Objet du Conseil n. 2336 du 19 avril 2023 - Resoconto
OGGETTO N. 2336/XVI - Approvazione del piano triennale degli interventi contro la violenza di genere per il periodo 2023-2025 ai sensi dell'articolo 3 della l.r. 4/2013.
Marguerettaz (Presidente) - Prego Colleghi, possiamo riprendere i lavori. Punto n. 5 all'ordine del giorno. Per la presentazione dell'atto, la parola all'assessore Marzi, ne ha facoltà.
Marzi (SA) - Il Piano triennale degli interventi contro la violenza di genere è il documento che fissa gli indirizzi e definisce le priorità delle azioni da adottare per il raggiungimento degli obiettivi di cui alla legge regionale 4/2013.
Il Piano, in conformità con le linee di intervento del Piano strategico nazionale, prevede d'intervenire sulle seguenti aree: la prevenzione, con azioni e iniziative di formazione e sensibilizzazione e comunicazione, volte a tutta la comunità locale per sradicare abitudini, stereotipi e pregiudizi che ancora oggi connotano il fenomeno della violenza di genere; la formazione continua degli operatori di settore che intervengono in prima linea nella lotta al fenomeno, cioè le forze dell'Ordine, gli psicologi, gli assistenti sociali, oltre a figure strategiche come i medici di medicina generale e i pediatri, che, in virtù del loro ruolo e della loro professione, possono meglio intercettare le situazioni, e la protezione e il sostegno, con interventi di presa in carico e sostegno delle capacità e potenzialità delle vittime, la cui vulnerabilità ed esposizione alla violenza è aggravata dai processi d'impoverimento sociale ed economico.
Questo sottende a un costante e continuo lavoro di rete con diversi soggetti, formali e informali, che collaborano a vario titolo nell'ambito della lotta alla violenza di genere per la condivisione di strategie e buone pratiche.
Ultimo: l'Osservatorio, per definire modalità e interventi volti alla rilevazione complessiva del fenomeno che interessa il territorio valdostano.
Presidente - Ha chiesto la parola il collega Padovani, ne ha facoltà.
Padovani (FP-PD) - Il Piano in discussione oggi è sicuramente molto importante, perché mira a prevenire, contrastare e ridurre gli effetti di una piaga che tocca la nostra regione quanto il nostro Paese. Lo è perché la violenza di genere, che già ha una dimensione visibile purtroppo estremamente rilevante, è un fenomeno che, per una moltitudine di ragioni, resta in larga parte sommerso e che vive e si nutre della minimizzazione quando non della negazione e del benaltrismo.
Se, come dice l'OMS, una donna su tre è colpita da una qualche forma di violenza, intesa, in base all'articolo 1 della dichiarazione ONU sull'eliminazione della violenza contro le donne, come ogni atto di violenza fondata sul genere che provochi un danno o una sofferenza fisica, sessuale o psicologica alle donne, incluse le minacce e la coercizione o la privazione arbitraria della libertà, è evidente come il tema sia da prendere di petto, mettendo da parte quello che io chiamerei "Vittimismo maschilista" che si posa come una coperta sulla nostra società.
I dati, oltretutto, sono fortemente a ribasso, perché le violenze si consumano principalmente all'interno delle mura domestiche e da quelle il più delle volte non escono. Moltissime sono le donne infatti che non denunciano e che rimangono in situazioni di pericolo, spesso per paura di ritorsioni da parte del maltrattante.
La mancanza di libertà di espressione e la paura di esporsi spesso derivano da comportamenti violenti: nel momento in cui la paura s'insinua all'interno di una relazione, il conflitto non è più paritario, ci si trova di fronte al binomio insano di un dominatore e di un dominato.
Il maltrattamento e il sentimento di paura che ne consegue possono sfociare in un danno psicologico profondo, danni fisici permanenti o addirittura la morte; esso compromette l'equilibrio sia dell'individuo che della famiglia a livello psicologico, emozionale, fisico ed economico, con ripercussioni su tutta la comunità.
I bambini e gli adolescenti cresciuti in famiglie violente presentano più spesso problemi comportamentali, con maggiore rischio nella loro vita di episodi di suicidio, abuso di sostanze, bullismo e altri comportamenti antisociali.
A questo va aggiunto che, oltre a un enorme costo sociale e umano, riscontrabile in diversi momenti e luoghi della vita di una persona, la violenza rappresenta anche un costo economico per l'intero Paese, parliamo di spese sanitarie, giudiziarie e mancata produttività sul lavoro delle vittime di violenze.
Per dare un dato, secondo la ONLUS Weworld, dieci anni fa il costo stimato per l'Italia era di quasi 17 miliardi di euro, mentre l'Istituto europeo per l'uguaglianza di genere, partendo dal caso inglese, ha stimato un costo per il nostro Paese di circa 13 miliardi di euro, circoscritto alla sola violenza domestica, cioè alla violenza perpetrata da chi ha un rapporto affettivo familiare con la vittima.
A quanto appena detto, si sommano poi i cambiamenti avvenuti nel periodo pandemico, quando la Valle d'Aosta ha registrato un aumento del numero di donne che ha denunciato la propria condizione di violenza domestica.
Tra stalking, maltrattamenti in famiglia, violenza sessuale e Revenge Porn, in quattro anni in Valle d'Aosta sono raddoppiati i reati.
Nel 2022 il Tribunale di Aosta ha trattato 145 casi, nel 2019 erano 76, 72 nel 2020 e 109 nel 2021; numeri preoccupanti confermati da quelli forniti dal Centro antiviolenza e dalla Casa Rifugio Arcolaio.
Il quadro generale e questi numeri possono e devono aiutare una reale presa di coscienza collettiva su quanto questo fenomeno nel nostro Paese rappresenti un vero e proprio problema strutturale e non un'emergenza occasionale, problema che vogliamo affrontare qui attraverso un primo passo, non decisivo ma certamente importante, come il Piano triennale degli interventi contro la violenza di genere. Dico che è importante ma non decisivo perché a questo Piano andranno date gambe.
Venendo al piano in sé, questo è stato costruito grazie alle risultanze sia delle attività dei sottogruppi di lavoro attivi in seno al Forum, sia dei focus group coordinati dall'Università della Valle d'Aosta, appositamente attivati per una costruzione partecipata del piano stesso. Qui voglio ringraziare tutte le persone che ci hanno lavorato.
Il Piano si sviluppa in tre aree tematiche, la prima è quella della prevenzione: la prevenzione è e deve essere senza dubbio il punto cardine dal quale partire, se vogliamo che la situazione cambi in futuro.
Rientrano all'interno di quest'ambito le campagne di informazione, sensibilizzazione e prevenzione. Anche in virtù dei risultati ottenuti nei tre anni precedenti che si reputano in questo senso molto positivi, si ritiene quindi necessario conservare e implementare questa modalità, con l'obiettivo di stimolare una nuova cultura contro la violenza che, in modo prioritario, aiuti a far uscire le vittime dall'isolamento in cui spesso sono confinate e contribuisca anche alla riduzione della spaventosa percentuale delle donne che preferisce il silenzio.
Tra le azioni previste citiamo:
l'individuazione di forme di collaborazione con i professionisti della comunicazione presenti a livello regionale, per coprogettare iniziative che mantengano viva l'attenzione sul tema in maniera costante e il finanziamento di progetti antiviolenza di prevenzione e d'informazione contro la violenza di genere, dando loro maggiore forza nello stimolare il cambiamento;
l'implementazione della rete dei soggetti pubblici e privati per la realizzazione d'iniziative sul territorio tra loro coordinate e in sinergia anche con i progetti antiviolenza, campagna di informazione sociale da realizzarsi in concomitanza con la Giornata mondiale contro la violenza sulle donne e in altri periodi dell'anno;
la promozione di azioni di sensibilizzazione contro la violenza assistita su web, fattore certamente da non sottovalutare, specie in questo momento storico, ma anche di attività dedicate ai giovani, come l'educazione nelle scuole e verso l'intera popolazione;
la lotta preventiva alla violenza di genere si sviluppa poi prevedendo azioni di collegamento degli interventi regionali in materia di legalità e sessualità, creando spazi di dibattito pubblico, progettando un sistema di monitoraggio delle azioni comunicative messe in atto e mappando gli interventi già in essere.
Per quanto attiene invece alla seconda area d'intervento, si vuole soprattutto progettare percorsi formativi volti a raggiungere gli obiettivi specificati dal Piano, relativi in particolare alla formazione di tutto il personale interessato a queste tematiche, creando, ad esempio, una Summer School in grado di facilitare il costante aggiornamento e approfondimento delle competenze tecniche e normative richieste ai diversi operatori per svolgere le proprie funzioni.
La terza area tematica prevista dal Piano è quella dedicata alla protezione e al sostegno, perché se è vero che negli anni in Valle è stata costruita una buona rete attiva sia nell'area della presa in carico, sia per quanto concerne tutte le azioni inerenti alla violenza di genere, è altrettanto vero che questa rete deve essere curata costantemente, intervenendo in modo che non vadano perse le buone pratiche sviluppate. In quest'ottica, ad esempio, è fondamentale il coinvolgimento stabile di alcune figure professionali del territorio, come i medici di medicina generale o i pediatri di libera scelta. Rientrano sempre in quest'ambito la realizzazione di progetti individuali di sostegno e accompagnamento delle donne vittime di violenza che intraprendono un percorso di autonomizzazione e di inclusione sociale e l'attivazione di un servizio di presa in carico degli uomini autori di violenza di genere e, per quegli uomini che denunciano episodi di violenza e di disagio, la creazione di gruppi di ascolto e confronto e spazi a loro dedicati. Il gruppo avrebbe il compito di sostenere e di permettere il confronto e di essere spunto d'intervento nell'educazione e nella prevenzione delle violenze di genere.
Infine l'ultima area riguarda l'Osservatorio. A livello locale, la struttura regionale competente si occupa della raccolta delle schede predisposte e date in uso alle agenzie segnalanti, per rilevare i dati relativi agli accessi delle donne vittime di violenza nell'arco temporale di un anno. In questo senso le azioni previste dal Piano riguardano il proseguimento della raccolta dei dati relativi ai flussi e l'individuazione, con gli operatori di tutte le agenzie segnalanti, dei passaggi procedurali per il conferimento e la gestione dei dati condivisibili - va ricordato infatti che in merito alla raccolta dei dati, permane la questione legata alla privacy - con l'obiettivo finale di realizzare un archivio unico regionale dei dati relativi alle donne vittime di violenza accessibile a tutte le agenzie segnalanti.
Tutte queste aree sono fondamentali per la creazione di una risposta coordinata e completa alla violenza di genere nella nostra regione.
Il Piano triennale è stato sviluppato in collaborazione con esperti e professionisti del settore, per garantire che gli interventi siano efficaci e siano basati sulle migliori evidenze disponibili.
Siamo consapevoli che ci sono ancora molte sfide da affrontare e che bisogna continuare a lottare insieme per un'uguaglianza reale tra uomini e donne.
Ecco perché questo Piano è importante e perché deve diventare una priorità per la nostra regione. Insieme possiamo lavorare per migliorare la vita delle donne vittime di violenza, ma soprattutto impegnarci, tramite i nostri comportamenti, le nostre azioni e l'educazione soprattutto delle prossime generazioni, ma anche delle altre, affinché questo fenomeno, drammatico per la nostra società, finisca.
L'obiettivo deve essere quello di lavorare affinché non ci sia più bisogno di un piano per la sensibilizzazione e la lotta a questo fenomeno.
Fino a quando questo non sarà possibile, invece, dovremo trattare questo tema come assolutamente prioritario, partendo da qui, dall'approvazione di piani come questo.
Dalle ore 16:33 riassume la Presidenza il presidente Bertin.
Bertin (Presidente) - Si è prenotato il consigliere Manfrin, ne ha facoltà.
Manfrin (LEGA VDA) - Arriviamo alla discussione del presente Piano, dopo un percorso di Commissione, che ci ha visto approfondire, in maniera sicuramente importante, questo documento; ed è bene sgombrare il campo, lo abbiamo detto e abbiamo dichiarato anche pubblicamente questa mattina, la Lega si è battuta a livello nazionale - così come a livello locale, ma il livello nazionale è sicuramente quello più evidente - per contrastare ogni forma di violenza e sicuramente parlare di ogni forma di violenza e di contrasto, perché non esiste una violenza buona e una violenza cattiva, ma tutte le violenze sono sbagliate, crediamo che l'approccio sia assolutamente utile e importante.
Abbiamo voluto avere un approccio sicuramente molto costruttivo rispetto a questo Piano e, come sicuramente i colleghi hanno potuto apprezzare, abbiamo voluto fornire una serie di spunti, una serie di modifiche, una serie di migliorie, a questo Piano che riteniamo sia carente per alcuni versi e sovrabbondante per alcuni altri.
Questo Piano però, purtroppo, contiene anche delle criticità, criticità per alcuni versi più evidenti, criticità per altri versi un po' più nascoste, ma sicuramente speriamo di poter contribuire a farle e a renderle utili e note.
Cominciamo con il titolo, questo Piano triennale si chiama Piano triennale degli interventi contro la violenza di genere, e qua lo hanno detto tutti quelli che sono intervenuti, hanno dimenticato un pezzo, per il periodo 2022-2024.
Quindi sostanzialmente oggi andiamo ad approvare un Piano di prevenzione che dovrebbe disciplinare quest'attività tra il 2022 e il 2024.
Credo non sarà sfuggito alla maggior parte di noi in quest'aula che siamo nel 2023 e proprio per questo motivo credo che sia assolutamente necessario andare a dire che questo Piano nasce già vecchio, perché un Piano che s'intitola 22-24 che viene provato nel 2023, evidentemente contiene tutta una serie d'iniziative, a cominciare dal titolo, che sono già passate.
Quindi questa mi pare una cosa che è nei fatti, abbiamo un Piano sotto gli occhi che nasce già vecchio, e lo si vorrebbe spacciare per nuovo, ma purtroppo un Piano nuovo non è.
Questa però non è la prima volta, già la volta scorsa il Piano era arrivato con gigantesco ritardo e lo avevamo già contestato, questa è la seconda volta.
Il fatto che questo Piano sia vecchio non risulta soltanto dal titolo, "Piano 22-24", bensì per esempio, leggendolo e sfogliandolo, potrebbe trovare fra gli obiettivi dell'area tematica della formazione il seguente obiettivo: "Dotare gli operatori di settore di strumenti professionali adeguati e la presa in carico degli uomini autori di violenza".
Quindi c'è questa disposizione specifica che prevede, a seguito dell'approvazione di questo Piano, di adottare questo tipo di azione; correttissimo, ma c'è un però.
Comunicato stampa: "Aosta venerdì 13 marzo 2023. Avvio del progetto di formazione per operatori di settore a contatto con uomini maltrattanti, attività di definizione e divulgazione di un modello di presa in carico individuale o di gruppo degli uomini autori di violenza".
Allora la domanda che sorge è: scusate, ma un Piano che contiene e dice: "Un'azione sarà quella di fare della formazione e fare delle azioni perché si prendano in carico gli uomini maltrattanti" e poi quest'azione viene già fatta prima che venga adottato il Piano, obiettivamente io mi faccio due domande: o quest'azione qui viene fatta a prescindere e ha qualcosa che non è previsto nel Piano, eppure qui c'è scritto, oppure non c'è bisogno di adottare un Piano, perché le azioni che sono contenute, a prescindere dalla loro approvazione, vengono comunque messe in campo lo stesso.
Questa, obiettivamente, è una questione.
Scusate, ma quando noi andiamo a definire e ad approvare una legge, ad esempio quella dei dehors, che dice che da un certo periodo si potranno prorogare i dehors, se uno l'ha già fatto, è al di fuori di quello che viene disposto per legge. Lo può fare?
È una domanda che mi pongo, quindi qui abbiamo un Piano che contiene delle azioni che dovrebbero mettersi in campo che sono già state fatte; allora è un Piano già vecchio o un Piano inutile.
Ma proseguiamo: questo Piano ha tutta una serie di lunghissime premesse che riportano dei dati, che riportano alcune cose; noi sappiamo - lo abbiamo visto durante gli approfondimenti di Commissione, lo abbiamo detto più volte - che il Piano di prevenzione fonda le sue radici nella Convenzione di Istanbul, ne siamo tutti consapevoli.
C'è un passaggio che è contenuto in questo Piano che non viene recepito: gli autori di violenze e/o le vittime sono per il 30% vittime o autori stranieri, quindi abbiamo una composizione della popolazione valdostana che è di circa il 10% e gli autori delle violenze sono il 30%, vuol dire che uno straniero commette il triplo delle violenze che vengono commesse da un Italiano.
Questo non so per cosa sia dovuto, a fattori culturali, non ho idea di quale sia il tipo di propensione verso queste azioni, però il problema è che, evidentemente, c'è tutta una serie di criticità che vengono ricondotte... per esempio che avvengono nei Paesi stranieri e che sono previste nella Convenzione di Istanbul e che qui non vengono riconosciute. Nei Paesi stranieri sono purtroppo all'ordine del giorno alcune delle cose, che adesso vi leggerò, che sono contenute nella Convenzione di Istanbul.
Dice la Convenzione: "Riconoscendo con profonda preoccupazione che le donne e le ragazze sono spesso esposte a gravi forme di violenze, tra cui la violenza domestica, le molestie sessuali, lo stupro, il matrimonio forzato, i delitti commessi in nome del cosiddetto onore e le mutilazioni genitali femminili, che costituiscono una grave violazione ai diritti umani delle donne e delle ragazze, il principale ostacolo di raggiungimento della parità dei sessi".
È molto grave che questo Piano non dica una parola su questo problema, soprattutto quando l'incidenza degli autori della violenza è così importante fra gli stranieri, e credo che quest'Aula abbia sotto gli occhi quello che purtroppo è un fatto di cronaca molto pesante, occorso poco tempo fa, che è quello di Saman Abbas, la ragazza pakistana che voleva vivere all'occidentale e che per questo è stata uccisa dai suoi parenti.
Per quale motivo non inserire uno specifico capitolo che riguardi la prevenzione di questo tipo di azioni e soprattutto che riguardi il fenomeno degli autori di questo tipo di violenze?
Non c'è niente, all'interno del Piano di prevenzione non c'è mezzo richiamo a questo pezzo di Convenzione di Istanbul. Quindi cosa significa? Che questo problema per noi non esiste? Che non si devono approfondire quelli che sono gli autori né qual è la modalità e quali sono le azioni che vengono messe in campo per avere una prevenzione specifica? Io credo che sia sicuramente molto grave.
E ancora, questo l'abbiamo già visto ma è utile ricordarlo: fra gli obiettivi, viene citata una fantomatica Carta della comunicazione come protocollo operativo.
Per quale motivo? Perché si vuole sostanzialmente imporre un tipo di comunicazione agli organi d'informazione - e questo è già stato oggetto per esempio di un comunicato stampa nelle scorse settimane - che sostanzialmente non è preventivo della violenza, ma vuole fare proprio una comunicazione specificamente politica su questo tema; questo però si scontra con una norma fondamentale, e ve lo dico, per obbligo, da giornalista.
Sulla questione della comunicazione esiste un testo unico dei doveri del giornalista al quale tutti i giornalisti devono attenersi e quindi non c'è Carta della comunicazione che tenga e non c'è imposizione che tenga che possa andare a imporre una comunicazione diversa da quella che viene fatta, perché i giornalisti devono rispettare il testo unico dei doveri del giornalista. Nessuna Carta della comunicazione possibile.
Ho apprezzato nell'intervento del collega Padovani, che ha magicamente riacquistato la favella, il fatto che si faccia un passaggio sugli uomini e si dica che il Piano triennale degli interventi contro la violenza di genere riguarda anche gli uomini.
Il problema, collega Padovani, è che lei ha citato questa parte di prevenzione come se fosse uno dei leitmotiv di questo Piano.
Ora io non so se lei ha contato le pagine di questo Piano, ma sono 33 pagine; allora visto che annuisce, mi saprebbe anche dire quanto spazio occupa la parte dedicata agli uomini? Credo che lei non lo sappia, glielo dico io, sono due righe, due righe di una tabella peraltro, quindi mezza pagina, e in queste due righe di mezza tabella in 33 pagine di Piano si dice "Sempre più emergono denunce di violenza e disagio da parte degli uomini e gli spazi a loro dedicati sono pochi o inesistenti".
Però, a fronte di questo, viene detto anche qui, cioè viene detto chiaramente anche in questo Piano, che ci sono e sempre più emergono delle denunce di violenza e disagio da parte degli uomini, eppure non ci sono spazi a loro dedicati e non ci sono azioni che vadano nella direzione di trovare degli spazi a loro dedicati.
Io questo lo trovo assolutamente grave.
Ci sarebbero moltissime altre cose da dire, vedo che l'attenzione è scarsa, magari potrò poi andare a parlarne più avanti, però credo che difficilmente, approvando un Piano con quello che vi è contenuto oggi così com'è, potremmo dire di aver fatto un buon lavoro.
Prevenire la violenza è assolutamente necessario, pianificare come prevenire la violenza è indispensabile, ma farlo con degli strumenti che hanno un sapore da una parte mutilato, perché non contiene alcune parti e alcune parti sono già vecchie e superate, e, dall'altra, perché mancano delle parti importanti rispetto al restante 50% della popolazione, noi crediamo che sia assolutamente sbagliato, non necessario e che non porterà al raggiungimento degli obiettivi che ci si è prefissati.
Ecco perché abbiamo presentato, come gruppo Lega, una serie di emendamenti che ci auguriamo possano venire accolti e che riteniamo possano migliorare e di tanto il Piano.
Presidente - Si è prenotato il consigliere Perron, ne ha facoltà.
Perron (LEGA VDA) - Innanzitutto comincio con una doverosa precisazione, perché i tempi sono quelli che sono.
Nessuno ha intenzione di sottovalutare la gravità delle ignobili (perché sono ignobili) violenze fisiche e sessuali delle quali sono vittime le donne, ovviamente quando sono vere. Quindi cominciamo con questo, perché purtroppo sappiamo che poi le parole sono strumentalizzate spesso, specie sui social, quindi cominciamo con questo.
La nostra critica a questo Piano fin dall'inizio è stata incentrata sul fatto che questo Piano soffre, a nostro giudizio - e io cercherò almeno non dico di convincere perché è impossibile, ma quantomeno far ragionare su alcuni temi -di presupposti ideologici che sono mascherati qua dentro.
Non bisogna andare molto lontano, basta leggere il titolo e poi le prime parole della premessa, perché infatti quando uno legge il titolo: "Piano triennale degli interventi contro la violenza di genere", poi guarda la prima riga della premessa e legge "È violenza contro le donne ogni atto di".
Allora fatemi capire, perché non l'abbiamo chiamato Piano triennale degli interventi contro la violenza sulle donne? Sarebbe molto semplice, chiaramente non piacerebbe alle femministe, chiaro, e a una certa narrazione politica.
Quindi questo è già chiaramente il primo segno per chi vuole guardare, perché uno si chiede: ma allora gli uomini non sono mai oggetto di violenza domestica?
Esistono casi così? Sono documentati? E se ci sono, sono compresi in questo Piano oppure no?
Per fare un esempio nel 2022, prendendo titoli di giornale che sono tutti documentati - così mettiamo qualche dato, tanto per dare qualche elemento in più, ovviamente i titoli di giornale non sono un Tribunale, noi siamo garantisti sempre, però ti dà un'idea - a livello italiano ci sono stati 239 casi presunti di stalking, minacce, lesioni, estorsioni e tentativo di omicidio compiuti da donne verso uomini.
Sempre nel 2022, sempre da articoli di giornale, trovati i conteggi on-line, 122 presunti casi di maltrattamenti, abusi, violenze o uccisioni di minorenni o anziani per mano di donne, questi sono i dati. Quindi casi del genere ci sono ma chiaramente vengono ignorati.
Rientrano invece in questo Piano - e su questo abbiamo introdotto emendamenti - da risposta data in Commissione dalla responsabile scientifica del Piano, tutti i comportamenti di odio omofobo, dove le vittime sono uomini. Questa è la risposta che ci ha dato la responsabile scientifica.
Questo è interessante: gli uomini rientrano in questo Piano in quanto hanno un diverso orientamento sessuale, quindi questo renderebbe inutile l'istituzione di nuovi piani osservatori per la legge successiva di questo stampo, che è la legge contro l'omotransfobia; già, in teoria, uomini, omosessuali in questo caso, possono rientrare in questa legge, e questo ce l'hanno detto in Commissione.
Ma chiaramente due bandiere di parte ideologiche sono meglio di una, quindi le leggi saranno due.
Un altro problema, tra l'altro, che è annoso, riguarda il fatto che, per identificare uno stato di emergenza, si parte da denunce e querele che vengono fatte, mentre esiste purtroppo in questi casi un'ampia casistica di false accuse domestiche in cui le denunce presentate vengono archiviate, assolte o prosciolte.
In particolare, casi del genere, e penso di non dire nulla di nuovo, sono particolarmente numerosi a fronte di casi di separazione coniugale, in cui le accuse di abusi e maltrattamento sono del tutto strumentali e finalizzati ad arrecare forte danno all'ex partner per togliere la patria potestà all'uomo. Credo che chiunque di noi abbia conoscenza di casi di questo tipo. Dati che ho trovato sono addirittura molto alti di questo tipo di archiviazione, addirittura si parla tra il 70 e il 95% di querele false sul totale.
Questi sono dati che trovate, tra l'altro, nel convegno dell'Associazione nazionale familiaristi italiani del 2010. Questi dati sono conosciuti da dieci anni, c'è un grave problema di accuse false.
Quindi dovremmo sempre essere indotti a una certa oggettività quando si parla di queste cose, poi è chiaro che la cautela e l'oggettività vengono meno quando una parte politica utilizza volutamente queste tematiche per soddisfare i propri bacini elettorali, i propri comitati, le proprie associazioni, che hanno radici in questo caso in alcune correnti di pensiero, se non volete chiamarle ideologie.
In questo caso abbiamo tutto il campo del femminismo, quello di stampo socialista, marxista, ne esisteva anche uno liberale ad esempio, sono quattro-cinque i tipi di femminismo che ci sono, basta studiare un po' di sociologia, ci sono i manuali.
C'era quello liberale che voleva le pari opportunità, come giustamente il suffragio universale, parità salariale eccetera, ne abbiamo parlato anche la scorsa volta, è in Costituzione, chiaramente, poi c'è quello marxista che è quello degli anni 60 e 70, poi c'è il femminismo radicale, che ritiene che la violenza sulle donne sia un elemento fondante della nostra società. Questo tipo di femminismo è convinto di ciò, per cui stupro, molestie e abusi rientrano nell'oppressione sistematica delle donne.
Quindi non è una questione accidentale, secondo questa visione del mondo - che non è la nostra -, non è un caso che le donne subiscano violenze, è proprio il sistema che porta a questo. Ebbene, questo tipo di femminismo radicale che si presta a numerose critiche, è assolutamente presente in questo Piano, è una delle visioni che stanno dietro a questo Piano; bisogna vederle, ovviamente, bisogna studiarlo e analizzarlo.
Ecco perché si sposa perfettamente con la Sinistra. Oggi è la Sinistra che parla di rovesciare il sistema patriarcale; già sentito? Capitalismo e sistema patriarcale, già Engels ne parlava, ma oggi è questo, ecco perché la Sinistra fa battaglie di questo tipo, dietro a questo retroterra culturale.
Quindi dagli anni 80, è già stato ampiamente teorizzato che le nuove battaglie e la nuova rivoluzione non si fa più con i proletari, ma si fa con le idee e con queste idee.
Noi oggi vediamo semplicemente quello che è stato teorizzato, applicato dai partiti della Sinistra che poi portano sul campo queste cose.
Il primo tassello di questa concezione deve essere fatto dove? Nelle scuole.
Bisogna prendere i ragazzi, i bambini quando sono giovani e dare loro dei nuovi input.
Il primo tassello ce l'abbiamo proprio qua, con lo sradicamento degli stereotipi di genere, attenzione alle parole, lo so che diventa un qualcosa che sembra stucchevole e noioso ma le parole hanno una grande importanza.
Quello che il Piano prevede nel campo della formazione e nel campo della scuola e della formazione nella scuola primaria, comprese le maestre, sono progetti che riguardano lo sradicamento di stereotipi di genere.
Allora io chiedo ai colleghi e chiedo all'assessore Marzi in questo caso ma anche all'assessore Guichardaz che si occupa di istruzione o a chiunque altro voglia spiegarci questa cosa qua, che cosa volete andare a fare esattamente nelle scuole?
Questi progetti che cosa faranno in sé? Ci spiegate perché e come vogliono smontare gli stereotipi di genere? Vorremmo saperlo prima di votare una legge, perché gli interventi vanno lì. Quindi attendo la risposta.
Faccio notare, tra l'altro, che questa legge prevede 305.000 euro annui dal 2013.
In dieci anni significa che siamo a circa 3 milioni di euro per questa legge; non è una critica, è una constatazione.
Di questi 3 milioni di euro in dieci anni, ogni anno ci sono 60 mila euro di formazione, 40 mila + 20 mila da due articoli diversi per chi si guarda la legge di riferimento, non il Piano, il Piano nasce dalla legge, non è un'entità a sé, perché la fonte primaria in questo caso, gerarchicamente più alta, è la legge, non il Piano.
Sono 60 mila euro annui, in dieci anni 600 mila euro.
Sono cifre interessanti, immagino che possano interessare chi ha una gran voglia di fare formazione. Ci sono certamente enti prontissimi a fare formazione su questi temi, con soldi pubblici chiaramente, e andare nelle scuole, chiaramente.
Allora io chiedo di spiegare a tutti - se il Consiglio ancora ha una funzione democratica e di discussione e non semplicemente in cui si viene qua e si schiaccia i pulsanti - di spiegarci, visto che è questo che volete fare, che cosa andrete a fare e a dire nelle scuole, riguardo agli stereotipi di genere, ai bambini, alle famiglie e agli insegnanti che voi andrete a formare, come se fossero tutti un branco di deficienti che per decenni non hanno fatto altro che stortare le ambizioni delle povere bambine.
Spiegatecelo, per favore, questo vogliamo, che ce lo spieghiate.
Presidente - Consigliera Minelli ne ha facoltà.
Minelli (PCP) - L'atto amministrativo concernente l'approvazione del Piano triennale degli interventi contro la violenza di genere 22-24 è stato scaricato dal governo regionale il 31 agosto dello scorso anno, già in ritardo rispetto ai termini previsti, considerato che il Piano precedente, quello del 2015, era scaduto nel 2019. Poi la bozza, l'atto amministrativo è approdato nella competente Commissione consiliare a settembre, oltre sette mesi fa.
Una permanenza in Commissione molto lunga che, a nostro avviso, ben poco ha aggiunto in termini di sostanza a quanto era stato proposto ma che, sicuramente, è servita a rallentare anche strumentalmente un documento che è necessario approvare, vista e considerata la situazione della nostra regione.
Un atto la cui approvazione anche la maggioranza evidentemente non ha ritenuto di dover sollecitare, tant'è vero che abbiamo dovuto chiedere, anche con delle iniziative consiliari, che facesse il suo percorso, al di là del periodo della prorogatio.
Abbiamo visto in questi anni dei disegni di legge, anche delle proposte di legge, degli atti amministrativi essere approvati con grande celerità, ma, tant'è, ci sono degli argomenti che non sono considerati prioritari, a volte a ragione, altre volte meno, soprattutto quando si tratta di documenti come questo che hanno fatto un iter negli organismi deputati, non soltanto all'interno del Consiglio, ma c'è stato anche l'organismo deputato che ha lavorato a lungo a questo Piano, mi riferisco al Forum, in cui sono rappresentate sia la maggioranza sia la minoranza, oltre a molteplici altri soggetti.
Sta di fatto che arriviamo alla primavera del 2023 per approvare un documento che è stato scritto nel corso del 2019.
Il fenomeno della violenza di genere, in particolare di quella contro le donne, ha assunto in questo periodo nella nostra regione delle proporzioni più ampie, che richiedono una presa in carico più strutturata da parte delle istituzioni.
I dati più recenti indicano infatti un peggioramento.
Secondo quanto è stato riferito dal dottor D'Ambrosi, sostituto Procuratore di Aosta, al settimanale Sette del Corriere della Sera, e riportato in un articolo del 24 marzo scorso, quindi sono dati recenti, in Valle d'Aosta nel 2022 si sono registrati 17,2 casi di violenza di genere ogni 100.000 abitanti, ciò che ci porta a essere la seconda regione peggiore d'Italia, solo la Sicilia ci supera con 17,4 casi su 100.000 abitanti.
Qui stiamo parlando di casi conclamati, rilevati attraverso delle denunce.
A questo, come sappiamo dai numerosi studi che ci sono sul tema, occorre poi aggiungere il sommerso, le violenze di vario genere che non vengono, per vari motivi, e sappiamo anche bene alcuni di questi quali sono, denunciate.
Il quadro è dunque un quadro preoccupante, nonostante sentiamo spesso - anche in quest'aula lo abbiamo sentito - affermare che non c'è certezza e contezza esatta del fenomeno, che si tende a ingigantirlo e non capisco bene a vantaggio di chi e di che cosa si tenga a ingigantire un fenomeno che, invece, deve essere contrastato in ogni modo.
L'approvazione del Piano è dunque urgente e secondo noi occorrerà anche mettere in campo presto tutte le risorse necessarie, propedeutiche alla stesura del Piano successivo, che non deve poi subire dei ritardi.
Da parte nostra, fin dalla prima illustrazione del documento in Commissione, esprimendo una valutazione di ordine generale, avevamo detto chiaramente che questo documento andava approvato celermente, considerato che alcuni aspetti, quelli soprattutto riguardo ai dati, erano un po' superati, e crediamo anche che per il futuro ci voglia una modalità di raccolta dei dati più incisiva e sulla base di quelle metodologie che si adottano a livello nazionale.
Entrando nel merito di alcuni contenuti del Piano, crediamo che per l'area tematica della prevenzione, nella fase di attuazione del Piano stesso, sarà importante chiarire bene la parte della formazione e dell'informazione; riteniamo che la prima, la formazione, dovrà essere ben implementata nel momento in cui saranno applicate le azioni che il Piano prevede.
Abbiamo osservato che le scuole non sono attualmente rappresentate all'interno del Forum e che quindi non c'è una partecipazione attiva delle stesse in quest'ambito che sarebbe opportuno prevedere per il futuro Piano.
Si potrebbe proporre all'Università della Valle d'Aosta di inserire nei programmi formativi di Scienza della formazione primaria e di Scienze dell'educazione dei moduli sulle tematiche degli stereotipi, collegati al genere, al fine di sostenere e di facilitare l'inserimento di questo tipo di educazione nel percorso scolastico.
La nostra posizione è diametralmente opposta rispetto a quella che abbiamo sentito illustrare poco fa, non entro nel merito perché non devo spiegare proprio niente, io non ho scritto il Piano, io condivido le azioni che sono state...
Collega Perron, quando avrà la parola, lei dirà quello che vuole. Io le faccio presente che i rappresentanti della minoranza nel Forum non eravamo noi, li avevate voi, quindi le osservazioni di quel tipo andavano fatte nella corretta sede.
Io non devo spiegare proprio nulla... Presidente, non so se lei ritiene che vada bene così, sennò vado avanti.
Per quanto riguarda il capitolo protezione e sostegno, condividiamo gli obiettivi ma chiediamo anche che nella fase di attuazione si suddividano bene i compiti, che non possono essere demandati tutti al Centro antiviolenza o alla Casa per le donne maltrattate, che già di loro si fanno carico di una buona parte delle azioni da portare avanti.
Nel complesso il Piano ci sembra funzionare ma, certo, occorrerà mettere in campo anche delle risorse adeguate, intendo anche delle risorse di tipo finanziario, chiarendo quanto può arrivare dal livello nazionale e quanto può essere messo in campo dalla Regione, anche per quelle azioni specifiche.
Come già evidenziato, riteniamo che il Forum debba lavorare con impegno - quindi chi ha poi scritto materialmente la bozza che ci è stata sottoposta - ai fini di un futuro Piano più strutturato e incisivo, che sia pronto al momento della scadenza di quello che oggi approviamo.
Pur con alcune riserve che sono state evidenziate, il nostro voto a questo Piano sarà favorevole.
Presidente - Si è prenotata la consigliera Foudraz. ricordo che sono stati depositati quindici emendamenti del gruppo della Lega e due sub emendamenti, uno della maggioranza e uno della maggioranza; del gruppo PCP, rispettivamente emendamenti che incidono sugli emendamenti n. 2 e 5 della Lega. La parola alla consigliera Foudraz.
Foudraz (LEGA VDA) - Solo per un fatto personale, anche se non sono stata citata direttamente con nome e cognome ma indirettamente, perché io sono una rappresentante dell'opposizione che fa parte del Forum permanente contro le molestie, sono stata nominata dalla capigruppo, però solo in data 15 novembre 2022.
Il Piano è stato - come ha giustamente detto la collega Minelli - scaricato e assegnato alla Commissione competente a fine agosto dell'anno scorso, io non facevo parte ancora di quel Forum, pertanto quello che mi sono trovata è un lavoro già fatto e già avviato in precedenza, quindi io non ho potuto dare il mio contributo.
Volevo solo fare questa specifica e questa precisazione.
Presidente - Collega Minelli per mozione d'ordine.
Minelli (PCP) - Per mozione d'ordine, semplicemente per specificare che io non ho chiamato in causa la collega Foudraz, so benissimo quando è stato preparato il Piano, ho detto peraltro che era stato elaborato nel 2019, ma in quel momento la minoranza era rappresentata dalla collega Spelgatti, che credo che nel forum abbia potuto far sentire la sua voce e portare le posizioni del suo gruppo.
Presidente - Altri? Consigliere Perron.
Perron (LEGA VDA) - Voi non sapete niente... non ci sono...
(voce di un Consigliere, fuori microfono)
Presidente - Consigliere...
Perron (LEGA VDA) - ...Non sapete niente, non ci sono le colonne d'Ercole... Adesso... L'ho fatto io prima, pari, va benissimo. Non ci sono le colonne d'Ercole fuori Pont-Saint-Martin, non so se ve l'hanno già detto, chiaro? Negli Stati Uniti un personaggio, si chiama Matt Walsh, ha fatto un filmato che è diventato famosissimo che si intitola...
(voce di un Consigliere, fuori microfono)
...Ah, non ve ne frega niente? Infatti siete delle ignoranti funzionali, adesso ve lo spiego e ve lo dimostro! Non vi interessa chiaramente, portate dentro delle idee che nemmeno conoscete, ma nemmeno le vostre conoscete, immaginatevi quelle degli altri!
C'è un personaggio che si chiama Matt Walsh che ha fatto un film che è diventato famosissimo che si intitola "What is a woman", che cos'è una donna, in cui va a chiedere alle femministe e a professori di gender studies cos'è una donna e non sanno rispondere, perché se dicono che una donna è biologicamente donna, fanno arrabbiare tutto il lato LGBTQ che vede nei transessuali, uomini che diventano "Donne", delle donne vere, mentre se invece rispondono che l'essere donna puoi cambiarlo quando vuoi, fai arrabbiare tutte le femministe, che vengono definite TERF, si vada a cercare... Studiate! Studiate queste cose qua, perché non è acqua calda questa roba, studiate, non le conoscete nemmeno voi!
Comunque sia, per continuare su questo tema... io sono veramente allibito del livello, non c'è nessuno che risponda, né gli Assessori... tra l'altro, abbiamo un Assessore all'istruzione, mi risponda: "Che cosa volete andare a fare nelle scuole?" non è che vi sto chiedendo la luna, se non me lo dite voi!
Gli stereotipi di genere, mi spiegate cosa sono e cosa volete andare a insegnare nelle scuole alle maestre che fanno quel lavoro magari da 30 anni? Ce lo spiegate?!
Tra parentesi le maestre sono al 99,3% donne.
Il vostro concetto è che le donne in pratica stanno stortando la mentalità delle donne, delle ragazze... Non faccia così, collega Minelli, lei non sa niente di queste cose, porti pazienza, avrà solo da spiegarmelo... il 99,3% in Valle sono donne!
Quindi il vostro concetto di stereotipo ve lo metto giù io sul tavolo perché non c'è nessuno che parli, è incredibile il livello a cui siamo! Ci fosse una stampa libera di questo imbarazzo parlerebbe, vediamo se lo fa, vediamo se lo fa!
Collega Padovani, invece di ridere, intervenga che aspetto le sue lezioni, me le ha già promesse l'altra volta, io ero lì pronto con gli appunti e mi ha deluso, stavolta non lo faccia. Grazie.
Detto questo, gli stereotipi di genere, cioè il concetto per cui è tutto un costrutto sociale - uso termini difficili, portate pazienza - quindi se tu prendi i bambini da piccoli e li fai giocare con le bambole, diventeranno tendenzialmente meno aggressivi, avranno comportamenti diversi? La stessa cosa per le ragazzine.
Quindi formando gli insegnanti su questi stereotipi di genere, in teoria noi andremo verso un mondo più pacificato, con meno conflitti all'interno dei sessi, eccetera. Questo è il concetto, far giocare i bambini con le bambole e le bambine con i soldatini o con gli scavatori. Risposta data in Commissione, tra l'altro.
Queste cose qua, tra l'altro, sono già applicate in giro per il mondo, c'è la Svezia, ad esempio.
A questo tema, si lega un altro mantra meraviglioso della Sinistra, quello per cui le ragazze sono discriminate nelle materie scientifiche, dette STEM. Chiunque sia andato all'Università avrà visto che quando fai ingegneria, c'erano pochissime donne, io ho fatto storia, c'erano pochissime donne, eravamo quattro, tutti uomini, purtroppo per nostra sfortuna; si andava poi nel campo della formazione, in campo letterario, tutti i campi dove le donne sono in numero molto, molto alto.
Quindi c'è l'idea per cui se prendiamo i bambini da piccoli, in qualche modo noi stiamo condizionando, specie le bambine, a non iscriversi alle materie scientifiche, stiamo facendo una sorta di discriminazione all'origine. Questi sono gli stereotipi di genere, su questo voi mettete i soldi per andare a fare lezione a scuola.
A chi andranno questi soldi che non bastano mai? Vero, collega, prima diceva, non bastano, bisogna metterli di più. Che strano, a chi andranno questi soldi?
Ci saranno enti prontissimi a buttarsi dentro e a fare formazione di questo tipo. È vero o no? Prontissimi! Ma che caso! I portatori d'interesse, le vostre lobby!
Ma signori, qui è così che funziona, ma devo dirvelo io che sono arrivato da due anni? Così funziona. Ti mettono la legge, ti mettono un piano, pochissimi la leggono tutta, pochissimi capiscono veramente cosa c'è dentro e vi danno un bel pacchetto con delle robe dentro.
Qui c'è qualcuno che mette gente negli apparati, sua, che poi ti fa politica da lì, c'è gente che mette sul tavolo fondi per le proprie associazioni e per i propri comitati e, in più, vanno nelle scuole, indottrinano i ragazzi e se li portano dalla loro parte per il futuro.
Perfetto, meraviglia, sono bravi, sono decisamente bravi!
Veniamo al caso specifico: stereotipi di genere, dicevamo.
C'è una legge del 2013, prevede interventi nella scuola, di formazione? Sì, anche, certamente, però leggiamo che cosa dice la legge.
All'articolo 2 la legge dice una cosa molto specifica: promuove la diffusione della cultura del rispetto reciproco fra i sessi.
Non c'è da nessuna parte "Stereotipi di genere", non c'è nessuna parte che riguarda la sessualità. Nella legge queste cose non ci sono, andate a prenderla, smentitemi! Non c'è nulla di questo.
Voi state facendo un qualcosa d'illegittimo, voi state facendo degli interventi previsti in legge, la quale legge prevede un Piano che è questo, che inserisce cose nuove, che inserisce presupposti ideologici di una parte politica ben definita che fa di quelle battaglie il suo essere e aggiunge dei pezzi in più.
Quindi io, assessore Marzi, la invito ad andare a guardare la legge e mi trovi dove c'è "educazione alla sessualità", dove c'è "stereotipi di genere", dove ci sono queste cose.
Non ci sono. Si parla di rispetto tra i sessi, sacrosanto, ci mancherebbe, sacrosanto, ma queste parti che sono aggiunte dal Piano non ci sono! Non c'è: "Stimolare una riflessione nei docenti della scuola primaria per smascherare gli stereotipi", tra l'altro dice: "In continuità con le attività formative realizzate nel triennio precedente".
Le avete già fatte? Finanziate? Dove sono? Non c'è nella legge. Non è che io ti faccio una legge dieci anni prima e poi pian piano aggiungo dei pezzi.
È comodo così. Quindi per noi è illegittimo questo. Illegittimo. Si aggiungono dei pezzi.
Volete andare avanti così? Volete aggiungere un altro pezzo e poi tra tre anni metteremo altre cose nuove, perché nel frattempo questa propaganda va avanti se non ve ne siete accorti, va molto avanti, prova ne è che nel 2013 non si parlava di questo.
Nel 2015-2017, c'è sempre il Piano spiegato e riporta gli obiettivi della legge e al secondo punto c'è: "Promuovere la diffusione della cultura del rispetto reciproco fra i sessi". Dove sono gli stereotipi? Dove sono le cose proposte all'Università?
Anche all'Università dobbiamo inserire moduli di quel tipo? Stereotipi, portare alla luce gli stereotipi che sottendono al linguaggio dei mass media, donne che non sono mai il soggetto, che vengono sempre raccontate da altri. Bene, non c'era nella legge, non c'è.
La parte sulla sessualità, il collega aveva fatto una domanda specifica.
Guardate che in Italia l'educazione dei giovani, per Costituzione, articolo 30, non spetta alla scuola. Io lo capisco che i comunisti vogliono quello, perché per loro i figli sono dello Stato, te li crescono loro, l'hanno sempre fatto, basta studiare, è chiaro che fanno quello, e se tu la pensi diversamente da loro - come una parte del mondo cattolico su questo, come una parte del mondo conservatore su questo - non sei in grado di crescere bene i tuoi figli, li cresci omofobi. No no no no, li cresci contro le donne!
No, non ci piacciono le femministe, che è ben diverso perché sono politicizzate, ma non le donne.
Ci sono quattro grandi movimenti del femminismo - studiate! - femminismo liberale, quello marxista, quello radicale, quello legato al concetto d'intersezionalità, tutto gergo vostro, da Gay Pride questo; io non ci vado, ma lo conosco e molta gente qui ci va e non sa nemmeno cosa va a fare. Geniale! Abbiamo una classe politica di un livello su queste cose che io ritengo imbarazzante, come i silenzi in quest'aula. Imbarazzanti.
Cosa devo dire? Nient'altro. Spiegatemi le cose e sono pronto a votarvele, ma qui nella legge certe cose non ci sono e compaiono nel Piano.
Secondo noi è illegittimo, dimostrateci il contrario, altrimenti, colleghi, a sinistra che vogliono queste cose lo sappiamo, ma che tutti gli altri siano contenti di aprire le porte a ideologie che vengono da lontanissimo, che negano la biologia e la natura per infilarci in ambiti folli... gli aprite le porte, siete contenti che le loro persone vadano a fare della formazione agli insegnanti, che vadano a fare delle lezioni ai vostri figli, siete contenti? Allora fateglielo almeno fare in orari extra curricolari, che ci sia la libertà di scegliere, che i genitori abbiano la libertà di dire: "Sì, mio figlio quelle lezioni le vuole sentire, vai". Il mondo è libero, noi siamo per il mondo libero, oppure dice: "No, non mi riconosco in quei principi e non ci vado", non che te li ficcano a forza in leggi come questa, in piani come questi legati a delle leggi, un bel pacchetto confezionato, di cui la maggior parte di voi nemmeno sa che cosa c'è dentro, perché questo è, ed è ampiamente dimostrato dal vostro silenzio!
Vedete voi, quantomeno da questa parte vi diremo: noi ve l'avevamo detto, ve l'avevamo dimostrato, non con i "bla bla bla", ma con dati e ragionamenti, che possono essere confutati. Prego, questo è il posto giusto, confutate e smontate, siamo pronti a cambiare idea. Peccato che dall'altra parte sentiamo sempre grandi silenzi o i post su Facebook.
La democrazia non si fa su Facebook, si fa qua. Vi aspettiamo e altrimenti andate avanti per la vostra strada, qualcuno ve l'aveva detto.
Presidente - Consigliere Manfrin.
Manfrin (LEGA VDA) - Oltre a ringraziare il collega Perron per il suo intervento, per la precisione e lo studio che mette nei temi che tratta, sono anch'io fortemente colpito dalla mancanza di risposte ad alcune legittime domande che sono state poste.
Peraltro ho visto che adesso ci si rimpallava: "Intervieni tu, no, intervieni tu" tra i banchi della maggioranza su questa parte qui, so già che c'è un foglietto prestampato da leggere e quindi ovviamente non avremo delle risposte in questo senso alle domande che vengono poste qui. Dai banchi della Giunta però, assessore Marzi, io le chiederei davvero un attimo di attenzione e mi aspetterei davvero che ci fosse una riflessione. Innanzitutto rispetto ai rilievi che sono stati fatti, perché l'illegittimità di quello che abbiamo evidenziato è palese, cioè credo che sia lampante il fatto che vi siano delle azioni che non sono previste in legge che vengono evidenziate nel Piano.
Su questo io evidenzierei principalmente due punti: il primo è che nell'area tematica della formazione, se ne è parlato fino adesso, troviamo fra gli altri "Il sostenere e facilitare l'inserimento dell'educazione di genere nel percorso scolastico".
Assessore, a domanda precisa alla dottoressa Mauro, il percorso scolastico comprende dalla scuola dell'infanzia fino all'Università; questo significa che l'educazione di genere verrà proposta ai ragazzi fin dalla scuola dell'infanzia con l'approvazione di questo Piano.
L'educazione di genere è diversa dall'educazione alla parità di genere, sono due cose diverse.
L'educazione alla parità di genere conferma e afferma che vi è una parità fra i sessi e che tutti hanno gli stessi diritti, e su questo non possiamo che concordare, e se ci fosse scritto questo, noi saremmo assolutamente concordi e approveremmo questo Piano con entusiasmo, ma non c'è scritto questo, assessore Marzi.
Fin dalla scuola dell'infanzia potranno essere portate all'attenzione e potranno essere instillate nelle giovani generazioni delle teorie che obiettivamente sono, secondo noi, assolutamente proibite, già dalla legge, lo ricordava già il collega, perché un certo tipo di educazione è vietata nelle scuole, e io glielo mostro con un pezzo di un manuale che ho trovato proprio sull'educazione di genere.
Si chiama "Si può fare educazione di genere a scuola? ", ne leggo solo un brano, di quello che; colleghi e Valdostani all'esterno all'ascolto; potrebbe essere posto e propinato fin dalla scuola dell'infanzia: "Viviamo in una società fortemente basata su una cultura etero normativa, ovvero una cultura dove l'etero sessualità rappresenta la norma. Quando si nasce, attraverso l'osservazione dei genitali, si è subito classificati, o si appartiene alla categoria maschile o a quella femminile. Questa prima divisione implica un insieme di simboli, comportamenti, ruoli e status che segnano la vita dell'uomo e della donna in quanto tali. Il genere risulta essere un concetto non naturale, ma una costruzione culturale che determina potere e gerarchie. Di conseguenza, quello che nella nostra società è considerato come naturale è la divisione di tutti gli esseri umani come uomini e donne, questo porta però a dimenticarsi delle alternative, emarginando e dimenticando tutto ciò che non è inseribile all'interno delle due categorie. Come possiamo aiutare le nuove generazioni a formare una libera identità di genere? Può la scuola contribuire a educare i giovani alle differenze tra i sessi e al reciproco rispetto delle peculiarità? La cultura di appartenenza influenza la formazione dell'essere, ma anche la formazione del genere. Nel momento in cui la donna e l'uomo assumono e interpretano ruoli e comportamenti derivanti dal loro essere maschio o femmina, possono decidere se adeguarsi o se trasformarli, non andando verso la neutralità, ma bensì impegnandosi nella creazione di un'idea diversa, che esca dalla concezione binaria di maschio e femmina. Da qui l'esigenza di un'educazione di genere, intesa come pratica educativa che non vuole cancellare le diversità culturali legate all'uomo e alla dona presenti nella società, ma offrire a ogni soggetto la possibilità di assumere uno sguardo critico nel mondo", uno sguardo critico, cioè vedere l'uomo e la donna non più come uomo e donna, ma "uno sguardo critico", credo che ci siamo capiti, Assessore.
Tutte queste teorie, questo manuale può essere sottoposto nella scuola dell'infanzia.
Voi lo manderesti un bambino in una scuola dell'infanzia dove utilizzino manuali di questo tipo?
E le dirò di più, Assessore, richiamo la sua attenzione su un altro tema, sempre nell'area tematica, troviamo la seguente azione: "Promuovere azioni applicabili dalla scuola dell'infanzia fino all'Università".
A domanda precisa la dottoressa Mauro ci ha detto: "Sì, è così".
"Promuovere azioni dedicate ai giovani e quindi all'educazione nelle scuole e all'intera popolazione per parlare di educazione all'affettività, di sessualità, di consapevolezza del proprio corpo e di diversità di genere".
Assessore, a chi verrà chiesto il consenso di poter propinare l'educazione sessuale alle scuole dell'infanzia, e poi con chi? Chi è che verrà mandato nelle scuole a insegnare educazione sessuale ai bambini dell'infanzia se viene approvato questo Piano?
Io penso che ci capiamo, Assessore, anche se lei non mi guarda, io penso che ci capiamo bene, io penso che lei sappia che cosa diamo al via se viene approvato questo Piano.
Io lo chiedo non soltanto per le proposte che abbiamo fatto, ma è una riflessione che pongo a questo Consiglio. Purtroppo, effettivamente, quello che ha detto il collega Perron è vero, ci sono Piani che sono composti da decine e decine di pagine che spesso non vengono letti fino in fondo e non vengono letti completamente, in maniera approfondita, e contengono delle trappole, e queste trappole sono evidenti.
Noi abbiamo chiesto di espungere queste parti, ma non per prendersi dei meriti o per fare un'azione politica, questa è, credo, l'azione amministrativa nella sua vera essenza. Ci sono dei pericoli concreti con l'approvazione di questo Piano, perché qualcuno non andrà nelle scuole a dire che è sbagliato usare violenza, qualcuno andrà nelle scuole a educare sessualmente i bambini dell'infanzia, dicendo sì a questo Piano, c'è scritto nero su bianco e a domanda, Assessore, prenda i verbali, glielo riporto io, non posso citarle il verbale ovviamente perché sono secretati quelli delle Commissioni, ma abbiamo posto una domanda precisa: "Ma con queste disposizioni e con questo Piano, sarà possibile per un'associazione, ad esempio, Arcigay, andare in una scuola dell'infanzia a fare educazione sessuale?" "Sì", questa è stata la risposta.
Se questo è il mondo che lei ritiene opportuno condividere, Assessore, lei approvi questo Piano. Se invece lei ritiene che ci siano dei pericoli, o che siamo al di fuori di quello che il dettato della legge prevede, allora fermiamoci, troviamo un'altra formulazione perché siamo tutti d'accordo sulla prevenzione della violenza, ma non siamo d'accordo su qualsiasi altra cosa che vada a toccare i bambini, soprattutto i bambini che sono così piccoli da non poter entrare, di non poter essere avvicinati all'interno di un mondo che già la Costituzione stessa prevede che non venga loro propinato, delegando le famiglie ad avere questo ruolo.
Quindi la prego, Assessore, faccia una riflessione in questo senso, perché siamo di fronte a dei gravissimi pericoli.
Presidente - Vi sono altri interventi in discussione generale? Ricordo che sono stati depositati quindici emendamenti e due sub emendamenti. Se non vi sono interventi in discussione generale... Consigliere Chatrian ne ha facoltà.
Chatrian (AV-VdA Unie) - Ho ascoltato attentamente il dibattito su un tema comunque molto delicato, complesso, dove probabilmente più elementi e più azioni da mettere in campo sono utili a dirimere comunque le criticità che ci sono su e nel nostro territorio.
Nelle ultime settimane anche in V Commissione è stato ribadito un concetto che è stato messo in evidenza da tutti: questo Piano era già stato scaricato numerosi mesi fa e quindi era importante portare la discussione in Consiglio.
Di conseguenza, abbiamo avuto modo di entrare nel merito, innanzitutto questo è un atto amministrativo, è un piano di indirizzo, quindi non stiamo parlando di leggi, e all'interno di un piano è la pianificazione che si intenderebbe mettere in campo. Il punto principale cardine su cui abbiamo avuto modo di confrontarci anche all'interno della maggioranza e non solo, è innanzitutto il parere importante, positivo dei nostri Sindaci, che hanno valutato positivamente quest'atto amministrativo, questo Piano.
Innanzitutto l'organo, che per noi autonomisti è un organo molto importante, ha dato un parere positivo su questo atto amministrativo, questo è il primo elemento.
Il secondo elemento dirimente è che il Piano è stato scritto a più mani, e, per quanto ci riguarda, questo è un altro elemento comunque di forza, e, come tutti i piani, ha una cornice su cui l'Assessore e il Governo regionale, non solo l'Assessore, dovrà poi scaricare le delibere applicative.
Il tutto indubbiamente fa riferimento all'architettura invece legislativa, che fa riferimento alla legge di riferimento, quindi è da lì che iniziano l'indirizzo, le priorità da mettere in campo, per poi arrivare alla parte probabilmente più delicata che è la seconda, quella dove l'Assessore di riferimento, l'assessore Marzi, dovrà tradurre e successivamente applicare quello che il Piano oggi mette in evidenza, che oltretutto è il tema di discussione.
Quindi riteniamo fondamentale questo passaggio ma riteniamo poi relativamente ancora più importante quello che sarà l'atterraggio di natura politico amministrativa, le delibere che saranno approvate nelle prossime settimane, anche perché i numeri, ahimè, che in Valle d'Aosta negli ultimi anni sono stati messi in evidenza, sono peggiorati, quindi, a maggior ragione, noi siamo convinti che l'Assessore riuscirà a tradurre nell'atto amministrativo, nella delibera di Giunta, le giuste azioni e i giusti elementi da mettere in campo per poter - passatemi il termine, magari non è corretto - arginare le criticità oggi all'interno del nostro territorio.
Diversi di voi hanno già messo in evidenza l'architettura di questo atto amministrativo, di questo piano, che è un piano di pianificazione, non è una legge ma men che meno non è una delibera applicativa, è un atto d'indirizzo, importante, ma che in pancia ha forse la parte più importante, che è quella della prevenzione, penso che sia la parte più difficile. Su come prevenire non ho quelle competenze, ma penso che la parte applicativa metterà in campo le professionalità che abbiamo nel comparto pubblico.
La seconda è la formazione - è stato ribadito da diversi di voi - che è fondamentale e la terza è la protezione; senza dimenticarci che in tutto questo dobbiamo avere un Osservatorio che ci dà la possibilità e quindi ci mette in evidenza qual è lo stato dell'arte.
Questo era il contributo che volevo dare alla discussione, un contributo fattivo, legato al fatto che questo è un atto che va in una certa direzione: un Piano che ci mette una prima cornice, un secondo piano che sarà poi approvato dalle delibere applicative dal Governo regionale e le professionalità che oggi il pubblico mette in campo.
Su dei temi così delicati, su delle circostanze così delicate, dove purtroppo abbiamo dei numeri negativi, quindi che peggiorano anno dopo anno, io penso che questo sia un po' il "come noi abbiamo voluto affrontare questo atto", partendo dal presupposto che, secondo noi, è importante il parere positivo su questo piano, perché altrimenti sembriamo veramente tutti fuori strada, c'è stato comunque un parere nettamente positivo da parte di tutti i Sindaci della nostra regione.
Noi voteremo convintamente questo Piano.
Presidente - Consigliere Distort, a lei la parola.
Distort (LEGA VDA) - Non voglio aggiungere altri contenuti che sono stati magistralmente espressi dai colleghi del mio gruppo che hanno parlato sinora, in particolare permettetemi un endorsement: faccio i complimenti al collega Perron per il livello accademico, che è fondamentale.
Al di là delle posizioni ideologiche e al di là della mimesi facciale delle colleghe Guichardaz e Minelli, che dimostrano di non riconoscere i contenuti espressi dal collega, ma avranno poi modo di smontare pezzo per pezzo le sue argomentazioni, quindi rimane soltanto una riflessione dal punto di vista politico, ed è una riflessione che io rivolgo direttamente all'assessore Marzi.
Questo spazio è un dialogo tra me e l'assessore Marzi. Porti pazienza, ma lei rappresenta una forza politica - oltre a svolgere un ruolo assessorile con queste competenze - lei rappresenta una forza politica che ritiene di avere nel suo DNA un rimando ai valori cristiani, quindi ispirati a questa tradizione, che ormai è di secoli, che costruisce la sua lucidità di lettura della realtà e della politica sulla base di questo strumento straordinario che si chiama dottrina sociale della Chiesa.
È un'eredità imponente che noi, come civiltà cristiana, abbiamo la fortuna di possedere. E allora, assessore Marzi, questi valori che fine hanno fatto? Perché se da qui si apre un meccanismo di finestra di Overton, lei è complice di questo. O lo subisce perché non se ne è reso conto, o lo condivide. In entrambi i casi non funziona.
Allora prenda questo mio intervento non come un attacco nei suoi confronti, ma come l'ultimo baluardo di chiarezza, l'ultima opportunità, per avere un chiarimento in se stesso prima di tutto, da un punto di vista sia amministrativo per il ruolo assessorile che svolge, sia ideologico per il partito di appartenenza, a meno che lei non voglia dirci che Stella Alpina ha rinnegato questi valori, che hanno costituito l'elemento costitutivo, fondante di questa forza politica. Ce lo dica: avete rinnegato i valori cristiani? Oppure ci nasconde la notizia eclatante che lei uscirà da questo movimento? O l'una o l'altra.
Quindi, assessore Marzi, la mia voce sarà "Povera voce", e lei sa cosa vuol dire "Povera voce", perché evoca un qualcosa che appartiene al vissuto di chi ha avuto la fortuna di poter svolgere nella propria vita un'esperienza di vita cristiana.
Sarà una povera voce che le dirà: "Assessore ci pensi bene, ci pensi bene!".
Presidente - Consigliere Baccega a lei la parola.
Baccega (FI) - Un tema scottante direi, un tema che abbiamo già avuto modo di affrontare in Commissione, ma io purtroppo in quella Commissione a un certo punto dovetti assentarmi e non partecipai al voto, però riuscii a recepire tutta una serie di considerazioni che sono state ribadite quest'oggi dagli interventi del collega Perron e del collega Manfrin, lo stesso collega della Lega che è appena intervenuto.
C'è una richiesta forte di entrare nel vivo di questo provvedimento, laddove si chiede che cosa sono gli stereotipi di genere, cosa si vuole trasmettere attraverso questi stereotipi di genere. É una cosa che abbiamo bisogno di capire, di sapere, di avere delle risposte in questo senso, perché c'è un tema che è ricorrente in questa regione, e guardo gli amici autonomisti che non hanno nessuna donna in Consiglio regionale, c'è un tema ricorrente che è quello di una cultura della propaganda dello slime pensiero: ci vogliono obnubilare con tutta una serie di idee, le idee sul cibo, le idee sulle manifestazioni, le idee sulle iniziative culturali, e non si può stare sempre a guardare e seguire quel percorso che va nella direzione di dare ai nostri nipoti una cultura che non è quella che vogliamo, che non è quella paritaria.
L'educazione di genere nelle scuole, ma che senso ha? Noi vogliamo un'educazione paritaria nelle scuole, e vogliamo delle risposte davvero dalla Giunta in questo senso, perché è preoccupante quello che sta succedendo in questa regione.
Presidente - Altri interventi in discussione generale? Altrimenti chiudo la discussione generale. Non vedo richieste, la discussione generale è chiusa. Per replica da parte del Governo, assessore Marzi.
Marzi (SA) - Soltanto per dire che, mediamente, qualcuno ne ha anche esperienza, anche per motivi di mole, tendo ad avere dei problemi con gli ami, quindi di conseguenza anche ad abboccare a qualsiasi tipo di corretta sollecitazione di sorta, e anche questa volta le spiego perchè collega Manfrin.
Di fatto il percorso normativo, che ha visto partire questo Piano, è del 2019, poi per motivi che non è il caso di richiamare, questo Piano ha avuto una sospensione, legata naturalmente al Covid, fino al maggio del 2022.
A maggio del 2022 è stato di fatto riconvocato e ha avuto due incontri, per cui supporto assolutamente quanto esplicitato dalla collega Foudraz: lei è stata presente da quando è stata nominata, ma la collega che la precedeva del suo stesso partito non è mai stata presente alla definizione del Piano.
Per cui sono talmente d'accordo con quello che voi avete appena finito di rappresentare rispetto al fatto, collega Distort, la "Povera voce"... a mio modesto avviso, a giugno e a luglio, visto che la deliberazione è del 29 di agosto - e qui poi dopo finisco - si poteva partecipare, si poteva segnalare, si potevano dire cose, scriverne e via discorrendo.
Aggiungo un altro pezzo, quindi faccio i complimenti alla collega Foudraz, effettivamente da quando lei è arrivata ha segnalato tutta una serie di sollecitazioni di matrice politica che in buona parte sono state assolutamente recepite.
Aggiungo poi un altro pezzo e chiudo; come è stato richiamato dai colleghi che hanno parlato prima di me, la declinazione di questi tipi di piani - lo vedrete nelle prossime deliberazioni di riferimento, che partiranno dalla settimana prossima - che, di fatto, dà una cornice macro è una declinazione che naturalmente parte da quanto definito sulla violenza contro le donne con tutto quello che ciò comporta da Istanbul, passando per il Piano nazionale e quant'altro.
Chiudo semplicemente dicendo, visto che poi dopo dovrei intervenire come capogruppo della Stella Alpina a quelle che possono essere le giuste sollecitazioni politiche che arriveranno in dichiarazione di voto, però - collega Distort - lo farei come Stella Alpina, "Sulla mia pelle quello che credo", e quindi di conseguenza tatuato anche grosso vista la schiena.
Detto ciò, io ritengo che ci sia sicuramente un problema oggi che assurge a tanti anni fa, sicuramente qualcuno ne parlò, poi è diventato un santo del relativismo etico. Questa probabilmente è la malattia che assume tutta una sorta di declinazioni sulle quali sono d'accordo con voi, bisogna assolutamente essere attenti, però torno a dire che bisogna essere attenti nella declinazione dei piani che, in una qualche maniera, partono da lontano e arrivano fino al Consiglio regionale oggi.
Io, ad esempio, in piena continuità approvo oggi un atto che preclude e in una qualche maniera anticipa tutta una serie di deliberazioni, di conseguenza - come ci diremo nel corso del prossimo dibattito consiliare su tutte le iniziative che ci sono - questa è la differenza tra chi fa minoranza e chi governa.
Aggiungo però un altro pezzo: esistono dei momenti, soprattutto nella declinazione di questi Piani, che io sto scoprendo un po' alla volta, parleremo poi dopo dei piani di riferimento per quanto riguarda la non autosufficienza, il discorso legato ad esempio alla povertà, per arrivare poi a parlare dei PUE e quant'altro in una logica di co-programmazione, co-progettazione, che seguono sempre lo stesso profilo e percorso di riferimento che tutti quanti noi o tutti coloro i quali la pensano in un modo piuttosto che in un'altro devono essere presenti a monte di tutto quanto quello che accade perché poi, a valle, si deve fare il meglio possibile e, a mio modesto avviso, l'atto di riferimento - tenendo conto che è partito nel 2019, è stato sospeso con tutto quello che poi dopo in una qualche maniera sta limitando - è il migliore degli atti possibili in questo momento dato.
Presidente - Sempre per il Governo, assessore Jean-Pierre Guichardaz ne ha facoltà.
Guichardaz J. (FP-PD) - Francamente non pensavo che il dibattito assumesse questa verve, questo vigore, un vigore che mi pare di cogliere ogni volta che si parla di questioni legate più che al genere, legate ai diritti quasi delle donne, in questo caso particolare, non solo delle donne, perché sappiamo che la violenza maschile contro le donne o la violenza di genere massimamente sulle persone più fragili, quindi all'interno del nucleo familiare, lei sa bene i dati sulle morti, sugli effetti della violenza sulle donne in particolare, ma anche sulle cosiddette "Vittime passive" che poi tanto passive non sono, perché i bambini che guardano, vedono e vivono il dramma delle violenze ripetute sulle proprie mamme, poi alla fine sono bambini che, come lei può leggere nel Piano strategico nazionale della violenza maschile contro le donne - lei ha citato il Piano, la invito a leggere la premessa - sono vittime che poi dopo, nel prosieguo della loro vita, adotteranno, proprio per una questione di imitazione... non lo dico io, lo dice il Piano che è stato approvato tra l'altro dal Governo nel quale era presente anche la sua forza politica, quindi evidentemente la sua forza politica ha fatto delle valutazioni che hanno ritenuto questi dati e queste considerazioni del tutto ovvi, neanche hanno dovuto attingere a chissà quali fonti scientifiche o quali altre fonti statistiche per capire che, quando si parla di violenza di genere, si parla generalmente dell'uomo sulle donne che tendenzialmente, nel caso specifico, nel 96% dei casi, agisce in maniera violenta, con effetti poi comunque sulla crescita dei figli.
Quindi rispetto a questo, la invito a leggersi la prima parte del Piano strategico nazionale sulla violenza contro le donne.
Riguardo alla questione della legge regionale, avete citato la legge regionale dicendo che in nessuna parte della legge del 2013, la n. 4, si parla dell'educazione alla relazione tra i sessi e al rispetto dell'identità sessuale eccetera, poi quel tipo d'indicazione è stata tradotta nel Piano 2015-2017 citando esattamente gli stereotipi. Contrariamente a quello che voi sostenete, il fatto di dire che da nessuna parte si parla di stereotipi di genere, non è vero, perché già il Piano, nell'area tematica formazione e nelle premesse, citava esattamente... (Interruzione fuori microfono) ...la legge regionale: "La Regione promuove progetti finalizzati alla realizzazione d'iniziative di prevenzione contro la violenza di genere, in particolare nelle scuole, nelle famiglie, di educazione al rispetto reciproco nelle relazioni tra i sessi e al rispetto dell'identità sessuale, religiosa e culturale, alla non violenza come metodo di convivenza civile".
Dopodiché dalla legge, lo sapete benissimo perché avete seguito meglio di me il processo di costruzione del Piano 2015-2017, viene redatto il Piano triennale degli interventi contro la violenza di genere 2015-2017, che peraltro ha lo stesso nome del Piano di cui stiamo discutendo oggi, senza una virgola modificata.
Nell'area tematica "Formazione" si parla ben più di una volta di stereotipi di genere e di stereotipati, una visione stereotipata, unidimensionale, riduttiva della violenza eccetera. La invito a leggere, poi dopo possiamo anche fare tutte le disquisizioni, visto che lei è professore e ci insegnerà probabilmente l'interpretazione autentica di ciò che è stato scritto, io la invito a leggere il Piano e a dirmi se non si cita la questione degli stereotipi.
In ogni caso, collega Perron, il Piano nazionale che voi avete approvato, glielo leggo perché almeno non ci sono dubbi: "Scuole e centri di formazione". Attraverso un lavoro con il Corpo docente..." questo non l'hanno scritto dei pericolosi comunisti, ma questa cosa è stata scritta dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, dal Ministero delle Pari opportunità e votata anche da voi, e dice: "Attraverso un lavoro con il Corpo docente e gli studenti per la prevenzione, intesa come lavoro di analisi di approfondimento sul rapporto tra generi, sul concetto di violenza e sulle sue diverse forme, sugli stereotipi culturali familiari attraverso interventi di raccordo con il Ministero dell'istruzione per affrontare il tema della relazione maschi-femmine nelle scuole, anche nell'ottica di un Piano programmatico da mettere a sistema in tutte le scuole su impulso del Ministero stesso, per il superamento della visione dei ruoli di genere, ancora ampiamente trasmessa attraverso materiale e programmi formativi in cui è assente un'attenzione specifica al tema della parità di genere e che favoriscono l'interiorizzazione di norme sociali e stereotipi di genere nel percorso di crescita e formazione".
Il punto 2 del Piano che avete votato anche voi a livello nazionale: "Interventi di informazione e sensibilizzazione finalizzati al contrasto degli stereotipi di genere, ancora presenti nei modelli sociali, incentrati sulla promozione di una cultura del rispetto reciproco e sulla stigmatizzazione della violenza maschile verso le donne, in particolare in ambito domestico" e avanti così con la parte relativa all'Università, con la parte relativa alla programmazione per la fascia 0-6 anni che prevede un approccio ...Io capisco che voi, quando si parla di stereotipi di genere, vi immaginate che ci debba essere necessariamente un approccio multi gender ...io non sono pratico, è molto più pratico lei, avendolo eventualmente studiato... lei ha studiato però è stato molto impreciso pure nel suo studio matto e disperatissimo che lei fa, è stato molto impreciso dicendo che da nessuna parte, collega Perron, è citata la questione degli stereotipi di genere... Lasci stare la legge perché il Piano si riferisce anche... (Interruzione fuori microfono) ...Allora lei vuole negare il fatto che il documento ispiratore del Piano ...non è il Piano strategico nazionale sulla violenza maschile contro le donne del 2021? Lasci stare la legge regionale, perché la legge regionale parla esattamente di quello, poi dopo, se non dice stereotipi di genere, evidentemente nel 2014... Poi è stato specificato che cosa significa.
Probabilmente lei, per stereotipo di genere, nella sua immaginazione, intende l'educazione delle povere generazioni... i maschi a diventare femmine, le femmine a diventare maschi con una deviazione, da quello che dice a me pare di capire quello.
Io le leggo semplicemente, relativamente agli stereotipi di genere, cosa dice nella sezione educazione "Save the Children" che nel documento ufficiale, sulla questione delle disuguaglianze e violenza di genere, dice nel 2021: "La violenza di genere è un fenomeno strutturale che affonda le sue radici nella disparità storica tra uomini e donne" - questi di "Save the Children" che fanno delle considerazioni poi non sono dei pericolosi comunisti - "Questa disuguaglianza ha una matrice socio-culturale basata sugli stereotipi di genere che, al contempo, la generano e la riproducono, come sottolineato anche dalla Convenzione del Consiglio d'Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica, e anche nella Convenzione di Istanbul è citato il termine "Stereotipo di genere". Poi se per voi "Stereotipo di genere" significa educare i maschietti a diventare femminucce, allora a questo punto probabilmente avete una vostra considerazione anche della classe docente peraltro, perché questo tipo di materia, rientra a pieno titolo nell'educazione civica e alla cittadinanza.
Allora le do la spiegazione, visto e considerato, ma è una spiegazione molto più autorevole che non la mia. Si dice: "Riconoscere i meccanismi che stanno alla base della violenza" - questo è uno degli obiettivi dell'educazione alla lotta contro gli stereotipi di genere - "E soprattutto riconoscere quanto essi siano radicati culturalmente, seppur inconsapevolmente, in ogni individuo, è essenziale per riflettere su quanto gli stereotipi e i pregiudizi influiscano sul nostro comportamento, sulle relazioni che intessiamo e, in generale, sulle scelte personali che compiamo. Stereotipi e pregiudizi infatti condizionano pensieri e azioni, costituiscono i mattoni con cui vengono costruiti i muri che separano le persone, impediscono la reciproca conoscenza e incentivano dinamiche di giudizio di conseguente non accettazione nei confronti di ciò che è diverso. Rappresentano dunque un ostacolo alla libera espressione di pensieri, emozioni, convinzioni personali, contribuendo a costruire una società basata sui limiti imposti da una rigida definizione dei ruoli che rappresenta un terreno di facile sviluppo di comportamenti violenti. La non violenza si definisce quindi come valore, come prassi, come scopo. É una scelta etica che si traduce in azioni e comportamenti finalizzati al raggiungimento di obiettivi di giustizia sociale".
Allora io, francamente, nel leggere il Piano strategico nazionale sulla violenza maschile, che non è la legge che ispira il Piano triennale sul quale noi oggi stiamo discutendo, ma, se mi permette, dal 2014 vi è stato un leggero ammodernamento anche del linguaggio, anche se poi il linguaggio che doveva essere un linguaggio innocuo è stato poi travisato, dandogli una connotazione diversa rispetto alla connotazione originale che è presente nel Piano! Il fatto che voi abbiate affermato che la dicitura "Stereotipi di genere" non esiste né per legge né in altri documenti ufficiali, è falso, perché è contenuto qua!
La legge regionale parla, esattamente come le ho detto prima, "Nelle scuole educazione al rispetto reciproco nelle relazioni tra i sessi e rispetto dell'identità sessuale".
Mi dica se non è riconducibile a ciò che è scritto nelle premesse del Piano.
È esattamente ciò che è lì e non è: "Educare le giovani generazioni alla logica o alla cultura transgender" o come la chiamate voi, che francamente è qualcosa che mi sfugge rispetto alla discussione che stiamo facendo oggi, ma è: "Educare i bambini, educare le persone, educare i docenti, formare i docenti, a individuare comportamenti e modalità - che possono sfuggire se qualcuno non è formato - che possono salvare delle vite, possono salvare delle persone".
Lei dice di no? Collega Perron, io ho la fortuna di avere due figlie e mi ritengo molto fortunato, ma come padre di due figlie - e io non so se lei ha delle figlie o se ha dei figli - come padre di figlie, io le posso dire che la sensibilità che ho acquisito rispetto a queste tematiche... poi lei vada via, faccia così... allora dice a noi che non accettiamo il dibattito... Bene. Il collega Perron per la cronaca, è uscito dall'aula, perché probabilmente il dibattito lo ha turbato, perché quando si parla di questioni di genere, evidentemente il collega Perron comincia ad avere delle turbe, immagino, perché se non fosse così, non capisco per quale motivo, ogni volta che si affrontano queste tematiche... (Interruzione fuori microfono) ...Siete voi che parlate fuori microfono e che mi avete mandato abbastanza a ramengo quattro o cinque volte. Vuole che le faccia vedere il gesto del collega Perron due o tre volte? Perché è facile poi richiamare il regolamento sul rispetto quando io sono stato mandato a ramengo, dopo che voi mi avete chiesto nello specifico di specificare di cosa si tratta.
Aggiungo ancora una cosa, riguardo alla questione dei maltrattanti, il progetto sui maltrattanti è previsto dal Piano 2015-2017: "Azioni concrete sui maltrattanti".
Il fatto che lei abbia detto inizialmente che questa cosa precede il Piano triennale di quest'anno, e quindi è fuori legge, non è vero, perché lo prevede già il 2015-2017.
Quindi, visto che voi vi ammazzate di studio, cercate di studiare un po' meglio e di andare a leggere tra le righe.
"Area tematica della formazione" - glielo faccio vedere - Che prevede esattamente quel tipo: "Sperimentazione di un servizio per maltrattanti".
Mi è sfuggito o vi è sfuggito?
Bravo, allora, vede, probabilmente gli è sfuggito, perché si vada a riascoltare e allora, riascoltando, si vedrà e sentirà che lei ha detto che queste cose sono azioni fuori dalla legge. Non sono azioni fuori dalla legge perché, guarda caso, era già previsto dal Piano precedente.
Spero di aver dato delle spiegazioni, poi magari riferite al collega Perron che è ancora fuori evidentemente ad aspettare che io finisca il mio intervento... ecco, è rientrato, ho finito l'intervento, quindi democraticamente lei se n'è andato nel momento in cui, dopo aver chiesto delle spiegazioni, noi gliele abbiamo fornite ma, evidentemente, non erano a lei gradite.
Presidente - Per dichiarazione di voto, consigliere Perron.
Perron (LEGA VDA) - Me ne sono andato perché lei continuava a dire cose che non c'entravano con la risposta, quindi se permette, per ascoltare cose sbagliate che lei continua a ripetere, io me ne vado e poi rientro quando devo parlare, ci sono anche le tv fuori, quindi ho ascoltato.
Quello che abbiamo detto noi è che nella legge regionale del 2013 non sono citati questo tipo d'interventi. Poi so benissimo che gli stereotipi di genere sono già presenti nella legge della buona scuola di Renzi, 2016, quindi le scuole possono farlo, nessuno ha detto che non possono farli. Io sto dicendo che voi li finanziate con una legge regionale, non mi venga a parlare del nazionale. Quando sarà Deputato, lo potrà fare, ma qua adesso lei è Assessore, c'è una legge di riferimento che non cita queste cose, che ha un finanziamento di 60 mila euro annui per la formazione che, moltiplicato per dieci anni che questa legge c'è sono 600 mila euro che saranno andati a qualcuno e andranno a qualcuno, perché queste cose non sono affatto casuali, certamente, quindi nella legge quella cosa non c'è, viene inserita nel Piano successivo, 2015-2017-2019; viene inserita dopo, è quello che noi contestiamo, infatti lei mi conferma che nella legge regionale 2013 non c'è un solo accenno agli stereotipi di genere né a educazione all'affettività e sessualità che invece compaiono nei Piani, che sia quello del 2015, che sia quello di oggi.
Sono cose che vengono messe in più, perché, giustamente, queste cose, questa propaganda, sta facendo passi da gigante, io capisco che lei debba difendere un po' di ortodossia di sinistra qua dentro - è chiaro, la capisco, riceve attacchi da tutte le parti, io la capisco perfettamente - però queste cose qua, le assicuro, non le conosce bene.
Le hanno dato una bella risposta adesso sicuramente gli apparati. Queste cose non le conosce, io non ho parlato di ideologia gender, che so benissimo che in sé non esiste così, ma è una semplificazione che facciamo noi per definire quelle teorie che dagli anni 60-70 hanno disgiunto l'idea di genere e sesso, che in realtà nel 99% dei casi, tranne quelli di disforia di genere, di cui poi parleremo, perché anche quelle sono questioni che trattano gli psichiatri e gli psicologi, non le associazioni, non le cooperative, chiaro?!
Genere e sesso vanno insieme in oltre il 98-99% dei casi. Per quei casi invece che hanno problemi, si chiama disforia di genere, ci sono dei numeri precisi su questo, ma quello riguarda l'altra legge.
Qui si parla di questioni, di presupposti del femminismo radicale, che lei sposa in pieno perché giustamente è la sua parte politica, ma di cui non capisce nulla. Glielo ribadisco, non ne capite nulla. Poi la vostra parte... legittimo, fatelo ma noi ve la smontiamo e voi non avete argomenti, ecco perché esco.
Quindi, ripeto, la legge è questa, non prevede queste cose.
Quindi per dichiarazione di voto, per l'ultimo minuto che resta, dico: volete procedere in questo? Volete procedere con il vento fortissimo che arriva a livello mondiale su queste tematiche, che andranno a destabilizzare quel poco che resta di stabilità che c'è ancora nelle persone, perché queste ideologie mirano a rasare tutto, sono rivoluzionarie, c'è chi è contento, c'è chi no, però questo sta avvenendo.
Quindi chi vota questa leggi sia consapevole di quello che sta facendo, sia consapevole che con questa legge e con i soldi che andranno per la formazione, perché quello abbiamo contestato, è inutile che mi viene a tirar fuori la questione ancora della violenza sulle donne, chi l'ha mai contestata? Chi l'ha mai contestata?!
È la formazione. Quindi chi voterà questa legge, permetterà a una parte politica ben precisa, a una parte ideologica ben precisa di andare nelle scuole a fare formazione, passando sopra a delle famiglie che legittimamente non si riconoscono in quei presupposti, a degli insegnanti che si beccheranno questo tipo di formazione, e li invito a rifiutare, come invito le famiglie quando arrivano queste cose a dire "No" e a portare via i figli da scuola anche temporaneamente, fuori, non vadano, e ai bambini e ai ragazzi. E ai ragazzi quelli grandi invito a fare lo stesso, che abbiano la scelta se sentire queste cose qua ideologiche oppure no, questa è libertà!
La vostra è propaganda. La nostra è libertà, la vostra è propaganda.
Presidente - Consigliere Manfrin, per dichiarazione di voto? Circoscriva il fatto personale.
Manfrin (LEGA VDA) - L'assessore Guichardaz ha attribuito al sottoscritto delle affermazioni rispetto al mancato rispetto della legge circa la questione della formazione degli operatori; ovviamente io non ho detto questo, quindi vorrei chiarire quello che ho detto perché probabilmente non è stato compreso.
Vede, assessore Guichardaz, io comprendo, e la vedo per la prima volta finalmente infervorato e me ne felicito, fino adesso ci ha soltanto letto delle risposte che le hanno preparato gli uffici... ma io non ho detto che c'è una legge o che il Piano è fuori legge perché c'è la formazione per operatori e in realtà questa è già stata fatta, prevista dal Piano.
In questo Piano, se lei prende pagina 14, leggerà che fra le azioni vi è scritto: "Progettare dei percorsi formativi volti a raggiungere gli obiettivi sotto specificati, preceduta da un'indagine conoscitiva volta a definire i bisogni formativi dei destinatari". Quindi qui c'è scritto: programmiamo dei percorsi formativi per realizzare gli obiettivi che sono sotto e prima facciamola procedere da un'indagine conoscitiva per definire i bisogni formativi.
Poi andiamo fra gli obiettivi e c'è scritto: "Dotare gli operatori di settore di strumenti professionali adeguati alla presa in carico degli uomini autori di violenza".
Questo significa che prima ci doveva essere uno studio, un'indagine conoscitiva, e poi bisognava realizzare l'obiettivo della presa in carico e della formazione degli operatori che poi dovranno confrontarsi con gli uomini autori di violenza.
Qui c'è un comunicato stampa dove il 17 di marzo si dice: "Avvio del progetto di formazione per operatori di settore".
Qui c'è un Piano che dice: facciamo un'indagine conoscitiva e poi formiamo le persone sulla base dei bisogni, e qui c'è un comunicato stampa che, senza che il Piano sia stato approvato, dice "Abbiamo già avviato una cosa".
Capisce che ha detto una cosa inesatta, Assessore?
Presidente - Per dichiarazione di voto, consigliere Baccega e consigliera Minelli in seguito. Ne ha facoltà per dichiarazione di voto.
Baccega (FI) - È stato un dibattito piuttosto corposo. Nel mio primo intervento ho semplicemente sfiorato il tema degli uomini, che non sono considerati in questo percorso e in questo Piano triennale, poco considerati; il collega Manfrin ha detto due righe, credo due righe e mezzo, insomma, alla fine. Faccio una riflessione sulle tre tipologie di violenza che sono normalmente rappresentate: la violenza domestica, la violenza assistita e l'abuso sessuale. Lasciamo da parte l'abuso sessuale, che è decisamente preoccupante, ma la violenza domestica è relativa a ogni forma di abuso psicologico e la violenza assistita è quella che viene - abuso psicologico - verificata quando i bambini sono spettatori di qualsiasi forma di violenza e di maltrattamento.
Ora nella mia esperienza di Assessore alla casa del Comune di Aosta, dove partecipavo ogni settimana alle riunioni della Commissione di ERP e prendevo atto delle relazioni sociali e successivamente, nella mia esperienza di venti mesi di Assessore ai servizi sociali della Regione, di casi ne ho visti davvero troppi, casi in cui gli uomini erano considerati fetecchie rispetto al loro ruolo in una famiglia, uomini buttati fuori di casa, magari con interpretazioni dei Giudici abbastanza particolari, perché le relazioni fatte da donne erano tutte in quella direzione. Ecco perché mi aspettavo da questo documento una maggiore attenzione rispetto agli uomini.
Credo che da questo punto di vista le risposte che sono state date sono state abbastanza fumose, rimane quel pensiero che una propaganda di sinistra si sta facendo breccia all'interno di questa regione, una propaganda che noi, in qualche modo, vorremmo cercare di contrastare, perché dobbiamo andare nella direzione di un'educazione di parità e non di genere.
Quindi il nostro voto sarà un voto di astensione rispetto a questa norma.
Presidente - Consigliera Minelli ne ha facoltà, sempre per dichiarazione di voto.
Minelli (PCP) - Per ribadire la nostra intenzione di voto favorevole al Piano, nonostante riteniamo che in alcuni suoi punti avrebbe potuto essere più incisivo, e nella direzione contraria a quella che invece è stata rappresentata fin qui dai colleghi che, invece, sono contrari al Piano stesso.
Siamo convinti e assolutamente consapevoli - e quindi in questo rassicuro anche chi ha detto "Siate consapevoli di quello che farete" - siamo convinti e consapevoli che, per contrastare la violenza di genere, sia necessario mettere in campo delle azioni di formazione, oltre che di informazione, delle azioni di tipo anche educativo, che vanno nella direzione di utilizzare le possibilità che ci sono anche all'interno di attività scolastiche, di educazione al rispetto delle differenze di genere e di contrasto agli stereotipi.
Questi contenuti sono presenti nei piani che sono stati votati da molte Regioni italiane, comprese quelle che non sono a maggioranza di sinistra o di centro sinistra che dir si voglia.
Io ritengo che il Piano che è stato scritto sia un piano in linea con quelli che ho avuto modo di vedere che riguardano altre Regioni, non sia particolarmente femminista, estremista, ma sia un Piano che contiene delle indicazioni che sono legate a dati, a situazioni certificate, ad altre di cui gli studi ci dicono che dobbiamo fare attenzione perché c'è un grande sommerso, quindi mi sembra che siamo assolutamente in linea con quella che è una situazione da Paese, da Regione, che è calata sulla realtà del 2023.
Ci sono stati dei discorsi che ho sentito fare e che mi hanno addirittura per certi momenti fatto pensare di essere piombata in un discorso legato al passato o su un pianeta sconosciuto.
Prendo atto del fatto che siamo stati in tanti oggi tacciati di ignoranza, di totale non conoscenza della situazione, per dirlo con un eufemismo, perché poi le parole sono state più pesanti. Se l'ignoranza riguardo a questi argomenti è avere la possibilità di essersi confrontati con studi e dati pubblici che sono evidentemente diversi da quelli che ha citato il collega Perron, studiosi in America eccetera eccetera, va bene così. Noi viviamo su questa terra e prendiamo atto di una situazione che è sotto gli occhi di tutti.
Una regione che ha un dato come quello che ho evidenziato poco fa, quando ho fatto il mio intervento per quello che riguarda la violenza di genere, ha il dovere di votare al più presto un Piano che vada in direzione di contrasto a quella violenza.
Presidente - Consigliere Padovani per dichiarazione di voto.
Padovani (FP-PD) - Per dichiarazione di voto, per ribadire quanto questo Piano per noi sia importante, un Piano che ha in pancia azioni di prevenzione, di formazione e di sostegno alle vittime di violenza: prevenzione che, come ho detto prima, è il tassello fondamentale per estirpare questa piaga dalla nostra società; formazione che è fondamentale per formare - scusate il bisticcio di parole - il personale affinché questa piaga venga estirpata e sostegno a quelle tante e troppe vittime che ancora, purtroppo, ci sono nella nostra Regione.
A teorie che per quanto mi riguarda hanno la stessa adesione alla realtà dell'isola che non c'è non voglio rispondere. Voteremo convintamente questo atto.
Presidente - Altre dichiarazioni di voto? Altrimenti passiamo al testo dell'atto amministrativo. Cominciamo con gli emendamenti. Come dicevo sono stati depositati quindici emendamenti dal Gruppo della Lega, cinque emendamenti, uno dalla maggioranza e uno dalla maggioranza e del gruppo PCP.
Iniziamo con l'emendamento n. 1 della Lega che riguarda il titolo. Per illustrare l'emendamento n. 1 della Lega, Consigliere Manfrin.
Manfrin (LEGA VDA) - Illustro quest'emendamento anche rispondendo in parte a quello che prima l'assessore Guichardaz contestava; l'assessore Guichardaz contestava l'uscita del collega Perron dall'aula, però quando intervenivo e spiegavo gli emendamenti lui non c'era, quindi, a beneficio anche del dibattito, è opportuno che lo illustri, così anche lui potrà prenderne atto e leggerlo, perché questo Piano, che è eccezionale, fenomenale e deriva da un sacco di cose bellissime fatte anche dal Governo nazionale che, purtroppo, ha visto anche la nostra presenza, perché ovviamente era un Governo che doveva evitare che certe cose venissero fatte passare così in cavalleria e qualche boccone amaro e più di qualche abbiamo dovuto ingoiare, e questo è uno di quelli; a prescindere da questo, come ho detto all'inizio, il Piano che è assolutamente perfetto e assolutamente impossibile da perfezionare ulteriormente, si chiama Piano contro la prevenzione della violenza di genere per il periodo 2022-2024. Siamo nel 2023, per cui questo Piano e questo emendamento semplicemente modifica la definizione e lo trasforma da 22-24 a Piano per il periodo 23-25.
Presidente - Altri interventi su questo emendamento? Altrimenti lo metto in votazione. Non vedo altri interventi, pertanto mettiamo in votazione questo primo emendamento. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti, votanti e favorevoli: 33
L'emendamento è approvato all'unanimità.
Possiamo passare all'emendamento n. 2, sempre della Lega. Qualcuno vuole illustrarlo? Si è prenotato il consigliere Manfrin, ne ha facoltà.
Manfrin (LEGA VDA) - Non illustrerò tutti gli emendamenti - lo preciso all'Aula, perché vedo già qualche collega preoccupato - però ci tengo particolarmente, Assessore, a questo emendamento. Lei prima è intervenuto e io, quando lei adombrava la possibilità che i nostri tentativi e i nostri interventi fossero tesi a stimolare degli interventi dell'altra parte e a prendere all'amo qualcuno, io, Assessore, ho scosso con veemenza il capo e le ho detto di no, perché, banalmente, non era questa l'intenzione. Credo che questo sia davvero uno dei cuori pulsanti della serie di emendamenti che abbiamo presentato, perché al punto 5 delle azioni in questa pagina, viene proprio scritto: "Promuovere azioni dedicate ai giovani e quindi all'educazione nelle scuole e all'intera popolazione per parlare di educazione all'affettività, di sessualità, di consapevolezza del proprio corpo e di diversità di genere".
L'assessore Guichardaz probabilmente non sarà d'accordo, però nella nostra legge regionale non vi è traccia della necessità d'introdurre l'educazione all'affettività o alla sessualità fin dalle scuole dell'infanzia.
Io glielo dico, lei non c'era in Commissione, in V Commissione abbiamo illustrato questo punto alla dottoressa Mauro che è venuta qui in audizione e le abbiamo detto: "Ci scusi, dottoressa Mauro, ma con questo punto all'interno delle azioni, potrebbe essere che un'associazione va in una scuola dell'infanzia e parla di educazione sessuale ai bambini dell'infanzia? ". La dottoressa Mauro ha risposto di sì.
Quindi quest'emendamento toglie semplicemente quest'azione da quelle che si portano avanti nel Piano di prevenzione di genere, perché non c'è bisogno di educazione sessuale nelle scuole dell'infanzia o primarie o quant'altro, esattamente in linea con quello che dice la Costituzione.
Questa è una proposta banale ma riteniamo importante che venga approvata.
Se poi provo a tradurre e decodificare l'intervento dell'assessore Marzi, proprio per essere al massimo costruttivo, quando lei dice, Assessore, che questa è una cornice e poi ci saranno i decreti applicativi con delibera, Assessore, però lei ci fa un torto, perché non è che dice: "Va beh, ma qui scriviamo tutto quello che vogliamo, scriviamo che facciamo la pace nel mondo, risolviamo la fame e tutto il resto" e poi con le delibere diciamo :"Va beh, ma non la fame nel mondo, diciamo che a mezzogiorno io vado a mangiare così abbiamo risolto il problema".
Non è questo il punto, il Piano deve prevedere delle azioni che si possono mettere in campo, e io ritengo che dare la possibilità di mettere in campo iniziative di questo tipo sia molto pericoloso.
Questo sì, non è previsto nella legge regionale, nella legge regionale, Assessore Guichardaz, non c'è alcun accenno all'educazione sessuale nelle scuole dell'infanzia, e quindi io le chiederei... nessun Piano nazionale parla di educazione sessuale all'interno delle scuole, nessun riferimento dice una cosa di questo tipo, l'introduzione di questo punto è assolutamente pericoloso, assolutamente pericoloso, e vi chiedo cortesemente, e ve lo dico con il cuore in mano, per la nostra comunità, per il futuro dei nostri bambini, non permettiamo che azioni di questo tipo vengano portate all'interno delle scuole, men che meno nelle scuole dell'infanzia.
Quindi con questo emendamento semplicemente si va a togliere questa singola azione.
Presidente - Si è prenotato l'assessore Marzi, ne ha facoltà.
Marzi (SA) - L'emendamento n. 2 non può essere approvato in quanto non è assolutamente in linea con il Piano strategico nazionale sulla violenza maschile contro le donne 21-23 e con la Convenzione di Istanbul, ratificata dall'Italia con legge 77/2013.
Presidente - Consigliera Minelli, per dichiarazione di voto sull'emendamento.
Minelli (PCP) - Per annunciare il voto contrario. l'assessore Marzi mi ha preceduta perché erano le stesse identiche cose che avevo intenzione di dire.
Questo principio sta nel Piano nazionale, sta nella Convenzione di Istanbul, vorrei anche leggere che cosa si propone di sopprimere: "Promuovere azioni dedicate ai giovani e quindi all'educazione nelle scuole e all'intera popolazione, per parlare di educazione all'affettività, di sessualità, di consapevolezza del proprio corpo e di diversità di genere".
Credo che non ci sia proprio nulla di pericoloso nel credere invece che questa azione vada contemplata nel Piano, e devo anche dire che mi sembra che è un po' strumentale quello che è stato evidenziato a proposito della risposta che è stata data in Commissione, perché di fronte alla domanda "Se queste azioni potevano essere effettuate anche nella scuola dell'infanzia", la risposta è stata positiva ma non è stato detto soltanto questo, è stato anche detto che ogni scuola, ogni istituzione, ogni realtà, valuta, sulla base dei suoi alunni, dei suoi programmi eccetera eccetera, e mette in campo delle azioni che sono mirate.
Quindi io sono abbastanza fiduciosa rispetto alla sensibilità degli insegnanti di ogni scuola di ordine e grado, sono sicura che, con le dovute sensibilità e con la formazione che dovrà essere fatta loro, i nostri insegnanti saranno in grado di operare in maniera corretta per arrivare davvero a una prevenzione della violenza che passa anche attraverso questi aspetti.
Presidente - Si mette in votazione l'emendamento n. 2 della Lega. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 35
Votanti: 16
Favorevoli: 14
Contrari: 2
Astenuti: 19 (Barmasse, Bertin, Bertschy, Carrel, Caveri, Chatrian, Cretier, Grosjacques, Guichardaz Jean-Pierre, Jordan, Lavevaz, Malacrinò, Marguerettaz, Marzi, Padovani, Rollandin, Rosaire, Sapinet e Testolin).
L'emendamento non è approvato.
Adesso il sub emendamento della maggioranza, che incide sul terzo emendamento della Lega, è un sub emendamento sostitutivo dell'emendamento in questione. L'assessore Marzi per l'illustrazione, ne ha facoltà.
Marzi (SA) - Accogliendo in maniera positiva, sia per quanto riguarda l'emendamento n. 3 che l'emendamento n. 5, che, con questa mia presentazione risulterà essere rappresentato, proponiamo che, dopo la parola "Operativi", a pagina 12 in area tematica della prevenzione al punto 1 degli obiettivi, vengano inserite le parole "E in linea con quanto previsto dal testo unico dei doveri del giornalista".
Presidente - Se non ci sono altre richieste, mettiamo in votazione. Non vedo richieste, posso mettere in votazione il sub emendamento. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 35
Votanti: 33
Favorevoli: 33
Astenuti: 2 (Guichardaz Erika e Minelli).
Il sub emendamento è approvato, il terzo emendamento della Lega decade.
Quarto emendamento della Lega. Si è prenotato il consigliere Manfrin per l'illustrazione.
Manfrin (LEGA VDA) - In linea con quello che abbiamo esposto in apertura di questo Piano, il Piano è gravemente mancante di una sua parte fondamentale e a pagina 12, nelle azioni che vengono portate avanti, abbiamo ritenuto di dover assolutamente intervenire e riempire questo vuoto, e lo abbiamo fatto semplicemente citando un pezzo, un paragrafo della Convenzione di Istanbul. Quindi con l'approvazione di questo emendamento, si inserirebbe, nella voce "Azioni", un'azione in più che è questa, che è stata completamente purtroppo dimenticata: "Promuovere azioni di sensibilizzazione, riconoscendo con profonda preoccupazione che le donne e le ragazze sono spesso esposte a gravi forme di violenza, tra cui la violenza domestica, le molestie sessuali, lo stupro, il matrimonio forzato, i delitti commessi in nome del cosiddetto onore e le mutilazioni genitali femminili, che costituiscono una grave violazione dei diritti umani delle donne e delle ragazze, il principale ostacolo al raggiungimento tra la parità dei sessi".
Riteniamo che questo pezzo, che è stato completamente dimenticato dal Piano, sia un pezzo assolutamente fondamentale e che dovrebbe esserne ricompreso.
Presidente - Consigliera Minelli, ne ha facoltà.
Minelli (PCP) - Per dire che le forme di violenza che sono state elencate - la violenza domestica, le molestie sessuali, lo stupro, il matrimonio forzato, i delitti commessi in nome del cosiddetto onore e le mutilazioni genitali femminili - non sono il principale ostacolo al raggiungimento della parità fra i generi, sono delle violenze e non sono il principale ostacolo al raggiungimento della parità di genere.
Dire questo è banalizzare quello che avete scritto.
Presidente - Se non vi sono altre richieste, mettiamo in votazione. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 35
Votanti: 16
Favorevoli: 14
Contrari: 2
Astenuti: 19 (Barmasse, Bertin, Bertschy, Carrel, Caveri, Chatrian, Cretier, Grosjacques, Guichardaz Jean-Pierre, Jordan, Lavevaz, Malacrinò, Marguerettaz, Marzi, Padovani, Rollandin, Rosaire, Sapinet e Testolin).
L'emendamento non è approvato.
Adesso viene emendato il sub emendamento della maggioranza e di PCP che incide sul quinto emendamento della Lega. È un emendamento sostitutivo. L'emendamento è già stato illustrato, pertanto se non ci sono interventi, mettiamolo in votazione.
La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti, votanti e favorevoli: 35
Il sub emendamento è approvato all'unanimità. Decade il quinto emendamento della Lega.
Passiamo ora al sesto emendamento della Lega. Consigliere Manfrin per illustrare l'emendamento.
Manfrin (LEGA VDA) - Gli emendamenti - così faccio un'illustrazione unica -, che sono i 6, 7, 8, 9, 10 e a seguire, sono emendamenti che sostanzialmente tolgono le istituzioni scolastiche dalla promozione di alcune azioni, che sono quelle che abbiamo illustrato e su cui ci siamo spesi credo in maniera importante fino a questo momento.
Quindi, approvando questi emendamenti, si va a togliere il coinvolgimento sia delle istituzioni scolastiche che potranno decidere ovviamente in autonomia, sia dell'Università della Valle d'Aosta.
Per quanto riguarda quello che giustamente ha detto la collega Minelli prima, io le faccio rispettosamente notare che quello che abbiamo voluto inserire sulle mutilazioni e quant'altro è scritto nella Convenzione di Istanbul, quindi può, se si sente superiore alla Convenzione di Istanbul, andare direttamente a bussare a chi l'ha scritta e sicuramente verranno recepite le sue indicazioni.
Presidente - Mettiamo in votazione l'emendamento n. 6 della Lega. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 35
Votanti: 16
Favorevoli: 14
Contrari: 2
Astenuti: 19 (Barmasse, Bertin, Bertschy, Carrel, Caveri, Chatrian, Cretier, Grosjacques, Guichardaz Jean-Pierre, Jordan, Lavevaz, Malacrinò, Marguerettaz, Marzi, Padovani, Rollandin, Rosaire, Sapinet e Testolin).
L'emendamento non è approvato.
Sono stati illustrati tutti i seguenti emendamenti. Posso dare lo stesso risultato per l'emendamento n. 7? Stesso risultato per l'emendamento n. 7, n. 8, n. 9 e n. 10. L'emendamento n. 11 viene illustrato. Il consigliere Perron si è prenotato.
Perron (LEGA VDA) - Illustro io entrambi, tanto la questione ormai si è capita, le idee sul tavolo ci sono già da un bel momento.
Abbiamo tolto gli interventi riguardanti la scuola non perché non sapessimo che sono previsti in legge, ma perché per noi ci sono interventi che sono nuovi rispetto a quello. Quindi, in incoerenza con il principio logico, li abbiamo tolti. Non sono stati approvati. L'11 bis invece, la possibilità di redenzione anche ultraterrena, forse anche per l'assessore Marzi - che non posso offrirle io, gliel'offrirebbe sicuramente il collega Distort - è quella di mettere questi interventi in "Un percorso che sia da effettuarsi in orario pomeridiano con progetti extracurricolari", cioè lasciare la libertà che questi progetti - che, ripeto, saranno finanziati in teoria per 60 mila euro l'anno, poi bisognerà vedere giustamente le varie delibere eccetera - questi interventi che verranno finanziati recepiti certamente da associazioni - e che quindi vedranno un intervento poi nella scuola - vengano messi di modo che i genitori, che gli alunni, che gli insegnanti, possano scegliere, possano avere la libertà di dire che questo tipo di approccio - che, ripeto, è ideologico - lo condividono oppure che, in ossequio alla Costituzione, - che, ripeto, all'articolo 30 stabilisce che l'educazione spetta ai genitori - possano dire legittimamente no, e non perché sono persone brutte e cattive, ma semplicemente perché non aderiscono a quei presupposti.
È una proposta che credo assolutamente sensata e, ripeto, parla di libertà dell'insegnamento e non di cose calate dall'alto, quindi la mettiamo sul tavolo.
Chiudo soltanto dicendo che il fatto che ci siano leggi nazionali - quindi le scuole possono tranquillamente fare progetti di quel tipo, però nella loro autonomia scolastica e con i loro fondi, ed è possibile farlo già dal 2016 - non è un problema, ciò non significa che per forza gli interventi regionali che decidiamo qua... che un parlamento sovrano possa decidere di non finanziare certe cose.
Io credo che chiunque si dichiari autonomista qui dentro possa pensare che certe cose possiamo anche non finanziarle, ce ne sono già a livello nazionale e quindi facciamo altro, abbiamo la libertà di autodeterminarci quantomeno su queste questioni quando c'è da finanziare qualcuno.
Presidente - Mettiamo in votazione, se non vi sono altri interventi, l'emendamento n. 11 della Lega. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 35
Votanti:16
Favorevoli 14
Contrari: 2
Astenuti: 19 (Barmasse, Bertin, Bertschy, Carrel, Caveri, Chatrian, Cretier, Grosjacques, Guichardaz Jean-Pierre, Jordan, Lavevaz, Malacrinò, Marguerettaz, Marzi, Padovani, Rollandin, Rosaire, Sapinet e Testolin).
L'emendamento n. 11 non è approvato.
Posso dare lo stesso risultato per il sub emendamento n. 11bis della Lega? Stesso risultato. Stesso risultato per l'emendamento n. 12 e n. 13.
Si è prenotato il consigliere Manfrin per illustrare l'emendamento n. 14.
Manfrin (LEGA VDA) - Credo che anche questo sia un punto che abbiamo dibattuto lungamente e che va a rispondere a una criticità che abbiamo rilevato in tutto il documento. Il documento in effetti dice due righe che sono illuminanti. É stato detto, credo proprio dall'assessore Guichardaz, che ha citato dei dati non so tirati fuori da dove, probabilmente dati che si è inventato in questo momento, ma questi recentissimi dati che si è inventato sul momento gli dicono che il 96-98% sono tutti contro le donne.
Credo che gli stessi studi promossi a livello regionale - in base ai risultati c'è stata una promozione piuttosto interessante, soprattutto da parte delle associazioni - dicono che c'è una percentuale di uomini, che assomma a circa al 30%, che purtroppo è oggetto di violenze e che subisce la violenza, sia essa molestia sessuale sia essa violenza fisica o psicologica, ho portato più volte in quest'Aula l'esempio concreto di un padre che è stato purtroppo accoltellato, strangolato e su cui sono state fatte ricadere delle colpe che non erano sue.
Con questo emendamento noi inseriamo a pagina 18, nell'area tematica "Protezione e sostegno" un'azione molto banale.
Oggi il vicepresidente Bertschy ci ha detto che la Consigliera di parità non può fare e non fa alcuna azione di sostegno né psicologico né di altro tipo, ma semplicemente si occupa di questioni lavorative.
Ottimo, bene. Quindi in un'ottica di prevenzione della violenza e di supporto, visto che c'è un centro antiviolenza per le donne a cui le donne possono rivolgersi in caso di violenza, quest'emendamento introduce un punto, ovvero la creazione di un servizio di supporto psicologico per uomini oggetto di violenza, un supporto che in questa regione manca e che sicuramente potrà lavorare in maniera assolutamente opportuna e sostenere le decine di uomini - sono gli stessi di cui parlava il collega Baccega - che purtroppo denunciano quotidianamente delle violenze che spesso sono psicologiche, ma non per questo sono meno importanti e non vanno considerate.
Quindi preghiamo ovviamente di poter accogliere quest'emendamento che potrebbe davvero introdurre un elemento di novità all'interno di questo Piano.
Presidente - Si è prenotato l'assessore Marzi, ne ha facoltà.
Marzi (SA) - L'emendamento non è accoglibile, quindi ci asterremo in quanto a oggi esiste già, presso l'Azienda USL, un servizio di supporto psicologico erogato in favore di tanti multi target, compresi gli uomini sottoposti a violenza.
Presidente - Se non vi sono altri interventi, mettiamo in votazione l'emendamento n. 14 della Lega. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 35
Votanti: 16
Favorevoli: 14
Astenuti: 21 (Barmasse, Bertin, Bertschy, Carrel, Caveri, Chatrian, Cretier, Grosjacques, Guichardaz Erika, Guichardaz Jean-Pierre, Jordan, Lavevaz, Malacrinò, Marguerettaz, Marzi, Minelli, Padovani, Rollandin, Rosaire, Sapinet e Testolin).
L'emendamento non è approvato.
Mettiamo ora in votazione l'atto amministrativo con gli allegati al Piano, compreso l'allegato. La votazione è aperta. La votazione è chiusa.
Presenti: 35
Votanti: 21
Favorevoli: 21
Astenuti: 14 (Aggravi, Baccega, Brunod, Distort, Foudraz, Ganis, Lavy, Lucianaz,
Manfrin, Marquis, Perron, Planaz, Restano e Sammaritani).
Il Piano sulla violenza di genere è approvato.