Objet du Conseil n. 2858 du 12 octobre 2023 - Resoconto
OGGETTO N. 2858/XVI - Reiezione di mozione: "Convocazione del Comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica per la definizione di una strategia di contrasto alla microcriminalità e al bullismo".
Bertin (Presidente) - Riprendiamo i lavori, siamo al punto n. 57. Per illustrare la mozione, la parola al consigliere Manfrin.
Manfrin (LEGA VDA) - Torniamo a parlare in quest'aula di un fenomeno che abbiamo trattato più volte: il fenomeno delle baby gang, fenomeno di cui abbiamo parlato più volte non soltanto per analizzarlo, ma anche per segnalarlo. Tra le altre cose alcuni sconcertanti episodi di una nota gang giovanile, che purtroppo è tristemente famosa nella Bassa Valle, che a Verrès aveva aggredito con un taser delle persone a una festa e credo che una delle cose più gravi non fosse nemmeno l'aggressione con il taser di per sé stessa, ma il fatto che proprio una delle persone aggredite, che ha purtroppo subito dei danni permanenti da quest'aggressione, non abbia voluto sporgere denuncia contro queste persone perché queste persone si sono recate presso la sua abitazione e gli hanno detto: "Guarda che sappiamo dove va a scuola tua figlia". Il fatto che queste persone abbiano aggredito una persona, le abbiano provocato dei danni e addirittura l'abbiano minacciata a tal punto che non si è sentita neanche sicura di poterli denunciare credo sia un fatto di una gravità assolutamente eccezionale. Il problema è che torniamo a parlarne perché ci sono giunte nuovamente diverse segnalazioni della presenza di bande di giovani, spesso di origine straniera, che sono armate di coltelli, oggetti contundenti e che disturbano, soprattutto negli eventi che riguardano la Bassa Valle, i cosiddetti "palchetti", per esempio, fuori dai locali gli eventi organizzati, che, come sappiamo, sono ovviamente molto frequentati e purtroppo questa sta diventando una vera e propria piaga.
Nella segnalazione del gruppo di giovani valdostani che ho menzionato nel testo della mozione si afferma che le Istituzioni, pur essendo informate del fenomeno, sono apparentemente poco interessate alla questione. Su quest'affermazione devo aprire un inciso e devo dire che non si può dire che in toto ci sia stato un disinteresse perché l'assessore Caveri ha obiettivamente ammesso, sia all'interno di quest'aula, sia agli organi di informazione, che il fenomeno esisteva ed era presente, quindi questo lo dobbiamo riconoscere per amore della verità. A riprova però di quello che è stato affermato - e credo che questa frase riporti una sorta di sconforto, di segnale di abbandono per questi eventi - occorre ricordare che ai tempi l'allora Questore di Aosta disse: "A Verrès esiste sicuramente un problema di percezione di sicurezza ma nella realtà valdostana parlare di baby gang non è corretto perché è necessario chiamare i fenomeni con i giusti termini e che li definiamo dei ragazzi che ancora non hanno capito quali sono le conseguenze di un'eccessiva modalità di divertimento, vuoi stimolata dal fatto di abusare probabilmente anche di alcolici, a distinguerli dalle baby gang è ad oggi l'assenza di reati". Su questa definizione sinceramente noi ci eravamo dichiarati fin da subito non d'accordo. L'assenza di reati infatti è solo apparente, perché se i ragazzi o le persone - nel caso di specie abbiamo un uomo adulto che è stato vittima del taser - che sono vittime di violenze non querelano temendo ripercussioni, perché purtroppo c'è una conoscenza diretta degli aggressori, evidentemente gli atti di violenza non sono conoscibili alla Pubblica Autorità in assenza di denunce, anche se in realtà, ricorrendo alle cosiddette "fonti aperte" che tutti conosciamo, sappiamo benissimo che le cose accadono. Inoltre spesso i giovani che si sono resi responsabili di molti comportamenti gravi sono ampiamente noti a tutti, anche alle Forze dell'ordine presenti in Bassa Valle.
Riteniamo che non si possa affermare con le parole che sono state utilizzate che questo fenomeno non esiste; questo fenomeno purtroppo esiste ed è giusto e importante che ne prendiamo atto. Che questo fenomeno esista non è soltanto nei fatti purtroppo delittuosi che abbiamo descritto, ma anche nei risultati dello studio "Le gang giovanili in Italia" che Transcrime aveva prodotto e aveva riportato. Proprio questo studio aveva rilevato una presenza significativa delle baby gang anche in Valle d'Aosta, ma quando portammo la questione in aula, si cercò di minimizzare la questione affermando che non c'era nessuna prova che questo corrispondesse alla realtà, il punto è che ad oggi quei fenomeni si sono purtroppo intensificati. Basta ricordare la rissa fra un gruppo di ragazzi all'uscita da scuola avvenuta nel mese di novembre 2022 che ha fatto il giro del web ed è finita in televisione o l'introduzione di un ragazzo in un istituto scolastico di Aosta con addosso un coltello, poi, non ultima, la già citata aggressione al palchetto. Ci sono molti episodi, questi sono solo quelli più eclatanti ma purtroppo si sono riprodotti in serie. Si tratta di episodi che non possono essere presi sottogamba anche e soprattutto per non legittimare attraverso la normalizzazione questo genere di azione creando tra le altre cose anche un pericoloso effetto di emulazione. Abbiamo tutti sotto gli occhi quello che avviene, per esempio, con i cosiddetti "maranza", magari questo termine risulterà astruso ai più all'interno di quest'aula, ma sono gli immigrati di seconda o terza generazione che fanno gruppo tra di loro: per esempio, è successo in Veneto per due anni di seguito, fino a quando la Polizia non si è organizzata, un evento dove ci si riuniva tutti quanti e si commettevano degli atti, delle aggressioni, delle violenze, dei furti ai danni delle attività degli Italiani perché loro erano più furbi e più intelligenti. Quest'effetto emulazione e il fatto di poter compiere un certo tipo di atti con la certezza e con la sicurezza di non essere poi perseguiti è un fattore sicuramente da scoraggiare. Inoltre siamo convinti che sia un diritto di ogni giovane poter avere momenti di svago senza temere per la propria sicurezza, cosa che purtroppo in molti casi non è accaduto. L'educazione alla legalità è sicuramente importante ma, quando non si producono gli effetti auspicati, è necessario intervenire anche attraverso lo strumento della repressione per far sì che episodi del genere non si ripetano più. Per tutte queste ragioni, con questa mozione intendiamo impegnare il Presidente della Regione a convocare al più presto il Comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica per definire una strategia che possa porre fine a questi episodi di microcriminalità e di bullismo.
Presidente - La mozione è illustrata. La discussione generale è aperta. Se qualcuno vuole intervenire in discussione generale, si prenoti. Non vedo richieste d'intervento, nessuno interviene, la discussione generale è chiusa. Per la replica del Governo, ha chiesto la parola il Presidente della Regione, ne ha facoltà.
Testolin (UV) - Ho ascoltato con profonda attenzione quello che ha detto il collega Manfrin perché su questo tema ci eravamo già confrontati con un'interpellanza a suo tempo e poi anche fuori dall'interpellanza e il collega sa che è un tema al quale si fa attenzione e si cerca d'intervenire con i mezzi e con le azioni che ad ognuno di noi competono: lo si fa perché si crede che queste cose non debbano accadere e debbano essere attenzionate nella giusta misura per non reprimerle ma per evitarle, quindi anche con azioni collaterali di controllo e sollecitando sia gli organizzatori di determinate manifestazioni che le Forze dell'ordine a fare dei passaggi che possano contribuire a questa causa.
Per venire però alla mozione, ci sono da fare alcune precisazioni, dove il Consiglio regionale è sicuramente la massima istituzione nella quale valutare queste situazioni, ma non può impegnare il Presidente della Regione a convocare il Comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica, il cui ruolo e funzionamento sono chiariti da una legge: la 121/1981 "Nuovo ordinamento dell'Amministrazione della pubblica sicurezza". Ricordiamo, se ce ne fosse bisogno, che non stiamo parlando delle competenze prefettizie attribuite dalla Regione fin dal 1945 ma di un ambito del tutto particolare: quello appunto dell'ordine e della sicurezza pubblica nel quale il Presidente della Regione opera in quanto delegato dal Governo italiano ai sensi dell'articolo 44 dello Statuto.
L'invito in merito alla mozione è quindi quello di volerla ritirare proprio per questa impossibilità di svolgere questo tipo di impegno in questo contesto.
Detto ciò, però non sfugge - e ce ne facciamo carico da un punto di vista morale e dell'attività dell'Amministrazione - che le considerazioni esposte e l'attenzione necessaria sicuramente non mancheranno anche nelle attività legate a quel tipo di organo.
Nel contempo - forse ce lo eravamo già detti la volta scorsa - non è facile ma sarebbe opportuno e conveniente che questi fatti fossero comunque denunciati, perché non è corretto che qualcuno li che compia senza essere punito. Questo è un messaggio che vogliamo mandare, non è mai facile, ma è condiviso sicuramente anche dalla forza politica che lo ha sottolineato, perché in altri contesti, quando parlavamo di altri argomenti, si sollecitava chi dovesse subire delle angherie a denunciarlo e a farlo in maniera pubblica in modo da classificare ed emarginare questo tipo di fenomeni. Se siete d'accordo, io chiederei il ritiro e un'assunzione di impegno, che è morale e politico.
Presidente - Consigliere Manfrin, a lei la parola.
Manfrin (LEGA VDA) - Io partirei dall'inizio per arrivare poi all'invito del Presidente. Comincerei con quello che lei ha detto rispetto a non arrivare alla repressione ma di evitare che questi fenomeni si verifichino, che è lo stesso ragionamento che abbiamo fatto anche noi, proprio perché sarebbe bellissimo, anzi, noi aneliamo che questi fenomeni vengano bloccati in nuce ma il problema è che, siccome c'è questo blocco nell'arrivare alla denuncia, si è creato ormai questo senso di impunità. Arrivare a questo scopo è diventato impossibile, queste persone continuano ad aggredire con danni evidenti, con risse, con minacce, intimidazioni e danneggiamenti e non c'è nessuno che abbia trovato purtroppo il coraggio di farlo, se si arriva a questo punto, è evidente che un intervento di diverso tipo è necessario.
Come arrivare a un intervento di questo tipo? Abbiamo ben chiaro davanti ai nostri occhi che questi eventi si verificano in coincidenza di eventi, in una zona ben specifica della Valle d'Aosta, ovvero la Bassa Valle, eventi che tendenzialmente si svolgono nel weekend, quindi un'attività di prevenzione o un'attività di monitoraggio che intervenga una volta che i fatti vengano commessi permetterebbe di fermare una volta per tutte coloro che si producono in queste azioni. Sono felice che lei, Presidente, concordi e dica che l'Amministrazione ha effettuato una serie di solleciti tanto agli organizzatori di questi eventi quanto alle Forze dell'ordine e un sollecito alle Forze dell'ordine è esattamente quello che noi chiediamo. Come lo chiediamo? Con un passaggio ufficiale che è quello della convocazione del Comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica.
Per quale motivo noi abbiamo messo quest'impegnativa? Per due ordini di motivi. Il primo è un motivo, se vogliamo, abbastanza semplice, intuitivo ma concreto: se quest'iniziativa e se quanto noi l'abbiamo impegnata a fare non si può fare, quest'iniziativa non avrebbe neanche dovuto essere ammessa alla discussione, quindi in maniera lapalissiana se quest'iniziativa è stata ammessa alla discussione, quest'iniziativa può essere votata e l'impegno può essere preso.
In secondo luogo, Presidente, io ho raccolto tutta una serie di notizie. Ho preso solo quella più interessante e gliela leggo, che risale al febbraio 2008 dove "Il presidente della Regione, onorevole Luciano Caveri, nell'esercizio delle sue funzioni prefettizie, ha convocato per il pomeriggio di oggi la riunione del Comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica". Allora, Presidente, se lei mi dice che non lo può fare, non lo poteva fare neanche l'allora onorevole Luciano Caveri. Siccome questa non è una notizia che è passata tramite qualche giornale scandalistico, ma è una notizia ufficiale dell'Ufficio stampa della Regione, e come questa ce ne sono molte altre, significa che la possibilità di convocare il COSP da parte di chi ha le deleghe prefettizie c'è. Questo Consiglio le chiede di fare qualcosa, poi dopo sarà sua scelta farlo, è un impegno politico che noi le chiediamo, Presidente, che lei possa fare una cosa... la può fare, se la può fare, questo Consiglio le può chiedere di farla... se lei mi dice: "No, ritiri, io lo faccio" però "non me lo devo far chiedere perché me lo dovete dire" mi sembra una motivazione al limite. Il Consiglio le dà mandato di convocare il COSP e lei dice che non glielo possiamo chiedere. Dove c'è scritto che non possiamo chiederglielo? Noi le chiediamo un impegno politico, se non lo vuole fare, ne prendiamo atto, Presidente!
Presidente - Passiamo al voto della mozione. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 35
Votanti: 14
Favorevoli: 14
Astenuti: 21 (Barmasse, Bertin, Bertschy, Carrel, Caveri, Chatrian, Cretier, Grosjacques, Guichardaz Erika, Guichardaz Jean-Pierre, Jordan, Lavevaz, Malacrinò, Marguerettaz, Marzi, Minelli, Padovani, Rollandin, Rosaire, Sapinet, Testolin)
La mozione non è approvata.