Objet du Conseil n. 2323 du 19 avril 2023 - Resoconto
OGGETTO N. 2323/XVI - Interrogazione: "Informazioni circa lo studio scientifico finalizzato alla definizione dello stato quantitativo e qualitativo della pernice bianca e lepre variabile".
Bertin (Presidente) - Punto n 14. Risponde l'assessore Carrel.
Carrel (PA) - Con quest'interrogazione la consigliera Minelli ci chiede: "quali documenti dell'Assessorato competente risalenti al 2020 affermano che le due specie sopracitate non sono assolutamente minacciate dal rischio di estinzione". I documenti sono stati forniti nell'agosto del 2020 in occasione del ricorso al TAR contro il calendario venatorio promosso dal Comitato regionale per la gestione venatoria e la Struttura Flora e fauna ha trasmesso all'Avvocatura regionale, e per conoscenza alla Presidenza del Consiglio, una nota sulla pernice bianca e sulla lepre variabile in cui si fanno tutti gli approfondimenti che sono stati citati sia dal collega Sammaritani, sia nella mozione da lei citata, il protocollo è il n. 9951 del 27 agosto del 2020.
La seconda domanda è: "se e a chi è stato affidato lo studio scientifico finalizzato alla definizione dello stato quantitativo e qualificativo delle specie previsto dalla mozione del 7 dicembre del 2019". Qui vi è una distinzione perché, per quanto riguarda la pernice bianca, è indagata all'interno di uno studio per la revisione del piano regionale faunistico venatorio, mentre, per quanto riguarda la lepre variabile, è stato affidato uno studio coordinato da Oikos di Milano, che vanta una grande esperienza e numerosi studi sulla demografia e sulla dinamica di popolazione della lepre variabile, a conferma di quanto avevo già evidenziato non così nello specifico proprio nella risposta al punto n. 20 citato appunto dalla sua interrogazione.
Infine "quali siano i tempi previsti per la consegna dello stesso..." e se sia intenzione di aprire alla possibilità di cacciare la lepre variabile e la pernice bianca prima di questo studio. Quello che ho detto e ripeto - e colgo l'occasione proprio per specificare ancora meglio - è che i dati di questi studi sarà possibile confrontarli insieme alla struttura dirigenziale competente a fine estate, la caccia sarà aperta alla lepre variabile e alla pernice bianca nel calendario venatorio ovviamente esclusivamente se i dati lo consentiranno. Questo è l'impegno che ci eravamo presi durante la discussione dell'altro punto e durante la mozione. Noi quindi andremo ad approvare un calendario venatorio che prevede la possibilità di aprire ma non sarà aperta fintanto che non avremo lo studio specifico e la possibilità di capire quanto e come si può cacciare.
L'ultimo aspetto che lei ha sottolineato nella sua interrogazione è quello riguardante il monitoraggio in collaborazione con il Comitato caccia. I risultati non sono stati sufficienti e di questo ne abbiamo già parlato anche con il Comitato caccia e per questo motivo è stato necessario e fondamentale esternalizzare questo servizio proprio per avere tutti i dati per poter prendere poi una decisione in merito. Questa è un po' la situazione e lo stato dell'arte sulla lepre bianca e sulla pernice.
Presidente - Replica la consigliera Minelli.
Minelli (PCP) - Grazie Assessore per le risposte che fanno un po' di chiarezza perché io ho fatto l'interrogazione anche avvalendomi del resoconto della precedente risposta e c'erano degli elementi che non erano assolutamente chiari, a partire dall'ultimo che lei ha citato, cioè il monitoraggio. Da quel resoconto sembrava che la decisione sarebbe stata presa in base ai risultati di un monitoraggio esternalizzato, cioè quel monitoraggio in collaborazione con il Comitato; invece lei mi dice ora che da quei dati non ci sono state risposte sufficienti e vorrei capire poi anche meglio in che senso non sono state sufficienti.
Quello che vorrei far notare però è che la mozione del 2019, che chiedeva quello studio scientifico - peraltro chiedeva di sospendere per non meno di cinque anni le attività venatorie - è stata disattesa con il voto dell'autunno scorso, ma prevedeva nel 2019 uno studio scientifico. Noi oggi siamo ad aprile 2023, sono passati tre anni e mezzo, periodo in cui c'è stata la sospensione... ma dovevano proprio essere gli anni in cui fare le valutazioni riguardo a queste due specie. Non ho capito bene perché è stato deciso di fare due percorsi separati per quello che riguarda la lepre e la pernice, vedremo gli esiti di questo studio. Io avevo fatto un accesso agli atti per chiedere delle informazioni a ottobre, subito dopo la discussione di quella mozione e non avevano dato frutto, nel senso che mi era stato detto che non c'era lo studio, soltanto questo.
Non abbiamo informazioni circa i documenti relativi al 2020, quelli che hanno fatto da base per la questione legata al ricorso al TAR, ricorso che ricordo peraltro è stato perso dal Comitato caccia ed è stata confermata la bontà del percorso che l'Amministrazione aveva seguito dopo quel voto alla mozione; una mozione che, a mio avviso, avrebbe dovuto arrivare a termine, cioè ai suoi 5 anni, o comunque a termine con quello studio che ancora non c'è. Noi continuiamo a pensare e a sostenere che la scelta che è stata fatta a ottobre sia sbagliata.
Volevo fare due osservazioni sulla queste due specie, che hanno una loro particolarità. Si tratta - soprattutto per quello che riguarda la pernice bianca - di relitti artici e sicuramente l'accelerazione dei cambiamenti climatici e l'aggravarsi della scarsità di precipitazioni nevose di questi ultimi anni, come anche l'innalzamento delle temperature, costituiscono delle condizioni che ragionevolmente possono incidere negativamente sulla presenza delle due specie anche nel nostro territorio. In occasione della Giornata della fauna selvatica di un mese e mezzo fa, del 3 marzo, in un rapporto del WWF si ricordava che la pernice bianca negli ultimi cinque anni è entrata tra le specie italiane in via di estinzione a causa dell'attività venatoria e del cambiamento climatico; il WWF indica queste due cause come le più importanti. È vero che fino a pochi anni fa la specie era ritenuta in alcune zone in buono stato di conservazione, oggi invece è stata inserita nella lista rossa delle specie a rischio di estinzione, classificata con l'aggettivo di "vulnerabile", e anche a livello europeo rispetto al passato è classificata come specie 3, così è evidenziato dall'organismo BirdLife International. Secondo questo organo, la pernice è l'esempio più evidente di come i cambiamenti climatici abbiano una conseguenza diretta sugli uccelli selvatici e sul loro habitat. È già praticamente sparita dalle Prealpi ed è sempre a quote più alte per quello che riguarda le Alpi. Non si tratta poi però, per quello che riguarda la caccia, di una questione di contenimento o di abbattimento selettivo come accade per altre specie: penso ai cinghiali per esempio, questo è un discorso completamente diverso. L'auspicio quindi è che lo studio che è stato richiesto a suo tempo sia al più presto terminato e ovviamente, come lei ha detto, e spero che sia così, sia alla base della scelta definitiva per la riapertura della prossima stagione venatoria.