Objet du Conseil n. 2159 du 12 janvier 2023 - Resoconto
OGGETTO N. 2159/XVI - Interpellanza: "Visione di progettazione e risorse economiche dei lavori di ristrutturazione della sede dell'Istituto Manzetti di Aosta".
Bertin (Presidente) - Punto numero 40. Si è iscritto il consigliere Distort, ha facoltà.
Distort (LEGA VDA) - In data 14 novembre 2022, la Giunta Regionale ha approvato da deliberazione 1388, relativa all'approvazione ai sensi dell'articolo 23 del Decreto Legislativo 50/2016 del progetto di fattibilità tecnica ed economica dei lavori di ristrutturazione per adeguamenti normativi dell'edificio scolastico sito in via Festaz in comune di Aosta. Approvazione di spesa.
Si tratta dell'attuale edificio Manzetti. Il progetto prevede la demolizione dell'attuale edificio, la realizzazione di un nuovo fabbricato, e tale iniziativa edilizia prevede un costo stimato a baste d'asta per l'appalto che si aggira sui 14 milioni di euro e - come è spiegato dall'assessore Marzi - entro l'anno verrà avviata la procedura per l'affidamento della progettazione definitiva.
Alcune anticipazioni progettuali: la nuova scuola cinque piani fuori terra avrà dimensione un po' diversa da quella attuale, con il lato est che sarà costruito a una distanza maggiore dalla facciata lunga dell'ex collegio Saint Benin, e dunque l'edificio sarà più stretto dell'attuale.
Molto probabilmente questa diversa impostazione del sedime del fabbricato dipende sicuramente a garantire una distanza minima di rispetto dal complesso monumentale di Saint Benin, però anticipo già che, semplicemente allargando la quintana - questo spazio tra gli edifici io lo chiamo quintana - allargando la quintana non è che si garantisca la tutela e la valorizzazione dell'edificio storico, del bene culturale. Con questo chiaramente io non è che stia criticando i lavori dei miei colleghi progettisti, ci tengo a mantenere corretta la mia iscrizione all'Ordine, intonsa da eventuali richiami disciplinari. Però, evidentemente, i progettisti hanno svolto quanto è stato richiesto nel bando, indubbiamente. Quindi la critica si rivolge alla committenza. Ricordo che per critica io intendo un richiamo etimologico alla parola "Krino", giudicare, distinguere, discernere, e quindi la critica non è semplicemente una accusa, ma è uno stimolare una capacità di osservazione, una capacità di analisi. E allora noi ci chiediamo quale senso di osservazione, quale capacità di analisi è stata posta in atto dal Governo regionale nel momento in cui è stata affidata alla struttura regionale competente la redazione del bando di conferimento dell'incarico per lo studio di fattibilità, e nel bando vengono chiaramente esplicitati i desiderata della committenza.
Ci chiediamo poi a cosa sia servita l'interpellanza con la quale il gruppo Lega, a mia voce, voleva anticipare considerazioni generali di progettazione d'insieme su scala urbana nell'area in questione, che permettesse non solo una risposta ai bisogni di fruizione, ma anche al senso di tutela e valorizzazione delle aree monumentali, nonché all'adozione di tutti gli aspetti della rigenerazione urbana, alla quale iniziativa aveva risposto allora l'Assessore Caveri in una risposta che io avevo definito in sintesi illuminante, non perché andava incontro alle nostre idee, ma semplicemente perché andava incontro alle idee di rigenerazione urbana.
Che cosa è successo allora? Questa conversione sulla via di Damasco... Avete messo a tacere Caveri? O, in accordo, si è messo a tacere questo bagliore illuminante di volontà di andare nella linea della progettazione urbana, sostenibile e fondamentalmente legata ai principi della rigenerazione, e soprattutto della valorizzazione di un monumento che ha mille anni di storia, mille anni, comprese poi le mura, compreso poi nell'area di perimetrazione delle mura romane che chiaramente ne hanno duemila?
Sappiamo che progettare un oggetto edilizio nell'ambito di un contesto urbano significa agire su di un tassello che ha il potere d'interferire con tutto il suo contesto e quindi mai - mai! - si dovrebbe progettare l'oggetto stesso senza pensare a tutte le sue relazioni con il contesto.
Questo ribadisco ancora, non rivolto ai colleghi professionisti, progettisti, ma rivolto alle indicazioni, giustamente, ai desiderata della committenza.
Alla luce di queste riflessioni chiediamo al Governo regionale, primo: "Quale visione di progettazione in linea ai principi della rigenerazione urbana e alla relazione con lo spazio costruito circostante è stata indicata negli obiettivi di conferimento dell'incarico per la redazione dello studio di fattibilità in questione?" e, secondo: " Quali sono gli intendimenti della Giunta da indicare eventualmente nelle successive fasi progettuali come obiettivi di coerenza con i principi di rigenerazione urbana e della valorizzazione della percezione del vicino complesso monumentale?".
Questo concetto di percezione è fondamentale in una progettazione d'insieme ed è fondamentale anche nella visione di città, ed è fondamentale per chi la città l'amministra.
Per inciso, è chiaro che questa mia interpellanza si rivolge al Governo regionale e per quanto di competenza del Governo regionale, non sono così a digiuno dal non sapere che le dinamiche sono condivise o sono comunque condizionate dalle scelte del Comune di Aosta che è il vero dominus della situazione, tuttavia la mia condizione mi pone a rivolgermi al Governo regionale.
Terzo quesito e ultimo: "Con quali risorse economiche si intenda procedere alle varie fasi successive per dare l'opera finita?".
Presidente - Risponde l'assessore Marzi.
Marzi (SA) - Naturalmente la risposta da un punto di vista tecnico non la soddisferà assolutamente, però poi magari al termine della risposta proviamo a giocare con le parole.
I termini di rigenerazione urbana e di relazione con le funzioni del contesto urbano circostante e della valorizzazione delle testimonianze culturali con la migliore funzione degli spazi, come lei mi insegna e come giustamente richiama nelle premesse dell'iniziativa, trovano riscontro nella scelta progettuale di valore urbanistico che è stata individuata. L'intervento di demolizione e ricostruzione dell'edificio - oltre a garantire ampie possibilità di organizzazione e l'articolazione degli ambienti in risposta alle esigenze didattiche esplicitate - consente di ripensare al rapporto tra l'edificio scolastico e la città, riportando a un ruolo di protagonista il complesso monumentale del Saint Benin, la cui vista risulta oggi invece fortemente limitata dall'aderenza dell'edificio del Manzetti.
Restituire infatti all'ex priorato la scena principale sullo spazio pubblico, attraverso nuovi percorsi urbani fruibili e realizzare un'unica piazza funzionale percorribile, proporre servizi accessibili anche a utenti esterni, valorizzare nel contempo anche la presenza del Monumento ai Caduti sono tutti elementi caratterizzanti la strategia d'intervento che va oltre una mera soddisfazione delle esigenze di carattere tecnico.
Significa, infatti, valorizzare spazi e beni storici pubblici in un contesto urbanistico fortemente istituzionale che collega il complesso anche alle due piazze, Deffeyes e Chanoux, nell'ottica di creare una rinnovata immagine della città in grado di coniugare e far dialogare la storia con l'attualità.
In continuità con le iniziative assunte negli anni 2019 e 2020 il DEFR 2021-2023 prevedeva tra i diversi obiettivi inerenti all'edilizia scolastica - e questo è un aspetto fondante, è vero che di fatto lei si rifà a un richiamo alla Committenza, però la Committenza, oltre che a criteri di questo genere, deve anche fare i conti con l'assoluta necessità e con le scelte fatte in termini di edilizia scolastica - la ristrutturazione degli edifici collocati in prossimità del centro cittadino, nell'ottica di favorire l'integrazione della scuola con il contesto urbano, prospettando l'ipotesi di collocare le diverse istituzioni scolastiche della città in tre macro poli equidistanti lungo l'asse Est-Ovest con baricentro nella stazione ferroviaria.
Il principale obiettivo che si è inteso perseguire con lo sviluppo della progettazione in questione è pertanto in linea con gli obiettivi, entrambi gli obiettivi direi, sopra richiamati. Il confronto tra gli uffici e i professionisti incaricati della progettazione dell'intervento di recupero dell'ex priorato Saint-Bénin è stato costante e la soluzione progettuale proposta è stata ampliamente analizzata, come tra l'altro lei ha immediatamente notato, anche insieme al Comune di Aosta e e alla Soprintendenza, con i quali si sono condivise le positive ricadute dell'intervento nel particolare contesto urbano in cui si colloca. Inoltre la soluzione individuata, oltre a restituire prestigio all'ex priorato Saint-Bénin, e questo lei lo riconosce, risolve le interferenze relative alle vie di esodo del Convitto Regionale, consentendo, attraverso l'ottimizzazione degli spazi, di restituire alla città superfici da destinare a piazza e aree verdi.
Non ultima, inoltre, la progettazione di una palestra a doppia altezza posizionata al quarto piano - di cui spesso il collega Caveri ha dovuto parlare - con tutte le problematiche del caso per reperire superfici oltre che per le palestre anche per fare le scuole.
E sempre questo è una giusta mediazione di chi governa.
La Giunta ritiene che lo sviluppo delle successive fasi progettuali debba essere sempre accompagnato dal confronto tra gli uffici e i progettisti del Saint-Bénin, nonché con gli enti preposti al rilascio dei necessari pareri. Le risorse attualmente stanziate sul Bilancio Regionale 2023/25 consentono di proseguire, come da lei richiamato, con l'affidamento delle progettazioni in modo tale da disporre della documentazione necessaria per poter accedere a eventuali finanziamenti statali o europei; in subordine naturalmente le risorse dovranno essere ricercate all'interno dei meandri del bilancio regionale.
La quintana, come da lei richiamato, oltre a essere una via, io non ho termini tecnici di natura architettonica che lei invece possiede e che utilizzo anche per imparare delle cose nuove, però la quintana io la conoscevo come via, e inoltre anche perché gironzolo spesso e sono, come dire, un appassionato, perché di fatto è anche una gara, una pugna, perché spessissimo, tantissime giostre nelle città del centro Italia, ricordo di aver partecipato alla Quintana di Ascoli, quindi se nel fatto può essere... recepiamola come uno spazio nel quale ci proviamo a incontrare e non come una pugna sulla quale di fatto tendiamo a non condividere le scelte fatte.
Presidente - ...un minuto, se siete tutti d'accordo.
Caveri (AV-VdA Unie) - Solo per dire che non c'è stato un match tra me e Marzi, rispetto al quale non avrei alcuna speranza di sopravvivere. L'ho spiegato anche a latere il fatto che oggi il problema di fondo è l'individuazione di aree, non che dopo il dialogo con lei non ci siano state delle interlocuzioni, ma il problema di fondo oggi nel rapporto con il Comune di Aosta, non dico dialettico ma di confronto, riguarda la questione del consumo del suolo. Cioè oggi il Comune di Aosta ha, rispetto alle scuole, ma anche rispetto alle palestre, un atteggiamento molto rigido, e il problema era trovare qualcosa, come ha detto opportunamente il collega Marzi, qualcosa che fosse vicino alla stazione ferroviaria e vicino alla fermata del pullman, perché è del tutto evidente che non si può pensare che gli studenti delle scuole superiori si spostino, come avviene oggi con il liceo classico, che verrà dismesso quando ci sarà di nuovo funzionante il vecchio liceo vicino alla stazione. Purtroppo non siamo riusciti a reperire altro e l'idea di utilizzare l'F8, creava oggettivamente dei problemi di trasferimento di studenti.
Presidente - Per la replica, il consigliere Distort.
Distort (LEGA VDA) - Grazie ad entrambi gli Assessori per il contributo che hanno voluto dare alla risposta. Allora, prima di tutto, giusto così per una questione di terminologia, oltre a "quintana" esiste anche un altro termine, se può farle piacere, visto che apprezza, è "ambitus" è l'altro modo con cui si definisce lo spazio tra due edifici. Normalmente. Adesso oltre a massi ciclopici aggiungiamo queste altre nomenclature.
Per quanto riguarda, e rispondo subito all'ultimo intervento dell'assessore Caveri: il concetto del consumo di suolo, mi creda, ve lo hanno venduto così, vi hanno convinto con questa biasimevole scusa. Biasimevole perché non è sostenuta dalla letteratura di rigenerazione urbana, tant'è che i temi di rigenerazione urbana che, per quanto riguarda la risposta di Marzi, sono stati definiti con totale riscontro, anche questa - siccome sono stato studente di architettura - conosco le giustificazioni a posteriori...
Poi conosco anche il fatto che è ovvio che fa parte della capacità dialettica di poter giustificare certe scelte piuttosto che altre, però io direi che per onestà intellettuale sarebbe bene che i vari attori che hanno preso, hanno agito e hanno indirizzato le decisioni avessero l'onestà intellettuale di poter riconoscere i propri limiti, perché di questo si tratta. E non è un giudizio, e torna a essere un discorso di critica e di critica costruttiva.
In realtà queste scelte sono state fatte sulla pelle della città, su una parte di città, e quindi il decisore, in definitiva, fondamentalmente un amministratore, un custode, a cui è affidato un ruolo, deve dare il meglio di sé e avere il coraggio di poter operare delle scelte; delle scelte coraggiose e importanti, perché altrimenti gli interventi relativi alla città saranno soltanto dei piccoli aggiustamenti, saranno delle correzioni incrementali. Non ci sarà mai il coraggio, non ci troveremo mai di fronte all'applicazione di una soluzione che sia veramente forte. E noi abbiamo bisogno di soluzioni forti, soprattutto perché la competitività sia in termini di vivibilità della città sia in termini, soprattutto, di sponsorizzazione della città a livello turistico, sono la sfida dell'oggi e una sfida gigantesca del domani. Per cui, permettetemi di dire che si è persa o si sta perdendo - perché potremmo anche pensare di correggere il tiro - l'opportunità di agire su una parte di città in maniera estremamente significativa.
Io ricordo soltanto che quando, all'epoca, la città di Bilbao discuteva sul Guggenheim Museum, su un'iniziativa di una scelta architettonica di particolare forza, alla fine ha prevalso la decisione di poter andare in quella direzione. Il Guggenheim Museum è diventato attrattivo dell'intera città di Bilbao, proprio per il concetto di attrazione della percezione di città. Ecco, noi abbiamo qualcosa di gigantesco, sono i nostri monumenti, e la capacità di poter valorizzare i monumenti sarà esattamente la ricetta principale per la sostenibilità della nostra città per quanto riguarda la gara con tutto il resto del mondo.
Vero è che poi ci sono i problemi da risolvere per il territorio, per chi ci vive, ma anche sotto questo punto di vista non raccontiamocela, perché la distanza tra la stazione ferroviaria e dell'autobus rispetto al Manzetti, piuttosto che all'area F8, come aveva accennato lei assessore Caveri, non è gigantesca e questi ragazzi - che poi vanno a fare ginnastica, vanno a fare footing, vanno a fare tutte altre attività sportive per fare un po' di movimento, sicuramente, con tutto il rispetto, ma anzi proprio con la volontà di rispettare questi ragazzi - avrebbero anche la possibilità di fare qualche passo in più, però avere una città più a misura di chi ci vive e a misura di chi la visita.
Sono opportunità perdute.