Objet du Conseil n. 2860 du 12 octobre 2023 - Resoconto
OGGETTO N. 2860/XVI - Approvazione di mozione: "Sostegno alla richiesta del Governo spagnolo di includere il catalano, il basco e il galiziano nel regime linguistico dell'Unione europea".
Bertin (Presidente) - Se siete d'accordo e non è un problema illustro molto brevemente da qui la mozione e lo farò in modo estremamente sintetico vista l'ora. Il Governo spagnolo nell'agosto scorso ha presentato nella riunione del Consiglio dell'Unione europea una richiesta di includere il catalano, il basco e il galiziano nel regime linguistico dell'Unione europea. Come si sa, fino ad ora le lingue dell'Unione sono le lingue degli Stati, non vi sto a leggere il lungo elenco in materia che è facilmente trovabile ed è disciplinato da un regolamento del 1958 dell'Unione europea. Come si sa, la lingua ufficiale dello Stato spagnolo è il castigliano, ma il catalano, il basco e il galiziano sono lingue ufficiali delle rispettive comunità autonome. Se fosse accettato a livello europeo l'inserimento anche delle lingue regionali all'interno del regime linguistico europeo, avrebbe certamente un significato importante, non soltanto simbolico, dell'attenzione o del pluralismo linguistico istituzionale all'interno dell'Unione europea, una portata certamente significativa, e credo che rispetterebbe anche quel motto dell'Unione europea: "Uniti nella diversità". La diversità e i diritti devono essere, a mio avviso, un elemento caratterizzante nell'Unione europea. Per questo e per altri motivi che non sto qui ad illustrare, anche in ragione dell'ora, il Consiglio regionale esprime il proprio pieno sostegno alla richiesta del Governo spagnolo di includere il catalano, il basco e il galiziano nel regime linguistico europeo e nell'esprimere il proprio sostegno invita il Governo italiano in sede di ulteriore esame, che potrà essere molto probabilmente il 24 ottobre prossimo nella riunione del Consiglio dell'Unione europea, di fare propria tale posizione di sostegno a questa richiesta. L'illustrazione è stata fatta, la discussione generale è aperta. Se qualcuno vuole intervenire, è invitato a prenotarsi. Consigliere Lucianaz, a lei la parola.
Lucianaz (RV) - Comme on fait-il à ne pas voter cette motion? Lo probléma l'é bièn cller. L'é que sé no prédzèn patoué, sen de Valdotèn, l'arpitàn l'é eun mo cougnù deun to lo mondo di lenguiste é pa maque di lenguiste.
Seutta ipocrizì de sotin-ì justemàn eunna lenva comme lo catalàn, lo galisièn é lo basque areuvvo pa a comprende comme seutta majoranse é surtoù vo, prézidàn, v'ouèi lo coadzo de dipensé de paolle eun vardèn aprì pi de 9 mèise ma réquèta de prédjì la lenva valdoténa deun seutta Assembloù é v'ouèi panco bailla-me an reponsa. Vergogne!
Traduco: visto che il mio impegno è stato quello di dire che parlo nella lingua valdostana, la millenaria lingua di questa terra. Ho solo ripreso il Presidente del Consiglio e la maggioranza che dopo oltre nove mesi dalla richiesta di utilizzare la lingua franco-provenzale definita "arpitano" popolarmente, in quest'Assise ancora non ho ottenuto soddisfazione. Questa maggioranza, questo Governo e questo Presidente del Consiglio sprona a favore, giustamente, di lingue riconosciute da Governi autonomi nelle proprie terre. Dire ridicoli è dire poco, in ogni caso avevo letto nel mese di marzo in quest'aula la richiesta dei deputati Manes e Steger del Südtiroler Volkspartei a favore del riconoscimento delle lingue minoritarie in Europa, proprio per garantire questa sensibilità verso... avevano scritto: "Il recepimento della Carta è una delle condizioni richieste dalle Istituzioni europee, in particolare il Consiglio d'Europa per l'adesione di nuovi Paesi nel contesto europeo. Si ritiene pertanto opportuno che anche l'Italia faccia la sua parte riconoscendo". Il francoprovenzale è stato riconosciuto dall'Italia, ne abbiamo già discusso ampiamente questa primavera e non sto a ritornare su quest'argomento.
Il fatto è che questa maggioranza, l'Union Valdôtaine, la Stella Alpina, il PD, les Autonomistes, che non so quanti sono, non sostengono la lingua dei Valdostani, bravi, per carità, continuiamo ad aiutare tutte le popolazioni che lottano per le proprie lingue. Sapete, di lingue ne abbiamo a bizzeffe: abcasa, afrikaans, ainu, altai, aragonese, aramaico, armeno, basco, berbero, calmucco, cantonese, catalano, ceco, cherokee, corso, fiammingo, frisone, francese, francoprovenzale, gaelico, galiziano, hawaiano, hindi, eccetera. Le lingue utilizzate al mondo - è un po' datata questa ricerca - sono 7.151 al 2022, 23 lingue più diffuse coprono il 50% della popolazione mondiale, mentre altre 200 lingue arrivano all'88%, il 40% delle lingue ancora esistenti al mondo ha meno di 1.000 parlanti ed è a rischio di estinzione. La più utilizzata è il cinese mandarino e poi l'inglese, lo spagnolo, l'hindi. L'inglese è quella con più numero di locutori essendo conosciuta praticamente nel mondo intero.
La mia difesa della mia lingua, lo valdotèn, popolarmente definito patois, e Joseph Henriet corregge ogni volta che utilizziamo il termine "patois" anche correttamente... da qualcuno è definito una variante standard, una lingua standard, i detrattori lo chiamano un dialetto standardizzato. Non è altro che una lingua, una lingua caratterizzata da regole fissate di grammatica e di grafia e da supporto legislativo e anche internazionale. Può comprendere un riconoscimento ufficiale ma anche un solo riconoscimento consuetudinario nell'ambito letterario: ad esempio, pubblicazioni di grammatiche, di dizionari, di libri di testo che hanno sia la forma scritta che la forma parlata. La variante standard può essere stabilita con o senza l'ausilio di un'istituzione che la regola, come, ad esempio, l'Accademia della Crusca in Italia o l'Accademia reale spagnola. Io sono testimone di un tentativo di creare une Académie de la langue au Centre d'études de Saint-Nicolas, avevamo coinvolto tutte le Associazioni valdostane che utilizzavano il francoprovenzale, da "Les Amis de la Bataille des reines" agli sport populaires, al Téâtre populaire Charaban, eccetera. Le strutture regionali si sono opposte. Abbiamo anche noi un nemico che ci impedisce di utilizzare, di diffondere e di dare prestigio alla nostra lingua, una volta era lo Stato unitario, poi è arrivato il Fascismo, adesso abbiamo i partiti al Governo, che sempre continuano a ostacolare il riconoscimento ufficiale di questa lingua e la sua diffusione.
Non volete voi, Signori della maggioranza, dare prestigio alla nostra lingua, non volete voi che la nostra lingua abbia tutti i riconoscimenti di cui ha diritto, esattamente come il catalano, il basco e il galiziano, per cui convintamente noi votiamo questa mozione. Sapete come la pensiamo, sono ancora in attesa che il Presidente del Consiglio si decida a lasciarmi intervenire, come la stragrande maggioranza dei presenti che sono in grado di utilizzare questa lingua. Sappiate che sicuramente questa mozione passerà, voi il risultato lo avrete ottenuto, ma vi dovete vergognare di fronte ai Valdostani che alla loro lingua continuano a tenere con amore e con orgoglio. Bon travail.
Presidente - Non ci sono altri? Faccio soltanto alcune precisazioni e non entro nel merito di una discussione e di polemiche che mi paiono francamente fuori tema rispetto alla mozione. Ricordo che il catalano, il basco e il galiziano sono lingue ufficiali delle Comunità autonome in questione, sono lingue che, tra l'altro, riguardano anche diversi territori, anche diversi Stati, ma che hanno soprattutto l'ufficialità. Non è questo il caso del francoprovenzale, questa è la differenza sostanziale e per questa ragione non può essere paragonato uno con l'altro. Questo è l'aspetto formale, poi ognuno fa le proprie valutazioni in merito. La storia della Valle d'Aosta è lì e questi sono i risultati.
Per quanto riguarda invece l'aspetto inerente il piccolo tassello dell'utilizzo del francoprovenzale in quest'Assemblea, è stata convocata la Commissione Regolamento e, come detto in quell'occasione e come anche riferito all'attuale rappresentante della Commissione come al precedente, sono certo che per la Commissione, almeno per quel che mi riguarda, l'impegno è preso ed è quello di affrontare con serietà la questione che è sul tavolo da tanti anni e riuscire a dirimerla nel più breve tempo possibile così da chiarire tale aspetto. Questo è l'impegno e, per quello che mi riguarda, lo porteremo avanti in modo serio. Il resto sono considerazioni che poco hanno a che fare né con la mozione, né con l'impegno preso dal Consiglio regionale in passato.
Consigliere Lucianaz, a lei la parola.
Lucianaz (LEGA VDA) - Pour vous ce sont peut-être des considérations qui comptent peu. Vous n'avez peut-être aucun intérêt à défendre notre langue et vous êtes libre de le faire et vous êtes libre de continuer avec votre italien. Il n'y a aucun souci. Les Valdôtains connaissent bien l'italien et ils l'utilisent, toutefois, nous avons une langue à nous... cela dépend de votre sensibilité, donc vous êtes libre de continuer dans cette direction et, comme vous, le parti de l'Union Valdotaine, le parti de la Stella Alpina, le parti du PD et tous les mouvements qui sont au Gouvernement aussi. Vous ne voulez pas défendre votre langue qui est reconnue par une loi italienne et non pas seulement le Statut de l'autonomie. Cette majorité ne veut pas le nommer, ne veut pas se prendre en charge de défendre notre langue, mais tant pis. On vous connaît bien, mais au contraire c'est une loi d'État qui reconnaît le franco-provençal et je l'ai dit maintes fois, vous voulez continuer dans cette direction, vous êtes libre de le faire, mais je continuerai à parler de plus en plus ma langue ici à l'intérieur. On va voir comment on s'en sortira.
Presidente - Non vedo altre prenotazioni. La discussione generale è chiusa. Il Governo intende replicare? Mettiamo in votazione. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti, votanti e favorevoli: 33
La mozione è approvata all'unanimità.