Objet du Conseil n. 2158 du 12 janvier 2023 - Resoconto
OGGETTO N. 2158/XVI - Interrogazioni: "Interlocuzioni con ANAS S.p.A. in merito ad un aggiornamento del piano di interventi da eseguire nella zona del Comune di Pré-Saint-Didier coinvolta nell'evento franoso" e "Opere urgenti per la messa in sicurezza del tratto stradale in Comune di Pré-Saint-Didier interessato dal fenomeno franoso e interpellanza: "Stato dei lavori di ripristino del tratto di strada statale 26 nel Comune di Pré-Saint-Didier danneggiato dall'evento franoso del 25 dicembre scorso".
Bertin (Presidente) - Il punto 39 è discusso congiuntamente con i punti numero 21 e 22. Consigliere Lavy, ne ha facoltà.
Lavy (LEGA VDA) - Diciamo che nella sfortuna generale di quello che è successo siamo stati fortunati che quell'evento franoso che ha colpito la strada statale 26 del Comune di Pré-Saint-Didier, strada che porta a la Thuile, sia capito il pomeriggio del giorno di Natale, perché se fosse capitato il giorno prima o magari il giorno dopo, oggi non saremmo qui a parlare solamente di danni ma magari anche di feriti, o peggio di morti. E in più bisogna anche considerare che, per fortuna, i massi che sono caduti non sono andati ancora più giù, sulle case, come era già successo qualche decennio fa.
Lei, Assessore, si è subito mosso, è andato a fare un sopralluogo sul posto, io sono andato uno o due giorni dopo di lei, non ho osato fare le foto come ha fatto lei nei buchi o vicino ai massi, ma comunque la stazza delle rocce che sono venute giù è stata veramente molto importante e alquanto impressionante.
E questo ovviamente fa capire un poco anche il senso di porre in essere delle azioni da fare per evitare o almeno limitare certi eventi futuri, proprio perché io sono stato accompagnato dal vigile di Pré-Saint-Didier perché col Sindaco con cui mi ero sentito e con cui avevo concordato un incontro... poi il giorno stesso aveva degli impegni e quindi, va beh, poco importa.
Però, appunto, il Vigile mi ha mostrato come i lavori erano iniziati, sono andato a vedere appunto alla mole delle rocce cadute e guardando a monte si vede proprio che il monte è brisé, direi proprio che ci possono essere nel corso del tempo eventuali rischi di nuovi crolli, ecco perché bisogna in qualche maniera portare avanti il discorso di prevenzione, che è assolutamente fondamentale per evitare eventi simili o almeno limitare altri eventi simili.
I lavori sono stati celeri, già da subito, su questo non c'è niente da dire, c'è stato il problema del cavillotto della CVA, c'è stato il problema ultimamente della neve che ha rallentato un poco i lavori, però bisogna dire che, al di là di tutto, ci si è mossi subito, anche perché si sa benissimo che la strada statale è fondamentale nella viabilità e per fortuna comunque che esiste anche una strada parallela, alternativa, per raggiungere la Thuile, quindi anche la stagione turistica di La Thuile è stata salvata, perché altrimenti, appunto, se non avessimo avuto questa strada al Colle San Carlo, La Thuile almeno dalla nostra parte sarebbe stata - e anche dall'altra parte, perché il Colle è chiuso - sarebbe stata totalmente isolata. E qui quindi si capisce anche l'importanza di avere dei collegamenti intervallivi che creino delle sorte di vie di comunicazione alternative. E credo che appunto sulla strada del Colle San Carlo si debba concentrarsi in maniera maggiore, ma adesso le dirò il perché.
Con questa interpellanza e anche con le interrogazioni del collega Aggravi e della collega Foudraz, si vuole un poco porre l'accento sul futuro, o meglio innanzitutto sullo stato attuale dei lavori, ma anche sui rapporti con ANAS e ovviamente anche sul costo dei lavori attuali e capire un poco se anche, per esempio, il paramassi che si sta costruendo diventerà in qualche maniera definitivo, se si vogliono fare altri tipi di opere più a monte per proteggere l'area, e capire anche, inoltre, cosa si vuole fare di quella strada e cosa si vuole fare di quel monte che, sotto tanti punti di vista, è da mettere in sicurezza, che poi è una voce che proviene proprio da La Thuile per una sorta di preoccupazione per quanto riguarda questi fine settimana, perché adesso, bene o male, la stagione turistica principale è terminata, nei fine settimana c'è molto più un turismo mordi e fuggi, che appunto, a detta di diverse persone che ho sentito da La Thuile potrebbe essere condizionato in negativo dalla chiusura della strada anche nei fine settimana. Quindi io le chiederei, attraverso l'interpellanza: "Se comunque nei rapporti, nelle sue consultazioni con ANAS abbia o meno valutato la possibilità di aprire la strada nei fine settimana e di chiuderla, magari lunedì, fino al venerdì pomeriggio per i lavori".
Altra questione appunto riguarda la strada del Colle San Carlo, perché ovviamente, passata questa emergenza, si dovranno fare anche tutta una serie di altri tipi di ragionamenti, perché per fortuna che c'era quella strada, però ci sono essenzialmente forse due tipi di problemi. Il primo problema: la questione del sottofondo che, a quanto so, la strada del Colle San Carlo non ha, quindi con una mole di traffico superiore rispetto a quella consueta c'è un problema per cui c'è la creazione anche di dossi e di diversi avvallamenti che sarebbero ovviamente evitati se il traffico fosse stato minore, però appunto come "piano B" quella strada, se ne vede l'efficacia, meriterebbe interventi in questo senso
E poi anche la questione della sicurezza riguardo ai guardrail, perché scendendo verso La Thuile ci sono un buon numero di guardrail, mentre scendendo dall'altra parte verso Morgex, quindi salendo da Morgex verso La Thuile i guardrail sono un poco mancanti.
Questi ovviamente sono tutti ragionamenti che si potranno fare successivamente passata l'emergenza, però appunto con questa interpellanza insieme con le interrogazioni dei colleghi si chiede un poco il punto della situazione e quali siano le prospettive in futuro per garantire la sicurezza e anche un'eventuale viabilità alternativa da migliorare.
Presidente - Risponde l'assessore Marzi. Risponde alle tre iniziative sommando i tempi.
Marzi (SA) - Innanzitutto, prima di rispondere prendo atto con rispetto - come ha fatto lei, collega Lavy, e a nome di tutto il Consiglio - del fatto che l'evento franoso oggetto di queste iniziative non ha visto coinvolte delle persone. Tra l'altro, il modo in cui lei ha presentato l'iniziativa, a differenza di alcune repliche, evidenzia il fatto che la permanenza qui in solo due anni... come dire, mantiene un atteggiamento cortese, a differenza del fatto che invece chi ha frequentato da più tempo tende a sgridare altri dei problemi che, di fatto, ha creato lui.
In tal senso - e rispetto al fatto che in una qualche maniera sono state rappresentate codeste cortesie - è inutile anticipare che, in accordo con il presidente Lavevaz e la Protezione Civile, è stata avviata la procedura per la dichiarazione per lo stato di calamità ai sensi dell'articolo 12 della Legge Regionale 5/2001, da parte del Presidente della Regione, che consentirà naturalmente di operare con ancora maggiore efficacia e rapidità nella realizzazione dei successivi interventi.
A proposito del fatto che lei giustamente ha chiesto, rispetto ad un'iniziativa che si frappone in un momento nel quale si sta continuando a lavorare, - io, ad esempio, ho cambiato la lunga risposta che vi rappresenterò varie volte già nel corso del pomeriggio - entro la fine della settimana prossima, compatibilmente con le condizioni meteo, saranno ultimate le opere di protezione previste e ANAS provvederà alla completa riapertura della Strada Statale 26 a compimento con La Thuile (quindi il fine settimana della prossima settimana).
ANAS, su nostra richiesta, avvisati già i comuni di La Thuile e di Pré-Saint-Didier, ha ordinato l'utilizzo provvisorio della Statale 26 nelle giornate di domenica 8 e lunedì 9 gennaioa senso unico in direzione di Pré-Saint-Didier con la salita di La Thuile dalla strada regionale del Colle San Carlo. Questa riapertura, come da lei richiamato, ha consentito di garantire il miglior rientro possibile dei turisti da La Thuile in un ponte festivo caratterizzato da nevicate. La riapertura della statale ha sgravato il traffico della Strada Regionale 39, che fin da subito, a seguito della frana, ha garantito il collegamento con La Thuile attraverso il Colle San Carlo, secondo quanto disciplinato da un apposito piano d'intervento denominato "piano speditivo".
Detto piano è stato strutturato proprio per essere attivato nel caso di eventi sulla strada statale 26 che possano naturalmente pregiudicare la sicurezza degli utenti. Il piano prevede la sinergica partecipazione di Regione, ANAS, Comuni coinvolti, Centrale Unica del Soccorso, Corpo Forestale e Stazione di Polizia per la gestione delle procedure di allertamento, di presidi e mezzi operativi, pannelli e mezzi informativi. Il fatto che dal 2016 esista un piano di questo tipo evidenzia al contempo l'importanza e la fragilità di questo tratto di strada.
Martedì 10 dicembre abbiamo incontrato ANAS per definire il cronoprogramma per la riapertura definitiva della Strada Statale 26 e condividere i futuri interventi da eseguire per la mitigazione del rischio. Nel corso dell'incontro, al fine di continuare ad assicurare maggiore scorrevolezza e minori disagi sulla Regionale 39 sino alla riapertura definitiva della Statale, abbiamo chiesto ad ANAS, che ne ha condiviso l'opportunità, di ripetere l'apertura provvisoria della Statale 26 per i prossimi due weekend. Lavoreremo naturalmente comunque anche questo sabato a strada aperta nel tratto dove stiamo rinforzando a tergo del rilevato dove dobbiamo fare uno scavo che non prevede il passaggio di mezzi.
A seguito spiegherò in che senso si sta trattando questo scavo.
Evidenziando che, qualora le condizioni meteorologiche non presentino criticità nel corso delle prossime giornate lavorative, si prevede il completamento del rilevato nel corso della prossima settimana; in tal caso naturalmente la richiesta per le giornate del 21 e 22 gennaio sarà da intendersi superata dalle successive comunicazioni per la riapertura naturalmente completa del transito.
Sin dal momento in cui si è verificato il crollo, le interlocuzioni hanno riguardato tutti gli aspetti inerenti alla gestione dell'evento: i lavori da porre in essere nell'immediato; la suddivisione dei compiti tra i soggetti; l'individuazione dei definitivi interventi per la mitigazione del rischio e, sin da subito, si è intervenuti per riportare a un livello accettabile il rischio, come indicato dal geologo regionale nella sua relazione post evento del 26 di dicembre.
L'insieme degli interventi indicati comprende: l'immediata realizzazione di un rilevato paramassi provvisorio per ridurre il rischio sulla Statale 26 e sulle case presenti nella zona, anche se le stesse fortunatamente non sono state interessate dalla caduta di massi, ma, semplicemente, dei giganteschi massoni si sono avvicinati anche a loro, superandole - li chiamano di fatto massi ciclopici, però l'ho ripetuto talmente tante volte, massi giganti; la bonifica del canalone interessato dallo scivolamento dei massi; la bonifica della Strada Statale 26 dai massi ciclopici che ne hanno invaso la sede; il ripristino della viabilità con l'adozione di una procedura di gestione della stessa da attivare in caso di condizioni meteo tali da poter determinare nuovi crolli.
Lo stato di esecuzione di tali interventi ad oggi è il seguente: il 28 dicembre è stata effettuata la bonifica della strada statale 26 dai massi ciclopici che ne hanno invaso la sede; il 5 gennaio sono stati ultimati i lavori di bonifica del canalone con ripristino dei gradoni preesistenti; i lavori di costruzione del rilevato paramassi sono in fase di ultimazione, siamo circa al 70%, confidiamo terminino entro la fine della prossima settimana, naturalmente meteo permettendo. Perché meteo permettendo? In generale perché il fatto che fortunatamente per la vallata e per la Valle d'Aosta è una fortuna che nevichi, ma in quella zona, che chi la conosce sa essere particolarmente ombrosa e anche di fatto molto fredda, la neve il giorno dopo non può essere soffiata via, ma deve essere spalata e spalata a mano: per cui naturalmente questo ha creato dei problemi dopo le nevicate di domenica e lunedì, perché martedì mattina è stato necessario passare metà mattinata a spalare a mano la zona, prima di ricominciare di nuovo la costruzione del rilevato.
Il rilevato, che io continuerò a definire nella risposta che sto dando, è un muro - di cui adesso definirò anche le misure - dietro il quale, in teoria, andrebbe scavato il famoso vallo.
Da ignorante qual sono che di fatto da idiot savant negli ultimi due anni ha provato a imparare la gergalità e quindi il verbum delle persone con le quali pro tempore ho la fortuna di lavorare, ho anche imparato che rilevato e vallo spesso vengono scambiati: noi chiamiamo valli i muri, in realtà i valli sono gli scavi che vengono fatti dietro i rilevati e i rilevati sono appunto questi muraglioni, chiamiamoli così.
ANAS ha inoltre ripristinato la sede stradale sistemando le voragini create dalla caduta di enormi blocchi di dimensioni sino a circa 70 metri cubi e posando le protezioni in sostituzione dei guardrail divelti dal crollo.
Il rilevato in corso di costruzione presenta una lunghezza di 43 metri, per un'altezza di 5 metri e 50. La sua altezza è variata anche in funzione della difficoltà di scavare un vallo a monte, a causa della presenza di un cavo di proprietà di CVA da 132.000 volt, come da lei richiamato, che implica tempi troppo lunghi per essere spostato e che obbliga alla preparazione di un fosso, cioè di uno scavo a valle del cavo e del rilevato stesso. Per cui di fatto noi ci troveremo ad avere che cosa? Un rilevato, cioè questo muro paramassi, lungo 43 metri e alto 5 metri e 50, e dietro a questo rilevato, quindi guardando verso la cima del versante, si sarebbe dovuto scavare il vallo. Purtroppo c'è la presenza di questo cavo da 132.000 volt per cui si è deciso di superare il cavo e di fatto verrà scavato un fosso, che interverrà assieme a un gigantesco masso di circa 200-250 metri, cubi che sembra un disco volante; lei avrà avuto l'occasione di vedere, che dovrebbero fare da trampolino nel momento in cui si stanno facendo le prime opere, appunto di natura provvisoria. L'opera offre buone capacità di mitigazione, definite sulla base di analisi della dinamica di possibili nuovi eventi anche per volumi rocciosi di significative naturalmente dimensioni.
Gli interventi sono stati attivati in regime di somma urgenza sin dal giorno successivo al crollo nel pomeriggio del 26 dicembre 2022. Si è data ai lavori massima continuità lavorativa: imprese, tecnici regionali e volontari attivati dai comuni di Pré-Saint-Didier e La Thuile, oltre naturalmente ai due sindaci, hanno lavorato in piena sinergia anche durante tutti i giorni festivi. Il costo complessivo delle opere tra Regione e ANAS ad oggi è stimato sinora in 300.000 euro al netto di eventuali ulteriori problematiche che man mano potrebbero emergere. Le valutazioni geologiche successivamente eseguite con tecniche di precisione hanno evidenziato la necessità di realizzare ulteriori opere, a carattere definitivo, di mitigazione del rischio a monte della 26. Nelle valutazioni geologiche sono state prese in grande considerazione gli effetti dovuti ai cambiamenti climatici che determinano nuovi tipi di fenomeni franosi, sempre più imprevedibili, caratterizzati da rapide fusioni del manto nevoso, anche in periodo invernale, che, aumentando la presenza di terreno saturo d'acqua, favoriscono infiltrazioni, instabilità e il successivo distacco delle masse rocciose.
I successivi interventi individuati per mitigazione del rischio prevedono la realizzazione di tre valli barriere paramassi, una delle quali a monte del rilevato paramassi in corso di realizzazione, in modo da estendere l'area di protezione a monte della strada statale in una logica d'interventi collegati e ricompresi in un'unica e organica strategia di mitigazione del rischio, per costi complessivi, tra noi e ANAS, che a oggi assommano, molto "spannometricamente", a circa 6.000.000 di euro.
Rispondo ora al terzo quesito posto nell'interrogazione della collega Foudraz, rispetto ad altre zone sul territorio a considerare a rischio frana e in ordine agli interventi programmati a protezione della viabilità. Dalla mappatura di propensione al rischio stabilita dalla Legge Regionale 11/98, tutti i comuni della Valle d'Aosta presentano aree classificate a pericolosità di rischio idrogeologico alta e media, per una copertura complessiva dell'83.2% del territorio regionale. Riguardo al rischio frana su tratti della viabilità, la somma tra strade comunali, regionali, statali, porta a un totale di rete viaria di 1592 chilometri. Di questi 218 sono classificati ad alta pericolosità e 878 a media pericolosità.
Questi dati - oltre a far emergere come il nostro territorio sia naturalmente e diffusamente esposto a fenomeni di natura idrogeologica - fanno comprendere come non sia possibile intervenire diffusamente su tutto il territorio regionale a meno, di fatto, di coprire tutti quanti i versanti di rilevati e valli invece che continuare a vedere il nostro splendido verde.
Pertanto la strategia che abbiamo strutturato nel corso dei lustri si basa su una gestione di mitigazione dei rischi che individua le azioni di protezione da realizzare in una prospettiva di sostenibilità sia economica che sociale.
Il sistema di gestione dei rischi in Valle d'Aosta si fonda quindi sull'applicazione di una serie di misure di natura conoscitiva e di monitoraggio del territorio e dei singoli fenomeni di dissesto che concorrono a individuare le priorità e le modalità attuative d'intervento in piena sinergia con tutti i soggetti che vivono, presidiano e proteggono le nostre montagne. È questo un modello di gestione che c'è stato riconosciuto di eccellenza in diversi contesti. A brevissimo dovremmo dare tra l'altro contezza rispetto alle ultime attestazioni di stima che abbiamo ricevuto a livello scientifico e internazionale.
Nel quadro delle conoscenze del territorio, in continua evoluzione e aggiornamento, abbiamo negli ultimi anni sviluppato l'utilizzo delle nuove tecnologie di tipo satellitare per il controllo sia delle frane attive che per il dissesto idrogeologico e valanghivo. In tale ambito la nostra Regione, come appena detto, è tra quelle leader a livello nazionale. Per quanto riguarda le frane, la priorità d'intervento è ovviamente data dalle aree oggetto di dissesto al fine di mitigare il rischio incombente su abitazioni o vie di comunicazioni.
Le priorità di realizzazione degli interventi, anche ai fini dell'applicazione della Legge regionale 5/2001, sono definite secondo i criteri previsti dalla deliberazione della Giunta Regionale 77 del 2018. Ricordo anche, come più volte richiamato in Consiglio regionale, che sulla 5 del 2001 siamo intervenuti prevedendo la possibilità di finanziare anche i sistemi di monitoraggio attivi che ho citato pocanzi.
Sulla scorta quindi delle informazioni provenienti dalla mappatura delle aree a rischio, dal monitoraggio del territorio e dalla segnalazione dei comuni, si delinea un quadro d'insieme delle esigenze che viene definito sempre più nel dettaglio mano a mano che si sviluppano studi di approfondimento e ipotesi d'intervento.
Alla data del 31 dicembre gli interventi in corso per far fronte ai danni di rischio idrogeologico ammontano a una spesa di 2.5 milioni di euro. Mentre per l'altro ambito di rischio, accentuato dai cambiamenti climatici, quello valanghivo, sono stati installate opere di protezione per 7.5 milioni di euro. In particolare riguardo agli interventi da lei richiamati inerenti ad aree considerate a rischio frana che interessano la viabilità, il DEFR 2023-2025 approvato da questo Consiglio individua quindici interventi che saranno realizzati direttamente dalla Regione per una spesa complessiva di circa 16 milioni di euro, di cui 6 milioni di euro finanziati dallo Stato.
Nel 2021 sono stati impiegati 10 milioni di euro e nel 2022 13 milioni di euro. In somma urgenza tra il 2021 e oggi sono stati effettuati 25 interventi per 5,2 milioni di euro. Tra il 2020 e il 2022 sono stati investiti complessivamente - tra interventi della Regione, contributi ai Comuni e somme urgenti - circa 35 milioni di euro. Si tratta di una programmazione mirata a contenere il rischio attraverso l'installazione e la manutenzione di opere di protezione di diverse strade regionali da caduta massi e frane. Questa programmazione viene via via integrata da interventi che si presentano urgenti, come quello avvenuto il 25 dicembre scorso, in cui la gravità dei disagi causati al territorio rendono urgenti e indifferibili le azioni di ripristino dei collegamenti viabili e di mitigazione del rischio. Nel corso del 2022 l'impiego di sistemi radar di monitoraggio 24 ore su 24 ha permesso in più situazioni di garantire i collegamenti delle vallate senza interrompere la viabilità, così come avvenuto a seguito delle frane a Gaby e in Val Ferret durante il mese di agosto, riducendo al minimo le situazioni di disagio e consentendo il transito a residenti e turisti, con la possibilità di attivare le procedure di chiusura della strada in caso di pericolo.
Di fatto qui poi ho una tabella nella quale si evidenziano gli interventi più ricamati che riguardano tutta una serie di vallate laterali.
Presidente - Per la replica, consigliera Foudraz, ne ha facoltà.
Foudraz (LEGA VDA) - L'interrogazione che ho presentato si riallaccia appunto alle altre iniziative presentate dai miei colleghi del Gruppo Lega Valle d'Aosta, e poneva appunto alcune domande all'Assessore competente a seguito dell'evento franoso che si è verificato nella giornata di Natale lungo il tratto di strada statale 26 che collega il Comune di Pré-Saint-Didier con il Comune di La Thuile. Nello specifico, per rendere partecipe l'aula ma anche il pubblico che ci ascolta fuori da queste mura, si voleva capire quale fosse lo stato attuale delle attività funzionali a ripristino della transitabilità sulla Strada Statale 26 in direzione La Thuile, quali fossero le opere urgenti previste per mettere in sicurezza questo tratto stradale e in ultimo - come mi ha appena elencato - se vi fossero sul territorio regionale altre zone considerate a rischio, e me lo ha illustrato benissimo.
La ringrazio per la risposta che mi ha fornito, che serve a fare chiarezza oltre che a noi Consiglieri anche a tutti coloro che ci seguono e a tutti coloro che in questi venti giorni hanno dovuto cambiare le loro abitudini, perché, per spostarsi da La Thuile verso la media Valle o viceversa, hanno dovuto cambiare le loro abitudini.
Come ha già ribadito il collega Lavy e l'ha ribadito anche lei, proprio è solo stato un caso fortuito che questo evento calamitoso non ha creato danni a persone e immobili, perché quel tratto di strada statale è trafficatissimo, io lo percorro settimanalmente perché ho mia mamma che abita a La Thuile, quindi io vado tutte le settimane a La Thuile e non solo il fine settimana quando potrebbe essere più intenso il traffico e le assicuro che, veramente, c'è traffico sia a scendere che a salire. Perché sono in tanti che da La Thuile scendono verso Aosta o verso altre località situate più a valle, per lavoro, o per studio o per altre esigenze, ma sono altrettanto tantissimi che salgono verso la valle di La Thuile per lavorare.
Il fatto che questo evento si sia verificato nel giorno di Natale - quando è prassi che quasi tutti si stia a casa a festeggiare il Natale con i familiari e gli stessi turisti non hanno l'abitudine di spostarsi quel giorno ma piuttosto si spostano nella sera di Natale se non il giorno dopo - è stato una fortuna; grazie a Dio nessuno si è fatto male e non ci sono danni anche agli immobili.
Spero appunto che si ritorni al più presto alla normalità. Come lei ha affermato nella risposta, questa normalità si dovrebbe raggiungere con la fine del mese di gennaio, perché vero è che La Thuile ha la fortuna di avere diciamo l'altro collegamento, quello con la strada del Colle San Carlo, ma lo sappiamo bene che la strada regionale 39 ha comunque delle pendenze diverse rispetto alla Strada Statale 26 e se non ci sono problemi nel caso di nevicate a percorrere quel tratto di strada, nel caso di neve la circolazione diventa un poco più, diciamo, pericolosa. Non dimentichiamo che il collegamento non interessa solo gli abitanti di La Thuile, ma ci sono anche abitanti delle frazioni alte di Pré-Saint-Didier, perché non dobbiamo dimenticare che ci sono anche loro, quelli che abitano a La Balme, o a Elévaz, che in questo periodo stanno facendo una circumnavigazione per poter scendere o salire.
Speriamo che tutto vada a buon fine, la ringrazio e speriamo presto di poter ripercorrere la strada statale 26.
Presidente - Consigliere Aggravi, ne ha facoltà.
Aggravi (LEGA VDA) - Penso che, al di là dell'evento, il tenore delle tre iniziative e la risposta dell'Assessore mettano in luce il vero problema, cioè la complessità dell'area.
Giustamente l'Assessore diceva: "Realizzare un rilevato o comunque degli interventi a monte è un conto, ed è molto più complicato che farlo a valle". In più c'è il discorso del cavo dell'alta tensione, in più c'è un discorso che, secondo me, deve investire la tipologia del versante alto perché sappiamo - e lo si vede, senza essere anche tecnici - che in realtà la strada è già un presidio rispetto a il paese in sé, perché comunque ha attutito, volenti o no, un fenomeno che in realtà si conosce, bene perché, purtroppo, quell'area è già stata interessata da questi movimenti.
La complessità in più è anche quella ovviamente delle interlocuzioni e, in particolare, la mia interrogazione riguardava questo perché chi meglio di lei - e ne abbiamo avuto occasione di parlare - conosce la borbonica burocrazia dell'ANAS, così come tutta una serie di problematiche anche legate al che cosa fare, perché, giustamente, adesso si sta gestendo la contingenza, bisognerà pensare a cosa fare nel futuro, bisognerà anche pensare soprattutto a quando quella strada, al di là delle giuste considerazioni della collega Foudraz, sarà molto più trafficata, perché l'apertura del Piccolo sappiamo che sta attirando non solo turisti ma anche chi sceglie quel passaggio rispetto al Tunnel.
Sarà necessario sicuramente avere delle buone interlocuzioni con ANAS ma anche soprattutto capire che cosa fare nel momento in cui si riaprirà, al di là del momento, la percorribilità di quella statale, come hanno detto tutti e due i colleghi, che hanno posto l'attenzione anche sull'alternativa, quella del Colle San Carlo, che non è una strada fatta per un traffico veicolare come quello che sta interessando quel tratto, al di là delle condizioni anche meteo; abbiamo anche avuto occasione di sentirci per quello che riguarda alcune segnalazioni che ci sono state ultimamente e il Pronto Intervento da parte delle strutture che io penso sia giustamente necessario ringraziare per il lavoro che fanno e l'attenzione che hanno soprattutto su eventi di questo tipo.
Il collega Lavy giustamente sottolineava il fatto che quella strada non è fatta per questo tipo di percorso, considerato anche che in questa stagione solitamente non è aperta. Quindi anche lì ci sono considerazioni da fare, in questo caso - lo diceva giustamente il collega Lavy - c'è una alternativa, in altre realtà non abbiamo l'alternativa, di rilevati, di valli - penso alla strada di Cogne - le abbiamo già viste, in questo caso una alternativa c'è e quindi è percorribile.
E a fronte di questo io direi che un'attenzione va anche data giustamente alle comunità come La Thuile, come tante altre comunità, che stanno a monte e che ovviamente hanno delle problematiche in più, perché un conto è avere anche l'accesso di mezzi di soccorso o di mezzi di altro tipo su una strada che è fatta per una percorribilità diciamo media o comunque intensa, un'altra cosa è passare dal Colle.
Sicuramente su questo aspetto e su questo punto saremo attenti; mi sembra che comunque l'attenzione ci sia, ecco, io quello che invito a fare, a mantenere - ma in realtà lo abbiamo detto un po' tutti - è appunto di pensare al futuro di tutto il versante per evitare che certe situazioni si ripresentino. Come spesso si dice anche nel mio mestiere, non si può eliminare il rischio, bisogna mitigarlo o limitarlo e quindi le opere che dovranno essere fatte vanno in tal senso, quindi speriamo di trovare una soluzione che ci permetta di evitare, se non la generazione di questi eventi, che questi eventi possano, al di là di quando avvengono, generare delle problematiche anche molto serie.
Presidente - Si è prenotato Lavy.
Lavy (LEGA VDA) - Sì, Assessore, dalla mole del lavoro che deve essere fatto a monte di Pré-Saint-Didier si capisce la complessità d'intervento in quell'area, proprio perché, appunto, il monte, se lo si guarda, è totalmente sfaldato, e quindi in prospettiva non si può immaginare che non capitino più eventi del genere.
Però se da un lato bisogna fare un discorso di prevenzione - che bisogna dire è spesso fatta, la prevenzione perfetta è impossibile che ci sia, perché dovremmo mettere, magari costruire paramassi ovunque, in un territorio montano è impossibile - dall'altro lato il Pronto Intervento, anche quello funziona, perché in questi due anni eventi franosi ne abbiamo già visti tanti, a Gaby, nella strada per Niel, che anche quello vedrà poi dei lavori nel breve periodo, anche sperando poi che non porti troppi danni a monte anche all'attività di La Gruba. La questione della Val Ferret e la questione di Bionaz e Oyace, che spesso viene dimenticata ma quest'estate quando è successo sono andato su ed era stato impressionante; è andata bene anche lì, che quelle due frane, quelle due colate non siano scese ancora più a valle. Il rischio zero è impossibile da avere, siamo tutti d'accordo, bisogna lavorare appunto per la prevenzione, da una parte sapendo benissimo che soprattutto nei periodi estivi con le bombe d'acqua e quant'altro queste previsioni sono sempre più difficili e dall'altro appunto con i pronti interventi e, da questo lato, bisogna dire che sono assolutamente efficienti, perché - in ogni caso, almeno in questi due anni che ho potuto vedere, anche sul campo - subito dopo l'intervento si è cercato in qualche maniera di: 1) rimettere a posto la situazione, 2) di fare delle opere affinché non capitino più eventi del genere, 3) programmare eventuali programmazioni e previsioni successive.
Il lavoro è molto complesso, però da questo lato è da apprezzare la celerità pensando poi inoltre anche appunto a fare dei ragionamenti, in questo caso sulla viabilità alternativa del Colle San Carlo che, una volta messa a posto questa situazione, proprio perché il rischio di zero non esiste, questa strada potrebbe essere interessata da interventi - creare un sottofondo per metterla più in sicurezza per quanto riguarda il guardrail - perché appunto non si sa mai.