cui - e lo abbiamo visto, io nella breve esperienza l'ho visto - un Assessore e una maggioranza hanno detto: "Benissimo, questa legge non ci piace, abbiamo questi emendamenti". Se sono condivisibili, i primi a voltarli sono i firmatari della legge, invece qua no: esercizi di vicinato, contributi... sì, sono un'altra cosa; va benissimo, non possono uno sostituire l'altro. Sul governo del territorio poi andiamo ulteriormente a parlarne.
Io penso di avere più o meno detto tutto quello che volevo dire sul tema; ripeto che sono dispiaciuto di come sono andate le cose. Rimando alla presentazione dell'ordine del giorno quello che volevo dire sul governo del territorio, quello che constato è che, purtroppo, c'è stato uno steccato contro un altro steccato, magari anche per colpa di chi ha sottoscritto e presentato la legge, però le cose potevano andare in maniera molto diversa e comunque - ripeto - nell'interesse di tutta la comunità e non di una parte.
Presidente - La parola al consigliere Perron per secondo intervento.
Perron (LEGA VDA) - Ringrazio anche il Presidente della IV Commissione per aver messo a fattor comune e ribadito una volta in più la questione, così mi dà l'occasione per fare quello che era un po' il mio mestiere prima o la mia formazione, che è quella di storico, che va a prendersi i documenti, li legge, li porta fuori e così anche qua capiamo che, quando si guardano i documenti, è una questione di interpretazioni e cercherò di dimostrarglielo.
Punto primo; partiamo da La Chambre, lei dice: "La Chambre dice che non sono fattibili". Io dico: aspettiamo a dirlo, fra l'altro, c'è un punto importante che lei ha detto: "Che abbiamo estrapolato da...". Quando si estrapola, è sempre un po' pericoloso; ho visto ragazzi che facevano dei riassunti estrapolando delle parti e non avevo capito il senso. La Chambre dice: "I distretti del commercio in questo senso - cioè nell'ottica delle problematiche sul commercio, eccetera - potrebbero potenzialmente rappresentare un supporto per la sopravvivenza e la crescita di queste realtà". Non è pregiudizialmente negativo il parere, non è così; poi aggiunge: "Non possono però non essere prese in considerazione le innegabili difficoltà legate a una loro realizzazione sul territorio valdostano". Va bene, ci possono essere difficoltà e cos'è che non presenta difficoltà nella vita e nella politica? Tutto presenta delle difficoltà. Non è così negativo, poi cita altre parti che lei ha citato ma c'è una parte importante nel finale, dicono - ripeto, ipse dixit, la Chambre - un ultimo aspetto ma che, per importanza, è forse quello che, alla luce di quanto riportato nella legge, potrebbe costituire il principale elemento critico è quello legato ai fondi. Tradotto, guardando tutto il testo e non alcune parti, il problema principale, secondo La Chambre - e lo dice qua -, è che i fondi sarebbero pochi. Quello è il problema principale. Fa delle critiche, non è pregiudizialmente contro, anzi, è pregiudizialmente a favore dei distretti, ne rileva la difficoltà sul territorio valdostano, dà una serie di criticità ma alla fine dice: "Il problema più grosso sono i fondi" e, tra l'altro, sono stati presentati dai colleghi di Rassemblement anche degli emendamenti e delle visioni che allargano questa cosa. È un po' diverso, e credo di averlo dimostrato, da come lo si dice.
Punto secondo: Confesercenti. Confesercenti ha espresso il parere più positivo sulla questione; abbiamo avuto interlocuzioni anche noi: alzi il telefono, li senta e vedrà se conferma quanto dico io oppure no. Lei mi cita: "Sì, ma loro hanno detto che il 50% dei distretti non ha funzionato", quindi buttiamo via tutto... io le giro il contrario e le dico: grazie, il 50% però sì. Chi ha ragione? È questo che le dico: chi ha ragione? Sì, l'hanno detto, il 50% non ha funzionato ma l'altra metà è andata però...
(intervento di un Consigliere, fuori microfono)
...allora ho preso male io l'appunto... comunque sia il concetto è identico, il 50% non ha funzionato? Cominciamo a farne uno e vediamo se funziona, perché ci sono delle realtà interessate, ci sono dei Comuni che sono interessati nonostante il parere del CPEL su cui il collega Aggravi ha detto chiaramente alcune cose sulle quali concordiamo. Il 50% non ha funzionato, bene, il restante ha funzionato, facciamone uno intanto e vediamo come va, se si vuole farlo, perché il problema - ripeto - è politico, di volontà.
Punto terzo: vediamo un attimo la questione di Confcommercio. Chi c'era in audizione l'ha ascoltata, chi non l'ha ascoltata si vada a prendere i verbali, però chiunque può prendere un giornale, quindi io non sto tirando fuori delle cose dette nelle segrete Camere del Consiglio. Nel giornale "Aosta Cronaca" del 3 marzo 2023 si può leggere che "Al fine di scongiurare la desertificazione e arginare un'eventuale emorragia di chiusure delle attività, la prospettiva formulabile anche nella nostra regione è quella legata ai distretti del commercio", articolo di giornale, ne abbiamo parlato in audizione. "Ribadiamo - dicono da Confcommercio - che l'obiettivo dei distretti di commercio è quello di fare del commercio un fattore di innovazione, integrazione, oltre che di accrescere e rigenerare l'attrattività del tessuto urbano sostenendo la competitività delle imprese commerciali". Articolo di giornale, chiaramente positivo, chiaramente si auspica: "Confidiamo che la nuova Giunta regionale, appena insediata, prenda a cuore tale delicata tematica in quanto i piccoli borghi e i centri storici privi di esercizi commerciali e attività di ristorazione perdono, a nostro avviso, gran parte del loro interesse". Poi si fanno - come li ho già definiti prima - questi cambiamenti a "u", queste "inversioni a u" legittime, ma qui o l'autore dell'articolo di giornale ha preso degli allucinogeni o queste cose sono scritte e noi le abbiamo lette.
Ricapitolando, non è un problema di risorse, è già stato detto: volendo, ci sono, si può fare; non è un problema di pareri perché, primo, non sono così negativi, come penso di aver dimostrato, chiaramente ci sono delle difficoltà; secondo, giustamente come ha rilevato il collega Aggravi, anche qualora i pareri fossero negativi su vari aspetti, non è che siamo vincolati a tutti i pareri che vengono fuori dalle audizioni, perché altrimenti giustamente faremmo quello che ci viene detto sempre da fuori. Questa non è più democrazia rappresentativa, non so che cosa diventa; quindi anche qua non è una questione di pareri. Ripeto: è una questione politica assolutamente legittima di chi dice: "Noi questi distretti non li vogliamo, secondo noi, sono una stupidaggine, in Valle non funzionano, andate a fare qualcos'altro, proponete qualcos'altro perché questo assolutamente no". È legittimo, però vogliamo sentircelo dire così, non vogliamo sentire degli alibi, vogliamo la chiara discussione sul merito politico.
In ultimo, visto che si è parlato di vendere false speranze, ottimo, qui si fa un gran bel assist - mi dispiace adesso vedere qualcuno scomparso dall'aula... - perché, in occasione di un incontro pubblico sul territorio che abbiamo svolto mi pare a giugno a Châtillon sulle problematiche del territorio del Comune - al quale ovviamente erano presenti gli amministratori comunali, esponenti di Confcommercio, io e il collega Chatrian, che potrà testimoniare se dico il vero oppure no -, coloro che erano al tavolo - né io, né lui - hanno parlato chiaramente di una possibile sperimentazione dei distretti del commercio su Châtillon. Sentendo queste parole, io mi sono alzato nel finale della discussione e ho detto: "Scusate, guardate che di questa proposta di legge per ora pare che non se ne faccia nulla". Non si può dire "no" politicamente a qualcosa e poi vendere delle false speranze, ammesso che qualcuno lo abbia fatto, io non lo so, riporto i dati... vendere delle false speranze dicendo che si potrebbe magari sperimentare cosa succede a Châtillon e dicendolo in pubblico, no, Signori, mi dispiace ma questo è altamente scorretto. Non so chi l'abbia fatto... se qualcuno l'ha fatto, non lo so, ma questa è la realtà. A vendere delle false speranze non siamo noi, noi abbiamo fatto una proposta, ci si dica "sì" o "no" sul merito politico e non si divaghi su altri aspetti.
Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Baccega, ne ha facoltà.
Baccega (FI) - In realtà, noi non siamo presenti in IV Commissione, però il dibattito che oggi ha animato questa proposta di legge fa sì che sia opportuno che anche la nostra voce venga recepita. Solo per dire che, nell'autocelebrazione del gruppo che ha presentato la legge, anche i consiglieri Restano, Marquis e Baccega l'hanno firmata, quindi ci sono anche loro, ma lo hanno fatto con una decisa convinzione: quella di dover dare forza ed energia a questo progetto di legge che mi era stato presentato dal collega Perron al quale dico: le scorrettezze della politica sono talmente tante che potremmo scrivere una Bibbia.
Entrando nel vivo del provvedimento, noi arriviamo da una serie di kermesse nazionali nelle quali abbiamo chiesto quali aspettative c'erano state e come erano andate le cose soprattutto nelle regioni del nord-ovest Piemonte, Liguria e Lombardia e il risultato è stato decisamente positivo. È vero, ci sono stati momenti in cui non ha funzionato ma in altre situazioni le cose, soprattutto nel Veneto ma anche in Piemonte, sono andate bene e i risultati ci sono stati.
Sono preoccupato e perplesso perché il piglio che ha preso questa proposta di legge rispetto alla volontà di partire dal basso, di dare molte possibilità soprattutto agli enti ma anche alle associazioni che possono mettersi in gioco, mettersi alla prova una volta per tutte, perché non sia sempre la Regione a spingere nella direzione del contributo, contributo, contributo... associazioni che non so se si sono confrontate con i loro associati perché di questa legge ne abbiamo parlato sul territorio in questi mesi e abbiamo recepito, soprattutto in alcune zone, pareri favorevoli: parlo della Media Valle dove c'è stato un confronto serrato anche per i rapporti che il nostro Capogruppo ha soprattutto a Saint-Vincent e Châtillon. Collega Presidente della IV Commissione, sentirsi dire: "Potrebbe non essere efficace", soprattutto in una logica dove questa legge è decisamente sperimentale, non è sicuramente piacevole laddove si parla di sperimentazioni.
Concludo dicendo che noi, dato che la proposta di legge l'abbiamo firmata, la condividiamo e, come dichiarazione di voto, vi anticipo che Forza Italia la voterà certamente.
Presidente - Consigliere Restano, a lei la parola.
Restano (GM) - Anch'io ho firmato questa proposta di legge, l'ho firmata nella convinzione che fosse un'opportunità per riflettere sulla situazione del commercio e per avviare un confronto in Consiglio, perché la situazione che si rileva sui territori non è esattamente favorevole - e quanto detto in Commissione lo ha rilevato -, la legge 1/2020 richiamata dal collega Presidente della Commissione è figlia di un momento storico ben preciso. La crisi che noi viviamo nelle nostre vallate ha origini diverse e credo - e non voglio interpretare l'idea dell'Assessore - che egli abbia colto tutto questo perché nel DEFR qualcosa ha scritto in proposito. La proposta di legge quindi ha colto forse nel segno, perché quei contributi straordinari, così parla l'articolo 29 della legge del 2020, erano figli della pandemia. Noi viviamo - e guardo il territorio che frequento maggiormente, rispondendo all'affermazione del Presidente della Commissione - una situazione dove 7-8 esercizi hanno chiuso negli ultimi tre anni, quindi i 20 che sono stati aperti grazie a questi contributi hanno già perso di significato. Dobbiamo fare qualcosa di strutturale, dobbiamo interrogarci su cosa fare per evitare lo spopolamento dei territori ma, soprattutto, l'abbandono degli esercizi commerciali, che poi, conseguentemente, vuol dire il fallimento di tutte le politiche sul commercio e non solo.
Accolgo con favore le proposte che arriveranno sul DEFR sul tavolo di lavoro e di confronto nel settore specifico, ho qualche perplessità perché, a forza di aprire tavoli, non sappiamo più dove ci si dovrà accomodare per potersi confrontare. Dall'altro punto di vista - lo dico essendo una persona (ma ci sono anche altri Consiglieri) che è nata, cresciuta ed è tuttora operativa all'interno del commercio - sono molto preoccupato, perché la legge 1/2020 ha dato dei risultati ma non sono sicuramente quelli sperati. La legge 19/2001 sul commercio va rivista, noi dobbiamo ripensare l'intero settore, dobbiamo analizzare la situazione e cercare di capire cosa dobbiamo fare per invertire questo trend negativo. Non dobbiamo rallegrarci per i contributi che abbiamo devoluto con la legge 2020 perché, secondo me, è come aver dato un'aspirina a una persona che ha un'importante infezione: non abbiamo ottenuto risultato alcuno. Ben venga quanto scritto sul DEFR; rimbocchiamoci le maniche perché abbiamo tanto da lavorare.
Presidente - Consigliere Ganis, a lei la parola.
Ganis (LEGA VDA) - Ringrazio i colleghi che sono intervenuti per il loro contributo. Permettetemi una considerazione, lo hanno ben evidenziato i colleghi: dal momento che il nostro gruppo ha presentato questa proposta di legge, da parte della maggioranza non c'è mai stato un dialogo costruttivo o finalizzato a modificare questa proposta di legge alquanto semplice visto anche il numero di articoli e soprattutto viste le difficoltà nelle quali verte il settore del commercio.
Inoltre, attraverso la presentazione di un emendamento, come gruppo, abbiamo cercato di semplificare la modalità di costituzione dei distretti del commercio al fine di renderli più efficienti, così come ha fatto anche il gruppo di Rassemblement Valdôtain.
Prendere come esempio alcuni Comuni della Provincia di Mantova e affermare che i distretti non funzionano ci sembra un paragone un po' illogico, come quello di basarsi su di un parere, tra l'altro, non vincolante espresso dagli Enti locali.
Mi permetta una considerazione, Assessore: prenda in prestito le parole di Alberto Marchiori, (poi, se vuole, le do anche il libricino), consigliere di Confcommercio nazionale: "Un interessante modello di collaborazione pubblico-privato è rappresentato dai distretti del commercio. Nei distretti infatti possono essere aggregate diverse piccole realtà territoriali che traggono così vantaggio dall'opportunità di fare rete in termini di progettualità e accesso ai finanziamenti dedicati anche di carattere europeo". Questo è Alberto Marchiori, consigliere di Confcommercio nazionale.
Chiudo evidenziando che le false speranze, come sostiene il Presidente della IV Commissione, sono quelle riassunte come una possibile soluzione al problema da parte di Confcommercio nazionale.
Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Rosaire per secondo intervento, ne ha facoltà.
Rosaire (UV) - Parto dall'ultima considerazione del collega Ganis relativamente alle false speranze. È normale che, se qualcuno non crede in una certa iniziativa, non possa non esprimere in maniera compiuta il proprio giudizio, quindi da ciò nasce il fatto di aver definito "false speranze" una legge che probabilmente non avrebbe, a mio modesto parere, delle ricadute concrete sul territorio.
In merito a quanto ha asserito invece all'inizio il collega Aggravi circa quanto io avrei detto, cioè sul fatto che auspicherei una distanza tra le attività commerciali, preciso che non ho detto assolutamente questo. Cerco di rileggere quanto ho detto, estrapolo a questo punto solo l'inciso che fa riferimento alle distanze di vari locali e attività commerciali e leggo: "Emerge che l'idea dell'istituzione dei distretti del commercio può essere condivisibile", quindi il concetto di un principio condivisibile non è mai stato negato da nessuno e io non ho mai detto che qualcuno, chi è intervenuto in Commissione, si è espresso in maniera contraria: ho detto che ci sono delle criticità talmente gravi e talmente pesanti che fanno propendere per la probabilità di un insuccesso, questo è quanto ho detto. Finisco comunque la lettura: "Emerge che l'idea dell'istituzione dei distretti e del commercio può essere condivisibile, ma vi sono delle criticità che non rendono semplice la loro costituzione, legate, ad esempio, alla distanza che separa tra di loro le aziende e la loro diversa dimensione". Questo ho detto, non che auspico da imprenditore, come ha cercato di farmi dire, che ci sia una distanza e si debba normare una distanza tra le attività commerciali.
Relativamente a quanto asserito invece dal collega Perron circa gli articoli di giornali, ricordo al collega che agiamo per atti, come più volte viene ripetuto in quest'Assise e, di conseguenza, quanto viene riportato in quest'Assise credo che abbia più valore di quanto voi potete eventualmente condividere al di fuori del Consiglio regionale o delle Commissioni con i vostri referenti.
Tornando invece a Confesercenti, adesso purtroppo non ho il verbale, ricordo che (omissis) ha effettivamente iniziato il suo intervento, che è durato - leggendo poi il verbale è facile vederlo - quattro righe, dopodiché è intervenuto il consulente (omissis) e la prima domanda che ha fatto è stata: "Che cosa intendete fare di questa legge perché non si riesce a capire quale sia il fine". Di conseguenza, asserire che Confesercenti fosse così favorevole a quanto avete detto... trovo veramente delle grosse difficoltà, fermo restando che se poi successivamente in Commissione l'avete nuovamente audito e ha detto cose diverse; mi spiace ma in quest'Assise non è possibile saperlo.
Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Aggravi per fatto personale, circoscriva il fatto, a lei la parola.
Aggravi (RV) - Circoscrivo il fatto: io non ho detto che lei "auspica", ma che da imprenditore, quale lei è, sono stupito che abbia detto che distanze o tipologia di azienda siano dei fattori limitanti rispetto alla possibile collaborazione delle aziende. Argomentando rispetto al discorso delle reti di impresa, io di questo sono molto stupito e sono stupito che un imprenditore che conosce benissimo il primo problema della collaborazione tra aziende, ovvero il fatto che spesso e volentieri bisogna sottoscrivere degli accordi contrattuali che vincolano le realtà... quello che noi prevediamo qua può avere un effetto limitante...
Aggiungo una questione di mozione d'ordine invece, Presidente, rivolta a lei, perché io sono stupito, e chiedo una sua valutazione in merito, perché le audizioni in Commissione e i verbali sono secretati e io in quest'aula ho sentito: "Tizio dice questo", "Tizio ha detto questo" e "Caio ha detto quest'altro". Nomi, cognomi e quello che è stato riportato all'interno delle Commissioni di solito non è mai stato oggetto di rendicontazione nel Consiglio: lo dico perché altrimenti che senso ha avere le Commissioni a porte chiuse e soprattutto citare quello che uno ha detto piuttosto che un altro senza possibilità di contraddittorio.
Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Rosaire per fatto personale, faccia una precisazione.
Rosaire (UV) - Constato che il collega Aggravi ha buona lingua ma le orecchie probabilmente non funzionano bene. Nell'intervento di prima, rileggo nuovamente, io non ho asserito dei pareri personali; lei adesso ha detto nuovamente che io ho dato delle interpretazioni. Io ho riportato quanto è stato espresso in Commissione: "Il presidente Rosaire fa presente che, per quanto riguarda il merito del provvedimento, riassumendo quanto è stato detto dai rappresentanti delle associazioni, il concetto della distanza che separa le attività..."
(intervento di un Consigliere, fuori microfono)
...certo, è stato dato come una delle criticità insieme alle mille altre che sono state sollevate in merito alla possibilità di mettere a terra questa norma sui distretti del Commercio abbia delle criticità.
Presidente - La parola al consigliere Aggravi, sempre per fatto personale, però cercate di non fare una discussione tra di voi.
Aggravi (RV) - Signor Presidente, io le chiedo gentilmente di dire al collega Rosaire, a cui voglio comunque umanamente bene, di pensare alla sua lingua e alle sue orecchie e di non guardare le mie, perché le devo anche dire che anche la sua penna nel comunicato stampa che ha fatto da Presidente ha dimostrato come lei è: un po' troppo agitato. Io quindi le chiederei di non agitarsi, di limitarsi alle situazioni qua e, se c'è stata una considerazione personale, è la sua nei confronti della mia lingua e delle mie orecchie, su cui sicuramente io ho delle limitazioni o comunque dei problemi, ma sinceramente certe considerazioni se le tenga per lei per il rispetto dell'Aula. Sono state fatte mozioni di censura su molto meno, Signor Presidente, io le chiedo di intervenire perché oggettivamente una cosa di questo genere snatura anche l'oggetto della discussione, non siamo in un bar!
Presidente - Colgo l'invito del consigliere Aggravi a non agitarsi e a mantenere una discussione sui temi e non nei confronti delle persone. Ha chiesto la parola il consigliere Perron per fatto personale.
Perron (LEGA VDA) - Intervengo velocemente per fatto personale soltanto per chiarire il punto, così ho, diciamo, l'ultimo "punto" su questo.
Collega Rosaire, su Confcommercio noi abbiamo parlato semplicemente di un'inversione a "u" sul loro parere, testimoniata dagli articoli di giornale di marzo: questa è la prima puntualizzazione.
Seconda cosa: il primo interlocutore di Confesercenti si è espresso in positivo; il secondo interlocutore - come lei dice - ci ha fatto delle domande e io però le metto la nostra interpretazione: avendoci fatto delle domande, è un segno di interesse, non di critica di dire: "Non funziona". Il primo ha detto: "Il progetto è interessante, siamo interessati"; il secondo ha chiesto cose in più che dalla legge non aveva capito, ma questa è la nostra interpretazione, io gliela ribalto e ribalto la sua. È segno d'interesse quello; quindi abbiamo le due interpretazioni legittime sul tavolo, poi ognuno si fa la sua idea.
Presidente - Siamo in discussione generale. Altri vogliono ancora intervenire? Non vedo altre richieste d'intervento. La discussione generale è chiusa. A questo punto sospenderei brevemente il Consiglio per una pausa per arieggiare i locali e riprendiamo tra una decina di minuti. I lavori del Consiglio sono sospesi.
La seduta è sospesa dalle ore 10:54 alle ore 11:12.
Bertin (Presidente) - Riprendiamo dopo la breve sospensione; ricordo che la discussione generale è stata chiusa e siamo in fase di replica. Si è prenotato l'assessore Grosjacques a cui passo la parola.
Grosjacques (UV) - Ovviamente non tornerò sulle valutazioni che sono state fatte dai portatori di interesse auditi, su cui i vari colleghi hanno già ampiamente dibattuto. Forse il peccato originale è quello di cui abbiamo discusso in una delle iniziative presentate dal collega Aggravi relativamente alla mancata applicazione dell'articolo 1bis della legge 12/1999, che prevedeva una pianificazione e un equilibrio da parte dell'Amministrazione regionale sulle attività. L'articolo in realtà non è mai entrato nella sua operatività perché c'è stata una sentenza della Corte costituzionale, la 104/2014, che ha dichiarato l'illegittimità di alcune disposizioni della legge 5/2013 accogliendo la prevalenza delle censure formulate dal Governo statale, quindi la prevalenza su questa materia della normativa statale. Questa pianificazione non si è potuta realizzare e tutto è stato in qualche modo demandato alla pianificazione urbanistica che i Comuni hanno fatto e l'abbiamo citata in alcune risposte. Ci sono state pianificazioni di tipo diverso da Comune a Comune; in alcuni c'è stata in qualche modo la possibilità di impiantare strutture di vendita di grande distribuzione, mentre in altri i Comuni hanno fatto altre scelte, probabilmente anche in funzione del mantenimento delle piccole strutture all'interno dei centri storici.
Solo per dare qualche risposta... il collega Ganis in apertura ha correttamente evidenziato quali sono le problematiche che hanno dato in qualche modo l'avvio alla desertificazione del piccolo commercio al quale io associo comunque anche gli esercizi di vicinato. Con la misura del 2020, su cui tornerò dopo, abbiamo provato a dare una risposta che è stata accolta positivamente. Solo un dato che va confermato: nell'ultima domanda, che è scaduta il 13 di ottobre, abbiamo 146 richieste di finanziamento, alcune delle quali per nuove iniziative commerciali e quindi direi che, da questo punto di vista, la risposta del territorio è stata molto positiva. Anche se è una misura che, come si è detto in alcuni interventi, non è risolutiva, comunque dà una risposta soprattutto alle piccole attività presenti nei centri storici e soprattutto nei piccoli centri.
Ovviamente, quando si fa attività sul territorio, non sempre si raccolgono pareri unanimi, però noi, come Commissione e come legislatori, abbiamo l'obbligo di sentire le associazioni e le categorie maggiormente rappresentative. Quelle sono quelle che esprimono il parere, ma anche in quest'aula tutti insieme non rappresentiamo il 100% della popolazione valdostana, ma abbiamo un mandato chiaro che ci obbliga a legiferare secondo l'interesse generale.
Andrò poi alle conclusioni di un'analisi che abbiamo fatto; questo anche per rispondere al collega Aggravi che ci ha detto che non abbiamo voluto approfondire il tema. In realtà, abbiamo già alzato i toni in una precedente discussione, quindi direi che questa è una risposta che va compiutamente a confutare quello che il collega Aggravi dice rispetto a questa maggioranza e a questa Commissione. Il tema è stato approfondito, è stato sviscerato; siamo arrivati a delle conclusioni per le quali, a nostro avviso, questo strumento non è efficace per la conformazione del nostro territorio e leggerò le conclusioni tra un attimo.
La pianificazione, come dicevo, è di competenza di ogni singolo Comune. Per quel che riguarda il Comune di Châtillon in particolare, che è stato oggetto dell'ultimo intervento del collega Perron, segnalo che lì è nata più di un'attività di grande distribuzione o di media distribuzione. Io mi sono confrontato con il sindaco (omissis), che mi ha rappresentato le criticità del commercio all'interno del borgo ma, dal confronto che abbiamo avuto, non mi sembrava particolarmente indirizzato su una soluzione come quella dei distretti del commercio, almeno questo è stato quello che ci siamo detti in un colloquio a due. Se poi in assemblea pubblica vengono dette delle altre cose, ognuno risponde delle proprie dichiarazioni, su questo non c'è nessun problema. Io non ho verbalizzato i colloqui, come non lo faccio con nessuna delle persone che viene a espormi dei temi, però le posso garantire che, rispetto a una crisi conclamata delle attività all'interno del borgo, non mi sembrava quella la soluzione che poteva essere prospettata dal Sindaco, non so se parlasse a titolo personale o a nome dell'Amministrazione comunale.
Credo che le associazioni meritino maggiore attenzione quando esprimono le loro considerazioni, perché sono poi quelle che le devono subire, applicare sul territorio e quindi credo che la loro analisi sia un'analisi che viene anche dall'ascolto del territorio, poi è chiaro che anche per quel che riguarda alcuni Sindaci, può anche darsi che ci fossero delle opinioni discordanti rispetto a questo parere di astensione, ma noi a questo ci dobbiamo attenere. Il CPEL, nel motivare la sua astensione, ha detto che poteva essere una misura da prendere in considerazione ma che, ad oggi, sembrava non avere ricadute... o di poter dare le ricadute positive auspicate dal disegno di legge.
Il collega Restano sottolineava la validità della misura per gli esercizi di vicinato, ma è una considerazione che facciamo anche noi... non è una misura risolutiva, dico però che questa non è una misura che nasce per effetto della pandemia. La legge 1/2020 è la legge di bilancio - e quest'emendamento arriva da forze politiche che oggi sono collocate all'opposizione e che allora avevano proposto questo articolo 29 - ed è stata approvata nel gennaio del 2020, quindi non è una misura che ha un effetto trascinamento della pandemia; infatti ha esplicato i suoi effetti nel 2021, 2022 e 2023, ma il bilancio è stato approvato nel gennaio del 2020. Poi, ovviamente, il collega Restano avrà modo di verificare ed eventualmente di confutare quello che ho detto.
Per quel che riguarda la disciplina, è chiaro che ha bisogno di un restyling, di una manutenzione, perché la legge che disciplina il commercio è la legge 12/1999, mentre la 19/2001 è quella che finanzia le attività alberghiere ed extralberghiere e anche le attività commerciali, ma non è quella che ne disciplina le modalità.
Per quel che riguarda le conclusioni alle quali siamo arrivati dopo un'attenta analisi anche di quello che succede intorno a noi e che è stato portato oggi come esempio di buona applicazione dei distretti del commercio, mi preme sottolineare che certamente prenderemo buona nota di tutti i suggerimenti che sono emersi oggi nel dibattito per quel che riguarda la modifica della legge 12/1999 e anche delle suggestioni che vengono dalla legge sui distretti del commercio. Le conclusioni alle quali siamo arrivati e che in qualche modo avevo già richiamato in una mia precedente risposta sono legate alla valutazione dell'approvazione di una normativa regionale sui distretti del commercio. Tale legge corre il rischio reale di trasformarsi nell'illusione di replicare acriticamente l'esperienza di altre Regioni in un contesto ancora più critico caratterizzato da dimensioni quantitative e qualitative del tessuto demografico sociale ed economico notevolmente differenti, in particolar modo per quello che riguarda le Regioni che voi avete giustamente preso a modello per quest'iniziativa. Si tratta infatti di Regioni nelle quali, peraltro, non esistono studi definitivi ed esaustivi sull'effettivo impatto che le iniziative hanno comportato a livello sociale e commerciale che non sarebbero comunque sovrapponibili al contesto valdostano, tanto più che precedenti iniziative intraprese a livello regionale valdostano aventi obiettivi e analogie con quella dei distretti del commercio non hanno peraltro mai riscosso successo tra gli Enti locali e tanto meno tra gli operatori del settore. Cito in particolare l'articolo 14 della legge regionale 12/1999, che aveva individuato i CAT (Centri di Assistenza Tecnica) come un'opportunità volta a promuovere nelle imprese della distribuzione, e in particolare nelle piccole e medie imprese, la diffusione di strumenti, metodologie e sistemi finalizzati a sviluppare i processi di ammodernamento della rete distributiva migliorando i sistemi aziendali anche al fine di ottenere le certificazioni di qualità e di elevarne il livello tecnologico.
È stato autorizzato nel giugno 2001 l'unico CAT organizzato e gestito da ASCOM Confcommercio, l'allora Centro sviluppo e Confidi Commercio, iniziativa che non ha tuttavia prodotto risultati concreti ed è rimasta negli obiettivi sostanzialmente lettera morta. Sono state poi riscontrate uguali difficoltà nell'applicazione della normativa riguardante i centri polifunzionali di servizi riservati ai Comuni con popolazione inferiore ai 3 mila abitanti, il cui obiettivo, assolutamente lodevole, era quello di combattere la desertificazione commerciale, in particolare nelle aree delle Valli laterali. In questo caso la quasi totalità delle rare iniziative intraprese si sono scontrate con problemi di sostenibilità economico-finanziaria che ne hanno precluso la sopravvivenza; oggi mi risulta che ne rimanga in piedi uno soltanto.
La fase congiunturale attuale rende inoltre inappropriati interventi che comportino impegno di risorse in progetti la cui efficacia rimane aleatoria e che risulterebbero quindi poco attrattivi per gli operatori del settore, operatori che devono affrontare contingenze urgenti legate al continuo calo di fatturato e alle difficoltà di accesso al credito e che necessitano quindi di interventi rapidi in regime di emergenza. La debolezza strutturale dei Comuni valdostani e la loro disomogeneità di fondo, legata alle esigue dimensioni, rappresentano un ulteriore fattore di criticità nell'aggregazione delle varie realtà per il raggiungimento degli obiettivi.
Se si considerano le problematiche venute alla luce e l'inconsistenza dei risultati riscontrati nelle regioni che già avevano da anni collaudato lo strumento dei distretti commerciali - almeno questo emerge dalle analisi che sono state fatte al nostro interno - e che avendo già individuato soggetti promotori, soggetti attuatori e strumenti specifici avrebbero dovuto affrontare efficacemente la negativa congiuntura economica, non è difficile constatare come tale strumento sia stato inadeguato a sostenere il settore del commercio. Tempi di attuazione troppo lunghi e mancanza di esperienza sul campo aggraverebbero il rischio nell'intraprendere un percorso del genere e questo era stato sottolineato anche dagli Enti locali, che non hanno probabilmente individuato con precisione quale sarebbe dovuto essere il loro ruolo all'interno di questa nuova disciplina.
Predisporre strumenti legati a un futuro incerto in un contesto caratterizzato da turbolenze e rapidissimi cambiamenti non consente, di fatto, di individuare strategie efficaci e tempestive a favore del settore. In questa fase di rapidissima evoluzione, in una situazione economica che reclama rapidità, efficienza, concretezza e garanzia nel raggiungimento degli obiettivi prefissati, quella della promozione dei distretti del commercio non può rappresentare, quanto meno a giudizio di questa maggioranza, una priorità a livello d'intervento e d'investimento di risorse e, aggiungo, anche per quel che riguarda le categorie; poi oggi le stesse espressioni hanno avuto valutazioni diverse ma stiamo agli atti.
Gli interventi messi in essere finora dall'Amministrazione regionale sono andati nella direzione di consentire un sollievo immediato a favore degli operatori e, più in generale, di continuare nelle azioni di promozione turistica della nostra Regione volte ad ampliare la platea della potenziale clientela del settore commercio mediante l'ampliamento dei flussi turistici.
Per chiudere, torno sulla misura degli esercizi di vicinato, che quest'anno, come abbiamo avuto modo di dire anche nell'audizione in Commissione, ha ampliato la platea dei propri beneficiari andando a ricomprendere una serie di attività o di codici Ateco all'interno di Comuni, che in qualche modo, non essendo turisticamente "di prima fascia", a causa dell'impoverimento e del calo demografico dei comuni all'interno dei quali sono situati, rischiavano la chiusura. Questa misura certamente non risolutrice di tutti i problemi quindi ha comunque dato una prima risposta e ha consentito su alcuni territori di mantenere in vita attività commerciali che diversamente sarebbero quasi certamente state destinate alla chiusura.
Presidente - Altri interventi? Non vedo altre richieste d'intervento; passerei pertanto alla votazione dell'ordine del giorno. Per illustrare l'ordine del giorno, ha chiesto la parola il consigliere Aggravi, ne ha facoltà.
Aggravi (RV) - In parte l'argomento l'ho già illustrato, mi collego però a un passaggio, perché era parte dell'inizio della presentazione dell'ordine del giorno, di quello che ha detto l'assessore Grosjacques. Il termine "peccato originale" forse possiamo valutarlo, nel senso che la libera iniziativa imprenditoriale è sempre giusta e corretta, però forse è un termine che potrebbe ben rappresentare quello che poi successivamente è stato, nel senso che forse nella ratio di quella misura, quindi dell'articolo 1bis, "Indirizzi regionali sulla rete distributiva", qualcosa in più si poteva fare. È la ratio poi dell'ordine del giorno, che anche quell'articolo 23 (Servizi del PTP) in cui si considerano di rilevanza regionale tutta una serie di servizi, tra cui la lettera f): "Per il commercio grande distribuzione, ovvero centri commerciali integrati di cui alla vigente legislazione, supermercati e servizi della distribuzione all'ingrosso".
L'assessore Grosjacques ricordava poi un'iniziativa di luglio dove si era andati a cercare di capire che cosa ne fosse dell'attuazione di quest'articolo, che non è mai stato attuato per le ragioni che l'Assessore ha già rappresentato, ovvero una censura da parte della massima Corte in cui si dice: "La concorrenza è cosa dello Stato". Forse scrivendolo in altra maniera o ragionando in un'altra maniera, più che concorrenza, si dovrebbe parlare di governo del territorio; io questo lo vorrei sottolineare, perché la concorrenza è cosa sempre salutare mentre il governo del territorio non necessariamente si deve mischiare con la concorrenza. Noi adesso parliamo di commercio, quindi l'abbiamo focalizzato sul commercio, ma l'ordine del giorno potrebbe toccare tutte le lettere del secondo comma dell'articolo 23 del PTP, quindi tutta una serie di servizi per cercare di gestire più in armonia quello che poteva essere uno sviluppo del nostro territorio. È ovvio che sotto il PTP c'è il vero governo del territorio, poi sta nei piani regolatori che sono cruccio, complicazioni e anche magari causa di ore di poco sonno per molti Sindaci e molte Amministrazioni... perché i piani regolatori fanno il Paese o almeno dovrebbero. Nel settembre 2022, con una delibera di Giunta, la 1067, era iniziato un percorso di revisione o direi anche di "messa a giorno", di aggiornamento del PTP, che è più di un bambino adolescente perché è nato nel 1998; si è creato un gruppo di lavoro in cui noi, leggendo la delibera di Giunta, non vediamo almeno sulla carta chi si occupa anche di commercio. Ci sono tutta una serie di Dipartimenti, giustamente si è data importanza alla parte territoriale, urbanistica, dell'edilizia, di sviluppo economico, uno dei punti, forse questo anche perché sappiamo che le strutture del commercio hanno un'allocazione che le porta a essere al di fuori di determinati Dipartimenti, ma queste sono scelte politiche, non vogliamo assolutamente criticarle in questa sede... la volontà di quest'ordine del giorno non è sicuramente guardare al passato, a quello che è stato fatto in modo negativo, quello che è stato è stato. Quest'ordine del giorno, in realtà, vuole guardare al futuro e quindi si vuole impegnare il Governo, in particolare l'Assessore competente in materia di opere pubbliche e territorio, nell'ambito di questo processo di revisione e delle attività del gruppo di lavoro costituito con la delibera di Giunta 1067, previo coinvolgimento delle associazioni di categoria, a valutare lo stato dello sviluppo dei servizi di rilevanza regionale per quello che riguarda il commercio, per fare uno stato dell'arte di quello che dal 1998 ad oggi c'è stato, soprattutto in termini di collocazione sul territorio regionale.
Ci sono anche delle grandi strutture, almeno così si sa, che dovrebbero ancora essere realizzate in determinate aree che sono anche già interessate da una notevole presenza, perché, ripeto, io non sono assolutamente contro la concorrenza, anzi, ce ne dovrebbe essere di più, ma si devono anche fare delle leggi che giustamente devono servire per capire che cosa c'è dopo la concorrenza, perché la concorrenza sana porta a vincitori e vinti; bisogna anche capire poi cosa farne dei vinti, quindi permettere loro di rientrare nell'alveo del gioco concorrenziale dettato dal mercato. Non si vuole vietare, ma si vogliono dare degli strumenti per generare ulteriore concorrenza.
"Proporre, nell'ambito degli obiettivi del punto 4 della deliberazione..." che ho già citato... di stabilire che questo gruppo di lavoro terminerà i propri lavori con la predisposizione di una serie di elaborati i cui contenuti dovranno comprendere il recepimento delle nuove disposizioni (perché dal 1998 ad oggi a livello nazionale ed europeo è successo di tutto e di più), quindi termini di pianificazione territoriale, raccolta e valutazione di nuove esigenze del territorio, individuazione dei primi elementi di indirizzo e delle tematiche da sviluppare, definizione di una road map della governance tecnico-scientifica per il discorso della variante e il PTP e anche i fabbisogni finanziari ma, sicuramente, l'Assessore su questo punto sarà più esplicito e, infine, "proporre degli elementi di indirizzo, specifiche norme o modifiche volte a favorire la rigenerazione urbana delle zone soggette a maggiore desertificazione commerciale". La volontà non è assolutamente quella di vietare qualcosa che c'è, perché chi già opera è giusto che operi, ma bisogna capire cosa fare rispetto al 1998 per rivitalizzare quelle aree che, per come sono andate le cose, non dipendono soltanto dal nostro territorio, ma da quello che sta succedendo e che succederà a livello globale... ci deve essere uno sforzo per cercare di rivitalizzarle e non arrendersi allo stato dell'arte, che è la cosa più negativa che ci possa essere, e presentare il risultato dell'attività di cui a questi precedenti punti nelle Commissioni consiliari, ma ci deve essere proprio la volontà di ampliare il dibattito. Inoltre si deve cercare eventualmente di capire se ci possono essere anche dei contenuti, magari più di natura politica ma anche di indirizzo nei confronti dei tecnici. Dico questo perché, ricordiamocelo sempre, che gli uni sono nominati a seguito di procedure concorrenziali, perché i concorsi lo sono, mentre un'altra procedura concorrenziale, che è quella del voto, nomina i politici che tendenzialmente dovrebbero definire gli indirizzi, poi ogni tanto c'è un po' di commistione da una parte e dall'altra, cerchiamo di mettere ordine e di rientrare nell'alveo della giusta concorrenza rispetto alle possibilità del fare e alle volontà di fare.
Presidente - La discussione generale sull'ordine del giorno è aperta. Si è prenotato l'assessore Sapinet a cui passo la parola.
Sapinet (UV) - In merito all'ordine del giorno ci siamo confrontati anche con... il gruppo di lavoro istituito con la delibera 1067/2022 terminerà il proprio lavoro entro dodici mesi con la predisposizione di elaborati i cui contenuti dovranno comprendere tutta una serie di specifiche: un gruppo di lavoro, di fatto, che ci darà un documento tecnico sul quale poi si avvierà il confronto politico. Vado sull'impegnativa... una serie di punti di attività che ovviamente si stanno già portando avanti ma, come dicevo, l'ordine del giorno può essere accolto con una modifica in particolare sui termini, dove andremo a definire entro i due mesi dal recepimento del documento di cui al punto 4 della DGR 1067/2022. Ci sono stati già alcuni incontri e, nello specifico, il 23 giugno il gruppo di lavoro si è confrontato con la Chambre, il 27 giugno con ADAVA e Confcommercio e il 19 luglio con Confindustria. C'è un po' di ritardo perché la delibera è del 19 settembre e si parlava di dodici mesi, un ritardo che è comunque contenuto perché siamo in dirittura d'arrivo; un ritardo (e non è la solita scusante) è dovuto anche alla carenza di personale e all'attività intensa che va a sovraccaricare la struttura. Direi comunque che è utile un confronto in Commissione, quindi con una modifica solo per quello che riguarda il discorso delle tempistiche, cioè due mesi ma dal recepimento del documento.
Presidente - Grazie Assessore. Vi è stata una proposta di emendamento che mi pare venga accolta da parte dei proponenti; eventualmente se depositate l'emendamento poi possiamo mettere in votazione l'ordine del giorno così come modificato. Consigliere Distort vuole intervenire sull'ordine del giorno? A lei la parola. Siamo ancora in discussione generale.
Distort (LEGA VDA) - Soltanto un intervento a nome del gruppo Lega sull'ordine del giorno. Vorrei innanzitutto svelare il fatto che il collega Aggravi, attraverso la declinazione della materia urbanistica, cattura in senso positivo la mia attenzione, un po' come se io proponessi un'iniziativa di matrice calvinista, sono sicuro in automatico che attirerei la sua. Questo per dire che siamo orientati e sintonizzati sulla stessa lunghezza d'onda; rafforziamo quanto personalmente e, come gruppo Lega, abbiamo già più volte specificato in quest'aula: la disciplina urbanistica è l'ambito di eccellenza per l'attivazione spontanea dell'economia, dei funzionamenti di una comunità. Questo è un dato fondamentale, quindi è assolutamente importante che la politica gestisca ogni passaggio di questa materia, che, tra l'altro, ha un punto di forza e un punto di debolezza. Il punto di forza è duplice ed è prima di tutto il fatto che, dal punto di vista del nostro ordinamento statutario, è di competenza primaria. Noi quindi abbiamo fortunatamente la possibilità di dire la nostra e di riuscire a scoprire e a definire, anche in accordo con lo Stato, quel punto, quella linea di demarcazione tra l'urbanistica e la disciplina edilizia, che è proprio il punto e la linea di demarcazione tra le competenze regionali e le competenze statali. Mi auguro che questo percorso permetta anche ulteriormente di chiarire questa linea di demarcazione, altrimenti ci troveremo sempre succubi di una visione centralista e mai padroni della nostra autonomia.
L'altro elemento, il duplice punto di forza, è il fatto che è a costo zero, perché l'urbanistica ha questo grandissimo vantaggio: disciplina le regole e poi l'attore che mette i soldi è il privato. Questo è fondamentale; questo vuol dire un'opportunità che un governo del territorio deve saper prendere al volo.
C'è comunque un punto di debolezza ed è l'elemento su cui noi dichiariamo sin d'ora di svolgere tutta la nostra attenzione in fase poi di svolgimento del lavoro. Il punto di debolezza è che, se non si è in grado di gestirla, l'urbanistica, genera un effetto da apprendista stregone: si mettono in moto dei meccanismi che poi non si sanno gestire, oppure addirittura, per paura esattamente di andare nella linea dell'apprendista stregone, ci si astiene da qualunque scelta e da qualunque evoluzione normativa. Ovviamente questo punto di debolezza io non lo riferisco alla competenza degli uffici, che riconosco senza mezzi termini, però è ovvio che gli stessi hanno bisogno delle indicazioni politiche, deve essere la politica a dire: "Andiamo in questa direzione piuttosto che in un'altra", perché comunque non è una materia scientifica in termini matematici, ma è una materia che presuppone delle scelte e le scelte le deve dare la politica.
Noi, come forza politica Lega Valle d'Aosta, abbiamo già una nostra visione in materia di urbanistica e abbiamo concetti, come quello di mixité, che per noi è fondamentale e cioè quello che ci permette di passare da un'urbanistica basata sulla zonizzazione - cioè divisione delle funzioni in funzione delle varie parti del territorio - a una visione urbanistica delle funzioni che si mescolano in maniera virtuosa in una comunità, in un territorio che sappia in questo modo esprimere tutta la sua vivacità.
Infine, per quanto riguarda il riuso, il concetto che gradisco particolarmente nel secondo punto: "Modifiche volte a favorire la rigenerazione urbana delle zone soggette a maggior desertificazione commerciale", è quello della rigenerazione urbana. L'abbiamo già definito, l'ho già chiarito come gruppo politico all'interno di quest'aula: non si tratta di arrivare ai cimiteri dei fabbricati e delle aree per dire: "Cosa facciamo su queste parti? ". Non è questo. Una sana politica deve avere la capacità di anticipare questo passaggio, questo stato cimiteriale, in modo tale che non si arrivi al livello della dismissione, della desertificazione, al livello del degrado. È proprio per questo che è estremamente importante che la politica sappia assolutamente essere all'altezza di questa materia. Questo è il compito e la sfida di una sana amministrazione e noi speriamo che voi ne siate all'altezza.
Presidente - Sempre sull'ordine del giorno, ha chiesto la parola il consigliere Chatrian, ne ha facoltà.
Chatrian (AV-VdA Unie) - Solo una considerazione più di natura politica e non tecnica su quest'ordine del giorno. Penso che il collega che ha illustrato quest'ordine del giorno semplifica e riassume quello che è stato il dibattito sulla proposta di legge presentata dai colleghi questa mattina per il fatto che, se oggi stiamo affrontando il tema della desertificazione commerciale nei centri più grandi e non nelle vallate laterali, è perché comunque c'è stata una pianificazione di natura urbanistica che ha creato probabilmente i presupposti e le condizioni per poi mettere in difficoltà l'agglomerato già urbanizzato; è come dire che certe scelte sono già state fatte. Mai come in questo momento penso che la nostra Commissione competente debba avere - ecco perché approviamo questa proposta - la fotografia di cosa è successo dal 1998 ad oggi, quindi lo stato dell'arte, quali potrebbero essere a questo punto gli strumenti, gli accompagnamenti, gli aiuti e le idee per poter rigenerare l'agglomerato che oggi ha delle grandissime difficoltà, si utilizza il termine "desertificazione", il che vuol dire che i locali e le attività commerciali hanno già chiuso e stanno chiudendo. La terza invece è a questo punto la parte forse più delicata, più difficile, ossia quali soluzioni trovare per poter rilanciare la parte urbana non più utilizzata e valorizzata e, di conseguenza, è lì che probabilmente dovremo fare la differenza.
Chiederei proprio all'Assessore competente non solo lo stato dell'arte, che è importante conoscere, anche se io penso che la sfida più importante - perché ormai quella parte lì è andata - sia capire quali sono gli elementi e soprattutto gli strumenti per poter rilanciare quello che invece ormai è stato chiuso o sta chiudendo. Tutto questo per poter ridare non solo dignità ma anche la possibilità di nuovi posti di lavoro e di far rivivere quella che è comunque già una zona antropizzata; la sfida è quella perché, altrimenti, ci riempiamo la bocca di parole dicendo di non andare più a edificare e creare nuova antropizzazione, mentre non siamo in grado di poter rilanciare quella esistente, anzi, su quella poi le difficoltà e le criticità si sommano e quindi è un combinato disposto che ci porterebbe fuori strada.
Presidente - Altri interventi sull'ordine del giorno? Non vedo altre richieste. Chiudo la discussione e metto in votazione l'ordine del giorno così come emendato. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti, votanti e favorevoli: 35
L'ordine del giorno è approvato all'unanimità.
Passiamo ora all'articolato della legge, all'articolo 1. Prima facciamo le dichiarazioni di voto, pertanto chi vuole fare dichiarazioni di voto? Ha chiesto la parola la consigliera Erika Guichardaz, ne ha facoltà.
Guichardaz E. (PCP) - Ringraziando il Presidente visto che era il momento migliore per fare le dichiarazioni di voto...
Presidente - Perché dopo sarebbe tardi...
Guichardaz E. (PCP) - ...dopo potrebbe essere tardi, esatto... ecco perché faccio ora la nostra dichiarazione di voto.
A differenza di quanto ha detto l'Assessore competente, noi crediamo che questa proposta di legge ponga un tema di assoluta priorità da discutere all'interno di questo Consiglio regionale perché spesso sentiamo parlare di desertificazione e dell'abbandono dei centri storici e non solo per i paesi di alta montagna. Io, ad esempio, che vivo in un paese nel circondario di Aosta, non posso assolutamente andare a comprare il pane, ma devo per forza andare altrove e quindi mi pongo il problema non tanto per me, ma per tutti gli anziani che vivono in quel territorio e che, in questo momento, sicuramente riscontrano delle difficoltà.
Sappiamo che la legge sugli esercizi di vicinato ha dato i suoi frutti e lo ha dimostrato anche l'Assessore con il suo intervento; è certo che questa proposta di legge era molto più organica nonostante avesse delle maglie molto larghe e, molto probabilmente, anche per questo non è forse stata accolta appieno da parte dei Comuni e dalle associazioni di categoria. È proprio per questo che noi oggi non la voteremo perché, da questo punto di vista, le audizioni a cui abbiamo preso parte in IV Commissione hanno fatto emergere una volontà di condividere le finalità della legge, ma hanno fatto sorgere anche molti dubbi sulla realizzabilità di questa proposta di legge e, molto probabilmente, non si è voluto discutere e approfondire questo tema con la dovuta accortezza forse perché per l'Assessore questa non rappresenta una priorità.
Spero che anche l'inserimento nel DEFR di alcuni principi, che possano invece andare in qualche modo a trovare soddisfazione rispetto a questo tema, vengano poi portati avanti anche dalla maggioranza, perché, ribadisco, in questo momento molto probabilmente bisogna dare un segnale anche a quei piccoli paesi e a quei centri storici che purtroppo vedono l'abbandono di moltissimi esercizi commerciali a favore della grande distribuzione che ci troviamo a pochi passi da casa.
Presidente - Consigliere Perron, a lei la parola.
Perron (LEGA VDA) - Per dichiarazione di voto. Nella risposta che ci è stata data e che chiude un po' il cerchio, l'Assessore ci dice che i distretti del commercio, dal punto di vista della maggioranza, con i loro approfondimenti, sono uno strumento comunque inadeguato. È legittimo, ma su questo noi non siamo d'accordo e ci chiediamo perché a questo punto vengano ancora finanziati su molte altre aree. Voi dite: "Sono diverse, per noi non va", noi rimaniamo in disaccordo e restiamo convinti che si potevano fare.
Si dice che gli esercizi di vicinato funzionano: funzionano quelli, piuttosto che adottare strategie nuove; anche qui noi dissentiamo e continuiamo a pensare che i distretti potevano essere sperimentati.
Dite "no" ai distretti come la sperimentazione del CAT; se ho capito bene, prendere qualcosa da fuori, portarla sul nostro territorio, ha dimostrato che non funziona. Ancora una volta noi sosteniamo che sono due cose differenti; questa avrebbe potuto funzionare. Prendere da fuori voi dite può non essere funzionale e per noi, invece, sì. Lo sosteniamo anche perché in questo caso noi promotori siamo un partito che ha radici, amministrazioni e una funzione nel Governo nazionale, quindi riteniamo dalla nostra parte che sia un qualcosa in più che noi possiamo proporre, prendendo da realtà al di fuori anche della Valle.
Per quanto ci riguarda, state sbagliando a chiudere un'opportunità. Dal punto di vista politico, e qui chiudo, rilevo che chi con noi ha supportato questo provvedimento in Valle si propone di portare proposte innovative, nuove, mentre dalla vostra parte c'è il mantenimento dello status quo. Questo mi sento di poter dire anche a favore di una certa sintesi giornalistica, che mi auguro colga lo sforzo in questo senso. Da parte nostra siamo convinti che sono necessarie scelte innovative, anche se non potranno risolvere tutti i problemi del mondo, però siamo convinti che si debba provare e crediamo di averlo dimostrato con le nostre argomentazioni. Dall'altra parte non si vuole fare tutto questo, bene, resta ai Valdostani decidere quanto vogliono il mantenimento delle cose come sono, se pensano che funzionino, oppure cambiare, avere un'alternativa e a quel punto guardano da un'altra parte.
Presidente - Consigliere Ganis, a lei la parola.
Ganis (LEGA VDA) - Condivido le parole della consigliera Guichardaz, che ha ben evidenziato il motivo di questa bocciatura, quindi ben vengano gli aiuti di vicinato. Noi, come gruppo, siamo ovviamente favorevoli a questa misura, ma, come ha ben evidenziato l'Assessore, non è una misura risolutiva. La nostra proposta punta a cercare nuove strategie commerciali, solo così, come abbiamo sempre evidenziato, si potranno mantenere vive e rilanciare le nostre comunità.
Mi permetta, Assessore, una considerazione ulteriore: lei boccia questa proposta di legge basandosi su dei dati, su delle informazioni ma che non ci riguardano visto che nella nostra regione i distretti non sono presenti. Io invece le posso dire che città come Biella e Cossato hanno goduto di questi interventi, circa 120 mila euro per il rifacimento dell'arredo urbano, altri 100 mila euro per il rifacimento delle vetrine; ci sono città nel cuneese che hanno utilizzato i fondi destinati ai distretti per valorizzare il territorio attraverso la realizzazione di eventi.
Credo che la nostra proposta vada nella giusta direzione: la creazione dei distretti può combattere o arginare il fenomeno della desertificazione commerciale e, come ha anche ben evidenziato Confcommercio nazionale, perché il commercio deve rimanere un punto centrale nell'economia.
Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Jordan, ne ha facoltà.
Jordan (AV-VdA Unie) - Credo di poter affermare con sicurezza che tutto il Consiglio condivide il sostegno al piccolo commercio e agli esercizi di vicinato e l'importanza di mantenere e sviluppare l'attività soprattutto nei centri minori o in quelli che sono in qualche modo più svantaggiati.
Il Governo e la maggioranza lo fa con l'attivazione del sostegno di finanziamenti di cui abbiamo parlato oggi, oppure con l'attività di programmazione presente e futura, così come in qualche modo ha indicato l'assessore Grosjacques; la minoranza lo fa giustamente con attività ispettive, ne sono state fatte numerose, e anche con questa proposta di legge. Si sgomberi quindi il campo dall'idea di dire: "di chi è più bravo" nel sostenere il piccolo commercio in generale, non ci sono bravi e cattivi perché ognuno di noi lo fa con il proprio ruolo e con le proprie attività. Ci sono dei modi diversi però di affrontare il problema di cui abbiamo parlato oggi. I distretti di commercio sono uno strumento teoricamente interessante, noi non abbiamo visto l'applicazione in Valle d'Aosta ma altrove, come è stato detto, ha dato risultati variegati, con maggiore efficacia nei centri urbani vicino alle grandi città dove c'era già uno sviluppo importante. In alcuni casi invece hanno funzionato meno bene, specialmente dove c'è già un problema di zone marginali. Cito a questo proposito lo studio di Maria Farinella, che ha evidenziato molto bene quest'efficacia variegata.
Quello che dobbiamo fare, a mio e a nostro modo di vedere, è avviare, come è già stato detto, una riorganizzazione dell'intero settore, una pianificazione, una programmazione reale e concreta, che vada - questo sì - a contrastare la desertificazione commerciale. È già stato detto e lo ripeto che dobbiamo governare il territorio e cito parte dell'intervento fatto dal collega Aggravi, che condivido. Dobbiamo programmare con il PTP, con i piani regolatori, quindi Regioni, Comuni e tutti gli stakeholder devono programmare assieme, devono governare il territorio per evitare che delle scelte unilaterali, fatte magari anche da un solo soggetto siano dannose: mi riferisco al il proliferare incontrollato di grandi centri commerciali. Bisogna evitare che le scelte di un soggetto condizionino fortemente altre parti del territorio; credo che tutti noi abbiamo in mente degli esempi. Cominciamo quindi, anche se forse in certe situazioni è un po' tardi, a fare programmazione, a razionalizzare. Ci sono degli strumenti, utilizziamoli; solo dopo questo percorso, e forse anche parallelamente, si potrà parlare dei distretti del commercio come strumento utile e credo anche interessante. Tutto questo solo dopo o a fianco di questo percorso in un quadro che sia oggetto di una riorganizzazione, non quindi adesso, ma condizionato a una riorganizzazione. Per tali ragioni e per le ragioni che sono state indicate dall'assessore Grosjacques ci asterremo.
Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Restano, ne ha facoltà.
Restano (GM) - Riprendo quanto detto dall'Assessore. Effettivamente io ho citato la pandemia ma intendevo citare un periodo di grave emergenza, quindi mi scuso per la mia affermazione. In effetti, questo periodo di grave emergenza era stato richiamato dal proponente l'articolo in questione e da tutte le persone che erano intervenute in quella sede per supportare la proposta, quindi da vari Consiglieri, non ultimo anche dal Presidente dell'epoca, che nel suo intervento, così come altri, aveva auspicato che fosse solo l'avvio di un percorso: eravamo all'inizio del 2020, richiamando peraltro il DEFR.
All'epoca nel mio intervento citai la turnazione degli esercizi commerciali di vicinato soprattutto e, in generale, anche degli esercizi di somministrazione che rasentano le 1.200 attività. Era un dato che avevo rilevato al momento; io avevo ipotizzato circa 500 subentri all'anno, che significava non una certa vivacità imprenditoriale ma una situazione di crisi diffusa, come poi rilevato da tutti quelli che erano intervenuti.
Ebbene, la situazione non è cambiata. Bisogna essere onesti, colleghi, nell'ammettere che la situazione non è cambiata. Ribadisco quanto detto prima: con la norma abbiamo dato un piccolo "calmante" alla situazione, ma serve una norma strutturale che era già stata annunciata all'epoca e continuiamo ad annunciarla via via con tutti i documenti che andiamo ad approvare. Diciamo tutti la stessa cosa ma poi non c'è un seguito alle nostre affermazioni. Sicuramente la norma che discutiamo oggi forse non risolveva la situazione, però almeno è un inizio operativo della risposta che si intende dare tutti insieme.
Ribadisco quanto già detto in precedenza e spero che questa volta agli annunci seguano i fatti. La minoranza ci ha provato; adesso tocca alla maggioranza, magari lo facciamo tutti insieme, però diamoci spazio. Io voterò a favore.
Presidente - Consigliere Aggravi, a lei la parola.
Aggravi (RV) - Per confermare che il gruppo di Rassemblement Valdôtain voterà questa proposta di legge che è stata sottoscritta dal mio gruppo, come convintamente è stata sottoscritta dai colleghi della Lega, dai colleghi di Forza Italia, dal collega del Gruppo Misto, nella convinzione di poter dare un contributo e soprattutto una via, una soluzione a un grosso e complicato problema, come in realtà tutti gli intervenuti hanno in qualche modo rappresentato.
Io ho ascoltato la dichiarazione di voto del collega Jordan e, da appassionato di guerre stellari, ho pensato a una citazione che il maestro Yoda fa a un suo apprendista: "Fare o non fare, non c'è provare". In politica purtroppo non esiste il provare, bisogna decidere se fare o non fare qualcosa.
Su questo punto oggi avete scelto di non fare, ci sarà la possibilità forse, ce lo auguriamo; in realtà, abbiamo anche cercato con l'ordine del giorno di dare un elemento in più, perché abbiamo discusso di tanti temi. Anche nell'apertura dell'intervento l'Assessore l'ha colto il problema: abbiamo parlato di esercizi di vicinato, distretti del commercio, di quello che è lo Stato. Nel complesso però dobbiamo pensare a una visione più alta, che è quella giustamente della programmazione e delle condizioni affinché queste attività si possano, io dico, rivitalizzare, perché parlare oggi di sviluppo è molto complicato in quanto il mondo è cambiato rispetto a un passato: non passiamo a una situazione di non presenza, ma a una situazione di post presenza, quindi bisogna capire che cosa fare non tanto delle singole attività, ma proprio di determinate aree che erano interessate dalla presenza di attività che oggi non ci sono più. Abbiamo capito i motivi per i quali non ci sono e ora noi dobbiamo capire che cosa fare, ma non per ricostruire il passato, ma per fare qualcosa di diverso e permettere di rivitalizzare queste aree.
Quel piccolo contributo e soprattutto l'importante lavoro che il gruppo di lavoro - io mi auguro e ne sono sicuro - sta facendo sul discorso del PTP ci potranno permettere di fare dei ragionamenti ulteriori.
Sul commercio oggi c'è il non fare, non succederà nulla, la situazione è questa; nel DEFR sicuramente torneremo sul punto e già durante le audizioni con l'Assessore qualcosa si è detto e abbozzato per cui faremo ulteriori approfondimenti e soprattutto vedremo che cosa il Governo e la maggioranza faranno o, meglio, proporranno. Sicuramente in quel caso ci auguriamo che ci possa essere il verbo "fare", oltre a quello che succede oggi.
Ci spiace per il fatto che non si sia potuto lavorare - non voglio essere ipocrita - non dico tutti insieme, ma in larga parte, perché poi ognuno ha le sue differenze, le sue particolarità, però su un tema che poi alla fine unisce tutti, come lo è il 90% dei temi, però poi alla fine giustamente qualcosa bisogna costruire e soprattutto decidere.
Purtroppo oggi si sceglie di non decidere e ce ne dispiacciamo come sottoscrittori di questa proposta di legge, ma così va la vita.
Io mi auguro che, prima o poi, su questo tema si possano fare dei ragionamenti un po' più alti e più innovativi e non soltanto sostenere l'esistente o comunque continuare a guardarsi indietro perché, in realtà, le cose sono cambiate e questo dobbiamo capirlo anche noi.
Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Distort, ne ha facoltà.
Distort (LEGA VDA) - Annunciando chiaramente il voto favorevole da parte del gruppo Lega, vorrei soltanto utilizzare questo spazio per esprimere una mia considerazione.
Permettetemi di dire che non mi hanno minimamente convinto gli interventi della maggioranza: capisco che si attuino dei giochi e delle dinamiche tra maggioranza e opposizione - questo è del tutto evidente -, però quello che fa la bontà di un posizionamento, che, tra l'altro, è un elemento sempre tendenzialmente critico per l'opposizione, è il fatto di avere delle proposte alternative. È chiaro che, per l'opposizione, le proposte alternative sono estremamente difficili, perché le forze e gli strumenti di cui dispone sono le proprie risorse intellettuali, le proprie conoscenze e, eventualmente, un po' di collaborazione volontaria e gratuita da parte di soggetti esterni. Le risorse invece di cui dispone la maggioranza, in particolare il Governo, sono tutti gli uffici della Pubblica Amministrazione; ecco allora che in questo scontro impari, permettetemi di dire che voi oggi, come opposizione, uscite totalmente perdenti perché non avete espresso delle proposte...
(intervento dell'assessore Grosjacques, fuori microfono)
...probabilmente mi ponevo in una situazione futura, mi auguro, grazie della correzione, assessore Grosjacques. Infatti io adesso mi rivolgo a lei, assessore Grosjacques, con un'osservazione che non ha nulla a che fare con la captatio benevolentiae, né con una sviolinata, ma con una lettura di onestà intellettuale.
Io mi permetto di pensare che per lei sia stato estremamente sofferto il fatto di dover gestire la discussione in aula con un posizionamento che va esattamente in questa linea: rifiutiamo, non consideriamo questo lo strumento idoneo, però non diamo altre prospettive. Le dico questo perché lei - e questo non vuole essere "la sviolinata" - ha un'intelligenza che è perfettamente riconosciuta non solo da me ma probabilmente dall'Aula intera e ha anche una visione tendenzialmente progettuale, per cui stupisce che lei si ponga in questi termini, ma probabilmente lei è anche "un fedele" e segue gli ordini di scuderia e l'ordine di scuderia è stato questo. Il fatto però è che nel gioco delle parti si colloca la situazione del nostro tessuto economico commerciale che ha assolutamente bisogno di risposte, di indirizzi, di visioni, di conoscenza reale, effettiva, di quali sono le necessità e criticità sul territorio, perché la sfida è imponente, la desertificazione è già il segnale di una situazione di crisi avanzata, anzi, avanzatissima.
Se è vero, come dice il collega parigrado Jordan, che gli strumenti esistono e vanno utilizzati, quando li avremo utilizzati, potremmo prendere in considerazione le dinamiche di questo... quindi cosa vuol dire? Che fino ad ora non sono stati utilizzati e che quindi non li state utilizzando? E queste sono le risposte che state dando alla categoria del commercio? Il mio auspicio è che veramente ci sia da parte vostra un'immediata riconversione, come San Paolo sulla via di Damasco, riconoscendo che un buon Governo deve rispondere almeno a questi requisiti: conoscere dettagliatamente i bisogni del territorio, avere capacità di visione politica e anche tecnica, anche in termini di contenuti, e avere capacità di programmazione. Tutto questo è mancato nei vostri interventi, per cui da parte nostra, per il bene del tessuto economico valdostano, chiediamo che al più presto vi mettiate al lavoro.
Presidente - Ha chiesto la parola il consigliere Lucianaz, ne ha facoltà.
Lucianaz (RV) - Il collega Jordan l'è aloù d'aouille é de fi é mè vou avouì lo sabro. Ho solo detto che il collega Jordan ha agito di ago e di filo mentre io andrò un po' più pesante ma sarò breve, non preoccupatevi.
Sono 40 anni che sono nel commercio, la Valle d'Aosta la conosco quando non esistevano ancora gli ipermercati e i supermercati; abbiamo visto tutta la trasformazione recente e abbiamo ben presente qual era l'economia valdostana dell'epoca, dei decenni scorsi, quando non uno - ripeto - non un commerciante aveva debiti. Tutti i commercianti pagavano cash: questa era la regola del commercio; tanti parlavano piemontese, ad Aosta tutti i commercianti parlavano piemontese, era un altro mondo sicuramente.
Qui invece si prospetta digitalizzazione, siete impazziti di digitalizzazione, seguite pedissequamente le direttive di "Agenda 2030", bravi, allontanatevi sempre di più dalle esigenze del territorio, continuate a seguire la traccia dei fondi PNRR e dei progetti europei, continuate così. Io vi ricordo che il GOL 3, 8, 11, 12, 13, 15 di "Agenda 2030" va esattamente nella direzione proposta da questa legge. Non la voterete? Io vi ricordo che a Jovençan non c'è un negozio, Arpuilles, Entrebin, Planet, Porossan, tutto il costone di La Salle, di Saint-Vincent, Avise, Perloz, Gran Brissogne, Arvier, eccetera, zone abitate, zone dove si potrebbe sviluppare ancora il turismo, ma se non abbiamo un centro aperto, un solo punto vendita aperto, che turismo immaginate sviluppare?
Deve essere sostenuta fortemente dall'Ente locale l'imprenditoria del luogo e questo, come giustamente ha detto il mio collega Aggravi, era uno stimolo forte per gli Enti locali, ma non è stato raccolto e quest'Amministrazione, questa maggioranza, Union Valdôtaine, Stella Alpina, PD e altro, vota contro e si è rifiutata anche di affrontare nel dettaglio questa proposta. È una visione filosofica diversa: voi credete nella distribuzione dei formidabili fondi finanziari che avete e credete di accontentare tutti i Valdostani distribuendo a iosa i milioni; noi, invece, crediamo nel sostegno alle idee e alla volontà dei Valdostani che vogliono investire e avrebbero bisogno non di un avversario o di una complicazione per la loro attività ma di un sostegno normativo ed economico; siamo esattamente dall'altra parte.
Presidente - Altri che vogliono intervenire per dichiarazione di voto? Non vedo altre richieste per dichiarazione di voto, pertanto passiamo all'articolato. Ricordo che all'articolo n. 1 vi sono due emendamenti della Lega. Vogliono essere illustrati? Ha chiesto la parola il consigliere Manfrin per illustrare i due emendamenti insieme, a lei la parola.
Manfrin (LEGA VDA) - Per illustrare brevemente i due emendamenti che abbiamo ritenuto opportuno venissero presentati semplicemente perché si è parlato e ho ascoltato la discussione con attenzione nella mattinata odierna rispetto alle possibilità o mancate possibilità che questa legge avrebbe aperto. Il collega Jordan ha fatto un riferimento preciso e ha evidenziato che ci sono stati risultati altalenanti, alternanti laddove i distretti del commercio sono stati applicati. Ha anche detto che, probabilmente, non abbiamo i dati perché non abbiamo una sperimentazione e quindi non possiamo comprendere quali sarebbero gli effetti che questa legge dei distretti del commercio potrebbero avere sul nostro tessuto commerciale imprenditoriale e sociale.
Proprio a questo proposito mi sovviene un'idea: se non abbiamo i dati e quindi non possiamo comprendere l'impatto, perché non approvare la legge e provare a fare una sperimentazione? Questa è una domanda fondamentale a cui io sinceramente non so darmi risposta. In altre parole si dice: questo strumento potrebbe essere efficace, potrebbe non esserlo. Da qualche parte ha funzionato, da qualche altra no e quindi, siccome non abbiamo i dati, meglio non farlo. Un conto è se l'approvazione di questa legge ha danneggiato i distretti commerciali laddove applicata, un conto è l'ipotesi nella quale la realizzazione dei distretti del commercio non ha prodotto effetti, che è una cosa differente. Non essendo in presenza, diciamo, di un danneggiamento che una legge di questo tipo potrebbe produrre, è evidente che una sua sperimentazione risulta quanto mai auspicabile e, proprio per permettere una sua sperimentazione e individuare gli effetti in maniera più efficace a monte magari nelle aree di sperimentazione, vengono inseriti questi emendamenti per dare la possibilità di individuare alcune zone specifiche, andando a provare a fare un'applicazione in maniera sperimentale e quindi effettivamente verificare se alcune zone hanno avuto benefici o meno. I colleghi hanno parlato di Châtillon e di Verrès, ma la legge è applicabile in tantissime altre zone della nostra regione perché le caratteristiche sono le più diverse e le più disparate.
Il collega Lucianaz ha parlato della desertificazione commerciale: ebbene, io devo dire che nella mia precedente esperienza giornalistica sono stato purtroppo mandato a fare un servizio sull'ultimo negozio alimentare di Jovençan, che chiudeva ed è stata un'esperienza molto triste. Si è trattato di documentare un negozio che, da quello che mi ha detto la proprietaria, esisteva da un centinaio di anni con mobili d'epoca inseriti nella struttura, uno di quei vecchi negozi alimentari che costituivano l'ossatura di un paese, uno di quei negozi nei quali in epoche precedenti potevi trovare di tutto: dai medicinali agli alimentari, dagli oggetti per la casa a quelli per il lavoro, vedere questi mobili così massicci, così giganteschi, con dei prodotti con i quali si poteva anche fare... ad esempio, lì c'era la possibilità di acquistare la pasta in maniera sfusa, quindi anche fare un tipo di commercio un po' differente rispetto a quello della grande distribuzione... ebbene, aver documentato, testimoniato e fatto un servizio su quella chiusura mi ha profondamente colpito.
Immaginare di provare a risollevare le sorti commerciali di alcune zone depresse è sicuramente importante; immaginare di contrastare quel tipo di progressiva cancellazione del commercio e soprattutto del piccolo commercio sicuramente è un obiettivo a cui tendere; promuovere i distretti del commercio e stimolare il loro radicamento è utile, come spesso ci ha ricordato il collega Lavy, anche per evitare lo spopolamento e quindi sostenere anche un insediamento nuovo e la produzione di servizi per chi abita in zone che attualmente si stanno spopolando. Noi con questi emendamenti riteniamo di aver migliorato il nostro testo; come sapete, gli emendamenti sono frutto anche della discussione e del confronto che abbiamo accettato, che abbiamo chiesto in Commissione e che, purtroppo, non abbiamo ottenuto. Voteremo convintamente questi emendamenti.
Presidente - Vi sono altri interventi? Non vedo richieste, metto pertanto in votazione l'emendamento n. 1 della Lega. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 35
Votanti: 14
Favorevoli: 14
Astenuti: 21 (Barmasse, Bertin, Bertschy, Carrel, Caveri, Chatrian, Cretier, Grosjacques, Guichardaz Erika, Guichardaz Jean-Pierre, Jordan, Lavevaz, Malacrinò, Marguerettaz, Marzi, Minelli, Padovani, Rollandin, Rosaire, Sapinet, Testolin)
L'emendamento n. 1 non è approvato.
Posso dare lo stesso risultato per l'emendamento n. 2 della Lega? Stesso risultato. Metto ora in votazione l'articolo n. 1. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 35
Votanti: 14
Favorevoli: 14
Astenuti: 21 (Barmasse, Bertin, Bertschy, Carrel, Caveri, Chatrian, Cretier, Grosjacques, Guichardaz Erika, Guichardaz Jean-Pierre, Jordan, Lavevaz, Malacrinò, Marguerettaz, Marzi, Minelli, Padovani, Rollandin, Rosaire, Sapinet, Testolin)
L'articolo n. 1 è stato respinto pertanto, ai sensi dell'articolo 77, comma 2, del Regolamento interno per il funzionamento del Consiglio regionale, l'intera proposta di legge si intende respinta.